fCOHTlNUil. Dil NUMERO PRECE.DENTE} IGURATEVJ il rombano, e lo lltrepitoso fracauo c..agionato dalla caduta del voluminoso strumento la cui lunga e sonora cassa pcr1.;111cndosul pavimento si 1fraccllb in mille bricioli fra lo stridente e stonato tintillo delle corde che speuando11 e con1raendo1i auorcìgliavansi l'una •ull'altra in un fascio saltarellando con lungo e vibrato fremito sui poHri a,·anzi del piano armonico sconquauato; e aggiungete a tutto quel frastuono in una ttanza non molto ampia, nella quiete della notte, le gTida di tre femmine spaventate, gli urli d1 sci uomtni, e tali uomini che fuggi,•ano a roinp1collo per paura di un solo, e so- ,·ratutti lo schiamazzar di lontano della stentorea voce d1 un avvocato e il nasale ululo d1 un frate. e potrete a un dipresso farvi un'idea della scompigliata tregenda, del vero diavoleto d1 quella sera •· 11 nuovo, ma non ultimo spiegamento di forza del Mangcruva, gli destb intorno, ancora, non soltt.nto scalpore, stupore, ammirazione, invidia, ma anche minacce di rappresaglia, sotto forma di denuncia alle autoridt, da parte· delle contuse vittime del gra, icembalo-fiond:1; sicché egli 1>tessocredette opportuno di recarsi personalmente a esporre il caso, e richiedere nello stesso tempo l'indulto, al capitano d1 città, del cui segretario era amicissimo. Andò, d.11quell'uomo animoso che era: ma il tc(Cretario era asscn1c dal palazzo· v'erano bensì, nel cortile, una mano d1 1>h1rri,•• quali non parve vero d1 avere a portata d1 unghie, e sul loro proprio terreno, il lupo che aveYar,o tante volte, invano, braccalo. Ecco che gli si fanno addOS!HIn frotta. come cani lanciati ad azzannare le orecchie del toro (l'immagine, s'intende, è di Andrea); si ripete la scena favorita del repertorio mangcruviano: uno sbirro. c10,è, agguantalo e scagliatn sugli altri come frombola; i nemici aumt:ntano sempre d1 numero: uno. ch1.· vole\ Il dare di sorpresa lo s~am~tto all'eroe, Vtt'nt', lui, sorpreso. lanciato (anzi sfio,ulttlo, secondo il putorhCO lessico del nostro) in fondo al corti le: t q11elnm.Alo Icaro disgm:uito at rrbM urtm11trttt fi11ito ,I JUOstrano ,·o/o w11 la teJta frauusato o alme110 lr rustolt rott,, u la s11a buom, /ur1Ut1n non f'm.:tltt pln'lato ,n "" abbn.·tmtoio di rmalli. Tutta\la, p~r quanto picchiasse, pt:1Hasse. mac1ull:nsc:, contundcs- ~..-.si circondasse d1 av\ersari abbattuti e J,1:cmenr1,11:\1angcru\·a 1n rehbe finito col wccombcrc al numero SO\erchumte. la -.ua h~1>H1di ferro s, •.uebbc una buona volta h1partarn sotto i reiterati colpi, se pi·r ventura al clamore della battuglia non ave&~c attirata a un halcone interno la moglie stesu del capitano d1 cutà, che impose, con la sua autorità, una tregua. -.i fece t:ondurre rnnanz1 l'mcrtd1h1le i;omba11cn1c. ne a.:;coltb benevola e p1cwsa h1 ~tona, \'Olle di p('rsona presentarlo al in.trito, e rtccomandarJ(helo, la St'ra stcss... Il pn11r,pt (6) clu si rru m r11-0rsuo 1ntmax111atod, n•dtrsi wmpnr1re dim,an:1 11n ~=- ;:-udi duwolo dellti taglw di Golwlte o d1 1~utij,•11u,fl'StlJ a borra Of't'rta nl ndcrsi 111 fa,r,'a rm rotu'Z::Osrrelletta t' d1l1tt1trnoe.on ima fuoriomùt eh, paru, Gahriel rhe d1- ,t1se .·lt·, •,. mm pottt·a darsi pare tht fosse pr-0prio ,I ttrrrbile oprrMorr degh uditi pror"1(i. (n brc-,c, 11pc.-rdono \t:nne, come conclu:.ione di und sen.•r.i e ben ;adorna ramanzina; e JIJ'alto fun,uonano borhonico ,I pcrd,,no fo facile, in quanto l'unpctuoso .Andrea 11,·c,a malmenato alcuni p.icifici c:11tadin1 c non s'era attaccato (e: 010 ne lo tenes,c lontano!) a q~elle sante cose che erano, ullora. il Trono e l'Altare:. E 1nt11crnc on li perdono dcll'autori1h, :'\hn• ,weru,·a si ebbe anche quello d1 Rosalia, -.cj,CUIIOa brc,c d,,tanu dalle gmste none, t un poco più tardi dalla nascita d1 una h.nnbina A 1ent1r lui, ;\langeru\a. Rosalia ru una mojtlu: insopportabilt·;,mQ, -»U qucPARAPIGLIA IN CASA D&LLA INNAMORATA sto punto, ci ••• con,entuo di non prestar cicca fede a1 suoi detti, e di conscn-arc il dubbio che la infelice possa essere stata, anziché la descrittaci Sanuppe, una pallida vittima del forsennato uomo dal gra- ,·,ccmbalo. Per tutte le descrmc cm021oni, culminate nel mal assortito matrimonio, Andrea, nel luglio del 1817, fu usalito da una violt-ntissima febbre biliosa, t si ridusst in lonto ,tremo di vita, da cui non m·rtb/H Potuto rt-rto rinfrancarsi un::a lo straordir,,on·a robu,u:iza dtl suo tcct:ùma/f ttmptramt'nto (7). Abbiamo finora mo-.uato 11:\lan~eruva, e forse sovrabbondando nelle citazioni te1tuali (ma come resistere ai fascini di quel• 11prosa?), nelle sue manifestazioni di uomo gc.ncrot0, impetuoso, geloso, for1iss1mo, ma 1,empre in relazione alla sua vita privat&, e in conflitti, epici, sl, ma con sbirri o facchini. Converrà con1idcrarlo ora, e pili speditamente, ché la materia ne ~ assai va.sta, nelle manifestazioni della sua vita pubblica. La quale ha il suo punto di partenza nella ripercussione in Si• cilia della rivoluzione napoletana del 1820: Andrea era allora già un uomo fatto, - a\·eva trcntatrè anni, t.ra. in voce d1 hbcralegg1ante, avc\'a ((LÌ dato le molteplici prove, cht: sappiamo, ~I forza e di ardimento. Le prim1.· \"OCi della ri\·oluzione napoletana. s<.·opp11tail 7 luglio, pen enncro a Palermo soltanto il ,_., durante le feste annuali in onore di san1a Rosalia; il dl scgut:nle moltissimi cinadini, liberali di àent1men10 o fattisi liberali pe:r l'occasione, circolavano ostentando la coccarda tricolore al cappello e un cappio di nastro "1allo all'occh1ello, che dicevano simbolo d'md1pendenzo nazionale. La sera del I s vi fu l'auen1a10 al generale Church, comandante s1.;premo delle armi m Sicilia, clKnparò a Trap;1ni, e poi a ~apoh; la deho• lu1a del luogotenente Nascili, fug~ito poi anche lui, fcct: cadere nelle mani dcgl'insorti I ma1,1a.zzmidelle armi, il che rese più cruento 11 conflitto del 17 IO , 11Toledo; la 1mpr0\ ,·ida meua 1n libertà dei delinqut'nti comuni accrebhe la confusione, e con la confusione gli eccessi, fra cui l'orrendo i.upphzm del principe di Cattolica e del prmc1pè di ,\ca. :'\la que11ot1son fatti acqu1su1 Jlla t.tori:a e ~1 ricordano, fu,:cge"olmenfc, solo per st:tb1lm: un filo i:onduttorc. Dopo la fugic del ="'udii, ,·enne c.:reata una Gi11,,u, ,li p11bblicn Sll'Ure:::a , tra,i1111illitti, presieduta prima dal cardmale arc1, cscovo Gravina, po1 dal prmc1pe d1 Villafranu: uno degh atti d1 e1>saGiunta fu 1'1mio da deputaz1on1 a ~ap{lli e a \lr-ssina, do\'e a,e\-:1 rrt"so s1anza il nuo\o luo(lotcncnte, prmcipe d1 Scaletta, ma, rnnto a Napoli qua, to a :\lcss1na, 1 dcpu• t.tti furono scnz'ahro i ratti 1n arresto, Pcr- ,cnulane notizia alla C1unta, 1 :,.uo1"enti membri non s1 scora.t,!llldrono e dct.:1scro l'nwio a '\apoh d1 una nuo,·a dcpu1ai1onc, i;01:1p•~1.1dal :\langeruva, da un ,1ohilc, dH ,,~ pri.;te, dal con1olc della m3c:ttrnnza Jc1 '-.Hton e da tre ufficiali napoletani. lmharc:atas1 11 7 ac:osto su una bombarda hattente bandu.:ra sarda, che veleggia\ a a bordale cli lumaca mann,1, la depu1111.1onc -.b,1rcò a ='-°apoh11giorno 15, e fu &ubito rk-.:\'Uta dal flrincipe ereditario 11 fu1uro France-.\.O I c:hc, ud1t1 bentgnamenlt.: t messi, pronunziò alfab1li parole, non ~cnza fare molte prome&se. Senonché, due giorni dopo, 1 membri della m1H1one, meno i;tli ufficiali napole~ tana, furono condotti m11an1i al mm1stro d1 1>0liz1a.che non SI dimostrò né JfTab1k nt~ benigno; mdi condotti :1lla prig1,mc di Castel dcll'(ho, 11cui castellano h rcspin- ,c:, non a,endo ordme d1 ncc,erli (~ingolanta della burucrazua!); t', allora, in quella th S,mta :'\lari;1 ApparC"ntc, gaia nella 11wu.1ral:nnscmua a un l:arct'ré tra H·rdegg1anu ort1c.el11,a mezza costa fra San Carlo alle ,7\lortelle e gli 1palti di CaJtel S. Elmo (allora non esisteva lo splendido smuoso corso Maria Teresa, oggi Vittorio Emanuele); e da questa, dopo qualche giorno, ricondotti a Ca.stel dell'Ovo, che pervenuti finalmente gli ordini - li 1ngo1b 1n una profonda e umida caverna, rimbombante degli assalti del mare con• tro la cinta utema. ='-'clfosco artritifero castello marino, che eJ'I stato un tempo una splendida villa romana e quindi un pio monastero basiliano, gli sventurati ambasciatori, integrati di nuovo dai tre militari napoletani, non rimasero a lungo: un ulteriore provvedi• mento del ministero di polizia li ,f,lsfcrj, verso la fine di agosto, nel Casten"o dc_,- Regina, a Gaeta, e quivi rimasero, trat 1 - tati un po' metz:lio,sino alla fine di ottobre. 11 i\la.ngeruva ~ non meno del solito prolisso nel narrare le vicende di quella prigionia, ma del lungo racconto, e delle connesse considerazioni filosofiche, noi ri• te.mamo solamente l'episodio di una colosule e meravigliosa triglia, venduta da un pescivendolo a quei detenuti pohtic1, una triglia pi,u-tosto dtgna di pomptggiart toll'o11Qrdel trioti/o fra I, squititt t ,ar, dilitaturt di 11n L11culliano banrh,tto di qutllo cht ns"r- intrusa ~Ilo sciamnrm1ato posto di pot.•rri d,1~11uti! l\la quella triglia fungeva da singol:ire forziere, custodendo nella bocca una traua sul fornitore della guarnigione d1 Gaeta, mentre 11pescivendolo era il fidato familiare d1 una nobilissima dama, benigna mecenate di Andrea. Dopo due mesi e undici giorni di priuio• nia, 1 componenti le due deputaziont siciliane furono liberati, con facoltà piena d1 ritornare in S1cih1; e s'mtC'ndc che Andrea non pose tempo IO mezzo per raggiungere la sospirata Palermo, dove: la sua Fam11, li(ià grande prima. era d1,enta1a ora più nobile per l'aureola del martirio. Venne detto capnano d1 una compagnia d1 granaued della Guardia '.'J"azionale, milizia c1tlad1na sorta duranlt- la rivoluzione e r1- :,;pettata. 111 un primo tempo, dalle I ruppe 1mpenali-regae, calate nelle Due Sic1he a tutelar\'I i minacciati d1r11t1lean11m1 della dmuua borbonica. In quella carica, e c:on i suoi uomini, 11 i\lan~e,u"•a coopcrb al m11ntc111men10dell'ordine t' alla pubhhcu sicurezza. fino a quando la Guardia non "e:nnc- d1ssoha Intanto. fin dal lugho del 1821 lr non dalln fine d1 agosto, come "lcri,·c 11 :'\langt."ru\'a), Salvotore :\leccio, riannodando , ecch1e fila carbonare, a, e,·a fondato una nuo,·1 vend11a •. denominata Seg11aà d, ,\lu:w Sci-t:ola. ndla chiesa dei SS. Quaranta ?\lartm, al Cas:ilottn, nella e1tti'tvec• ch1a (8). I carbonari, che i.i riunirnno sul munte San Caro denominazione \'Olk:arc del monle Grifone, - progettarono una sommossa popolare contro ~li Au~triaci; ma fecero trascorrere molti mesi perdendo111m chiacchiere e in 1e111-:nnamc-nt1. I,e congiure protra1te molto a lungo finiscono, ,;cmprc. con l'mtcres.s3re le 11Jtor1tà cos11tuite, le <1uali q s1 d1,ertono come i ga1t1 col sorcio, le la.sc..ianom:uuran indisturbate, pr1.·ndono nota senza p:ar1.re dei nomi e delle ab1tud1ni de, congiurati. fanno te50ro ddlc mforma11oni fornue dall'1mmancab1lc co1>piratore pentilo, e quando ti è per pa~sarc a qucll'a.t1oru·, d1!'lcusu in tanti foschi conc1haboli, ecfo, a sbarrarle la strada, ti commu,sario e il RCndarmc, con apene braccia accoghcnti, Tale fu, anche, della cm.p1raz1one d1 San Ciro: 1 promotori, frn cui due sa<:crdo11 uno 1>1ciliano, l'ahro cal.ibrtlSC, erano tanto ardenti d1 amor patrio quanto tiducio&amentc m~enu1 nd gennaio del 1822 furono quasi tutti arrestati, rap1damen1t.· processati, no,e di essi fuc.:1hni all'alba del J I dello ~tcs~o mese, 1I loro upo \lc-ccio qualch..- mese più t1rd1 (9). li ;\langenl\.t. c:he m r("ahà non aq:,a avuto quasi nulla a che n·dC'rc,, cm in sospetto d1 :n cr p.1rtec1p11toa quelle tramc· la notte del 21 dello IHt:SSo fatale gennaio, mentre 11 abbandona\·• alle turbinose gioie della danza ip una ca.sa amica presso I.a chiesa tlcgli Olivetani. iu coU1 raggiunto dal fratello Carlo, che, trafelato, lo av\'erti essere la sua casa, dt Andrea, mfesra da gendarmi e birri' che lo ricercavano. Che fare? • Aruhe oll'innocmlt è stmp prt mtglio far t.·alue lr sue difrst dallo lo11w11a ,, pensb egli saviamente e si diede alla latitanza, mentre sul c-uo capo. come su quello degli altri contumaci, veni,·a posta una :aglia d1 cento onze 1ic1!Janc:. R1parb in una specie d1 tetto morto, o meglio pianerottolo di scala abbandonato e murato da ogni lato per tncanalar\'Ì le docce d1 un acquedotto S'immagini quale trasudante umidità, quale freddo nell'inverno, qua!i ardori nell'estate! Già, 117v1:an• gcruva rimase asserragliato ben otto me11 in quella che egli stesso paragona a una cassa foderata di panno vude: il panno, come s'intende, npprescntato dalle rigoil101c vegetazioni d1 muschi. J dolori artritici, guadagnali nelle segrete napoletane e gaetane, vi si perfezionarono al punto d1 diH:ntar poi mseparab1h dalle membra d, quell'uomo d':1cciaio. Del nascondiglio era infonnato soltanto il fratello Carlo, che appena pote,,a - ma non sempre - gli ponava un po' d1 cibo: e noi già sappiamo qu1mto fossero degni di omerica eroi i pastt ordinari d1 Andrea. In compen10. egli non era affatto solo m quella specie di tenno• sifone: vi allignava, a tacere d1 altri inver1ebra1i, una colonia di scorpioni di grandt:2za ma, vista, veloci, malizio11, prolifici; più Andrea, gareggiando secoloro in astuzia, riusciva ad ammazzarne, e più ne ap• parivano·di nuovi: una notte di agosto, una di quelle schifose bel>lle lo sorprt:Se nc:Isonno e gli \•ibrb 11 \'denoso dardo nel polso sinistro; destato d1 1t,0pra.ssalto, e conscio del pèricolo, egli ebbe la forza d'animo di asportare, con il suo iffilatissimo pugnale, 1utta la carne adiacente alla puntura; intaccb qualche piccola ve• na, perdette molto sangue, ma, stretta ~ne I~ ferita, e, uò 11pericolo dell'mfezionc. Al prrncipio della sua volontaria segregazione, Andrea 11\'l!Varicc,·u10, per mezzo d1 Carlo, un messaggio della madre, consistente in una leucra e m un peZzo d'oppio. La fortiss1m11donna, l:On uno stile da far impallidire quello del figliuolo, spiegava nella m1ss1va la ragio11e del dono: 11 salvezza user quasi 1mposs1bile: dei due mali do,•ers, scegliere il minore. E, fra altro, scrive,•a: • Il fatai tolimumo t ntll'unito pauhrllo, i 11n'o,ic1nd'oppio!! E 11 dono più pr,zioto. forse l'ult11no d1e possa im,iart, l'injrliu lua mndrt, che hn dm..uto prrma dt risofo,rsi lottart ton 1wr1m,am sforzi contro In t•oct dt/Ja nawra, dtl mo11• do, , forst d,I ri,lo .. \1a la no1ura, il cielo nn'pndo11eranno st ,n.endoli io dt1to la ula, mi appartcthio ora 10stt'SSOa ritOTttla pnma d1t altri la ti tolga lgnominiosammu. Dtl mondo, 110ncuro,· mi basta tl1e tu solo sappia oppreuar, 1/ CQf'oggiosoJ>(nJi"o, l' ti so tait da apprezzarlo dm.11.:no.Uno solo con• dino11t 10 pongo al ,,,io dono. L'rsigo da te ~r la gr01ultno SJtsso dtl mio 1ogr1Jirio., Tu n-011 inghiottirai questo vtlt"110 per tosa ntsnmo o mtno tht ncll'ut1iro raso eh, non ti resti piiì altro ,M:::o o sottrarti do nioru igno,ni,,iosa, imminmte, inn11tobilt. Acuita d1mq11t,011polo onimo il do,,o, mo rispetta semprt In sacro ,,o/on!à della do1UJtriu, Il' rron vuoi divmtor, 111sttuo il rornefic, di tut1 madrr, ccc.•. E ora spieghiamoci bene. lo non intendo, e non penso che I lettori intendano, non dico ridere, ma appena sorridere dei sentimenti, e della fo1ma in cui c,pressi, di quella madre ~ d1 quel figlio. D'accordo: 111 cn1, come tn molti loro contemporanei. gesti eccessivi, frasi magniloquenti. accenti melodrammatici; ma, prima di rutto. assai spesso quei propositi cran tnadoni in ,·i\'a e san1JUinosarealtà; e, in secondo luogo. nascevano dal clima e daHo stile del tempo. Allora I padri entusiasti chiamavano I figli Armodio o Aristogi1one, come più tardi li chiameranno Libertà o Comunardo'. né d1 quelli. né di questi s'ha a ridere. In quella stranii generazione, che tt:ncva ancora molto dal g1acobmi.smo razionalis1ico. ma 1,;ib.si sentiv~ 1ruvolta nelle fasc,no&e ~pne del romanttcu,mo politico e lettenano, la l.'SOrb1tanza e ridondanza dei sentimenti, e le conneue ::,composte a.t10111.1occa,ano 11 sublime negli an1m1 alti e negli inJ,.tJ(nl superiori, ma ancht•, nei personaggi minori, .ipp:tnvano alquanto 1ea1nli. E che? Vi era, si, in qut:gli uomini.)Ja sr-cond1 piani, parecchia ingenuità. poeh1ss1ma ,m~ura e anche un li(randlo, non rnnto piccolo. di follm: ma senza qUt'Ì pazza, come ebbe a dire 11~ran \'CC• ch10 Sct1cmbrin1, l'umtà d'Italia non si sareblk:- fatta. O, mc:gho, 11 ,arebbc fatta per ahrc vie, m altri modi, in altro tempo; e la 1>UHstoria s,,rehbc stata una rigida e frc-dda successione. '-' 1>ap1en1ccombinazmne, d1 mterè1,,SÌ politici e J1 comprop messi d1ploma11c1, e non la grande Stona, che è: quella che h1lvohn sconfina nel conti,:cuo r1.•J,1:nO dt'lla Poesia. r,011t1111w) (tlNO DORI-\ IM ('a1>1i.1>o>d, ~•11• lpr...,,•• pu,u, un procfdto d, pul,:r,•J ru allvn 11 1n11>\1pc d1 Carin,, dun \'n'K.-n•o I.• (,n,., 111à, .. natorr dcli• Cort, dt>I l't.-tonu ne-I tnmNu 17"'i•QO. '-• n~h .., prm1:11:i,c,uad, Cu1n, irrnlllc 1ntuu,d,1nc,. u• n•t• Firh, ,,, l),ana (7) "'Cn,·,:- ,I doti lnddtcab), n.,II• 11'.•l.atanuu •Ila ~u, u-tuuor,,r d ..U. ,,,.,._ Jd IQ ,h \\ ~, (p.111,n. .u dc,11• t,ch~ ,-l(mui.na e 13.11}: ("a,,h,10 J.nm f• 11 \l.1ftM'cruu m un• fcbl•re .oJ~nam,u e qu,nd, ""° tl•1 m«l,1.0 •ull"o1bh1111mtmo ddl• ,u1 ma(thm• (f»~1r,m,,1,mm1) t. d<im•nd•ndo611• irtnulmcn•c- un• fflUlV I 1ucc1,... t l.lUl,rh, «H>Cedtodula, c:un6d1ndu rwll1 n.iuu d<"I n,c"'1.ov, ._, nluooU• ttw • prtahl'f'n e- ».U1 fl'Wkon,.,. "'>te r.,..iu)Ql'IC md c-Jt1,-n,1,r. ,o ,n. ICI.SU fra l,rtu d, n;arnr( 1 nnn,,;ol1 d1 l.lltnt·..-no. e J ,llu,turh •I "'IO n,nho C'.OI lwm J,dl,1 flsl0!0$-,• (Ml 1.-'IHlt, l" drrrlff!IIJ ,I, ,_,,o.,"""" 11, S,ro/,.,, 1 (IQ0-4!,11 1'tO: 'cl,of ll(1QOQ),p. 11Jllt",èpuh hhuta 1.. nnh·n~• l'kf 1. l'.lHl'!"IUlll d, ... 'I <:,rv (dw 11 <.:vlldll (h11m1 J, '•l'II<> "l"n10) ._....,o-wJ;alla Com .,,,..,ton< nuhrnir <l<rll•k l',uu " \ •Il• do P•ltm,,o Tn .,1, .-,oa.al, ,. .\,-!1n \b.n,c,,.,.,1 hl(hO lk:I fu dun I r1nt_n<1:U. d1 _(1!11 r,,1, Jt ar,,u J< tua La .cn 1,;.nu ,J.,11•rnlt 11'i!J ""'" '°11"1,.,.,, 11 CiiH\lum.au \bn, liCtru,. ,... , non 1m,,,.,1 r,11à. m• <'6111 tr■, ■llor■, x•• l"'!,U!(' (9) I """"1 dc:11, • ,11m,1 MWIOni:orJu, 1n uni l•podt •1'9"11.1•Il• ,h,.,..-ii. d11:1,._ (Juann11 \hrtm. •I(• ,..k,ctv d1 l'•ltrmv (;,.,.,,, rif,rr,,nc Il , .. ru- p,. ,. 1,,w-,,,. "' .',·,01,. ,,. 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J11tlio/1 1rr111lit1. -S..rrrt11 '"'" .,, ,,•,, "'"'""" ,.,;_., ri1/"'U' /11t•lli•• /r•f"••I• -.",•;;I ~L~r ,./ ,,.,,,. F,.,,.,;,.. ,,,,. ,;f.,.; ,•• _,, J.,,-,••• ,•. Or•i "'"K•"'' r .. 11•• "I, ..,, J; -. •o• 11111 rl,,, ,,,,,,falli Ji ~ ///SET• MO~ALE Co- I., lKllt donne .11nd,tlt r•ttc- l_! ~ i ""ii'i: ~ j ARCIBERTO GUIDA UMORISTlOA D'ITALIA ~~,r.'1~~~~=-~~::~1. i:.::~.::. COSTA4 LIRE • ULTIMECOPIE! O.,•ue 401!0 llOl)llfA •• • cnua..S.le , ........... _i.,-.. ... LUllllllot .. .,.~ LUC'9~ .. ,,,...__
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