àQUEL TEMPO aveva diciannove anni, ora ne ha vcntitrè. t tutto finito, adesso. Fu salvato dal coltello di un chirurgo; e ora, invece, perduto dalle parole di un giovane dottore, che pensava non esserci alcun male nel conoscere la verità. Una bella mattina di primavera, quattro anni fa, egli corse dal giovane dottore. e Devo consultarvi per una cosa molto strana. Mi è accaduta ieri, e ho bisogno del vostro consiglio. Non avrei mai creduto che una cosa simile fosse possibile: davvero, non avevo mai sentito parlare di una cosa simile. Forse non è mai accaduta prima, sono il primo essere umano cui questa cosa ... Oh, io so che è vera. Lo unto nella mia testa ... •· Si prcie il capo fra le mani. Tremava, pallido ed eccitato, e la sua voce era stridula e gli occhi stravolti. Certamente si trovava in uno stato terribile. Il dottore cercò di calmarlo, l'invitò a sedere nella sua poltrona e a raccontargli con calma cosa gli era accaduto. • Cominccrç> dal principio. Dovevano essere circa le sei di sera. Ieri. Non so p.irvi l'ora esattamente, pcrch~ stavo lavorando. Sono un compositore. Una mia opera sinfonica è stata rappresentata la stagione scorsa, ma tutto questo non ha nulla a che vedere con quello che è accaduto. Cosi, dunque, stavo componendo, e la sera era tranquilla e il tempo bello. Ho una grande stanza in un appartamento privato della Cinquantaduesima Strada e la finestra guarda un cortile interno. L'ho scelta cosl per non sentire lo strepito della strada. E c•~ un piccolo giardino, anche. Voi sapete che cosa sia un giardino a New York: c'è un albero cresciuto stentatamente con poco sole e, in terra, un poco d'erba e certe tinozze, con uno strano aMortimento di ciuffi verdastri che si gelano d'inverno. Ogni primavera il padrone di casa deve piantare nuovi germogli. Le giornate stanno diventando più lunghe; alle sei ci si vede ancora bene; come vi dicevo, stavo componendo: erano accordi appena abbozzati e li provavo al piano, quando udii un leggero svolanare dietro di mc. Udii un pièco1o cinguettio, cd ecco che con un batter d'ali un uccellino entrò dalla finestra sfiorando le tendine. Tutto accadde cosi rapidamente che, per un istante, non fui realmente sicuro che l'uccello fosse nella stanza. Ma eccolo, in\·ece, svolazzare da una parete all'altra in voli rapidi e bassi. Notai, mentre posavo la matita, che la stanza era già invasa dal crepuscolo, e l'uccello pareva bruno scuro... A tratti lo vedevo, poi scompariva. Pensai che la sola cosa da farsi era spalancare la finestra il più r ossibile e tirare indietro le cortine, cosi che perfino un pipistrello cieco ... Perché, vi ho detto questo? Era un uccello. Con le penne bruno-scure, e il petto bianco. Dello stesso colore d'un passero, solo più piccolo, quasi la metà. Svolazzava diJJperatamcnte, abbassandosi di colpo come per tuffarsi, e sbattendo contro i quadri appesi alle pareti. La finestra era spalancata, e non riusciva a trovarla. Ed è una finestra grande, anche; il pianoforte mi fu portato in casa dalla finestra. Mi sentivo afflitto per la piccola creatura; cosa può 1.:onoscerc un uccellino dell'interno di una stanza? Toglietegli il cielo e la terra d'un colpo solo, e che gli rìmanc? Si può capire come si sentisse un animaletto come quello, a trovarsi improvvisamente perduto, irrimediabilmente perduto. Un secondo solo, dottore. Mi manca il fiato•. Si portò di nuovo le mani alla testa e respirò profondamente. • Dunque, non c'era altro da fare: visto che l'uccellino non poteva trovare la sua strada da sé, dovevo cercare d'aiutarlo. Presi un foglio di musica dal pianoforte, mi misi nell'angolo della stanza più lontano dalla finestra, e cominciai a scuotere con forza il foglio verso l'uccello, in direzione della finestra. Ci fu un mo- . mento in cui credetti che fosse volato via, ma si era soltanto impigliato in una tendina, e subito fu di nuovo nella stanza, volando disperatamente con lunghi voli ciechi, sbattendo contro le pareti e la libreria. Pensai di tornare nell'estremo angolo della stanza per impaurirlo e costringerlo a volare verso la finestra. Si muoveva cosi rapidamente nella luce del crepuscolo che era quasi impossibile vederlo. Impro.vv.isamente, senza che potessi prevederlo, sbattè contro la mia testa. Qui, dal lato destro. Ma fu un ·colpo leggero, mi sfiorò appena. Non si era fatto male, perché un secondo più tardi urtò contro la cornice d'un quadro e potei vedere il quadro muoversi leggennente. Indietreggiai, tenendo le roani alzate, e a un tratto mi colp) dj nuovo, ma questa volta con un colpo sordo e pesante che mi rinrontl l'orecchio. Per un secondo o due non capii più dove fossi. Chiusi gli occhi, e dopo qualche istante li riaprii. Mi sentivo di nuovo bene, e pensai che la piccola creatura doveva esser morta, Non la sentivo più picchiare contro le pareti, né frusciare in aria. Si, era certamente morta, pensai. Bene; accesi la luce e cercai l'uccellino sul tappeto, e sotto il pianoforte, e insomma dappertutto. Non era in. nessun posto. Cercai per ore e ore, e intanto, a poco per volta, un tremendo male di testa mi si andava sviluppando qui, sopra l'orecchio, dalla parte destra. Presi una compressa d'aspirina, ma il male continuò. No, dottore; l'uccellino non l'avevo trovato in nessun angolo della stanza. Avevo fame, perché avevo mangiato poco durante la giornata, ma la testa mi faceva cosi male che mi coricai sul letto pensando che in un'ora, più o meno, sarei stato meglio e avrei potuto alzarmi e mangiare. Ma invece di sentirmi meglio, peggiorai. Sentivo nella testa battiti, e fruscii, e colpi sordi ... Sì: colpi, colpi, colpi,. Si ~trìnse le tempie con le palme delle mani e guardò fisso davanti a sé. Il dottore corrugò le sopracciglia, e le sue labbra si aprirono come se stesse per parlare; ma non disse nulla. • La testa mi picchiava, J"Q.ipicchiava, mi picchiava ... Potevo distinguere dentro il fruscio delle penne, e quei colpi sordi, quello sbattere cieco... Mio Dio, capii finalmente quel ch'era accaduto: l\.rto con l'uccello mi aveva forato la testa ... Guardate. dottore, guardate voi stesso. Qui, da questa parte. :vii colpi con tanta forza che mi penetrò in questo punto, dietro all'orecchio. E adesso è dentro di me. Nel mio cervello. Io lo sento. Lo sento•· Il dottore scosse il capo. • No, no•, disse. • Non è possibile. Prendete un bicchier d'acqua, qui; e calmatevi,. Il giovane bevve l'acqua e restò silenzioso per qualche istante, poi si premè le mani sulle tempie e bisbigliò: • Ma io lo sento, dottore. Io lo so che cos'è quello che sento•· • Vi possc, fare qualche domanda?• disse il dottore.• Prima di tutto, ditemi: il male di cui vi lamentate è regolare come il battito del polso, oppure è precipitoso?•· • Né l'uno né l'altro. Un lungo fruscio, e poi un colpo. Prima da un lato, e poi dall'altro•· • Che ora era quando vi venne in mente che l'uccello era entrato nella vostra testa?,. , Era passata la mezzanotte. Lo so perché pensai di telefonarvi e chiedervi che cosa potevo fare, ma quando guardai l'orologio vidi ch'era troppo tardi. Pensai anche di andare a un ospedale; ero ancora vestito e potevo prendere una carrozza, ma non sapevo in quale andare e avevo paura di recarmi in un ospedale dove non capissero quello che avevo. Avrebbero anche potuto operarmi subito, pensai, senza sapere bene quello che cercavano .... « Dite che il colpo l'avete ricevuto dal lato destro?,. • Sì, dottore, qui. Si dovrebbe vedere da dov'è entrato,.._ • No. Non vedo n~ segno né ferita. A che ora vi alzate la mattina?•· • Qualche volta assai presto e qualche volta tardf dipende dall'ora in cui mi corico alla sera. A volte lavoro fino a tardi•· • Proprio quello che immaginavo. Avete probabilmente lavorato troppo nelle ultime setti01ane, e col cambiamento di stagione e tutto il resto ... Vi scriverò una piccola ricetta; un po' di bromuro triplo, effervescente, da prendersi in un bicchier d'acqua, tre volte al giorno. E partite, andate a riposarvi un po' altrove. Se continuate a lavorare vi abbatterete semgnosticarc una neurastenia acutissima. Il giorno seguente, il giovane era di nuovo nello studio del dottore. e Vedo che non siete ancora partito, come vi avevo detto •. • Non potevo•· • E perché?•. « Come volevate che partissi nelle mie condizioni? .... e Avete preso la medicina che vi ho prescritto?•· · « Sl .... « E avete ancora male alla testa?•· e Ascoltatemi, dottore. Vorrei che mi credeste. Non è un male di testa come gli lUY8 LANDINON. l, (IJ.8.A.) • Una udata del oomitato euoo.ti,.o oentnlt no.ditta 1mtrlc1.no pre più e un collasso nervoso è difficile a guarire. Fate la vostra valigia, andate in campagna e stateci almeno due settimane. Tornerete fresco e risanato, e vi penuaderete che non è stato tempo sprecato. Un po' di moto, anche, ma non faticoso: un paio di miglia al giorno. E bevete acqua, soltanto molt'acqua •· • Ma io lo sento nella mia testa, dottore•· • Va bene, va bene: fra un giorno o due non lo sentifete più. Tanto per cominciare, una cosa come quella che voi avete immaginata non è possibile, è -anzi fisicamente impossibile, e se volete provare a voi stesso che non è mai accaduta, guardatevi nello specchio e vedete se riuscite a trovare anche un graffio dove dite che sia entrato l'uccello. Dunque, voi dovete dimenticare ciò, perché 11011 i mai accaduto. Non poteva accadere, era materialmente impossibile, e in tutta la storia della medicina non ho mai inteso parlare che una cosa simile sia accaduta una sola volta•. • In tutta la storia della medicina, voi dite? ....... e Certo•· • Ne siete sicuro?•· « Positivamente sicuro. Il cranio d'un uomo ha uno spessore di quasi un quarto di pollice. E sono ossa, solide ossa. E voi venite a dirmi che un uccellino, che è la metà d'un passero, vi è penetrato, ed è ancor vivo! !:: una idea fantastica, addirittura. Dimenticate tutto quello che avete pensato, vi ripeto,. • Ma io lo sento, dottore•· e Quello che voi sentite è qualche cosa molto differente •· • Io sono sicuro che l'uccello è ancora nella mia testa. Che prima non ci sia mai stato un caso come il mio, non vuol dire niente. lfl mio sarà il pr1mo. E l'uccello, dove sarebbe andato? Non c'era nella stanza quando accesi la luce•· Contro la logica e il ragionamento, contro l'anatomia, contro la medicina, il compositore aveva una sola ·risposta: • Ma io lo sento. Io sono sicuro che è ancora nella mia testa•. Niente di quel che il dottore disse potè fargli credere che la cosa era impossibile. Lo sottopose a una visita scrupolosa e quello che riscontrò gli bastò per diaaltri. ~ l'uccello. t dentro la mia testa, e vola ... Dottore, non vi offendete: ma non pensate che si possa consultare anche qualcun altro?•. • Tutti i medici del mondo vi diranno la stessa cc~a, ma siete liberissimo di consultare chiunque vi piaccia. Non ho nessuna obiezione in proposito. Volete che vi indirizzi io stesso a uno specialista di malattie nervose?•. • Perché parlate di nervi, dottore, quando io non ne ho mai sofferto, e tutto è accaduto esattamente come vi ho spiegato? ... •. Nelle settimane che seguirono il giovane compositore visitò uno specialista neurologo, e un certo numero di altri specialisti. Raccontò a tutti la storia del piccolo uccello, e come esso era entrato nella sua testa, e tutti gli prescrissero cambiamento d'aria, riposo e sedativi. Tutti ascoltarono pazientemente la sua strana storia, ma nessuno di loro potè far nulla per liberarlo dalla folle ossessione che l'uccello era ancora nella sua testa. Un giorno, egli entrò nello studio d'un vecchio dottore, un gentiluomo alto, dalla corta barba bianca e con occhiali cerchiati d'oro. • Dottore•, disse, • non vale la pena che vi porti via molto del vostro tempo. Ho raccontato la mia storia tante volte che ne sono stanco io stesso. Ditemi subito che cosa pensate, e potremo sbrigarci tutti e due•. • Pensare, di che cosa?• chiese il vecchio dottore. e Credete che un piccolo uccello possa entra'r..e nella testa di un uomo, e tuttavia rimanere vivo?,. « SL Certo che lo credo•· Il giovane sedette e tirò un profondo sospiro. Anche il tono della sua voce cambiò. e Com'è allora che tutti mi dicono che è impossibile, mentre io so che non è impossibile? E come sapete, voi, che invece ~ possibile?•. • Perché c'è stato un caso simile, già•. •Davvero?•· • Sì. Una ragazza, in Jnghilterra, ai tempi d.i re Giorgio IIL M'imbattei nella relazione del fatto in un vecchio libro che comprai in Italia,. e Ma, ditemi ... Come fate a sapere, come facevano a sapere che la ragazza - quella ragazza inglese - diceva la verità?•· • Oh, la relazione è chiarissima al proposito. Fu eseguita un'operazione, e l'uccello fu tolto. C'era stato qualche dllbbio prima dell'operazione, perché la bestiola, entrando, non aveva lasciato nessun segno•. • Oh, dottore! Ecco, è lo stesso di come è accaduto con me. Guardate: non c'è nessun segno. Oh, avevo dimenticato di dirvelo: è accaduto a me, questo. Vedete, la finestra era aperta e... L'uccello è ancora nella mia testa, adesso•· Il vecchio med.ìco ascoltò pazientemente, e dopo aver ascoltato disse che si trattava di un caso molto raro; ciò parve soddisfare molto il compositore. • Sl •, proseguì il medico, • rarissimo, infatti. E se si tratta proprio di quello che sembra, allora sarà, il vostro, il secondo caso in tutta la storia della medicina. Ma prima devo convincermi che l'uccello si trova ancora dove dite; fortunatamen'te la scienza ha fatto qualche progresso dai tempi di Giorgio I li e una fotografì11. presa coi raggi X ci mostrerà tutta la storia. Non avete già pensato a farvela fare, per caso?•· e No, dottore. Nessuno di quelli che mi hanno visitato ha pensato a questo•· • Una cosa semplicissima e assolutamente innocua. La negativa mostrerà, se esiste, la presenza dell'uccello•· • Sl, anch'io lo penso•. Il vecchio dottore procedette a complicati preparativi per l'opetazione, quindi la testa del compositore fu accuratamente ' lavata ed egli fu trasportato nella sala operatoria. e~ una cosa semplicissima, come togliere una scheggìa da sotto la vostra unghia. Tuttavia, data la rarità del caso si farà una relazione per presentarla alla Società Medica: ecco qui il fotografo che prenderà le fotografie dell'operazione nelle sue varie fasi,. Quindi il giovane abbandonò il capo all'indietro e respirò profondamente l'anestetico. Si sentì assai male quella notte, ma l'operazione era stata un grande successo. L'uccello era stato tolto e le lastre fotografiche avrebbero mostrato tutto il procedimento chiaramente, appena sviluppate e stampate. Il capo del giovane compositore fu avvolto in un gran turbante di garza bianca, in attesa delle fotografie, e quando esse gli furono presentate potè assistere come se la vedesse all'apertura del suo cranio. Una mostrava l'uccello morto steso su di una lastra di vetro. Sl: c'era. Una fotografia non può mentire. li compositore chiese che glì stampassero due copie di quelle fotografie per lui solo, e il dottore glielo <oncesse, ma l'invitò a non mostrarle a nessuno finché lui non avesse avuto l'opportunità di mettere per iscritto tutta la relazione della storia e di farla pubblicare nella Rivista Medica. Quando le bende furono tolte c'era una larga cicatrice al lato destro del suo capo, ma i capelli crebbero presto e la coprirono interamente. Circa dicci giorni dopo l'operazione il giovane andò a trovare il vecchio medico. • E i mali alla testa? Come vanno?,. • Scomparsi •· • Niente vertigini?•. e Dottore, non mi sono mai sentito meglio nella mia vita. E tutto questo lo devo a voi! Oh! ~ cosi bello passeggiare per le strade e respirnre la fresca aria primaverile! Stamattina ho passeggiato tutt'attor 4 no a Centrai Park e, sapete, mentre cam• minavo pensavo che sarebbe bello descri 4 vere in un poema musicale tutto quello che si prova, il senso della natura, .. Come Strauss, o, meglio ancora cqme Stravinsky. Scrivere tutto ciò sLllo sfondo dell'orizzonte di New York ... Sì, descrivere un orizzonte in musica. Credo che sia possibile. Non credete, dottore, che sia un'idea meravigliosa? ... •. Così egli parlò, e il vecchio medico pensò che l'uccello era oramai uscito dalla sua mente, e che l'operazione era stato un reale successo. Così avvenne che quel giovane, che allora aveva diciannove anni, fu salvato dal coltello d'un chirurgo. Quattro anni passarono. Il vecchio dottore diventò molto vecchio e usci solo raramente dalla sua casa. I giovani dottori di New York - e fra di essi molti ve ne sor.o che si consumano dalla invidia· e si abbandonano a meschine gelosie - tutti seppero del caso del giovane compositore che aveva avuto e l'uccellino• nella testa, e c'era sempre un piccolo sorriso sulle loro labbra mentre parlavano dell'operazione e delle fotografie. Ma quattro anni passarono, e dopo quattro anni il caso era quasi dimenticato. Fu durante un concerto all'aria aperta, allo Stadio. La giornata estiva era stata calda e umida e la sera offriva poco sollievo, ma l'aria sapeva di pioggia imminente ed era satura d'elettricità. Il giovane compositore riconobbe il dottore che gli aveva prescritto ìl bromuro triplo e gli aveva detto che la cosa non era possibile. Sorrise, agitò una mano in segno di saluto e andò a sedere vicino a lui. « Avete un bcll'aspetto •• disse il dottore. • Sì. Dopo la mia operazione non ho più avuto alcun disturbo•· « Vedo, vedo. Molto bene•· • Ora, crederete che la cosa che vi dissi era possibile?,. e Ogni cosa è possibile•· • Ma dovete ammettere che foste molto testardo il giorno che venni da voi a rac• contarvi il fatto, no?•· e Già. Suppongo che la mia si possa chiamare ostinazione•· « Mi dispiace di non avere le fotor"'fi,. con me per mostravele. Era tutto come vi dicevo. E la cicatrice sopra l'orecchio, po• tete vederla da voi. Dovrebbe bastare da sola a persuadervi •· Si tolse il cappello di feltro e mostrò al dottore la cicatrice. Ma il dottore non potè sopportare più a lungo. e La cicatrice non prova niente, tutto non prova niente. Le fotografie mentono, e la cicatrice è falsa, e tutto è come 10 v, dissi che era quattro 8nni fa. Siete più vecchio ora, e senza dubbio in migliori condizioni fisiche, e non v'è ragione perché vi trasciniate questa menzogna per nmo il resto della vita. !iiete abbastanza uomo per conoscere la verità; e, tuttavia, non biasimo affatto quel vecchio medico per quello che ha fatto. Fu una cosa molto avveduta, e se n'è parlato molto nella citth. Ma potete interrogare ogni dottore a New York, e tutti vi diranno la stessa cosa. Egli vi vide dopo che eravate stato visitato da una dozzina dei migliori specialisti della città e capl che non poteva far niente più di quello che vi avevano fatto gli altri: così finse di essere della vostra stessa idea, e v1 raccontò la storia della ragazza inglese e del suo caso occorso ai tempi di Giorgio II I. E cos~ vj sottoposero a una finta operazione, e vi mostrarono false fotografie combinate in laboratorio. E l'uccello morto? ... Ecco, questo richiese il disturbo maggiore: era un canarino, e il bello è cl)e costò loro tre dollari, e dovettero clorofonnizzarlo, perché voi eravate impaziente e non si poteva trovare un uccello morto in tutta New York. E vi dettero qualche fotografia, vi tolsero dei punti dal cuoio capelluto; ecco tutto quello che vi hanno fatto. Sì, vi fecero un taglio sul cranio, lo richiusero perché apparisse una discreta cicatrice. Fu tutta una commedia, dal principio alla fine. Ma visto che l'avete creduto ... tutto fu ben fatto, naturalmente, e il vecchio dottore vi tolse "l'uccello" dalla testa. Sì, egli lo fece realmente. e merita tutto l'elogio che gli spetta per ciò. Nessun altro dottore a New York aveva saputo come curarvi; lui solo lo seppe. Tutto bene, dunque. Ma ora è tempo che sappiate la verità, la verità non ha mai danneggiato nessuno. La suggestione è solo suggestione, i trucchi sono soltanto trucchi, e la medicina è la medicina!•. « Mio Dio!..., gridò il giovane. e Io lo sapevo, io l'ho saputo tutto il tempo. Era un trucco, lo so, ma non è servito, lo sento ad~sso... L'uccello è ancora qui I Gira, svolazza, fruscia, e mi picchia contro le tempie ... Picchia, picchia, picchia! Mio Dio. Diventerò matto, matto, matto ... •· Il cappello di feltro gli cadde al suolo. Si portò le mani alle tempie, le premette disperatamente, si alzò e corse via. MANUEL KOMROFF (trad. di Anna Cassi,ia)
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