(NllOl'I FIL~I) SCIPIOII Ei'iTRA:v!MO quando già il film era inc?minciato da poc~. La sala ~1 apparve gremita dt spettatori, fin quasi sotto lo $Chenno, ma,. decisi a guadagnarci un _pos!o al buio, gonfiammo i mu- '-COh, :1poncmmo il canoello piegato sotto 11 cappotto e affrontammo la foll:t. Do~ un q_uarto d'or;i, stanchi, ~mmaccat, e ansimanti, ci trovammo 1~ un angolo, ~icino a una porta di sicurezza, proprio a due metri di fianco al telone. Sopra, 01 meglio, di fianco a noi ,u~lo. sch7nno illuminato, ci apparv~ Snp1one m mezzo ai Palres conscripti nell'aula del Senato di Roma. La voc: mclodio1 m e senile del console si spandeva pl'r la sala, superando le altre voci dei Patres. Poco dopo egli usciva d~ll'aula e compariva sui Campidoglio, tra le acclamazioni della folla entusiasta. Diecimila braccia si alz:irono al suo passaggio. l duemila spettatori che gremivano il cinematografo guardavano con stupore e orgoglio i diecimila antichi romani che affollavano la ricostruzione del Campidoglio. Tutti sent1vano che quella partenza per la Sicilia preannunziava una guerra immane e, naturalmente vittoriosa. Dal discorso al Senato,' fino :dia grande battagli~ ?i :-J'araggara, diverse altre volte Sc1p10ne apparve sullo schermo. Eravamo riusciti a guadagnare un po' di spazio tra la folla che ci stringeva d'intorno, e ora potevamo gu:udarlo meglio. Dal nostro posto, la sua figura sembrava deforme e .st~anamente allungata, e non assom1ghava affatto al ritratto in bronzo che si trova presso il .Museo Nazionale di :--:apoli. Innanzi tutto ricordavamo lo Scipione, da quel br~nzo, in gran parte calvo; mentre Annibale Ninchi a\·eva copert:1 la testa da unti. specie dt parrucchina riccioluta; poi, pensando che al tempo della guerra con Cartagine Scipione doveva aver poco più di trent'anni, il volto dell'attore ,embrava senz'altro troppo vecchio e molle. A Sabaudia, durante la lavorazione del film, assistemmo mesi or sono alla grande perorazione di Annibale Ninchi ai legionari romani. Alto sulla sella, il petto difeso dalla corazza di cuoio, le magre gambe coperte dagli schinieri, i ricciolini della parrucca ros- ·a dolcemente mossi dal vento l'attore incitava i soldati 1 con la s~a voce :-,tanca e me_lo~iosa. N~lla grande pianura, cavalieri romani volteggiavano sopra l_e loro cavalcature leggere ed eleg<,'-~ll. f?a lontano, giungevano i b~rnt1 degh elefanti, chiusi nelle grandi stalle. I colori vivaci delle antiche divise mìlitari brillavano al sole. Di t~nto in t~nto, un cavallo passava vicino a noi a gran galoppo, lucido di sudore, sollevando un nugolo di poi• vere. Un soldato cartaginese, o numida, lo spronava verso un accampame'!to lontano a portare gli ordini del ~eg1sta. I cavalli dei legionari, dietro 11loro comandante 1 scalpitavano e agita,·~no . le l1:1n~he ~ode. Seguito dai ,uo1.a~istent1 1 11 regista correva di qua e d1 la, parlava e gesticolava. E tutti correvano, si scambiavano ordini preoccupati, :insiosi di far presto, pe; non vedere 11 sole scomparire dietro cene_ nuvole grige e gonfie. Unico immobile, solenne, olimpico rimaneva Annibale Ninchi sul suo cavallo gran- ~e e tozzo, in.chiodato al terreno. Forse Go~d~~:vd. d1 un cavallo dei trasporti Quella stessa scena l'abbiamo rive• duta nel film, cd è sta.ta un'impres• ,ione ass..1.icuriosa riudire, in condizioni così diverse, quella stessa voce alta e melodiosa incitare i soldati alla battaglia e alla vittoria. Circa due terzi .d~I film erano· ~rascorsi, da quando Sc1p1one aveva sciolto le vele da Li• libeo, ma tra tutte le scene che avevamo vi.sto1 questa ci sembrava la più v.era, qu:1-si il ricordo ci facesse appanr reali quelle ombre grige dello '-Chermo. Il dramma di Annibale le \Ue malinconiche considerazioni, , gli amori e le virtù di Velia1 il dilemma ~nsuale e patriottico di Sofonisba le ~piritosaggini di un miles gloriosus: le ,11uazioni e le parole di tanti altri per- ~<maggi, rappresentati con assoluta mancanza di verità, erano già sbiaditi nella nostra memoria. S'avvicinava il momento della gran hattaglia di Naraggara. Quale dei due condottieri avrebbe vinto! Scipione o Annibale? Annibale Ninchi o Camillo Pilotto? Jn piedi, vicino a me, uno ~pettatore che cono(ceva la storia rom~na bi~bigliava a certi suoi compagni come sarebbero andate le cose ma qut'lli an~iosi e indispettiti non ~olev~no ascoltare. Benché la figura di Scipione ave~se destato in tutti partico· l~ri .,impatic, a molti, d'animo gentile, ~::rc:aceva la sorte del povero AnniLa battaglia incominciò. Furono venti minuti di emozioni. Quando gli elefanti comparvero sulla scena, e l'attraversarono in lungo e in largo, con le loro torrette piene di suerrieri, lunghi fremiti percorsero gli spettatori. Le lancie dei romani si conficcavano nella pelle rugosa dei pachidérmi; le proboscidi si alzavano e s'agitavano tra la folla spaventata, alti barriti squarciavano l'aria. Un elefante cadeva a terra colpito a morte; un piccolo elefantino correva atterrito di qua e di là in cerca dei genitori. I Cartaginesi fuggivano da tutte le parti. I Numidi incalzav~no, con le loro spade, dando gran piattonate e calci negli stinchi morsi e sgambetti; ~paccando teste, braccia, b~cando petti e stomachi. Dopo, ve- •mva lo scontro delle due cavallerie avversarie. Quella romana correva da sinistra a destra, quella cartaginese da d~stra. a sinistra. In quella spaventosa m1sch1a era difficile riconoscere i bell~geranti. Ma a ogni nuovo scontro, s1 S<'lpevache quelli che venivano da sinistra erano romani. Non c'era da sbagliare. A un ce~to punto, non si sa come, la cavalleria romana vinse quella cartaginese. Seconc'o gli ordini impartiti, spettava alla fanteria entrare in battag!ia .. La_lotta tra R.omani e Cartaginesi s1 naccesc furibonda. Terribili f~n~enti cadevano sull~ spalle dei guern~ri: era una confusione premeditata d_1gambe, corazze, braccia, cimi, lanc1c, ~cudi e ghigni satani~i. Gli spett3:ton guardavano stupiti lo svolgersi di questa straordinana battaglia. Di tanto in tanto, un soldato, colpito a morte, cadeva a terra, tra le gambe d~i C<l;vall~F. u nel vedere uno di questt ep1sod1, che un b;i.mbino, vicino a me, 'ii mise a gridare soffocato : « Pap~, ammazzano papà». Aveva riconoscmto con sgomento suo padre in un soldato cartaginese 1 che, trafitto da un triario, cadeva a terra tramortito. Il padre, che sedeva in una poltrona ac• canto al fanciullo, cercò di quietarlo. E per qualche tempo dovette spiegare, confuso, a quelli che lo guardavano meravigliati, che egli aveva fatto da comparsa in quella scena. Quando uscimmo, un numero enorme di persone stava lottando davanti al botteghino per comprare il biglietto. Erav:\mo rimasti tutto il tempo dello spettacolo in piedi e con una certa maligna soddisfazione guardavamo gli ac• quirenti che avrebbero forse avuta la nostra stessa sorte. Eravamo anzi un po' storditi e stanchi e, lì per lì, quella gente che si pigiava davanti al botteghino pestandosi i piedi e amm:lccan_do~i le costole, ci paivero guerrieri a!'t1ch1 alla batta~lia di ~araggara. Notavamo come J attesa per .questo fi~m fos.se davvero straordinaria. Il giorno in cui Ceci! De Mille vedrà ~~es~o. film., si morderà le mani dalI mv1d1a. Una tale folla di comparse in America non riusciranno mai a troyarla .. Questa constatazione, che anche 11. regista Mamou.lian .s'è lasciata sfuggire, deve certo riempire d'orgoglio coloro che s'interessano alle sorti della nostra cinematografia. In un certo senso, Scipione è il trionfo delle ~ompar:5e d~l cinema ; comparse organizzate, 1stru1te, coordinate. Dopo un film come questo, è certo che la lotta tra film storici americani e film storici italiani, d'ambiente romano riprenderà senza quartiere, come ai {empi di Cabiria e di Quo Vadis?. Si ricorderà che più di vent'anni or sono gli am~ricani fecero sforzi enormi per gareggiare con le nostre pellicole. :Ma i~ fatto di Campidogli e Fori Romani, _Patres con_scr!pti e tri~uni, imperat~n e pr~tori~n1, Messaline e Agrippine, glad1aton e martiri cristiani nessuno poteva superarci. ' ~erto, !n s~ettacoli che si basano su un orgarn:izaz1one prevalentemente in• dustriale, l'arte spesso ha poco a che vedere. Aveva poco a che vedere con Quo Vadi.JJ, con i Ben Hur e le Cleo- ~atre! e l'ha JJ?CO oggi con Scipione i Africano. Meritevoli di lode sono senza dubbio gli sforzi per costruire una ossatura a un'industria che ancora è così debole e spa~a come la nostra. Yla certo nessuno vorrà credere che Scipione sia riuscito un'opera d'arte. Appunto queste considerazioni andavamo facendo, mentre, finito il film, osservavamo la folla che con tanta simpatia accotrcva a uno spettacolo cosi conclamato. Rammentavamo la bravura di quegli attori sconosciuti che, durante la battaglia finale s'erano buttati giù da cavallo e ave~an menato le mani con tanta foga : quei so!dati che. correvan? tra le gambe degli elefanti, e quei cavalleggeri che galoppavano con tanta maestria sui loro cavalli senza sella. Con questa gente, con questi attori ignoti, comp_arsc, ac~ot.ati 1 « cadutisti », militari, ecc.1 s1 potrebbe fare un film che tenesse conto anche dell'arte. Di Scipione l'Africano sono essi i soli intcrpre~i che . valgono, gli unici che, per quei brevi momenti che sono apparsi sulla scena, hanno recitato con naturalezza e verità. I soggettisti, gli sceneggiatori, il regista, forse non se ne S0:"'10 accorti. MARIO PANNUNZIO TECNICA DEPLIAN SI COi'iOSCE soltanto un episodio doloroso della vita di freddie Bartholomew, il prota• gonista tredicenne di Dauide Copperfield e di Capitm1i coraggiosi; ma non fu quel capitolo che gl'insegnò a piangere com'egli fa con tanta arte e verità nei film che lo hanno re• so in breve tempo famoso e ricco. In quell'occasione non versò neppure una lacrim.1. Aveva passato l'infanzia pre~- ~o la zia Cissy, dimenticato dalla madre. Ed ecco che un giorno la madre incarica il Tribunale di restituirle il figlio. Freddie vide sua madre nell'aula della giustizia, in attesa del verdetto, forse la seconda volta in tutti j suoi pochi an_ni. Stava da una parte, accanto alla zia che ama come una • madre, col suo viso serio, su cui la gioi_a e più il dolore si stampano mirabilmente. Freddie si levò coi suoi modi di gentiluomo in miniatura si avvicinò alla madre, e col suo so~riso e la sua naturalezza le chiese: « Come stai? Perché hai voluto complicare le col-e fino a questo punto? Potevi venire a casa per dirci le tue intenzioni. Ci.ssy e io saremmo stati contenti di vederti ». Freddie ha il naso spruzzato di lentiggini, i riccioli neri scomposti. Pronunzia l'inglese come si parla a Oxford1 e ha umi i modi d'un ragazzo che ha avuto un'educazione rigorosa. Quel gio_rno, nell'aula del t.ribunale, quando s1accostò a sua madre il pubblico aveva immaginato chiss'à quale scena, e poiché egli era già famoso per la sua interpretazione del Davide Copperfield, si aspettava cta lui uno di quegli atteggiamenti patetici in cui la compostezza del ragazzo dà risalto al dramma più grande di lui: niente di tutt? questo. Fred?ie crn la persona ~eno 1~barazz~ta d1 tutta l'aula. Egli dice d1 non ncordarsi di aver mai pianto nella vita, neppure per un do- ~ore fisico. ~ua zia aggiunge. che egli e capace d1 scatenarsi all'improvviso come tutti i ragazzi, strillando e facendo il chiasso. Poi si ferma e siede composto e tranquillo. La prima volta che Freddie si ricorda di aver pianto fu in Davide Copperfield. La scena rappresentava la soffitta di Copperfield col lettino a bran~a. Davide legge un libro quan• do d1 bott<? deve scoppiare in lacrime. Entrando m iscena, il regista George Cukor gli aveva detto: « Bartholomew, Part.!colaNdJ "8cip1on1" In luorufon11 la part.eHa da Lllib,o oggi s1 piange». Freddie, attore da tre settimane, passato in un teatro di posa dal felice giardino di \Varminster in Inghilterra, pensò a Horace e a William1 suoi compagni di giochi 1 due cani col muso rincagnato che aveva abituato a correre appena li chiama• va per nome, e si mise a piangere davvero. Ricordava che ultimamente era tornato a Londra, era corso in giardino e non vi aveva trovato né Horace né William. Si ricordò anche del gattino Michael che era morto. Ma le lacrime pei compagni dei suoi giochi inftlntili erano semplici e felici lacrime, e non bastavano all'uomo che tra i suoi aiutanti diceva: « Bartholomew, bisogna piangere molto di più ». :-.1isero il piccolo Copperfield e Cissy ir: un angolo della sala di posa, e la zia cominciò a tenergli un discorso molto serio; ricordava gli anni nel giardino di \\"arminster, e i due cani e il povero Michael che era morto : i compagni di scuola, e la dista~za e1:orme che li separava da quel giar. dmo. ~·la Freddie aveva già finito le sue poche lacrimucce. La zia Cissy che in altre circostanze si sareb~ fatta in quattro per non dargli un dispiacere, ora doveva assolutamente dargli un foric dolore: « Freddie, pensa che la tua zia Cis.sy cui tu vuoi tanto bene, potrebbe morire da un momento all'altro. E che co,;a faresti tu, se la zia Cissy morisse?». « No ~o! » gridò Freddie dtiperato, « pen~ siamo ad altro». E si mise a niangere a dirotto. Ecco in che modo le Ja. crime_ di Freddie furono impresse per la pnma volta nella celluloide. . La .~cv~da scena di lacrime, quella m cui 11 piccolo Copperfìeld è picchiato d~ :-..!urdstone, doveva essere girata il giorno seguente. Non fu difficile oian• gere sotto l'impre~sione delle battiture ~ ai:izi Freddie ne portò per tre giorni 11 ricordo. Era stato picchiato sul serio1 e per la prima volta nella sua vit.i, dall'attore che interpretava Murdstonc. Pe.r consolarlo gli fu regalato un magnifico battello a motore. il {,iù' bel giocatt~lo che si trovasse a Hollywood1 e glielo portò con aria pcntit:l l'attore che lo aveva picchiato, Ba~il Rathbone, premuroso di farsi perdonare l'efficacia con cui aveva dovuto recitare. la sua pé.rte sulla scena. La ~erza scena di lacrime insegnò a Frcdd1e la tecnica da seguire in simil occasioni : è la scena in cui David< arriva lacero, affamato e lacrimoso ir casa di Betsey Trottwood. Si ricorded eh~ poco dopo arrivano due viaggiaton m groppa a due somarelli. Fred• di~ s'era divertito un mondo a giocare coi due somarelli prima che si girasse la scena, e si scatenò, com'era nelle sua natura, tanto che gli era ormai impossibile piangere. Da allora Freddi~, qu~ndo si tratta d'una sc~na patetica, s1 apparta con sua zia, e pensano soltanto alle cose tristi. Come accade in simili circostanze, anche l'atmo~fera del teatro diviene seria, la scen<'le. nella pei:101.nt>rao,perai e optraton stanno qu1et1 e immusoniti e la realtà_ orepara la finzione. Quest~ preparaz1on<:, che si compie tradizionalmente nei giorni in cui deve accadere ~ua!cosa 1 di triste nei teatri di posa, e d1 un estrema efficacia. Nel caso di Freddie, in giorni simili è pròibito ridere o schenare in tutto lo studio. Si :ic?r~erà I~ ~cena di Capitani coraggiosi, in cui 11 ragazzo accende il cero per Manuel, nella cappella. Si era preparata questa scena per tuttt\ la giornata, e quando si cominciò a girare, tutti parevano credere che :Manue! fosse veramente morto, tanto che tutti ~vcvano I~ lacrime agli occhi. Fre-dd,c, quel !':!Orno, uscì dal lavoro con una violenta emicrania e convinto ,di essere nella più cstr~ma di~peraz!one. La grande scena fu girat.i cosi : Spencer Tracy, nella parte di ~anucl, era già in acqua quando Fredd1e prese posto davanti alla macchina. Freddie aveva parlato ::i lungo di questa scena con la zia Cissy1 la più grande scena che aveva affrontato fino a quel giorn.o il ragazzo. (Il produttore ave~a unpcgnato un milione e mezzo d1. dolla_ri. ~ull'~bilità di quel ragazzo d~ trcd1c1 anm). La zia Cissy aveva finito con l'osscs$ionare il ra- ~azzo, dicendogli che era lei caduta u1. acqua 1 che era il vi<;0 della zia Cmy quello che scompariva tra le ond~. Quando cominciò la ,;cena, Frcdd1e era sc?s5? dal terrore, lacriml~ conv1:1lsegh rigavano il ,·i"o, si mi'-C' a gridare quello che gli dettava il cuore, per quanto il copione non aves- 'iC fissato battute per quclb ..c.ena. La paga di Freddie Banholomrw è astronomica. ~fa di .questa egli non serba nessuna 1mpre~s1one, poiché essa pa~sa invisibile dalle casse della ditta produttrice alla banca. Freddie ha avuto soltanto una volta l'1mpres.:,,ionc del gi1a~agno, quando gli toccarono ~ttantacm_que ?olla~i come compenso duna stona dei suot pochi anni 'ICritta da lui stesso. Cot, 37 dollari' com• prò una poltrona per la zia Cissy 22 dollari gh costò un paralume, co~ ,o co.mprò un vaso da fiori, 3 dollari li tm,e da parte, e t1li :'litri 3 '-C li giocò e li pc~c in un gioco al lido. c. A.
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