-.tu. per c.tlcolarc l'cner~ia che gli occorreva nell'usare la destra. 1 ma senza sforzarsi. Era facile leggere 11 suo pensiero. Con la sinistra portò le secchie alla coscia, un po' più in su, poi le lasciò ricadere. ~on potrt:tè riuscirci . gndò ,I piccolo signor :\11.oser.sventolandosi la faceta, eccitato. Le famiglie ride\ano. Poi sa fece silenzio. ChinatoM, afferrata con fenneua la barra d1 legno con la deii>tra, Mringendo le dua intorno al leiZno h.:v1gato, finch~ il suo pugno din:nne bianco, Harry cominciò a sollev,m!. Il suo polso era grosso come il polpacl'.io della mia gamba. LI.' secchie, salendo lcniamente, oscillavano d1 qua e d, là, sali- \aflO, su, fino alla cintura. al petto, al mento; po, precipitarono a terra con un tonfo. Verso la fine ddl'ascc::sa, Marry avev.t cominciato a tremare m tutto il (;0rpo, per lo sfor.to eccessivo. Levate un po· d1 sabbia dai secchi , motteggiò :.\-loser dal suo balcone; ma ii>Ua mo!(he, sporgendosi pericolosamente, non ave\·a occhi che per Harry O' Callahan. .-\ quelle parole Hany sorrise. Guardò in alto, gonfiandosi come un nuotatore mezzo morto dalla st.i.nchezza, c. quando M volse ve~o il nostro balcone, vidi la sua frontc imperlata. Si asciugò il !oudorc, e si chinò di nuovo sullt: secchie. L'amico Frank gh consigliò di non ritentare. :'\'on provare più •, disse Frank. Sci stanco, non ne vale la pena :\la Harry aveva già serrato tra le dita il manico d1 legno liscio della scopa, e ora le sue mascelle erano tutte d'un pe:tzo, la sua fine faccia irlandest" aveva un •spetto fiero, quasi stesse per lanciarsi dentro un edificio in fiamme per sakare la sua eroma. Lentamt.:nte, m1&urando attentamente la sua forza, ponò le secchie ai gmoc<.:hi. 31la cmtura, cun .i.ndo la spma dorsale man mano che le !.eCchie arrivavano all'altezza del petto. Andavano su, !&, !.U, mentr'cgli trema,a come una foglia al ,·emo; finché le secchie raggiunsero l'altezza del mento, del naii>0,degli occhi. Poi con un rauco grugnito, con una tremenda distorsione dei muscoli della faccia t: stringendo i denti. sollevò il pei:.o m aria, con una !>morfia da maniaco, tremando \'ÌOlenteml'ntc. :,,.;e1 cortile si fece un &1lenz10 impressionante. Dalle finestre degli alloggi, le luci a gas scendevano dalle cucine sulla scena 111 lunghe ~trisce di raggi gialli. :via appena le secchje ebbero fatto un <;alto in alto per quest'ultuno tremendo sforzo, sembrò che qualcosa si rompesse dentro i muscoli deUe spalle e delle gambe dell'uomo, e ~ubito egli perdette ogni forza. Le secchie piombarono a terra e Harry le seguì. Rimase a terra, contorcendosi e comprimendosi il lato destro. Su •un balcone qualcuno gridò, poì svenne. Gli uomini si precipitarono giù dalle '-icale e rialzarono Harry. Sembrava che ,i fosse rimesso del tutto e sorrideva debolmente per la vergogna, mentrc lo trasportavano in un appartamento. Tutti lo seguirono. Non è niente•, disse e si alzò poco dopo ... Non è niente, vi assicuro•. :Wa d giorno dopo, quando si fece visitare da un dottore, seppe che gli era venuta l'ernia. Il medico gli consigliò di farsi operare subit6, ma Harry non aveva denaro sufficiente; così si comperò un cinto e disse che non lo disturbava affatto. Il giorno seguente, tutto il fabbricato ne parlava. La gente guardava il nostro balcone e la zia si rifugiava in ca.sa. C'era qualcosa di ostile nei lpro sguardi. Di sera, quando gli uomini giocavano a p1utrelle, Harry sedeva sulle scale a guardare. Gli era stato vietàto ogni esercizio, e di piastrelle non c'era nemmeno da parlare. Sedeva in silenzio, e guardava le nuvole di polvere posarsi nel cortile. Una volta guardò su al nostro balcone, ma vide che zia Da1sy non c'era. Essa piangeva nella sua stanza, con la mamma seduta sul suo letto che cercava di consolarla. Era stata zia Daisy che aveva S<ridato ed era svenuta. Singhiozzava, dicendo alla mamma che ora non poteva più uscire sul balcone e mostrarsi ai vicini, che ~ilt non l'accompagnava più fuori, ed essa non poteva rimaner seduta nell'interno dell'appartamento caldissimo quando l'unico posto in cui soffiava un po' di brezza era il balcone. La mamma non rispondeva, ma capiva. Così, due giorni dopo, prendendo il coraggio a due mani, la mamma parlò al babbo del denaro che cr.t necessario alla sorella per il ritorno. Era preparata a lampi e tuoni, a sentire 11babbo gridare come un forsennato. Ma niente di tutto questo accadde. Entrò, calmo, nella sua camera da letto t: chiuse la porta dietro di sé. Quando · !\ent1vamo un rumore di stoffa strappata, \'Oleva dire che il babbo scuciva 11materasso per prendere 11 suo portafogli. Oopo alcuni minuu riapparve, porgendo 1I denaro alla mamma; chiese un ago e t:n pezzo d1 filo e ritornò nella sua stanza da letto e vi si rinchiuiioe di nuo,·o. A zia Da1sy, seduta nella sua camera,' venne consegnato il denaro dopo che il babbo ..e. ne fu andato. li jliorno dopo in casa tornò la calma. La zia Oa1sy ritornava a casa sua. La m&mma preparò una buona cena, ma si man!(IÒ poco. Prima d1 tornare in negozio, 11babbo disse arri\·ederci alla cognata e iioene andò mentre essa stava per ringra- ✓.iarlo per il biglietto ferro"iario. Sedeva d tavola con gli occhi rossi, guardando oltre di noi la finestra. Quando fu l'ora della partenza. cominciò a metter;si il cappello, il cappello dalle penne grige. S1 guardò allo specchio e, \ ed endosi il \ olto arrossato, si passò dell'altra cipria. In cucina, la mamma si asciugava e riasciugava le mani in un to\·agliolo senza saper cosa fare. Finalmente entrò nella stanza di strada; si dis- ~ero arrnederci baciandosi, e, quando le due teste si av,·icinarono, la testa grigia di mia madre e I neri capelli vibranti mezzo nascosti nd cappellino piumato, cominciai a sentire un prurito al naso e JlUardai fisso la maniglia luccicante dell'u-scio. La zia Da1sy c1 baciò tutti, cercando d1 frenare 1 ~inghiozzi. In un .mgolo della iiotanza piangeva mia sorella. Zia Da1sy ave\'a fimto; quando baciò Roi:.e, entrambe si misero a singhiozzare forte e ad abbracciarsi. La mamma si soffiò il naso leggermente, e finalmente disse con voce :.upplichcvole: Il treno parte frJ poco; bada a non perderlo ., Così ✓.ia Daisy s1 mosse. Si ...sciugò le guance con un fine fazzoletto d1 trina acquistato col denaro datole dalla mamma. :vl1lt l'aspctta,a alla porta. Allora Ben !r.1mise la giacca e il cappello, e disse che anche lui anda,·a alla stazione. Le valige sono pesanti, ne porterò una 10 Spalancarono la porta e portarono le ,·alige nell'anucamera. Zia Oa1sy \'Clll\'a dietro, quando, 1mpro\·v1sam,.,.nte, tornò nella stanza e strinse singhiozzando forte la mamma ii>UIpt:tto. La mamma, pian!{cndo anche lei, la rcspmsc dolcemcntè. Ora zia Oaisy era defin1ti\·amcntc pron• rn. Si asciugò gli occhi, e al.:ando lo sguardo m'indicò con un dito. Cosa hai visto? ;\li hai visto a piangere? SCOii>SeInergicamente 11 capo. Ecco! • gridò allegramente e il>egul di corsa i miei fratelli che s1,;ende,ano le scale. Potemmo sentire cantare g:uamente nell'atrio: Tra-la-la-la, tra-la.la-la! fin1,;hènon richiudemmo la porta. Pòi andammo alle fine~tre sul da\ant1, do, e potevamo vederl.i. camminare allegra per la strada, fra :\Jilt e Ben, iioaltdlamlo e volgendosi ora alruno ora all'al• tro, chiacchierando volubilmente. l•,ra fa. cile capire che le piacc\a cammmare fra due giovanotti. Entrarono nell'oscurità della strada. All'angolo della \'ia, :\-hlt do\cm: dirle qualcosa, perche dia si \'Oltò improvvisamente e ci salutò con la mano. :S-oi rispondemmo sapendo che non pote\'a \ e• derci. Mia sorella continuò ad agitare la mano, anche dopo ch'ebbero scantonato, mentre mio fratello più piccolo poggiava la fronte contro il vetro. I lampioni della strada si accesero, e gtù sull'asfalto si sentì uno sgocciolio: un vicmo stendeva la biancheria ad asciugare. Dio sa, Dio sa!•. La mamma ruppe 11silenzio, mentre mia sorella le corse incontro, piangendo, e le afferrò una mano. ALBERT HALPER (Traduzione di Ciooanni Flet:zn) ~ ·, \ FESTA si pote\'a dire terminata. ~ \folta gente rimaneva tuttavia nella piazza, e. 1 discorsi erano animati; 1 pili. eccitati facevano gesti larghi e goffi, pro\ocando risa sonore. I ragazzi correvano a gruppi e erano molto rumorosi. ~onno e nipote, seduti ~ulla soglia d'un uscio, guardavano quello spettacolo e ne erano lieti, a\·endo una ra!{ione propria d'esserlo: d1 tanto in tanto il \·ecchio toccava 11 sacco delle elemosine e sorrideva con soddisfazione. Improvvisamente, si udirono voci adirate e grida: m un angolo della piazza , i era un.t lite; e in breve tutto m giro vi fu grande disordme. Alzati, andiamo via , di:,se il vecchio afferrando il ragazzo per un braccio e i;;-ettdndos111 sacco sulle spalle. 11 vino fa il suo effetto. I fanno passato tutto 1I giorno sen_za fare n~lla e d\\'ertendosi, e dovrebbero ringraziarne il cielo: ooss1gnore, se non leticano, ~e non si battono, non sono soddisfatti •. S1 allontanarono lasciandosi dietro la confusione della piazza. Il vecchio aveva avuto mtenzione di passare la notte nel ,·illaggio, in qualche angolo nascosto, e le- , arsi all'alba per tornare a casa; ma ora pensava che era molto meglio andarsene, e non curava più la stanchezza. Passarono il ponte e si incamminarono per la strada maestra, perché alla scorciatoia, un sentiero erto e malagevole che avevano per-· corso la mattma, a quell'ora non c'era neanche da pensare. La strada si svolgeva serpeggiando nella valle come un nastro bianco, lungo un'ampia costa che ii>CCndcvaverso il fiume con un dolce pendio, fra vigne e ulive i. Di tanto m tanto s'mcontravano case solitarie. li vecchio era magro, nervoso, curvo come avesse le reni spezzate; camminava appoggiandosi con una mano al bastone e con l'altra alla spalla del nipote. Sciagurati! Anime dannate!• mormorava. E gli trc-mava la voce. Il ragazzo camminava in silenzio, senza curarSi dei suoi rammarichi che stimava mutili, parendogli naturale tutto ciò che accadeva. LORD BADEN POWELL, GENERALE DEI OlOVANJ ESPLORATORI INGLESI Il \ecchio snlliioe pre.:,to di lamcntMM. , parlò d'altro, fermandosi d1 tanto 1ll rnnto e scuotendo 11 nipote, come soleva fare quando d cammtno era lungo, per distrarlo dalla ~tancheua e dalla paur.i.. Nonno, formiamoci un poco: son() stanco , disse il ragazzo. < Sta zuto, e ascolta•. S'era messo a racconrnn.:c 1una d, <fJdlc favole i.:he dur.i.vano per tutta la Mrada nelle loro pcrci;;-rmaz1oni da un \"illaggio all'altro, e spesso all'arrivo rimanevano interrotte. La Mrada, che per un tratto s'era allontanata dal fiume deii>Cn\·endo una cur\'a, ora , 1 51 riaccosta\·a, e lo traversava nel punto dO\'C finiva la collina. :'\'dle bassure l'aria era fredda e umida, e il \ecchio rcspira\i.1 a fatica. Senza dir nulla, con la m.mo ._,ruidò d fanciullo \ erso un sentiero che i:.aliva sulla collina. S1 fermarono sol\'> gli ulivi, 11,·ccchiQ posò 11sacco e s, sdraiò m terra, e fece sedere il nipote accanto a !>é, Che bella notte! esdamò sollevando il viso scarno c.-barbuto. li cielo sembrava un'immcm.a pcri;.:ola carica di J.trappoli risplendenti. Si \ersò un po' di tabacco nel palmo della mano, ne prese un piz- .:ico, e annusò l'a\·anzo con delizia. Oggi la gente era buona -. !r.eguitò pcnsando all'ahbondantc elt:mo:,.ina; quando la gente ~ buona, è anche contenta. Anchc il dare è una ~odd15fa.iione •. Perché la geme non è! sempre buona? chiese 1\ ragazzo. Il vecchio sorrise. Come dire? rl!>pùii>C dopo aver annusato tutto il tabacco che aveva tra il pollice e l'indice. È d1ffic1lc spiegare.. Forse è impossibile che sia sempre buona Come sarebbe bello, !>e fosse 5c.-mpre buona! Troppo bello. Però credo che sia 1m• pOii>Sibilt>'.\.la gli uomini non hanno rnlpa se non sono sempre buoni. La natura e fatta di varietà: le stagioni si avvicendano, al tempo buono succede 11catti\·O Il \ ecch10 parlò un pezzo su questo tono, senza riuscire a persuadere il ragazzo, al quale non anda\·a a genio la sua indulgenza nel g,uJicare le azioni degli uomini. Quando 4uakhc contadmd ri• spondc,·a con ingitlrie alla richiesta di elemosina, il \'ecch10 èurva\'a 1! ~apo, ma lui ave\ a \·oglia d1 prenderla a sassate. Ho sete , disse. Anch'io , foce ce-0 1I, e<.:ch,o. l lo l'arsura. Se c1 fosse un contadino nei dintorni, gli chu,:d<:rcmmo un sorso d'a<;qua o un grappolo d'uva: non ce lo negherebbe. :vta non s, vede anima , i\a , sog- (,l:iunse gettando un'occhiata in giro. C'è una vigna a due passi da qui. Se andassi a prc.-ndere due grappoli d'u\·a? • propose il ragazzo sollev'.tndos1 a sedere. Per spengere la sete ... Il vecchio lo guardb, e istmt,vamente l'afferrò per una mano. • Lasciatemi •, msistè il ragazzo, cercando di liberare la mano. • Se \'edo il contadino glieli chiedo per l'anime del . purgatorio•· Ho paura •, mormorò il vecchio. E gli strinse più forte la mano. ..Ahi! Mi fate male 11, si lamentò il ragazzo. Il vecchio aprì lentamente la mano, esi• tando, come se desse la libenà a un uccellino. E seguì con lo sguardo il ragaz~o che andava verso la vigna. Giudizio, Nino!• gli disse piano. Stava in ascolto, facendo con la mano ala all'orecchio, se udiva un rumore o una voce; e ogni minuto che passava,,aumentava la sua ansietà. All'improvviso. udi uno strillo, poi altri strilli; stette attento; riconobbe la voce del nipote. Cercò d, alzarsi in piedi, ma le gambe gli si piegavano; s1 sollevò sulle ginocchia e chiamò: • Nino! O Nino!•· Poi si diede ad implorare pietà: Per amor di Dio, buon uomo. lasciatelo! Siamo povera JZCnte... Abbiate pietà! Lascia. telo, buon uomo! Picchiate me, se volete .. Lasciate l'innocente! lo sono colpevole... •· :\l'essono rispose. Il nipote non gridava più; ora tornava piangendo. Quando fu ,·acino, il vt:cchio gli prese le mani, e senti che tremava tutto; cercò di calmarlo. • T'ha b.1ttuto? T'ha fatto molto male? ~li chiedeva ansioiioo, palpandoglt il \ iso. Andiamo. Allontaniamoci da questo luogo Prese Il iioaCCeo SI IHO!r.Set,rascinando il ragazzo piangente, e \·oltandosi indietro, come se qualcuno li mseguissc. Ah, la gente è cattiva ·, anda\·a mormorando. È buona e cattn a Si fermarono al luntte d'un campo dt -.1oppic, sotto una grande quercia. Il vec• ch10 si lascib cadere m terra, stanco. Taceva: si sentiva colpc,·olc; solamente.· le sue labbra s1 muovevano nel mormorio della prcJ.'hicra. Dopo un poco s, sdraiò per dormire, appoggiando il capo sul sacco" e invitò il nipote a fare altrettanto. Questi fin!>e di ubb1d1re, ma rimase a lungo con gli occhi sp.1hmcat1, non atterrito, ma pieno di quel turba-• mento mdefinito che prO\ano i fanciult1. la cui coscienza si desta precoccment<• agli urti bruschi della realtà. La luna sorge\ a dietro ai monti come una macina color d1 rame; e di mano in mano che saliva nel ciclo, diveni\a sempre più branca, e versava torrenti d1 argento sulla campagna. E una vita segreta si svegliò tra i rami e nell'erba, fatta d1 sussurrii, di brulichii, di mille voci indefinibili. I grilli trillavano. Era un suono uguale, che pare,·a avvicinarsi e allontanarsi a vicenda come un'onda sulla nva; pareva a tratti prolungarsi all'infinito, l: raccogliersi nell'orecchio come il ronzm d'una zanzara. Nino alzò 11 capo, e gl'ttò un'occhiata al vecchio. Nel silenzio si udi\'a li suo respiro rantoloso. S'è addom1entato . pen!<Ò. E -si rimise a giacere supmo. FORTl'NATO SEMINARA • . , .. , ' . DALLERIVllDELL'ATLANTICO A QUELLEDELMABBOSSO PINOALL'OCEANOINDIANO LOZIONE PILOCARPINE BBEBER Il noto artista del Teatro Italiano ANNIBALE BETRONE ci scrive con entusiasmo: La "PILOCARPINEBREBEB" ba del miracoloso! LOZIONE PILOGARPINE BBEBEB OistruRgc inf,thbilmcntc I• forfor•. arroti I• udutl dei capelli cd cvii. il pn1ri10 alla cu1c, pcrchè concicnc il Clondrat('t di Piloc:upin,, fiU•nuto d• ccrtif,cato d1 An,lì•i Chimic•. la n11dlC1. Ol'IIIICIU O lnlnd• L. li ali& Ditta &. JIUllfl - fla 11.. 1udr11. 171·& (Rcp. F) · I.OJU lAZY BOY dolto JOHN 8Ull C,.-p,1oti.11J,_ Unico Allevamento Italiano esclusivo di JJull~ogJJngleJi Cap. ERNESTO TRON TORINO VIA 8Al01SSERO N. 8
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