Omnibus - anno II - n.1 - 1 gennaio 1938

ANNO Il • N. I • ROMA I GENNAIO 1938-XVI I li\\ UNQU E, col 3 gennaio si iniucrà il l}!,/ contrauacco della radio britannica alla radio italiana. Ne ha da10 il soh nnc 41\nunzio il Daìly Exp,e11, organo pcr- ,on~k del ministro Eden. Ascohcrcrno con intere~ le radiodiffusioni londinesi, che di:bbono conuob:mcrc la propaganda italiana nel mondo islamico, e vedremo se la 1,0cc degli speakus 1,uà più forte di quella dc.•i cannoni Perchf la radio non dovrebbe pote, HnJicarc la Aott.i? Qudla della radio it:.lian:. è un po' la h~s.t.zione del ministro Eden, che perde ogni misura quando si tratta dell'Italia e delle c:o>e irnlianc, quasi che le ddusioni che h.a pnw,uo durante e dopo l'imprt'sa ctioµica non siano la naturale conscgucnu dd ,uoi imperdonabili errori Giorni fa, parhndo ai Comuni, il mini- ~tro Ed"n si abbandonò ad espressioni così unprudenu, c.he si rese necessario l'intcr- \Cnto dd 1>rimo ministro Chamberlain e, poco dopo, quello di Lord Plymouth. e L..u..o ddl~ radio per la trasmi~sione delle notizie oltre i confini di ciascuna nazione è f n11to dei tempi >, dichiarò Chambcrlain. Cli effetti della propaganda dell'Italia ~no stati molto esagerati; d'altra parte l'lnghilterra non può limitare alle altre na- .t.ioni il dirino di manifestare le loro opinioni >, rincah.à Lord Plymouth Co~ì 11 1ninistro Eden veni\'a mes>O a 'l-uHO d.-.1 suo superiore e da un suo dipend,·nte. Contemporaneamente i giornali inglesi pubblicavano dei larghi estratti della rdazione di Lord Peci sulla questione· pa• lc!t-tinesc. Documento ufficiale della mauima 1.nport.1.n,1.a ,: che fa teno. In quella rcla- .t.ionc si p:.rla anche della cosi deua propa<t:anda i1aliana in Pales1ina e in termini di ,UJOhna Obic1ti\'ilà. Si dice, fra l'jlltro, che- al 1empo del conflitto italo-e1iopico, la ~t4Lionc di lbri diffondna delle e critiche > .,l1'1mpc:ri.lli!t-moinglese ,1ll0 scopo di dimo- :.u ..re quanto fo~:.ero e inadeguati i pro\'• ,..cdìnwnti ptcs1 dal go\·erno µ,~r l'educa- , v1,tc d,., 1 J., .. o: e#. T1.otl.J 4.... Oudt :,, ,.,.J,nione Peci vit-ne a qucut- c-onclusaoni l11u~.i.g1no1rc che il di:.,idio per l'Abi.mnia .,hb1.1 l{r,mde11wn1t' J.umcntato 11 d1sordint1n .Palc-\tin.,, "• .mcor più, imtnal(in.rt che 1 prop,llpnd.1- italiano\ nt- si.a nata la cau , .., è com111t'ttcrc un vecchio trron: ~. ~i1,1;u.1<,11t' .-r.\ l(ià mollo .11:ravt"prir.1.t df"I -...llt:111b1 e 1935 • La rf"la..t.ionePcel trO\;t\.à, n(, giorni Kor~ ,, un ,wton·\Oit'- conft"rma nt"1;inchinto1 c-ondott.a in P.alc:.ùna dalrimi ,to speciale delJ"l'mtd PrnJ, il si~nor \\tbb Miller Gli .,, ..bi p..Icstint-s.i non h,mno nctvuto aiuti d,1ll'lt.1.lia >, o1ffenua 11 \1ilh·r, t lt- tra"t:mis- .nni in limo1;uaaraba do1lla s1a,:ont" di 8.lti '>J 1idLICOno a lll<"llCrt In ('\1d,·n1.a l'inlt· , ,. ,c rh<· I"I tali a h,1 ptl b.:nt-,,ert- dei po· poli i1lami<"i > e •. d.ue e largo po~to a1 progr.i.mmi fl:luSLCli> Conc-hnione e Ch •for.t.i ddl lu.l1a. r1\0hi ad .t.litnarit le- simp,uir del{li o1rab1 verso gli mgltsi sono s1ali ,uvho gonfi ..ti •-d c-ni;i:era,ti Questo è tutto Vif'n fatto, ..Uor.1.,d1 rh1<'• dnM a quale scopo il minisuo E<kn in~hc.1. nm l.ànt..i p<'tulan2.ii sulla propagand,1 i1a. l1.u1.a nt:I m,,ndo islamico t"d .- C""ht: <osa mirino e.erte IU<" affermaz,om, qucst .., •d ,,.,npio • • ~,<' la propagand.1. 1talian• no11 fi,•i'Ce ,-ari impou1bilc creare qutlld atmo- ,fe:a (.ht" t nect-ssaria per la continu.1z,one J<'lle conveu ...2. 1oni i111csc al miglioramt"nto .l('i r:.r.pport1 1talo-bri1,rnnici >. I.a rispostJ •1 ha ntl testo medesimo di q•H·sla dich1a• r.. .uone lnf.atri il ministro Ed"n parla di f contmuaz.ione • di convt"n,t1ion1 che non "0110 mai incominciate e pone, comt- cond1z,on,. della loro ripresa, IJ cessazione d, 111'.att1,..iù :nsolu1 .. mrntc 1nn0<;ua, come af~ lt:m1ano Chambcrlain, Lord Plrmouth, Lord Pal, Webb ~liller f' lo stesso T1mes, che p1 ,prio ~iorui f.t non po1cv;i, n!art \;1 111a .tm--ni1a,uon,· pt'r l.1 wllcC""itudine dell'halia t n-·I fond.arc scuok e ospt'dali e nel fa. \011ri· J"t'duc-uione dr~li ..ralli 1ui suoi lt'r• ,1t•,,r1>. (,,. \t'nll H·ra è che il n1111i~110 f.den 1n 1C"pont:i propri r..ncori pcnonali a quelli h< JOno i suoi 4w, ,·ri di uomo di fj:O- . ,.rno, il dispi•tto p~r gli scaechi suh1t1 .i. qudl'ovno1 di pacifira~iont' r di equilihrio rh• n<m f nerumcno <'"OIIC<"V1bil,. \tr11.t. un ;11100 conc,,rso itali.ano. Naturalm,·ntr- (''!:li <11-, e- w;11.a1ificarcin qLiakhe modo, in qual- , • ., 1 111odo. quest.. ,,,a poillllJ e pcrs.o• 11a 11· > di fronlt> al PMlamentlJ f"' al pac~, df'•,. tp1c~arl' il per<-hé di questa p.aralisi d,•I .i politica ruropca, d1 cui egli solo f: il '-'spons..l.,ile, e .t.llora 1•11ti i pretesti ',,,oni In un pru110 tempo 11 ministro f.den 111Jic,, nella prck'nza dei \Olontari italiani in I ,1uit113 l'mtacolo insupt·rabile .àllr- conver• ~ ..11oni frJ Londra e: P,H1g1, successiva• 'h( Utt, ,enuro Ult:no quel pretesto, anche twl 1nu1.. 10 attcg~iamento del go\emo in• iclne nei ronfronti di Franco, ripit-gò sul!.. e pir .. reria » del ~feditrrr.tneo Scomparsi i p1nt1, non gli resta cht la radio E dopo 1.. radio> In ogni caso, de1;e reuarc fiu da ora ,, q,1i~:10 che il e contrattacco> annun1,1ato IJ', il i;;iorno 3 gennaio, non e un concr..tt..i<·<o, ma un vero e proprio attacco, d1 4 1.11il ministro Eden porta piena rd in- ,,.,,. I.o 1rspon1ahilitl. &1 rA \ A~lO pc:>rmetterci a tavola, quando dalla fine~tra :,,,ul vicolo entrò improvviso il <.uono dcll.1 zampogna. Siamo tutti !;{l'llk· incallitd, indurita, asciutta; ,;,iamo gente che- non pian'(<: ~ non a tra· dtm(•fHo, t.' non ;,.i bene perché. dietro una p,1rol,1. una fra!){",un accento che rimugini qualco~a d1 ,mcora in• ldtto e IIUOVO in noi: o piangiamo di cinematografo, per un <,entimcnto cht: ( i pigli,:1di ~rprC').t; 'l-iamo gente che non s.~come impicgJ.Tc quella dose di pietà e di amr-,rcche le rimane. Il canto della zampogn;a era proprio quello -che < i voleva p<'rché ci guarda~c;imo negli ocd1i puliti dalle inconsulte lacrime di un tempo. Come sempre, la zampogna ,i rnic;c .t cantare improvvisa: non c'è ,uor.o cht.• 5ja così improvviso; pare un'.1c(1ua che sgorghi rompendo un ar- ~me. La ~trada ..tintinnò frattanto di ..oldi buttati dalle finestre. [I vicolo è ahit,LtO da gente poverissima. Se av~• ,<"ro potuto, avrebbero buttato chi~à the dalle fint.''itre. Con un cappotto color ,l\·ana ~u un v(·,tito color lilla \tinto, lo z.:tmpogn.tro t,·rminava di suonare. L'otre mi pa• reva piccola in confronto a quella veduta da piccolo, piccola e roud; per L.1 prima volta vi scorsi la forma reale della pecora ~uoiata. Lo zampognaro 1>0rtava un cappello a cencio, nno. Rinvoltolò l'otre. E io l'avevo veduta un t<·mpo comt· ')i portava, distesa sul hr.1ccio. J ..oldi -.eguitavano a cadere. fla fincstr.1 a finestra, ci guardavamouna volta tanto sorridendo. Di dove d1c fossimo, di qualunque condizione, quel canto ci apparentJ.va come la na- -.cita, l'amore, la morte, come tutto quello (·he tra gli •uomini è fondamcnt,dc e comunc. ri..fa uno nmpognaro 111 borghese non lo avevo mai veduto, t· col vestito color lilla stinto, dell'uomo inurbato da poco. Ebbe succcsso1 ,1·nz.1 dubbio. ~.t quei Klldi chr ca• 11 PAGINE UNA llRA devano erano rimpi.rnti e rimorsi eh,· ,i buttavano dalla fine;,tra, e forse url rancore non confessato, perché- ci av<'"• va fatto gli occhi lustri. Lo zampognaro non è altre, che il pa• -.wre, il quale ,;i ricorda .1 noi nel tempo della fest.t dei pastori. Il pastoreè il più vec<"hio uomo del mondo. La <'iviltà non (' nata in mcz-w ai pastori, bemì molto linguaggio dcli.! dviltà. L,1 religione- µaria con la bocca <lei pa• .,ton; il gregge. l'..ignell.i ,m,1rrita. 11 p..ttriarc;.1.Un'epoca dd mondo si frr• mò -,ullc montagnr t· vi rim;n,t.·pres:-.1p. poco inta.tt.t i è molto prob<1hilcche la razza dei p;mori -.ia quella anticlfr,,;,irna e originale: le 'ltessc c.,panne. gli -.t~si u~i, gli stcs~i canti, gli ste~si ~lru~ menti music,tli e la nwdesima mente. Pres'lappoco gli ~tessi costumi e gli stc:,,,si amori. Da cinque, da diecimila anni, quanto è vecchio il mondo. I pastori wno un altro tipo umano; difficilmen• t(• si :.ono mescolati con la gente cht ha approcbto &ullc-rive d<'i fiumi e che ha 1>0rtato dal rnare la c-iviltà. cioè la merc.uura. Certo, non d.1i p.tHori p1ov1cnc il genio di alcun pacM:. Es'ii rapprc,;en• tano qucllo che vi è di più antico, particobre, difficilrnt.'r'ltc solubile. Nella loro :,tori.:1. ,.j leggono due episodi \OI• tanto. Alx-lc ucciso da C,\ino, cd era un pa'iton· j R<'mo ucciso da Romolo. rd erano stirpe di pastori. A un certo punto nella ~toria del mondo, il mer- <".Ulte, il cittadino, l'uomo civile, soµraffà il pastor<:. l\l,t quando le civiltà divengono più ;,trctte e raccolte, prendono subito un asM:tlo pastorale. Allora 'iOno immobili. Tuui i mestieri e le <1tti1udini t umane si sono evoluti, qu<·lla del pa-.tore niente. Sono gli stessi nel centro dell'Asia, in Sicilia, alle por• te di Roma. J I pa,tore è immobile. JI pa;,tore è c-onclu'iO. 0,l < iò tutta una ' il I kucratur.t ha tratto l'opinione che il pa'itore cono,ca la verità. Tutte I.evolte che la civiltà arrivò alla raffinatezza, ripensò ai p.,stori. Romanzi pastorali, drammi pastorali, poesia pastorale: e tutto questo rispecchia fedelmente i salotti dcll'epN'a; le pastorelle sono le ~ignorc, t.· le '-lC:,,,~ agnelle sono le siKnorc·. Gli -.crittori pii torcono il collo t· h;mno 110.. talgi.1 dl'i p;.1,;tori.Essi s'im• m,u:;-inano focilnwntc- in CO'itume, tra \ 1v1 appl.1u,1 l' rol p,1radiso asr.irurato. Al nu:n:,no tr,l Nat,tlc e la lkfan.t a P1~1ua Navon.t, i più bei pastori da prc- "<'pe sono quelli che costano scttantal ;nquc ccntc:-.imi. modellati da qu,ildw .1rtigiano, e· rappre\<'ntano povere donne storte, -.chiacciatc da una f.1tica SC· colare di portare pt.'1>i.Non parliamo dei pastori dei presepi napoletani clas- ,icì : sono cortigiani in costume, sono la civetteria della semplicità, plli!tori di armenti risonanti di belati composti ben<: come appaiono a chi traversa in automobile la campagna romana di questi tempi, mentre i grelfgi scendono ,ti piano. Ma basta che ci si fermi, e ci si trova in un mondo sterminato, --cnza tempo, nato e rimasto a quel modo, (· con quegli occhi dei pastori in cui è tutto lo sgomento che non si può 'iUpcrare, d'una razza non perfct• tibilc. a modo suo c:onclusa, immobile, della \le<;~a immobilità deg-li animali. QuJ11do l'lltfoi in lJUcll.1 C3S:l di montdgna, cra ">t.:ra:il lume era spento, t· gente parl.wa nel buio. Da una pane la vocC'dd padrùnc di casa, una voce riflessiva, d'uomo abituato a discutere, r, dall'altr<l voci forti, come di chi tema di non farsi intendere. « Sono quelli dell'a\')()Ciazione », rni dis~ il padrone di ta~a. e S1è fondata un<1n. uova asso· ria1iorw in p:H.·S(·?». ~t•ll'ombra in• SPEDIZIONE IN ABB. POSrAlE tra'vt.dcvo gente vestita di scuro, e intendevo certi grossi so~piri di donne. Più basso di quella macchia scura, un viso che doveva essere di bambina. Il lume a petrolio che fu portato dalla cucina illuminò quel gruppo. Erano dei pa:,.tori. « C'è dunque un'associa• zione di pastori? >. Il più anziano rì1,posc-:« Sì, :,,,iamoquelli wtto processo. Abbiamo co,;tìtuito un'associazione. Un procc:,.socosta denari, t.' ora i tempi SO· no scaf)i. Con la ta'-Sa su~li animali caprini le mandrc non Klno più quelle d'una volta. Chi può tenere pilt quei .~reggi? Un tempo, venivano qui anche i sibrnori a farsi prestare denari dai 1>a<,tori.Que~to era un paese ricco. E c'era ~ni hcne: formaggi, ricotte, lana, pelli». .: f-: che avete fatto?». « Quelli da questa parte della mont,1gna ha,;no rub:uo dt·lle bestie di quelli dell'altra parte. Faceva freddo. c'cr.1 poro eia man~iare. Non era per rubare, 111,, perché cc n'era bisogno». Saltò <;u 1:--t donna, con la sua voce ,1.Cuta,mentre la bambina non finiva di osservarmi <1bocca aperta: « Quelli dell'altra parte, 11011 hanno Sf'mpr<:ru~ hato i no'itri animali? C'è M.tta scm• pre guerra con qu(•lli dell'altra parte. Sono forestieri. E poi sono veri ladri. Uno di loro, che trovò un gregge sulla marina, un,1 volta, ~i mise a suonare la zampogna e se lo portò dietro tutto fino in montagna. Stette un anno, prirna che lo ritrovassero, perché cambia• v.1 scmpr,~ posto, e aveva fatto bei ,oldi, intanto. Quelli :.ono sempre stati i nostri nemici. Che c'entra la legge? Queste cose ce le sbrighiamo fra di noi. A memoria d'uomo, ci siamo sem• prc rubati fra di noi. Che c'entrano ~li ,wvocat.i? ». Stretta nel suo busto, con la testa dritta, ancora giovane, una donna che 'l-tava in seconda fila non parlava. « E. 1:i.moglie del capo dell'associazione», mi disse il mio ospitt:; e ha un marito bravissimo, lavoratore, e furbo comr il diavolo :t. La donna giovane sorrise di compiacenza, con un fiero gesto del capo. « Ed è un ladro coi fiocchi>. Eravamo fuori di ogni legge, di ogni convenienza umana; lo stesso individuo che serviva da consigliere a qucst,i gente spiegando ad c-s~a inutilmente b logica de~~cleggi, finiva col servirsi del loro stesso linguaggio. La giovane don• na disse senza battere le ciglia c. ~en1..a guardarsi intorno: « Se non si (o:,,,:,.e )a• puto difendert: non lo avrei spo'iato. Un uomo deve :;.apersidifendere». ·o, eravamo non fuori di ogni legge, ma nella più antica legge pastorale, in 11·1 mondo intatto quale era quello dei pastori alle origini della vita, per cui una tribù confinante è una tribù nemica. E ridevamo tutti come dovrvano aver ri-.o i greci, ricordando le astuzie di CliN: e il furto dei cavalli del Sole. Le an. tichc divisioni tfa paese e paese, fr.1 città e città, di cui leggiamo nella )to· ria i fasti orrendi. e che sono :,.comparsi da appena tre secoli d.1lla vit.-:1 del mondo, (;0no ancora vive fra le tribù dei pa<;tori. Tutto quello che acc::tde tra pa.!.tori, rivalità, offe:.e, lotte . accade f I a tribù e triblt come oggi tra nazione e nazione e ieri fra città e città. La tribl1 pastor,tlc forma un nucleo compatto coml' la prima tribù umt1.t1d e come l'ultima nazione più progr<-- dita. Ecco 1x:rché i pa1>tori, e l1udli dw mi trovavo davanti, in un paco;c :,.pc~c,. in una sera lontana dal mondo, non hanno della legge altro che il 51, ti• mento di un accìdentt.' unicamentl' umano, e do,·uto all'intelligenza um<t· 1ta •. E,;1:i.viv.ono natur~lm~nte, _h.rnno capi anz1an1, mentre 1 g1ova111 sono quelli della fatic.1 (• della lotta. E pu1 mcravigliando,;i di continuo delle leggi di cui non riescono a immaginare la necc.ssità, pt.'rché di fatto non ne conos<'ono altro che le sanzioni, vivendo fuori di ogni consor1.io umano, nella natura, e nornadi, hanno nella mente i grandi e venerabili poteri : la ;ega• lità e la divinità. Considerano tutto il resto furberia umana. Tanto è vero eh" in quel gruppo di persone raccolt(' da•

L vanti al lume a petrolio, il più vccd1io ebbe un'idc;i: « Se facessi11JOuna supplica al Re >. Alla fine si convinse che bisogna invece fare i conti con gli avvocati, cominciò a pensare alla città vicina, ai tribunali, a quella vita che egli aveva sfiorato una volta quando era stato soldato. « Mi pareva di capire ogni cosa, qu:v lo ero in città ; ma poi mi sono rit v•· to pecora fra le pecore. ~oi certe cose non le comprendiamo >, disse. Non so come sia andata a finire la storia; ma come tutte le altre, con una C"ondanna, certo. L'associazione, che poi non era se non un gruppo di pastori in lotta con un altro, non dello stc~o paese, non dello stesso vernacolo, cose che. come al tempo dei tempi, basta.vane .1 costituire la qualità di straniero, non si sarà mai convinta della sua colpevolezza, certa di essere preda degli avvocati, e di un'infinità di convenzioni che essa, come in tutte le altre occasioni simili, avrà cercato di placare con doni, agnelli, formaggi, denaro, inutilmente. Come sempre, molti di loro avranno veduto la città per la prima volta, sicuri di essere imbrogliati a o~ni passo e per ogni soldo; come sempre, questa vicenda non rappresentava altro che un'occasione, una delle poche occ.!sioni, tra cui si possono annoverare il matrimonio, le malattie. la morte, in cui bisognava spendere denaro, indossare vestiti nuovi, una specie di festa e di vacanza in cui il denaro vola fuori dal nascondiglio e non si conta più, come succede nelle feste. Intorno al lume a petrolio, quel gruppo di pastori parlava delle vicende di quel .... furto di bestiame come si parla di una malattia, in cui tutto it potere è nel destino, e non nella volontà umana. Il mio ospite mi disse che1 dalla guerra in poi, i pastori avevano adottato l'uso delle lampadine elettriche tascabili, ciò che facilitava di molto le loro operazioni notturne. Le lampadine elettriche e le si~arette. Erano le novità che i pastori avevano portato dalla guerra. E il ricordo d'un mondo appena intravisto, all'apparenza facile, popolato di donne straordinarie come apparizioni; mentre la loro vita è piena della sembianza delle bcstie1 il vecchio nudo viso delle pecore, in cui essi finiscono a scorgere una sembianza umana, accanto a cui dormono, e in cui per la prima volta riconoscono l'altro sesso. Quelli che pensano alie donne, lontane, nelle case di pietra e che partoriscono figli, vivono in una castità animata da grandiose fantasie, e con una specie di culto fallico proprio dell'infanzia, pieno di terrori grandiosi, in cui si concentra il loro !COSO dell'occulto e dell'ignoto. ~ Le capre avrebbero insegnato ,tl?li uomini la potatura, quando l'uomo osservò che i getti tagliati dai denti delle capre rispuntavano e si moltiplicavano. La capra sarebbe l'autrice delb macchia, e per questo tutto il bacino del Mediterraneo è popolato quasi esclusivamente di macchie, e di macchie è popolata tutta la poesia pastorale greca. Ma le capre avrebbero rasato int('ri continenti passando come un pettine e divorando tutto sulla loro strada. Avrebbero rasato l'altopiano dcli' Anatolia e l'Asia intera. A questo concetto, almcno1 ubbidisce la tassa che ha colpito tutti gli armenti caprini da noi. 11rl 1918 11pp11rirrl f011 1,m1 11r1lc' tipo,er'!.ftt" rinno,wln in o,,:,,i p11rti- (o/11rr r (011 1111 ,·011tr111do pùì riao, 11,(ift' r vario, // primo 111111uro lrl IJU{)f.1,0mno uuirl, Huuolrtli 5 trnttflio r f011tur,Ì, uri/e s11r16 p,1,(Ù1r, /ototf'1fr, r11ao11ti, rlrlicoli ,/,,/ pi,', ,1/to intrrrsu r /,, prim,, punf,d,1 ii UNGENERALEscon1PARE DAPARIGI (; 11111krJi,,/ ,,.p;,,,,.,.,oJ,.J,1.-1urMlr f.fillu) Il "S«olo nluitr.-to" ~ in vrodiu in tuttr lr tdic:olt ~ c:rntt:t.imi 50. ANNOII . N. l . l OElll!AIO1983-IVI • Il MNIBUS POLITIOAE LETTERARIA I I · 11 SETTIMANALDEI ATTUALITÀ 111 l=•=•=c•=rL=•A=•=A=To=1=N="=·'=' PA G IN=I •= ABBONAMENTI Una storia fantastica è legata a qut!sto provvedimento. Poiché il regimé'- delle piogge dipende dalla densità della vegetazione arborea, in molti luoghi d'Italia 1 e nello stesso Lazio, v'è stata in pochi secoli una variazione profonda nella frequenza delle piogge, per vi.i della distruzione dei boschi. Il disboscamento ha provocato frane, movimenti del terreno non più legato dal nerbo delle radici. Scheletri di paesi abbandonati in cima ai poggi pelati si vedono in tutta l'Italia meridionale. Non so invece se l'autore di tutto questo non sìa stato l'uomo, il disboscamento intrapreso dai municipi poco scrupolosi dopo l'Unità, e quello dei privati venuti in possesso dei boschi demaniali quando furono bruciati i municipi e, quello che più importava, i registri della proprietà fondiaria. Di fatto, il pastoie non conosce nessuno dei benefici della vita civile, appunto perché è impossibile da organizzare civilmente. Dei grandi fatti non conoscono che la guerra, e questa parla al loro C'.Jore come un mito profondo della difesa umana. Nella solitudine in cui si trovano, e povtrtà, senza rapporti col mondo1 pcno:ano di possedere alcune ricchezze inestimabili e fondamentali: il latte, la lana per vestirsi1 la carne per nutrirsi. Poveri, si sentono detentori di una ricchezza fondamentale. C'è ancora qualcosa che essi invidiano all'industria dell'uomo: il vino i e ancora un altro elemento : il pane. Ne parlano, vi pensano intorno alla caldaia nera da cui tirano coi cucchiai di legno i tocchi di pane1 dal siero rinfor.tato d'erbe come la menta, tra i grumi bianchi del latte. Sanno che l'uomo è povero, bisognoso di tutto, che deve comperare tutto. Oome nel tempo dei tempi, attribuiscono un valore unico a un dono della loro mandra. La loro natura, consolidata da secoli di tradizione, è impos~ibile da risolvere nella civiltà urbana. Non sono agricoltori, non possono diventare mercanti. Sono irrimediabilmente antichi. Ho passato tutta la mia infanzia in un paese di pastori. Li ho veduti partire soldati, accompagnati dai paremi fino al treno, al suono delle zampogne. I!~ ltalìa e0>loale1anno L. 42,Hmeun L. aa EattlOI an110L, 70, umutre L. 36 OONI NUMERO UNA LIRA Mano1erlnl, dhegni • fotogrde, anche n 1101p1ubblloati, non 1I n1tit11l1cno, I Li ho veduti tornare dalla guerra, e Il rimettersi con gli animali, ricordando quctlo che avevano veduto come un sogno in cui si capiscono molte cose '" Dlrt.dont: Roma . Via del Sudarlo, 28 Telefo110 N, 581.636 .laul!.lnlltrulone: W.ìlano• Plant. Ca•lo Erba, 6 TelefonoN, 24,808 Pobblidtt: L, 3, TO Milano,Vie Parigi,66, Rnedn f Soc. A.ooa. tdltrlce .. OMXIBDS... MJl&H , e che poi il risveglio cancella. Li ho •,, veduti scendere nei paesi del piano, gridando 1 chiamando e saltando come se fossero sempre tra le loro forre· e i loro rovi, e mi sono ricordato delle past.ore di Francia, sedute su una sedia pieghevole, col cappello a larghe tese in testa e il giornale. Ma non ho mai veduto un pastore emigT;ue, mai un pastore cambiare lavoro. CORRADO ALVARO I Dli MORDO LA SOHIAVITÙSEGRETAIN U.8.A. l ':':.<,l~ EL 1867 la Legislazione Federale americana aboliva la schiavitù; ma in alcuni Stati dd Sud l'incuria degli agenti federali c.he non vogliono seccature, e alcune leggi particolari, che si possono interpretare in vari modi, permettono direttamente o indirettamente una schiavitù segreta che va a tutto vantaggio dei grandi datori di bvu:o i quali si procurano così mano d'opera a prc:r.:r.ibassissimi. Subito dopo l'aboliz.ione ufficiale della schiavitù, alcuni Stati del Sud promulgarono a varie riprese delle leggi speciali contro il vagabondaggio: in realtà si mirava al ristabilimento della schiavitù, per• ché bisogna pensare che in molti luoghi la polizia locale non ha uno stipendio fisso, ma dipende dalla buona volontà e dalla generosità dei sindaci o dei più ricchi personaggi del paese. t dunque molto naturale che la polizia abbia interesse a veder aumentare cospicuari.ente la ricchezza di questi personaggi. e Quakhe tempo fa>, dice A. Stedel. nel Common Senu di New York, e fui arrestato a Greenville, Miuouri, assieme ad altri i;t-iovani. •Ero vestito poveramente ma correttamente e pulito; avevo in tasca circa due dollari e un biglietto ferroviario per Mcmphis, nel Tennessee. Era impossibile prendermi per un vagabondo: gli altri giovani erano nelle mie stesse condizioni. Ma la poli:r.iaci lacerò addosso gli abi:i e cosi avemmo l'aspetto cencioso. e Fummo portati davanti al giudice lo· cale, accusati di vagabondaggio e non ci fu permesso di dire una parola in nostra difesa. Il giudice ci .multò di cinque dol· lari ognuno j)iù le spese. Siccome non avevamo quella somma, su di noi, si presentò un tale offrendo di prestarcela: ma per pagar:: il " debito" dovevamo lavorare in una piantagione di cotone, lontana dieci o dodici miglia. e Qualche tempo dopo sapemmo che la multa più le spese faceva la rispettabile somma di 20 dollari per ognuno di noi. A questo si dovette aggiungere due dollari per il viaggio alla piantagione, due dollari e cinquanta di provvigione a quello che aveva prestato il danaro, e 3 dollari e cinquanta per coperte da letto: un totale di 28 dollari, Il salario era di cinquanta centesimi di dollaro, dei quali 30 venivano trattenuti per vitto e alloggio, cosl che soltanto 20 centesimi andavano in pagamento del debito. < Eravamo alloggiati in capanne sudicie e sconhcsse, il cibo era di1gustoso e insuf. fidente. Nella piantagione, durante il lavoro, stavamo tuHi as~ieme. bianchi e ncl{ri, senza distintione di colore. I negri potevano es.sere battuti anche senza giustificazione; i biMchi venivano battuti quando il sorvegliante decideva che mancavanc, di buona voglia o di rispetto. In pratica il trattamento era uguale per tutti. e E questa è mia esperienza personale c1le pos,o sempre documentare >. Secondo il New Tork fluald, un ue npio recente si è avuto a Joncsborow, Arkar,sas: un fun-z.ionario della polizia arrcaò ,f"dici opf"rai; e il m:1gistrnto, che era s:.10 complice, li condannò a ventiquattro dollari di multa ognuno. Per pagarli furono portati a lavorare ntlla piantagione di co• tonc dello stesso funzionario. La Federazione Americana del La,•oro è al corrente di questo traffico, sa che esìste anche nella Florida, ma non fa nulla per ostacolarlo. L'ooinione pubblica se .... =-li. schia e il Comitato Jnvcstigativo del Senato non c'è da aspettarsi che faccia qualche cosa per la semplice ragione che non ha voce in capitolo. E cosi qucsia piaga della schiavitù segreta continua a fare le sue disgraziate vittime. VALLONIE FIAMMINGHI if~. c·~rr:1v1 rapporti fra val)oni e fiam- ~ mmgh1 non datano da oggi ; e fu solo durante la guerra che apparentemente si placarono. Durante l'invasione tedesca del Belgio, quando Bruxelles era sotto il tC'ntrollo del generale Von Bining, un fiammingo, certo Bornu, organiz:r.ò una amministruione autonoma fiamminga sotto il controllo tedesco, non solo, ma :entò di organinarc una leg:onc fiamminga che avrebbe do\•uto combattere al fi3nco dei tedeschi, considerati e fratelli di razza e di cultura >. Più tardi, questo Borms fu ,:on• dannato a morte dallo Stato belga, ma il partito fiammingo cosiddetto e attivista > tanto si agitò c.he il Borms fu amnistiato e liberato. Le divergenze fra fiamminghi e valloni si sono talmente accese, in questi ultimi anni, da riperc:uotcrsi perfino nelle ammi, nistrazioni pubblic:hc. A Druxclles, quando la direzione delle Caue di Risparmio o dei Lavori Pubblici vuole assumere un tecnico, deve cerc3re di non vio!are il e principio della parità > fra il numero di impiegati fiamminghi e quello di impiegati valloni. Tutti i membri del Parlamento comprendono e parlano il francese, ma i fiamminghi si rifiutano di comprenderlo e di ·parJ3rlo. Allor3 si è adottato, per le se• dute plenarie della Camera, il sistema di traduzione per telefono, in uso a Ginevra. Quando un deputato parla francese, il suo discorso viene tradotto contemporaneamente al telefono in olandese: i suoi colleghi fiamminghi hanno ricorso a questo sistema di cuffie telefoniche per apprendere per questa via traversa quello che dice l'oratore. Se è un deputato fiammingo che par• la, sono i valloni che si servono delle cuffie. Anche l'esercito non è sfuggito alla scissione. A Bruxelles non ci sono che reggimenti fiamminghi; ma siccome necessitano souuffieiali per comandare questi uomini e vi. difettano i fiamminghi, si obbligano i g:'aduati bruuellcsi, che parlano francese, a comandare in fiammingo. t stata creata una Commissione mista, che esaminerà tutte le controversie provocate dalla nuova legge sulle lingue. I suoi lavori minacciano di durare lunghi mesi. Fino ad ora, la Commissione s'è dovuta OC· euparc delle lagnanze fiamminghe. Un avvocato di Louvain, B. Edgard van Desse), si adopera a crearle del lavoro, sommergendola letteralmente di petizioni. e, lo steuo avvocato che difende un certo Florimondo Grommens, che si era vantato di far sparire tuttc le iscrizioni e Proibito spu• tare:. dai. tram di Gand, E c'era riuscito, benché ora sia stato imprigionato, per a,•er imbrattato iscrizioni francesi nella pubb,ica ,tr.'\rla. PREMESSA ffiELL'ACCJNGERCI a riassumere brcl)J vemcntc le uhimc vicende della lotta religiosa in Germania, crediamo op• portuno premettere che intendiamo astenerei rigorosamente dal manifestare opinioni o dal pronunziare giudizi. Questa lotta eo,iit1.1isce una questione interna di un altro Stato, nel sens1o più rigoroso della parola. Essa attiene alla vita morale e politica di un popolo amico. Ciò basta 'per imporci un riserbo rigoroso. Anche ammesso - per pura ipotcii - che il nazional-socìalismo avesse commesso degli eccessi, non spetterebbe a noi rilevarli o giudicarli. D'altro canto, nella lotta è intervenuto il Santo Padre con due encicliche: l'una del mano: Mit brennender Sotte, l'allra dtlla fine di settembre: Jnzrauescentibus malis. Anche ammesso - ed è superfluo av- ,·ertirc che questo diciamo per pura ipotesi - che la Chiesa a\'essc commesso errori o a\'euc assunto at•cggiamcnti non rispondenti ai tempi, come potremmo, noi, cattolici, osare di criticare o ccnsu,·are? Questa premessa dovrebbe bastare. Comunque, poiché la prudenu non è mai troppa quando si tratta di questioni cos1 ardenti, aggiungiamo: 1) che se, nel riferire i fatti, incorreremo in qualche inesattezza la colpa non sarà nostra, ma delle fonti di çui ci serviamo; e avvertiamo cho non è (acile trovare, in questa materia, fonti che diano sufficienti garanzie di imparzialità e di serenità; 2) che se qualche opinione ci accadrà di manifestare, sarà opinione non nostra, ma delle fonti di cui ci serviamo. Tutte queste riserve varranoo anche a giustificare il tono pillttosto incolore dcll'csl,)Osizionc. IL DOCUMENTO PAPALE ~ COMJNCIA~fO da un documento l!J panicolarmente solenne: l' enciclica papale del settembre seor10. In essa, il Sommo Pontefice esortava l'episcopato di tutto il mondo ad a\•er fede in Dio e ad e interporre sempre presso Dio la Vergine Maria >; ricordava che e fra le varie suppliche, con le quali ci rivolgiamo alla Vergine Madre di Dio, il Santo Rosario, senza dubbio, occupa una posizione speciale e distinta>; e faceva, quindi, un lungo e particolareggiato elogio del Rosario. Perahro,. il documento papale conteneva anche alcuni accenni alla questione s.ocialc e ai regimi politici dei nostri tempi: e Da una parte >, s.i leggeva nel detto tes10, c. si vedono cittadini intenti in una lotta atroce perché gli uni sono forniti di immense ricchezze e gli ahri, invece, devono guadagnare il pane per sé e i loro cari con il duro lavoro quotidiano. Anzi, in alcune regioni, come lutti sanno, il male è arrivalo a tal punto che si è voluto distruggere persino il diritto privato di proprietà per met• tcre in comune ogni cosa. D'altra parie, poi, non mancano uomini chf' dichiarano di onor.;.rc \ ed csait.U(' soprattutto I.a po~ ten:r.a dello Stato e vanno dicendo che bisogna assicurare con ogni mcz.zo l'ordine SO• c:ale e rinforzare l'autorità, e pretendono che cosl si possano totalmente respingere le esecrabili teorie comuniste; ma però d·- spre1.zano i lumi della sapienza evangelica, ccc. >. L'ultima parte di ouesto testo fu intes.a come una condanna delle ideologie e della pratica dello S,;i.10 totali1ario nazista. Qualche giornale tedesco obiettò: 1) che lo Stato moderno, spceiahncnte lo S1a10 totalitario, non riconosce alla Chiesa la potestà di giudicarlo o condannarlo; 2) che la Chiesa in Germania aveva più ,·ohe offerto la sua collaborazione, per la lotta contro il bolscevismo, a quello stcuo Staio nazional-socialista di cui or2. condanna le basi etiche e gli ideali (su queste offerte di collaborazione vedi gli articoli di Robcrt d'Harcourt nella R,11ue drs deux mondu). Comunque, sembra certo che il documento papale non contribui a placare gli animi, né a far migliorare la posizione della Chiesa in Germania. LA PASTORALE D; M VESCOVO DI BERLINO fi>} IU' recentemente, un nuovo docul,S" mento cattolico ha visto la luce: la lettera pastorale del vescovo di Berlino, Monsignor von Prcysing, contro la po: litica rclig:osa del regime nazional-socialista. Mai un documento cosi energico e cosi bellicoso - rilevava il Bulletin quotidien (n. 276) - era apparso nella Germania hitleriana. . e Il cattolico professante>, affermava, fra. l'altro, Monsignor von Prcysing, e è sotto• posto in Germania a uno stato d'eccezione; egli deve sopportare per la sua fede sarCll$mi e disprezzo, oppressione e mancanza di libertà, senza potere difendersi i,, Tutta la lettera era sullo stesso tono. li prelato affcnnava che la situazione della Chiesa cattolica si è aggravata dopo la pubblicn• zìonc dell'enciclica papale del marzo scorso (Mit brennender Sorze); che e il Sommo Pon1eficc è costretto a sopportare che una ondata di sospetti e di ingiurie si riversi su Lui >; che e 1:i. men1alità ostile al cristianesimo domina sempre più l'opinione pubblit-' > ; che < è una controverità il dire, romc fa il regime, che la Chiesa possa spiegare la sua attività liberamente e senza restrizioni finché resti sul terreno religioso e finché non si immischi di politica >. Oopo di che, il vescovo ind:cava vari esempi dt'lla e mancanza di libertà, che pesa sulla Chiesa >. Dodici tipografie, incaricate di riprodurre l'enciclica papale del marzo scono, erano state espropriate dallo Stato senza indenni1à. Nei vescovadi di MUnster, di Padcrborn, di Treviri e di Limburg, le associazioni giovanili cattoliche erano state sciolte e le autorità, per far questo, si erano valse di un dc<:reto del ~fareseiallo Hindcnburg per la difesa dello S1ato dal comunismo. Lo Stato, inoltre, a\•cva vie1ato numerose riviste cattoliche, nonché' la diffusione delle lcltcre pastorali col mezzo solito dei bollettini e delle pub• blieazioni ecclesiastiche. Le autorità avevano confiscato, in una tipografia di Berlino, 60 mila esemplari dell'enciclica pon• tificia contro il comunismo. e Qualunque difesa conlro la propaganda hitleriana scatenata, che sfrutta nel modo ben noto i processi per costumi immorali intentati a religiosi, è resa impossibile>. In camb:o, Monsignor von Prcysing rile- \ lWa che vct !j:Onoautor=n:1te pubblicazioni, il cui contenuto immorale non potrebbe essere conteiitato. e I chioschi per giornali sono pieni di immagini, di caricature, di manifesti, di iscrizioni, il cui scopo è di fare sparire dall'anima popolare e wµrattutto dell'anima della gioventù qualunque itima e qualunque ri1pcuo per il cristianesimo. li cristianesimo viene rappresentate. <.,.-:::::eun elemento di dis3regazione ncffoc~,nismo ,,.. desco; la storia della Chiesa come una serie dj delitti; l'azione dei Papi come uno sforzo incessante per impedire l'unione c l'ascensione della nazione tcdc&ea >. ~fa, concludeva Monsignor von Preysing, il vero cristiano e non darà mai il suo assenso a una dittatura sulle coacienu:. La forza e la brutalità, queuo è vero, hanno ottenuto facili trionfi nella lotta contro il cristianesimo, ma l'unità t!cl poe. polo tedesco sarebbe mortalmcMe minac:- eiata se quella parte della popolazione che ha sentimenti cristiani venisse privata dcOa libertà di coscien:r.a e di fede. I vescovi saluteranno con gioia l'ora delta pace, ma non già d'una pace a qualunque costo >. Queua lettera pastorale fu letta domenica, ~ dicembre, in tulle le chiese cattoliche della Germania. Essa era 1tat;;; rimessa ai curati la nouc fra il sabato e la domenica, per meµo di corrieri speciali, La spedizione era stata fatta con un lusso di precauzioni senza precedenti. Solo i ve• scovi e i loro diretti rapprcsenuinti erano stati informati anticipatamente dc! contenuto del documento. JI 81dletin quotidi,n, da cui re.aviamo queue notizie, deduceva dal testo e daJ tono del documento che la Chies.a è risoluta alla resistenza e che la lotta fra cattoliccsjmo e hitlerismo, lungi dal pl~ea.rsi, debba necessariamente diven1arc semprr più gra,•c e più dura. COIISTATAIIOlil fn\ I CHE si doleva Monsignor von Prcyl!J 1ing? Del fatto che le pa1torali non possano più essere diffuse per m«• zo dei bollettini e delle pubblica.z.ioni ecclesiastiche. Del fatto che siano stati se• qucstrati 60 mila c,emplari dcli' enciclica papale contro il comunismo. Del fatto ehr alcune tipografie, nelle quali si era su.~- pata l'enciclica papale contro il naz.ionalsocialismo, siano 1tatc colpite. In una parola, si doleva della impouibiliti, in cui la Chiesa è messa, di far propaganda. Poi, Monsignor von Prcysing si doleva dei '3.r• casmi e del dispre:r.zo, che il cattolico deve sopportare per la sua fede. Queua è prc~ sionc morale. In una parola, il regime nazional-socialista, nella sua lotta contro le due confcuioni, adopera due mc:r.z.i: pri'n..u, fa propaganda contro le Chiese; secondo, rende impossibile alle Chiese di far QZ"OPa• ga_nda. Tutto ciò può esser grave, ma t assai meno di quello che le Chiue hanno fatto più volte subire ai loro avvcr1ari, nella storia. Ora, una rdigione, che sia viva e vitale, che sia in pieno slancio ascensionale, trionfa di ben altri ostacoli, che non aia.no lo scherno dei non ere-denti e il divieto di far propaganda. Invece, a quanto pare, le co1e, in Cermania, procedono in modo diverso. Le Chiese - così la cattolica, come la prole• stante - non solo non trionfano, ma sono in pericolo di morte. Muoiono, an:r.i, un p..,~o ogni giorno. Migliaia e migliaia di fedeii le abbandonano. Il don. Barth, l'eminente profMsorc di teologia, faceva un (o. sco quadm dell'avvenire della Chjesa protestante: e Un bel giorno la Chic1a sarà diventata uf\ gruppo insignificante. Un Verein per Vt:Cthi e sognatori ai margini della vita. Qualche cosa di cosl debole, che non si vorrà neanche incorrere ncUa im• popolarità di una soppressione brutale Qualche cosa che morrà da sé, di mortt naturale, alla prossima generazione >. Qucs10 quadro, a quanto pare, non è meno vero per la eonfessio,1e cattolica di quant('J lo sìa per la protc1ta1•te. Oli P.ROOR.ll!M1\RELIOIOBO (jiJ IO' non toglie che da parte di e.le- ~ menti avanzati del naz.ional-socialismo si preeoniui una politica religiosa più rapida e violenta. Sensazionale, in questo senso, è stato J'artieolo apparso sullo ScJiu,a,ter Korps, or~ano delle S. S., subito dopo la pasloralc di Monsignor von Preysing, e riprodotto il g difembre da tutti i quotidiani del Rcich. In esso si propugnava il M."gucntc programma: 1) li Terzo Rcich proclama una religioM di Stato obbligatoria per tutti i ciuadini senza cece:r.ionc. Questa nuo"a religione ha per base e la rivelazione di Dio nella n•• tura, i destini, la vita e la morte dc-i popoli>. 2) Accanto a ques1a religione di Stato, k Chiese potranno sussisccrc, a tholo di iuituzioni puramente private, ma a ,ondiUone che nel loro insegnamento si sottorncttano alle dottrine fondamentali della rdi1iooc di Stato. 3) Lo Stato rifiuta qualunque collaborazione allf'. Chiese e sopprime le sovvcnlioni regolari c.hc finora ha ad esse pagate. 4) Lo Stato confisca i beni ecclesiastici, perché e queste proprietà sono nate dall'opera comune di tutti i cittadi, ,:, in un'epoca in cui Stato e Chiesa costit1.1ivano ancora una unità>. .s) L'im,egnamento religioso nelle Kuolc è messo al servizio della religione di Stato cd è impartito da maC"Slrii quali abbiano denunz.iato i legami che li univano all'una delle due confessioni cris1ianc. A titolo ec.- eezionalc, un insegnamento religioso Spt'• ci.aie potrà essere impartito agli scobri eh" continueranno ad appartenere al cr'stianf'.• simo, ma da e insegnan1i tecnici c;,cluiauici >, e non da inscgnan1i pagati dallo Stato. Non è possibile ptcvcdere se J;, \om. vmtinucrà nel senso che l'articolo dello Scltwarur Korps indica. Comunque sembra ua11a I r la diagnosi o la interpretazione che il Bulletin quotidien, per primo, diede della lotta religiosa in Germania: e cioè che, fra lo Staio nazional-socialiua e le con(e$$ioni cristiane, non sarà mai possibile un'intcaa pe.r la semplice ragione che il nuional-socialismo è - esso stesso, - una religione, l e, come tale, deve fatalmente esclude"' qualsiasi altra religione. . P.S. Questo articolo è stato scritto i''"tm• che Sua Santità Pio Xl, rispondenJo agh auguri del Sacro Collegio, formulauc la nota solenne prolc5ta contro la situuiont dr-i t:\t10\ici in Germania. •

I '] .'\ 10 DEGLJ episodi pi1'1 o,curi . della diplomazia ~grcta del per riodo immediatamente preccclcntc la grande guerra è la mancata alleanza fra l'Inghilterra é la Germania, alla quale avrebbe dovuto .idi._•rirta' nche l'Arncricà. Per la rico- ,tru.-.iont· di quelle trattative, che ~i ,volsero nl"'I 1899 e -.i prolungarono fino al 1901, non pos.'!>Cdiamonessuna docurncntazione 1 perchè cs,e furono in ~ran part(' verbali, c non po,,;cdiamo 11cmrncno delle tC!ltimonianz,· dirette. perché, dei personaggi che vi presero parte, solo il Biilow ne parla diffusamente n1.•llc !!UC Memorie. Da parte inglc~, silenzio quasi a~,oluto. Joe Chambt-rlain non ~lo non ,w ,crissr. 11\.1. non ne parlò quasi afL.1tto. Solo negli ultimi anni si abbandonò a confidenze discrete coi figli Aust(·n e Nevillc e con Garvin, il grande pubblicista dt..·Ipartito conservatore, tutto intento ~l M:rivcrc la vita di Gìuscppc Chamhcrlain. Le sole fonti inglesi '°no, pertanto, il teno volume della vita del vecchio Chambcrlain redatte dal Garvin. e un articolo: BUlow e Chamberlai,1, di Austen Chambcrlain, pubbli- < ato nel mari:o M:orso, pochi giorni doJJO la scomparsa del suo autore. Fino .11 1899 l'Inghilterra era rima- ,tJ. fedclt' ..1lla politica dello « splendido i-.olamcntp •, che aveva contras- ..,cgnato la ,ua massima ascensione. Fu durante la guerra anglo-boera, fu in ,cguito ,lllc reazioni sentimentali che dovunque ~i erano levate contro quell'impresa l' i metodi ~pietati coi quali era ,ttlta condotta, che il ~ovcmo in- ~ksc prese in scrio c,;ame un diverso • orientam('nto. Fennc restando le diffidenze verso la Francia e l'ostilità nei confronti ddla Russia1 la sola grande poten:,:a con la quale un'intesa parev~t offrire dei cospicui vantaggi, per entr.tmbc le parti, era la Germania. • In questo senso il terreno era stato t1bilmcntc preparato dal!'ambaM:i:nore tedesco a Londra, Paolo Hatzfcld, che trovava il pieno consen-.o del famoso Hohtein, l'« eminenza grigia :t della politka estera della Ge,rmania imperiale. Favorevole si mostrava il Cancelliere germanico Hohenlohe; enigmatico, come ~mpre, il Segretario di Stato C.1low1 verso il quale Austen Chambcr· lain si mostra severissimo. In Inghilwrra, il vecchio Joc era favorevolissimo; favorevole era pure il Balfour; ,·-,itantc, ma con tendenza piuttosto contraria, il primo mini~tro Lord Salisbury. Quale lo ,tato d'animo dei Sovrani? La regina Vittoria assecondava con meditata convinzione, mentre il Kaiser µassava, .1 SC<'onda dt'llc circo:,tanzc, da un estremo all'altro. Egli, intanto, ,tvcva commesso una prima gaffe madornale, che insidiava tutto il lavoro diplomatico condotto con tanto accorgimento dall'ambasciatore Hatzfrld. Le tr.tttative dovevano restare ,tgrcti~\imc: nulla doveva trapelare. Il massimo ri:,t•rbo nei confronti della Rus~ia, et pour cause. Viceversa, prima .mcora di mctter\i in viaggio per Londra, il '20 novc.·mbrc del 18g9, il Kai- ..cr ne ,;crivcva diffusamente allo Zar, al e carissimo Nic-ky •· perché gli di- <t·,~ e-on tutta franchezza e che cosa 1>0tcva offrirgli e d:trgli qualora avcs- ,t.· rifiutato l'alleanza inglese :t. Lo Zar, ,t quanto afferma Austen Chamberlain, 1u· rc-,1ò ,cmplicemt·nte indignato. Per l'e,atta comprensione dei prece- <knti 1 ~i deve ricordare che in quel momento i rapporti fra i due paesi erano estremamente tesi. L'opinione pubhlica inglese e le alte cla:,si diri~enti 110n potevano perdonare al Kai~r il famuM> telegramma inviato al prcsidc·nte Kruger subito dopo il raid di j,1me..011, mentre l'opinione pubblica gt.·rnrnnica scorgeva nell'Jn.izhiltcrra il rna"imo impedimento a quella e politi<a mondiale» che era il ~no dcll'im1x·ratort.· Guglielmo. Fino all'ultimo momento l'Imperatric e cercò di cvit,1rc questo viaggio a Londra, d'accordo 1 in questo, con la rna~gioranza del Reichstag e del pae- ,c.·. Pochi giorni prima della partenza, (':,,J scriveva una lettera al Bulow nella quale ~i leggcvano fra,;i di questo tt·norc; e Non è davvero possibile che , i andiamo. Conforme il desiderio di lci, non ho, finora, detto nulla ali' lmpcr.1tore; ma, infine, uno ,i sente scottare la terra ,01to i piedi. fo temo che, ,e µaniamo davvero, ciò nuocerà immcn,;amentc al Kai~r nel Paese. L'Inghilterra non vuole servirsi di noi che µcr il suo giuoco. Certo, è terribilmen• te difficile per l'Imperatore, ma credo che, in fondo, egli sarebbe lieto di ,•~:,ere liberato della faccenda :t. Nonostante tutto, il viaggio fu deciso. 1.SUlovs.·e ne ~uni.e personalmente la responsabilità d~ fronte al Rcich1itag e al Paese. Un rapporto e riscrvatis-,imo » ddl' ambasl'iatore Hatdr-ld a Biilow, dcli' 11 novembre, indicava le direttive di marcia. Fra le altre: « Sarebbe consigliabile combinare un col• loquio confidenziale fra Vostra Eccellenza e Chambcrlain 1 in maniera che non venisse a conoscenza di Lord S:·ilisbury >. Dal canto )luo1 l--Iolstein aveva preparato un minuzioso pro-mc• moria per il Kaiser, accuratamente riveduto e approvato da Hohcnlohe. I ,uggerimemi erano i:<1piratiad estrema prudenza. Prima di tutto, cautela con Lord Salisbury. e Egli si è ormai da tempo abituato, in tutte le discussioni accademiche o pratiche sulla riparti• zionc delle sfere d'influenza della Germania e dcll'fnghilterra. ad allontanare lt: combinazioni da noi proposte con la frase: "Vous dema,1dez_ t" ? pour t•otr, amitié" :t. La stes:,a cautela, con la massima amabilità di forme, veniva raccomandata anche nei confronti di Chambcrlain, ma per opposte ragioni. « Chambcrlain precipiterà le cose e vorrà forzare- certamente V. M., anche contro considerevoli conces..~ioni da parte sua, ,1 fare Jtarite pede prom~se precise. che si appuntino contro la Rus1:;ia.Se V. M., qualora non sia possibile smor.1,are gli ardori di Chambcrlain, lo ascolterà cortesemente e poi gli risponderà che la proposta merita seria considerazione e che V. M. le .1ccordrrà yor,r f1 Il attentiori~ io non dubìto che le contropartite, con cui Chamherlain è disposto a pagare la collaborazione diplomatica della Ger• mania t• perfino la sua fenna neutralità, saliranno nella stessa misura in cui V. M. darà a vedere tranquilla impcrturbahilità e assenza di empreJsem,,1t •· li primo t:olloquio fr,1 Chambcrlain e Biilow avvenne durante il pomeriggio del 22 novembre. Poche ore prima, Joc Chamhcrlain aveva ricevuto un biglietto del Kaiser che lo sollecitava a vedere al p'iù pre.-,to possibile il suo Segretario di Stato. Scnz..t perdere tempo. Chamhcrlain !-i recava da BUlow e lo sorprendeva in manicht' di camici,1 tutto intento a disfare valige e bauli. Del vecchio Charn0Crlain 1 Biilow t.'bbe ,ubito un'impressione gradevole. Il grande mini~tro inglese aveva allor,l scssantatrè anni, ma ne dimostrava cinquanta. e fl :,uo aspetto giovanile sorprendc·va t,111todi più, in quanto egli, a differ<•n.1,adell.1 maggioranza dei suoi comp.:1triotti, non praticav~ alcuno ,port, né golf, né lawn·tc1111i.s, né hunting, nt: )'achting, né footing, e fumava in camhio degli avana molto lu11ghi t~ 1>c~anti. Era di :.tatura media. Testa ,11lung.i.t,l,volto liscio interamente raso, fronte alta e superba, naso arguto, ocdii frt.'ddi. Nella c1Hwer;azìone faceva l'imprc~,ionc di un uomo d'aff.iri accorto, energico, astuto, all'occasione ,c11z.1 ,<rupoli. eh<· pli'1 .1nt'0ra di altri fra i suoi compatriotti considerava e trattava tutto esclusivamente dal punto di vista della politica inglese». Dopo un breve preambolo, Joc espose a Biilow, con lt"randc vivacità e f.ranchez.::a, le sue concezioni e i suoi dix:gni. e Il suo ideale era una collaborazione fra Inghilterra, America e Germania. Tale aggruppamento avrebbe dominato il mondo: avrebbe respinto la barbara Russia entro i suoi confini e costretto a star quieta la turbolenta Fnmcia ». Nella sua risposta, Biilow ,;j regolò con estrema prudenza. Un tale aggruppamento (si evitò da ambo le parti la parola e alleanza :t) era po~ibile solo a due condizioni : che la nuova intesa non avesse nessuna punta diretta contro la Russia, e che l'lnRhilterra tralasciasse tutto ciò che germanofobo del 7 1meJ, ma si dichiarò pronto a provocare un cambiamento almeno nell'ufficio di corrispondenza a Berlino. Parlò della Francia in tono di :,prezzante commiserazione, contestò l'esistenza di contrasti insormontabili fra l'Inghilterra e la Russia, dal momento che l'Asia era grande abbastanza per tutte e due, ma si mostrò preoccupato per lo sfacelo, ch'egli credeva imminente, della monarchia d' Absburgo. Accennò all'idea che, in questo caso, gli :tustriaci di razza tedesca si sarebhero probabilmente uniti all'Impero germanico. Risposi che ciò avrebbe corrisposto in realtà ad un ritorno allo status quo arlte 18661 per abolire il quale la Prussia aveva fatto una guerra ~anguinosa. Noi desideravamo la continuazione della monarchia austro-un· I8PIBJ.ZI0NI DI LL0YD 0E0R0E potesse irritare l'opinione pubblica tedesca. Chambcrlain non si scompost:. Replicò che era nell'interesse del mondo inlt.'ro arginare i disegni espansionistici della Russia e, quanto all'opinione pubblica, osservò, e in tono cortese, ma non M:nza alterigia britannica :t, che in Germania non esisteva un'opini0ne pubblica : il pop0lo tedesco sentiva come il ~uo g<wcrno desiderava. Dal canto suo, Biilow non fu meno fermo. e Noi confiniamo con la Russia, mentre !'In· ghilterra è difesa dal mare. Un'azione russa contro l'India presenta difficoltà maggiori che non un'avanzata russa su K0nigsbcrg e anche su Berlino. Data questa diversità di rischio, noi dohbiamo in ogni caso ottenere garanzie dal1'Inghilterr.i, garan7jc e assicurazioni esattamente definite per l'eventualità di complicazioni belliche :t. Non era J>Oi vero che in Germania non esiste:,M:una opinione pubblica. e Certo in Germauia non abbiamo un'opinione pubblica co:,Ì addestrata come l'inglese, ma abhiamo una vita politica altrettanto antica. 11 no:,tro popolo, riccamente dotato in tanti campi, ha più talento per la filosofia1 l'arte C' la scicm.a che per la politica vera e propria; ma con l'opinione pubblica 1 anche in Gennania1 ogni governo deve fare i conti, e l'Imperatore pure, se non vuole :i.ndarc incontro ad esperienze spiacevoli •· Il giorno prima Chamberlain aveva avuto un lungo colloquio col Kaiser, ma, a quanto pare1 esso aveva avuto unicamente lo :,eopo di preparare qu(·llo, veramente tsostanziale, fra Chamhrrlain e BUlow. Penetranti iu cavità, invece, furono i colloqui fra BUIO\-.e' Balfour e il ministro della gut.·rra L<'rd Lansdownc. Questi due uomini di Sta• to, influentissimi, specie il primo, di cui Biilow faceva grandis~imo conto1 ~i mostrarono assai meno entusiasti di Chambcrlain di un'alleanza angfo.tedrsc.t. Ad 11n'allca111.v..e:1ra e propria preferivano un'intesa. e Balfour non contc"!b l'attcggiamt.·nto acrnnitamentc garica, non fosse altro perché tutta la penisola baJca..,ica sarebbe altrimenti caduta sotto l'influenza russa». L'ultimo colloquio BU.lowlo ebbe con la regina Vittoria. e Senza entrare in particolari, mi disse con evidente perfetta 1Sinccrità che ella era stata sempre, d'accordo col suo indimenticabile Consorte, per l'amicizia e lt,ood under- ;~~;':.i"f :;:li~:csf~~al:ia d:e l'~~fi~~i le davano molta tristezza. Una reale 0:<1tilitànon si poteva nemmeno concepire, poiché erano entrambi buoni po1>oli 1 civili, cristiani, protestanti :t. Che co:,a decisero, in conclusione, Biilow e Chambcrlain? Qui le M en101ie di BUlow sono quanto mai piene di lacune, mentre si diffondono oltre il necessario a giustificare il tramonto delle trattative anglo-germaniche, a dimostrare che non poterono concludersi per colpa unicamente del go• verno inglese. La lacuna è colmata dall'articolo di Austen Chambcrlain, che rifcri:.ct~ dc·i ricordi di famiglia. Pare veramente che i due uomini di Stato disrutc;")'>t!rodell'alleanza fin nei ,.-Unuti particolari, e solo si preoccupa~cro di renderla accetta all'opinione puhblica dei rispettivi paesi. e Verso la fine della conversazione svoltasi nell'.,ppartamcnto di Biilow al castello di Windsor, BUlow disse a mio padre che dal momento che entrambi erano d'accordo sulla via da seguire, non restava che lo ,tudio dei me1.zi idonei a percorrerla fino alla fine. L'Inghilterra - amava imisterc - è ancora molto impopolare in Germania, e compito estremamente arduo sarà quello di chiun• que si proponga la conversione dell'opinione pubblica tedesca alla nuova ,dleanza. Non avrebbe potuto, mio padre, prendere lui l'iniziativa, rompere il ghiaccio per il primo? Dal canto suo, Biilow avrebbe còlto la palla al balzo e avrcbbt: seguito>. Il vrcchio Chamberlain, c-ntu.,ia:-t:te ardente come crn, non ~ lo fece dire due volte. Osservò che se l'fnghilterra era impopolare in Germania, la Gcr• mania lo era altrettanto in Inghilterra. Comunque, si sarebbe gettato ugu<llmcnte allo sbaraglio. Aveva rischiato tante volte la su:1 carriera p0litica, che una battaglia di più con l'opinione pubblica non lo spaventava. Non aveva sfidato il mondo intero con la guerra ('0ntro i Boeri? Oramai la stava vincendo, e gli sorrideva l'idea di concludere questa fase della sua vita politica con un grande negoziato diplomatico, che avrebbe assicurato per lungo tempo la pace e l'ordine in tutto il mondo. « Egli doveva parlare fra pochi giorni a Leice:,ter :t 1 scrive il figlio Austen, « e avrebbe còlto l'occa~ione per fare <JW\nto gli chiedeva BiiJow. "Benissimo", rispose Biilow: "(rn dicci giorni anch'io debbo parlare al Reichstag. Nessuna tribuna migliore, nessun momento più propizio per fare delle dichiarazioni capaci di agevolare la riu~ita di quel grandioso disegno". Una wla cosa raccomandò vivamente a mio padre, a guisa. di conclusione: che cercasse- in tutti i modi di ottenere l'adesione dell'America al• l'alleanza. Questo avrebbe imme11~amente :tgcvolato il suo compito». Secondo quant-0 era stato convenuto, Joc Clrnmbcrlain parlò pochi giorni dopo a Leiccster, prospettando il pro· gramma di una e nuova triplice a). leanza fra la razza teutonica e le due grandi famiglie della razza anglosas- -.one ». Si scatenò una tempesta. Per• fino il fedelissimo Garvin non ci ca• piva più null;1l non ,-apcva rendersi conto di questa e caduta senza precedenti nella carriera di un uomo politico>. Il mite e savio Grcy non esitava .1 pronunziare questo giudizio: e joc ha fatto un discorso veramente str.iordinario. A meno che egli non sia in tutto d'accordo con l'imperatore Gu. gliclmo1 quel discorso è quanto di più irragionevole si possa immaginare dato lo stato d'animo della Germania nei nostri riguardi :t. Ma il vecchio Joe :.fidava impavido la hufrra. Aspcttav:1 tranquillo la rispo:,ta di Biilow. Fra pochi giorni l'equilibrio :.i ~arebhe ri5tabilito. E invrcC' ! « Spaventatn per la rivolta del· l'opinione pubblica, BUlow non manlt.'nne la sua parola. Egli finse di ignorare il discorso di Leiccster e :,i allont~ 1nò clall'lnghiherra. che trattò come una na~onc in decadenza. Approfittò, anzi, di quello scatenamento dell'opinione pubblica, per far votare la nuo, a legge navale. In una lettera all'ambasciatore Hatzfcld del 26 dicembre, dichiarava, fra l'altro, che gli esperti mi-. litari tedeschi ritenevano sicurissima la 'iConfitta dell'Inghilterra nella guerra contro i Boeri». Di fronte a Chambcrlain, Biilm-. n:nne c1 trovarsi in un., :,itu..~i011t.'ntn· ma1111'/\tedifficile. A ,nc--ao dell'addet• to militare germanico .1 Londra, il barom· Eckardstein, foce pervenire ,1 Ch.1111bcrlainspie~azioni e :,Cusc, in , 1<1 del tutto riservata e privata. li vecchio :.tati!tta britannico restò freddis:,Ìmo. Si limitò a una risposta picnà di anuarr-zz:'t.e S0110francamente dokntc chl· i nostri ,for1.i, così. .._inceri,così laboriosi, sembrino oramai des~ina1i .11l'in• ,ucccsso. Tutto andava cosi bene. P<·1 fino Lord Salisbury era ritornato ,ul ,uo antico stato d'animo. e avcv..1 fi. nito col trovarsi d'accordo con noi. Era destino che finisse così :t. Nelle ,uc ,\lemorie, Biilo,, :,i t::,pri1m· in que:,ti termini a propo~ito del di- ,<orso di Lcicc~tcr: « fl diM:Of:,O d1 Charnbcrl.:1in ;:1 Lcicc1:;1cr,:,ullc rd.1• 1.ioni dell'Jnghiltcrra con l'Amtric,1 t: t:on la Germania, fu una m0))a inabile, poicht' dato l'insieme della ,itu,lzionc mondiale e lo ~tato d'animo l hl· , regnava in Germania, una <1ue~1ion.1.: co:,ì delicata doveva essere trattata, pnma, :,0!0 iritra muros, St' si volcv:1 arri• ,•are al risultato desidnato >. C:outro questa versione protcst,1 il figlio Austen. « La r·espon:.abilitoJ di quell'in- ,uccc,;")o è tutta di Iliilow. Egli era falso da capo a pil'di. Gonfio di vanità, come mostrano le sue .Hemorit, per• sua:,o della sua intelligenza superiore. certissimo di essere l'arbitr0 dc.·lgiuoco e di !!apcrc meglio degli stessi inglc:,i quanto convenisse agli ing)r:,L ritene\'a che la tattica migliore fos$t' quc--lladi condurre k co~· per le lunghe. Più in lungo :,j fos~ero portati i nc:gozi.1ti,più alto sarebbe stato il prcz:,o pagato dall'Inghilterra per l'amici.1ia gcrm.1nicJ. Nel frattempo, si ;.icccle1.1va la C'lhtruzione della flotta H·dt:~ca :t. Come \t·mprc, la verità ,1,1 nel 11Ìcu.o. .\lcS!>undubbio che Joc Cl..unberlain fu giuocato da Biilow. Ma è altrettanto vero che nessuno .degli uomini di Stato• inglesi si mostrò dUposto 1d a~umcre, verso la Germania, 1mpeflni e bene dc• finiti ;-t. Le trattative ang.o-tedesche :,i protrass<.·ro fino al dit:embre del 1901. Fu in quei giorni che re Edoardo VIJ scris..~call'ambasciatore ii1glcse a Berlino1 Sir Frank Lascell1•. una lettera. che fissava in modo dchnitivo l'atteg· giamcnto inglese. Nessuno più di lui desiderava che Inghilterra e Gcnnania andassero d'accordo sempre e dovunque; ma nessuna convenzione era possi. bilc1 nessun trattato regolart.· avrebbe , potuto concludcl')i, perché esso avrebbe incontrato grayissime difficoltà alla Camera dei Comuni. Di qui l'obiezione di Bi.ilow: un'intesa anglo-tedesca dovt:va precisar:,Ì in un trattato regolare, e un trattato regolare non poteva rc:,tare segreto; in questo caso, poteva i,,us!!istere il pericolo che, in ca;")(d) i gucrra 1 l'Inghilterra :,j ~ottrae):,e ..ii :,uoi obbliglu con un cambiamento di governo. Più esplicito, il Kaiser, in una nota marginale ad un articolo del Berli,ur T agtblatt: « Secondo il desiderio di Chambcrlain, noi dovevamo assumere il compito, più tardi a~unto dal Giappone. di tener lontana· con le armi la Ru>Sia dall'India. Le trattative.>fallirono quan• do io chic-si che fosM.·;")()tlOpo:,toal Parlamento inglese un trattato di alleanza con noi, firm<1to dal Consiglio dei ministri inglesi, e fosse votato da quello all'unanimità :t. Questa e una• •nimità :t è una esagc1.1zione del Kai- ,cr, Mlll'ntita da Biilo,\. ma la ,-o,1:1nu n',ta. Il dis.,en;")()non era ~olo di metodo, era di \OStanza. Rifil>l..tndo, :-.ia p11r1: per r:.igioni di opportu11i1~ c·ontiflJ.t<'nk, il trattato, l'In.ghilterrn avrebhc 1H•uto davanti a ,é solo la G(•rmania, per• t.:hé dall,1 convcnzion<: :,arcbbero rima- ,tc fuori le altre dw.::potenze della Triplice: l'Italia e l'Austria. Il casus f<.edcrir )i ,;.irebbc verific-.1to in ogni (·aso nei confronti dell'Inghilterra, ni.1 non co,ì nri C<lnfronti drlla Triµlict·, con- :,ider.it.i come blocco. Era fin troppo evidente che. restando fuori dall'allranza anglo-tedesca, l'Italia e l'Au- ,1ria avn·bbcro finito per ori1·ntan,i verso Londra, che sarebbe diventata l'arbitra fra Ik-rlino e Vienna, fra Rcrlino e Roma. In caso di ronfliuu aunro-russo, l'Inghilterra avrebbe potuto la~ciarc la Germania in ,uso, qualora ro~c cor:-.a in aiuto dt'il',\ustria, mentre, in caso di conflitto anglo-ru:,50, l.1 Germania avrebbe dovuto attaccar<' L1 Russia. Era una wcietà leonina. f.: prohabile che Chamhcrlain. emu- ,iasta dell'intesa che doveva assicuran la pace J.I mondo, non pensasse a qw·• ,te remote eventualità, ma qucue erano i11 re ipsa. Fallite le trattative con la Germania I' I nghiltcrra si OfÌentò verso I Franci.t e, succl:'~sivamente. verso la Ru"ia. Nacc1ue, co:,Ì, la Triplice lille:,a. BU.- low e Hol5tein ne rimasero M>rpresi. Non avevano mai ritenuto po!-,;ibik una simile eventualità, nonostante gli avvertimenti dell'ambasciatore Hatz• fcld. Lo stesso Kaiser parve misurarne le con:,cgucnze fino dall'inizio e i.erbarne un certo rancore a Biilow. Ncll'.1ut111111d0el 1902, l'impèra101l' Guglielmo ritornava in Inghilterra e :-i recava 1 durante a un week-end. a Sandringham insieme con re Edoardo. C'era anche Joe Chambcrlain. Non appt:na il Kaiser l'ebbe scorto, si avvicinò a lui e gli domandò bruscamente· e Che cosa pensate, voi, di Bi.ilow? ». e Vostra Maestà vuole proprio cono• scere il mio pensiero vero? :t. « Certamente :t. « Penso, Sire, che il principe di ijjj. low sia uno di quegli uomini in compagnia dei quali, come diciamo noia]. tri inglesi, non è prudente andare a caccia della tigre :t. MARIO MISSIROl.l

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==