Omnibus - anno I - n. 32 - 6 novembre 1937

L'\!:3EL 13 D. C.. Au~usto e Livia • 1 i toccavano 11 cinquantesimo J .rnno . d_el loro matrimonio. !jTale 1_nmtcrrotta vita coniugale d1 Augusto è un simbolo della continuità della sua carriera e della costanza con la quale perseguì le finalit~ che si era proposto. Mentre a esaltazione della sua felice unione con Livia decretava l'erezione di un tempio della Concordia sull'Esquilino a. ricordo del suo ingresso nel settante~ ,1rnosesto anno di vita, pensò•di redigere. sc:-co~do_la frao;e di Svetonio, un •omman?, rndex rerum a se gestarurn, dc ~crvJ<iiSC al giudizio dei contcmpor.,ne1, come a quello dei posteri. Tale lnd~x autobiografico era destinato ad e,serc inci'ìo su tavole di bronzo da erigersi davanti a quel suo Mau- ,olco eh~ -~" dal 28 a. C., spente le ~uerre civ1h, debellati i nf'mici esterni t' chiuso il tempio di Giano Augusto :tllora Ottaviano,, aveva prov~•i-;to a fa; cmtruire, per ,é e per i ,;;uoi, nella zona ~ettentrionalc del Campo :Ma~io, fra 11Tevere e la Flaminia. Alla .,ua morte, Tiberio, ottemperando alla volontà dell'e-;tinto, fece incidere l'h1dex su due pila<;tri di bronzo e li fece collocare davanti al Mausoleo. Per quanti ,ecoli i Romani poterono leggerlo sul po~to? :\"on lo sappiamo. Ancira, oggi Ankara, la capitale della Gal:lzia, nel pronao del suo Sebafteion, il sontuoso tempio dedicato ad .-\ugmto e a Roma, fece incidere il te,to latino dell'index, con accanto la tradu1ione grrca. E là il documento fu letto e per la prima volta copiato nel t555 dagli ambasciatori inviati d:1 Ferdinando I, imperatore di Germania, al "iultano Solimano. Conquiste, spese e opere In una lingua ,obria, ~emplice, chiara e pur ,;;ol<'nne, piena di regale di- ~nità, l'Augustus dà la nuda, oggettiva <:numerazionr di cose e di fatti che hanno avuto ripercussioni CO!IÌ vaste nella <;tOria del mondo. ):"e,;;-;unornamento di forma. L'imperatore non 1:i abbandona mai ad apprezzamenti o a commenti. .\u~u~to ripartisce il novero delle ~ue R,·s grstae in tre parti. Al primo po- ,to uno "guardo complc<t..,;ivo alle guerce da lui intrapre,;e, nelle qu,,li ._:manifr,;tò la ,;;ua clemn1tta. :\"ella ,;;cconda p.1rt<' elenc:1 le spc~e da lui -.ostenute per lo Stato romano. La terza parte, infine, contiene la enumerazione delle Rt>s gestae vere e proprie. e All'età di diciannove :rnni, di mia p_ropria iniziativa e a '-JX''-emie raccol- ,1 un e,ercito, col quale liberai lo statC'_Idal dominio di una fazione che l'oppnrne\\L Per qu('~ta ragione. 'ìOttO il i:on,obto di Gaio Pama e Aulo Irzio. 11 ,cnruo con decreti onorifici mi ag- ~rcgò all'ordine ,uo, imiemc conccd('ndomi il ({rado con,;;olare col diritto di voto. e mi conferì il comando mi- )1t~1n.•O_r.dinò che- io, qu:de propretore, con I con,oli provvede:-,i. affinché la repubblica non avc,;,c.•a soffrir danno. Lo <-tc,,o anno il popolo mi nominò 1.:on,0le, e,;,cndo ambedue i consoli èadut: in guerra. e triumviro con il compito di riordinare lo stato. « ~landai in esilio coloro che ueci- ,ero il padre mio, con procedimenti lc- '{~llipuncr_1do 11 loro delitto, e poi, mo- \·cndo C'ì~: guNra alla repubblica., due volte li ,;confissi in battaglia >. Co..,ì. con pacata freddezza di croni- ,tonco, .-\uf{U"itOaccenna al suo dramm,u_ico ingresso nella vita. pubblica. E~h t'ra ad Apollonia in Epiro, per attt•ml<'re a~li ,;tudi e alla preparazione _m!lit'.lre_q,ua.odo, poch~ g~orni dopo gli .~1 d1 marzo del 44, gli gmnse la notizia che Cc.,:1.reera caduto <;Otto il pu- !?_nalcdei com{:urati. Senza e,itare né t"coltarC" con.,igli di prudenza. accor<.e t Rom.t e rivendicando i ,;uoi diritti li <'rede che il con<;0leAntonio gli con- ,c-.. t;.n·a.• 1rruolò a sptse sue un c~erci1'1 fra i ,·eterani di Cesare )tanziati ,w~b Campania e ~uadagnò alla propri., ( ~u,,1 due delle quattro legioni di .-\nto1110. La partit.1 era già \'inta. rt pnmo gcnn,tio del 43 il Senato, su pro- :>mta d: Cicerone, si aggregava Ottav1_a11?<· ·onfcrendogli in pari tempo la d1gn1tà di propretore e il diritto di ,;;en- :,·m-.t <' di \'0to fra i con1:olari. Sci giorn: dopo, rive'itito del comando milit re t'zmperium::. Ottaviano a,;;sumeva J>(·r la prima volta i f.1sci, imegna del pot<'rc, che non doveva più deporre. \""ell'index Augusto allude fugacemente ,di.a nomina a con<.0le e a triumviro. L., guerra di ~lodcna era co~tata 1 .1 vita ai due comoli, ma Antonio, -ronfiHo. era fuggito. Ottaviano, rima- ,to <,olo a capo dell'esercito, aveva su1,)('rato. con una rapida marcia militare ,u Roma, l'oppo.sizione del Senato, e dal popolo riunito nei comizi rra <;ta.to ,·letto console non ancora ventenne. Dopo di che. andato incontro ad ,\ntonio .e a Lepido, aveva costituito con ·-...i il triumr...,iratus reipublica,· consti- ·urn.dae, chC'. ,.1n::rionato dalia ltx Titia ,! 27 no\·embre del mede,imo 4♦ a\'e- \'~1 ai tre conferito poteri \traordinari :>(•rrinqu<• anni. DC'i due colle~hi. ne'iuna rnc·n7ionC' nC'll'indu. E ,i comprende. E,si erano stati più tardi di- <hiarati nemici della patria. La vittorid di Filippi, con la ,;,ua c.uplice a7iom·, tnrr.inata J,t prima col ,uicidio di CJ"'-io, la '-<·conda con quello di Bruto, ·""'\·a chiu,o qu<'l drammatico prologo :l ll'a11ont' politic~1 di ,\u~mto. e G1wrrc pt·r tC'rra e J><.'rm:1re c-ivili ·d c·,u•rnc iu tutto il mondo ~pes'-0 io omh; ttri <', vincitore, ri~parmiai tutti , c-,u.1dini che chit~cro g-r,17ia. Preferii (<m<tn:MC ,inzi(hé dmruizg<'rC' quelle t<·nti ,tranin<·. alk· quali ,i pntf ,;;cnza ,,., ic•pJo pl"rdonarc. Circ-a cinqu('C"rnuib citt,1dini romani militarono ,ot- ,. mie inv·,~w• di ,•,-;i, più di treI mil.t inviai in rolnnir n nm:mdai . . • . - ~ . .- ..... :-~ -~ ,. .. -~:c.,._. ,· '"--:-~ . : ~-···.: .... , ... · .. ·- .,. .. ~~>(.-'.:;.,.:..,t - • *-c.- ,o... --~-,. -. ·"--·L,!,. ~ . .I '":'_ .. ,,,. . . .... ~?'_,;,,,~ ~ ~- -~ _.,., . RESTI DI UNA COLONIA ROKANA DEL TEMPO DI AUGUSTO, SCOPERTA REOENTEKENTE NEL BUCKINGHAMSHIRE <INGHILTERRA> ai loro municipi, poi ch'ebbero compiuto il loro servizio, e ad essi tutti \s- ,egndi campi o donai danaro come premio del sen·izio prestato. Catturai ,;cicento na\'i 1 non comprendendo in quc(to numero quelle minori delle triremi>. 500 mila uomini A settantacinque anni, Auguno accenna di ,fuggita alle campagne seguite alla ,·ittoria di Filippi per far ri- .,altare la clementia con la quale le condmse e le conchiuse. ~.fa ci tiene a cakolare gli uomini pa5.sati complessivamente sotto il suo comando, dal triumvirato al momento della stesura del T rslamentum. Sono cinquecento• mila. :'\umero strabocchevole per l'an• tichità. E si compiace di ricordare le trecento navi catturate a Sesto Pompeo e le trecento cauurate ad Antonio e a Cleopatra, ad Azio. « Comole per la quinta volta, per comando del popolo e del senato acerrbbi il numero dei patrizi. Tre volte procedetti alla revisione delle liste dei .,enatori. E nel mio sesto comolato feci il cemirnento del popolo, avendo collega :Vfarco Agrippa, e celebrai la cerimonia lmtrale alla distanza di quarantadue anni dall'ultima celebrazione. Risultarono allora cemiti 4.o63.ooo cittadini 'romani. E poi di nuovo ripetei la stessa cerimonia da solo con potere consolare, durante il consolato di Gaio Censorino e Gaio Asinio. E furono in questo lustro censiti 4.233.000 cittadini romani. Per la terza volta, rivestito del potere consolare feci il censimento avendo collega il mio figliuolo Tiberio Cesare, quand'erano comoli Sesto Pompeo e Sesto Apulcio: e ri,;;ultarono allora cittadini romani 4.937.000. Con la promulgazione di nuove leggi, ri,:hiamai in vigore molte antiche consuetudini, che cadevano ormai in di5uso: e io stesro offrii ai po~tcri e,empi di molte co~e da imitare». Augusto può wrvolare sulla serie vittorio<ia delle 'ìUC azioni militari. ~{a non può e non vuole sorvolare ~u quelle che sono le :oiUepiù insigni azioni di pace. Fra queste eccellono il risanamento interno della casta patrizia e la politica demografica. Già negli ultimi tempi della repubblica le file del patriziato erano diminuite in modo impressionante. Di 136 genti patrizie esistenti ..11principio di es<ia, solo quattordici, con circa trenta famiglie, ne sopravvivevano nell'età di Ce~are. Oc• correva dunque co~tituire una classe dirigente che fo~sc idonea ai COmpiti richie,;ti dal nuovo ordine di co~e. Già Ce,;are, con la Lex Cassia, aveva innal7ato al patriziato famiglie plebee. Ora Augu~to. nel suo quinto consolato. nrl '29 a. C.. si era fatto attribuire in virtù della. Lex Saenia b. facoltà di aument:1rc il numero dei patri1i. ~la lo zelo col qua!c Augusto avc\'a tenuto d'occhio l'andamc-nto demografico deila citt.1dinanza romana è mo,trato dalla <icrupolo,a ci;;attczza con la quale egli n·~i,tra nell'index, fino all'ultimo mi"liaio 1 le C'ifrr progre,..,h e dri tre n·n,imenri. quc-llo dd -28 a. C.. quello dC"ll'8a. C. p:uticolarmrntc- importante nella storia del Cristianesimo) e g:nato, anno per anno, il govcmo auqucllo del 14 d. C. . gusteo. « Per onorare il mio ritorno, il se- « .A.Ila plebe romana distribuii trenato consacrò l'altare della Fortuna cento ~csterzi a testa in esecuzione del Reduce davanti al tempio dell'Onore tc<;tamcnto di mio padre e quattroe della Virtù, presso la porta Capena, cento sesterzi a nome mio dal bottino e comandò che- ivi, i pontefici e le ver- di ~uerra, quando fui con.sole per la gini Vestali celebrasse,o un s.tcrificio · lJUi!Ha volta. Più tardi ancora 1 nel mio ogni anno, ricorrendo il iiorno nel decimo consolato, donai quattrocento quale, sotto il consolato di Quinto Lu- sesterzi per ciasc':1no dal mio patrimocrezio e ~farco Vinicio, io ero tornato nio: e quando fu1 console per l'undcciin città dalla Siria, e chiamò quel gior- ma volta. feci dodici distribuzioni di no "Augustalia" dal nome mio. grano da mc privatamente acquistato. « Quando tornai a Roma dalia Spa- Infine, nel dodice:oiimo anno del mio gna e dalla Gallia, dopo i successi ri- potere tribunizio, per la terza volta diportati in quelle provincie, durante il \lribuii quattrocento nummi a te<;ta. conwlato di Tiberio Xerone e Publio Questi miei donativi toccarono a non Quintilio, il senato decretò doversi con- meno di duecentocinquantamila uosacrare per il mio ritorno l'altare della mini ogni volta. Xci diciottesimo an• Pace Augusta nel Campo :Vlarzio, e no del mio potere tribunizio e dodicomandò che ivi magistrati e sacerdoti ce"iimo consolato diedi a trecentoventie vergini Ve,;tali celebrassero un sa- mila persone della plebe urbana scscrificio annuale. ~anta danari a testa. E alle colonie « li tempio di Giano Quirino, che i dei miei soldati, console per la <1uinta nostri maggiori vollero che fosse chiu- volta, distribuii dal bottino di guerra so quando per tutto l'impero del po- mille nummi per uno: ricevettero quepolo romano si fosse con-;eguita con le ,to donativo trionfale nelle colonie cirvittorie la pace per terra e per mare, ca cento\'Cntimila uomini. Con,;;ole per tre volte, essendo io principe, il ~enato 1.1 tredicesima volta, dorai ~essanta daordinò che venisse chimo: la qual co- nari a tc1,ta alla plebe, che allor:t ricesa, prima ch'io nascessi, dalla fonda- vcva il frumento pubblico: godettero zionc di Roma, si ricorda essere acca- di questa largizione poco pila di dueduta due sole volte>. cE'ntomila uornini >. Quando Augu~to tornò a Roma nel 19 a. C. dal lungo e fortunato viaggio in Oriente che gli aveva fruttato la restituzione delle insegne tolte dai P.,rti a Cra™> e ad Antonio, con il conseguente ristabilimento del prestigio romauo in quelle regioni, il Senato consacrò l'altare della Fortuna Reduce di fronte al tempio dell'Onore e della Virtù dedicato da ~farco Claudio ~farcelio nel 2o8 a. C. ai piedi del C<'lio presso la porta Capena. Attravcr~o questa porta, venendo dalla Campania per la \'ia Appia, Augusto era entrato in città. Quando, sci anni più tardi, Augusto tornò a Roma dopo il triennio consacrato all'ordinamento e alla pacifica2-ione della Spagna e della Gallia. il Senato dccr<'tÒ che nel Campo ~farzio, presso la via Flaminia, per la quale egli aveva fatto il suo ingres- "° in città, sorgesse un altare dedicato alla Pace, a quella pace che pareva ora finalmente a,;sicurata al mondo romano. Bottino di guerra Naturalmente il ricordo dell'Ara Pacis su-;cita per spontaneo collegamento quello della chiusura del tempio di Giano. Due volte solamente, secondo la tradizione, il tempio era ~tato chiuso prima di Augusto .. Una prima volta al tempo del mitico regno di ~urna. C" na "<-'condavolta dopo la prima guerra punica, nel 235 a. C.. Aveva ben ragione Augusto di addurre a titolo di gloria l'aver chiu~o tre volte il tempio fatale, durante il ~uo lungo impero. L'"na prima velta nel '29 a. C. dopo la vittoria di Azio e la. conseguente conqui,u dell'Egitto; una seconda nel 25 a. C. al termine della guerra. can.tabrica; una terza, infine, in epoca non meglio determinabile, fra 1'8 e l'1 a. C. L'indcx indugia con particolare e tra.,parentc compiacimento ,ull<' (.'iarg:izioni al popolo che hanno cnntr;i<.<.t~- A~que e pietre ~-fa Augu~to non ha solamente aperto le sue ca""e pri\'atc per farne rifluire oro -;ul popolo. Coi suoi mezzi privati e mercé ~apienti dc~tìnazion.i del denaro pubblico ha arricchito Roma e l'Impero di mirabili opere pubbliche. ~on per nulla aveva volyto per <..é b carica di Curalor viarum. « Restaurai il Campidoglio e il teatro di Pompeo con ,;pesa ingente e senza forvi i~crivere il mio nome. Riparai ~li acquedotti in molti luoghi rovinati dal tempo. e raddoppiai la portata dell'acqua ~farcia, immettendo nel suo ror,o una nuova fonte. Completai il foro Giulio e la ba,ilica fra il tempio di Ca-;torr e il tc-mpio di S:1turno, opere iniziate e condotte quasi a termine dal padre mio; e quando la medesima ba,;;ilica fu distrutta da un incendio cominciai a riedificarla 'iu più ampi~ suolo, sotto il nome dei figli miei, e comandai che, se non l'avessi finita du~an~e. la ~ia vita, fo-;-;e compiuta da_11~~e1credi. Ottantadue templi degli dei, console per la sc~ta volta io reMaurai nella ci1tà per volontà del' ~enato, non tra,;curandone alcuno, che in quel tempo abbisognasse di riparazione. Console per la settima volta, restaurai la via Flaminia dalla città fino a Rimini e tutti i ponti tranne il ~•lilv10 e il ~{inucio. « Su terreno di mia privata proprietà. co-;truii il tempio di ~farte L'ltore e il foro Augusto col bottino di guerra. Edificai presso il tempio di Apollo, ~u terreno per gran parte comprato da privati, un teatro, che volli porta<,se il nome del genero mio ){arco ~larcel~ lo. Col bottino di ~uerra comacr;1i doni nel Campidoglio, nel tempio dt:l di- ,·o G!ulio, nel tempio di Apollo, nel tempio di Ve-;ta e nel tempio di ~!arte l'ltore: doni che mi cmtarono circa un milione di -;r-<.terzi.Con,olc per la quinta volta, rimandai ai municipi e alle colonie d'Italia trentacinquemila libbre di oro coronario offerto per i miei trionfi: e poi, ogni qualvolta fui proclamato imperato,, non accettai l'oro coronario, benché i municipi e le cqlonie mc lo decretassero con la stc~sa benevolenza di prima ». Il grande incendio dell'83 a. C. aveva distrutto il venerando tempio dedicato ~ul Campidoglio a Giove Ottimo Massimo, Giunone e ~Iincrva, che la tradizione attribuiva alla fondazione di Tarquinio Prisco. Silla e Lutazio Catulo ne avevanQ curato la ricostruzione. Avendolo un fulmine nel 9 a. C. nuovamente danneggiato, Augusto lo restaurò con particolare magnificenza. Il teatro che Po01peo aveva costruito nel 55 a. C., e che era 'ltato il primo teatro stabile in pietra a Roma, fu ugualmente ricostruito e abbellito da Augusto. Gli acquedotti inoltre furono sommamente curati da Augusto. Di quella Acqua ~farcia (optima rerum aqua, optima aquarum ;\,farcia) che il pretore Q. ~1arcio Re aveva convogliato verso Roma nel 146 a. C. è.;.lla vallata dall'Aniene, Augu1;to raddoppiò la portata, immettendovi l'aqua Augusta, raccolta nella vallata fra Tusculum e il monte Albano. Il Foro di Cesare e la ba-;ilica Giulia che Cesare aveva dedicato nel 46 a. C., furono da lui completati. Infine fra tutte le vie suburbane la Flamini:t. riscosse le speciali attenzioni di Augusto. Era stata aperta nel :220 a. C. dal cen.;ore C. Flaminio. Ancora oggi il ponte sulla ~!arecchia a Rimini è testimone glorio"o e sorprendente della ~olida magnificenza con cui · Augusto provvide alla vigilanza delle strade. La pace August0 ha riservato alla fine del suo iridex autobiografico l'evocazione delle grandi conquiste e degli strepito- -;i -.ucccssi diplomatici. L'andatura del tc\to, pur nella. sua -;obria compostezza, assume un ritmo intenso. «Allargai i confini di tutte le provincie del popolo romano, alle quali erano confinanti popolazioni che non ubbidivano al nostro dominio. SQttomisi le provincie deil<' Gallie e delle Spagne e similmente la Germania, se~ucndo il confine dell'Oceano, da Cadi<'e alb foce dell'Elba. Assoggettai le Alpi, dalla regione prossima al mare Adriatico fino al Tirreno, a nessuna gente recando guerra ingiustamente. La mia flotta navigò per l'Oceano dalla foce del Reno veno Oriente fino al territorio dei Cimhri, dove né per terra né per mare alcun Romano prima d'allora era giunto: e i Cimbri e i Caridi e i Semnoni cd altre popolazioni germaniche della medesima regione per mezzo di amba,ciatori chiesero l'amicizia mia e del popolo romano. Per mio comando e <;Ottoi miei a_mpici due esercit: fur<mo g11id:1ti,qua- ,, contemporanc.1mentc, ncll'Etiopi:1 e ncll' Arabi.\ detta Felice. e numero-;i,;,simc- ,;chiere dtll'un3. e dell'altra ~ente nemica furono ucci-;e in campo e moltis,;;imecitt:\ furono conqui,;;rate. :'\'ell'Etiopìa ~i 2"iun.,e fino alla città di Xabata, ch'è \'icinissima a ~leroe: e ncll'Arahia l'e~crcito avanzò nel tr-rritorio dei S,tbd fino alla città di ~[ariha. « Aggiumi l'Egitto al dominio, del popolo rom,rno. Potendc:- f~re. ddl Armf'nia maggiore una provincia, do!?? che ne fu ucciso il re Artasse, prefeni, ,eguendo l'esempio dei nostri avi, affidare quel regno a Ti~ranc, figlio d<'I re Artavas<le e nipote del re Tigranf', per mezzo di Tiberio Nerone, ch'era allora mio figliastro. La medesima gente, poi, infedele e ribelle, soggioga• ta pc-r mezzo di mio figlio U,1io1 diedi da governare al re Ariobarzane, figlio del re dei :Medi Artabazo e, dopo la ,ua morte, al figlio di lui Artavasde. E quando questi fu ucciso, mandai in quel regno Tigrane, ch'era oriundo della regale schiatta degli Armeni. Riconquistai, con Cirene, tutte le provincie, che al di là del mare Adriatico son rivolte ad oriente, possedute per gran parte da re, e prima ancora la Sicilia. e la Sardegna, ch'erano state occupate durante la guerra servile. s: Le pooolazioni dei Pannoni, tra le quali, prima ch'io fossi principe, nessun esercito mai del popolo romano penetrò, sconfitte per mezzo di Tiberio ~erone, ch'era allora mio figliastro e luogotenente, io sottomisi al dominio del popolo romano ed estesi i confini dell'Illirico fino alla riva del Danu• bio. C'n esercito di Daci, che osò varcare questo fiume, sotto i miei auspid fu vinto e sbaragliato: e poi l'esercito mio, guidato al di là di esso, costrinse le popolazioni dei Daci a sottostare al dominio del popolo romano . « A me furono mandate spesso dal1' India amba1:cerie di re, non mai vi- <;te prima presso alcun duce romano. Chie~ero la nostra amicizia per mezzo di ambasciatori i Ba<;tarni, gli Sciti, i re dei Sarmati, che abitano al di qua e al di là del Tanai, e i re degli Albani, degli Iberi, dei ~1cdi. « V genti dei Parti e dei Medi, inviandomi in qualità di amba~ciatori i connazionali più nobili 1 chiesero <'d ebbero re da tne: i Parti Vonone, figlio del re Fraate, nipote del re Orode, i ~1edi Ariobarzane, figlio del re Artava<;dc, nipote del re Ariobarzane. « Durante il sesto e il settimo mio consolato, poi ch'ebbi fatto cessare le '!U<'rre civili, avendo assunto il supremo potere per consenso universale: trasferii il governo della cosa pubblica dalla mia persona nelle mani del sen:-i.to ~ del popolo romano. In ricompema di _ciò, per decreto del senato mi fu conferito il titolo di Augusto e• la mia porta fu ornata d'alloro a nome dello stato e una corona civica fu appc1:a ad essa e fu posto nella curia Giulia uno ~cudo d'oro con una iscrizione atte~tante ch'e~so mi veniva offerto dal senato e dal popolo romano per il mio valore, la mia clcmenT,l., la mia giu..,tizia e la pietà mia. Da allora io fui superiore a tutti per autorità. ma non ebbi maggior potere di quelli che mi furono colleehi in cia~cuna magi,;tratura >. La corona civica Vicino alla morte, Augtl.6to può con legittima fierezza ~uardare alle sue sconfinate conquiste. Ha dovunQuc ampliato e dilatato i confini romani. In Germania, fino all'Elba. Nell'Illirico e nella ~facedonia 1 ove sono state istituite le due nuove provincie della Pannonia e della Mczia. ~cll'Asia Minore, dove si è formata la nuova provin eia della Galazia. (\ella Siria Che si è arricchita col territorio della Giudea. ~ella proviii.cia d'Africa che si è accrc- ~ciuta della Xumidia tolta al re Giuba compemato, d'altra parte, con la ~au: rctania. Augusto ha pacificato le provincie della Gallia e della Spagna a due riprese. fra il 27 e il 25 a. C. e poi fra il 16 e il 13. La sconfitta di Varo ha lasciato indeterminato il confine della Geonnnia. !. l'unico punto oscuro e dolente nelle reminiscenze e nelle rievocazioni augustee. t dal 30 a. C., dopo la morte di Antonio e di Cleopatra, che l'Egitto è stato posto sotto la diretta dipendenza di Augusto. che lo ha ininterrottamcnt<' '!overnato per mezzo di un prefetto. E l'~gitto era stato un eccellente punto d1 partenza per esplorazioni più lontane. Di là due eserciti romani avevauo preso le mosse per avanzare vittoriosi, l'uno fin nel cuore dcli' Arabia Felice. l'altro fin nell'Etiopia. Recuperando le pro\'Ìncie che assegnate ad Antonio dal trattato di Brindh.i del 40 a. C. erano state da lui donate a Cleopatra e a: suoi figli o a sovrani a sé pcnonalmen1e dc-voti, Augusto aveva ristJ.bilito in Oriente la dilacerata intc-grirà dello Stato romano. Infine l'index poteva vantare la sottomissione delle popolazioni danubiane, Pannoni, Daci e GC'ti e l'arri\·o di ambascerie devote dai più lontani reami. Qua~i a coronamento finale della evocazione delle res eestae l'i,idex registra il gesto magnanimo col quale, in un momento saliente della sua prodi1do.,a carriera, l'« imperatore> ha restituito al Senato e al popolo i ~uoi poteri eccezionali, assumerydo una su• periore atteto, itru, che non aveva altro fulcro e altro fondamento al di fuori delle qualità personali. f!. durante il suo sesto consolato, nel 28 a. C.1 che Augusto abroga a poco a poco tutti i provvedimenti eccezionali del periodo triumvirale. Il 16 gennaio del 27, in una solenne .,eduta senatoriale, dichiara\•a <li trasmettere di nuovo nelle mani del Senato e del popolo 1il pote-re ~traordinario di cui era stato inve,;tito. In seguito a ciò il Senato gli conferì i! titolo sacro di Augustus, che ,·aie « il degno di onore e il venerando>. Evocando così le sue glorio~ rts 5estae I Augusto poteva <.erenamente avvicinarsi alla morte. Il novus ardo vaticinato da Virgilio era effettivamente nato con lui. GUIDO ZORZI

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