Scia.nga.i, ottobre. I I APPIATT} contro il muro cli un edificio di Nanlcin Road, bestemm.ib fra i denti appuntiti, scuotendo i pugni contro il cielo grigio e ventoso. Nel cielo, poche nuvole portate dal vento. Un minuto prima, una scheggia di argento era passata su in alto. Dalla scheggia era caduta fulminante una bomba. Ora intorno ai suoi piedi i morti giacevano. Le strade erano ricoperte di vetri rotti, di detriti e di macerie, di schegge di legname e di altre cose CQntorte, buttate fuori dai negozi fracassati. L'aria era impregnata di acri vapori che bruciavano gli occhi e sapevano di salmastro quando ci si toccava con la lingua le labbra aride. Non si sa se l'uomo lassù, che ho. lasciato cadere la bomba, sia cinese, giapponese o russo. Le recenti carneficine di Sciangai, gli orrori di Nanchino, Peping, Tien-Tsi11 e altre città cinesi, avevano messo a dura prova i nervi di tutti. In quelle città affollate, fine di milioni di poveri, stretti nelle case, e di ricchi stranieri, le bombe scoppiano e gli shrapt1tls distruggono tutto. Si scopre che il terrore ha spogliato gli uomini delle loro caratteristiche nazionali: il francese costante, l'inglese cupo, l'italiano eccitabile, lo stoico cinese, il freddo tedesco, diventano tutti gli stessi, le etichette del carattere diventano bugie. Ciò che impressiona di più, non è l'intera distruzione o l'uccisione crudele e folle di gente innocente, ma qualche tragedia minore. Stipati in un vaporetto che veniva da Sciangai, verso un transatlantico americano, vi erano più di quattrocento rifugiati, quasi tutti donne e bambini. In Cina, la maggior parte dei bambini viene affidata fin dalla nascita alle balie cinesì; nella fuga disordinata le balie erano rimaste a Sciangai, e toccava alle madri di prendere il loro posto naturale: madri che appena potevano riconoscere e sapere quali erano i loro bambini. Terrificati, i bambini in fasce piangevano, gli altri cercavano di mostrarsi coraggiosi. • Cìò che mi spe~zava il cuore•, disse una madre americana, • non era il pericolo fisico o la certezza di essere finanziaT riamente rovinati. Era sentire il mio Patsy gridare con paura: "Balia, voglio la mia balia". NeS!uno di quei ragazzi sul bat- ·dlo chiedeva o gridava il nome della madre. Questo era peggio delle bombe, per me•. Il suono che si ricorda dopo un bombardamento, non è lo scoppio e il rumore dell'esplosione, ma piuttosto lo stridore metallico dei vetri rotti che cadono nella strada, e sembra che si prolunghi per parecchio tempo. Le strade si riem_piono di frammenti dj vetro: si scivola correndo per salvar.ii. Si corre senza sapere dove, istintivamente, in qualunque direzione, qualunque essa sia. I vetri scricchiolano sotto i piedi facendovi djgrignare i denti. • Il pensiero che mi veniva in mente in quegli attimi•, diceva una signora, • era: sto rovinando le scarpe; andranno tutte in pezzi•· Se le bombe cadono quando si è soli, si agisce in una maniera; se si sta tra gente, in un'altra. Ma, sempre, secondo il proprio impulso. Se siete fra la folla, farete come la folla, a meno che non siate un trascinatore di folle, il che non è molto comune. Senza ragione agirete come un cieco: farete cose insensate, dominato dall'emozione della folla. In Cina, le folle vanno qua e là senza fine: avanti e indietro, su e giù: non sanno dove vanno; vagano, part:mo, corrono per pochi metri tutte insieme, poi marciano, cieche, senza anima. Non c'è chiasso. Sull'atterrita e confusa folla pende un terribile mormorio; talvolta una donna grida; un uomo ferito si lamenta. Ognuno trema istericamente. Il sudore si arresta sulle fronti e scivola sulla sporcizia dei volti. Tutti sembrano paralizzati d8lla paura e guardano con occhi che non vedono. Chi è solo rimane storruto, da principio. Il tonfo dell'aria contro Ja testa, al momento della caduta della bomba, paralizza il cervello. Si gettano innanzi le braccia per sostenersi, o si premono le palme delle mani sul viso, per tentare di proteggersi gli occhi, sempre gli occhi! Alcuni lottano per mantenersi in piedi, ma sempre tenendo il braccio piegato sugli occhi. Poi, quando il cervello si mette di nuo-- vo a lavorare, ci si meraviglia dell'immobilità delle cose. Per un lungo tempo, sembra che tutto sia fermo: la scena della strada, dove vi fermaste pochi momenti prima, è mutata, come quella di un film interrotto all'improvviso. Appena la mente si è schiarita, e osservate le cose, il quadro ritornerà a vivere. I vetri rotti continueranno a cadere (e penserete che il rumore non debba finire mai) e: gli esseri umani lentamente incominceranno a muoversi. V'accorgerete allora che lo.gente non è più dove si trovava un momento fa, o che non si muove più. Quella cosa là, senza testa, bagna di sangue le schegge della vetrina. Due minuti fa vi salutava. Era il portiere del negozio di porcellane. Potevate chiacchierare can lui, vedergli la faccia sorridere o corrugarsi, il torace respirare sotto l'uniforme ... Ora avete solo un certo interesse per ciò che rimane di lui. Improvvisamente ai pensa: • Qutìllo avrebbe potuto essere il mio corpo; e allora sarebbe il portiere a guardarmi cosi I•. Ma quando sono uniti in piccoli gruppi, gli individui non agiscono come quando sono soli o come quando formano una folla. Mentre le bombe cadevano su Sciangai, cinque uomini e una ,-agazza stavano giocando a poker in un app. .amento. Avrete sentito raccontare dell'impassibilità cinese. Tutti presero un'aria an- • ::eU&© noiata e sprezzante, guardandosi intorno per osservare il contegno dei compagni. Una ragazza, portando con sé il suo cocktail, andò con calma fino al punto dove un momento prima c'era la finestra. Guardò giù nella strada. Il suo cocktail macchib il tappeto; le sue dita inanellate tremarono, mentre accendeva una sigaretta. La faccia era bianca, quando si voltò verso gli uomini. e Io penso, Bill•, disse con un sorrisq, nervoso, e che avreste fatto meglio a comprarmi qualche azione dclii società vetraria. Sembra che ... ,. Inciampò in una buca formatasi nel pavimento. Gli altri, trovando una via di uscita per sfogare la loro emozione, la aiutarono. La conversazione riprese, nella stanza piena di polvere. Un giornalista disse: • Ho trovato un buon paragone: essere agitato come una lastra di vetro durante un bombardamento a Sciangai •· • Sl, e anche guadagnare come uno spazzino per il lavoro straorrunario •· La ragazza, inchiodata alla sedia, ingoiò un sorso. e Quest'affare•, disse, • mi rammenta ' ~ . . ·' ... -·· . ~.__=:=_ ...... --· _...,..,,,,,,- .. , .. ,. .. ,. ' / - quei due camerieri che si urtarono per le scale al vecchio trok •. • O il tempo della caduta del franco a Parigi•. Nessuno rise. Si guardarono in silenzio. Poi, uno di essi ansimò, mandò un grié:loanimalesco e corse fuori dalla stanza. Gli altri guardarono la scena estatici. La ragazza rise istericamente. Entrò allora una vecchia americana: la sua faccia era una maschera di terrore. Un ragazzo cinese, atterrito, le portò una tazza di tè scottante. • Signolina, be-va, pel favole. Vi sentilete meglio•· Ingoiò il te gorgogliando, vacillò, acccnnb al ragazzo. Quando questi le si appressò, girò la borsa, la rivoltò, ne trasse fuori alcuni biglietti sgualciti, che mise in mano al ragazzo. • Prendetemi della moneta spicciola, Ciang •, disse. • Rame; pezzi da cinque e da dieci cents. Svelto, svelto!•. e Subito!•· Corse via e ritornò con Je mani piene di moneta spicciola. La donna se ne andò tra i feriti. Metodicamente gettò via la moneta: un pezzo di rame qui, uno d'argento là, soprattutto verso le donne. SOIANGAI • L'ALllEROO OATHAY SOTTO IL llOKBARDAMENTO •• ... STIPATI Ili 'Oli VAPORETTO OHE VENIVA DA 80UNOAl, .. ' 1 e Perché?, si domandb più tardi. • Non so. Mi sembrava che dovevo pur fare qualche cosa•· La prima emozione, appena il bombardamento della città incomincia, non viene dalla paura dj cib che accade, ma di ciò che accadrà. Dove cad.rà la prossima bom• ba? Sarà qui, dov'io sono? Devo andar via di qui, in ogni modo, ora. Bisogna muoversi. Poi, la ragione prenderà il sopravvento. Le bombe non cadono mai due volte nello stesso posto. Meglio stare dove siete. Un altro impulso, per lo più incontrollabile, è quello di ripararsi sotto qualcosa; un ponte, ,m ingresso di un edificio. Magari in un'automobile, in un treno o in un tram. Mentre i treni sostavano nelle stazioni di Nanchino o Sciangai, dopo i bombardamenti, masse di popolo terrorizzato si affollavano fuori, per aprire i finestrini e le porte; e bussavano, e battevano. La gente del treno non poteva scendere. L'impulso del cinese era di andar via, in qualunque luogo, come il treno che va in qualche posto. Ugualmente, camions e autobus erano stipati di gente che voleva andar in qualche luogo, non importa quanto lontano fosse, purché fuori dal luogo della paura. Nelle città cinesi, per anni, gruppi di bianchi, ricchi e sprezzanti, orgogliosi del loro e prestigio•, vivevano circondati da centinaia di migliaia di poveri. Per anni, la maggior parte dei bianchi aveva trattato i cinesi senza cortesia. Mai avrebbero dovuto sperare in qualche aiuto, in tempi di disastri. Eppure sperarono. A Nanchìno, l'agosto passato, una signora bianca, condotta da un autista cinese in una limoun·ne, strillava maledizioni a un rachitico coolie che le aveva tagliato la strada in un punto stretto. Il coolie non aveva nessuna colpa, ma la donna agiva solo secondo una consuetudine di molte donne bianche in Cina. Quando la morte cadde dal ciclo nella capitale, furono proprio i coolies che assistettero i loro padroni bianchi, li protessero, portarono in salvo i loro bagagli, e rimasero in quell'inferno, mentre i bianchi si mettevano in salvo sui treni dei profughi. Qualche volta piansero per i loro principali di allora, fuggiti via. Anche un cinese può piangere amaramente, come un americano sentimentale. ■ La mia esperienz:i mi diede un nuovo modo di veder la vita•, mi disse una maestra elementare rifugiata. • Lo sguattero de't mio albergo rimase colpito e lacerato da un frammento di granata. Giaceva a terra, perdendo sangue. Gli altri servi mi invocavano: "Per favore ... aiutatelo. Muo-- re!". • Adesso mi meraviglio di mc stessa: ma io non potei assolutamente far nulla. Il sangue mi spaventava. Corsi via, gridando aiuto. I servi, poi, mi aiutarono più tardi e mi salvarono proteggendomi con le loro vite. Credevo di essere una persona superiore, calma, capace di .dominare i miei nervi. I coolits invece si dimostrarono molto più umani di me•· Quando il pericolo che vien dal cielo è passato, ci s'accorge che la mente segue strane riflessioni. Il pavimento dell'• Hdtel di Sciangai• è ancora pieno di detriti, di stucchi e di polvere. L'acre odore degli alti esplosivi è ancora nell'aria.• Quattro uomini siedono all'angolo di un tavolo, aspettando. Uno scrive certe cifre, su un pezzo di carta. Nessuno bada a lui. • ti: un teorema aperto e chiuso•, dice quello delle cifre, con voce alta e eccitata. • Ora, ci sono 450.000.000 di cinesi e il loro valore è di 19 dollari ciascuno. Scriviamolo. Poi vi sono 65.000.000 di giapponesi e jl loro valore è di 38 dollari ciascuno. Segnamo. Ora moltiplichiamo 65.000.000 per due, e avremo 130 milioni di persone a 19 dollari, contro 450 milioni alla stessa cifra. Cib dimostra che i cinesi sono tre volte e O"...""ZZO tanto forti ... ,, La voce s'abbassa. Nessuno ascolta. Allora l'uomo fa una palla del foglietto e se la mette in tasca. Rosicchia il lapis, con gli occhi fissi, spalancati. Un uomo entra, tenendo un fazzoletto su una ferita alla fronte. • Stanno bombardando l'universith. e le scuole,, dice. • La grande libreria e m rovina, e la tipografi.a vicina è distrutta. Ora stanno cercando di distruggere le stamperie del giornale e la stazione radio,. Corrono le notizie sulla distruzione. A un crocicchio, una bomba ha distrutto e sbranato venti persone, duecento, duemila. Può essere. Si viene a sapen· dove è successo e si ricordano gli agenti del traffico in mezzo alla strada, in quel punto. L'autobus Numero quattro. Il tram Numero sette. Le vetrine affollate dei negozi di generi alimentari e delle gioiellerie. Questo è il quadro che si forma nella vostra mente. Non potete immaginarvj allora il macello, carne e letame e carni lacerate e corpi senza testa e rovine nella polvere e strepiti di vetri che cadono. Ascoltate, sordamente. Sapete che sono notizie, idee:. portate dalla paura, che ingigantiscono appena nate, moltiplicate da quella che è la storia primitiva. Voi non ci credete, non credete a nessuno. Ma poi viene la notizia esatta. Qualcuna di queste notizie può esser vera. Ammenocché non facciate attenzione, potete ,essere strappato via, sbattuto contro un muro, squarciato da uno shrapnel. Se fate attenzione e ragionate con calma, potete esser salvo. Si, ma che decisione prendere? L'indecisione vi paralizza il cervello. Incominciate a pensare alla guerra. A Shannan e a Beh. Nei giorni di Shannan la maggior parte delle battaglie erano combattute in 'Campagna, fra truppe regolari. • Soldati contro soldati. Ogni parte aveva la sua probabilità. Darle o prenderle. Una specie di mercato. Sul radiatore di un'auto abbattuta nella strada piena di vetri e detriti, s'agita al vento un3 bandiera american,.. Viene un groppo alla gola. Qualcosa di piacevole anche. Ma non significa nulla in questa guerra. Dieci anni fa significava molto nell'Oriente. Cosi anche la vecchia bandiera dell'Inghilterra, il tricolore della Francia, e tutte le bandiere delle altre nazioni. Potevate avvolgervi nella bandiera americana e sfidare il fuoco ... Le folle senza casa marciano incessantemente, cieche, attraverso gli aperti campi. Donne e bambini. Fanciulli e anziani. Dall'alto non scorgete che un oceano di teste nere. S'ode un'esplosione, I,•ntano. L'oceano di teste si gira improvVJ',3mente: appaiono migliaia di facce bianche, occhi che si spalancano verso il cielo. R un tremendo sguardo, quello di una massa umana terrorizzata. Migliaia di ruote insieme avan7.ano sobbalzando sulle strade, fra il pànico. La polvere turbina e l'amaro sapore degli esplosivi vi riempie la bocca, Il fumo degli. edifici incendiati è sospeso sulla città. JIM MARSHALL
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