Cappotti Cappelli Maglieria Camiceria al terzo piano nel Regno delle Meraviglie giocattoli della Be( ana L' << Er11 Fi/111s » cercr, 1111 t!ue 110111ie11ti!ue t!o,111e per f'i11terprd11zio11etfi 111_1j/111t!estii111to11siCtll'tl YÙOll/fll{II 111011r/f{tfe: in <<Ci11e1111/Je> iu «Ci11e1111f1!l11str11zio11e» le IIOY/1/lp'11rtico!t1reggi11ll'1/i que.rto g rtl 111I l' CO IlCO I' .f O L'ispettore della Polilia Ciudilia,ia di Bo,. d,aux, Luciano Paoli, detto Bonaparle, i inuiato d'urzenla in un piuolo paese .riluato sulla linea interna(.ÌOnale Biarritl•llendaye, alla cui sta(.iont sono giunti in slrane ci,costan(.e, a pochi giorni di distan(.a l'uno dall'altro, tre cadaveri, rinvenuti su treni diretti alla Spagna. In assen.ca delle auto,itd di poli(.ia, chiamate per u,uilio a Biarritl, 1olamente il caposta(.ione Cu1lielmo Cla,k aveva ricevuto l'i1pettore al 1uo ar,iuo. La compagnia di quel morto, per tante ore, lo aveva profondamente turbato e avrebbe voluto u1cir prt1to da quell'impiccio. Ma era tardi, quasi le noue di 1era, e l'ispettore aueua domandato, prima di cominciare l'inchiesta, doue avrebbe potuto pran(.are e tr<>· vare allo1gio, Il capostacione t'era offerto di act:ompagnarlo alla trattoria del paese. AOLI chiamò l'agente che, du• rante tutto quel tempo, aveva continuato a mostrarsi dai vetri dell'ufficio con la speranza d'essere invitato ad entrare; .~1; disse di non lasciar passare nessuno e d1 farlo avvertire appena fosse giuto il brigadiere. Il capostazione indossò un mantello e si coprì il capo con un berretto basco. Uscirono, La nebbia era quasi scomparsa; s'era levato un po' di vento e c'era nell'aria qualcosa che rivelava la presenza del1' Aùantico a pochi chilometri di distanza cd il prossimo inizio della primavera. Era molto buio. Fuori dalla 11tazione,dalla parte del paese, si apriva un ampio viale; a lunghi intervalli, deboli lampadine illumina,•ano un tratto di strada. E poiché questa, per un'erta un po' scoscesa, saliva tortuosamente, tutte quelle luci, viste di tra i rami privi di foglie, parevano appese ad un solo grande albero. Come- a Natale. Sulla piazzetta della stazicne, nella penombra, v'erano alcune persone j richiamate, forse, dall'arrivo dell'ispettore. Il capostazione e Paoli si inoltrarono nella strada ed in breve furono così soli e lontani da ogni rumore, come attraversassero un bosco. Una volta si udì il fischio di un treno lontano. I fatti erano questi. e Lunedì, sul treno di mezzanottt, è stato M:opcrto il primo cadavere. Viaggiava in uno scompartimento di prima classe ed aveva una larga ferita alla tempia destra. Un colpo sparato a bruciapelo, con una grossa pistola che fu poi trovata sul pavimento. e L'aveva scoperto un controllore che diede subito il segnale d'allarme. Il tre• no, un direttissimo che non avrebbe dovuto fennarsi sino alla frontiera, aveva. già oltrepassato la stazione e si arrestò a due chilometri oltre il paese. « Non c'era più niente da fare; trasportare quel triste carico sino ad Hendayc non parve opportuno. A braccia, due uomini lo portarono alla stazione, e rimase ventiquattro ore nel magazzino merci. Il giorno dopo venne indietro anche il vagone sigillato. « L'inchiesta non riuscì a stabilire chi fosse il morto; non aveva carte e neppure il portafogli. Solo una piccola va• ligia con dei giornali. Né maggior luce si potè fare sulla causa di quel triste fatto; il medico legale e quello del paese ammisero !a possibilit~ d~I s~icidio. In tanta mccrtezza 1 11 g1ud1ce istruttore venuto da Baiona fece fotografare il cadavere in tutte le posizio• ni, per terra e nello scom_par~imento, poi ordinò che fosse provv1sonamente ::,cpolto nel nostro cimitero, in attesa dei risultati delle indagini. « Il secondo giunse qui giovedì sera, col treno delle 18. S'era appena finito di seppellire l'altro ed i giudici er_ano ripartiti. Un viaggiatore aveva. visto! poco prima un signoré sporgersi fuori dal finestri~o nel corridoio di prima classe e aveva notato che i suoi piedi non t~cavano quasi il pavimento; come se si fosse sollevato con le mani sullo sportello. Ma poiché non gli parve il caso di intervenire, rientrò nel suo scompartimento. . . . « Quando il treno arrivò m ~taz1on~ frenò bruscamente per non uscir fuon dalla breve tettoia. Io, che ero sulla porta del mio ufficio, vidi un uomo C"adere dal finestrino sul lastrirato <' rimanervi immobile. « Nella caduta s'era ferito alla fronte; ma era già morto prima; per un colpo di rivoltella sparato nella bocca, contro il palato. e Anche di questo non s'è ancora potuto sapere il nome; nel treno non fu trovata alcuna valigia che potesse ap• partenergli. e. stato se_polto_a~canto al• l'altro domenica mattina; ieri ». Con la sepoltura del secondo cadavere era terminata anche la strada alberata, e, dopo un'ul!ima svolta, erano arrivati al paese. Piccole case, tutte chiuse, porte e finestre; e ness~n uomo per le vie. All'insegna ~cl Panter•Fleuri, l'ispettore sperò d1 poter trovare finalmente un po' di ristoro, e so~ra_ttutto sperò,. con !'_aiutodi una_bottiglia di buon vino, d1 poter avviare, ~o~ J'oste, o con Clark, o con una qualsiasi !)(;rSOna,una conversazione pili propizia alla ccna 1 che non tutte quelle noiosissime storie di morti, alle quali non gli riusciva ancora di interessarsi e che, certamc:-nte, non sarebbe stato in grado di ripetere. Gli è che, durante tutto il cammino. aveva continuato a pensare a quel berretto rosso, rimasto là, rovesciato, sul tavolo, accanto al morto, sotto la luce viva della lampada verde. « li terzo cadavere ... • cominciava il capostazione sulla soglia della trattoria. L'ispettore si fermò e gli disse : « Sentite, Clark, del terzo mi parlerete più tardi. A stomaco vuoto, due delitti sono molti anche per un i,;pettore della •Polizia Giudiziaria». La pallina di vetro continuava a rotolare, lassù, nella camera da letto del capostazione. L'ispettore, sdraiato sulla poltrona, seguiva quel rotolio che, nel silenzio profondo dell'ufficio, assumeva un'evidenza. tale da permettergli di assistere al giuoco1 come se la vòlta fosse stata trasparente. Dal punto in cui s'era fermata qualche istante prima, essa riprendeva la corsa e attraversava la stanza sino ad urtare contro la parete; ma, durante il percorso, deviata da qualche osta~ colo, cambiava parecchie volte direi:ione. Quel tratto a destra, sopra lo spigolo del tavolo, la pallina lo attraversava senza far rumore. Entrava in quella zona e spariva, come se qualcuno la sollevasse. Poi riprendeva a rotolare un poco più in là. Ormai Paoli, sin dall'inizio della corsa, poteva prevedere cosa sarebbe accaduto. « Urta il piede destro del cassettone, devia verso il letto, attraversa il tappeto>. Dan ! A quel suono metallico Paoli sorrideva immaginando la natura dell'ostacolo. e Clark donne ben sodo per lasciare che il gatto faccia tanto baccano>. Alle undici era venuto il giovane che sostituiva il capostazione e questi era salito nell'alloggio per donnire. Poi anclie l'altro si era ritirato nella stanza del telegrafo. Cosi l'ispettore avrebbe potuto lavorare tranquillo, aveva detto. In realtà doveva essersi addormentato. Quando l'ispettore era entrato al Panier-Fleuri, il capostazione, visto inutile ogni tentativo di concludere il racconto, si era scusato cd era andato a sedersi ad un tavolo ove alcuni uomini stavano giuocando a carte. _Dal loro atteggiamento Paoli si accorse che parlavano di !;i.i, ma il giuoco riprese, con Clark, senza che nessuno gli rivolgesse la parola. Né l'oste né un altro avventore, che, in piedi, sorseggiava un bicchiere di vino, dimostrarono maggiore interesse. Zuppa di cipolle, montone in umido. Sperava di meglio, ma accettò senza discutere quanto gli véniva offerto, perché, al tavolo dei giuocatori, qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Erano in quattro, con Clark. Il capostazione ed il suo compagno erano disposti in modo che l'ispettore poteva vederli di fianco; l'altra coppia era seduta nella sua stessa direzione, sicché la schiena del primo nascondeva completamente l'altro. Fu lo specchio, posto dietro al banco1 che gli permise di notare lo strano gesto di quel giuocatore. qualcuno aven: dolo interpellato: « Eh11 Hans ! », egli con un cenno l'aveva fatto tacere, poi, guardando sospettosamente verso l'ispettore, aveva detto qualche parola sottovoce. Cosa temeva quell'uomo? Adesso che, oltre a conoscerne il nome, era riuscito a cogliere qualche frase da lui detta durante il giuoco1 gli parve di riconoscere quella strana pronuncia. Qualcosa di .simile aveva inteso in Olanda, durante l'ultima inchiesta. Anche la sua voce era strana; stridula e così acuta che contrastava singolarmente con I~ corporatura tarchiata ; come le mani, estremamente corte e mobilissime, che, ogni tanto, apparivano, uscendo da.I riparo del suo compagno di gi~oco. . Dietro di lui pendeva una giacca d1 cuoio, foderata di pelo, di quelle che usano portare i motociclisti. Passata la prima incertezza, si era fatto più disinv?ho e pareva tutto attento al proprio g1uoco. Clark, invece, aveva una serata nera, gettava le carte a ca.saccio con grand~ dispetto del suo compa_gno. Era, quesu, un piccolo uomo panciuto, tutto calvo, e che per aver le gambe troppo corte, stava 1 seduto sull'orlo della sedia, dalla quale, nei momenti di maggior concitazione, scivolava; sicché era costretto, per non deporr<J le carte, ad un cc:,ntinuo lavorio di piedi e di anche. Lo chiamavano dottore cd era, evidentemente, il medico del paese. Un medi_co ben piacevole ad avere accant~, a giudicarlo dalla clamorosa e schietta allegria che dimostrava in quella partita sfortunata. Due o tre volte, quanao C..:larkaveva commesso i maggiori errori, il dottore si era voltato verso l'ispcttore 1 strizzando l'occhio; ma ad un tratto saltò giù dalla sedia e posò le carte 1;ul tavolo, .strillando: « Al diavolo, Clark ! Non ne imbroccate una, questa sera. Non conoscete neppur pili gli atouts. Quando giuochiamo nel vostro ufficio siete molto più attento>. Poi era venuto al suo tavolo, l'aveva .salutato come se si fossero già prima d'allora conosciuti, e s'era messo a parlare scherzosamente dei guai capitati al capostazione. Hans e l'altro giuocatore si erano alzati ed erano usciti accennando appena un saluto i senza, però, guardare dalla sua parte. e Chi è quello con la giacca di cuoio? :t domandò al dottore. e Hans Sutter, il fattore del MontRouge, una tenuta vicino al paese. Dunque, caro ispettore, voi ~ietc ~~ nuto a sostituire il collega d1 Parigi. Non era molto ,;oddisfatto di starsene in questo paese; ogni sera se ne andava a Biarritz e tornava al mattino col treno delle nove. Non l'avete ancora incontrato? Lo vedrete domattina. Che ne dite di quel morto?>. Clark stava ad osservarli in silenzio, seduto ancora all'altro tavolo. Paoli aveva dimenticato il collega parigino. Perbacco, l'indomani se lo sarebbe trovato tra i piedi çcrtamcnte; e avrcblJ<: preteso di condurr~ l'inchiest~ con .' soliti sistemi ; quelli che a lu1, Paoh, toglievano ogni possibilità di pensare. Impronte digitali, lenti d' ingrandimcnto1 misuralionc di distanze, tac• cuini, ipotesi prima, ipotesi seconda. Dopo dieci minuti di simili manovre, non gli riusciva di .llZCCCarcpiù una idea e faceva delle brutte figure. Lui, invece, non voleva toc~a~e niente, né accostarsi troppo alla v11uma; se poteva, copriva in qualche mO?o la ferita. Si sedeva ad una certa distanza e rimaneva così1 a lungo, a guardare l'uomo ed il luogo, come se vegliasse un dormiente. Se aveva qualcuno con sé, di quelli con i quali ciò era P?S.Si: bi:e, si metteva a parlare, i:naga_n d1 cose del tutto estranee alla s1tuazJOne; ogni tanto si fermava per osservare qualche particolare che prima gli era sfuggito, poi riprendc:-va, apparentemente, a divagare. Così sino all'arrivo del ~iudice istrut• tore o dei giornalisti; allora si alzava, incaricava qualche agente di badare a « quelle faccende>, come egli chiamava le rivelazioni «scientifiche>, pregava il fotografo di fargli avere una fotografia del cadavere, e se ne andava. Per un giorno o due pareva av~~ dimentic'1tO ogni cosa, interessandosi d1 tutto tranne che dell'inchiesta. Poi, d'improvviso, di giorno o di notte, non importa, ITlctteva a soqquadro gli uffici per avere d'urgenza ciò che prima aveva trascurato: la relazione dei medici, i dati delle impronte, il rapporto dell'armaiolo, ccc. Domani tutto ciò si sarebbe ripetuto e gli avrebbero completamente deformato ogni cosa; anche il morto sarebbe divenuto, per lui, inutilizzabile; come gli altri due, dei <1ualinon restava altro che i rapporti, i dati « scientifici ». Le fotografie avrebbero potuto servire, ma era troppo poco. No, no, doveva far tutto prima di giorno; non c'era altro modo. Clark 1 con grande stupore, lo udì chiedere informazioni sul terro delitto cd annunciare che avrebbe passato la notte alla stazione. Mancavano pochi minuti alle dicci quando i tre lasciarono la trattoria e, ~ulla vetturetta del dottore, si avviarono verso la ferrovia. Adesso che poteva finalmente « fare la consegna » del morto, Clark si sentiva liberato da un gran peso. Anche se non era possibile, di notte, far sloggiare quel macabro vicino, la sua responsabilità cessava e avrebbe potuto ritornare alle proprie faccende. Era divenuto quasi allegro e s'era messo a parlare così rapidamente che, quando arrivarono alla piazzetta della stazione, aveva detto tutto ciò che sapeva attorno a quell'ultimo morto. -Un operaio addetto alla pulizia lo aveva trovato, all'alba di quello stesso giorno, in un vagone distaccato dall'espresso, nella notte, per un guasto ai freni. Era seduto sul pavimento del corridoio, al fondo della vettura, appoggiato alla porta che serve di comunicazione tra un vagone e l'altro. Pugnalato al cuore; l'anna ancora nella ferita. Un uomo di cinouant'anni; come gli altri, privo di documenti e senza valige. S'era telegrafato a Baiona, ma il giudice istruttore era impegnato in un altro affare; l'ispettore di Parigi era in servizio a Biarritz. Clark, il dottore ed il brigadiere avevano dovuto provvedere a tutto. 2 - (continua) CARLO MARENGO . o
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