Omnibus - anno I - n. 33 - 13 novembre 1937

'&i'..:. E CORTINE pesanti alle finèstre ~ dello studio del Principe-presi- ... dente filtrii.vano dalla notte decembrina il rumore confuso delle ruote dei coupés che portavano via gli ultimi invitati del lunedì ddl'Elisco. Pochi minuti prima, addossato al camino del gran salone, conservando fra i mustacchi lustri di cerotto e il pizzo il sorriso d'etichetta, Luigi Napoleone aveva mormorato aJ colonnello Vieyra: e: Colonnello, attento a non mostrare alcuna emozione: l per questa notte. Mi garantite che domani non si suonerà Ja "generale" per le strade?>. E il colonnello era uscito, per andare di persona a sfondare i tamburi della guardia nazionale. Da un anno si aspettava il colpo di Stato: del Presidente contro l'assemblea, dell'assemblea contro il Presidente, Bonaparte prima di Changamier, Changamier prima di Bonaparte; e adesso, pallido appena un po più del solito, il Principe-presidente dava le ultime istruzioni allo St<!tO maggiore della sua congiura, e non si era nemmeno tolto il gran cordone della Legion d'onore sanguinante attraverso il giltt. li generale de Saint-Amaud protendeva verso di lui il suo viso acuto di Richelieu; Penigny, nell'emozione intensa dell'ora, dimenticava penino la gioia di vederla finalmente giunta a premiare il suo fanati.smo paziente; Mocquard, vecchio pilota del piccolo cabotaggio mondano, ora alla fonda nella segreteria particolare, aveva la calma di coloro che non hanno nulla da perdere. Le fiamme dei candelabri lasciavano bagliori sulle bottoniere delle uniformi e sugli sparati delle marsine. Fra questi cospiratori in marsina, Augusto de Momy portava a bucn diritto in quell'ora di conciliabolo la te• nuta dell'uomo di mondo, ch'era stata in verità la truccatura nella quale si era nascosto in lui il cospiratore. Celato dal suo frac impeccabile, Momy era passato inosservato fra tutto quell'agitarsi di deputati, di generali, di vescovi, di pretendenti, di tribuni, a stringere e adunare le file dell'ingegnosa trama, per giungere finalmente a questa notte dal primo al due dicembre, in cui il Capo dello Stato apriva sulla sua scrivania un gran plico giallo con su scritto in lapis azzurro : e Rubicone>. Monsieur de Morny? Questo nome era irreperibile sul d'Hozier, né figurava sulle liste della nobiltà napoleonica, ornata di tocchi a piume di struzzo. Lo Stato civile registrava invece un Carlo Augusto Luigi Giuseppe Demomy, figlio di Augusto Giovanni Giacinto e di Coralie Fleury : e tuttavia il Jockey Club era stato generoso di palle bian• che al giovane candidato all'ammissione nelle sue sale, ch'erano l'imprendibile Bastiglia dello snobismo. Tutti sa• pcv;\nO che con il sangue che scorreva nelle sue vene, Carlo Augusto era stato anche modesto a conferirsi soltanto un titolo di conte. Certo quel sangue non aveva confluito in lui attraverso gli ar• · gini delle giuste nozze : ma grazie a correnti che diremmo sotterranee e che risalivano a due o tre generazioni di coniugi negligenti. Era figlio infatti di Ortensia Beau• harnais moglie di Luigi Bonaparte, e del conte di Flahaut, che le dame di palazzo chiamavano « le beau Fla· haut >. Il cognome Demorny, compra• to a un oscuro ufficiale di ventura, non era che lo schcnno trasparente messo fra le convenienze e il frutto impre• visto di quella celeberrima passione. Del resto, iJ conte di Flahaut stesso non .,veva avuto per padre colui che gli ri- (onosceva lii. legge, ma il principe cii Talleyrand al tempo della sua giovinezza. tonsurata, e non mancava nep• pure chi sosteneva autorevolmente che attraverso i Flahaut e il Pare aux cerfs qualche globulo rosso capetingio aves• ie deviato fino a Morny. All'ombra di simili nomi, quell'autentico figlio di tutto il secolo XVIII era entrato nella vita come un tempo certi cavalieri scendevano in campo mostrando sul loro stemma la sbarra di bastardo : con una baldanza e un or- ~oglio che hanno tuttavia neJ verso una irrimediabile pieg:1 di cinismo. Il ~enerale de Flahaut, che esercitava con diSinvoltura i suoi diritti e i suoi doveri di padre, nei quali si prolungavano il ricordo e il prestigio della più il· lu,.tre conquista della sua carriera di bel soldato, non si era occupato soltanto di aprirgli le porte di qualche salotto : un giorno, il re Luigi Filippo, ,;empre compiacente verso gli a~tichi generali della Grande Armata, gh aveva regalato un brevetto di nomina a sottotenente di cavalleria per il signor Dcmorny, « a titolo di ricompensa nazionale per aver preso parte all'insur• rezione di luglio>. E il giovane Momy, che dell'insurrezione aveva sì e no sentito la fucileria e lo scampanio dall'appartamento della nonna in Rue Verte, si era trovato lietamente uffi• ciale dei lanceri, con l'elmo polacco e il giubbetto corto. Cominciava come Brummell, e come Massimo d'Azeglio, e senza dubbio provò anche lui le gravi esitazioni di Lucien Leuwen fra le mostreggiature amaranto del 27° reg• gimento e quelle gia11e del 9°. Era allora il tempo del Caft Tortoni e del Café Anglais, e i primi sigari sotto gli alberi del Bois facevano ronzare proteste alla « vespé > di Alphonse Karr. Il duca d'Orléans, col chepì indy: aveva più del d'Orsay che del Brummell, giacché il suo stile non era soltanto un dosaggio esperto di impertinenza1 di orgoglio e di egoismo : a questi indispensabili ingredienti che l'anglomania metteva di moda e che facevano di molti suoi coetanei tanti fantocci inchiodati fra il bavero della redingote e la staffa. del pantalone, Morny aggiungeva la grazia galante ·.di Versailles, e quell'alt1a inimitabile grazia che gli veniva dallo Stato mag: giore ài Napoleone, dove tanti Ségur e Flahaut e Narbonne avevano immerso e corretto nella rudezza dei camerati repubblicani il famoso « coup de chapeau > di Fontenoy, togliendovi quanfiuenza decisiva. « L'ho preso sottotenente, e l'ho lasciato ministro>, dirà un giorno, il giomo amaro della rottu• ra. Cominciò col fame un industriale dello zucchero 1 con una fabbrica bene avviata a Clennont-Ferrand, e fu visto Morny presiedere con a\l;torità e competenza il congresso dei..fabbricaoti di zucchero da barbabietola. Strano spettacolo, per i soci del Jockey: ma forse, a guardarle attraverso gli occhi di una amante belga 1 quelle assise di mercanti acquistavano non so che prestigio rembrandiano, i sindaci del panno e si.mili, che poteva attrarre la compiaciuta simpatia di un dilettante. Poi venne il set?gio alla Camera dei deputati. Qui il principe deRli snobs conobbe l'altro snobismo: quello della gente seria 1 incapace di ammettere che un uomo di mondo possa davvero essere dei suoi. Aveva un bello sforzarsi d.i parlare di argomenti borghesi 1 le' ta• riffe,. le dog~e, di citare cifre; gli emi- • nent1 colleghi ascoltavano con condiscendenza questo conte che non era nem':leno proprietario terriero, che la matJ1na aveva cacciato il cervo e la sera a~~bbc avut~ il suo ingresso nei camerini delle conste, e non gli face• vano superare la parte del deputato o:namentale. « Il più calvo e 'il più giovane dei soddisfatti>, lo chiamava~o .. Giovane lo era, e calvo pure, ah.une, come tutti i Flahaut ( « Qualche cosa di raro da offrire a una donna?. Dat~le un vostro capello>, si era sentito nspon~ere una volta suo padre);_ ma soddisfatto? Era invece pieno ~1 vaghe. inquietudini per l'avveni• re d1 un regime che si isolava entro la Grande Muraglia del suffragio ristretto, es~raniandosi ai giovani e al Paese, e sentiva una confusa tentazione di cercare la garanzia dell'ordine sociale oltre la persona di Luigi Filippo. A S!~burgo! _a Boulogne, due malinconici tentat1v1 avevano preteso di ricordare alla Francia, perché ne ridesse che l'Impero aveva ancora un rappre: sentant~ . nella persona del figlio del re Lu1g1 Bonaparte e di Ortensia Beauhamais! ma Momy non aveva fatto attenzione ai casi di C\uel fratellastro troppo romantico: piuttosto il conte di Chambord? Lealmente av~va \·olu~o com1;1ni~area Luigi Filippo le sue 1mpress1on1, le sue ansie : il vecchi<?re ch~ò ve!'5o. di lui iJ toupet di finti capelh : « G,ovmotto, non vi state a pre~cupare, Ja Francia è un paese che s1 porta avanti coi funzionari dello Stato>. Febbraio 1848. Da un lato c'era la duchessa d'Orléans nell'emiciclo in g~ama~lie vedovili, col piccolo donte d1 ~ar1gi per mano, le lagrime sul viso pa!lido; _dall'altro, la plebe dei sobborgh~ vociferante dalle tribune invase da1 ba?chi _violati. Lamartine ebbe I~ un attimo m mano le sorti del P.ie.se credette di essere uomo, di Stato rifiu~ tando di intenerirsi, e andò a proclamare la repubblica all'H0tel de Ville. La repu_bblica! Questa parola non e~ocav~ più soltanto l'odio ai nobili e ai preu. 11 tricolore di Valmy era bastato nel 1830, ma ora Louis Blanc most:ava al governo provvisorio le bandiere rosse nella piazza gremita. Per ~o~>:• un regime simile unava tutti 1 suoi istinti non meno che tutte le sue co~venienze .. Intanto la crisi degli aff~n I? costringeva a separarsi da alcuni dei suoi migliori quadri 1 primo frutto de.Ila sua alleanza con Mme Le Hon IL 00NTS DE K0RNY, AKBA80IAT0RE DI PRAN0U ALLA00RTE DI. RUSSIA , S~ttico e ironico, lo urtava la retoric~ d_ei demagoghi, lagrimante umanitarismo. e fil~ntropia quando non tuonava mmacc1a e distruzione. Le feste democ~atichc sciorinavano troppi pepli gr1:c1su baccanti reclutate nei sobborghi. Gli ~m_icierano in fuga, i salotti e:ano ch1us1, le ambasciate si imbronciavano, gli alberi della Libertà ingomb!avano ogni crocevia. L'anarchia ra$"· g1u~geva p~rfin<:, il Salo,, : Ja giuria veniva abolita m omaggio ai diritti del!'uo~o e del cittadino, e gli amatori tacitamente desolati sfilavano fra apoteosi a olio della Libertà trionfante o della Fratellanza d~i popoli, in cui ne~eno le buone mtenrioni democratirhe potevano bastare per consolare un Morny. clinato sulla basetta destra, le maniche strettissime nelle spire dei galloni, la cintura breve come quella di Basiliola, creava un'eleganza militare per bilanciare un poco lo stile borghese e il famoso ombrello del padre, e conduceva negli studi degli artisti e nei salotti delle ambasciate il gruppo di lions che le convinzioni politiche o la noia tene• vano lontani dalle gaie del Faubourg Saint-Germain: e Morny, buon cava• liere come suo padre, e abbastanza provvisto di battute ciniche per far ri• cordare che Talleyrand era suo nonno, brillò al suo fianco di luce propria, sa• tell.ite che sarà un giorno una cometa lucente. L'esercito francese era allora pittoresco: gli ufficiali superiori avevano fatto le campagne dcli' Impero e ostentavano miracolose cicatrici, e gli ufficiali inferiori si battevano a duello per sostenere le virtù del proprio cavallo. C'erano poi i reduci dall'Algeria, che portavano in giro le facce abbronzate < dal sole dcli' Atlante>, e raccontavano storie dove c'entrava perfino il ruggito notturno del leone fra un fiorire di parole magiche: smalah, kabilt, si· di, ben, abù. Tutti volevano andare in Algeria, anche i figli del re, e il vec• chio maresciallo Castellane brontolava che la guerra in Algeria faceva perdere il vero senso della disciplina milita• re. Momy aveva voluto seguire questa moda guerriera come aveva seguito le altre. < A proposito di donne in lagrime >, scriveva il duca d'Orléans al duca di Nemours, « Morny parte per 11Africa» : ma poi una terribile dissenteria al campo di Sig lo aveva restituito :11laFrancia, ed egli aveva lasciato l'esercito, temendo assai più degli arabi e del deseno le tetre generalc.ssc nei salotti delle guarnigioni in provincia. A lui era necessaria Parigi. Là soltanto il suo gilet nero bordato d'oro, i suoi cappelli a staio, le sue mazze e i suoi guanti, il giro sapiente dei suoi foulards, suscitavano discepoli, e non volgari e impacciati copiatori. Apparve nei palchi dell'Opéra e nella Allée des Acacias un primo Morny soltanto danto vi era di troppo porcellanesco, senza peraltro togliervi la coraggiosa e sorridente posa. Portava sempre all'occhiello, come un raro fiore, il nastro rosso guadagnato sotto le mura di Costantina il giorno dell'assalto. Per sostenere questa vita, il denaro, molto denaro, era indispensabile. Di suo non era ricco. Ora in quegli anni, al grido « enrichisse(.-vous! > i primi conquistadores salpavano alla scoperta del nuovo mondo dell'Industria e della Borsa e, dopo un viaggio fortunato, tornavano ricchi di preda ad abbellire i loro salotti. La vecchia nobiltà esita• v~ ancora_ a imbarcarsi su quei galeo• n_1dalle ciurme equivoche, dai capitani troppo spesso sospetti, e ancora si contentava dei conti degli intendenti e dei fittavoli; ma Momy non aveva di questi scrupoli: il suo realismo respingeva i pregiudizi appena questi cessa• vano di essere una barriera per tener lontani gli indesiderabili e diventavano un impaccio ai propri movimenti. D'al. tra parte., gli affari non gli mostravano soltanto un mezzo per raggiungere l'opulenza patrizia: attraverso l'emozione del loro gioco e degli incontri quest'uomo di salotto scopriva in se stesso un per5?naggio nuovo. E poi, nei primi passi almeno, una mano piacevole lo guidava: quella della contessa Le Hon, ambasciatrice del Belgio. La moglie del rappresentante del re Leopoldo era, con la contessa de Boigne e poche altre, il centro di uno dei rari saJotti che si sfonavano di conseivare al regime orleanista un'incipriatura mondana: ma, nata Mosselmann, da una famiglia di industriali minerari, la « ràvis· sante ambassadrice qui souriait comme on respire >, guardava il mondo con occhi meravigliosamente azzurri che sapevano diventare meravigliosamente acuti quando si trattava di riconoscere attraverso miraggi e prospettive le vere prooorzioni di una buona speculazione. Fra tante signore, e signore dalle camelie, che avevano adornato e adorneranno i pomeriggi di Morny 1 la contessa eri destinata a essere quella che avrà avuto nella sua esistenza l'in- , La. sua intelligenza innamorata delI ordme, delle gerarchie sapientemente graduate, vedeva con un'angoscia nella. qu_ale l'elemento gratuitamcnt~ patno~t,c_o non mancava fra le preoccupaz1<?~1dcl proprietario e le nausee del p_at:1z10, il governo senza vigore smarnrs1 negli empirismi pericolosi di chi vuol contentare tutti, avviarsi nella via senza usc.ita ~elle ~luzioni facili impost~ dal ringhio dei sobborghi, e precipitare_ finalmcn!e nelle giornate di giugno, 1 gener:1h fucilati, l'arcivescovo massacrato, e i cannoni di Cavaignac che fanno crolJare le illusioni accuratamente costruite dal Governo stesso. Dove trovare una soluzione? La Mon~rchia? Molti rimpiangevano ancora glt_Orlé~ns: « Un roi. si sage! Un systheme si bon! » sospirava nostalgicamente, col banchiere Dambreuse del• I' Education sentimentale tutta la borghesia; ma altri si volgevano verso Frohsdorf 1 dove il conte di Chambord sc~iveva messaggi che parevano encichch_e_e prendeva appuntamenti imprccm con b Divina Provvidenza : e questa divisione rendeva impossibile I~ _resta~razione del trono. Alla possibdttà ~1 una repubblica tranquilla, di un regime parlamentare capace di tener testa alla demagogia altrimenti che con gli improvvisi sussulti delle repressioni sanguinose, e di fare dell'amministrazione invece che della retori- · ca, Morny non aveva mai creduto e tanto meno poteva credere ora. (conti11u'l) MANLIO LUPINACCI olive-b-bi p o R T A T L E • r ,., • • I Non esitale a staccare questo tellonc1no O L I V E T T I P O R T A T I L E S.nu imp•ono, Nome Cognome Duidtro dimoslrHÌOn'- . O 0.1idt ro nquiifo conttnli . O Ouidtro •c:qui1to • ,.,, . . EJ Spedite'" bu•I• c:h1u1• 1enz• fron·c:obollo oll'1ridlr1z11:o ING. C. OLIVETTI E C. S. A •• IVREA ·-• ~: RAFFREDDORI. REUMATISMI,: NEVRALGIE BERTOLDO esce al martedl e al venerdl. Cbie• detelo in tutte le edieolr: eo,ta 40 centeaimi. Un lettore di Omnibw deve casere anche un lettore di Bertoldo, che non è aolo un giornale umoristico contro la noia e il ma. )umore, ma anche un giornale per le persone intelligenti. BERTOLDO La memoria è oggi Ja facoltà più bersagliata dal vivere intenso. Essa non è un puro dono di natura, perchè è provato che si può aumentare e rinvigorire con facili esercizi. li nostro Corso di Arte della Memoria consente a chiunque di renderla eccel• lente in breve tempo. Numerosi autore• voli consensi. L. 1 J, solo contro assegno. Scuola Mentale - Casella 12 - Firenze. GiJJl/81 è b gunde rivisb. quindicinale che vi illustra come si fanno i blm1 che vi fa partecipare a1la vita complessadegli attori, dei r~gisti, dej produttori. 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