Omnibus - anno I - n. 34 - 20 novembre 1937

RuasU!'ITO DELLA PklMA Pl'1'TATA •• Il caposla(iont Follmerayu vivt mod111om,nlt a L., a circa dut ore da Vienna, con la mo1lit, nativa dì Brno, e due figlie gtmdk La sua vita ì monotona ,. tutto la /a prt• vtdtrt stnca grandi avvenimenti. Ma una nout, uno dti ,,andi treni direui verso il s-.d dtratlio nttlt vicinonu dello s~a,ion,. Ci sono moro e feriti. Il caposta(iont s, dà da fare, visibilmente impaecioto, quan• d"uco s'imbalte in 1o1nadonna abbandonato su una barella, Fallmuayu lo soecorrt; la ,,,uporta in tosa sua; la fa o rare; le tede la siia stonio p,r alcuni giorni La signora è una russa, la conttJJa Valernka di Kiev. Appeno si è rimessa, parte lauiando un ira,i vuoto. Fallmtrtqer rimane slranamerttt ,.,,l,ato: q1Mndo un giorno tli giunge dal· l"ltalìo uno letu,a d#lla Val#uslca. a. A VALEVSKA scriveva eh(' ave• va continuato con suo marito il viaggio verso il !iUd; ora era• no a Roma e stavano per an• dare in Sicilia. li giorno dopo, a1 nvù per le gemelle di Fallmerayer un grazioso cestino di frutta, mentre il marito della contessa Valev:,,ka man• dava alla moglie del capostazione una scatola contenente un mazzo di rose pallide, assai delicate e odorose. Era passato mcJ_to tempo, scriveva la contessa, prima che ,potesse trovare un momC'nto per ringrazi!'lre i suoi ospiti gentili, ma anche dopo il suo arrivo a Merano era stata ancor:i. un po' scossa e bisognosa di riposo. Fallmcraye1 >tiimpadronì dei frutti e dei fiori e li jX>rtò subito nel suo appartamento. La lettera invece, benché fosse arriva• ta un giorno prima, la tenne ancora con sé. Le frutta e le rose del sud mandavano un forte profumo, ma a Fallmeraycr !icmbr:tv.i. che la lettera della contessa odorasse più forte ancora. Era breve, la lettera, e Fallme. raycr la ,;apcva a memoria. Sapeva l'~.tttarnente il po:,,to di ogni parola. Era ,crittJ. in inchio!-tro violetto a grandi svolazzi e le l<cttere sembravano uno stormo di str,rni uccelli lel(gcri che si librassero sullo sfondo turchino del ciclo. La firma era semplice: « Anja Valcvska >. Fin dnll'inizio. il capostazione aveva avuto un gran dc~idcrio di sapere il nome della forestiera, ma non aveva os..1.todornand.irgliclo. Lo avC\'.t desi• derato, come se quel nome fossL' ,;tato una delle suC' bellezze n,1'.tCo,tc. E ora chc lo sapcv:t, era com(' ~ ell,ì gli .tvc,,;e cunfid,1to un dolce \<:greto. E, gclmo di que:i-to segreto, egli non \j dc. ciM' che dopo due giorni a mostrare la kttera a su,1 moglie. D,il momento in cui avcv.1 ,aputo il nome dell.1 Val..·\·ska, .1v<·va <llldlC' compre~o che quello di sua moglie, Cl..tra. non era un bel nome. O--scrvando ora l.i. donn.1 chl· apriva con indiffen::n.::,\ Lt Jet• wra della :,,tranier.1. rammentò anche le mani di qucll.1, come le aveva viste per la prima volt.i immobili ,0pra b pdliccia, nrnni luminose, d'argento. A,llora, .t\'rcbbc dovmo b,u·i,trle. « Una kttt·ra molto simp,nic,1 », db,e ,;u;1 moglie e la ripose. I woi occhi avevano l'aau1ro dell'acciaio; vi si not.wa un senso istintivo di sottomissio ne ,.i) dovere, ma nessuna prcoccupa- .1ionc. La signor., Clara Fallmeraycr 1•r;1 capace di considerare come doveri persino I<·preoccupazioni e di tro• v.1rc una ,oddi,f.1zionc nel dolore. Solt..tnto ora !iC ne accorgcv.t, il caposta• ,-ion(', ,1 cui siffatte riflc,.,i~ni <'fano ~cmprt· >ttatc estranee. Trovo un pretr,to pcr non rimanerç quell:-1 notte < 011 <,u!'lrnoglic: un impegno u,gentc p<.'r l'ufficio. c dormì di ,;otto, cercando di pc,-.,u:iden.i che :,,0pr.1dt lui, nel ,uo !etto, gi:'lre,;\e ;mror;1 la don11.1 ,tr,1n1era. .. e::> ......... .ilio \COppio della guerrn. Anche >tUl.-' padre era stato impiegato alle ferro- ' i<•, t.in umile magazziniere. Tutt.t l'infanzia di Fallmerayer, come in genere la sua vita, erJ. stata piena dei rumori c degli odori della ferrovia, misti ai profumi della natura 1 Le locomotive fischiavano a colloquio con gli uccelli. Il fumo pesante del carbon fossile si ,1dagiava sopra l'olezzo dei campi iu fiore. Il vapore grigio delle locomotive in corsa si confondeva con le nuvole azzurre ~pra i monti in una sola nebbia di nostalgia e di dolce malinconia. Come era diverso il mondo che ora aveva davanti! Sereno e triste ad un tempo, ma i,enza l'ai;co3a bontà dei lenti declivi, con radi ciuffi di serenelle che al suo paese porgevano invece le piene pannocchie al di sopra degli " .. ,E a qono pc11\0 ci f1I la mobilh.uloce g,cerale, .. 11 Pas.-..trono i giorni, passarono i mesi. Dalla Sicilia, vennero ancora due cartoline a colori con brevi saluti. Venne l'estate e fu un'estate caldissima. Quando giunse il momento della licenza, Fallmcrayer decise di non allontan.:1rsi dal suo posto. Mandò la moglie e le figlie in un luogo di vil- 1 lcggiatura, mentre egli rima.se e continuò il suo scrYizio, Era la prima volta ch'egli si separava da ~ua moglie. Ma aveva troppo ~pcrato da questa solitudine. Soltanto quando rima.se solo s'accor:,,e che non aveva voluto af. fatto restar solo. Andò a frugare nei cassetti per trovare la lettera della straniern. M.1 non la trovò. ProbabiJ. mente ,;;ua moglie l'aveva distrutta. La ,ignor,1 Falhut:rayer e le bambine ritorn.1rono quando il mese di luglio volgeva JJla fine. E a que,to punto ci fu la mobilitazione grne1ale. V FA.LLM~RAYER era aspirante della riserva nel 21" bauaglione Cacciatori. Siccome copriva una carica piuttosto importante, avrebbe potuto, come molti suoi colleghi, rimanere ancora al ~uo po~to. Fallmerayer, invece, indossò la divisa, preparò il bagaglio, abbracciò le bambine, baciò la moglie e raggiunse il deposito 1 la:,eiando la direzione del sczvizio al suo assistente. La signora Fallmcraycr pianse, e le gemelle :,,i div(•rtirono nel vedere il loro babbo vestito di quei panni insoliti. Però, !., ~ign◊r.1 non potè a meno di essere fiera del marito. al momento della partenza. AllorJ repre™' le lagri• mc : i suoi oct.:hi azzurri erano pieni di amara coscienza del dovere. In qu..1.nto al c;1postazione stc~so. egli (X>tè r<.·nder,i conto solo qu.i.ndo fu in treno in:,,i<'meai compagni, della decisa c-rudcltà di quei momenti. Tuttavi.,, cbbt· l'impre,.,~ione di c~cre dive~o da tutti gli altri ufficiali presenti per un., sua p,1rticolare ~crenità. Er,mo tutti ufficiali della riserva. Ciascuno di loro avev,1 la~ci.1to una casa amata. Cia~cuno di loro era pieno, in quel momento. di c.ntu~:a-.mo militare. ma ,i ')('lltiva, ndlo >tk"'i0 tempo, invaso lo spirito d., un,t sottile malinconia. Sol. t.tnto FallmNaycr p.:u·cva che, grazie .1IIJ gu(·rr,1, ro~e U)cito d.t una sitU,I• .::ione.·di,1wr;.1ta. C<:rto, le bambine gli fac-<·v,rno rompa'i!tio,w. E ,rnthC' ~ua mogli<•. Sicuro, anche l>U,l moglie. ).1a mentre i camerati, parlando del loro pae~C', 1i,d.1v:rno n<"I,olto e nei gesti un'infinit,1 tcncrc.•zz.t. pien.t di nostalgi.1, F.dlmcr.1yer si credeva in dovere, per non C\M.'rCd,l mc-no, d1 mo\trarc parlando dei ,uoi, un'ango~cia thc, pur non c,,endo del tutto f.d>ta, er.i però sempre csa~erata. E. µiuttO:,to che di Cd'i.l <su.,, .wrchln· voluto parl.uc coi compagni d<·ll.i contc--s.1 Valcv,ka M,1 ,i ~ron.lV,l di I.Kcr('. E gli p<1rcva di lll<'lllÌfl' doppi.imc-ntt': prima di tutto prrc:hé t.ireva ciò che lo co1nmovcv,1 nel profondo, in \crondo luogo perché parlav,l oµni t,tnto dell,1 moglie e delle bambine dalle qu.1li1 in quell'ora, er..1 ,1._:-,1pi iù di,t,rntc eh<· d.11!.1contessa Valt·,,,l..a. l.1 qu,\lc ~1ppnrtt·nev;, ,t un p,1e.:,,cnemico. E. a quc..,to pun101 incomincib .t prov.tre un po' di di,preno pt'r se ,t('\\O, VI 51 rRovò dunqur :,,otto lt~armi r an• dò iii fronte. Comhattè e \Ì rivelò u'n ,old.1to valoroMJ. M.utdò a ca~;1 le t.olitr cordiali ltttt·n· in franchigiJ. Fu drcorJ.to <· promo"o -.ottotcnente. Fu fnito t' tr<bport.tto -.lll'o.,J>cd..tlt•. ;hc- .- steccati ben verniciati. Capanne basse dai larghi tetti di pagli.t come cappucci, e villaggi minuscoli si perdevano nella lontananza c;d erano quasi nascosti dalla vastità della pianura. Che paesi divcr:,,i ! Er:'.lnO diversi anche i cuori? « Mi comprenderà? » si chic• deva Fallmcraycr. « Mi comprenderà?,. E quanto più si avvicinava al podere dei Valev~ki, tanto più questa domanda gli ardeva nel cuore. Quanto più si avvicinava, tanto più si sentiva sicuro di trovarla in casa. A un certo 1>~nto,.ebbe la convinzione che pochi rn111ut1soltanto lo separavano da lei. Sì, era in casa ... va diritto a una licenza; vi rinunciò e tornò al fronte. Al fronte orientale. Nelle ore libere, tra combattimenti, ispezioni cd assalti, incominciò a stu• diare il rus.ltOsu libri che gli capita• rouo fra le mani per caso. Studiò con gioia. In me-a:o al puzzo dei gas e del sangue, nella pioggia, nel pantano, nel sudore dei vivi, nel lezzo dei cadaveri putrefatti, Fallmerayer inseguiva il lontano odore di bulgaro e il profumo ignoto della donna che un giorno era stata nel suo letto, sui suoi guanciali, sotto la sua coperta. Egli imparava la lingua di quella donna e si immaginava di parlarle ne) suo stesso linguaggio. Jmparò a dire in russo pa. role dolci e frasi affettuose. Così parlava con lei, sep<1.ratoda lei da tutta una gverra mondiale. Faceva conversazione coi prigionieri russi, ascoltava attentamente le più lievi sfumature della pronuncia e cercava di appro• priarscle. Ogni nuovo suono della lingua straniera lo avvicinava a queUa donna. Di lei, non sapeva nulla più di quanto ella gli aveva comunicato l'ultima volta con una misera carto• lina illustrata : un breve saluto e la firma frettolosa. Ma ella viveva per lui, aspettava lui e presto egli 1'.1vreb. be raggiunta. Quando il suo battaglione venne trasferito al fronte meridionale, asse• gnarono Fallmcrayer, che sapeva il russo, a uno dei reggimenti che fom1arono poco tempo dopo la così detta « armata di occupazione>. Egli fu nt.indato al comando di divisione come interprete e poi all'ufficio informa• zioni. Infine, capitò nelle vicinanze di Kiev. VII R 1coR1>11.,·A bcni...,~imo il nome di Solovienki. Anzi, più che ricordarlo, questo nome gli era diventato familiare. Non gli fu quindi difficile rintrac- (iarc il nomc- del podc-rc che apparte• neva alla famiglia Vah.:vski. Si chiama• va Solovki e si troV-ava tre verste a sud di Kiev. Fallmerayer provò allora una ,1g1tazione dolce e :mgosciosa ad un tempo. Era infinitamente grato alla ~rtc che lo aveva mandato in gucrr.1 c fatto arriv,1re nei pressi di Kiev e d'altro canto pensava con un gran b 1 atticuore :1 ciò che la sorte gli i-iscrb;tv;.1. L.1 guerra, gli assalti. le ferite, la morte vicin.,, tutto ciò impallidiva di fron• te agli av\'cnimcnti che lo attendevano. Tutto ciò era stato !.olt.rnto un preludio, fon.e:.in,1dcgu.no, al grande mo• mento Orli mcontro con qurlla donna. F.1-;l ,er;uncntc p1epar.1to a qualunque evento? L'avrebbe trovata nella sua c.t..a? L'arrivo delle truppe nemicht: non l'aveva !.pinta ver:,,o regioni più sicure? E~ era a ca,;a, vivC'va col ma• rito? Comunque fo~sc, bisognava an. d,1r a Vl'dcrc. F.1lhner."l.yer fc.:cl' attaccare i cavalli <' partì. E1.1 un mauino cli maggio, a!\sai per H:mpo. li leg~l'ro baroccio a due ruo• te pa~:,Ò lungo prati fioriti per un..1. <;,trad.1,,tbbiosa e tortuosa, attraverso una regione quasi disabitata. Si vcd<'v,mo sold,1ti in marci.\ per le e~rl·it.1.:ioni m,ntutinc. Sperdute ncll.1 volt,1 del cil'lo, trillav,tno le ,ìllodole. ~L1crhic fitt(• e S<'me di bosl·hetti di ,1be1i ~1 ,tltt-rnavano al chiaro e gaio ,ugento dcli( betulle. Il vento mattutino pl,n,1v,1 d.1 lontano i canti dei --old.tti .t<'qu,uti(·rati nei har,tcc~1men1i. F;_1llmN,1yerpen'iava .11la sua infanzia., ,dia n,m1ra dC'I ,uo pae!ie. Era nato e cre.,duto poco loni,tno dJlla ~ta.::ione ncll.i quale aveva prcst.uo !iervizio fino All'imbocco del rado viale di betulle che scgn,1va in lieve salita l'accesso alla casa padronale, Fallmerayer balzò a terra. Percorse quel tratto a piedi, perché l'attesa durasse più a lungo. U:n vecchio giardiniere gli domandò che cosa desiderava. Fallmerayer dis. sc che voleva vedere la conte~'"· L'uomo ~i allontanò lentamente e ritornò poco dopo, riferendo che la signora c~:mtessa era in casa e aspettava il vi- :,,Jtatore. Com'era prevedibile 1 la Valevsk.1 non riconobbe Fallmerayer. Lo prese per uno dei tanti militari che avevJ dovuto ricevere in quegli ultimi tempi. Lo p1cgò di accomodarsi. La sua voce cupa e lontana atterrì l'ufficiale. ma nello stesso tempo gli suonò familiare : era un brivido ben noto, un'emozione attesa con infinito desiderio da .mni. « .Mi ch;amo Fallmerayer ». dis:-.c l'4ffici.ile. Ella aveva n..1.turalmente dimenticato anche il nome. e Lei ricorderà>, riprese lui, e io sono il capostazione di L. ». " Ella gli s~ avvicinò, gli prese le ma• ni, cd ceco che egli potè sentire edi nuovo il profumo che da tanti anni lo aveva ,;egaito, circondato, tormentato e consolato. Le mani di lei po· •sarono un istante sopra le sue. « Oh, mi racconti, mi racc(tlti •, esclamò la Valevska. Egli rifer: in breve la semplice Moria di quegli anni. e E sua moglie? Le sue bambine?» domandò la contessa. « Non le ho più viste>, rispose Fallmerayer. e Non sono mai andato in licenza>. Seguì una breve pau:,,a. E!'>sisi guardarono. Nella stanza larga e bassa, imbiancata e quasi spoglia, il :,,ole mattutino mand.1va i suoi r.tggi d'oro. Con• tro i Vl'tri delle finestre ronzavano alcune mo:,ehe. Fallmcrayer contempla• va tranquillo il volto largo e bianco della conte:,,Sa. Ella forse lo compren• deva. Si alzò per abbassare la tendina di una finl':,,tra. « Troppa luct•? > do. mandò. « Sì, meglio un po' più :,,cu10 », rispo• ~ Fallmeraycr. ~ Ella si riavvicinb .11 tavolino, ~uonò un campanello e ordinò il tè al vecchio :-.crvitore. Tra loro gr,wava il silenzio che andò aument,mdo finché arrivò il tè. Fallmcrayer fumava e, men tre ella gli vcniava il tè, domandò a bruciapelo: « Dov'è suo marito?>. Ella aspettò finché ebbe riempito l..1 taz-✓,a, come se avesse dovuto preparare una cauta risposta. « Al fronte 1 natur,ilmcntc •• dis~. « Da tre mesi non ne so più nulla. Ora l.1 po~ta non arriva più >. « E lei è molto in pcnc-iero? > do. mandò Fallmerayer. « Certo. Non meno, probabilmente~ di qu,mto sua moglie ~i.t in pensiero per l(,j >. « Perdoni >, free f;1llmer;;1ycr, guardando la ~ua tazza, « ha ragione. Sono st,tto sciocco, . La conu:---saraccontò. poi, che si era rifiutata di abbandonare la casa. Altri cr;i,no fuggiti. Lei non voleva fuggire davanti al nemico. Viveva lì con quattro persone di servizio, due rava.ili ,. un cane. 11 denaro e i gioielli li aveva ,epolti. Cercò ,1 lungo la parola, perché non ricordava come si dicesse in tt::dc~o seppellire, e indicò la terra. Fallmeraycr ~ugg<"rì la p,1rola rus~.1. « Lei sa il rusw? » domandò la contessa. « Sì, l'ho imparato al campo":.. E sog-giun\r, in rll',~: « Per lei, per poter un giorno parbrc C'on lei ». Ella lodò la sua pronunc-ia ecc,:llente, comr '-t egli avesse delta qurllc parole così gr;wi di signific.1to 'iOltanto par d.1r prova delle sue' f.1coltà lin• guistichc. Tn t.1I modo, cll,1 tra,.forma va l..t C'onfc.,:,,ionedi lui in un e!><'rcizio in:tignifica1f'te. M.t proprio quel!., risposta gli dimostrò che ella l'aveva comprc,;;o. Egli ,i al~<'>pL'r ,rndJr'-CnC'. E, scn1... 1. aspettare l'invi10 di lei, ben ,;apendo che ell.1 ,1vrchhe intt·rprct,llo giustamente quella scone~ia, di,se: e Ritornt'rÒ nei pros~imi giorni>. Ella ·non rispo~ Egli \(' baciò Lt m.rno cd uscì. 2 • (co11tiuua) JOSEPH ROTH ~ ~ AL CAFFE 1~ ( AL LATTE _/i 9 _ ...... \ ~

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