j LLA Fl);'E della pnmaq:ra, un j ~~d~nc:~lll~::b :al ~è~;~~\ \•e,: ; ..!., hl Boston, che co1bcn a, a poi nel ~assetto della vecchia scrivania. Dopo cinque o sci lettere, la mamma conunc1ò a mostrare la suo ag1t,1.e1onc, alludL·ndo, d1 tanto in tanto, ad una pros:sima \ l'nuta a Chicago della sua sorella più g10, anc, Daisy. A,t.>,amo tanto mtc-.u parl.11\: ddla zia D:usy, che og:nuno d1 noi cormnuò ad cccuarsi e a tare domande. Solo mio padre, cllt: scdn·a a tavolu. mastic,,rn il cibo soprappensiero e.non diccu un:i parola. La mamma lo guardava tranquillamente. Be' ~, chiese infine 11 babbo, .. è sempre p,1ua come 11 solito? ).;°on otknnc 11:.posta e continuò .i m.1n- )(1are. Ptù tardi, schiantasi la ,·occ, sti.:n- <lendo il braccio corto e ~ras:.o pu prendere 1,t ,wcchencra, npetè la dom.:mda, gu.1rdando un po' scuro. I la trent'anni ora •, n::.po::.c hl marnma ,ommes::.amentc. ~on l' pili una rJi,uza. :",;, come deve con)porlarsi Oovrcbbc prender marito •, J1::.::.c:11 babbo, ancora con le c11.dia Ui.!gruttatc, J._epcna ebbe be, uto 11tè.• Ciò <.:hc Il· oc1:orre i.• un uomo! monnorò; poi s1 m1- ::.e il cappello e ritornò in bottc~a. .\ \ eva conosciuto la sorella pili L!ÌO\ anL· dcll.t m;.1,mma, ma non ~li era piauutJ. Parlando di lei, la c:hiamu,a un cavallmu c11priccio:.o •. >-:o, non Kh p1.11,;e,Jaffatto. Prima d1 :.t;.1b1lirsi ,t Clucago, era stato per un peLz.o a Boston, do, t.' ave,-., ,Wuto occasione d1 conoscere la zia Da1::.y. La ::.lra tardi, appena ritornato dal negozio, :.i tolse le scarpe e nmasc ::.eduto a lungo nella , ecch1a sedia a dondolo, la pe~antc facci.i tra le p.ilme delle mani. Poi !.badi),thò, s'alzò ptgr.imente, s, gratto la testa e andò a cor1cars1. Durante le poche suumane ...h.c ::.cgu1rono, la casa ru come una poh encra: nd momento in cui il babbo ricntra,·a, nmo era teso e silenzioso. Se si sta,a gux:,mdo o fa<..cndo la lotta sul pa,1mento, si smctU:Ya subito, appena si udi,·a ~ulle scale quel passo p<.·sante e ben conosciuto di nO!:otropadre. Apert:.t la porta, il babbo t'nlrava s1len.t:1oso, ~1 toglie, a ti cappello, prcndeYa una sedia e s1 mc:tte"·a a mangiart', mentrt: mia madre s'affretta\'a a ser\'irlo. Quando il babbo :;1 lagnava degli affari ddla piccola drogheria, o del caldo che i.c-uastava I pochi pezzi d1 carne nella ghiaceiaia, o dei negozi a catena, che avevano cominciato ad espander-si rapidamente fino a Madison Street, la mamma do\'c,a contrarre la faccia dal dolore, come se an:s- :;e il mali,: da denti; altrimenti il babbo cominciava a gridare che a lei non importava nulla se 11denaro ,·emva o non veruva, perché 3\'e\'a un posto dove man- "1are e dormire. Subito dopo taceva scontento. Poi ritornava nel negozio. Talvolta, tardi nella notte, nell'oscurità della loro camera da letto, sentivo 11babbo e la mamma che d1scorre,·ano ad alta voce. :'\la non ubbiamo una stanza per lei•, diceva mio padre. E poi costa, tenerla in casa I.a mamma, che non a\·e\·a , isto la sorella da molti anni, insiMeva. Le leuere ,·ammucchiaYano una sull'altra. \'e~o la fine di giugno, il babbo cedette. La mamma scn:;se a Boston dicendo a ,ua sorella di ,enire, e, quando il treno arn\Ò, mio fratello maggiore andò ad ,-i-,pettarla alla stazione Era già buio quando arrl\arono a c.tsa. I lampioni dell,1 strada non erano ,mcora ~cccsi. e dalla fincsta potc\amo ,edere \11lt che lotta, a con due pesanti \·aligc, mentre una piccola donna camm111a,·a allcgramente al suo fianco. ~ella luce 111crta, non potevamo vederla m faccia e, quando si avvicmarono al portone:, ci nurammo dalla finestra perché avrebbe potuto :scorgerc1. Quando infine 11camp:-indlo suonò, era,amo tutti ecc1tat1. L0 dmimo sbattere lc ,•ahg:c che mio fratello lrascina,·a i;u per le ~cale. -\llora aprimmo la porta: :'\tait posò le \'.thge nell'anticamera; la zia Da1sr, con un piccolo gndo, ~i precipitò fra le hrac1.:1adella mamma. La mamma nòn potè parlare per un pcuo; non a, e, a , 1sto la sorella da più di quindici anni. ~l1lt entrò, chiuse la porta e tra~portò le ,·ali,l{e '}Cl salotto. Fa bu!o! gridò. Pcrcht'? . Strofinò un fiammifero e ac- ( t•",e le lampade a gas m tutte le stanze dcll'appartamcnto. ' ~di.I luce 1mpr0\ \ a~a, guardammo la -.orella della mamma e rimanemmo li a bocca aperta, tuu'e :.ci. \'C'dcmmo una piccola donna bruna e ,·i, ace, che mo- "'tra\·a \ent'ann1 e che ci ::.orndc,·a. C'era qualcol>a di Yibrantc in lei, nelle sue narici, nei suoi occhi e nt..·1~uoi capelli, e u: ne innamorammo ~ub,to. Portava in ~·.tpr, un cappellino con certe penne .'{riw:c,ed avc,J un modo d1 tenere 11mento, d1 ridere e d, guardare che mi fece pt!n11-area un uccello. SI, era un caldo piccolo uccello. S1 tolse il cappello e ci fis~ attentamente, con i:ilmpaua. lo sono ,·o:.tnt zia Daisy , di::,:-.(•e, i;1 «-hm(.>a bacian.:1 a uno a uno, mentre la marmn,1 ~t.l\·a in piedi sìnJ<hiozzundo.pcr l.1 frhutà. Qu,llldo arnvo a mio fratello ma~u-1ore, '>I fermo: • I lo ban.tto \l1h alla ,taziont·, ma credo d1 potulo baciare anl'tJT.1 • t: 1,th diede un V('ro h.1cio :-.onoro i-ulle labbra :'\lio fratdlo pili paccolo, th(' ,ne,a ur<.:a "'t:I anni, fece un <;alto e b.ittt! le mani, èo ... 1 la i1,1 dovette dare un altro h,1e1c,anche a lui ~ ~o ~~~~ua~ Poi fece un giro per \'app.1namcnto, attra, erso h.-~,·1 grandi stanze banendo i tacchi sul pa, 1111emo;mentre la mamma, donna d1 1nezza età, grigia, 1ia... ca1a dai lavori domestici, lt! veni\'a dietro. Giunti nella stanza che dava sullJ ::i.1rada, <.:i fonnammo alle finestre, a guarda1·c giù la via che s'oscurava. In quel momento le lampade ad arco s'accesero con un improv,-iso bagliore. Guardatl'! • gridò la Lia, appena le stn::.ce Ji luce e J1 ombra tagliarono il lastncato. E solle,ò fra le braccia il 11110fratellino, baciandolo dì nuovo sulle gu.mcc. Si era proprio innamorata di lui. Mia sordl,t, che sta,a m da:,partc, a,eva tredici anni cd era ~ola fra tanti maschi, - si \·oltè1 m ::.llcnzio, e con uno :.guardo tn::.tt!, perso m:I vuoto, si mise a fissare l'asfalto luccicante. Per ::.e1t1ma111;: I . ' va un .appuntamento giù ndla strada con la figlia d1 lm vicino, scese un momcnto per rimandarlo e tornò sl1b1to d1 sopra. Non voleva perdcre le notizie. La zi:.1 Daisy, parlando sottovoce per non disturbàre 11babbo, racconta, a alla mamma ogni cosa, per filo e per ~cgno. La nonna cond\1cc,·a un piccolo ncgozio di tessuti a East Boston e tutto anda\a a gonfit! vele, raccontò la ..t:1a. Poi cominciò a disc.orrcre d1 parenti che non avevamo mai visto, dai nomi strani. La mamma, felice cd e~citata, si metteva continuamente a parlare nel suo dialetto. Rimanemmo seduti a lungo, finché non cominciammo n11ti a sbadigliare, e allora andammo a letto. Nei giorni che seguironQ, la zia Daisy e la mamma starnno sempre a chiacchierare in cuc~1a. nella camera da letto, nel corfJ\J CITTÀ DEL IIIBBBIOO:P&OP.A.GAND.AB.LBTTO&.A.LBOOIIIUNIBTA intere aveva pensato alla zia e desiderato tanto di aver-e qualcuno con cui parlare. Restò lì, coi suoi morbidi capelli gialli che le scendevano in <1.uelunghe trecce sulle spalle, e, da una smorfia delle labbra, capii che in quel momento odiava suo fratello. Ma zia Daisy si voltò impro, visamente verso di lei, le carezzò una mano e l'at11rò a sé. :\l1a sorella s'impuntò dapprima, ma era e\'idente che già \'Oleva bene alla zia. Infine, zia DaiS)' chiese: Oov'è Isacco? . Tutti ammutolirono. ~ h m negozio •, rispose mio fratello maggiore, dopo un po' di silenzio. Tornerà pre~to a cas.t , Potresti andare a chiamarlo, '.\lilt •, disse la mamma sommessamente. Sarà qui fra qualche minuto •, ri~posc ~eccamcnte Milt, e fissò il suo cappello di paglia appeso all'attaccapanni. :\1cntre .t::.petta,amo 11babbo, la mamma condusse zia Daisy a "edere la sua :.tanza; e le dis•c che poteva lcnere la stanza tuttJ. per sé. E gli altri? chiese la zia, sapendo che cra\'amo in molti; poi 1,;ambiò argomento. Uo\·e, amo dornlire tre in un letto e nostra !.Orclla sul sofà. Sul sofà? esclamò .t:ia Da1S), allarmata ).;o, essa ,·errà a dormire con mc! •. ::\lia ~orella, dalla ..:ontcntczza cominciò a gridare; guarda,·a zia Oaisy come se \'Olesse baciarle I piedi. Poi scntmuno un pa~so pe!.ante e ben cono~ciuto 10 fondo alla scala. Stavamo tut11 attorno alla zia; nella sua camera da letto, aspettando. La porta fu sbattuta. Cos'è questo spettacolo? gridò il babbo, qudndo ,idc .i.ccese tutte le luci dell'appartamento. Co~'è successo? e misurò a gran pa~s1 la casa brontolando, ::.pcgncndo tutti I becchi del gas, tranne quello del salotto. Era un uomo testardo, rozzo come un tronco d'albero. Giunto sulla soglia della camera da letto, si fermò. Oh.. disse, facendo un un passo md1uro; e rnnasc cosi a guardare l.t ~orella della mamma, mentre ess;.1 lo fi::.::..a\·.l con un tremulo sorriso. Che magmhu denti avc,·.1 la zia! Si salutarono s1lenzmsamentc, <: 11 babbo le chie~ se 1I nagg10 1n treno cra ~tato soffocante, e ,e a\e\·,1. manl,!:iato multa pol,ere. Poi si rit1rò nella 'iUa ~tanza da letto. .\llorn c1 ~cdemmo tutti nel ~alotto con la fiammella del jt.lS abb.i:;~ata, mentre Lia l)a1!'I}'d.1,·a alla mamma notizie della fam1'{ha <:he !>t.t\a a Bo~ton. :'\l1lt, che .1,ctile, ricordandosi a vicenda avvenimenti di molti anni addietro. Parlavano tuno il giorno di parenti d'Europa, del piccolo villaggio vicino a Memel sul 811lt1co,e la mamma, tutt'ad un tratto, Si sov\'enne di vecchie storie, e per la prl,ma volta nella mia vita vidi la sua faccia ìlluminarsi. Il babbo divenne un po' meno scortese, ma non migliorò del tutto. La sera andava ancora a letto, appena tornato dal :iegozio. Eravamo già a metà. di lugho; dalla campagna venwa a ondate un \"ento caldo che soffiava per le vie, spazzando la città Di sera, sedevamo sul balcone che guarda\'a su un vasto cortile, dove tutti i raqazzi dtl \'Ìcinato, finché non faceva buio, giocavano al pallone, lanciandolo di qua e di là, tanto che sembrava una striscia grigia e non si <..ap1vacome potessero afferrarlo. Pro.so il muro della casa ,·icma, gli uommi giocavano a piastrelle. Chi ~~:d:~~c: 0 ;i~fr!~~s~:~ :~~~n~c;;~~;~ beH:va lentamente, e che passava così d1 bocca in bocca, mentre i piccoli pregavano d'averla un momento tra le mani per soffiarne la schiuma. Quando gli uomm1 erano stanchi di giocare a piastrelle al buio, s1 sedevano 10 fondo alle scale e canta\ ano lentamente tristi canzoni d'amore, e ballate del giorno. Qualcuno prendeva un'armonica. La maggior parte erano operai ,e meccanici, tranne qualche forrO\ ierc che. abitava con la famiglia nel caseggiato. Durante la pnma settimana, o poco p1u, l'intera , ita della casa fu sc01wolta, e la faccia pensosa della mamma perdette la sua espressione pacifica. Resta\'amo in piedi fino a tardi, e :'\1ilt scende,·a qua::., ogni sera nella drogheria a prendere un boccale d1 gelato: la zia Daisy era arri,au con cinque o st:i \'CStju nuo, 1 d'estate e ogni sera ne indossava uno di,·er-so. Alla fin..:della prima settimana Ja mamma ebbe un colloquio e.on Milt: credo che la zia ne a"esse prima parlato con la mamma. Il g1omo dopo, :\tilt commc1ò ad accompagnare fuori di casa la zia Daisy. La zia aH,a d1ec1 anni più di lui, ma, a \'Cdcrla pet istrada, sembrava così giovane che tutti la prendevano per la fidah- ✓.ata di :'\11lt. :'\lilt la portò nella ClllJ bassa a due o tre spettacoli, la presentò a q~1::ilchc amico, poi fini per seccarsi, quando $1:h fu detto che la sua ragazza a\c\·a cominciato ad andare. con un altro. Divenne nen-Oi0, ahhandonò la z1;1Da1sy, e .,;creò d1 riam1cc.trsi alla ragazza. :'\la la brc, c pp,nma nella , 1ta notturna di Loop, le lu1,;.e1 la musica dei ristoranti ddla città bassa a, e, ano messo zia Daisy fuor di :;I!. Cominòò ,1 bastiçcaar::.i con ;\lilt. Dapprima :'\lih fu gcntilt· nel ris1>0ndcrle, ma Jlla fine, qual)do la zia dl\ennc 1n~oppor1abilc e gli dis~ ehe era suo do,·erc di nipote portarla in iiro, mio fratello perse 1I controllo e rispose sgarbatamente. La mamma cercò d1 app1.tnan! le cose, ma ~11lt abbandonò l.1 casa e s'allontanò a gran passi per la , ia. Zia D:usy si ch1u::.e a chia, e nella sua c:.1mera piangendo. Da quel momento, il suo soggiorno non fo dei più felici. Ben, ch'era il secondo dc, miei fratdh e a\"cva allora diciott'anni, si ioffrì di accompagnarla .lui; ma era un ragazzo pacifico, con una faccia mfanule, -· ......_..('.'I. ... , .... ~ e non aveva le maniere disinvolte di Milt. Così i giorni passavano, e le calde notti estive, e zia Daìs.y rimaneva sempre tra noi. Passarono due settimane, ed essa non accennava ad andarsene. 11 babbo parlò alla mamma, e la mamma disse di aspettare un'altra settimana. Ora che tulle le notizie erano state scambiate e la prima animazione dell'incontro s'era raffreddata, era sopraggiunta una grande stanchezza. C'eravamo abituati all'accento orientale di zìa Daisy e ave\'amo senuto già per la seconda o la tt!rza volta qualche storia d1 Boston. Durante il giorno, anda\'amo nella piscina, in ci~tà, a nuotare. oppure sui campi di giuoco, e soltanto mia sorella rimane"a a casa. Zia Daisy, nella sua solitudine, amava leggerle ad alta voce Ramona o lt·(mhoe e tah·olta intrecciava I pesanti capelli gialli di mia sorella. Il babbo dl\cnta\a sempre più ~garhato. Quando se ne \a? chicde\'a alla mamma, siamo troppo stretti qui, 1 ragazzi dormono tre in un letto, con questo caldo, e ::.1spende d1 pl\.l nel mangiare: il dolce o le frutta quasi ogni sera. ~on possiamo sopportare queste spese ,. La mamma runaneva 10 pie<l1 senza TI• spondcrgli, finché egli non tornava in neHOZ10. Fin,ilmcntc, \'erso la metà della terza settim,1na, credo che la mamma dovette parlarne alla sorclla. :\kntre st:wo rincasando, m un caldo pomeriggio, udii zia Daisy piangere nella !;UaManza. :'\lia madre st,l\'a m piedi a guardarla impotente. Zia Daisy pianj(<',a, dicendo di non a\'erc nessun amico, ch'crn stanca di non avere Ull manto, e che a,·e,a sperato di trO\arnc uno qua. Ci ho tanto pensato , smghiouò. Oltre a tutto, non ho nemmeno il biglietto d1 n1orno •, confos:.ò. Tutto il denaro ..:he potei mettere m!,ll"lllC lo spesi per $!;li abiti che ho portat'> wn mc •. :\IHI madre nmai:ioeattcrnt.t. Poi :;1 accon.e d1 mc. • Dio ~a! Dao sa! t'i'-'lamò,\e ;,iJ Daisy, alzando ),th occhi, m1 ndc anche lei e sorrise tra le hlgnmc, p<·r mostrarn1i che non a,·e\'a pianto. \It chiamò a ,é, ~emprc sorridendo, e, quando m'an iunai, mi ahbracuò e m1 baciò a lunJ(o -.ulla faci:ia. Le sue hrac<-ia trema, ano. Commc1ò a '>us•mrrarmi ncll'orecch10 e infine mi ..c. omf)i~liò i u1pdli rid,:ndo ncr\o,amcnte. Co:-.a hai ,-i\!o? \li ha, \"l\to forsl• a paan~cre? Sco~:;1 1I capo. Ecco! gridò gettando m alto le braccia alle1,:rameme. • Tra-la-la-la, 'J'ra-lala-la ! , e corse in giro per tutte le stanze cantando. In cucina la mamma, stando al fornello, girava la densa minestra, lentamente, con un grande cucchiaio. Un'altra settimana pa::.sò, poiché la mamma non a,·e, a il cora~gio di chiedere al babbo ti denaro pel viaggio di ntorno della .t:ia Dai~>'· Rimandava di giorno in giorno. 'l'una,,ia, dai suoi pochi nspanni, diede alla sorella qualche dollaro per calze, cipria e altrt! co:;e del genere. La zia Oaisy prese il denaro, mfilò di nascosto le gambe ben fatte nelle calze nuo\·e, e ci arruffò I capelli più forte delle altre volte. Tra-la-la-la! 'l'ra-la-la-la ! "· :'\lilt usciva ora ogni sera, e le domeniche 1 - rimane,a assente per tutta la giornata. Si metteva i calt:oni di flanella, un:t giacca blu, e andava a far dello sport. La figlia del ,,icino di casa non era mai andata con lui così spesso come ora. Un momento prima dell'ora in cui usava uscire, la zia Daisy trovava qualcosa da fare nella propria stanza, finché egli non se ne era andato. Poi, quando s'era assicurata che i\'lilt era uscito, e il babbo era andato a letto, zia Oaisy anda\'a a sedersi al balcone ad aspcttarc la brezza in nostra compagnia, mentre \·crso sud. dalla Lake Street giungevano, nella notte estiva, rumori come d1 un'artiglieria di ~rosso calibro. A nord, c'era la linea N- \\., con treni che passavano per tutta la notte; 1 loro s1b11igemevano sulla cutà, e la nera fuliggine dd carbone bruciato ondeggiava sulla gente, in polvere mmutiss1ma. 11calore tOJtlie, a 11 re- ::.piro, e, strofinandosi la faccia, c1 :si sporcnYa la mano d1 fuliggine. ~on pio\'e,a mai. La sera, quando 1I ;;,ole scompari\ a a occidente, dietro la fabbrica di pianoforti in \\'alnut Strect, nuvole d1 poh·ere gri,:1:1asi lcnrnno ndl'ana, mentre gli uomini giocaYano a piastrelle. Fu rn quei ~iomi che uno dei giovani ferrovieri scapoh vide la zia Daisy che scde\'a al balcone e s'innamorò d1 lei. Era un ragaz;r,one tumdo <' on<:sto, clu; si chiama, a l larry O' Calfohan e a,·eva larghe spalle da s..:aricat_ore di carbone. Avc- ,·a una bella \'OCc e suonava l'armonica. Osscnò zia Da1::.y una scrà, mentre sta, a giocando ,1 piastrelle, t,:u3rJ,mdo verso il nostro balcone al :,econdo piano. Vide ch'era piccola e bruna, e ,esuva un abito ~iallo d'e::.tatc. S'innamorò ,stantancamcntc. Piccolo com'ero, lo capii sub110. Giocava malissimo ogni sera, e gli altri protcsta\'ano, e nessuno volc\'a :werlo per compagno; così ei;:li do,·c,a m1surars1 contro due <li loro, correndo su e giù per il terreno polv/oso e perdendo tutte le partite. Cosa t1 suc.,;cdc? gli 1,;hiedcrnno ~h altri. 1larry scuotc,·,L il c,,po, pag.tva un altro pezzo da d1cu cents e ,1hbandona\'a la partila. Alla fine, nel caldo della notte, quando ~li uomini ;.1 rag~ruppav.mo ..u. llc -scale, 'qualcuno intona,a qualche ,e..:ch1a c:anzont· di ferrO\ 1t:ri, una ballata sulla fatica ddla ,trada fcrr,ua e •ml Ca,·al\o d1 Ferro. '\'on :wcvo mai su1tito prima qucll,1 canzon..:. Era I larry O' Callahan che canta\ a Gh altri facevano silenzio, mentre la sua hdla ,·occ baritonale saliva fino a noi. Quando fini\'a, da tutti i balconi gli rispondi.!, ano battimani e un trapestio. Lo ,ncita\'a!lo a cantare ancora ur poco. Allora cantava qualche altra canzone, e gh altri, in coro, lo accompagnavano. Prendeva l'armonica e suonava • Down by the Old Mili Streom • e ( By Lr"ghtof the Silt.·ery 1"10011 •, facendo ondeggiare dolcemente le mani sopra lo strumento per fame uscire le noJe, tremule. • Chi è quell'uomo? mi chiese zia Dai• sy, bisbigliando nel buio. Glielo dissi. Non aggiunse altro. La sera seguente, quando gli uomm1 ri- ~o,mnciarono a giocare, l-larry sembrava esser tornato in fonna e tirava come •un campione, facendo girarc I pesanti anelli di ferro senza sbagliare una volta; sorride,·a, poi lanciava uno sguardo a! nostro balcone. La mamma sedeva quieta, ma teneva le mani serrate in grembo. Più tardi, quando gli uomini finirono di giocare coppia contro coppia, scesi a guardare. I larry gioc.tva contro un altro ferroviere: un pezzo di ragazzo, 11suo migliore amico, che si chiamava Frank. Harry e Frank giocarono tre partite, mentre la gente affacciata ai balconi stava ad o::.servarc. I larry le vmse tutte e tre. Qualcuno fu mandato a prendere la birra, e, quando questa arrivò, 1ragazzi fecero res::.a tutt'intorno. Siccome era il vincitore, l larry bevve per primo. Indicò mc con una smorfia, sollcvando 1n aria il boccale pieno. Superbo, mi feci avanti tra il gruppo, afferrai il boccale tra le dita e, riempiendo i polmoni finché m'era possibile, soffia, tutta la schiuma dall'orlo. È un bel colpo•, disse Harry, e mi foce sci\·olare nelle mani una moneta, mentre gli altri ragazzi non potevano vedere. Quando l'oscurità ru completa, i canti ncominciarono, e I larry diede un intero corwrto con l'armonica. I vicini sembravano capire che c'era qualcosa nell'aria, perché cominciarono a guardare al nostro balcone.. dove zia Daisy scde,,a al buio, lasciando vedere soltanto un costume estivo, questa volta rosa. Il babbo era izià da molto a )etto e Milt era fuori a fare il damenno, mentre gli altri stavano seduti al balcone. Un'ora più tardi, dopo che il boccale ebbe fatto molti viaggi, dalla birreria a LaJ.:e Street, gli uomim divennero spacconi e cominciarono a vantarsi della propria forza. Si cantava, poi si gridava, ci si ,,antava, e si cantava di nuovo. La compagnia si face,:a sempre più turbolenta. Posso alzare una mazza d1 sedici libbre, più pesante di quella che l'uomo più forte di qui è capace di sollevare•, gridò un ferroviere. , E conficco i pioli con due soli colpi•. Bene, dov'è la mazza, do"'è la mazza, che prO\'Ì\mo? gridarono gli altri. Ben presto, dopo infinite spacconate, fu deciso che 11 sollevamento d1 pesi era la miglior prova di forza, e qualcuno scese a pianterreno a prendere due grandi SCC• chie, attraverso i viali dove c'erano le fondamenta d'una fabbrica in costruzione, e ritornò poi con le secchie piene lino all'orlo di sabbia pesante. Qualcuno andb a prer, ...e.re una vecchia scopa, ne stnppl) il solido manico e vi legò le secchie alle due estremità con un pezzo di fune resi• stcnte. Avevano ottenuto così un peso come ci voleva. Il primo a provare non fu capace di alzare le due--secchie oltre 11 petto: grugnì, si sforzò, ma do\·ette cedc:-re. Tutti gli uomini più deboli si fecero avanti, anche quelli oltre i quaranta, ma nessuno riuscì a sollevare le secchie oltrt! la testa. Poi fecero la prova I lavoratori a giornata. Tre di essi riuscirono a portarle più su della testa, ma non furono capaci di rcg'l'.erie troppo a lungo. Da1 balconi, le famiglie cominciarono a gridare che provasse Harry O'Callah:m. Egli sedeva m disparte, al buio, e non dava alcuna risposta. Finalmente Frank, 11suo migliore amico, s1 fece• 1:1vanti, afferrò la barra d1 legno, sollc"ò il peso lentamente e con leggerezza più su del petto, il mento, la cima del capo, ancora più alto, stendendo interamente le braccia. Sui balconi si udirono grandi applausi. Tutti son buoni a solle,·arc 11peso di scatto; la "era prova d1 forza sta nel s•>I• levarlo lentamente•, disse Frank, rivol- ~endosi ai lavoratori a giornata. E si mise a sedere. Bravo, ora sappiamo chi è il più forte , (,!:ridarono dai balconi. 1larry emerse dall'ombra. L:na, due, tre ,·ohe egli sollevò le secchie oltre il mento, oltre la testa, lentamente come a, cva fattO' Frank e con la stessa le~gerez.za. Poi si nmise a sedere. Gli e, ,·i,·a furono più forti d1 prima e I ragazzi si h!ccro avanti per sentire I bicipiti di llarry. Sui balconi le donne erano imprnssionate e si sporgevano più che mai dalle ringhiere. Nell'oscurità \'Ìd■ una macchi.1 rosa agitarsi sul nostro balcone. e, \'Oltandom1, nota, che pure l--larry se ne era accorto. Questo è niente •, disse calmo, ma non potè nascondere un suono d1 gioia nella ,·oce. Frank !>ile\'Ò 111 piedi e cominciò a pen• sare a un'altra maniera di sollevare 1\ peso, di tcnt!re le mani altrimenti, con le nocche m su. Egli e l--larry pro\'arono. Era d,fficilc, ma ambedue vi r1usc1rono. Al~atclo con una mano sola•, gridò un tale da un balcone, un piccolo uomo ~rasso che scdc\'3 in pigiama. Era sposato a una j(raziosa e J:t:IOVancdonna, che ~i d1ce\·a a\"CS!le qualche affare col negoziante d1 ghiacco del , icinato. Tut11 nsero. Il signor \-1.oser. oltre ad essere piccolino e ffoscio, era calvo t: non a, rebbc. potuto alzare nemmeno un uovo dal pa, uncnto, perché non potcn chinarsi a raccattarlo. Finalmente Frank fece la pro,·a con una mano. Afferrò la barra d1 legno con la destr.t, s1 sforzò. gru$?ni. cercò d1 ~olle- ,arla a strattoni, ma non potè alzarla oltre la cmtura. Tentò con la ~inistra. I ragau1 sch1amazza,,mn: llarry! 11.lrry! ·. I larry ,1 alzò. Provb pnma con la sm1-
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