Omnibus - anno I - n. 36 - 4 dicembre 1937

IBBUZIOHB DELLA POLIZIA IN UNA FUKBBIA DI OPPIO NEL QUARTIERE OINEBE DI N_EW YORK SOTTOM4lH(~4 Londr&, novembre. ~ ARO DIRETTORE, l'articolo di Guido Zorzi e I o milioni di tonnellate sotto i mari >, nel quale si narrano appunto le difficoltà causate ai sottomarini tedeschi dai mezzi escogitati dagli Alleati per dar loro la caccia, mi induce a riassumere le interessanti avventure che, in questa caccia spietata ai sottomarini, sono capitate al palombaro Miller, soprannominato la Spia dei Misteri Sottomarini. Nulla fu più impressionante, durante le ultime fasi della grande guerra, dell'accuratezza con cui il Servizio Segreto della Marina britannica riuscì a ottenere notizie dei movimenti delle navi tedesche, dei loro segnali, e l'esatta località di ciascun campo di mine. Così pronte-e precise erano le informazioni dell'Ammiragliato, che non era fatto eccezionale che un campo di mine deposto dai tedeschi fosse distrutto dagli Alleati il giorno successivo. E queste fonti d'informazioni erano tenute segrete persino agli ufficiali della flotta medesima. Si dicevà soltanto che era e lavoro del Servizio Segreto». L' Ammiragliato lo ha in seguito rivelato, e !:i relazione ufficiale di questa storia segreta è emozionante come un romanzo di spionaggio. Nel I g 14, faceva parte della marina inglese un palombaro di nome E. C. Miller: pieno di calmo coraggio e capace di resistere alla pressione atmosferica a profondità mai raggiunte. Era stato istruttore di palombari all'isola delle Balene, e presto i superiori lo avevaho notato. Un giorno venne l'idea al Servizio Segreto di far calare il palombaro Miller su un sottomarino te• desco che era stato affondato al largo della costa del Kcnt, per cercar di trarre informazioni di certi apparecchi che l'U aveva a bordo. Miller discese nel sottor:narino1 si calò per una grande falla nella chiglia e, con l'aiuto di una potente torcia elettrica, esaminò l'apparecchio. D'improvviso, vide la porta del quartiere degli ufficiali. La forzò, e nella saletta trovò una cassetta di ferro, che portò alla superficie. Nella cassetta furono trovati alcuni libri e molte carte : i libri contenevano due cifrari segreti adoprati dalla flotta tedesca, cd un cifrario usato soltanto per comunicare con la Rotta d'altomare. Le carte erano i piani di un campo di mine ch'era sta.to deposto soltanto tre giorni prima. Fu allora fonnata subito una squadra volante, con palombari, pronta sempre a scendere in qualunque punto della costa inglese dove fosse stato affondato un V. Alcuni giorni dopo, un U fu affondato al largo della costa dello Yorkshirc, e la squadra volante vi si recò. Lo scafo dcll'U aveva soltanto un piccolo foro; e allora il Miller dcci.se di far saltare la testa della torretta. Aveva portato sott'acqua del cotone fulminante, con Un circuito di accensione elettrica. Attaccò la carica, e, tornato alla superficie, ordinò di farla esplodere. Disceso di nuovo. trovò che la torretta si era scoperchiata, lasciando apparire il cadavere di un marinaio tedesco con la testa fuori della torretta, come se stesse guardando fuori. Millcr si calò nel sottomarino, si fece largo fra i cadaveri imprigionati, che gli si serravano macabramente attorno, forse attratti dall'aria contenuta nel suo abito da palombaro, tanto che dovette legarli per non essere disturbato nel suo lavoro. Finalmente trovò la cassaforte, e faticosamente riuscì a portarla alla superficie legata a una fune. La cassetta conteneva una serie completa di cifrari nuovi e i piani di due campi di mine. !!. facile immaginare l'eccitazione dcli' Ammiragliato per i risultati di questa seconda calata del Miller. Da quel momento, il Millcr discese in tutti gli V che potevano essere localizzati, per conquistare le famose cassette. Esplorò non meno di 6o sottomarini, e i cifrari (che venivano di continuo cambiati), e i piani di mine diventarono una messe abituale. Le mosse del Miller erano così rapide che, una sera, calatosi dentro un U affondato al largo di Dover, trovò che i cadaveri dell'equ.ipaggio erano ancora caldi ... Le macchine erano state messe fuori azione dall'esplosione di una bomba di profondità, e il sottomarino era affondato intatto, ma senza poter più tornare alla superficie : la riserva d'aria si era conswnata, e i 50 uomini del!'cquipaggio, nell'angoscia della trngcdia, erano stati presi dal pànico e dalla follia e si erano uccisi l'un l'altro: una scena terribile. Alcuni avevano lasciato sui tavoli delle lettere indirizzate alle famiglie. Il terrore impresso sui volti di quegli sciagurati aveva impressionato anche il ruvido cuore del Miller. Talvolta accadeva al Miller di trovare i sottomarini invasi da pesci. Scene raccapriccianti. Il palombaro disturbava il vorace pasto di grossi gamberi, larghi quasi mezzo metro 1 e aragoste colossali. O crspugli di lunghissime anguille, :simili a liane voraci attanaglianti da parte a parte i cadaveri... La profondità massima a cui era sceso il Miller era stata di 63 metri, e aveva dovuto molte volte strisciare carponi in una zona disseminata di mine fluttuanti, alla ricerca di uno scafo paralizzato, o muoversi fra ogni sorta di mostri marini, talvolta affondando in banchi di sn.bbia, o circondato da viscide alghe. Bisognava avere nervi saldi 1 e non abbandonarsi all'immaginazione. Il Millcr aveva potuto trovare prove che gli ammutinamenti a bordo degli U non erano rari. Una volta, nel calarsi nella torretta di un sottomarino, aveva trovato il cadavere del comandante appeso a un uncino 1 con tre colpi di rivoltella nel petto esplosi evidentemente dal disotto. Era stato, forse, còlto nel momento in cui stava per darsi alla fuga quando l'imbarcazione era stata affondata. :Ma la scoperta più misteriosa il Miller l'aveva fatta in un U affondato al largo delle isole Oreadi. Tutto l'equipaggio era composto di ufficiali. Perché? Cercando attorno, il Millcr trovò una quantità di valige. Ognuna di esse conteneva un paio di abiti borghesi, camicie, solini, cravatte e scarpe, con un portafoglio ben fornito di valuta inglese. Era evidente che il misterioso equipaggio intendeva sbarcare su qualche punto della costa inglese, e abbandonare il sommergibile : ma il motivo reale rimase sempre ignoto. Forse qualche grosso colpo di spionaggio fallito. Il palombaro 1vtiller continuò queste sue vhite ai sottomarini affondati fino al giorno dell'armistizio. E, per variare le sue fatiche, aiutò anche a recuperare l'oro che era stato affondato col Laurer1tic. In tre anni Millcr e i suoi compagni ricuperarono più di 4 milioni di sterline d'oro dal transatlantico affondato. E1 nelle vicin3.nzc, il nemico continuava a seminare campi di mine. C. M. FRANZERO a SO'ITOZIBO ~ OFFIAVA il vento sulla piatta distesa della campagna, fischiando fra le cime dei pinastri. Lontano, dove finiva la strada, un filo di fumo si strappava sotto le raffiche. li dottor Wallace rabbrividì. Egli detestava quelle lunghe corse in slitta per la campagna; aveva paura; la gente lo guardava con occhi pieni d'odio, un odio che, per quanto intenso, restava indefinìto. Les Parker gettò una coperta sulla groppa del cavallo. , Fa più freddo di quanto all'inferno faccia caldo•, disse. Il dottore guardò 1Acasa dalle J•arcti rli legno; la vernice cadeva a scaglie che lasciavano grigi vuoti. S'accorse che una donna lo sbirciava dalla finestra della cu~ cina. E attraversò l'aia sotto il vento che lo spingeva. Quando arrivò alla scaletta che metteva in cucina, una donna apri la porta. Aveva i capelli in disordine, una grigia massa. • Arrivate tardi •, ella disse. , E vi ho mandato a chiama.re di prima mattina. i!; mtziogiono, ora•. Poi soggiunse: , Sono Nan, la moglie d.i Sam. Egli è malato. Volle andar fuori, mentre gli avevo detto di non andare ... Nessuns, mi vuol dare ascolto... •· Les saltò nella slitta e si rannicchiò sotto le pellicce. Il suo volto formò allora come una macchia rossa tra il nero delle pellicce. La cucina odorava di sapone. Ogni cosa era immacolata, là dentro. Vedendo che il dottore si toglieva il cappotto, Nan disse: • Datemi qua. Ve lo appenderò a un chiodo. Non voglio che insudiciate le seggiole, coi vostri panni che puzzano di cavallo. Anche Sam è cosi... rlùtti uguali I 1. Poi andò al telefono e formò un numero. Con voce che barbugliava raccontò a qualche donna delle vicinanze come il dottore fosse arrivato, e imprecava di tinto in tanto contro Sam che era uscito, mentre lei gli aveva detto di non uscire. In camera, Sam giaceva incomposto sul letto, vestito ancora da capo a piedi. Tossiva, e ogni volta una densa schiuma traboccava dalle sue labbra. Nan riappese il ricevitore ed entrò in camera anche lei. Disse:• Ebbene, si può sapere che ha?•· 11 dottor Wallace toccò Sam sulla fronte. , E: malato, molto malato•, rispose.• R da molto che sta cosl, con tutti i panni addosso?•· • Da tre giorni•, disse Nan. , Mi sono tanto arrabbiata a vederlo uscire ... Questo gli servirà di lezione. Imparerà a danni retta. Un uomo che non ha timore di Dio si merita di cadere ammalato•. La sua voce suonò aspra come il vento che fuori soffiava tra i pinastri per la piatta campagna. Sam respirava a fatica. Non poteva parlare. Guardava Nan con occhi neri d'odio. Tentò di sollevare una mano . .E il dottor Wallace si mise a sbottonargli la camicia. Nan diede in una risata. , E: l'uomo più sporco che si possa trovare in mille leghe intorno. Ed è cattivo. Oh, cattivo! Mio padre mi diceva sempre di non sposarlo. E tutta la mia vita non ho fatto che rimpiangere di averlo sposato. Se c'è al mondo una martire sono io... •. Ma le sue parole furono sommerse da una raffica di vento. 5am attirò vicino a sé la faccia del dottore. La sua carne scaldava come fuoco. • Non vi dirà che menzogne, l'insensato•, fece la donna. Il dottore accostò l'orecchio alle labbra di Sam. Le parole sgorgarono fioche e rotte tra gli spasimi del respiro. , Nan è inumana ... M :ha tenuto cosi... beffandomi, dicendomi che sto per mo~ rire ... Vi ha chiamato solo quando ha visto ch'era tardi•· Le labbra si richiusero. Lo sforzo era stato troppo forte. Gli occhi guardavano vitrei. Nan si era messa a spazzare il pavimento. e Non fanno che sporcare, questi uom.in.i. Anche se sono dottori•, disse. Poi levò lo sguardo su Sam e soggiunse: e Passerà un po' di tempo prima che pos- · sa tornare a sporcarmi il pavimento, lui. t troppo malato•· Il dottor Wallace fece cenno di si. • Sicuro, è troppo malato•, disse. Sam era in punto di morte: nessun dottore al mondo poteva più far nulla per lui. In una pausa del vento, Nan si mise a mugolare un motivo di canzonetta. Il dottore avrebbe voluto dirle di smettere. Su un mobile c'era un orologio che scandiva forte i suoi battiti. E il dottore lo prese in mano. Quei battiti d'orologio potevano essere come colpi di martello su un'incudine per un uomo travagliato dalla febbre della morte. • Mettetelo giù•, disse Nan., Voglio che Sam veda quanto tempo sta perdendo ad esser malato. Se avesse dato retta a mc e non fosse uscito, sarebbe a lavorare, ora. Conto i minuti, io. t Dio che ce li dà. E io temo Iddio. Domandate, domandate qua intorno. Non c'è nessuno che possa negarlo». Serrò le labbra. Poi con la mano pulì di alcuni granelli di polvere la superficie del tavolo. , t incredibile come la polvere trovi sempre modo di ficcarsi in ca.sa, anche d'inverno•, disse. .•E: finita per Sam •, disse allora il dot• tor Wallace. , Non ha più forza, e non si può far nulla ... t troppo tardi. Se fossi venuto ieri ci sarebbe stara speranza•· Nan andò in cucina, al telefono, e girò il disco dei numeri. C'era calma fuori. • Sam sta morendo. Così dice il dottore ... •. Segui una pausa, poi Nan riprese: , Poco importa, Mary ... Nessuno può negare che sono stata una buona moglie. Non c'è casa più pulita della mia, da qui fino in città. E Sam non ha mai saputo apprezzarlo. Non faceva che sporcarmi il pavimento col tagliuzzare i suoi bastoncini, la sera. E mai, mai andava in chiesa ... •· Nan restò un momento ad ascoltare la voce che gracidava dentro il ricevitore del telefono. Poi disse: • Fremo al pensiero di quello che aspetta Sam nell'al di là... Ma mi conforta sapere che avrò un posto in paradiso, io•. li dottore abbassò gli occhi su Sam e vide che il suo petto non si muoveva quasi più. La luce del giorno s'era fatta tenue nel quadrato della finestra. L'orologio scandiva forte i suoi battiti e il dottore vi gettò sopra un cuscino del sofà. Fuori, nell'aia, egli poteva vedere Les accucciato nella slitta, con la faccia rossa tra il pelo nero delle pellicce. Sam si contorse sul letto. Le sue mani si aprirono, poi si richiusero. Dalla stanza accanto continuava a venire il borbottlo della voce di Nan. , Ho pur cercato di salvarlo ... Gli avc·..-o ben detto di non uscire senza la pelliccia•. La voce si riempì di amarezza. • Forse è Dio che lo vuole ... Per castigarlo di non a venni dato ascolto! Sono una buona donna, io. Chiunque qua intorno può dirlo. Sono stata una martire, con lui!•· li dottor \Vallace si alzò ed entrò in cucina. Voleva dire a Nan che smettesse di parlare. Sam stava morendo. Ma appena fu in cucina, si udì la voce di 5am alzarsi rauca in un gemito, poi un rantolo. Il dottore rabbrividì. Nan lasciò andare il ricevitore e si voltò. Ma subito si riattaccò all'apparecchio, si mise ad urlare: • Sam è morto, Sam è morto ... Proprio in questo momento!•. Il ricevitore le cadde di mano, ed essa rimase in mezzo alla stanza, con un filo di bava che le pendeva dalle labbra. Aspre parole nasali continuarono a sgorgare dal ricevitore. Poi si estinsero, e si udì solo il vento che fischiava tra le cime dei pinastri, e il cavallo che batteva con gli zoccoli il terreno ghiacciato. Nan si asciugò il filo di bava. ALFRED MORANG (Trad. di Elio Vitton·ni) nero .•.• ,, ....che Il casovi ha fatto scorgere sul , ;~~t~~ :~-~~!é~:~rta~~~~:1Jt~: 1f!i~~s:;; bocca:E' purtroppola minacciadi unmalannochedovetesventare. E' l'inizio del- ' lo sviluppodi una carie che Intaccando chimicamente e progressivamente lo smallo del dente puòarrivare sino alla distruzionedella coronadentale.Prevenite ln tempol'azionedella carie, curate f vostri denti e le vostre gengive scegliendofra i tanti un dentifriciodi vera fiducia.Preferite sempre la PASTA DENTIFRICIA ERBA GIVIEMME La Pasta dentifricia Erba Gfviemme schiude la bocca •1 sorriso. Il MARHDI 7 DICEMBRE Ten-à riprua la pubbliauiou a di■peuae sett.lmana11 dJ iodici pagine l'na della STOROIHARISORGIM[N [ DHL'UNITA' D'ITAllA di CESARE BPELLANZON Kan.edl 7 d!.oembrttronre~ in Ttudlta a ce11t. 70 111 11ti. le 6dicole la dilptn• 1a N, 200. t l'opera mo1111m111lad1ella COLLEZIONE STORICA ILLUSTRARTIIAIOLI LA GATTA IN AMORE - e,,..,.rl', "'i•v1IJ I. t•II• 1;Jt• •"• t•lli•• J;.,,,,. r pr11f11..,,.t•, ::-;,.,:':·;:,:.,. ::,.7 ~";",.t;;:~ù;~~ L. 11i't•,.,,,,._•.,.,11,1,,11• ,. u11po, 11) p111J1,,ul•r ,I; I•"'" ,',, l••fll "" topo. H11, l"'"'• •.,,,," ""'".fiJ,,,,,.,,. ,.,. ,,,,,,. J11po ,.,, po' ..,' 1,.,,,,0 ,,.;;,.; ""i, 11/u.,r,u, i w1lri ;,,,,•, ..,or•li .,i' li ,,,.c,.•,.,,.,;,,,; p,r 1. 11i't•. Cr,t", ,,,, u1rrlo •"""• r, u /11 Jiu, 'lii J111,rrJ .,., u11litJlr•rro1titr. -Sc1rrto "IJ" •r ,,•;, r",.,,,,. .,;., ,i,pmr ,. r1111;,,. prof,.,.,.,. ..,. r') il •S•p.,•r ,,11.11,. 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