l·JII r ' DANZATRICE SA.ORA DEL CAMBOGIA IN BRANDA UN FATTO NUOVO, straordinario, venne un giorno a turbare la vita di Leone M .• portalettere in una industre città della Lombardia. Egli era arrivato a trentanove anni senza essersi mai accorto che una donna lo guardasse, ..cnza essersi mai sorpreso a guardare una donna, forse perché pensava che la sorte di un fattorino postale fosse quc11a di portare nuove, mai di averne. Gli avevano affidato, per il suo giro, una strada di suburbio, serpeggiata da case alte e basse, patin:i.te dal tempo, seminate di finestre, di vasi e di biancheria tesa. Nella portineria di una di queste case, da più giorni, un'allegra portinaia lo degnava di lunghi sguardi e di affettuose premure! così insolite e strane che Leone, ogni qualvolta era costretto a entrare in quella umida e bassa stanza., provava un senso di disorient'\!11ento che lo rendeva goffo. Non andò per le lunghe che la signora Carla - così si chiamava la brava donna - fu informata su tutta la vita di lui. Per contrappeso 1 ella ~li confidò chiera più giovane di due a.nni, vedova, e stanca di essere sola. E: facile indovinare l'impressione che tali nòtizie produssero nell'animo di Leone. Non passarono tre mesi, infatti, che la cosa ebbe il suo epilogo davanti all'altare, con gran sodçlisfazione della signora Carla, che quella strada faceva per la terza volta. Gli effetti del matrimonio furono ben presto visibili. -~.frntre Leone dimagriva di giorno in giorno, la moglie, invece. sembrava ringiovanita, e ama va il suo uomo come se prima di lui non avesse avuto altri due mariti. I quali, se prima troneggiavano ,in due fotografie formato gabinetto sul cas- \ettonc dt"lla camera, erano poi spar:ti in tempo, faccia a faccia tra le pieghe della bi:mcheria, senza che Leone li ,wesse mai visti. Ed egli non avrebbe mai ripemato di ess·erc stato per ben due volte preceduto, se un giorno, cercando un fazzoletto, non si fosse trovati fra le mani i due ritratti un poco stinti, fmchi come se la morte 1 anche lì, li avesse sfiorati con la sua ala. l due defunti si assomigliavano 1 quasi: ma uno era coi baffi, l'altro senza. La sera, quando Carla \'enne a sedersi accanto a lui che leggeva nel piccolo stambugio della portineria, egli cavò di tasca le due fotografie e chiese, aprendole a ventaglio : « Questi sarebbero per caso i tuoi prim.i mariti?>. Ella spalancò gli occhioni dallo stupore. e Sì. Ma perché? >. . « Nulla ... così... Mi son capitati tra le mani. Curiosità>. Infatti, non sentiva che un po' di curiosità. Oh, non gelosia! Sarebbe sta!o ridicolo. Però, Carla a,·eva fatto male a na~condere quei ritratti; egli non si ~arcbbe offeso se li avesse lasciati dov'erano. Ella, rinfrancatasi, cominciò a parlare dei suoi primi consorti, cercando di elogiarne le buone qualità. e Questo, cosa faceva? > interruppe a un tratto Leone, mostrando la fotografia dell'uomo senza baffi. « 11 postino, come te >. « Oh, guarda! ... E questo?». « Anche lui ... il postino », rise innocentemente Carla. E abbassò il capo: quasi per nascondere un improvviso turbamento. e Due colleghi, allora!> fece egli sorpreso. . . . . Vi Ju un momento d1 s1lenz10. Po1 Leone. colpito da un'idea repentina, si oscurò. « Di', li hai conosciuti come me?>. e Sì; ma perché vuoi sapere? Ormai ... >. « Oh, nulla, nulla! >. E non le chiese più altro. ~fa, a letto, prima di spegnere la luce, Leone ruppe il silenzio. .: Dimmi, Carla, quando sono morti. >. La moglie non volle rispondere. :via e1tli imisté.: «Dimmelo: perché ti rifiuti?>. e: Oh, la co~a non ha importanza. Il primo quattro anni fa; l'altro da due aMi>. Leone spense la luce e si rivoltò nelle coperte, senza dare alla moglie il solito bacio e la buona notte. Dormire, da quella sera, divenne per Leone una cosa impossibile. Di giorno riusciva a distrarsi, ma di notte ... Nella sua mente s'era a poco a poco creato un enorme, tetto castello di supposizioni e di congetture che gli avvelenavano l'esistenza. Dunque : postini come lui e"rano stati! Carla li aveva conosciuti come aveva cono~ciuto lui, per via del loro servizio: E" il primo era morto dopo due anni di matrimonio, e il secondo aveva fatto altrettanto. Non si poteva rompere la tema. Era giusto sposato da un anno e mezzo : gli rimanevano sci mesi di vita. Carla, come se nulla fosse, continuava la sua vita tranquilla e semplice. Ma lui no: contava i giorni a uno a uno, sbagliando a volte in quel facile conteggio, perché: nella sua mente l'idea fissa di seguire la sorte dei suoi predecessori s'era ormai inchiodata e nessuna tenaglia sarebbe più riuscita a strapparla. Aveva perso l'appetito e, ,;otto gli occhi esterrefatti della moglie che non capiva, il suo volto, più magro, giallo, si animava a volte di espressioni allucinate o si afflosciava come un cero nello spegnersi. Una voglia irrefrenabile di dormire teneva il Suo corpo e illanguidiva. i suoi sensi. Ma, come capita spesso agli uomini estenuati, egli non poteva addormentarsi subito. Appena la sua coscienza cominciava a coprirsi del dolce velo morbido e oscuro dell'oblio, un forte urto interno fa. ceva sussultare il suo corpo. Egli tornava un momento in sé, apriva gli occhi pieni di terrore e subito dopo ~i immergeva ancora in quello ~tato nervo~ tra la• veglia e il wnno, somigliante a un delirio pieno di incubi minacciosi. Una notte balzò a sedere sul letto: là, là, di fronte, due uomini, uno coi baffi e l'altro senza, lo invitavano a seguirlo per una via buia che egli intravvedeva vagamente dierro loro. Diede un grido, un rauco, disperato grido: e No! ... No! Non voglio!». Si svegliò, bagnato di sudore. Aveva la febbre, una febbre alta1 delirio. Carla chiamò d'urgenza un medico che riuscì a calmarlo. Si assopì, ma l'indomani di nuovo il delirio lo prese. « :vt'ancano trenta giorni! Trenta giorni! > gridava a tratti raucamente. « Sta calmo. Che cosa sono questi trenta giorni?> chiedeva Carla, spaventata. Leone riuscì a rimettersi. Parve quasi che quella strana ossessione l'avesse abbandonato. Ma, due settimane dopo, la crisi lo riprese. Era in periodo di convalescenza, seduto nel suo ~gabu.Gzino, quando, come al solito, entrò il portalettere che lo sostituiva. e: Riprenderai presto servizio, Leòne? Devo compiere anche il tuo giro e faccio tardi>. Leone non lo lasciò finire. Il futuro gli era apparso nella mente, chiaro, terribile : quello sarebbe stato il quarto marito di sua moglie, della sua Carla, ancora frec;ca e piacente. NQn c'era scampo! Balzò alla gola del collega e l'avrebbe certamente finito se le forze glielo avessero pern1esso. « Guarda, Carla, il tuo futuro marito! > urlò alla moglie che era accor- !>a. e: Quindici giorni, ~ncora quindici n batteilmo di t1D adepto itta setta rellgfon a.merfoau 14 14 L&giou di Dio II ntl Daublo giorni, e potrai sposarlo! Ma io non ti lascerò, non ti lascerò!>. Si accasciò di colpo, Lo portarono su di nuovo, nella sua camera, mentre la' povera Carla piangeva disperatJ.• mente, credendolo impazzito. e Non so che cosa sia>, disse il medico dopo averlo visitato. « Forse sarebbe il caso di portarlo all'ospedale>. :\la Carla si oppose. Si chinò sul marito che aveva socchiuso gli occhi, supplicando: « Leone, una buona volta, che ti senti?>. Leone, lucidissimo, le prese una mano, gliela strinse dolcemente : ora era rassegnato, vinto da quell'oscura sorte che era anche più forte di lui. « Tu non ne hai colpa, Carla. Tu sci anche buona. Ricordi i tuoi primi mariti? Morirono a distanza di due anni. Io devo completare la terna : ho ancora quindici giorni >. La povera Carla ruppe di nuovo in pianto. C'era molta forza di coryvinzione nelle parole del marito! Ora, per la prima volta, anche lei fu portata ,ull'infido sentiero di quella strana, lugubre oc;sessione. 0t 1e fu scossa e, involontariamente, pcmò ai suoi due primi consorti. Era vero : a di'ìtanza di due anni s'erano raggiunti nel regno delle ombre, senza che lei potesse farci nulla. Leone, che la spiava con gli occhi, insisté: « ?\on ne sci con"inta? ,. Ella non poté ri'ìp◊nderc. Gli buttò le braccia al collo, lo baciò, lo accarezzò con tenerezza, con amore. Una idea improvvisa era sorta nella sua mente; una di quelle idee che non trovano ostacoli e ,·incono tutte le resistenze. Se invece di Leone fosse sparita lei? For-e lo avrebbe salvato. Sì1 sicuramente: ella avrebbe raggiunti i \uoi infelici mariti, avrebbe composto quella tema che la sorte ~embrava implacabilmente volere. Solo così il suo uomo a\'rcbbe potuto essere !>alvato, c;.olocosì la morte non· avrebbe avuto pili nulla da pretendere. Il suo viso si rischiarò; quel grosso viso di donna popokrna, già 'legnato di rughe, rendendolo quasi bello. Continuò a baciare Leone, ad accarezzarlo con le ruvide mani, abituate alle più umili e pesanti mamioni. E Leone lasciò fare : tranqui!lo 1 sereno, ra~gnato1 lasciò che la moglie gli mostrasse il suo affetto, gli dicesse con parole commoventi l'amore che gli portava, quell'amore di cui egli, negli ultimi tempi, aveva qualche volta dubitato. E quando la stanchezza l'ebbe vinto, Carla scese piano piano in portineria, chiuse l'uscio a chiave, guardò ancora una volta in alto, verso la camera ove il marito dormiva, poi uscl, prendendo la via che portava al fiume. Fuori l'aria fredda della ~ra la investì tutta. Ma ella continuò a camminare a passi rapidi 1 con gli occhi sbar• rati, spaventosamente fio:.~in avanti, come se già il mondo avesse cessato per lei di esistere. Non riuscì n.d andare lontano. All'angolo della strada. un gatto attraversò improvvisamente la via. Carla se lo trovò tra i piedi e, bruscamente svegliata dalla sua ossessione nell'atto di evitarlo, incespicò, traballò, cadde pesantemente. La raccolsero alcuni passanti, la portarono nella camera, presso Leone che, al rumore, era balzato a ,;edere sul letto, guardando la moglie con stupore. « Frattura alla gamba!» dichiarò un medico. « Ne avrà per due mesi>. I.eone si voltò verso la moglie, ~enza riuscire a nascondere le lagrime. e Carla, che è stato? >. i,., donna non rispose, ma cercò sotto le coperte la mano del marito, stringendola. e: Dove \'Olevi andare? > imio:.té ansioo:.amente Leone. Ella gli sorrise con dolcezza. Rispondere? No! sarebbe stato inutile . .Ma Leone1 incalzò : e: Carla, è impossibile? Tu volevi ... >. La donna -:coppiò a piangere, a singhiozzare disperatamente. Nella penombra della camera, il viso era diventato estremamente pallido, e pareva il viso di una morta. E, su tutto quel visb, specialmente intorno agli occhi e alla bocca, si rispecchiava l'impre~sione di un tale dolore, di una sof. fcrenn talmente profonda che il po- ~tino1 di colpo, per la prima volt.1 do~ po mesi, dimenticò l'orribile o~sessionc che lo torturava. Quel che avveniva alla moglie lo distras~ dalle sue manie che tanto lo avevano fatto soffrire. Ora la sua vita non aveva' più importanza e l'idea di morire gli parve meno insopportabile. Si av\'icinò alla moglie e, con una carezza leggera, passò la ,;;ua mano c;ulla testa di lei, cercando di mettere ordine in quei poveri c..1pclli scompigliati e già grigi. Si guardarono a lungo in silenzio, poi, adagio adagio, si abbracciarono, si tennero stretti, uniti, quasi avcsc;ero voluto sfidare la morte che minacciava entrambi. Non accadde nulla. Il limite fissato per la morte di Leone trascorse senza alcun fatto notevole. Ci volle tuttavia del tempo prima che Leone potcso;e rimettersi completamente. Questo, ad ogni modo, non avvenne che anche quando Carla si fu completamente ristabilita. Ora i due coniugi si sono ritirati in, una casa di campagna, giacché un opportuna eredità ha posto Leone in condizione di dimettersi dal servizio. Nessuna nube è rimasta a ricordare la tempesta di un tempo. Leone è,.pieno di buon umore. Tutti gli sono amici: tutti, meno il portaleuere. Decisamc.ntc, con gli antichi colleghi, sente di avere ancora dei conITALIA LLOYTRDIESTIN ADRIATICA TIRRENIA Unlibro giàcelebcrhee tornaeassedrie granadtetualità FRANCESCOSALATA HONDADORl·EDITORE·XI· "Al punto in cui sono giuntele cose,l'Europa deve sostenersi su quattrocolonneI:nghilterra, Francia,Italia e Germania". Il ''Corriere della Sera" del 18 ottobre, dopo a.ver riportato queste paroledella. 11Frankfurter Zeitung" concludeva:· "È ancora e sempre il Patto a Quattro che attende la sua immancabileora". PerchèLorenzo? de'Medicui ccise• Leggete DI RIDOLFOMAZZUCCONI Collezione"I Libri Verdi" Lire 10 Intorno a.Loren1inode' Medici,due tesi tengono il oampo da quattro aecoli: che agisse per liberar la patria.dal tiranno, ovveroper pura malvagità. In realtà, il moventeall'omicidio non fu determinato da un1unioa.causa : soocoò dalla ooinciden1:a di molte cauae obbiettive e paioologiohe.E tutte furon d~ minate da una potente e segreta e.mbisionedelusa. Un pazient.eriesame critico dei fatti, dei documenti e delle opinioni, ohe 11i riferieoono a. Lorenzino dP' Medici, ha oonaentit.oa RidolfoMazsuoooni (il celebre autore de 111& notte di San BPut.olomeo"e de 11La gior· nata d1Adua." apparsi nella ;teaaa collezione)di riooat.Tuire la aua. fi· gura intel1ettuale e morale e di prospettare 11ottouna nuova luce il suo delitto. Una dtll• ilhmrulont del Tohmt, Veno della medaglia oommtmoratln del tln11• nkldlo, coniata b. onou di LoN1nli110, A. MONDADORI- MILANO ti da regolare. CARLO BOSONI~-----------_,,,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==