GLAIVARIATI 9T"~ A UN PO' DI MESI stanno ~ facendo il Riro dei cinemato• ~ grafi americani due film che, venti anni fa, avrebbero scatenato un p,}tifcrio e che, invece, se si eccettua• no le deboli e fom1ali proteste delle censure degli Stati quaccheri della :"J"uovaInghilterra, stanno avendo una carriera di ordinaria amministrazione. Sono due drammoni a tesi che puzzano di scuola positiva lontano un miglio, • e ne rievocano i problemi e il pathos così caratteristico, né pi\1 né meno di un atlante di Lolllbroso. S'intitolano uno Damaged lives e l'altro Damaged goods, che sarebbe come dire e: Esseri a.variati :. ; in essi è infatti drammatizzata una questione clinica che oggi è di dominio pubblico, ma che solo una tr'entina di anni fa era indelicato e scandaloso semplicemente nominare fra persone educate : quella delle malattie veneree. Dietro Damaged goods, c'è un testo1 ai suoi tempi abbastanza famoso, quello del dramma di Eugenio Brieux dal quale il film è stato ricavato con gli opportuni a~~iomamcnti: Les auariés. Gli spettatori, che hanno assistito con emozione relativa alla proiezione del film, troverebbero una certa difficoltà a convincersi che più di un quarto di secolo addietro si dovette vincere un'opposizione violenta 1 quando Varii tentativi furono fatti per rappresentare il lavoro a Parigi, a Londra e a New York, Questo onesto e modesto epigono degli Spettri di lbsen fu infatti proibito a Parigi per anni, fu dato a Londra soltanto in rappresentazioni private, e non arrivò a New York che nel 1913, quando il sindaco di allora, un uomo ossessionato dalle descrizioni apocalittiche che la letteratura positivista faceva delle malattie sessuali, mise il dramma sotto la sua protezione. Oggi Eugenio Brieux è un autore appena nommato nelle storie letterarie e la critica moderna non esita a farne giustizia sommaria: e Teatro che ha fatto troppo bene>, scrive Thibaudet, « perché se ne possa d.ir male, e del quale non resta nulla di cui si possa pensare né bene né male > · ma a quei tempi un Brieux passava p;r un atleta del pensiero so, ciale e il suo teatro si chiamava teatro d'idee o di combattimento. Il primo paese in cui le ::iutorità si convinsero, in seguito ad articoli e conferenze di scienziati, di universitari e persino di C<'-Clesiasticic,he il dramma agitava un problema di utili~à pubblica, fu il Be~- gio. Segul la Svizzera e, solo dopo 11 loro esempio, a Parigi si decisero a concedere il nulla osta. A New York, Richard Bennet, uno degli attori più Coraggiosi e spregit1dicatl dell'epoca, d,,.,ette sudare sette camicie prima di convincere il proprietario di uno dei maggiori teatri ad ospitare la compagnia che egli aveva messo su apposta 1 e che manteneva a sue spese da più di dieci mesi. Ma anche per mettere insieme gli interpreti aveva dovuto faticare e sfiatarsi per settimane. Nessun attore voleva apparire davanti al pubblico nella parte di un sifilitico e, peggio, di uno che. trasi:netu:va un male così scandaloso at suoi can, dopo averlo preso chi sa dove. Ma Bennet si era buttato in questa faccenda con lo spirito di un crociato. Convinse gli attori, li en~usi~!)mò delle parti, ma, non e~ndo nusc1to a co_nvincerc e a entusiasmare alcun proprietario di teatro - tutti temevano le reazioni del pubblico e della polizia - egli cambiò tattica, e· c<;>minciòa, imbastire il lavoro davanti a organizzazioni e privati che avevano a c4ore l'igiene sociale e il pubblico benessere. Nel frattempo, una violenta campagna di stampa, contro il progetto di Bennet, bi scatenava sui più grossi 011ani della metropoli. « Nessuna ospitahtà a un dramma cupo e libertino che minaccia di insozzare gli animi e di corrompere la morale dei newyorkesi >, scriveva il giornale più importante della città, in quei giorni. Ma quando tutto sembrava compromesso, Bennet trovò .due alleati fortissimi nelle persone d, Federico Robcrtson un'autorità somma nel mondo scientifico americano, e del sindaco di New York, William J. Gaynor. Ottenuto l'assenso ufficiale, Bennet ebbe partita vinta, e il 14 marzo 1913 Les auariés tradotto Damaged goods1 fu rappr~ntato al Fulton Theat~, in u~~ serata sperimentale e sotto gh au~p1c1 della Grande Riuista Medica diretta dal dottor Robertson. Il giorno dopo l_as~a!flpa. si divise i~ due campi. Alcuni cnuc~ dissero che s1 trattava di un lavoro d, una potenza tremenda e di un &ignificato immen~, che tutti i teatri del paese avevano 11 dovere di rappresentare; erano i critici che passavano per essere i più intelligenti e moderni. I critici che av~va~o la fama di codini e di conscrvaton, dissero che il lavoro era un pamphlet medico, un sermone clinico, che poco a".e• va da spartire col te_atr? vere_>e proprio. Furono insultati dai g1ova01 che h accusarono di grettezza e di rr:iiopia, ma erano essi che avevano ragione. Nessuno tuttavia condannò il dramma da un punto di vi~ta morule: La reazione del pu bbhco fu pronta e fa\'orcvoll". Il drarnm.1 entro nd pro- .. gramma ree:olare del Fulton Theatre e tenne il cartellone fino all'estate. Bennet ricevette migliaia di lettere da parte di medici ed educatori, che approvarono Damaged goods come dramma e come sennone. Nell'autunno successivo il lavoro prese la via della provincia 'americana e vi girò trionfalmente per due anni, dopo di che ritornò a New York, dove il successo di due anni prima si rinnovò. Londra non potè \'edere Les avariés prima del febbraio 1914, e solo in una recita per inviti al « Piccolo Teatro >, sotto gli auspici. della « s.ocietà ~eg!i Autori lmpresan >, una ditta cost1tu1tasi apposta per metter su questo spettacolo. E i censori inglesi si rassegnarono a chiudere un occhio, solo perché un gruppo di scrittori, capeggiato da Shaw, fece capire chiaro e tondo c~e la cosa poteva finir male se le autontà non si decidevano a togliere il ridicolo divieto. Gli articoli di Shaw in quell'occasione sono fra i più caustici e divertenti che egli abbia mai scritt_o in difesa di una causa sballata. Entusiasta di Brieux, egli ebbe parole di un sarcasmo sublime contro l'ipocrisia britan• nica, responsabile del bando a « un autore che, nel dramma, sorpassava Sofocle dell'Edipo Re, e che era scn1.a paragone il più grande scrittore di teatro che la Francia avesse prodotto dopo Molièrc >. In Italia, il dramma fu rappresentato da Alfredo De Sanctis. Nel 1914, Damaged goods fu portat~ per la prima volta sullo schermo e 1 critici innalzarono alle stelle autore e produttori per il loro coraggio, e indicarono al pubblico come un dovere la visione del film. Sembrano cronache antidiluviane. In questi ultimi anni,. la v<?lga.ri~zazione fatta attraverso g,ornah, r1v1ste, e persino la radio, delle <;JU:sti~ni.relative alle malattie sessuali, e riuscita a sdrammatizzare questo problema che i nostri padri discutevano ra?brividend<? nei fumoirs e nelle salette riservate de, circoli. Cosicché non c'è da meravigliarsi affatto se la ripresa del dramma di Bricux sulle scene di New York, tre o quattro mesi or sono, sia stata accolta freddamente, da un pubblic.o svogliato e poco disposto a prendere sul scrio le sparate dei protagonisti su una faccenda di cui parlano ormai, senza arrossire, anche le girl.s delle scuole di ballo, fra una lezione e l'altra, e le ragazze della buona società, durante le loro cocktail parties. · I produttori del film sono stati più furbi, Hanno preso del dramma soltanto lo spunto, e vi hanno ricamato attorno il solito romanzetto d'amore. Cosicché, a un dato punto, lo spettatore si dimentica del problema sociale per interessarsi soltanto dei guai privati del ménage di Margie e George. George è il marito di Margie. Ha corso la cavallina da scapolo e, senza saperlo, è stato infettato. Infetta la mo~lie, e la figlia che nasce dalla loro unione sconta, senza colpa, la leggerezza del genitore. Sullo sfondo1 predica, consiglia, rampogna e stigmatizza l'imprudenza del giovanotto, un medico un po' scocciatore come tutti quelli che dicono cose giuste ma che non dicono altro che cose giuste. Tanto è vero che la trae:ka conclusione del film appare un po' l'effetto delle iettatorie geremiadi di questo dottor Walker. Il dramma è stato ridotto per lo schermo da Upton Sinclair, il noto scrittore socialista americano, che è sempre presente quando si tratta di mettere. le mani in roba del genere. Damaged lwes è più serio1 più scientifico, più propagandistico, e nella storia è inserita anche la conferenza di un medico con diagrammi e pezzi documentari; ma Damaged goods è più emozionante e patetico, Su$1i ingressi dei cinematografi, dove I due film si proiettano, grosse scritte av-,ertono che si tratta di pellicole vietate' ai minori di 16 anni. E un giornalista, nel riferire alcune reazioni del pubblico a queste singolari proiezioni, riporta anche la battuta di un ragazzo che, avendo letto il divieto, rivolto a un compagno : « E chi ci vuol andare! > gli diceva: « ho sentito dire che si tratta di roba da ospedali: figuriamoci che barba! >. A. D. •~AMt:RINI ha un'esperienza di ..;~ regista molto lunga, ma dal suo primo film Ki!J Tebbi, diretto t,c non erriamo undici anni fa, ad oggi, non si può dire che abbia mutato nclVispirazione e negli intendimenti. Tra i direttori italiani, così pochi e così incerti, egli è senza dubbio il più sicuro e prudente. t difficile che s'avventuri in un'impresa superiore o diversa dal suo tempe.ramento, e, quand'anche ci si prova, riesce a risolvere ogni ostacolo in un linguaggio piano e senza strappi, che sfugge l'enfasi e si mantiene in un'aria discreta e familiare. Veramente, molto spcsso1 a ve, dere i lavori di Camerini, ci s'indispettisce un po' nel notare quella sua timidezza eccessiva, e quel circospetto pudore di chi si attiene al certo per paura dell'incerto. I suoi personaggi s'assomigliano tutti, anche se le situazioni cambiano. Per lo più, si tratta di giovani poveri che s'innamorano di fanciulle ricche, o di giovani ricchi che s'innamorano di fanciulle povere; e, in genere, il giovane, ricco o povero che sia, finisce sempre per sposare la fanciulla amata. Si adombra, in queste situazioni, una specie di satira di certi ambienti, e vi s'oppone la vita semplice e tranquina di personaggi umili a quella pericolosa e fatua di altri più fortunati. Una satira molto lieve, che quasi chiede scusa di essere qua e là trop• po mordente; in fondo, ricchi e umili son fatti della stessa pasta, e appaiono tutti sentimentali e nostalgici, e più che i loro vizi, abitudini e sentimenti, è il caso che determina le azioni. t un piccolo incidente, un incontro, un'istantanea ribellione. che produce di solito i mutamenti più gravi di questi perso, naggi senza grandi passioni. Da quel momento in poi, tutto procede con una meccanica puntualità, fino in fondo, fino cioè al matrimonio dei protagonisti. Le eroine sono fanciulle dimesse e virtuose, continuamente a disagio in situazioni che solo per un attimo fanno stare in pena una platea di candidi spettatori. Potremmo ritrovarle in mo). ti romanzi ameni, dove gli avvenimenti in fondo non producono che tempeste in un bicchier d'acqua. Ma in Camerini c'è qualcosa di più, Non ironia intransigente, ma il gusto e il compiaci• mento di chi ama i propri personaggi, descrivendone, senza drammatizzare, le piccole inquietudini. Si comprende come questo suo dono di rappresentare con vivacità un ambiente che tanto l>ene conosce e che è caro alla sua fantas,a, trovi la simpatia di un pubblico che vi si riconosce. Nel Signor NIax è narrata la storia di un giomalaio che, ambizioso di vivere nell'ambiente dei «signori>, riesce finalmente a penetrarvi. Ma presto s'annoia di quella società e finisce per da.r retta ai suoi veri sentimenti e abitudim, e sposa una piccola cameriera. L'ambiente del « gran mondo>, benché tante volte descritto in film italiani e stranieri, si prestava senza dubbio alla satira. Come il solito, Camerini s'è contentato d'una descrizione in tono minore. J vizi degli aristocratici consi~tono soltanto, sembra dirci Camerini, nel giocare a bridge1 nel ricordare con troppa precisione le parentele di coloro che appartengono al «giro>, nel <lire qualche bugia, nell'essere leggenn..!.nte nevrastenici 1 e così via. E:. una descrizione insomma abbastanza generica come, d'altra parte, è generica la descrizione dell'altro ambiente, quello delb povera gente, che, a confronto degli aristocratici, dovrebb'avere affetti disinteressati e sicuri. Il traviamento del giornalaio, dietro una donna d'una classe sociale più alta, resta soltanto un pretesto per certe avventure comiche: serve a far scattare qualche meccanismo prcmeditato 1 e niente più. Naturalmente, dentro i limiti che Ca. merini si pone volentieri, il racconto scorre gradevolmente. La sua abilità maggiore consiste nel riempire i vuoti d'un intreccio di cui già da principio si prevede lo scioglimento. Lo scopo maggiore del regista, di divertire tranquillamente il suo pubblico affezionato, è ogni volta raggiunto: anche questa volta nel Signor Max, ch'è nel suo com. plesso un'opera graziosa, dove qualcuno degli attori recita con più naturalezza del solito. Dell'attore De Sica, una ragazza che sedeva vicino a noi diceva che e recita meglio quando è arrabbiato, che non quàndo è sentimentale». L'attrice Assia Noris sembra fatta su misura per i film di Camerini : facilità a piangere e a 1>orridere, a sorridere specialmente appena ha finito di piangere. C'è poi una bambina, di cui pur, troppo non ricordiamo il nome, che, con una recitaUone piena di malizia e affettazione, è molto piaciuta al pub• blico, e anche a noi. Appare con i capelli sciolti e le gambe nude, e la sua voce è abbastanza infantile. Soltanto, la figura piuttosto membruta e prospe• rosa lascia un po' turbati e alquanto incerti sulla vera età di quella tenera bambina. ADOLFO}[EBJOU E SUA .MOGLIE, VERREE TEASDALE, MENTRE PIRKJ.NO L'J.TTO Dt ADOZIONEDI UN BlKBO DI 18 lfE8I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==