Omnibus - anno I - n. 39 - 25 dicembre 1937

nonha ·uccursall IA BIMBO, Thurlow aveva ere- ' duto che i buoni andassero in ~ Paradiso. Aveva pensato inge1 nuamente che il Paradiso stesse pc tamente in alto, un luogo in cui risuonasse sempre della musica e gli angeli scintillassero di luc-! meravigliosa. Quando fu uomo imparò che il Paradiso non era un fenomeno geografico. Jn un certo momento della sua vita, Thurlow si ammalò. Privo di forze, restò silenzioso attendendo la fine. Sua moglie cerèò disperatamente di trattenerlo su questa terra, quasi fosse possibile restare in vita soltanto per forza di volontà, ma purtroppo l'angoscia di quella donna, anche se commovente, non bastò a compiere il miracolo. Durante il periodo della sua malattia, tutti gli amici ed i conoscenti di Thurlow continuarono a fargli visita, pieni di compassione e sollecitudine. Anche i suoi colleghi d'ufficio andarono a trovarlo per .rispetto umano, e per rispetto umano furono ricevuti giacché neppure i morenti po!.SOno sottrarsi agli obblighi dcli' ospitalità. Tra gli altri, andò a trovarlo anche Ccphas Monnypenny. Un tempo, Thurlow s'era fatto prestare da costui una somma considerevole di denaro che aveva reso fino all'ultimo centesimo, interessi compresi... Così, quando la signora Thurlow, che era alla finestra, esclamò: « Oh, è arrivato l'automobile del signor Monnypenny >, Thurlow disse, con voce bassa e lamentosa: e Fallo salire >. Monnypenny entrò in camera portando con sé un soffio d'aria fredda assieme alla sua faccia congestionata e al suo ampio cappotto foderato di pclliccìa. Aveva una voce profonda che risuonava come un tamburo, e modi che colpivano il segno come un proiettile. Era un uomo che doveva essere rispettato da coloro che rispettano la vita. Persino Thurlow, quando intese i suoi passi autorevoli salire la scala, si levò sui cuscini. « E così?... Ebbene? > mormorò il signor Monnypcnny mentre, all'invito della signora Thurlow, si sedeva. e Potete fumare se vi fa piacere.>, disse Thurlow. 1 « No, grazie >, rispose Monnypcnny, « posso rimanere soltanto un minuto>. Si ~uardò intorno per cercare la s.ignora Thurlow che non c'era, ~uardò Thurlow che c'era e a cui doveva dire qualcosa ; sembrò chieder ai muri, al pavimento, alla coperta da letto: « Che diavolo posso ... >, quindj, volgendo di nuovo gli occhi in direzione di Thurlow, affrontò un argomento. « Sentite un po', Thurlow >, chiese con sorprendente brutalità, « dove sperate di andare dopo morto? >. Ma Thurlow non si sorprese. Per anni si era preparato a rispondere a quella domanda. e In Paradiso>, sussurrò. Monnypenny ribattè: « No, mio caro, n,n parlate-mi d'immortalità. Sono tutte stc.jc ! >. M~nnypl•nny aspettò che Thurlow rephtu.sc qualche cosa, ma le labbra dli malato restavano chiuse e i suoi oc~j avevano uno sguardo velato e lontant., poco rassicurante. « Bi.sogm'.:tàeh' io vada >, borbottò ,\.fonnypcnny. Thurlow ntn rispose. Monnypenn'J si. chinò e !ltrinsc la mano dell'ammalato, una mano dove pulsava un sangue caldo, ma i suoi occhi fissavano la porta. « Spero di non avervi stancato troppo», disse. «No>, mormorò Thurlow, « niente può ~tancarmi ,. Così, quello che ognuno attendeva accadde, quantunque tante cose attese non accadano. Thurlow morì. La signora Thurlow diventò il centro di ogni interesse; su di lei si riversarono cortesie e attenzioni. Visite, lettere, inviti, gite ... Poi gli amici gradualmente mutarono sistema. Cominciarono a pensare a se stessi e a parlare di se stessi. Cominciarono a dire che la signora Thurlow avrebbe dovuto pensare a qualcos'altro, non soltanto a Thurlow. « Deve pensare all'avvenire>, essi dicevano. Bisognava pensare all'avvenire. Così ella cominciò a pensarvi e qualche volta, dimenticando di fare allusione al passato, parlava soltanto del futuro Ma"/ il passato era sempre nel suo pensiero, la ossessionava, la tormentava. Sperduta nella sua solitudine, le mancava qualcosa ... ed era intorno a quel qualcosa che si aggirava con accanimento la corrente segreta dei suoi pensieri, che la forzava., secondo i momenti o le cìrcostanze, a riammettere alla sua quotidiana esistenza con una parola, una lacrima, un sospiro, il marito morto. • Il suo dolore>, lo chiarr.ava la gente, e così lo chiamava lei. Le mancava qualcosa. Le mancava Thurlow. E Thurlow, dopo quella terribile, acuta pena, quello spaventoso distacco, quella tragica separazione, poteva ap- . pena presumere di essere morto. Ecco, come se fosse morto in apparenza, non di fatto. Questa era la grande meraviglia. L'essenza del suo essere, quella cosa che gli psicologi chiamerebbero coscienza, era viva come non mai. Vivida, fiammeggiante come una fornace il cui sportello sia rimasto aperto alla corrente d'aria pura. Si sentiva incorporeo, non occupava spazio, non possedeva dimensioni. Qualcosa sç ne era andato, qua.lcosa che era stato un insopportabile peso, e malgrado ciò il suo «io> era inta.tto. Se tentava di esaminare se stesso, si sentiva confuso, ma comunque perché pensare? Egli sapeva. Tentò di fare qualche movimento e si sentì curiosamente, deliziosamente leggero. Si mosse con la facilità di una stella, con la sensazione di poter spaziare anche di pi1ì, poiché le stelle hanno la via tracciata, mentre egli poteva andare dove meglio gli piaceva. Dopo essersi liberato del suo organismo fisico Thurlow era libero. Così pensò nelle prime dolci ore del suo risveglio... poi, qualcosa lo trascinò indietro ... qualcosa che afferrandolo lo strappava al cielo dove non esistono impacci, e lo strascinava in giù verso la terra con le sue inesorabili leggi di gravitazione. Ma non era la terra che tentava di trascinarlo in basso, era sicuro; e non erano certo gli amici ad invocarlo; e non aveva figli... Infine capì. Una persona, colei che aveva chiamato moglie, colei che aveva chiamato con altri nomi, qualche volta dolci e qualche altra aspri, gli si era attaccata ,.. fo e.izli stava per morire. Dopo aver tentatd di sfuggire'a questo qualcosa che tentava di trascinarlo verso la terra, si diede per vinto. t impossibile proseguire per una strada se qualcuno vi si oppone con tanta ostina.z.ione. Quella donna gli rubava ancora la sua felicità. Già tante volte lo aveva fatto in terra cd egli si era tanto abituato a quella intrusione da convincersi che ad ogni uomo, in un modo o nell'altro,-è negata la felicità. Ma ora doveva finalmente lasciarlo in pace. Ella avrebbe potuto raggiungerlo rinunciando a ciò che le era molto caro, ma essa amava molto quella cosa chiamata vita. Per lui, il senso della terra era assai vago, distante, incerto come il ricordo di un sogno; tuttavia, quei vaghi ricordi lo turbavano, come turbano le pallide immagini che popolano il sonno. E ancora una volta in cielo, come già aveva fatto in terra, attese. Con una differenza. Dal punto dove egli si era fcnnato, quantunque fosse ancora a mezza via, gli erano concessi brevi squarci, meravigliosi, di quel mondo più alto che l'attendeva. A tratti, parevano scivolare innanzi ai suoi occhi le forme leggiadre di una collina; sterminati campi ; prati cosparsi di petali gialli come raggi dorati; basse montagne d'un color giallo d'ocra e roseo e rosso striato d'azzurro e di verde; montagne pallide come l'alba. E i cieli roteavano . come impalpabili cascate di liquido argenteo ... Ma tutto appariva offuscato, come se avesse guardato di dietro un velo. Tutto era al di là d'ogni bellezza sognata. Il giorno dell'anniversario della morte di Thurlow, sua moglie fece un sogno. La giornata le era parsa molto lunga. Era stata dal fiorista e poi al cimitero, e quando era tornata a casa aveva letto di nuo"o tutte le lettere del marito. Quelle lettere le erano troppo care! Quelle lettere erano cose incredibili, come la morte di Thurlow. In quelle lettere egli aveva scritto che avrebbero sempre vissuto assieme e poi, quando fosse venuto il momento di morire, se ne sarebbero andati possibilmente assieme. Dopo aver riposto quelle lettere, s'era messa a riCamare, tanto per fare qualcosa. Dopo il pranzo solitario, quando già pensava di andarsene a letto, poiché dopo aver lavorato e pianto per tante ore consecutive i suoi occhi erano troppo stanchi per leggere, arrivò qualcuno. Qualcuno che si era ricordato dell'anniversario della morte di Thurlow, qualcuno che aveva compassione: Monnypcnny. Restò alzata fino a mezzanotte, a parlare e a piangere un poco con que• sto qualcuno che sembrava capirla e le diceva: « Sì, si, lo so, lo so>, in una maniera consolante che la sollevava immensamente. Le pareva di parlare con suo padre ... le pareva d'aver sua madre accanto. « Povera cara>, le dis~, « povera cara ! > e quando fu per andarsene, proprio quando fu sulla soglia (un fratello l'avrebbe baciata nella stessa maniera), egli l'aveva baciata con slancio, teneramente. Dopo aveva staccato la mano dalla spalla di lei, si era affrettato ad andarsene nella notte, mormorando con voce appena udibile un timido addio. Dopo aver chiuso la porta e messo il catenaccio, si era incamminata verso le scale. Ma nello specchio dell'anticamera vide riflesso qualcosa che la sorprese. Vide nei suoi occhi l'antico scintillìo, quello scintillìo che da tanto tempo non vi scorgeva più e che non sperava più di rivedere ... una strana luce, tenue come il riflesso argentato del sole sopra una ragnatela ... lo scintillìo che animava i suoi occhi, aveva detto Thurlow, in certi speciali momenti .. Si era allontanata dallo specchio, si era spogliata e prima d'addormentarsi aveva pianto di nuovo un poco. Non avrebbe saputo dire perché ... forse perché la casa sembrava terribilmente sìlenziosa, così tranquilla.. o forse perché era stanca. Era molto molto stanct, . All'alba sognò quel sogno. Era l'alba poiché quand6 si svegliò, quantunque fosse ancora buio, i passerotti canta• \'ano. Alzò gli occhi e vide Thurlow accanto al letto che la guardava. Era il viso che ella conosceva, ma non l':wcva. mai visto così minaccioso. « Sono venuto a chiederti un favore >, egli disse. « Che cosa, caro? >. • « Voglio che tu mi ridia la mia libertà>. Ella emise un'esclamazione di sorpresa. « La tua libertà? >. e Sì, lasciami andare>. Essa gridò : « Oh, mio caro, ti amo, ti amo tanto! >. « Voglio essere libero! >. Es!-a chiuse gli occhi. Quell'uomo aveva un aspetto terribile. Scintillava come ghiaccio al sole. « Oh, mio caro!>. « Oh .~ì. lo so... ti manco. Ma perché ti manco? Perché ero diventato una abitudine. C. il sistema che usano le donne. Sarei già arrivato alla mèta se non fosse per questi tuoi inutili richiami! >. Egli si arrestò un momento: la sua espressione diventò quella di un bimbo che implora. e Se tu volessi >, pregò, « riprendere la tua vita e farne l'mo che vuoi! >. Improvvisamente egli si chinò e accostando il suo viso a quello di lei gridò: « Dammi la mia libertà! Non capisci che mi è necessaria? ,. Terrorizzata, ella tentò di urlare ma non un suono uscì dalla sua bocca. Cercò di non guardare quel viso, ,ma ne era affascinata. Che cosa terribile! Fu allora che la signora Thurlow, col cuore che le batteva: fino a spezzarsi, udì fuori il cinguettare dei paSscrotti. Thurlow, sospeso a mezza strada tra la luce celestiale e le tempeste umane, si rese conto che qualcosa stava accadendo. Quel peso che lo trascinava in basso era diminuito e diminuiva gradualmente. Si innalzò con volontà ferma verso quell'atmosfera trasfusa di oro e d'argento, in quel labirinto senza sole, di un'inesauribile bellezza. E i.imultaneamcnte, nell'intimo del suo essere qualcosa nasceva, saliva, mormorando dal profondo ... La sua fantasia si risvc~liava. li sole stava tramontando. Un alone glorioso bruciava intorno a lui sfaccettando il ciclo. Con il re• spiro sospeso dalla meravi~lia, perduto in un'estasi inesprimibile, egli vide la sagoma di un altare muoversi con la rapidità del pensiero attraverso la pia• nu1·a ardente e tingersi in rosso cupo, poi, come la prua di una nave, puntare verso l'alto. Thurlow ricordò che Monnypenny aveva detto che non esisteva il Paradiso. Rise del suo inganno. Solo nel ciclo sta il vero destino dell'uomo e l'es3Crc che sa spogliarsi dai legami mortali trova il Paradiso. VAUGHAN OWINGS Natale e San Silvestro a San Remo CasinoMunicipale 5 o 0 /. J?.i'1a.rsiferro)!Ìari 5 o °lo VIAOOIANDO, I B.C. I. TRAVELLERCSBBQUES DELLABANçACOMMERCIALIETALIANA ..----.oz10NE PILOCARPINE BBEBEa--~ . .. anche l'illustre BE.Jn.l.llDIOGIGLI è cntu1ia1t• della lozione "PD.Oell, PDfl BR.tBz:Jl".Cosi autorevoli Ocrm1tolo11:i prucrivono quc-1t1 famosa lozione per I loro pu1cn11 pc-rchè la "PlLOCilPIJl'E UDI&" contiene il Cloridrato di Pilocarpina cd è prepanta 1cicn1ific1mcntc ,otto controllo chimico pc:rmanc:nu:, gannhta d11 «nifìcato di anali•i chimica. LOZIONll PILOCARPINE BBEBEB D1Jtl'll,r1 WaWbllmentt la lor1ora, tn'tl\l. la caduta dri cap.W td 1rit.a U prurite &ila ni.t,. In vendita ovunque o Inviando L. 15·&11& Ditta A. MARIIII, Via Aluundrla 173-A (Rep. F) · ROMA Lauta I TOltrt capaW • rudattU 1ottld come 11yeJJ.au coa.lo IILUIPOO ilU Pu.o<:llPIJn: • I.. 1 la butl.na •

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