Omnibus - anno I - n. 39 - 25 dicembre 1937

VITA IIIISIIVA DI!MARIA MALJltB· MARIA llULIBRAN (ritraUo del Pedruli, al !11hmo della Boala) fCOKTINUAZ.DAL M11MEROPRECEDENTE] EL NOVEMBRE del 1830, a Mana accadde una strana avventura: uno sconosciuto viene nel camerino, appena terminato Otello, le <licc che sua madre sta morendo, e vuole riabbracciarla. Marictta, in lacrime, lo segue nella vettura che lo aspetta, e, dopo una corsa misteriosa, arriva ad un misterioso palazzo. La si fa entrare in un salottino, naturalmente parato di damasco rosa, ed un biglietto la prega di cantare, ancora una volta, la « romanza del Salice>. Subito dopo sarà libera: poiché nessuno compare, Marietta canta la romanz..'l, per tre volte :·dalle cortine esce un « grazie » soffocato, le porte si aprono, la vettura la riporta a casa, dove trova due orecchini di brillanti e un altro biglietto, che di nuovo dice « grazie ». Stanca d'esser Desdemona, decide cl.i essere Otello, si tinge di nero, compare al pubblico che la disapprova. Più tardi sarà Tancredi: corazzata d'argento, entra in ~ena a cavaJlo. Poiché in un palco di proscenio si trova il generale Lafayctte, sguaina la spada, e saluta il vecchio generale, provocando il delirio deJla folla, l'amicizia particolare di Lafaycttc. A lui chiederà, supplichevole, di farle ottenere il divorzio da Malibran. Deve sposare Bériot: aspetta un bambino da lui. Torturata, conduce un'esistenza terribile: cavalca al mattino per ore al Bois dc Boulognc, corre a provare al teatro, mangia in fretta, canta, poi va al ballo, o al Café du Oivan, • dove ritrova Gautier, Gérard dc Ncrval ed una giovane letterata, vestita da uomo, che fuma grossi sigari, e si chiama Georgc Sand i cd un piccolo pianista polacco, che si chiama Chopin. Rinc.1~a all'alba, dopo un breve sonno riprende la giornata eccessiva: qualche volta, a sera, sviene di stanchezza: u11 amico le butta sul viso, per farla rinvenire, il contenuto di una boccetta, ignorando che quel liquido è leggenncnte corrosivo. Grosse bolle copron la bocca di Marietta, che, nonostante il dolore, con una forbice lacera la pelle rigonfia: insanguinata, sfinita, canterà ugualmente. Quando· non può più nascondere il suo stato, si rifugia in una casa nascosta, dove le nasce, nel 1832, una bambina che muore 5ubito. Lascia Parigi, poiché l'aristocrazia rifiuta di riceverla, e va, con Bériot, a Bruxelles. Li- '"'ri da contralti son tranquilli, felici : n. Marictta ~i annoierebbe già, se il ~uc.amico Lablache, il gran basso, non proP,nc~~r loro di accompagnarli in Italia. • ~•1tah1 appare a Marieua un paese d'1mprcvr,to e di conquista: Roma papttlc, lucc,-antc e segreta, la rapisce. ~an~a al V~le, nel giugno 1832: abita m Piana dc?,a Minerva 45, ma la sua ca~a vrra è VfJa Medici, dove il pittore Vernet dirige l'Accademia di Francia, ed offre piC('.o)e serate artistiche. Mentre Maria canta, Bériot suona, Vcrnet fa il ritratto dei suoi ospiti, la figlia di Vemet balla la tarantella, e Enrico Beyle, che si fa chiamare Stendhal, parla di musica, pittura, danza e di molte altre cose ancora. t a Roma che Marietta apprende la morte di Manuel: ne soffre con esagerazione e sincerità, piange al concerto della sera, alla messa della mattina : poi si consob, e va a Napoli, dove, il 6 agosto, canta al teatro del Fondo, in Otello. Tanta è la folla che gli ambasciatori d'Austria e di Russia son costretti a sistemarsi in 1oggione. La direzione del teatro, in loro onore, solleva il lampadario perché possano ammirare i capelli sparsi, le nobili lacrime della diva. In settembre Marictta canta al San Carlo, dopo aver chiesto al Re, in udienza particolare, di .ipplaudirla al suo ingresso in scena : ha bisogno di una claquc regale. Napoli è entusiasta di lei : e a malincuore Marictta parte ogni tanto per recarsi a Roma : il viaggio in vettura costa lire 55, dura trentasei ore. Un giorno, per un incidente, si femiano nei pressi di un manicomio, e Marietta chiede di visitarlo. Tra i pazz.i, il personaggio più importante nello stabilimento è il principe H., che perse la ragione per amor della regina, e non vuol più veder donne : Marietta, travestita da uomo, si presenta al matto. Gli canta, si caoisce, la « romanza del Salice >, e quello rinsavisce, torna alta famiglia, senza più pensare alla regina. Da Napoli a Roma, a· Sinigaglia, a Venezia, tutta l'Italia è ai piedi di !viaria Felicita: solo nel mai:?:~iodel 183::J si reca per qualche rappresentazione a LOndra, e canta, in inglese, La son1iambula di Bellini. Uno spettatore pallido e biondo si alza in piedi, urlando di entusiasmo : è Bellini stesso, che da quel giorno diventerà il miglior amico di Marietta. Nell'agosto del 1834 canta a Lucca, dove il popolo l'aspetta con tanta impazienza da obbligarla a cant2.re apOHARLES DE BtRIOT pena arriva, in vettura, nella piazza principale. Il duca copre Maria e I3ériot di doni: quando Maria prende un sorbetto, deve poi spezzar la coppa, per regalare un pezzettino di cristallo ad ognuno dei presenti. A Napoli, mentre con alcuni amici cavalca nella Villa Cassiana, viene arrestata dagli sbirri: ma canta, e quelli, sventolando cappelli e fucili, la rimettono in libertà. A Sinigaglia, il cardinale legato del Papa ~a proibito gli applausi alla diva, pena 11 carcere : gli audaci sinigagliesi applaudono lo stesso, e 'così forte che il giorno dopo, mezza città sarebbe i~ prigione, se Maria non intercedesse. A Venezia ha l'unica gondola colorata della laguna, una gondola grigia e oro. Il proprietario del teatro Emcronitio, prossimo al fallimento, chiede aiuto a Marietta, che con due rappresentazioni lo arricchisce, e quello, riconoscente, chiama il suo teatro « Malibran ». Il 6 marzo 1835 il Tribunale di Parigi dichiara nullo il matrimonio della signorina Garcia con il signor Malibran. Finalmente Marietta è libera di sposare Bériot, d.a cui, nel frattempo, ha avmo un figlio. Deve aspettare alcuni mesi, per obbedire alla legge e si consola dell'attesa cantando a Lu~a da Leonora nel Fidelio. Ma la città è deserta per la peste, e Marietta parte per Milano 1 dove la Scala l'aspetta. Poiché le misure di sanità sbarrano le strade, passa per i monti, cavalcando un mulo, godendo la nuova avventura: ritrova a Milano deliri, tempeste di fiori, doni, serenate, fiaccolate. Per due ~tagioni c:-nta alla Scala. Poi, nel marzo del 1836, va a Parigi, dove si sposa. · La sera del matrimonio, l'editore Troupcnas offre un banchetto agli sposi e. ad alcuni amici. Thalbcrg è il pia- !'1sta che rappresenta un nuovo tipo di mtellcttuale, gelido, elegante, imbrillantato: Maria gli chiede di suonar per lei, Th.ilberg la prega di cantar per lui. La nuova signora de Bériot apre la bocca, ed una voce roca, dura, ne esce: tace, umiliata. Ma Thalbcrg, facendo scintillare i suoi bottoni di diamante siede al piano, e suona un concerto di sua composiz.ione. Ammirevolmente. Marietta balza in piedi, e: « A mia volta>, grida, « a mia volta! >. Canta : è sublime. Ma Thalbcrg urla « A mia volta; a mia volta! >. Suona: è_ inaudito. « A mia volta>, geme Manetta, e gorgheggia quattro nuovi pezzi. « A mia volta! » ulula Thalbcrg, e scatena nuove armonie, e, per tutta la notte continuaron cosi, mentre il signor Troupenas certo si pentiva di averli invitati, e, applaudendo, dolorosamente sbadigliava. La vita di Maria de Bériot trascorre felice: ha ottenuto quel che sognava e !a sua f~rtuna è così assoluta da dar'le, 1mprovv1samente, un oscuro timore. Trema, e ancora non sa di che: cons~lta chiro.mant!, indovini, che le pred1con tutti ogm bene, ed un pericolo solo, che le verrà dai cavalli. Forse q~esta paura le toglie la sua sicurezza d1 amazzone: evita a fatica una caduta, in H yde Park, ma, alcuni giorni più tardii mentre cavalca attraverso la campagna inglese, un pu;osangue di lord Lennox, non riesce a frenarlo. Il cavallo le. prende la mano, fugge lontano dagli altri cavalieri· Maria tenta di saltare a terra, il suo pfede s'impiglia nella staffa, il cavallo la trascina sve- ~uta, sanguinante, finché la ci~ghia s1 spezz..1.. I compagni, accorsi, la raccolgono.= sorride, intrepida, tra le gran g_occed1 sangue che le rigano il vi(;o, nentra a casa, nasconde il suo male a Bériot: copre di minio, di biacca le contusi<:mi che la sfregiano, si fasci; la testa d1 bende d'oro. Quella sera, al Drury Lane, canterà come al solito la A1aid o/ Arois. Non si cura, non riposa, nasconde finché può i suoi dolori atrocissimi, pone una durezza implacabile nel chieder ogni giorno nuovi miracoli a se stessa. Compone In sua romanza migliore, una ballata, funebre e medioevale, come solo nell'Ottocento si usò. Nel settembre del 1836 prende parte al Festival di Manchester e canta il Requiem di Mozart. Crisi nervose la torturano, e insieme il riso, il pianto, la disperazione. Una sera, il pubblico le chiede un bis. Ella mormora oiano al direttore d'orchestra di non poterne più; se cantasse morirebbe. Il maestro fa_ presentare le scuse della diva, ma lei non vuole, non può permettersi d'esser debole. Canta, trionfa, sviene; poco dopo muore, compiendo con un ultimo prodigo eccesso la sua eccessiva vita. Bériot straziato riparte per il Belgio. La città di ~1.anchester fa funerali solenni, seppellisce la diva nella chiesa collegiale, e rifiuta di rendere la salma alla famiglia, finché Joaquina viene a supplicare che le si renda sua fi~lia: e Maria felicita virn tumulata in Belgio nel cimitero di Laekcn. ' A Parigi, un vecchio uomo consunto, dimenticato, silenziosamente muore, per una pena che nessuno conosce, due settimane dopo la scomparsa di Marietta. F. un uomo che l'ha amata male. trascurandola senza dimenticarla, annoiandola se111.acapirla, ma che mai riuscì a togliersi dal cuore la piccola Zerlina di Nuova York, la spagnuoh che fu sua moglie: è Eugenio Malibr.1n. ((,ne) MARIÙ SO GIÀ come andranno le cose. Domenica mi troverò a passare da solo per uno di quei desolati quartieri di villini, senza negozi e vuoti di tutti gli abitanti. Mi capita sempre cosl. C'è ancora qualche mimosa giallina che sporge dai cancelli di ferro battuto, qualche vite del Canadà rossa e gialla. La pioggia gocciola da tutte le parti e le finestre sono chiuse. Sull'asfalto umido non c'è nessuno, non passa nemmeno un'automobile; l'autobus verde romba ogni quarto d'ora su per la salita: i passeri sono i padroni della strada. Davanti a mc cammina un giovanotto elegante, evita con cura tutte le pozzanghere e i mucchi di foglie secche, fischietta la • ninna-nanna di Broadway, con molto sentimento. Poi arriva davanti ad un portone dal quale escono le note gracili di un grammofono arrochito dall'umidità, cd entra. Sarà per i quattro salti in famiglia. Adesso spunta da dietro un angolo uno spazzino con la sua cassettina sotco il braccio e la tunichetta azzurra al ginoccruo. Dietro gli viene un cagnolino brutto, con un occhio nero ed uno azzurro. Sulla terra smossa del marciapiede sono rimaste le impronte del giovanotto ballerino. Cam~ minava senza eleganz.a, con le punte dei piedi rivolte in fuori. Verso il centro della città riposano i tassi al posteggio. Gli autisti dormono rannicchiati sul seggiolino delle rispettive vetture come castellani nemici. Le strade del centro sono invase da ogni sorta di gente. Intere famiglie bivaccano al caffè; gruppi di venti o venticinque persone fanno finta di divertirsi all'angolo di un palazzo a cinque piani. Poi si trasferiscono in massa davanti alle réclam~s dei cinematografi dove già sostano, apparentemente da alcune ore, delle coppie insipide. Non c'è altro da fare che ficcarsi in un cinema ad ammirare i pallidi amori di Bob Taylor e a ridere meccanicamente alle battute umoristiche degli americani, cos I lontane dal tranquillo spirito della nostra borghesia. Il film Luce è discreto: appare un'ampia pianura inglese, ondulata e un po' nebbiosa, tra un castello pieno di torri e un lago calmo. In mezzo, passa un corteo di bambine ben vestite, tutte con la lenza, gli ami da pesca e delle piccole bandiere sventolanti. Si mettono a pescare lungo un grande mulino di mattoni rossi. Poi si vede un signore biondo e molto distinto che consegna la coppa alla vincitrice della gara di pesca, un:- bambina con il viso pieno di lentiggini. Compaiono scene di guerra in Spagna. Un plotone di soldati va di buon passo Jungo un costolone arido, per ultimo cammina un soldato piccolino e con un grande zaino. Va su lentamente fumando una sigaretta. Ad un tratto si sentom> delle mitragliat(ici srarare e tutti si buttano per terra. Quello che fumava, per qualche secondo non si accorge di niente e continua ad andare avanti a passi lenti, con la testa bassa. Poi alza la testa e fa un vero tuffo dentro un cespuglio. Quando esco dal cinema è già sera; i lumi sono accesi e piove ancora. Tutte le automobili oggi sono rimaste nelle rimesse e la gente va a piedi, in file interminabili, per il Corso e per Via Nazionale. Le luci dei negozi colorano di rosso e di blu i visi dei passanti. Si pensa inevitabilmente alla provincia, a una invasione cordiale di provinciali bene educati. Ma fra la folla cammina anche qualche solitario, tristissimo, pronto a tutte le avventure che oggi non capiteranno. l soldati in guanti bianchi in~adono le strade secondarie e tutti i giardinetti pubblici: molti di essi vanno anche a visitare il Milite Ignoto. Le serve, chissà perché, si radunano tutte a Piazza Indipendenza o fra i pini dell'esedra di Piazz.a Venezia. Là sotto ce n'è a centinaia, vestite di verde o di blu, con il cappellino con la piuma e i guanti traforati. Ci sono anche parecchi giovanotti con un 'aria un po' equivoca. Molti di essi portano i capelli ricci lunghi giù per il collo e strane sciarpe al posto della cravatta. Qualcuno, elegantissimo, porta stivaloni neri, berretta blu in testa e distintivo della • Roma , all'occhiello. C'è grande richiesta di distintivi, di qualunque genere siano, tra questi giovani. Gli autobus, adesso, conUnciano a riempirsi di festaioli domenicali che tornano a casa. I ragazzi dovranno scrivere il diario della vacanz.aper la maestra e non sapranno che raccontare. Non c'è più n~mmeno la delizia estiva del cono g:elatq. In compenso la gente si pigia per abitudine davanti alle tabelle dei risultati del calcio. Sotto la Galleria Colonna un'orchestrina suona per abitudine. I solitari elegantissimi, ora, sono radunati Il sotto. Ognuno, prima di entrare tra la folla dei suoi simili, si raddrizza il nodo della cravatta. Alle otto se ne va con passo pesante il drappello dei Granatieri che ha montato la guardia all'Altare della Patria e tutti si r11mmaricano di non essersi ricordati in tempo che c'è anche la Reale da godersi, la domenica. Molti rimpiangono la musica in piazza e la giornata spesa male; tutti si avviano a casa per la cena. MARCO CESARINI non poi,, dimu,1turVi. VO, ,.,,1, imm,n• cebi!m,nle in prom1 r,t,, n,11, /olle d,i rìgutro, per I• liete ,orprotH di q11u10 ,plen• dido dono. per le fedele• iru11nc:1bil1 c:ololive-b-bi I PORTATILE Pino al 6 Oe;nnalo 1938-XVI, la Oliuettl offr• ln omaggio agli ocquir11nti di una "Portatll11" un pacco di libri, racchiuso In 11l11g(JJ1.•t1ca1tola p<>rta-librl, del ua.lore di oltr• cento lire. La suita può eu11re fatta aul Hguente elenco: t:DLZ.IO:"rt·1 MONOA...DOBI Pacco •A• \nic,lo Gani - llia ed Albterto Guido ~l,lllneM .- ~n«a Mari• Virgilio 8rocch, - Il de,ulno in puer,n l.vc:MI d•Ambu - Il Rl,IKio 1: il mond,, \lid\ek S,ponaro - f'Klffll, frarl(::t.tcO Chit.n - Vil\,dorne R,ft'aeloeCab,ini• LaComrnediani1: \'rnui.1n;, l mbtr10 F'ratthi, - Anf!'la \larino )lor1:11i - .\nn.a dt-th ~ief,nu \1fn>do f';1nrini - Il bi,c,M) di J,..tbi, t:OIZIONJ l'.IOXDAVOKI Pacco ~e. \'iuo,io S-.0-Urouhi,.,i. Cieli d"Etiopi11 Etturr Bascir<,- li f1:trto 111• Corpo in A.O Rodolfo Grui .. ni • Patt rom,ne in l.ibo.il QuiriDO Annellini. Con B,dofl.O in E1òopi., \lar00Awliu1-llcrolloddl'lmpe1<1d1lS1:tu• Ct.t('tl lom,oelh - Con 1, ('Olonnf' f'l'l.. ,i d1! \hrccb ■Ilo Scioa t_;l)17.IOSI MOSDA.OORJ t'acw .. sJohn l~.." ,!~~~~h;; ilA~:: Jtoh!'I G•l••Wthy - l_,nda 1n fiol,e J•cquoe, de Laa,~lk - S•bin1 Jacqun dc, Laccr,ulk - Li .. l•cqu.>1 dc, l...■ertttlle - Akniv A•dri \l;111ro1i. &rnerdo Qu«nl) .-\ndrl \f1vro,, - ~u• fi&lia \ndr~ \l:auroi• • Racconci imm.acin1r, ~nd•i .\laurou • L •;~cinto dtll• k:licc,u, t:DIZIOSJ MOSDAO()RJ Pa«io .o. P.ovl d..- Kruif • I cca«iltOl'i do microbi William Bra«&. L'ardu1rttura cklle ,:o.., H. J1:nnì~••Ereditàl:>iolo1iu.-na1ur1 umana, I lkchhoi'tr Robffc •• L, •••riti tullo,piritUmo J. ,-oo Luku11-G. Kn•ul. Jm<wld! invl,ibili llarl11n T,~ S1.-cton• Tccrue rad ione.I CIC)l;fllu U••rnard Jaff~ • I...■ <Dll(jui•t■ dcclla ffllltfl.o t;OlZJO:SJ HOM.PL\l'io'I Pauo •I O •~fHZJOSl JJOMJ:'lANl f'auo 4fo t;rnnu, \'tr<"•i - Don~ LHlano Cic,c,c,a. Giudizi.o sul bohee·•·i•n"' H V. Do.mming.O,.. .. ~ il Ciappon,.o• Jo,.,,ph O,.rnhan • Il \l.,1iuno, pocrr,ia nw;nd,al~ \"in«nw Ro-.Molli. 0:allf paludi a Liucwia t, d.. Flon,ntii1 • 1.•a1tr1 11,1,1:rra i,. m.,. 1.-rit. pri~ 1: l"lta!i1 \. G. R,,,..D - Via d.-gli Spai::noli .\n11,n Z,whk•. Le ad(nu cnnlro i monopolo Puco ◄ S• fiua kuft'o - I.a mi" pu,bol, ,1efania citi Belgio• Com.-,"'°" fui imperem(!f: t' L., E. F.,iuo . I.a ,ita de11•,.,..-on10 0•·1-idniu• P1P9 • -\\\,cni,,. t fine del m()<>OO tr,Mc,rik Til°") • B,ottrafia dtl an·ellv (),uidtriu~ Papp. CJ,i .,;.,. tulle 1tell,t'.- R.-,,;ul Fran~. Introduzione alla .,;1, felicr \lui• C,rrccl • L',,,on,o, quu10 ICOOOlciuto Rudolf 6runng:rabtt - Radium. rbmuu:o di un elemento F.lio 11-)da«i - Vha, prh 1ta d,elle pi,ntc, J: Hudgdon 6radk:y. Au1obiografi, dilla T~11 t r..-drirh J,Mc,,u. C,1::atoridt.l moodom«ccanioo .t;u11.1os1 TREVES Pacep ••• R. Xylandu - I...■ c:onqui"a d.-ll"Abiairua I. l.u,,..lli • R1forn..., c,o,tiu,..ion..ale faw:itt• f:ul,lia dì Borbont . S"lle oorri d'F.urc,p,. ( ~i~:~ .. ~l-;-.k;~~i~S~~~-'1:'1~ C.,ndhi - Autob>Ogral'i, (\oh,mi ,,..,11 in,,.,.,,. oròl \ M1~hi - \'iu di d,;,..,,go \ \fun1h, l • .a ~,,.,;a di -,.an \hc,h,.),. lnwler• qu•sto tallonclno •Il• • lng. C. Ollwenl & c., s. A•• lwr•• • Ot»d■ro lnformnfo"i d1tte9ti111, Hnu 1m• pagno, 111111vo1lrt oflerl1 di ~n• d•1nno ,.1,11.-, elfec.quillo di 11n1Ollvalti ,0,11,11,. Hom• • Cognome lndlri.u.o

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