FJ.NTERU GIAPPONESE IN ON VIOOLO DI CIAPEI il nuovo concetto del governo si presentò alla sua semplice fantasia sotto fonna di un nuovo esattore di tasse. Alla fine la massa ragionò che « meno governi ci sono, meglio è». Naturalmente il comunismo doveva fare leva sul :.entimento nazionaie. Aveva cominciato con idee intransigenti che dovette abbandonare di fronte alta realtà, e nggi si sente parlare dai comunisti cinesi un linguaggio non dissimile da quello democratico: che tutti i partiti debbono essere rappresentati in un parlamento o congresso, disposti a sbarazzarsi del sovietismo se queste riforme non venjssero adottate, e altre richieste per essi e per gl'interessi che rappresentano; lo scopo è di organizzare la Cina contro il Giappone e difatti i generali stessi delle annate comuniste sarebbero disposti ad aderire all'azionr di Ciang Kai Scek. Gli stessi comunisti hanno organizzato una specie di frsta nazionale, chiamata « il ,giorno dell'umiliazione >, che celebra l'.-·miversario (quest'anno è il quinto) ~ella occupazione giapponese nel Manciukuò. Prima della conferenza di Fukien t>armata rossa aveva imposto tre norme ai suoi ci.oldati: pronta obbedienza agli ordini, nessuna confisca di cose appartenenti a contadini poveri; pronta con- 'legna di tutto ciò che veniva confiscato ai po.s!identi perché il governo ne disponesse come credeva meglio. Dopo la confert•n7.a del 1929 furono aggiunte otto nuove nonne a quelle tre : rimettere a posto le porte (usate di solito per dormirci sopra) quando si lascia la casa ; restituire e arrotolare la stuoia che è servita per dormirci; essere gentili e corretti con la gente e, quando si pu_,, aiutarla; restituire tutto ciò che si è, avuto in prestito; sostitufre tutto ciò che si è danneggiato; onestà in tutti gli affari coi contadini; pagare tutto ciò che si acquista ; ricordarsi dell'igiene, e specialmente preparare latrine a buona distanza dall'abitato. Queste otto norme ottennero un grande successo e ancor oggi sono il codice del soldato rosso cinese. Altri tre compiti fondamentali furono insegnati all'armata rossa: primo, combattere fino alld morte contro il nemico; secondo, armare le masse; terzo, trovare denaro per sostenere la lotta. La tattica rossa, poi, era contenuta nelle seguenti nonne : « Quando il nemico avanza, ritirarsi. Quando il ne• mico si fenna e si accampa, disturbarlo. Quando il nemico si ritira, inseguirlo>. Queste massime furono avversate dapprima da molti che non condividevano il metodo, ma l'esperienza provò che erano giuste. Ogni volta che l'armata rossa si allontanava da esse, di $Olito non era un successo. La più importante tattica dell'armata rossa cinese era, e rimane, la sua abilità nel concentrar(' le forze principali nell'attacco e subito dopo disperderle e separarle. Questo implicava l'abbandono della guerra di posizione. Con l'espansione dell'area sovietizzata, la tattica dell'armata rossa favorì uno sviluppo a ondata o marca, piuttosto che una avanzata irregolare ottenuta per mezzo di sbalzi, di salti e senza un profondo conrolidaroento nei territori occupati. Anche la parte politica seguì una linea prestabilita come lo erano le tattiche già descritte. tito comunista cineie, specialmente da Li Li-san, che allora ne era segretario, che invece avrebbe voluto attacchi a sbalzi senza preoccuparsi del consolidamento1 avanzate senzi assicurarsi le spalle, assalti sensazionali a grandi città accompagnati da rivolte e atti di terrorismo. Nell'autunno 1929 l'annata rossa OC• cupò molte città dello Kiangsi inflig• gendo numerose disfatte alle forze del Kuomintang, ma, a poca distanza da Nanchang, le truppe rosse si volsero bruscamente veno ovest dirigendosi verso Changsha, per congiuhgersi con altre forze, e nel giugno 1930, stabilita la solidità della linea di fronte, si prepararono all'attacco di Changsha. Sulle teste dei principali generali dell'armata rossa erano imposte taglie; le mogli, i figli, i parenti di essi catturati e giustiziati. Un solo generale, Cheg Hen, è libero da taglia avendo una volta salvato la vita a Ciang Kai Scek, durante una sfortunata battaglia. Intanto i Kuomintang stavano raccogliendo nuove e grandi forze per combattere l'armata rossa che anch'essa dal canto suo reclutava nuove truppe e sovietizzava le nuove aree rurali. L'attacco a Changsha fu un errore: erano stati mandati g-randi rinforzi nella città e l'armata rossa, che nella sola grande bauaglia che ci fu• eliminò due brigate di truppe nemiche, dovette tuttavia ritira~i nel Kiangsi. Li Li-san aveva stimato troppo la forza dell'armata rossa di quel tempo e anche aveva su• pervalutati i fatton rivoluzionari e politici. Egli credeva che la rivoluzione generale fosse imminente e che sarebbe riuscita vittoriosa su tutto il paese. Questo pensiero era incoraggiato dalla lunga ed estenuante Ruerra civile che continuava fra Feng Yuhsiang e Ciang Kai Scek. Dopo il ritorno dell'armata rossa nel Kiangsi, Li Li-san perdette la sua influenza e dovette ritirarsi a Mosca « a studiare>. Tuttavia, prima che il « Lilis.anismo > fosse completamente sepoho ci fu un periodo critico, nell'armata rossa, e alcuni suoi seguaci domandarono addirittura di separarsi dal resto dell'armata. Alcune truppe si ribellarono, arrestarono il presidente dei Sovieti di Kiangsi, arrestarono molti ufficiali. Questo accadde a Fu Tien, presso Kian, che era allora il• cuore dei distretti sovietici. L'avvenimento produsse grancif! imprc~,;ione, e a molti panie che il destino della rr-1 voluzionc potesse dipendere dalle sorti di quel conflitto. Ma tuttavia la rivolta fu presto domata, il capo fu arrestato e gli altri ribelli disarmati e liquidati. Ma intanto Nanchino si era completamente rivoltata al potere dei Sovieti di Kiangsi e alla fine del 1930 cominciò la sua prima campagna di sterminio contro l'armata rossa. Le forze nemiche - un totale di centomila uomini - cominciarono un accerchiamento delle aree rosse, penetrandovi da cinque strade. Contro queste forze l'annata rossa poteva allora mobilitare un totale di quarantamila uomini. Manovrando destramente, seguendo la tattica già ricordata del veloce concentramento e della veloce dispersione, poterono attaccare separatamente ogni gruppo. Facendo entrare le truppe nemiche profondamente nel territorio sovietico, l'armata ros,a preparava de~li improvvisi attacchi contro le unità isolate dei Kuomintang e riusciva così ad ottenere completa vittoria in quella prima campagna che fini nel gennaio 1931. ·oopo un respiro di solo quattro mesi, Nanchino lanciava la sua seconda campagna sotto il comando di Ho Ying-chin, l'attuale Ministro della Guerra. Le sue forze sorpassavano i duecentomila uomini, che si mossero per entrare nel territorio rosso seguendo sette strade. La situazione dell'armata rossa paive allora molto precaria. Per questo scontro l'annata rossa seguì tuttavia la stessa tattica che già aveva avuto tanto successo, riuscendo anche questa volta ad ottenere una vittoria decisiva in quattordici giorni, dopo aver combattuto sci battaglie e marciato per otto giorni. Un mese dopo, assistito dai suoi tre più abili comandanti, Ciang Kai Scck prese il comando di un'armata di trecentomila uomini « per la distruzione finale dei banditi rossi >. Ciang sperava di prendere l'arca rossa di « sorpresa> cancellando rapidamente i «banditi rossi». Ma Quei movimenti rapidi erano proprio quel che conveniva alla tattica delle armate rosse. Nel settembre la terza campagna si rivelava un vero fallimento: Ciang Kai Scek nell'ottobre ritirava le' sue truppe. Ora l'am1ata rossa entrava in un periodo di relativa tranquillità e rapida espansione. Il primo congre.Sso dei Sovieti fu riunito nel dicembre 1911 e fu stabilito il Governo Centrale dei Sovicti. Comandante in capo dell'armata rossa fu eletto Chu Teh. Nell'aprile 1933 cominciò la quarta campagna di sterminio delle truppe rosse. Finita questa campagna, Ciang Kai Scek scrisse a Chen Cheng, suo aiutante di carrtpo, che egli considerava questa. disfatta « la più grande umiliazione della sua vita>. Per la sua quinta ed ultima campagna Cian~ Kai Scek mobilitò circa 900 mila uomini e adottò nuova tattica e nuova strategia. Avanzò pruden• temente, costruendo strade carrozzabili 1 forti e trincee, limitandosi a brevi scaramucce sostenute da forze aeree e tiro di artiglieria. Nel 1934 l'annata rossa fu costretta a cercare altre condizioni di vita che nel Kiangsi stavano diventando rapidamente malsicure. Anche la situazione politica nazionale consigliò i dirigenti a muovere la scena delle operazioni verso il nord-ovest. In seguito all'invasione giapponese nella Manciuria, il governo sovietico cinese aveva, fino dal febbraio 1932, formalmente dichiarato la guerra al Giappone. Questa dichiarazione, che, naturalmente, non poteva diventare effettiva in seguito al blocco delle forze sovietiche cinesi da parte delle truppe del Kuomintang, era stata seguita da un proclama in cui si chiamavano tutte le forze armate della Cina ad un fronte unico per resistere al Giappone. Fu il 16 ottobre 19~4 che l'armata rossa· cominciò quella disastrosa ritirata che viene ricordata come la « Lunga Marcia ,. Partiti circa novantamila armati, migliaia di contadini giovani, vecchi, donne, bambini, comunisti e ,non comunisti comirt.ciarono questa hmga marcia. Quando entrarono nel ~ord del Sciensi, un anno dopo, eran ventimila sopravvissuti. Essi dovettero avanzare quasi sempre combattendo, affrontando asperrime difficoltà di terreno, montagne altissime, fiumi profondissimi e larghissimi, attraverso contrade di feroci aborigeni, terre sterili, steppe, vento, neve, inseguiti dalle annate bianche. Ora, di fronte alla minaccia giapponese, i superstiti dell'armata rossa chiedono una concordia nazionale, chiedono che tutta la Cina sia unita nello stesso sforzo, dichiarando di esser disposti a cooperare con l'annata nazionalista sulla base di tre condizioni : cessazione della guerra civile e degli attacchi all'armata rossa e ai Sovieti; garanzia di libertà civili e diritti democratici alle masse; preparazione del popolo per la lotta contro il Giappone. Ora l'annata rossa ha la sua base strategica nell'angolo nord-ovest della Cina, di dove essa potè stabilire la .sua influenza su un'area con una popolazione di · appena 20 milioni. Il nordovest è limitato ad est da montagne e confina dall'altr, parte con la Mongolia esterna e le provincie del Sin Kiane:, controllate dalla Russia : due dei territori più inaccessibili di tutto il mondo. CARLO BEDINI Queste tattiche militari furono severamente criticate anche in seno al par- BOUNOAI. TRA LE lUOE&lE DELLA BTAZIO!IE NORD, ON ARTIBTA GIAPPONEBE LAVORA - 1 11111I1Pitl I VIAGGIDI DELBOS Russia, si è sprofondato nel corpo vivente' della Russia per centma1a di chilometri, ha 'i7 L MIN'ISTRO Oelbos ha compiuto m fi .• · · b r lj Europa centrale un lungo viaggio - :u~~0 ;:~ f~~ :t'~;r;st:~:,. n~~la ::t:gt::n:,~~ un lungo errore, s1 potrebbe dire alla marcia in a\'anti se non quando avrà ucmaniera di Tito Livio, - e ora i giornali ciso la Ruuia o ne sarà ucciso; e, tuttafrancesi fanno il bilancio di tanto girova- · via, il capitano Ramballe non dubita che gare. A prestar fede a uno degli interpreti i russi amino i francesi, l'Emp,iewr prima più accreditati della politica del Quai d'Or- di ogni altro, e poi lui steuo, Ramballe, e say, il signor André Gcrard, detto Pertinax, si stupisce che le donne russe non siano ri11 bilancio è nettamente negativo per quel maste a Mosca a dce"ere e ad accogliere che riguarda Varsavia, positi\'o per Praga i vincitori. e in bilico per Bucarest e &!grado. e ... Unt d,~l, d'idét ! > dice al Principe Più precisamente, se<:ond o il suddetto Pietro (in francese nel testo). e Qw'avaientpubbliciua, le cose sarebbero andate in ,Ues à uaindr,? ... Quelle fichut idée d'alq~u;;;:v7~ e il ministro francese non ler .t'enterrer dans les steppes quand l'armée I sarebbe riuscito a mutare minimamente le ~';t';~:q~;/ :: 1~;:~,~~.. ~";! 1 ~1 '::::: e~~ disposizioni personali del colonnello Beck >. Vi.rnne, Btrlin, Madrid, Naples, Rome, VarLa Polonia continucri:-bbe e a svolgere quo- sovit, towies In capitales du monde ... On tidianamente un'azione diplomatica per im- nous craint, maiJ on nous aimt >. pcdire a coloro che sono minacciati dal E quando il ,uo interlocutore, il Principe pangermanesimo di riunir1i e di mettersi Pietro, gli ialva la vita, lo ringrazia con d'accordo per difendersi>; e, ne.Ilo stesso fare melodrammatico: tempo, continuerebbe ad armarsi con i ere- e Vous m'avr~ sauvé la vie! Vous lles diti ottenuti dalla Francia. Ma il pubblici- f,ançais >. Per un francese, questa consta Pertinax si consola con la consideraz.ione elusione non era dubbia. Solo un francese che la maua della popolazionc polacca è poteva fare un'nione magnanima c. salvare contraria al regime attuale. la viia a lui, monsieu, Ramballe, çapitaine 1 A Praga, il ministro francese non avreb- du , 3. llter, be avuto da vincere alcuna'. difficoltà: la Questo ufficiale fatuo e bonario è J'incar- ;;:~:~:vaècc~~a s:tva;~:rd~~•a!': 1 ~:~u~o~ndlt nazione dell'esprit gaulois. Quella sua frase sublime di vanagloria: e on nous craint, mais on nous dime >, riassume la prosa di Pt'rlinax, la politica del (:luai d'Orsay e buon,1. parte dclla storia di Francia. pendenza > e agisce in conseguenu. Notiamo, qui, per foçidens, che un giorn:tlc francese, Le ]our, ha rivelato, alcuni giorni or sono, che il Governo di Pragz. avrebbe minacciato il ministro Delbos di cambiare radicalmente politica e di mettersi d'accordo col germanesimo. Qut.sta indiscrezione sarebbe in completo contrasto col panorama idilliaco dell'amicizia franco-ceca, dipinto da Pertinax. Infine, a Bucarest e a Belgrado, e le convenazfoni del signor Oelbos avrebbero seguito un corso favorevole>. Non che abbia concluso niente di definitivo con quei due governi: questo, con tutta la buona volontà, Pertinax non ha affermato, né poteva affermare. Ma l'arrivo del signor Delbos avrebbe dato occasione al sentimento popolare in quelle due capitali - che, s'intende, è francofilo - di manifestarsi. In altri termini, anche per 8:.icaren e per Belgrado, come per Varsa\'ia, il pubblicista Pertinax tenta di contrapporre alla politica del Governo il st.ntilnento della piaua. Metodo che, prima di tutto, è una sc0rrettena, e, in secondo luogo, trae origine da un'illusione francese, altrettanto futile quanto inveterata. E:. vero - ha l'aria di dire Pertinax - che il Governo di Var• savia non è animato da sentimenti di troppa a,miciz.ia per noi ; ma il popolo polacco arde dal desiderio di far la guerra per la Francia. E:. vero che il Governo di Belgrado non ci ama; ma il popolo jugoslavo ci lrna. Non è il caso di soffermarsi a luhgo sul panorama dipinto dal pubblicista Pertinax. Esso, in sostanu, non è che una versione per il gusto francese della vita pubblica di alcuni paesi centro-europei. In Polonia, in Rumeni.a, in Jugoslavia esistono partiti politici t, di essi, alcuni sono favorevoli ai Governi attuali, e altri $0no all'opposizione. Questi partiti, come è naturale, sono divisi dai motivi più diversi: prima di tutto da motivi personali; poi da questioni religiose, da idee sociali, da differenze di razza, ccc.; da tutto: ma non certo dalla quc.- stione della politica da seguire verso la Francia. Senonché se un Ministro francese va a Vanavia, l'opposizione coglie l'occa• sione per creare imbarazzi al Governo; ma questo non significa affatto che l'opposi-.., zione, in Polonia, intt'nda far la gut"rra per la Francia. Jt caso tipico è quella della Jugoslavia. t noto che la politica religil),a di Stojadinovic incontrt\ una viva e osti'hata r('sisten• za in una parte della popolazione serba. Questo autorizza ad affermare che le mane rurali ortodosse sono state contrarie al concordato, ma non già che siano contrarie alla politica di Stojadinovic perché lo trovano poco francofilo. Saremmo incorsi in un errore o in un'illusione altrettanto futile - noi italiani - se, al tempo in cui il vicino rf:gno era lacerato dalle lotte fra i vart popoli che lo compongono, avessimo immagina'"to che i croati o gli sloveni insorgessero contro i serbi per amore dell'Italia. LA GRANDEILLUSIONE f.'fl ON ci soffermiamo, dunque, più a l.lJ lungo sulla prosa di Pertinax, né sui viaggi del Ministro Dclbos. Ma, piuttosto, rileviamo l'illusìone, la grande illusione, di cui cosl la prosa del pub· blicista come, in un certo senso, i viaggi del Ministro sono sintomi. Questa illusione è profondamente radicata nello spirito del popolo francese, è parte intcgiante del carattere nazionale francese, e si può quasi dire che sia un asJ)('ttO della storia di Francia. La Francia è Ccrmamcntc, inguaribilmente convinta di essere amata. Peggio ancora: di aver diritto all'amore di tutti. Qualche Min.istro, qualche Governo, qua e là, in Europa, può non amart' b Francia; ma i popoli la amano;. i popoli devono amarla, anche quelli che hanno ricevuto dalla Francia torti e offese gravi, anche quelli che la Francia aggredisce o combattc. < Gioia dei nativi nel vedere apparire i vascelli del Re >, si leggeva in quel tal tomo della Slon'a dei vìdggi t dell, scoperte che Bcrgeret usava sfogliare quando si rifugiava dal suo libraio. Non diversa• mente Pertinax descriverebbe volentieri i viaggi del Ministro Del ho~: e Gioia dei nati\'i nel vedere apparire il Ministro della Repubblica >. 1 nativi sarebbero di volta in \'Oha i rumeni, ! polacchi, ccc. Tolstoi ha fatto una caricatu1a immortale di questo atteggiamento dello spuìto francese, in una delle figure di secondo piano di Cwer,a e Pace: il capitano Ramballc. L'esercito napoleonico ha invaso la NONTEMUTANt AMATA fi) ERCIO', dunque, quando un paese si L,S"' sottrae 31J'influcnta della Francia, la stampa francese non cerca quali siano le ragioni profonde e serie del mutamento, né si chiede qua:..i colpe possa mai avere la Francia; ma subito adotta il linguaJgio dell'amante tradito e si consola dell'ai»arezza col pensiero che se ·pure quel tal Governo o quel tal ministro tradiscono, oggi, la Francia - si tratta sempre di tradimento, s'intende: per eu:mpio il Colonnello Beck o Tatarescu - non la tradiranno il popolo polacco o il popolo rumeno, che, anzi, la amano più che mai e non possono non amarla. Cosi, grandi e profondi mutamenti politici vengono ridotti alle proporzfoni di intrighi personali e di cabale di gabinetto. Cos\ il mondo muta, e la Francia non se ne avvede, E s.arà un gran giorno quello in cui la Francia guarirà della sua illusione e si per- ·• suaderà che le cose stanno proprio all'op- ;: posto di (.Ome immaginava monsitur Ramballe, t:apitaine du , 3• u,.,; si pe.rsuaderà, cioè di non essere temuta, né amata. IL CASODELLA IUGOSLAVI& f.\ liBJAMO detto che il caso della JugolR,l .davia è tipico. Che qualche cosa di mutato ci sia a Belgrado, tutta la stampa francese lo ammette. Ma, per eua, il mutamento sarebbe dipeso da un capriccio del signor Stojadinovic. La realtà è del tutto divena. E chi voglia avere un'idea ddle gra\'i ragioni eh" hanno fatto mutar rotta al Governo di Bt'l~rado, può, per esempio, consultare un arti(olo di Jovan ,• Jovanovic, l'ex-ambasciatore e capo del partito agrario jugoslavo, appano nella Euro- ... pOisch, Rtuue nel 1934. Dopo aver fatto la storia dell'amicizia con la Francia fino alla visita di Barthou, il Jovanovic affermava energicamente, e quasi con impazienza, che, invece, e il popolo jugoslavo va volentieri insieme con coloro che fanno ad euo vedere una vita migliore e più tranquilla, anziché e.on coloro che fanno troppo spesso risonare la sciabola. I rapporti intcrnazionali non possono andare avanti sempre sugli stessi bi• nari > ; e, perciò, il trattato di commercio allor-., concluso con la· Germania e aveva fatto fiorire in ·Jugoslavia le più belle speranze > ; aveva posto e le ba.si di future conversazioni politiche > ; aveva « spianato la via alla tollaborazione fra i due Stati (Germaflia e Jugoslavia) nell'Europa sudorientale ... >. • Perché si sarebbe dovuto negare alla Gt'rmania il diritto a nuove possibilità di vita? Perché le si s:..rebbe 'dovuto impedire di riconquistare la posizione che eua aveva una volta? >. E la Jugoslavia e si trovava nella situazione più favorevole, perché dal 1919 non aveva avuto con la Germania malintesi, né conflitti >. Questo articolo, ripetiamo, apparve nel 19341 mentre era in pieno sviluppo la crisi magiaro-jugoslava. Esso basta a dimostr.-re che l'e"oluzione della politica jugoslava non si è compiuta in un giorno, ma in alcuni anni, cd è stata determinata nOn dal capriccio di un uomo, ma da profonde ragioni politiche cd cconomiche e da una convergenza tutt'altro che fortuita di interessi &<>stanziali. AlOWI, N, 391 1!i DIOEVBRE1937-:IVI MNIBU SETTIMANALDEIATTUALITÀ POLITICAE LETTERARIA ESCE IL SABATO IN 12-18 PAGINE ABBONAMENTI l\&lia& 00!011.!a•1nnoL. 421 aemeatr& L. 22 :&.uro I anno L, 70, HmHU6 L. 36 0911 KU■IRO VIJ. L1Rl Mat101orlttl1 diugni e rot.o~e, acobe te non po.bblloati, non 11 !"ltit'ul.looco, Dlrnlou: Roma - Via del 811.d1rlo2,8 Telefono N, 661.896 Ammlnbtrutoo..: Xilaco - P1a11a Culo Erba, 6 Tellroco N, 24,808 Soo. i.li.on. 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