Omnibus - anno I - n. 31 - 30 ottobre 1937

\ ERCllf:: asilo d'un'imagine miracolosa, e sacrario culturale e patriottico della nazione, la città ."Otica, barocca e nèoclassica di Vilna è stata chiamata la '.\11.eccadella Polonia. I nomi p1u t.;clcbri legati al suo passato sono quelli d'un gran Re e d'un grande Poeta, Bàthory e '.\lickie\\ÌCZ: ma ancora più i::;randc è 11 nome dell'ultimo e del più generoso dei suoi fi~li, Gmseppe P1lsudski, 11 più ~eniale uomo d':monc, di Stato e di guerra nato m suolo polacco, colui che ridette alla patria, dopo un secolo e mezzo di ser\'itù, l'onore, la potenza e la libertà. Egli nacque infatti nei dintorni di \"ilna, nel feudo materno di Zulow, il 5 dicembre 1867, quattro anni dopo l'ultima ~rnnde ed infelice msurrezione. La regione in cui crebbe è unn delle più belle campagne della Polonia: il paesaggio è verde e ondulato, costellato di boschi e di la~hi; solo l'nwerno è vemmente boreale, gelido e bianco, flagellato dai remoti venti della Siberia. La pro\"lncia soffri\"tl come poche del i;z:1ogorusso: il boia della Lituania , il qenerale e go,·ematore :\luraviov, russificava spietatamente il paese, mandando t ribelli alla forca o in Siberia. Pilsudski '"enne alla luce come secondogenito dei dicci figli d'una famiglia d'origine principesca e ricchissima (in un libro dirà poi che I suoi genitori erano ciò che prima s1 diceva latinamente bene 11ati et possesslOnati), profondaml'ntc attaccata così. al ~an(.tue come alla fede degli a,·i. La madre assunse nella casa In funzione d'una "estale del sacro fuoco dell'orgoglio nazionale, ed inculcò specialment<' in 7.iuk (tale era il vezzeg~iativo infantile di Pilsudski) un ardente amore per la lin~a e 1 poeti, la storia e le tradizioni delle patria. Pilsudski fanciullo leg1r,tcvacon pasc;ione i ~randi poemi romantici polacchi, la storia di Xapoleone e le vite di Plutarco, e s'entusiasm~na per la rivoluzione francese. Il padre era un ottimo amministratore dei propri beni, un agronomo ardit•l e moderno, ma un terribile incendio devastò e rovinò le sue terre, e i Pilsudski impo,·criti furono costretti a stabilirsi a \'ilna, e si do,·ettero rassegnare a mandare i fi~li nelle scuole russe. L 'insegnamento era ~ncora retto dalla \"ecch1a e triplice formula di zarismo, naz1onahtà e ortodossia •, e il regime pcda2ogico, specie contro gh allogeni, era molto severo: e Pilsudski ricorderà sempre i suoi anni di ginnasio, anche a molti anni di distanza, come un terribile incubo. :\la anche allora eJZ:lilottò contro rambiente e non lo subi, e fondò un piccolo circolo segreto, detto Spoj11ia ( Congiunz10ne ), dove gli studènti si raduna\"ano per ra,·vivare l'amore per i poeti e la letteratura nazionale. Pilsudski a\'eva allora 1; anni, e in quello stesso anno fu colpito dal ~rande dolore della morte, a cui non poté assistere, della madre diletta, che s1 '!pernoe ancor giovane. Attentato e deportazione In quell'epoca cominciò a propagarsi anche a Vilna, più per contagio della gioventù russa che di quella polacca, l'idcolo~ia socialista. Benché fin d'allora confessasse di non essere mai Stato impressionato dalla lettura di ~Ian:, Pilsudski aderi al mo\'imento: in quegli anni nella cultura polacca dominava un positivismo rasscinato, che non credeva pili all'indipendenza e che indirizzava il popolo solo \·erso 11 progresso industriale cd economico. La nuova mistica sociale era ricca d'altri fcm,enu, e fu per questo che Pi1- .,udski l'accettò, consapevole fin d'allora che quello era solo un mezzo per g1uni;cerc all'indipendenza politica. Dopo la scuola media, egli si recò per studiare medicina all't;niversità di Charkov, do,•e entrò maggiormente in contatto con le nuove idee e con l'ambiente russo, e do.,,·e assunse presto fis:i-ura di capo fra gli studenti polacchi. La sua av- \'Crsione verso il socialismo teotico cd ant1patriottico andava crescendo, e confess6 d'aver letto in quell'epoca le opere dei dottrinari russi del movimento con noia e disgusto ,. Xci 1 886 tornò a Vilna, dove fondò un gruppo illegale socialista, e un anno dopo subi, senza alcuna colpa, il primo grave colpo del destino. Alcuni membri russi e polacchi dell'a-.sociazione rivoluzionaria La Libertà del PoJ>Qlo sta- \·ano or~anizz::indo un attentato contro la persona dell'Imperatore Alessandro Il. L.n emissario fu inviato a procurarsi gli esplosivi in provincia, e fu prescelta Vilna, dove fu ospitato, in virtù d'una lettera di raccomandazione, dai fratelli Pilsudski. Giuseppe era contrnrio per ra"°ioni politiche all'attentato, ma non era neppure in ~rado d'agire per impedirlo. :--;-ell'affare ~•impegnò soprattutto Dronislaw, il fratello maggiore . .\,1a l'emissario im·iato, sia che tradisse all'ult1mo momento, sia che fosse un agente prO\"OCatore, mandò all'aria l'impre!ìa e gli esecutori principali furono arreuati un attimo prima dell'e- !U:cuzionc. La confes,ione dell'agente mandò tra :'altro sulla forca un certo l:lianO\', if • I I • I fratello più anziano di un certo Vladimiro llic, che qualche anno più tardi doveva diventar noto sotto il nome di Lenin. Bronislaw fu condannato a 18 anni di lavori forzati nella terribile isola di Sachalin, do,•e passò il tempo occupandosi d'cmografin e scri\'endo un'opera classica sulla tribù locale degli Aino; Giuseppe, che al processo fu convocato solo in qualità di testimone, fu nondimeno deportato per cinque anni IO Siberia Orientale. Pilsudski e altri compagni raggiunsero I rkutsk a piedi, dopo tre mesi, in un con- \"Oglio scortato da qualche cosacco a cavallo. La prova fu terribile, e giunto alla ~rande città siberiana, ferl e. si ferì in una rissa coi soldati, sorta per difendere un compagno di pena. Allora la sua punizione fu incrudelita, e fu inviato in pieno inverno nel Nord, nella selvaggia borgata di Kyrensk, sul fiume Lena, dove trascorse un'esistenza di noia e d1 solitudine mortale, abitando in una misern stalla. Ammalatosi, fu trasferito in una località dal clima più mne, a Tunka, do\'e poté godere d'una certa libertà. Indomabile ed orgoglioso, rifiutò I piccoli asseJlnÌ dovutigli, e si guadagnò la vita dando lezioni di francese alle figlie di un medico, la,·orando da falegname e dandosi alla caccia cd alla pesca. Fra i deportati di Tunka conobbe un rivoluzionario all'antica, un certo Szwarce, sopravvissuto all'insurrezione del '63, che lo conf,.rmò nel suo ideale principe, che era quello dell'indipendenza. 7':el 1892. appena venticinquenne e già noto come criminale di Stato ,, Pilsu...iski fece a tappe ritorno a Vilna, maturato ormai nella persona, nell'intelletto e nel cuore. "Cartina da sigarette" Rientrato in patria, Giuseppe Pilsudski palesò immediatamente tutta la sua energia di visionario e d'uomo d'azione. Fin dall'inizio della sua attività, la sua divisa fu quella che doveva proporre ai compagni q\.1alche anno pili tardi: « Siamo romantici nei fini e positivi nei mezzi ,. Egli unisce una facoltà divinatrice che spesso trascina, ma che talora lascia gli uomini sorpresi cd increduli, con un senso preciso ed efficace dell'opportunità del momento, della via da seguire, degli strumenti da usare. La sua gran forza e il suo enorme merito furon quelli d'essere, IO un'epoca di disperazione e di crisi, il primo e l'unico uomo di fede. Ormai, dopo gli insucce~si dei loro predecessori, gli uomini della nuova generazione avevano perso ogm fiducia, e consideravano l'11sp1razione all'indipendenza come un mito astratto e remoto. [ migliori giungevano fino a tentare di sviluppare l'energia dell'individuo: i più pigri e meschini (i posiU\·1sti della scuola di Varsavia capitanati da Swietochow~ki) s'accontentavano di collaborare all'evoluzione economica e al progresso della nazione. Sotto 1 ·nomi diversi di conciliatori, conservatori o moderati, i partiti delle tre terre divise predicavano la paz1~nza e la sottoll'Uss1one, secondo la formula del • triplice lealismo• agli Stati oppressori. La maggioranza dei sostenitori di questa politica rinunziataria era costituita dalla nobiltà e dal clero~ i contadini erano incerti; risolutamente contrari, seppure per ragioni diverse, un nucleo d'intellettuali di sinistra e gli operai. Proprio l'anno del ritorno di Pilsudsk1 dall'esilio, ,·ari gruppi sociali e politici si fusero, e fondarono insieme il Partito Socialista Polacco, che sebbene nato col compito fondamentale della nvend1cazionc dei dirmi delle masse operaie, ebbe l'ardire di mettere in programma l'indipendenza politica della nazione. Ln parola d'ordine era quella che la liberazione del popolo andava ottenuta mediante la liberazione della nazione •, ma fu Pilsudsk1, che aderì con entusiasmo, dato il suo carattere insurrezionale, al nuovo partito, a dar corpo e sangue a queste parole, ed a portar fino alle estreme conseguenze questo principio. An1.i dovrà spesso lottare con la fazione internazionalista del partito, che riconosceva giuste le accuse d'eterodossia rivolte contro il P. S. P. da Bebel e da Rosa Luxemburg, e do\'rà qualche anno dopo accettare fino in fondo le conseguenze d'una scissione .. \fa in breve tempo la sua personalità energica e lucida raccolse intorno a sé un nucleo d'ardenti seguaci, ed egli assunse ben presto fi~'Ura e missione di capo. A uno dei primi congressi, accettò volentieri le due principali missioni affidategli, quella della propaganda e del proselitismo. A tale scopo Pilsudski orf{anizzò l'introduzione clandestina d'oltre confine della letteratura illegale, sotto forma di opuscoli, e del giornale rivoluzionario stampato a Londra Pr;udncit (e L'Albore~). Questi stampati, per il tipo di carta sottile su cui venivano impressi, erano chiamati in gergo col nome di bibula, che in polacco s1gmfica • cartina da sigarette Il contrabbando veni, a esercitato con una straordinaria abilità, e in quest'opera si distinse soprattutto un amico di Pilsudski, Sulkiewicz, che s'impiegò appositamente fra i dogameri zaristi. Ma Pilsudski non era sempre d'accordo con le idee di cui s'era fatto materialmente il propagatore, ed allora, in accordo col partito, decise di fondare un giornale da stamparsi alla macchia. Al nuovo organo fu dato il nome di Robotnik ( L'Operaio»), e il primo numero uscì verSO la fine del '94. Pilsudski s'era fatto \'enire di contrabbando una macchina tipografica dall'lni:tt\ilterra, via Germania, e l'aveva nascosta nella Ì\.nnacia d'una borgata vicino a Vilna. Aiutato dal compagno \\"oicjechowski, egli compilava, componeva, stampava e distribu1,·a il 2iornale quasi da PAGINA solo. La tiratura commciò con 1 500 esemplari, e per prepararne un numero d1 poche pagine occorre,·ano quindici giorni d'accanito lavoro. Pilsudski fim,an sempre gli articoli di fondo con lo pseudonimo Vieto,, che divenne presto amato da tutti i patriotti polacchi, e temuto dalle autorità zariste. La diffusione era organizzata con grandissima abihtà, e il giornale ,'l:irava di mano in mano, allargando sempre di più i cerchi della sua azione, e giuniendo così IH::li abbonati regolari e pa- ~anti, come ai lerton casuali e senza dan:tro. Dopo un anno la tipogrofia del giornale passò a Vilna, dove Pilsudski si sposò con una ~io,·ane vedova, e di lì, dopo un anno ancora, per maggior sicurezza ed anche per facilitarne la diffusione nell'ambiel\te più adatto, fu trasferita nel grande centro industriale di Lodz. >:ei quattro anm successivi, il giornale decuplicò e centuplicò la tiratura iniziale, suscitando contro di sé le più \'anc battute della polizia zarista. '.\ila per caso, un giorno di febbraio dél 1900, i gendarmi scoprirono l'isilo dell'inafferrab1le nemico. < La stamperia scoperta a Lodz ,, scriverà più tardi Pilsudski nelle sue memorie, non si tro,·a,·a né m una canuna, né in un granaio ... ma in una strada centrale e in un appartamento ordinario, come ce n'è tanti in una grande città, al primo piano ... La macchina sta\"a aperta sul suo solito piedestallo, col 36<>numero in preparazione, allorquando la polizia irn1ppe nel nostro domicilio. I gendarmi esaminarono la stampatrice con una curiosità rispettosa: e la toccavan con un po' di paura. Sembrava quasi che non si potessero capacitare come una bagattella così fatta potesse avere tanta importan;,,a.. . I poliziotti non ave,·ano torto, perché era con quell'arma che Victor-Pilsudski a, e\'a insegnato al popolo mtelli~ente e lavoratore che la libertà va conquistata a prezzo del sanQ;ue. L'evasione Il processo fu clamoroso: Pilsudski fu condannato a 8 anni di la\·ori forzati e alla deportazione a vita in Siberia, e fu rinchiuso m una tetra cella della rocca di Varsavia. In un suo scritto degli ulttmi anni ei;;li racconterà mirabilmente la sua vita in quel carcere terribile, sotto il titolo ironico di Psicologia d~l Prii:ioniero. L'unica lettura concessa era la Bibbia, e per passare il tempo egli vi disegnò una .scacchiera, e si costruì, con un ll'Uracolo d1 pazienza, le pedine con dei fiammiferi spenti. Ma né lui, né il Partito erano rassegnati all'inazione e alla disfatta. I compa'tni ricominciarono a stampare con successo il giornale, e a preparare l'evasione di colui che considera\"ano ormai come ,I più ~rande dei loro capi. Con la complicità della moglie polacca d'un funzionario zarista, si poté comunicare col carcerato. P1lsudsk1 stesso imaginò di simulare la pazzia, e gli furon trasmessi a tale scopo i consigli d'uno psichiatra. Pilsudski finse per vario tempo inutilmente degh nccessi d'ira furibonda e la mania di persecuzione, e fu riconosciuto pazzo proprio allorquando, esaurito, stava per rinunziare all'impresa .• .\I rapporto bene- \'olo d'un medico russo egli don'! il trasferimento m osser\'azione al manicomio di Pietroburgo, dove un giovane dottore polacco, :\lazurkiewicz, era riuscito ad Ot· tene;e un posto d'inte':'o· ~lazurkiew~cz procurò un abtto al png1omero, lo cluamò nel suo gabinetto, allontanò qualche i.nfem1iere, poi accompagnò fuori Pilsudski come se si trattasse d'un amico. L'evaso e il complice salgono su una carrozza, e Mazurkicwicz s'infuria col vetturino per• ché il ronzino va troppo lento. Pilsudski lo calma dicendogli: Lascialo fare: non senti il profumo della primavera? . Aiutato da molti amici, si riunisce con la maghe e vive nascostamente per un po' di tempo in Russia, poi riesce a varcare il confine e si rifu~ia in Galizia: la sua prigionia era durata un anno e mezzo soltanto. La II Boj owka 11 A Cracovia, Pilsudski conobbe il capo del socialismo galizumo, Daszynski, che sulle sue tracce s'orientò verso la politica dell'indipendenza, e in un viag~io a Londra incontrò il grande scienziato :vtoscicki, l'arruale presidente della Repubblica. :\'la dopo un po' di riposo riprese l'attività d'agitatore, e rientrò in Russia. Ormai egli era convinto che la lotta di classe ~veva esaurito il suo compito, e che la missione del Partito Socialista Polacco era la lotta annata per la liberazione della nazione. La prima occasione d'agire gli fu offerta dalla guerra russo-giapponese: m un manifesto famoso, egli consigliò ai propri connazionali di Russia d'opporsi alla mobilitazione. Il suo appello fu seguito, e un giorno di novembre 1904 gli operai e intellettuali organizzano una sanguinosa manifestazione sulle piazze di \"arsavia, in cui scorre sangue polacco e cosacco. Era il primo atto di forza dopo l'insurrezione del '63, e per dare am1i al suo popolo, Pilsudski prese l'ardita decisione d'andare a Tokio, e di chiedere al governo giapponese l'appoggio per una rivolta che avrebbe preso i Russi alle spalle. Ma il lealista Dmowski lo raggiunse per parare 11colpo, e convinse 1 Giapponesi che una simile impresa sarebbe stata un errore. Pilsudsk, ntomò m patria allorquando il conflitto stava divenendo disastroso per la Russia, e stava per battere alle porte la prima, o la piccola, rivoluzione: allora decise d'aiutarla a \·antaggio degl'interessi polacchi, e fondò, sulle tracce dei gruppi terroristici russi, un'Organizzazione di Combtttimento, 0.B., o Boj0tcka, costin11ta da cellule di sei o più uomini votati alla morte, am1ati di granate e d1 rivoltelle, che assaltavano treni ed uffici, eseguendo le tx (« espropriazioni•) a beneficio della cassa del partito, compiendo vendette contro gendarmi cd agenti provocatori, distruggendo i mezzi di comunicazione. La guerriglia durò qualche anno, con numerose vittime da ambo le parti, e Pilsudski la alimentò rinnovando i quadri e allenando i volontari in apposite scuole. Nel rQ06, quando lo zar proclamò una parvenza di costituzione, alcuni elementi del P.S.P. decisero di sciogliere la Bojowka, anche perché i suoi membri s'orientavano sempre più verso il nazionalismo: ma Pilsudski continuò ad agire per conto suo, e provocò la scissione fra l'ala sinistra e l'ala destra del partito. I colpi più belli della Bojou.;ka furon forse quello del I C)O(>, allorquando un gruppo di dieci prigionieri fu liberato dal carcere per mezzo di un paio d'agenti di Pilsudski, travestiti da alti ufficiali zari• sti; e quello del 1 908 a Bezdany. Quivi Pilsudski diresse personalmente l'attacco contro un treno postale, svaligiando que milioni e mezzo di rubli, e lasciando, come faceva sempre, con leggendaria probità, una ricevuta: quel danaro era infatti quasì tutto di provenienza polacca, perché cost1tu1to dalla contribuzione dei suoi connazionali. Alla vigilia di questa rischiosissima impresa, egli scrisse la celebre Leue,a a Felek (l'ami.ca Felix Peri) o a chi scriverò il mio ,:etrologio, nella quale diceva: Sono in procinto di partire per una spedizione da cui forse non tornerò ... e debbo faro una piccola preghiera ... lo ti chiedo soltanto di non fare di me un piagnucolone sentimentale, una specie di martire che va a farsi crocifiggere ptr amore detrumanità o altre bazzeccole di questo genere. lo ho combattuto e forse morirò perché non posso più vi,·ere nelle latnne in cui viviamo... Ho in\'iato tanta gente alla forca che, se SCQmparirò, i nostri morti oscuri saranno contenti nel vedere che 11 loro capo non ha spregiato il loro lavoro.. Quello che io vo~lio, io che son chiamato il socialista cavalleresco ... è dimostrare l'amara verità che ci son degli uomini che debbono morire anche per ciò che non è né bello, né alto, né grande ... '.\ila ad onta del successo di Bezdany, la reazione zarista trionfa, e uccide, impicca, imprii;iiona cd esilia i migliori soldati della rivoluzione nazionale polacca: ed allora, seguito da un pugno di superstiti, Pilsudski è costretto a rifui;:iarsi ancora in Galizia Profezie Pilsudski approfittò di quell'esperienza e della pausa succcssi'"a per meditare sull'av\"enire, e prè,·ide che la situazione europea a, rcbbe portato pnma o poi a un conflitto gener:\Jc, che avrebbe visto la Russia e gl'lmperi Centrali in campi opposti, e che quindi si sarebbe '-\'Olto nel territorio abitato dai Polacchi. Pilsudsk1 presentiva che le potenze combattenti avrebbero do\"uto fare i conti con la popolazione delle terre in contesa. e che avrebbero cercato di conquistarla a s,·.1.ntaggio dell'avversario. Era e,idente che la causa dell'indipendenza polacca aveva tutto da guadaJ(nare da una simile circostanza di fatto: ed è naturale che anche gli altri capipopolo e gli altri partiti pensassero insieme con Pilsudski a preparare la nazione allo sfruttamento d1 questa eventualità. Ma meno elasticì e più dottrinari. e soprattutto meno arditi di lui, gli altri capi pensavano d1 prendere partito una volta per sempre per una delle due parti m conflitto, e di seguirne fino alla fine le sorti, contando su i compensi da ot• tenere per l'aiuto prestato a guerra vmta o finita. I nazionaldemocratici pensavano di restar fedeli al loro mito della fratl'r• mtà slava, collaborando con la Russia contro la forza in cui vede\'ano il principale nemico, vale a dire l'imperialismo i;z:errnanico; i partiti moderati di Galizia e di J)russia considera\'ano come un g-iusto calcolo quello di combattere a lato d'Austriac1 e di Tedeschi contro quei Russi che opprimevano, con un regime reazionario e arretrato, la ma(.t~ior parte della nazione. Pilsudski invece capiva che l'imperialismo. austro-tedesco avrebbe suscitato contro di sé le armi di tutte le potenze occidentali, e che l'unico scacchiere in cui essa a, e\"ano una grande probabilità di vittoria era quello russo, perch.,: credeva ciecamente che il reg;1me zarista. m;•1ato com'era dal lo~orio sotterraneo' della. ri'"oluzione, non potesse :-esistere ai colpi d'ariete d'un ~rande conflitto. Fu CO'.'>Ì ch'egli espresse l'ipotesi profetica che l'indipendenza polacca era legata .1 una guerra europea che vedesse la sconfitta della Russia da parte dc~li Imperi Centrali, e la disfatta di quesu sotto la riscossa d'una coalizione europea. Il popolo polacco doveva quindi acquistare l'indipendenza combattendo contro il più potente nemico, e poi giocare d'audacia, e farsi valere, contro tutti e contro tutto, quando le circostanze lo avessero chiamato a mattcs1 compiti storici e militari. Questo piano do'"eva realizzarsi, e pro., prio per la sua elasticità doveva essere più tardi accusato d'opportunismo da que~li . ste.ssi avversari politici d1 P1lsudski che a\·e,·an sempre predicato la meschina e calcolata fedeltà del popolo polacco ad uno solo dei suoi oppressori. La genialità d1 Pilsudski non consisté solo nella preveggenza di certe fatalità della storia. ma nella preparazione morale e matÙialc dei mezzi, affinché il popolo polacco concorresse, affrettasse, e maqari forzasse 11proprio destino. Così dal 1909 in poi cominciò a raccogliere 1ntomo a sé i resti dèlla Bojotvka e a preparare il primo nucleo d'una forza armata che nel futuro conflitto mostrasse al mondo che il l.Oldato polacco era risorto e che voleva dire una parola d'eroismo e di sacrificio al cospetto dell'Europa in fiamme. ~oi dobbiamo combattere•, egli scrisse in quegli anni, •per i nostri scopi politici e sociali. E dobbiamo farlo, non a forza di parole o di carta stampata, ma con le armi in mo.iv>•· (comi,,ua} RENATO POLI

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