Omnibus - anno I - n. 34 - 20 novembre 1937

{f~,OCHI UOMINI politici sono ~ 3tati serviti da un film come lo è stato Fiorello La Guardia d,11 numero di ottobre del pili popolare e vivace fra i giornali americani d'attualità, .\ilarch o/ time (La marcia del tempo). Tutti, anche i partigiani, 3ono concordi nel riconoscere che se non proprio l'elezione a sindaco' di '.'Jcw York, indubbiamente le spctt.1colo~ proporzioni della sua vittoria 'ÙOO dovute a quel documentario, uno d~i pezzi ~iù sorprendenti di suggc1;11onc e d1 propaganda che si siano mai visti, nel quale gli autori sono riu- ..citi <t drammatizzare un.1 materia fra le meno drammafrnabili del mondo: l'amministrazione comunale 3ja pure di una grande città come New York, J quattro anni di regno di Fiorello La Gu.irdia sono passati in sintesi e scorci halenanti e apocalittici d.wanti agli occhi delle candide cd ('ffiOtion,tbili p~,ltc<' nu~>Vayorchcsi. I partigiani di F,orcllo s1 sono raffor-Lati nella loro fede, i dubbiosi si sono finalmente dcci~i, <' molti .wversari hanno vi~to v..1- •:ill,lre il loro convincimento. A un certo punto, persino un Fio. rcllo La Guardia poco più che ven• te.nnc è apparso sullo schermo; un F1orcllo La Guardia più snello, più romantico e frc~co; lo si è visto, è ve• ro, qua1;i sempre di spalla, con i tr.ltti del volto sfocati e vaghi, ma a 11.cssuno t' p:b"•:atoper la mente che quello non fos.sc proprio lui, Fiorello, e che ~i trat• 1.. ts~e invece di una controfigura. L'episodio del film è di quelli che, M: un giorno La Guardia divent .. 1, come alcuni cominciano a pc-nsarc, Presidente de- ~li Stati Uniti, ha tutte le probabilità di finire sui libri di lettura delle scuole dtll'Uuione. Come è noto, La Guardia t·bbc, nella sua CSÌ'ìtenza,inizi a~sai du. ri. Avendo perduto in tenera età il paclrt. dovette lottare lunganwnt(• con. tro l'<1vvcrsa fortuna prima di ottenere un posticino al consolato americano di Fiume, dove gli fu affidato l'inca. neo di controllare gli emigranti. Er.1110quelli i tempi più neri dcll'c• migrazione e il SCll'-'> òi umanità di Fiorello - ')0110 le didascalie che parlano - gli alienarono immccli,uamcn• te: le buone grazie delle autorità, le qu<di non vedevano negli cmigrarui che u,1.1merce senza valore. Un ultimo gesto d'intransigcnz., del ~iov.ine Fiorello mise fine a una si• tuazione già abba~tan1a tesa. Un'Mci• duchessa austriaca, di pa~~aggio per Fiume, fu presa dalla curio~ità di assi- ~tere ;• un imbarco di emigranti: spct· lacc.o che le era stato raccomand.Ho ome oltremodo pittoresco. e Ma non ci sono p.1rtcnzc prima di una setti• man.t >, obiettò La Guardia quando glr fu comunicato il de)iderio dell'ar• l'iduchc1;,,;.l.e Non importa•, gli fu ri- '!>OSto; « poiché il piro)cafo è già in porto, ìmbarchcremo gli emigranti og· ~i :,tcsw >. « E i d~graziati debbono rimanere stivati a bordo sette giorni . di più? Come se non fosse già un sup• plizio sufficiente la durata normJIC delJ.1 tra,.,cr<1ata.!.. Ebbene, no. Io mi op• pongo». L'imbarco ebbe luogo soltan• to all,t data fis.:.ata, l'arciduchc~sa fu dclusJ, l' Fiorello fu m,mdato a ~pas~. Conclu,,ione: un uragano di battimani ,. di e evviva Fiorello> qu.rndo l'epi• ,odio è passato sullo schermo. Abbiamo parlato della 'ìCric documentaria del J\1arch o/ time come del. la più vivace e originale istituzione del genere cshtentc· in America e nel mondo. r, un ,i:dornalc prc~~hé men. ,ile: esce una volta ogni quattro setti• mane, e cioè tredici volte all'anno. Ciò che rende unico questo giornale inem,uografico, fra le centinaia esi• ,tc-nti. è il criterio con cui )i pone di lronte all'avvenimento. Gli altri gior• n,tli si occupano dei fatti e dei misfat• u del mondo quando c~si si sono già \'(·rifìcati. Il ,\Jarch o/ lime molto 5pes. ,o, quando il fattaccio scoppia e gli operatori di tutto il mondo si scara• H'ntano sul posto, ha già migliaia di ·11<.·tridi pellicola sull'argomento. Come fa? E: tutt.1 quc~tionc di fiuto. ,\lcunc fra le più vecchie volpi delle r<•cfazioni americane MJnO)t,tte rcdu. tate da Louis Dc Rochcmont, il pro• du1tore di questo giornale cincmatO• ~rafico, e costituiscono ~Htu.tlmente il eorpo redazionale del .March o/ time. f.J teoria, del resto lapali..siana, di Rochemont è la seguente. Dietro ogni ,av- \'(:nimcnto c'è una storia. Una ri\'olu· none, l'abdicazione di un re, una gucrr<.,,una giomat.\ n<.·ra in bo~a, la na- " it.t di un crede in una c;io;aregnante, ,I l.rncio di una nuova moda, ecc., non ,ono fatti mir,,colo-.i improvvisi e irnpn:\'edib:li. li più delle \'Oh-: es'>iS01JO ~t..-ti preceduti da grandi o piccoli se• gni che .\ una persona di buon na'-O non ,arcbbc difficile interpretan: nel giusto senso, quando si verificano. « Se io>, così ragiona Rochemont, « ag• giungo al mio fiuto, quasi sempre infallibile, quello di persone abituate a leggere nei segni premonitori, arriverò sul posto quasi sempre in anticipo di almeno un mese sugli !\Itri >. Ecco co• m'è nato il giornale March of time. I redattori leggono, o meglio leggono fra le righe delle notizie, e poi riferiscono al gran rapporto redazionale dove le rebzioni di ognuno di essi sono vagliate e criticate spietatamente. Alla fine, Rochcmont decide, fra tutte queste po• tenziali rivoluzioni, potenziali scioperi generali e guerre potenziali, la rivolu• .t.ione, lo sciopero o la guerra più pro• bibilmente vicina e, dopo aver abboztato insieme ai suoi uomini uno schema drammatico di sceneggiatura, spe• di!)Cesul posto col mezzo più rapido a disposizione la troupe degli operatori. Molte volte, quando gli operatori arrivano sul teatro delle operazioni, l'atmosfera è tranquilla e niente fa prevedere che di lì a poco potrebbero accadere cose memorabili. Ma essi non ,i scoraggiano : girano metri su metri d1 pellicola, seguendo la traccia della )CtneggiaturJ; e, man m<tno che girano, spediscono a New York. Partico• lari scialbi e insignificanti per chiun• quc, e che rimarrebbero scialbi e insignificanti qualora ),1 rivoluzione non -.coppi~tsliC.,1cqui:,t.rno un rilievo e un ,;;1pore stupendi se poi la rivoluzione ,i decide a \coppiare. Spe~:,,0~1ccade che le primt• riprc,l:', BU8TEB l:EAT011, LOUIBE O.i.llPBELL E JOHlf BARBYllOBE LUISE BJ.IMER E EADIE .i.DJ.lf:8 DURANTE LE PROVE DELLA 110RANDE OITTÀ" spedite daglj operatori al quartier ge• nerale, suggeriscono ai redattori del giornale nuove idee e impensati svi• luppi: allora la sceneggiatura è modi. ficata, o addirittura trasformata di sana pianta, e le trasformazioni sono in fretta e furia spedite agli operatori perché si regolino in conseguenza. li lavoro degli operatori dura generai• mente un paio di settimane, dopo di che ha inizio l'operazione più delicata e importante: quella del montaggio e del taglio del materiale girato. Dipcn• dono, infatti, da questo lavoro la drammaticità e l'interesse dcll'avveni• mento filmato. Specialmente quando il fattaccio non si è verificato nelle proporzioni che dapprima prometteva, è affidata alla sola abilità e all'intelligente malafede dei montatori la drammaticità di scene che, presentate no• dc e crude, non direbbero il resto di niente. Come ,si è deuo 1 il giornale è proiettato ogni quattro settimane. Il giorno stesso in cui il film è messo in giro, si tiene il gran rapporto redazio• nale per butt,ue le basi del prossimo. « Abbiamo quattro settirQane di tempo innanzi a noi >, è Rochemont che par• la, e e in qu,Htro settimane è impossi• bile che non a,,, enga alcunché di curioso e d'ir.teressant: nel mondo. L'im. portante è di prevederlo, di sentire nel• 1'.1ria l'odore della polvere prima che la bomb,1 scoppi >. Ogni numero della .\Jarcla dtl umpo (-. lungo, in media, seicento metri e tr.1tt..1 generalmente i tre Mgornenti tradizionali di ogni giornale che si ri• spetti: un avvenimento internazionale, un fattaccio o un problema nazionale, e un argomento più leggero o, come si dice, di varietà. Nel numero di Ot• tobre, per esempio, oltre al pezzo spettacoloso sull'amministrazione La Guar• dia, ce n'era uno sul mercato dei rottami di ferro: argomento di palpitante attualità da quando le grandi potenze hanno annunziato i colossali pro• grammi d'armamento che tutti sanno, e un altro sul servizio segreto degli Stati Uniti. Rochemont, il produttore e fond;\tO• re del giornale, proviene anch'egli dai magnifici quadri degli operatori americani d'attualità, il cui romanw di gesta non è stato ancora scritto. Si dic<' che la passione del giornali:-.1110 la si porta nel )>,\llguefin dalla nascita. Che co~a dire della passione del gior• nalismo cinematografico? Continua• mente in groppa alle nuvole e agli oceani, con un., scatola e un treppie• dc a tracolla, alla ricerca del M:mprc pili difficjlc e j>(!ricoloso,e con la pro• babilità di non fare in tempo a vedere un J>C.t.ZcOhe ~i è gir.1to! Eppure, il reporter cinematografico ama questo mesticraccio più del suo occhio destro. Rochemont era ufficiale di marina quando gli si svegliò in petto la voca- ,,jone; si dimise, e cominciò a girare il mondo al ~crvizio dell.t « Tntemation.11 Ntwsretl > ~ poi della « Fox :., finché un bel giorno gli balenò l'idea del· la ,\.-farcia del tempo, e con ere aiu• tanti mise mano all'opera. Oggi la re• dazione del giornale è composta di una settantina di persone, compresi gli O· pcratori, e ogni numero del March o/ time è proiettato in non meno di undicimila sale, in tutto il mondo. Naturalmente il quartier generale di New York è sorvcgliatissimo1 perché è considerato un po' il termometro gior• nalistico della metropoli americana. Quando gli operatori della J\1arcia del tempo si mettono i11 moto, si :,a che qUalcosa di grosso sta per accadere in una delle cinque parti del mondo ; n:ia gli operatori sono uomini furbi, non soltanto nel loro mestiere, e il più delle volte riescono a sconcerta• re tutti i piani degli avversari e a far perdere le loro tracce. Intanto, parto· no quasi sempre di sabato e, quindi, non si sa se vanno a passare il week• e,ld sui grandi laghi, o a riprendere le prime scene di uno sciopero di mi• natori nel Galles o di un gro~ mo• vimcnto di vendite alla bor~a dei dia• manti di Amsterdam. Il biglietto che essi prendono ;dia stazione non indica n~lla. Una, due, tre stazioni dopo, scendono dal treno; un'automobile. talvolta un aeroplano, li aspetta, già carico di pellicola e di tuuo il m.1te• ri;tle per la ripresa, e di Il a poco l'uo• mo o ~li uomini dell.:t J\faràa dd tempo filano a tutto vapore vcr~ i luoghi che il destino &iprepara a vi'iit.lrc. A. D. ( NlJOl'I FILAI ) e,~ UALCHE ANNO FA, a Parigi, ci \V . capi1b di assisiere a un < Festival ' Pabs1 >, cioè a una serata in onore dd 1cg1S1a tedesco, nella quale gli invi• 1a1i, pagando na1uralmcnte il biglietto d'insreuo, potevano vedere alcuni brani di \'CC· chic pellicolc di Pabs1, ohrc l'intero film L'opera dei quattro soldi. Insomma, una specie di aniologia di Pabsi, come si (a per i poeti e i narra1ori. A ogni brano comparso sullo schermo, sue~ cedeva qualche momento di interruzione, durante il quale la gente applaudiva di• scre1amcn1e e e si scambiava le idee :t. t brani scelti eran senz'altro molto belli: s'incominciava con alcune scene di La stra da un(a 1iofo, film sulla pros1ituzionc, po, ahrc ne venivano di Lulù, Crì.si, Il diarie. di una donna perduta, e si tiniva con l q1,1altro fanti. Di quut'ultimo ricordiamo, come l'avessimo vi51a ieri, la $Cena ddl'im• provvisa pazzia di un soldato, che, tnsci• nato via attraveno le corsie d'un ospedale di guerra, si dibauc e urla come un vi1cllo scannato: cen10 metri di pellicola di una violenza e d'una \'Crità da lasciare scn• za respiro. In definitiva, quella specie di antologia ci (ccc pensare di Pabu le cose migliori: C\•idcn1i erano le sue in1cn:r:ìoni rli servirsi del cinema come urumento di propaganda sociale: precise e documentate erano le sue descrizioni di costumi. Quei primi film di Pabst appartene\ ano al periodo che potrebbe chiamarsi la pubertà del cinema tedesco. Della pubenà avevano il senso morboso cd esaltato, l'indolenza fantasiica e ribelle, e insieme quel misterioso aspetto di precoce vecchiaia che si ri• Kontra nelle prime manifestazioni d'un'artc g'iovane. Ci aspettavamo di vedere ne l'opera dei quallro joldi oualcosa che ci asciasse a). trc1tan10 soddisfatti; invece, a ~pettacolo fi. ni10, nonosian1c gli applausi di qualche gio, anc intellettuale, cc ne andammo u,, po' delusi, con molti dubbi, seppure co:-: qualche ammirazione.~ Il film c'era parso 11ranamcn1c frammeniario e ineguale. Vi erano momenti di grande intensità, cd ahri fiacrhi e inespressivi. Nell'insieme, l'opc ra t'ra slegata, monotona e grave. Queste. stesse impressioni si son rip(;tu1c ogni vol• ta che ci siamo 1rovati dinanii a una nuo va opera di Pabsi. Che cosa rimane dei suoi rccen1i film, se non qualche cpisodiò bel• liuimo e staccaio? Se si (a ccccUone dcli ... T,a1ed1a della miniera, ch'è tutt'oggi ì1 capolavoro del regista 1edcsco, e che, ne, suo complesso, può dirsi l'u111co film intc ramen1c riuscito e coerente, di tutti gh J.ltri appcm• un personaggio ri1,;ordiamu, "' un ambiente, una situazione, qualche gesto Di M ademoiselle Docleur siamo certi che tra breve non rammenteremo più nulla. Tra i 1an1i lavori di Pabst è senza dubbio il più debole. Forse il cinema americano ci ha un po' intossicati, ma a veder questa opera, dopo tant'altrc simili più svelte e sorprendenti, che ci vengono d'oltre occa• no, s'è provato una nuna impressione, come da\anti a qualcosa d'invecchiato e hlrc, mato. La stessa abilità 1ccnica del regista, le sue qualità di fo1ografo, quel suo 1e:i.li smo un po' pesante e ossessivo, ci riportavano dicci anni addietro, in un'epoca che ccrtamcnle è staia ira le midiori del cinema, ma che oggi, senz'altro, è finita. E non è a dire che, di 1anto in tanto, una ccrt.i nos1algia non ci prendesse, :l rivedere an• cora una volta quei \'icoli stn tti e bui, quei caffè fumosi, quei lampioni anocbbiati, quei personaggi massicci e 1roppo espressivi, che rc-scro celebre nel mondo il cinema tede, sc:o. Ma si lrattava di brevi momenti. Su b!to dopo il fas1idio e la stanchezza sopraggmng::vano . Forse, soltanto i:agioni commerciali hanno costretto Pabu a effettuare un film co• me Madtmoisellt Docttur. Tutti i perso naggi, le avve111ure e gli ambienti, che hanno fat10 impallidire d'emozione e d'at• lesa le platee da \'Cnt'anni a questa parte, sembravano riuniti. Saremmo piu~tosto impacciati se dovessimo narrare la viccnd:. del film. Probabilmente ci accadrebbe d1 confondcr1• la storia di Mademoi~lle Doc, teur, celebre spia tedesca, con quella magari di ~fata Hari, o di altre mistcrios< avventuriere, 8. 29, o X 47, di cui il c1 nema ci ha r.11.ccontato gli eroismi, gli inganni e la (ucilazionc finale. Sohanto, ram mentiamo che quella volta la protagonista scampa alla morie, ma non ~r cib il suo destino è di diven1ar sposa e madre, comt' qualsiasi altn donna. La sventurata fin: scc pazza e smemorata in un ospedale svizzero. La sorte delle spie è sempre spa ventosa. Per il resto, tutto va secondo le aspettative: tr.:1 spie e controspie, levantini e di plomatici, telefoni controllati, alberghi equi ,·oci, bombardamenti aerei, fughe in automobile, documcn1i rubali, difficile era nor tanto interessarti, quanto rinvenirsi. Pc1 conto nos1ro, fino all'ultimo, siamo rimast Ìl'lcerti se un personaggio fosse una spi tedesca, o francese, o bulgara. E non era.va• mo soli in questo imbatazzo. Picrre Blanchar ha recitato la parte dt"l la spia con le stcuc intonazioni di voce sguardi allucinati e sorrisi sterili del Ra skolniko( di Delitto e ,a$ti10, del Mattia d Il fu :Hattia Pascal e del magistraio fran c,esc di Il ,olpwolt. Cli ahri attori appa, rivano tulli licvemen1e stonati cd eccessi vi: invano il regina cercava di addcnsan su di loro atmosfere cupe e ossessionan1= t. il destino singolare di tanti attori fran cc~i. La ragione sia nel fatto che i pii: pro ..(. 'ngono dal teatro, anzi da quel 1eatrr borghese che, per tradizione, s'attiene a cc1ti schemi scolas1id, a certe inflessioni c-an1ilene, pau,;e, riprese, che wn quasi di ,cn1ate ormai una convcniionc. t una rccit:uionc senta spon1ancità e senza inizia 1iva, a cui wno necessari una piccola pla1,- e spctta1ori attenlÌ e abituati. Portata 5ulh ~hNmo, questa rcci1a'l..;onc perde ogni cr firacia, e per t"Ht"rf' 1roppo espressiva, cu~ piena d'a\lu,;ioni e di segreti, distrae lo spct t,ttore e lo fuorvia dal naturale svolger della , iccnda. MARIO PANNUNZ!f

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