-- ----- --- --, 1 Un libro di p11/pit1111/e 1 11t/11t1!ittÌ: RAFFAELECALZINI AGONIA 'DELLACINA R.a.ff.a.cClcilzini .a.ggiungcun.a. dumnutic.i p.Jgin.a. ..illa sua visione del mondo del dopogucrr.a. (J?.11,sÌ11 ,::11i,, "" lrrrihi/", Futi.-11/ t't1ropn1, Trio'!fi r Jisj111tr ,li Nmm, YorV. Il settore prospctt.a.toin questo libro t il grJndc .arco dell'Estremo Oriente, la )utur.1 dei due mondi: l'Occidente e l'Oriente che, ~gucndo l.11stn.da dei tifoni, v.a da M,rnilla nelle Filippine .a MukdcnnelManciukuò, .muvcrso l.i Cin.i e il Giappone. Il cuore del problcnu, il cuore del libro, il cuore drl dn.nun.i è I.i Cina stcrmiruu e rnillcn,lfia,chcscricchiola come I.a b.rnchis.a.a.Idisgelo: I.a.Cin.i che urla 11Aiuto ! ". li pittoresco del p.acscddlc porceli.ane, dei fuochi .irti~ci.iili,delle J,111,/rùs d'oppio e delle ugnxc siH.~-son,e .a.ffog.ìl sotto Li melma. delh mis,,:ria., d,11, f,m, , ddl, b.u,gli,. Gli europei sloggia.noo fa.nnofa.gotto: il grido di un miliudo d'uomini è: "L'Asia. a.gli a.sia.tici!". L'..ittua.lissimolibro è frutto di diu:11.:t e profond• esperienu, e quindi indispenubile a. chiunque ,ogli.t rendersi conto di quello che .i,·vient e )i prep•r• nell'Estremo Oritnt(. RAFFAELE CALZINI .tnche .1utore dei due m,1gi.str.1li rom.imi: SEGANTINI ROMAKZO DELLMAOKTAGKA ·•}(_11/,ulr C./t1"1 h.1 l,(rino i;u ScK.1ntini non i;o]unto il wo libro m;.rliorc, m.1 Jru:l..c l.1 pi~ .,;.,., e JriOl,.I e luminos.1 bio,rr.1fi.1 tbc noi in quc,1i Jnni ,i .1bbiJ'' UGO 0/tTTI (C.mm ,l,/1, Sm} Lacommediante veneziana "Il romJni.o ultiniJno p1.1Òmetter-i IU q1.1clli che piicconno cd li.inno, per piJu·,c, il bel titolo dcll.1 dovi:UJ d'ingegno. V; .i o+rfc, in 1.1n.1d1elle upprocntnioni più pJmcol.1rcgti.11c, .1rg1.1tce lu~urcggi.1nti, IJ vi,ionc di 1,1nJciviltà gi1,1nu .1 qucll'inton1oCi.1corr1.11lonc nel proprio u!hnJmcnlo olttc l.1 q1.1.1lc nSJi non JXIÒ viwcn ". SJU'/O BENCO (Il P.uo/11) A. Mondadori Bordeaux gli avevano detto: e Data l'ora in cui arriverà è poco probabile che si incontri con il collega di Parigi; di sera si sta meglio a Biarritz che in quel paesino sperduto. Per le prime infonnazioni basteranno il capostazione e il brigadiere del luogo>. Poi la voce del capo si era fatta severa: e: Soprattutto tenga presente che non si deve fare rumore attorno a questa faccenda. Niente giornalisti 1 niente manifesti e nessun passo falso. La notizia di tutti questi morti che viaggiano sui treni e non si s.. di dove vengano né dove avrebbero dovuto andare, potrebbe danneggiare seriamente la stazione di Iliarrìtz ed io non voglio scccat..t•re con gli alberghi e le case da giuoco. Intesi, ispettore Bonaparte? Scoprire, se po~- sibile, ma anzitutto coprire>. E. evidentemente soddisfatto del geniale giuoco di parole, il capo l'a\'l!Va accompagnato sino alla porta di dove lo salutò sorridendo: e Davvero, si comincia bene; lei è un uomo fortunato, ispettore>. Cli agenti e gli usceri, nell anticamera, poco abituati a veder sorridere il capo, imitarono quel sorriso e si degnarono di augurare buon viagg:io all'ispettore Bonaparte. Quello non era il suo vero nome : lo chiamavano così per via d'una lontana parentela con la famiglia del grande imperatore. In Cor:,ica, si sa, sono un po' tutti parenti, ed ,egli era nato ad Aiaccio, trentasei anni addietro, da un Antonio Paoli, esattore, e da una Letizia Ramorino, possidente. La madre avrebbe voluto battezzarlo col nome di Napoleone, ma, poiché s'era ai primi tempi di matrimor:i,io, prevalse il parere del padre che, per chiaman.i Paoli, non , cde\'a di buon occhio i napoleonidi. Dal contrasto venne fuori un Luciano Paoli che conswnò parecchie paia di calzoni corti sulle rocce e tra i rovi di Aiaccio, ne lucidò altrettanti sui banchi del c;innasio e del liceo di Marsiglia e quando, finalmente, gli ~1uscì di avere un vestito da uomo, con I calzcmi lun2:hi, cd un colletto inamidato, entrò a far parte della Polizia Giuditiaria. Con un uomo come Luciano Paoli i giornalisti hanno poco da fare e poiché è, questa, la prima volta che si parla di lui non si sa ciò che egli fece in quei venti anni che precedono il no,;tro racconto. Ritornato al suo ufficio. l'ispettore disse allo scrivano di trattenere la posta per ri5pedirla all'indìrir.lo che avrebbe i~ seguito indicato i poi si avviò alla ,;taz1one. Pas-.ati i sobborghi ed i vigneti, il treno si inoltrò nella Landa. Pinete e, fuori del bo.-,co, immensi acquitrini; pa-.sandovi alla fine di mar.,.o, par di viaggiare in un mare di fango. e Il capostazione avrà il berretto ros- 'iO o sarà a capo scoperto? >. In fondo! per lui, l'unico riferimento concreto d1 tutto quell'affare era il capostazione. I tre morti non li aveva visti e non ricordava il loro nome; se pure era st,ìto po<;sibile identificarli. Al paese avrebbe trovato i rapporti e le fotografi<.·, ma, per ora, non c'era che quel capostazione da interrogare e tre as~sini da scoprire, e senza far ru• more». Tre o uno o cinqu<'. Dio solo lo -.a. Comunque, una co.-,.1e. ra certa. P(·r qualche tempo non avrebbe più dovuto compilare schede d'infonnaLione e sa• rcbbc stato <llltoriztato a rimanere a lungo \Cduto in una poltrona, a pen- \arc; magari davanti ad un bel fuoco: nei paesi U'-ano ancora grandi camini. Sicuro, non avrebbe neppure più letto i giornali. Così avrebbe prc,;;o forma c1uclla vic1·nda alla quale stava per partecipare; lui, i tre- morti e, domani, fo,sc, anche l'a'-SaS.'iino. Gli parve che fo-.:.c perfettamente coerente che, almeno per .)UO conto, quell..i. storid di morti che viaggiavano ,tV<'SSt inizio dal berretto rosso di un capo~tazionc. Quc,ti, alle tre del pomeriggio, aveva ric;evuto il telegramma che annunciava l'arrivo dcll'isJ)(·ttorc e ne aveva avuto un gr,rndc sollievo. Da anni, attraverso i vetri del piccolo ufficio, .i.veva vi-,to pa<i,.1re migliaia di trcl'li; ogni ora d'inverno, ogni mezz'ora d'estau·; verso Biarritl o verso la Spagna. Molti p.t~savano in cor,a fi~hiando, ma qualcuno si fermava anche alla piccola \t.a.1ion<' e· n'<'rano di~e'>C molte· persone. in trcnlJ anni, contadini e signori d<>Iluogo e forc<;ticri di tutto il mondo. .Ma, di morti, non n'erano ,cc..,i mai, prima d'allora. Adc'i'-0, in und ,;;1•ttimana, nr arrivano tre; a-.!kl.,sinati, dicono; e da ..,oJi O(- <"Upano tutta la sala d'asp<'tto; e· l'ultimo anche lo \tJnzino dove rgli è ~- lito dormire. tra un treno e l'altro. nei turni di nott<'. Coi vivi ~i ~a cosa fare; c'è il rcg-o1.imenta, e, anchr se non hanno il biglietto o hanno sbagliato treno, c'è sempre modo di cavarsi d'impiccio. e Coi morti, è un'altra faccenda. 11 regolamento non dice proprio niente di quello che deve fare il capostazione, dei morti. Il brigadiere ha un bel dire che si tratta di forla maggiore e che tutto sarà giustificato di fronte ai superiori. lntanlo .se, nel trambusto, scompare un sacco di patate o il baule di qualche miss americana, perdo l' "ottimo" e la promozione va a farsi benedire >. Camminando concitato su e giù per l'ufficio, ogni volta che arrivava contro l'3.s..~itodel tramcuo, attraverso il finestrino vedeva la testa del morto che, nello stanzino, era disteso su di un carretto portabagagli. e Non dovrebbero lasciarmi qui 1 solo, per tanto tempo. Quell'altro arriverà alle otto e diciassette, dice. Dunque, quattro re• golari. l'espresso, tre merci e lo speciale. Anche,il principe di Galles, ci voleva; l'ispettore di Parigi a Biarritz per attenderlo, il brigadiere di servizio lungo la linea. cd io qui con questo morto, che non so chi fosse né chi lo abbia ammazzato; e anche se lo sapcs:,i non me ne importerebbe niente». Di fuori si t:dì il rumore di un car• retto che attraversava i binari, poi la b!'e, orsa sul lastricato e l'urto di arresto l.Olltro il muro. Il silenzio fu nuovamente interrotto dal campanello di M!gnalazione. Un treno. Quando sentì il fischio prolungato che chiedeva via libera allo scambio fuori del paese, uscì sotto la tettoia. e Pcnltare che ogni treno ti può portare un altro morto. Se si va avanti così, questo paese, che :.cppelli~cc un .suo morto all'anno, dovrà allargare il cimitero>. Vide pa.ssarc il tre-no, disse al guardalinea di far venir fuori l'agente che avrebbe dovuto sonegliare lo :,tanzino, poi rientrò nell'ufficio. Per liberarsi da quell'incubo appese un cartello orario al fine.strino del tramezzo e volle rendersi conto della località in cui, in quel momento, i,i do,eva trovare l',sp ... \i.Ol', annunciato da Bordeaux. e: Se h;1 preso il direttissi1110 1 tra cinque minuti sarà ad Arjuzanx; ma vai a ~apere come viaggia quella gente. Hanno diritto al biglietto di prima cla~sc, ma M!quello lì ha famiglia. viaggia in seconda per guadagnarci la differenza e allora niente direttissimo; così impiegherà un'ora di più>. Passò nella stanza del telegrafo e chiamò Baiona. e Rilardo ner il 189? >. e: Dicci minuti >. Dalla porta socchiu-.a vide l'agente cd il guardalinea che, seduti accanto alla stufa, giuocavano a carte. e Bella guardia davvero >. Poi passò il secondo treno cd il tcrw e, nella nebbia venuta con la notte, con molti urti si fonnarono e partirono i treni merci. Quando il treno dell'ispettore arrivò a Dax, il capostazione non potè più se~ guirlo sulla carta perché in quel punto la strada ferrata ~i biforca e, a seconda dei treni, si può venire a Baiona e poi al paese, sia passando per Labcnnc sia percorrendo un tratto della linea di Pau. Alle venti e dicia~sctte preci.jf. arrivò il treno e ne discese un sùlO viaggiatore. Con la coda dell'occhio il capostazione lo vide diriger.-,i verso di lui i allora fu certo che era l'ispettore e provò subito una grande simpatia per quell'uomo che aveva percorso tanti chilometri per venirgli in aiuto. ~fa intanto, doveva rispondere al capotreno e baciare all'orario; sicché, quando l'ispettore gli fu accanto, gli dis~: e Un momento, per favorç. Faccio prima partire il treno>. L'unico sportello aperto fu chiuso, il capostazione soffiò nel fis(hictto, ed il treno ripartì. Allora finalmente potè afff'rrarc l'i~pettorc pcr il braccio e lo condu~sc nell'ufficio. Poiché la stanza era molto stretta <.', in gran parte, occupata da un lungo tavolo, l'ispettore, per sedersi, fu cmtn. tto a mettere la sedia in un angolo, contro la parete. La J;.unpada dal paralum<" \·erde scendeva giù dal centro del soffitto, ma giungeva tanto in bJS!oOche la luce si fcnnava tutta ~ul tavolo; .'iic·ché non era facile, appena <'ntrati, distinguere altri oggetti all'infuori di quelli che ..,itrovavano in quel cerchio di luce: il berretto del capo- ~tazionc, akunc carte sparse, un quadretto ..,ostenuto da un piccolo piede. O.ti wo posto, Paoli non potrva vedere co,,1 vi foc.,c in quella cornice; ma, n·rtalllL'ntl', '-i trattava di una fotografia. Il capo-.tdzionc, intanto, camminava per l'ufficio parlando. e Voi non 1111mag-inatci:!,ip<'llOrc,quak• Y>lli<'vomi di.t 1,, vo.-,tra \.·enuta. Non n<.· poc.so più di tutta qut·\tJ. faccenda. lo -.ono un cap<hta&;ionc, non un gui.lYdiano di morti o un poliziotto>, e nr- <'Ò di ')()1rid<'re. e Pl'r <1uc-.1aM:ra è annunciJ.tO l'arrivo a Jliarritz del p1 incipe di G,tlh•.-,e tuttC' I<' forL<' di poli:1ia ddla regione sono mobilitate. L'ispettore di Parigi e il brigadiere mi hanno piantato in asso con il morto; è rimasto solo l'agente che avete visto arrivando. Dopo l'affare Kutiepoff voi siete sempre in allarme >. In due pa~si tutto l'ufficio era attraversato, e, perciò, il capo entrava ed usciva a brevissimi intervalli nel cerchio di luce. Ma di lui rion si ve• devano che le mani, ora la destra, ora la sinistra, alternativamente. Cinque o sci anni prima, Paoli, anche dopo un viaggio più disagiato di quello, non si sarebbe seduto e non ::wrebbe pensato alla cena. Adesso s'era ingrossato molto e, da qualche tempo, non riusciva a stare molte ore con lo stomaco vuoto senza provare acuti dolori. Acidità. Perciò si domandava dove avrebbe dormito quella notte e dove a\'rcbbc potuto cenare.•Più tardi avreb- ~ ascoltato il racconto del capostazione. D'altra parte, egli era solito a non fort.are, almeno nei primi momenti, l'and.:mcnto che assumeva naturalmente l'inchiesta. Prima di arrivare ai fatti, al concreto, aveva bisogno di indugiarsi sulle apparenze, .sul modo in cui le vicende e gli uomini gli apparivano per la prima volta. Riteneva che gli uomini e le cose abbiano un loro aspetto esteriore, un loro modo di presentarsi e di agire, del tutto diverso gli uni dagli altri, e perft.:ttamentc aderente alla loro intima essenza. Tanto che, sovente, per riconoscerli, b:ista guardarli di fuori. Per questo gli accadeva di perdere molti giorni e anche delle settimane ad osservare e seguire cose del tutto in:,ignificanti. ).ifa non poteva proprio fare altrimenti, malgrado la palese disapprovazione dei suoi capi. In quel modo non avrebbe mai fatto carriera. Questa volta, almeno per lui, la faccenda prendeva le mosse dal capostazione. Avrebbe, dunque, OSM:rvatoan• zitutto questo personaggio. Interruppe il racconto che l'altro aveva incominciato per avere informazioni su di lui, sulla sua vita. li capo erà un piccolo uomo, magro, di cinquant'anni circa. No. non era del paese. Lo stesso nome - Guglielmo Clark - lo diceva. Abitava da solo, nella stazione. La moglie1 con due fi. gliole, per non morire di noia in quel buco viveva a Parigi. Strano uomo davvero. La vita cd i fatti, attorno a lui, parevano svolgersi senza tener conto della sua volontà; ma, al tempo stesso, pareva che la sua partecipazione fosse elemento essenziale di quella vita e di quei fatti. Senza di lui, forse, molte cose non sarebbero avvenute o sarebbero state molto diverse. Proprio come quelle leve che, attraverso i vetri dell'ufficio, si vedevano sporgere dal posto di blocco; spostate da una mano fanno andare i treni a destra o a sinistra, verso la Spagna o verso Biarritz. Adesso l'importanza della sua par• tccipaziont: assumeva un nuovo rilievo. La famiglia che egli aveva fonnato viveva lontana, distaccata, ma in qualche modo collegata alla sua vita; i treni andavano e venivano attraverso la piccola stazione, seguendo la direzione imposta da quelle le\'C che egli manovrava, ma pa,s..,avano fischiando, senza ba• dare a lui; i viaggiatori morti giun• gcvano alla sua stazione, sostavano in quell'ufficio, c.~ impensate coincidenze li fcnnavano tutto un giorno accanto al piccolo uomo. Tutto ciò che Paoli, sinora, sapeva di quell'affare di morti, confluiva naturalmente là dentro, in quel piccolo ufficio. Come fa l'acqua che segue la linea di maggior pendenza. Seguendo questa. immagine, a Paoli parve che, se avesse premuto con un dito dentro al berretto rosso che stava, rovesciato, in mf"'uO al tavolo, ogni cosa vi sarcbl>e precipitata dentro; da sola. Clark cominciava ad irritarsi. Aveva atteso con giustificata impazienza l'arrivo dell'ispettore che lo liberasse eia una penosa situazione, e quello, invece d1 C"3rninarc il cadavere o ascoltare il racconto dei fotti, gli domandava quanti filetti porta sul berretto un capostazione del suo grado, quale tabacco usava per la pipa e come potesse dormire con tanti treni che passavano sotto le sue finestre. e E <1uei lunghi ripetuti fischi lontani?>. Sì, erano treni che chiedevano via libera. Appena gli fu possibile disse, ac• ccnnando al tramezzo: e e di là. Volete vederlo?>. e Non ancora. E poi non ho cenato e debbo trovare alloggio. Il morto lo ve• drcmo dopo, quando sarà tornato il brigadiere. Dove posso andare? ». e Vi accompagnerò io; ho un'ora di wn1po prima dell'espresw. Da so10 1 a quest'ora, vi sarebbe difficile trovare il P,mier-Fleuri. Per strada vi informerò d'ogni cosa>. , • (coutmua) CARLO MARENCO
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