Omnibus - anno I - n. 31 - 30 ottobre 1937

L' ( ~ BBASTANZA scombussolati, come potete 1mmagmare », pro- -.eguì Gusman, « tornammo a rasa di ~iss Marshall, dove ci attendeva una sorpresa, sotto forma di un fonogramma di Grainger, il quale orcgava Miss Marshall di raggiungerlo al cottage, ove si era rifugiato fuggendo da Lemoyne Street. Era fuori di sé, e dovemmo penare per calmarlo. La sua fuga era stata un errore, ed io cercai di convincerlo che la cosa migliore che gli rimaneva da fare era quella di costituirsi: aveva agito in stato di legittima difesa, dunque non aveva relativamente nulla da temere, quando a\'essc dimos'rato d'essere stato vittima di suo fratello. Ma egli non volle ascoltanni. Era veramente terrorinato, affermava che non poteva dir nulla alla Polizia, che Billing lo avrebbe raggiunto anche in prigione, e io compresi che per il momento non c'era nulla da fare: egli era in preda ad un accesso di mania di persecuzione, in parte giustificato, e perciò decisi di attendere che il suo spirito si placasse per persuaderlo a costituirsi. Il giorno dopo cercai ancora di convincerlo, e visto che inclinava ad accettare il mio consiglio, pensai bene di recarmi dal Procuratore distrettuale assieme ad un avvocato per metterci d'accordo circa la sua costituzione. Col sergente O'Connor stabilimmo poi che io avrei porta.to Graingcr alla Polizia, stamane alle dicci, e che contemporaneamente avremmo chiesto la sua libertà provvisoria sotto cauzione. Ora sapete tutto! » concluse Gusman. « Ma perché allora mi avete chiuso nel sottoscala?> domandò Buti. « Diamine, se vi a.._,essilasciato andare, chi vi avrebbe trattenuto dal correre al vostro giornale e dallo scrivere un articolo sensazionale sul fatto? Col Procuratore eravamo rimasti intesi che non si sarebbe fatta parola della costituzione di Grainger, finché non aves- ~imo mèS,\O le mani addosso a quel Billing, il cui solo nome faceva tremare Aaron Grainger. Io credevo che il mio cliente esagerasse i suoi timori, ma quanto è accaduto stanotte dimoura invece che la sua paura era fondata : suo fratello prima, e ora questo Billing, devono essere gente decisa a tutto :t. < D'accordo. Ma a che cosa mirano? A strappare altri quattrini ad Aaron Grainger? Il gioco mi pare che si sia fatto rischioso, dopo la morte di Marcus », osservò il sergente O'Connor, ch'era fino ad allora rimasto silenzioso ad ascoltare il racconto di Gusman. Questi si strinse nelle spalle e non rispose, ma volse il capo mettendosi a guardare fuori dal finestrino. L'aero- -plano filava in direzione della Sierra di Santa Susanna, descrivendo un ampio arco di cerchio. 1 primi raggi del sole nascente lo battevano in pieno, mentre le cime dei monti e la pianura erano ancora immerse nell'ombra. Il sergente O'Connor si alzò in piedi e sbadigliò rumorosamente. « Non capisco>, disse rivol~endosi a Buti. « Anche a terra ora c1 si deve vedere. Dovrebbero essersi mossi. Sci ben sicuro d'aver inteso bene?». « Andiamo, sergente! > esclamò il giovane, con malumore. « Sta a vedere che sono diventato anche sordo!». 11sergente rise e stava per ribattere 1 quando l'altoparlante infisso sopra l'usciolo del posto di pilotaggio si mise a gracchiare: « Attenzione, attenzione! Lo ~eriffo di Oak \Vilde comunica di udire rumore di aeroplano. Impossibile precisare direzione. Oak Wilde trova~i quindici miglia a nord di Pasadena >. « Non udirà mica noi? > disse il sergente, rimettendosi a sedere e sganciando il microfono del telefono interno che comunicava col posto di pilotaggio. « .\lcanche se avesse le orecchie lunghe come quelle d'una lepre! » rispose l'agente BaJus dalla sua poltrona. « Io so dov'è Oak \.Yilde. Siamo lontani almeno trenta miglia>. « Bene! » vociò O'Connor. Poi parlando nel microfono, ordinò: « Torniamo un po' indietro, puntando su Burbank ». Immediatamente l'aeroplano si inclinò a destra, virando. Passarono alcuni minuti, in silenzio, indi l'altoparlante si fece udirç, di nuovo, annunz;ando che Oak \V'ilde non sentiva più il rumore. « Sarà stato il rumore di un autocarro! » borbottò il sergente. « Chi di voi ha una sigaretta?». II sole era ormai abbastanza alto da illuminare tutta la terra. Los Angeles ,.j st1::ndcva sterminata a perdita di vi- 'ita, dalle colline che la circondano fino all'oceano che scintillava come una lama azzurra, lontanissimo, sulla destra. Le alte cime della Sierra di San Gabriel addentavano il ciclo infuocato con i loro denti aguzzi verso oriente, e verso il sud le fulve colline e le immense pianure sfumavano nelle ~litudini dell'orizzonte. A bordo del Vega, che incominciava a danzare nei primi vuoti d'aria rarefatta, l'attesa ;n-cva innervosito tutti. « Qui non si respira più, fumate ·~,.- - ·"" ~•- .. - . -:• .· . , ' ' ;: . . ... ' ' 1 .. ,puntanilo l1 pni.t. l'UIO I• mont&pe, .. 11 troppo! » disse rabbiosamente il sergente, che aveva fumato da solo due sigarette di seguito. Gusman sorrise, gli posò una mano sulla schiena, e con l'altra premette il bottone della ventilazione sopra al finestrino. li sergente fece altrettanto, imitato dagli altri. « Già, non ci avevo pensato», ammise il sergente, e come per scusarsi a$'.giunse: « lo non sopporto gli indugi. Mi fanno perdere la testa! ». « Attenzione, attenzione! » gracchiò di nuovo l'altoparlante. « Gli sceriffi di Lang e di Nomby, sul Santa Clara River 1 segnalano il passaggio di un aeroplano, che vola altissimo sulle montagne della vallata, in direzione di Saugus >. « Cristo, son loro! » esclamò il sergente. E poi urlò nel microfono : « Hai caeito, Jac;k? Vira e punta su Saugus. Gh taglieremo la strada!». Il Vega si impennò in un viraggio strettissimo, strappando quasi dalle loro poltrone i passeggeri della cabina. Poi si rimise subito in linea di volo, e il rombo dei suoi motori si accentuò. Il pilota aveva dato tutta manetta per ottenere_ la massima velocità possibile. «Jack, mandami di qua una carta, se ne hai una in più >, chiese O'Connor. Quando il secondo pilota gliela ebbe recata, il sergente la spiegò, aiutato da Buti che ne tenne un lembo, mentre egli con l'indice della sua grossa mano cercava le località segnalate dalla radio. « Ecco Tejunga, e più su il Solcdad Canyon dove scorre il Santa Clara. Ecco Saugus, dove si dirigono. Evidentemente puntano verso il nord, ma noi siamo più veloci di loro. ~on c'è apparecchio che possa battere il Vega». « Devono avere un aeroplano da turismo, che non porta pili di quattro persone. Uno di essi diceva che il motore tirava poco >, osservò Buti. « Noi invece facciamo comodamente i trecentocinquanta all'ora. Ah! Ah! .. > rise il sergente. « Basta che non abbiano la radio a bordo». « La stazione dcli' Aeroporto trasmette in cifra. No, non ci sfuggiranno!» replicò O'Connor con un'altra risata. Poi ci fu un silenzio durante qualche minuto. Tutti guardavano attraverso i finestrini, cercando al di là dei picchi e delle cime delle montagne che il Vega coste~giava, altissimo, di scorgere l'aeroplano dei fuggiaschi. Saugus non doveva essere ormai molto dist::mte, ma prima che la cittadina fosse avvistata, l'altoparlante si fece udire di nuovo. « Attenzione! Polizia di Saugus comunica che aeroplano ha mutato rotta, dirigendosi ad occidente sulla Sierra di Santa Susanna ... Attenzione! Polizia di Chatsworth segnala passagi~~a:~~:lano in direzione di Cala~ « Diavolaccio cane, ma noi allora andiamo in senso inverso, perché Calabasas è a ovest di San Fernando. Le prime segnalazioni devono essere state tra,;messc con ritardo! ,. esclamò il sergente afferrando il microfono. « Indietro subito! Stanno filando verso Calabasas. Sai dov'è?». Pareva di sì, poiché il Vega sbandò di colpo sulla sinistra in un viraggio che per qualche i.stante tenne sospeso il fiato in gola ai passeggeri della cabina. « Ohe, dico!» urlò il sergente ch'era andato a finire quasi addosso a Buti, ma che non aveva lasciato il microfono. « Vuoi mandarci all'inferno?». « Legatevi con la cintura, O'Connor », lo consigliò Gusman. « Il vostro pilota deve amare l'acrobazia, ma lasciatelo fare : non c'è pericolo,. Il Vega s'era ripri:so e ora sorvolava il bassopiano di San Fernando, puntando la prua verso le montagne di Santa Monica, oltre le quali scintillava l'oceano. Qualche minuto più tardi una nuova segnalazione comunicò che l'aeroplano aveva (.()rpass..1.to Calabasas con rotta verso ovest•sudovest. Una segnalazione susseguente a pochi minuti di distanza dall'altra avvertiva che l'aeroplano era passato sorra Malibu Ranch, a tremila metri d aJtc7..za 1 inoltrandosi sopra l'oceano. La stazione radio dcli' Aeroporto di Los Angeles aggiunse che l'ordine di sorvegliare il ciclo era stato esteso a tutte le stazioni e posti di polizia della costa e delle isole. « lo mi domando dove vogliono andare», si chiese perplesso il sergente. « Credo che essi siano più astuti di quanto supponiate, O'Connor >, rispose Gusman, dopo aver osservato la carta in silenzio. « In linea ovcst-sudovest1_diritto dinanzi a Malibu Ranch, non c'è. che mare aperto. Le iSOledi Santa Cruz, a nord, e quelle di Santa Catalina a sud, sono distanti una cinquantina di miglia tra loro: un bel varco per infilarsi senza venire scorti da nessuno 1 e un bellissimo spazio per modificare indisturbati una rotta. Scommetterci qualunque cosa che essi hanno decifrato perfettamente tutte le segnalazioni, e che puntano verso il mare aperto per far perdere le loro tracce •· « Uhm! Bisognerebbe che fossero in possesso del cifrario della Polizia di Los Angeles >, commentò il sergente, poco persuaso. « Invece sappiamo che è gente nuova del paese : Marcus Graingcr e quel Billing, non venivano dall'Avana?». « Ma come hanno trovato un aeroplano e un posto di atterraggio uelle montagne di San Gabrid, possono aver trovato anche il resto, in poco tempo, associandosi a qualche tipo locale della loro risma>. « ~farcos! E strano: ~arcus si chia- - mava il fratello di Grainger, e Marcos è il nome di colui presso cui do• veva andare uno dei banditi, quello che invece voleva partire a tutti i costi. Ed era codesto Marcos che doveva rifornire di benzina il campo di Tejunga. Mi sembra che Mr Gusman abbia ragione, sergente. Essi devono es~ere organizzati perfettamente», fece notare Buti. « Marcus e Marcos. Uhm! Ci saranno almeno duemila messicani che si chiamano Marcos 1 a Los Angeles, ma un :Marcos che abbia avuto a che fare con noi, come mi intendo io, 1\00 l'ho presente. E sì che i mi~i polli li conoo;co tutti! Ma intanto 1 che cosa facciamo? Eccoci sopra l'oceano anche ~~:a~~ r!1tc!~e:~:rgente, dando un'ocInfatti il Vega si librava ora sul mare, ad almeno quattromila metri di altezza. Tutta la costa del golfo si stendeva, visibile fino al promontorio di Palos Vçrde111d, ietro il quale si trova il porto di Los Angeles. O'Connor pregò il pilota di venire un momento nella cabina. « Cosa facciamo, Jack?>. « Andiamo avanti, sergente, non c'è altro da fare. Noi corriamo più di loro, e siamo più alti. Li prenderemo » 1 affermò il pilota con sicurezza, prima di ritornare al ~uo posto. Ma un quarto d'ora trasco~e senza che nessuna segnalazione da terra giungesse. L'oceano appariva deserto, e anche il ciclo. « Dobbiamo essere già un bel po' al largo», disse ad un tratto il sergente, rompendo l'inquieto silenzio che regnava nella cabina. « Almeno venticinque miglia. O dove mai ci porteranno? ». « A Honolulu! » rispose beffardamente Buti. « Siamo sulla rotta delle Hawaii, e stasera faremo il bagno al chiaro di luna sulla 3piaggia di \Vaikiki ... ». « Ebbene? » esclamò il sergente. « Cosa succede? ». L'apparecchio si era inclinato in banda e la costa, appena segnata all'orizzonte, era apparsa dai finestrini di sinistra. Contemporaneamente la cicala del telefono frinì. O'Connor staccò il microfono. « Che r'(", Jack? Oh!... Lo avete scorto? ... l'wga verso sud? ... Sotto, sotto, ragazzo! ... » Tutti a que::.t'annuncio si crono rimessi ai finestrini, schiacciando il naso contro i vetri, per cercar di scorgere l'apparecchio inseguito, ma senza risultato. Il sergente non lasciò più in pace il pilota con le sue domande. l fuggitivi puntavano verso il sud, in modo da passare tra l'isola di Santa Catalina, ch'era ormai in vista 1 e quella di San Clemente, ma erano ancora lontani. « Li forzeremo a scendere!». « In acqua?». « Eh, no, perbacco! Sul campo di Santa Catalina, o su quello di Los Angeles », rispose il sergente. « Ma non sarebbe meglio, invece, seguirli, e piombar loro addosso quando si accingeranno ad atterrare spontaneamente? » chiese Buti. « Cosa voletc1 nessuno mi cava dalla testa l'idea che sotto al rapimento di Grainger si nasconda qualche altra cosa». « Ti sei messo a lavorare di fantasia, ora?:a, ribatté O'Connor, ironicamente. « E quand'anche 1 se si sono accorti che li inseguiamo, non ... ». « Che co~a vi c~psterebbe?» lo interruppe Buti. « Dal momento che ~iamo sicuri di pigliarli, non sarebbe meglio di cercar di coglierli nel loro covo? ». « Si direbbe che la sai più lunga di quanto vuoi far parere », osservò il sergente. « Niente affatto 1 ma ragionandoci sopra un po' ... Io non mi riesco a spiegare perché Grainger, àall'istantc in cui decise di non mollare altri quattrini a suo fratello, abbia pensato di scomparire, invece di ricorrere alla Polizia. Il motivo doveva essere ben forte, non vi sembra? E perché non ha voluto dirlo neppure a Mr Gu<.man? :t. 11 sergente non rispose. Per qualche istante la sua grossa faccia 'ICmbrò gonfiarsi, come s'egli compiesse uno sforza fisico, poi staccò il microfono e chiese al pilota : « Come stai a benzina, Jack? ... Ah, bene! Allora vai un po' adagio. Voglio vedere dove hanno intenzione di atterrare>. Anche Gusman approvò quella decisione. Il ritmo dei motori rallentò, e la caccia proseguì. Santa Catalina fu lasciata a sinistra, ma anziché passare tra quest'isola e quella di San Clemente, l'aeroplano dei fuggiaschi puntò di nuovo al largo, come se volesse tenersi ben discosto dalla terra. Quando i picchi di San Clemente sparirono in lontananza, l'apparecchio deviò leggermente ver'io destra. Intanto i minuti passavano, e la tensione n<'rvosa degli inseguitori aumentava. Da Malibu Ranch erano 01mai state sorvolate più di cento.miglia sul mare aperto e la rotta dei rapitori nori accennava a volgere verso la costa.· L'oceano appariva deserto. Solo l'ombra del Veg:l si proiettava sulla sua supcrfice azzurra che sembrava di metallo sbalzato. Verso il sud-ovest si alzava altissima nel cielo una rossa nuvola fatta come un fungo. Un'altra mcz:iora trascorse. Ogni tanto il sergente chiedeva la posizione al pilota 1 infine questi comparve sull1u1eiolo della cabina e si avvicinò ad O'Connor. « Siamo quasi all'altezza di San Diego, una ventina di miglia al largo dalla costa. Quegli altri tirano sempre innanzi », egli disse. TITO A, SPAGNOL 12 - (la fine al prossimo numtro). I li /I IMMINENTE: .Tose111, Bolli IL CAPOSTAZIONE FALLMERAYER I a t t burr ---. zucchero l'alimento più l(radlto più nutriente p I à 8 Il D O

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