Omnibus - anno I - n. 37 - 11 dicembre 1937

CELLULOIDE "Il Giotto della pellicola" KARL FREUND è un grande ma modesto artigiano. e non è colpa sua ~ a Hollywood lo chiamano «il Giotto della pellicola>. E: l'operatore-capo della « Metro> cd emigrò in America dalla Germania alla stessa epoca di Lubitsch. Le sut.: geniali disposizioni, raffinate d_alla scuola tedesca e da quella americana, hanno fauo di lui uno dei tre o quattro operatori più rinomati del mondo. E egli infatti lo dice: « In Germ;rnia ho imparato a fotografare con art<', in America a fotografare con huon scmo >. Frcund viene dalla gavetta. C-ominciò come operatore di cabina, in un piccolo cinematografo della periferia di Berlino, poi si mise a fare il fot◊~raf~. Il suo primo film lo girò rn ordmaz1onc del Re di Serbia nel 19o8 : una storia della dina,;:tia scrb,l, e cioè « un affare pubblicit.1rio > come e-gli dice ~mcora oggi parlando di quel film. JI rno gran giorno fu <1uando ~1urn,1u andò a trovarlo nel suo piccolo l.1boratorio di s, iluppo e stampa a Berlino, e gli chiese se voleva aiutarle.> nel _prim? film che quel grande rcg1:')ta.s1 accingeva a dirigere. Si ~r,.1~tavad1 un film w Lucrezia Borgia, mutolato Saturno. Un altro film di ~h~rnau che ebbe Frcund come operatore fu Tartufo~ ma il suo nome è legato anche a due opere celeberrime dell'epoca d'oro del cinema tedesco: A.fetropolis e Varietà. 1n America non ,;;i contano i colossi la cui fotografia porta la sua firma. L'ultima sua fatica è ConqueJt, con la Garbo, sugli amori di Na1>0lconc e Maria \Valcwska. Karl Frcund merita a.Imeno l'ottanta per cento dclJa cicca fiducia che hanno in 1.uii ~uoi ~rincipali, i suoi amici, e pcr31110 1 suoi colleghi pila sinceri. ~on solo la sua fotografia, ma anche I.e cose che dice sulla fotografia sono intelligenti : « Esi~te non solo un tecnica ma una politica dell'operatore. Regola fondamentale di questo politica è ~ segue~te : fin dal primo giorno di ripresa bisogna che l'operatore capisca chi è la persona più importante in quel d..ito film: la stella, il direttore o il produnorc. Talvolta è l'uno talvolta è: J'altro, ma, chiunque esso si~ bisogna che l'o~ratore lo sappia e ~egoli la sua tecnica e la sua ispirazione sulla personalità di costui >. Naturalmente per Freund ogni volto vuole la sua luc~ e il suo angolo di ripresa. Esiste una e luce Dietrich .,,, una e luce Garbo > una e .luce Lombard >. Prendiamo pc.; esempi? la e luce. Dictrich >: è un pie• colo riflettore situato pcrpcndicolar- ~ènte sulla testa dell'attrice, in ma-· 111cr• da accentuare gl'incavi delle gt.ance. Freund rimpiange i tempi del muto quando l'operatore era tutto o quasi Lutto !1cl film. e Oggi, col parlato, sia• mo diventati nei riguardi della realtà plastica ciò che è il disco nei riguardi della parola: semplice specchio. Un tempo io raccontavo con la fotografia, come Maupassant raccontava con la !lua pro~a >. T (NllOVI_ FIL!_) SllRTIREIII Efl ( )VEVA essere un giovane poco - più che ventenne a testimoniare ............. _,· che il nostro cinema, nonostante le abitudini, le lamentose bugie le rassegnate e decrcpi1e considerazioni d tanti esperti, può attendere un domani fe. lice e fortunoso. Il successo che fin dalle sua prima apparizione ha accompagnate Set1tinelle di bro11zo è senz'altro meritato E Romolo Marcellini, con questa sua prima opera, dimostra qualità e disposizioni che fanno davvero sperare nel suo avve. nire. Sentinelle di bnmzo potrà insegnare a molti che certe pretese difficoltà e impedimenti del cinema italiano sono soltanto apparenti, purché si abbia l'estro di dimenticarli, invece di girarci intorno affascinati, e soffrirne, e angosciarsene, quasi fossero senza scampo, inviolabili ed eterni come le leggi della natura. Ogni giorno ci accade di sentir qualcuno cercare giustifi. cazioni alla debolezza e vanità del nostw cinema: e son per lo più .-agioni tecniche che si enumerano, di fronte alle quali gli inesperti debbono chinare il capo a~itti e persuasi. O mancano i capitali, o mancano gli attori, oppure qualche macchina speciale e miracolosa, un riflettore, un carrello, una gru, un obiettivo usato soltanto negli studi di Hollywood, e cosi via. E nessuno s'arrischia a confessare ch'è soltanto il talento, l'immaginazione, il gusto e la pa• z!enza che mancano purtroppo. Nei ri• guardi degli attori, per esempio, Smtine/le di br011z.o conferma quella regola che da tempo con fortuna è stata sperimentata e che invece tanto raramente si pratica da noi. Jl cinema, ci~, può usare interpreti nuovi e anche inesperti; e spesso saranno questi i migliori. Oq_bbiamoricordare ch'è una regola seguita da René Clair, da Pabst, da Flaherty, dai russi, da King Vidor? Di quest'ultimo si vide anni fa Alleluja, film interpretato interamente da negri, e quc• st'anno s'è visto Pascoli t.Jerdi, di Mc Con• nelly, di cui anche sono i negri i soli interpreti. Interpreti naturali ed espres!fivi, come pochi fra gli stessi naturalissimi attori americani saprebbero esserlo. Anche in Sentinelle di bron:to appaiono attori mirabili, scelti tra gli indjgeni della Somalia, che ci hanno stupefatto e rapito per l'efficacia e verità dc, ioro ges~i - potremo dimenticare certe scene, dove ogni figura vive e si agit' con una preci• sione e una grazia concertate, quasi legata e mossa da un impulso unico e musicale. Quelle somale irrequiete e palpitanti, quei guerrieri solenni e spirituali, ci facevano pensare a spettacoli antichi e religiosi. Sullo sfondo delle pianure, sotto il cielo chia~ ro, tra le foreste, lungo i fiumi, questi attori non recitavano una parte, ma vivevano insieme alla natura secondo le tradizioni e i costumi di quei popoli. Vicino a loro, l'interpretazione dei nostri troppo abituati attori, di Fosco Giachetti, di Giovanni Grasso, di Doris Durant, ci sembrava artefatta e scolorita. In quell'atmosfera piena di mistero, in una natura così poetica e primitiva, portavano il peso delle convenzioni teatrali, le abitu• dini di un gestire mondano e superficiale. Particolarmente Doris Durant, vicina alle sue compagne nere, stonava stranamente, con le sue smorfie, i suoi falsi languori, i suoi sguardi da diva. Sembrava un'ocarina stridula e fioca in mezzo a un'orchestra di violoncelli. Freund è uno di quei talenti che farebbero bene in ogni campo, se ci si provassero. E infatti il famoso finale di Alrouest niente di nuovo il film che ~ilcstone ricavò dal noto ;omanzo di Rcmarque, si deve a un suo lampo di genio. ~l finale del ~ornanzo era troppo letterario, poco eroico e poco cinematografabilc, e, d'altra parte, per non tradire lo :,pirito del libro, non si voleva un finale di un eroismo melodrammatico. ~fancavano wlo tre giorni alla presentazione del film, in serata di gala al Carthay ( rcle, e i produttori erano con le mani nei capelli. Frcund aveva fi~ito il_ suo la~oro: era una giornata piena d1 sole e I pezzi gro~i dell'c Universai > passc~giavano su e giù nervo- ~amcntc, per I viali dei giardinetti della direzione. L'operatore pcmava al ror"!anzo e al protagonis~a, un ragazzo studioso, che a ca.sa, prima che scoppias• se la guerra, faccv'a coJlezione di far 4 falle e che moriva al fronte in una giornata di r-olee di pace. ln quel momento Freund vide una farfalla ed cb• be il lampo di genio : « Per DiC:,signo• ri >, t'.gli gridò, « ho trovato. F.. una giornata di calma su tutto il fronte. Il fuoco è dovunque cc,;sato. A un tratto, innanzi alla trincea dov'è il nostro ra- ~azzo, appare una magnifica farfalla, ~1mbolo della primavera che ritorna. Il ragazzo ricorda la \ua adolescenza felice. laggiù in Cennania, in un mondo di pace, e non sa resistere aJJa tentazione. Salta ~ul ciglio della trincea, insegue per un po' la farfalla, poi cade riverso, colpito. E subito, con un taglio, si passa a.Ila testata di un giornale di Berlino: '' AlJ'ovC'st, niente di nuovo">. li finail' fu subito approvato e Freund ricevette in quei giomi ofTerte magnifiche per dirigere dei film. DOOOKENTI1 108EPR VON STERNB'ERG E lURLENE DIETBIOH AL LORO PRH(O SBABOO A NEW Yo:ax (1930) Forse, è Stato un errore non lieve servirsi di quest'attrice bianca, e dipingerla di nero e verniciarla come un lampione. Come è stato un errore, a un certo punto, far tirare tante schioppettate, tra le quali una sulle natiche, a un povero e grasso maresciallo. La vicenda stessa ci è sembrata in molti punti confusa e lenta, specialmente quando, per giustificare e connettere certe giunture assai deboli del racconto, si doveva ricorrere ai luoghi comuni di una cinematografia ordinaria. Troppi personaggi e troppe situazioni dividevano e d.istornavano l'attenzione dello spettatore. Prima di esM:re mc~ a riposo, Freund vorrebbe girare il suo film. E qual è il suo film? Un film su New York. e Ne~suna trama; la trama sarà la città. Me ne andrò in un piccolo alhcrgo, dove rimarrò un paio d'anni. . \vrò a dispoo;izione un'automobile qualunque, una di quelle automobiJi nere da gangJters, con delJe feritoie nascoste, nelle quali piazzerò, invece delle mitragliatrici, gli obiettivi delle mie macchine da presa. La città non saprà che c'è un uomo curioso e spietato come mc, che sta sorprendendo la sua buona fede, e il risultato sarà qualcosa di terrificante>. Per il giorno poi in cui egli andrà a riposo, Freund ha intenzione di andarsene in giro a fotografare le belle e le brutte ragazze, così come esse sono e noi, come la pubblicità e la leggenda vogliono che esse siano. e Non più la II luce ~arlene ''i o la " luce Creta ''i ma finalmente, o Signore, la luce della tua verità! >. Le "prime" a Hollywood RICORDATE quel magnifico e cartone> di Disney: U,ia prima a Hollywood? Fra due ali di folla estasiata passavano, luccicanti come stelle cadu4 te dal ciclo, Creta Garbo, Charlot, Joan Crawford, Topolino, ccc. Sembrava un racconto di fate. Ora, se Di.sncy si dcci~c a fare quel reportage, vuol dire che le e prime> a Hollywood sonn rcahnc-nte avvenimenti degni della storia, o per lo meno della storia di HollY'-'-·oodE. infatti una e prima :t a Hollywood costa somme incredibili al produttore del film. Con i !ò,O]d,i;pesi re• centemente da Sam Goldwyn per organiz1are la presentazione di Hurrica11e si ~arebbc potuto fare un piccolo film. Un profano potrebbe pensare che si tratta di pura vanità da parte di G..,Jdwyn, e che insomma spendere sette• ccntomilJ. lire per tenere a battesimo un film, significa buttare i soldi dalla fine!ltra. ScuccentQ.mila lire? Certamente: circa quattrocentomila lire se ne vanno in pubblicità sui giornali e attraverso la radio, in modo che tutti po55ano accorrere, non alla proiezione, che è per inViti, ma alla fiera delle vanità, e cioè all'arrivo delle celebrità che si recano alla proiezione. Quatcro obelischi del costo di diecimila lire ciascuno, pieni di decorazioni, di luci, di fotografie, di aureole sulle fotografie e · di zampilli sulle aureole, sono stati piantati nel parco del Carthay Circle, la tradizionale sala hollywoodiana di prima visione. Trattandosi poi di un film sui mari del sud1 si son fatti venire delle palme super9f! da Tahiti, che son costate altre trentamila lire. La. fantastica illuminazione del teatro e dintorni, altre sessantamila lire. Poi l'as~icurazione contro gl'infortuni, i regali del produttore alla stella o alle stelle del film, e insomma sì fa presto ad arrivare alla cifra indicata. ~a il grande Coldwyn ragiona così : e Non c'è spettacolo al mondo che eguagli una "prima" a Hollywood, nem4 meno un ricevimento a Buckingham Palacc, dove convengono ambasciatori, generali, ministri, uomini che hanno in pugno la guerra e la pace, ma il cui arrivo davanti al cancello del palazzo non ha il potere di entusiasmare e commuovere la folla in attesa, come l'ar• rivo della Garbo o della Hepburn davanti all'ingre5so del Carthay Circle. f!urricone mi costa circa due milioni di dollari. Con un simile investimento di capitale, ~arebbe stupido esitare dinanzi a una spesa complementare di 35 mila dollari, S(; questa spesa può contribuire in mal1icra sostarwiale al sucu•~~ del film. E vi contribuisce, infatti. 1-Iollyv.·ood è fotografata e descritta in tutti i giornali e in tutte le riviste <l'America, e non solo d' Am<'- rica. Se nel milione di storielle, di in• terviste, di pettegolezzi o;ulle celebrità intervenute alla "prima", che saranno pubblicati nei giornali, si farà anche indirettamtmte il nome del mio film, io gli avrò fatto una pubblicità per la quale, non dico 35 mila, ma 350 mila dollari non basterebbero ... Perché nelle fotografie si capisse bene che le stelle assistevano al suo film. Coldwyn ha fatto regalare a ognuna di esse, all'ingresso, una collana d'oro con una grossa placca in cui era ben visibile iJ titolo della pellicola, oltre a un libro rilegato in pelle di serpente e stampato su una carta pili cara della seta, contenente tutte le notizie e i sunti del film, e che le stelle si son guardate bene dal leggere. Giungle e oceani UN BEL lago, che può servire, al• l'occorrenza, anche come fiume e per· sino corne oceano, si può affittare a Hollywood per mille dollari al giorno. Naturalmente, per mille dollari si ha soltanto il lago e non la tempesta sul lago. Per avere anche la tempesta e cioè le dighe meccanicho e gli •n;·umenti indispensabili per sconvolgere le acque, bisogna aggiungere qualche centinaio di dollari. Negli studi di Ilollyv,•ood si finisce per trovar tutto e, a preaì relativa• mente ragionevoli, ogni ditta può prendere in fitto dall'altra ciò che le abbi«)gna. Uno dei «pezzi> più a buon mncato è una bella via di un villaggio di pionieri nel \Ve~t, che si può avere per 6oo dollari al giorno· e dato il modi~o prezzo dell'affitto, ~ss; è usata continuamente nelle pellicole western. Anche noi l'abbiamo vista chis.,à quante volte, e ci è familiare ormai come la via dove siamo vis. ~uti da ragazzi. 11 « pezzo > più caro è invece la co:,ì detta « Via di New York > che non ricorda nessuna via di New York più di una qualsiasi via di grande città americana. È un crocevia pieno di ne9ozi lu':cicanti, di facciate marmoree d1 grandi b,mche1 di piccoli negozi civettuoli e di bar, con le entrate per la ferrovia sotterranea e per qu~lla sopraelevata. Questo angolo di una grande città, nel quale un buon operatore può scoprire almeno duecento angoli di ripresa, non si ha per meno di 3500 dollari al giorno. C'è anche una via di Parigi, fal~a e con• venzionale come uno sceoario di operetta, ma che tuttavia è moltissimo adoper:na e costa la bellezza di 2500 dollari al giorno. Meno cara era una via della vecchia San Francisco ma la moda dei film e: Frisco > ne h~ aumentato il prezzo d'affitto; ci voglio• no almeno 200'"0 dollari al giorno per poterla fotografare. C'è anche una via di Mosca molto richiesta. e il s.10 prezzo è di I 500 dollari al giomo. La meno cara di tutte è una via della vecchia New York, riproduzione impressionante per fedeltà e colore, che, ap• punto perché troppo adoperata nei film metropolitani, non gode più tanto i favori dei produttori: la si può avere anche per 700 dollari al giorno. Per due dollari al metro quadra:o si può avere una di~reta giungla del ti• po e: secco >, e cioè ricoperta di cc• spugli cd erbacce alla rinfusa. Se si vuole il tir<? e umido> con orchidee, erbe a~quauche, ranocchi, grilli, ccc., allora il prezzo sale a due dollari e mezzo al metro quadrato. Per compie. tare l'illusione, un leone con un ottimo ru~~ito costa I oo dollari al giorno, e un elefante 100 dollari alla seuimana. Per battere la concorrenza, qualche fabbricante di giungle fa entrare nel prezzo suddetto anche una ventina di scimmiette. A. D. Ma là dove l'azione dei personaggi e la descrizione dei luoghi si fondono, il film prende un'andatura serrata e svelta, e ogni cosa procede secondo il suo naturale svolgimento. Si dimentica volentieri la incoerenza e fragilità del racconto, e si bada all'esattezza delle immagini e alla varia e poetica rappresentazione dei costumi. Sn11i11~/le di bronzo, nelle sue parti migliori, dimostra dunque che basta uscir fuori dagli studi chiusi, e ritrarre gli spettacoli veri della natura e degli uomini, per far qualcosa che interessi e che piaccia a un pubblico numeroso. Non è questa d'al1ra parte la forza del cinema americano? Già nella nostra infanzia ci accendevamo alle avventure dei Cot1Jboys contro i bandi. ti.egli indiani, in regioni sconosciute, nelle pianure e nelle montagne d'America. Era il tempo di William Hart e di Tom Mix: Un p~riodo che durò pochi anni; ma fu proprio quel perìodo che dette al cinema · americano il suo vero volto e ne consolidò la nascente fortuna. Un film come Sentimlle di bronzo potrebbe aprire anche in Italia una nuova strada; quella cioè dei film all'aperto, pieni di avventure e di paesaggi: film popolari t: realistici, che testimoniassero della vita oscura e nuova di personaggi semplici ed espressivi. Fra le tante vie che si aprono all'avvenire del nostro cinema, potrebb'esscr questa tra le più certe e, in fondo, meno costose. MARIO i'ANNUNZiO

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