Omnibus - anno I - n. 38 - 18 dicembre 1937

[J TRfONFAVA l'operetta viennese e tutt.1 la sua mc:;.sa in scena di gr,mc..luchi e ballerine, di prìncipi in,offcrcnti del trono e di matrimoni morg.rnatici, quando il maestro Enrico Tosclli conobbe l'arciduchessa d' Ab!>burgo-1.orcna Lui- ~a di 'Toscana, moglie di Federico Augusto, allora principe ,:rcditario di Sa,- sonia. Fin dal loro incontro la stampa europea non cessò di occuparsi dei protagonisti di questa infelice storia d'amore, seguendoli attraverso le vicende del matrimonio e della separazione. Poi furono loro !'>tessia parlare : nel 191 1 Luisa di Tosc:rna pubblicò La mia storia, e Tosclli, l'anno seguente, credette opportuno spiegarsi all'opinione pubblica con Il mio matrimouio cori Luisa di Sasso,1ia. Luisa era figlia di Ferdincrndo IV granduca di Toscana, e della princi~ pcssa Alice di Panna: del resto tutta la genealogia, insieme alla strena parentela con gli Ab)burgo, è minuziosamente stabilita fin dal!' inizio della Nlia storia. Luisa era stata allevata nd castello di Salisburgo insieme ad altri nove tra fratelli e sorelle, poi, quando fu in età di marito, dopo un tentativo fallito di matrimonio con il principe Ferdinando di Bulgaria, andò sposa a Federico Augusto di Sassonia. Secondo le sue confessioni, la vita nel palazzo reale di Drcsda non fu delle più felici. Al momento delle sue nozze regnava Alberto di Sassonia fratello di suo suocero; nel 1902 il re morì, e, succedendogli il fratello Giorgio, Luisa diventava principc~a ereditaria. Non ebbe tempo di salire al trono insieme a suo marito. Leggendo le confessioni, non si sa bene se si ha a che fare con una donna affetta da manìa di persecuzione o da uu concetto csa)perato della propria personalità; certo, a sentir lei, tutta la sua vita fu un susseguirsi di complotti e di spionaggi orditi a suo danno: essa si sentiva rivoltare contro le ipocrisie e la tirannia dell'etichetta di Corte, ognuno la calunniava, tutti volevano la sua rovina, minavano la popolarità di cui godeva presso i sudditi. In questo periodo ebbe sei figli, di cui una bambina morta sul nascere; poi una settima, ~onica, nacque mentre già ella era stata bandita dalla Corte, e l'ottavo, Buby, venne al mondo dopo le nozze con Enrico Toselli. Un giomo il re Giorgio, suo suocc-ro, l'aveva chiamata per dirle: « Luisa, io non posso più sopportarti come nuora. Il tuo modo di pensare, il tuo disprezzo pt"· le tradizioni della nostra Corte mi h,mno convinto che tu non potrai mai incarnare il mio ideale di ciò che deve CSS(!reuna regina di S.usonia. Pcnonalmcntc mi sei sempre stata antipatica, e per questo intendo toglierti di mezzo. Mi rincresce solo che le nostre ridicole idee moderne non mi pennettano di cacciarti in una prigione per tutta la vita o, meglio ancora, di farti scomparire in modo tale da distruggere qualsiasi tua traccia. Tu hai ora compiuta la tua missione, ch'era quella di provvedere dei ptìn.cipi per la continuazione della stirpe. Così io non ho più bisogno di te, ma ti dirò ora, Luisa, ciò che ho sempre pensato di te. Ti dirò che sci pazza e che le eccentricità dei Borboni e degli Absburgo hanno pre:,0 in te tali proporzioni da offendere completamente 1.t tua ragione ... ». Capì che l'avrebhcro rinchiusa in manicomio, aspettava un'altra creatura e non voleva che le nascesse proprio fra i pazzi. Così dt."Cise di fug_~ire. A Salisburgo i genitori non vollero accoglierla; allora partì per la Svizzera : da quel momento le fu proibito il ritorno in Sassonia e le fu sempre negato di rivedere i suoi figli. Viveva dunque da qualche tempo a Fiesole, quando s'incontrò cvi mu<siciua Enrico Tosclli. Questi aveva allora ventiquattro anni. e, per quanto di ottima famiglia, non aveva certamente un albero genealogico da inc:uwrc rispetto all'arciduches,a; ma ~veva il suo glorioso paS-!iatodi fanciullo prodigio, di concerti pianistici assai applauditi in America e presso le Corti d'Europa. Ora 1 c-onc-lu"ala carriera di artiu.1 precoce, si accingeva a non deludere il suo pubblico, e intendeva dedicarsi seriamente alla composizione e ai concerti orchestrali: Luisa di Toscana dov<'va bruciare tutte queste possibiiità. Chiudendo il racconto della sua vita, ella dice: « lo desiderai di essere protctt,, come una moglie, per far tacere una volta per scmprt' le lingue malefiche, e quc~ta è una delle ragioni per cui sposai il signor ToscJli. Per quC'lla curio~ mania di scomparire che prende qualche volta gli Ab- ~burgo, io mi sceJ,.i per marito un uomo il <1u;..t!cné vantava alberi genealogici, né possedeva beni di fortuna ». Ma allora ci si domanda perché piutto'ito dia non abbia scelto come strumrnto di questi" sue inten.1,ioni il signor Gimn. l'istitutore belga dei suoi figli. il quale, a un certo momento, a\l'\,1 dovuto lasciare la. Corte di Drcsda perché J.Ccusato di avere un segreto legame con Luisa, e che d'altra parte l'aveva raggiunta a Zurigo subito dopo la fuga. Anche di lui )i era presto sti"lncata? Enrico To.selli in lei non aveva visto invece che la mirabile protagonista di una lunga storia di amore. Era un periodo in cui le distanze sociali, le questioni di denaro, di malattia o di morte, pesavano sugli intrecci pili complicati dei romanzi sul tipo di qudli di Giorgio Ohnct. D'Annunzio aveva resi gli amanti raffinati e contradittori nei libri sprigionanti un liquore che oggi non ubriaca più, e tutto riposava sulla parte e,;teriore della vicenda, nelle distanze di età, negli intrecci, mentre lo spirito e il sentimento dei protagonisti non interessavano gran che. Paul Bourget creava i grandi problemi rcligio'>ie sociali e Alphonse Daudet portava in scena la sorda passione di Sapho per il giovane studente, il sottile incantesimo dcll'Arlesiana ... Qui da noi, Fogazzaro con Daniele Cortis, Verga con Tigre reale, la Scrao con Cuore infermo e gli altri suoi romanzi a tin_te forti, avevano ribadito il gusto del difficile amare. Luisa parlava nella sua figura e nello scenario da cui proveniva, la suggestione di tutta questa letteratura, ma presto ogni cosa doveva ridursi alle dimen,ioni dell'operetta viennese, con tutta la cartapesta attinente, i violini zigani e gli ambasciatori col monocolo. E~,;a non lasciò al giovane Toselli agio di meditare sul grave pasw a cui lo trascinava: lo circuì con lettere di fuoco, telefonate, visite, convegni nell'ombra delle chiese, gite in automobile, finché egli, che dapprincipio aveva pensato a una avventura d'amore, si :iccor..e., a un tratto, di essersi impegnato per un legame ben più saldo. Difatti pochi mesi dopo, poiché la nascita di un figlio si era annunciata. senza attendere dal Vaticano l'annullamento del primo matrimonio (le principe5se di Sassonia si sposavano soltanto secondo il rito religioso), l'arciduchessa e il musicista andavano a contrarre a Londra il loro matrimonio civile. Certo per Luisa, di tredici anni pili \·ecchia di lui, il gioco era stato facilis\imo, e ,I fascino della sua nascita e della sua persona l'aveva aiutata sent'a troppa fatica a trascinare il giovane sognatore nella più strana delle unioni· e lo devo confcss:trc >, disse poi lui, ._,che non avevo mai provato ciò che allora p1ovavo. Lessi in Stendhal, credo, che l'amore è un affare d'amor proprio. JI mio amor proprio era estremamente lusingato. Un po' alla volta mi acce'ii intcraincnte al calore di que- \ta soddisfazione d'orgoglio che a volte è la forza, a volt<' la debolcu.a degli artisti. Infine, era l'amore che così subitamente mi ammaliava... Luisa di Sassonia non aveva allora un solo capello bianco; una bella chioma castana coronava il suo volto senza rughe; i suoi occhi ar...i:urri,così chiari, così teneri e che, dopo, vidi così spesso aspri e saturi d'odio, mi apparvero p:c•nidi luce... Infine. la sua voce, d'un timbro armonioso e dalle inflessioni deliziose, mi perseguitava, cantando nel mio ce1vello incessà.ntemcnte e ripetendosi in dolci echi nel mio cuore >. La felicità di Enrico Tosc Ili fu di brevissima durata; presto dovette rendersi conto del temperamento irrequieto e contradittorio della moglie; presto si rese conto della sua situazione preoccupato per la vita disordinata e agitata della moglie. era disperato di non trovare un minuto di tranquillità per il suo l.woro. Dalla villa di Fiesole erano pa))ati a vivere in uno, poi in un altro albergo di Firenze, poi ancora in ca~a propria a Firenze, finché un bel giorno, dopo aver yagato da Venezia al lago Maggiore, da Rapallo a Siena, poi a Santa :\•larghcrita, Luisa varcò la frontiera col bambino e la 11urse, e per qualche tempo non si seppe dove si ro~e nascosta. finalmente, si seppe che stava a Montreux. Aveva preso l'abitudine di cambiar residenza senza avvertire il marito: un'alte.zza reale non rende conto delle proprie azioni. Di quell'epoca Tosclli ricorda: « F.: inutile dire che in mezzo a queste conEB.A IL TEMPO DEL BOA DI 8IONX E DEI XATBUlONI XOB.GANATIOI .. , di principe consorte. Ella amava la pubblicità e godeva soltanto se tutti si occupavano di lei in bene o in male : e Si parla di noi? Tanto meglio! Più si parla e più saremo celebri. Fare del chiasso nel mondo è vivere, è svegliare l'invidia, l'ammirazione, la simpatia, l'odio; è essere veramente qualcuno. Io sono abituata a essere guardata >, diceva al marito, « tu devi comprendere>. Abituata al lusso, le sue spese erano pazzesche e nol"l le bastava mai l'appannaggio che il governo di Sassonia seguitava, malgrado tutto, a passarle. Allora s'indebitava, vendeva i gioielli, rivelava il suo umore pessimo, eccessivo. Dal canto suo, Toselli soffriva tutte le umiliazioni. Infatti, gli offrirono somme esagerate per dare dei concerti, ma alla condi):ione che Luisa fosse presente: egli capì che si voleva esibire il marito d'un'arciduchcssa di Austria, ex-moglie di un principe reale e già re in quell'epoca: non il concertista, il compositore, il virtuoso, ~ la bestia rara. Tosclli rifiutava ogni volta. L'ultima bambina, la principessa Monica, che Luisa aveva sempre tenuto con sé, era già stata mandata presso suo padre in Sassonia, perché avesse la stessa educazione dei fratelli e delle sorelle e godesse degli stessi loro privilegi, quando nacque Carlo Emanuele Filiberto, detto Buby, e Tosclli sperò che la maternità avrebbe finalmente placata la volubile donna. Ma pateva questo ultimo figlio operare il miracolo se i sette precedenti non vi erano riusciti? Lui1:;1non sapeva vedersi a lungo in uno stes'ìOposto, pareva aver le fiamme sotto i piedi: fi~ava un luogo di villeggiatura per tutt:i l'estate, poi dopo tre giorni invrntava pretesti per rifare le valig<' e recarsi altrove, mai content,t del clima e delle persone. In breve, la loro vita divenni- infernale. Tmdli, angusti,tto eh.Ila salute di Buby a cui tutti questi c~unbiamenti di clima e di nutrirm.:nto non ~iovavano affatto, tinue tempeste, il mio lavoro non poteva essere fruttuoso. Quegli esercizi quotidiani che I.. virtuosità esige, li facevo meccanicamente. Quelle ore deliziose che si passano a suonare a memoria le pagine dei maestri più ammirabili, non le conoscevo più. Che ero diventato? Che stavo per diventare? Non avevo più un solo concerto in prospettiva. Ero letteralmente un avanro di naufragio. Mi sentivo affondato nella sabbia, perduto, e tutti i giorni ritentavo inutilmente di sollevarmi dal fondo limaccioso in cui ero caduto>. Un giorno, egli si era recato a Rapallo per raggiungerla e dal portiere dell'albergo aveva saputo che la mattina stessa sua moglie era partita senza dire per dove. Alcuni amici si trovavano là, cercarono di ras~icurarlo come potevano, e ad essi T osclli si confidò apren- ~ do finalmente il suo cuore. Parlò del suo grande amore deluso, dei contrasti e delle amarezze: in quel momento, nella strada, dei musicisti ambulanti attaccarono a suonare la famosa Serenata, eh' egli aveva composta in un'epoca felice della sua giovinezza, e allora sentì affiorare nel suo animo tutte le spcrjnze stroncate, « il M>gno svanito>. L'aveva scritta ancora ragazzo dicia,;~ttennc, adorato dai genitori e fiducioso di un radioso avvenire, e la facile melodia aveva da sola pcrcor:.o il mondo, prediletta dalle piccole orchestre e dai cantanti girovaghi, con- <1uistandosi lentamente il cuore dei sentin1cntali e degli innamorati. Le parole erano puerili e di pessimo gusto, ma che importava? 11 canto del violino scorreva limpido e leggero tutto coprendo con la no:.talgia evoc.1ta dal suono: e Vano è il mio cantare; muto è il verone - dormi pur, crudel, - il tuo /edrl - ,ior1 tornerà mai più ... >. Dopo lunghi anni di notorietà in tono minore, era venuto il grande succ:es,;oquando il varietà nel suo periodo d'oro si era impossessato della Serenata, e tutti, in Italia e all'estero, ne divennero pazzi. La divetta Ersilia Sampieri volle delle parole meglio adatte alla musica, e allora Alfredo Silvestri scrisse Rimpianto, che rispecchiava nei suoi versi il nuovo stato d'animo di Enrico Toselli: « Come 1m sogno d'or - scolpito è ,iel core - il ricordo ancor - di quell'amor che ,io,i esiste più ... - Svanì quf'l bel sogt10 d'or - lasciando i11 me il dolor ! ... - RimpianNJ mi resta sol... >. Co)Ì il rimpianto del giovane musicista )i allargé.va come un'onda associando, ancora una volta e per sempre, il nome di Lui)a al suo. L'epoca d'anteguerra era favorevole a gustare questa musica ingenua e sdolcinata, sospirosa e amabile ; e riconosciamo che soltanto il fatto di averla troppo udita crea oggi in noi quel senso di fastidio come per una bevanda troppo zuccherata, mentre ancora in America e in Europa è ascoltata religiosamente, e provoca, all'ultimo singulto delle sue battute, applausi e grida di entusiasmo fra il pubblico dei bar e dei caffè-concerto. t Luisa di Sassonia una delle donne « fatali > dell'anteguerra? Si compiaceva di vedersi segnata da un tragico destino e cercava sempre di innalzare la sua figura a compiti per i quali non era tagliata. Discendente di regine, voleva anch'e~sa rimanere nella storia. Una dimo~tra.zionc fattale dalla cittadinanza di Dresda, un giorno in cui vi si era recata nonostante i divieti, e il capo della polizia l'aveva fermata sulla porta del palaz7.o reale riconducendola al suo albergo, indi alla frontiera dello Stato, le diede più che mai la certezza che il popolo tutto di Sassonia odiava gli oppressori e invocava la sua s"3.lita al trono: « Se io fossi rimasta altre ventiquattro ore, sarebbe. scoppiata la rivoluzione », dice. La sua vita era stata segnata da episodi carichi di tristi presagi, oltre che dalla rovina morale e materiale delle persone che l'avevano avvicinata. A0a sua nru.cita, la levatrice aveva detto, guardandola curiosamente : « QuC'sta bambina è destinata a portare una corona, ma il suo avvenire sarà infelice e infiniti dolori l'attenderanno! :.. Così, durante la cerimonia delle nozze, tre arciduchi che le stavano vicino1 volendo pai;.s:\rc dall'altra parte, saltarono attraverso il suo strascico. ll cognato, l'arciduca Ottone, notò I:\ cosa e le sussurrò con accento turbato: « Sai che c'è una superstizione fra eli Ahshurgo, secondo cui chiunque salti sopra lo strascico di una sposa muore nello stesso anno? :.. « Siamo di novembre :., rispose Luisa scher..i:osa, « cosicché non hanno molto tempo da perdcre ». E più tardi dovette riprendere ncllr sue onfcssioni: « Che strane cose càpitano a noi Absburgo ! La su .. per~tizione sfortunatamente si avverò: quindici giorni dopo il mio n1atrimonio, gli arciduchi Sigismondo cd Ernesto morivano, e alla fine di dicembre il terzo, che era l'arciduca Carlo Lodovico, li seguì nel sepolcro!>. E, pur non volendola vedere respon- :.abile della scomparsa dell'arciduca Giovanni d'Austria, più noto sotto il nome di Giovarmi Orth e fratello di suo padre, non si può fare a meno di trovare un parallelo fra la sua e la vita del principe avventuroso che, per un dissenso con l'imperatore Francesco Giuseppe, espatriò e scomparve misteriosamente dando luogo a infinite supposizioni e leggende. Quandc Luisa era ancora giovanetta egli avrebbe voluto sposarla, ne aveva chiesta l'autorizzazione al Vaticano, ma la nipote si era rifiutata a questo matrimonio fra comanguinci. Prima di scomparire egli le aveva detto: « Io ritornerò, perché il mio popolo avrà ancora bisogno di me >. Luisa, lasciando la Sassonia, aveva pronunciato le stesse parole, ma né l'uno né l'altra realizzarono mai questo proposito. Essa doveva, un giorno, levarsi ad accusare qualcuno della sua rO\ ina : « lo accuso il barone Giorgio von Met7.sch, ora Controllore della Ca-.a Reale, di essere stato il vero orditore degli intrighi che condussero alla uda partenza da Dresda e, ·in seguito, alla mia esclusione dalla Sassonia. Il mio arcinemico possiede qualità intellettuali che ho sempre ammirato. Egli è anche un bell'uomo, elega"lte, con maniere affascinanti. Ha una volontà di ferro ed una grande tenacia di propositi eh~ non conosce cstacoli ; ma ignora che cosa siano cavalleria o gratitudine quando sono in giuoco i suoi interessi personali. Egli impiega creature, più che disprezzabili, perchC facciano da spia e dicano bugie per suo conto; e - cosa curiosa - i serpenti che ubbidisrono ai suoi ordini non si rivoltano mai contro il loro padrone>. Non sappiamo fino a che punto ciò fosse vero, ma quello che Enrico Toselli, l'uomo che visse con lei durante quattro anni, e il cui giudizio non poteva essere ottenebrato da questioni politiche o da preoccupazioni dinastiche, ha raccontato del suo temperamento e dei suoi sentimenti, b<1staa darci il sospetto che non tutti fossero dalla parte del torto. Egli ne fu vittima, e solo una grande pietà e il ricordo dei giorni d'amore potevano fargli dire: « C'è in lei tanto di buono quanto di cattivo. Ella ha tlltti i pregi. Poteva vivere una vita ammira~ile. Infelice! Qual è ◊jtgÌ la sua esistenza? Che cosa ha lasciato, fino ad oggi, dietro di sé? Essa è fatale, fatale a se stessa prima ; poi a tutti quelli che l'avvicinano ... >, Dai rottami di questo povero amore, cgli1 deciso finalmente a riprendere la sua libcrtàJ voleva almeno salvare suo figlio; )33ciarlo alla madre non era più possibile, né voleva affidarlo a mani mercenarie. Bisogna dire che il démone della letteratura si era impossessato di Luisa. L'editore Nash di Londra le aveva offerto un contratto vantaggioso perché scrivesse la sua storia, ella aveva accettato, cd una giornalista inglese, miss Foulkes 1 era ve• nuta ad installarsi in casa Tosclli per aiutarla nella bisogna. In quindici giorni il libro fu pronto, e si dcominciò a parlare di via~gi, per andare a Londra a correggere le boue, per curare le traduzioni, e per accordarsi ancora con Nash che voleva da Luisa di Sassonia un libro su Napoleone. Difatti, ella non pose tempo di mezzo, e col bambino parti successivamente per l'isola di Wight, Londra, Bruxelles, Spa. Infine, di un suo rapido ritorno a Fiesole Toselli approfittò per realizzare un piano che da tempo andava rimuginando: rapì il piccolo Buby e lo affidò ai nonni : ormai non gli premeva altro. Nello stesso tempo, i due ex-innamorati si accordarono per una separazione legale, e così ebbe termine la loro avventura, nella fonna più comune, come si vodc. Enrico Tosen, è morto, tutti i pr0tagonisti di questa storia sono morti, e Luisa di Toscana ha finito i suoi giorni assai miseramente confezionando per vivere dei lavori a maglia. Dove erano i giorni radiosi della vita di Corte, delle visite ai sovrani d'Europa quando l'imperatore Guglielmo di bennania baciandole la mano la chiamava sua e amica politica »? Dove le manifestazioni del popolo durante le feste per l'incoronazione? Rinnegata la corona di rcgiaa, aveva voluto quella di donna t.inanamcnte amata, e non aveva avuto pace fino al giorno in cui si era Sf'•ntita chiamare semplicemente « signora Toselli >; ma anche questa gioia era stata effimera per lei. Bench6 avc:ssc avuto otto figli, non aveva neppure saputo essere semplicemente una tnadre ! Talvolta quando la vecchiaia aveva spento i segni della bellezza e le irrequietudini, seduta accanto a una finestra dei quartieri popolari di Bruxelles, con le dita denudate degli splendidi gioielli di un tempo, e ora occupate a un lavoro obbligatorio, tendeva l'orecchio ai rumori della strada : nella brasserie dirimpetto, per il pianre dei bevitori di birra, assai spesso l'orchestra ripeteva la Serenata di Toselli, riconducendola lontano, all'idillio col giovane musicista italiano, nella luce dei tramonti di Fiesole. L'ADDETTO ALLE SCHEDE

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