Omnibus - anno I - n. 30 - 23 ottobre 1937

.. .,,.._C:::::C:::::Clll~'JrClll .. I ra. • ...,..,, .. I'Jr.,,.._-...._JE::::: .. I . UELLA D0:-.INA e quel bam- ~ bino. ,:hc ,;ta\•ano attraver- ,.,mdo le stradine piene di , ciottoli del villaggio, dovevano p<'rcorrcre ancora tre chilometri, prima di raggiungere la città dove erano diretti. Là, c'era una casa che dovevano cercare, una casa di cui avevano trovato l'indirizzo in un annunzio economico del giornale. La donna era giovane, piccola. Il bambino teneva spalancati i grandi occhi azzurri timidi e pensierosi, e teneva per la mano la mamma. Il marito della donna si chiamava Theakstone Morphett i molto più vecçhio di sua moglie, faceva il tagliapietre. Alto. magro, con una faccia arsa dalle intemperie, si radeva la barba .-..oltanto una volta alla settimana. La ~ua voce aspra spaventava il bambino. Per Henry, il bambino, la casa era cer1amcn1c pili piacevole e tranquilla quando non c'era quell'uomo che ada- ~iava il suo grande corpo nell'alta sedia imbottita di cuoio, e guardava con occhi severi il figlio, dicendo che avrebbe preferito avere un bel ba.mhino grasso e irrequieto. Lontano dalla madre, il bimbo soffriva. La madre era la sola cosa che e;li importasse. Tra i vicini c'era qualche bambino della sua età ma non li de,;iderava come compag~i di gioco. Ogni domenica la• madre lo conduceva in una piccola chiesa, dove sedevano as~ieme su una panca di legno. Tutto era meraviglioso nella cappella. C'erano due candelabri e veni- \'ano acce~i con un lucignolo fiss.110in cima ad un lungo palo. 11 pulpito aveva due scalinate laterali e s1 poteva ,;alire da un lato e scendere dall'altro, co~a molto divertente, ma pcnncssa ,oltanto al predicatore; eppure, ciò che lo estasiava maggiormente era la mu- -tica. Una signora di mezza età, dal • \'iso mansueto e buono, arrivava silenziosa, prendeva posto sullo sgabello davanti all'armonium, raccoglieva le ~onne attorno a sé, poi premeva una o due volte i piedi sui pedali per dare aria ai mantici, e la musica si librava nell'aria. · Il bimbo e la madre adoravano quel r.uono. Cantavano gli inni religiosi a '{ran \'OCe insieme al coro, a cui l'armonium sembrava aggiungere come un'eco: e: Ah, ah, ah, lavorando di R'ran lena ... Ah, ah, ah! >. Un giorno, il pastore offrì un tè ai '-UOi parrocchiani. Le panche furono disposte lungo certi cavalletti attrezzati a tavole, con assi coperte da certe tovaglie di cotone a colori vivaci. A capotavola c'era una enonne teiera e "ari piatti pieni d'ogni ben di Dio; le tazze colme di tè furono passate di mano in mano. Più tardi, accadde qualcosa che mutò le ,.orti della serata. Il bambino entrò in un piccolo spogliitoio dove, per ~gombrare in quel giorfio di confusionf' la navata centrale della chiesa, avevano portato il piccolo armonium. Cautamente, Henry stese una manina. Il coperchio non era chiuso a chiave. Il cuore prese a battergli più rapido. Toccò con un dito i tasti d'avorio. Com'erano piacevoli a toccare. Rialzò lo \gabello girevole, si sedette e mosse le dita sui tasti muti. Allora cominciò a muovere i pedali. Ad un tratto un ~uono maestoso uscì dallo strumento. 11 rumore confuso delle voci e delle stoviglie smosse, che giungeva dalla stani.a vicina, lo incoraggiò e il motivo ben noto risuonò sotto le sue piccole dita: c. Lavorando di gran lena ... Ah, ah, ah! >. Il bambino fu spaventato e commosso. Scese dallo sgabello e corse a cercare sua madre che era in cucina ad aiutare le donne a lavare i piatti. Le si fermò accanto e le tirò la gonna. Una signora sconosciuta si abbassò a guardarlo e disse : « Ai bambini è proibito venire qui. Va via>. Henry non rispose, ma continuò a tirare la gonna di sua madre finché questa non si accorse di lui. Le disse : « Devo dirti una cosa all'orecchio> . La donna depose uno strofinaccio che teneva in mano e sorrise alla signora sconosciuta come a scusarsi. « Henry deve andare in un posticino>. Quando furono tra la folla rumorosa, il bimbo disse : « Sono capace di suonare l'armonium. Vieni a sentire>. S'introdussero come dhc colpevoli nello spogliatoio e chiusero cautamente la porta. li bambmo aveva il viso rosso, eccitato. c. Ascolta >, disse. Premette i pedali, cominciò a suonare con di~involtura e fece risuonare le prime note dell'amata canzone : « Lavorando di gran lena ... ». La madre, china sul bambino, sembrava una giovinetta. « Aspetta », esclamò, « vediamo se si può trovare tutto il motivo della canzone>. Lo trovarono e si sentirono felici. Il fragore della musica crebbe con quello della loro gioia. La porta si aprì e la signorina Atlass, la signora che suonava l'armonium durante le funzioni religiose, entrò e li scoprì subito. Il bimbo e la madre rimasero di sasso. L'una in piedi e l'altro seduto. « Non si deve toccare l'armonium ,, disse la signorina Atlass con voce me~ no gentile del solito. E abbassato il coperchio, lo chiuse a chiaVe. I due seguirono muti i suoi movimenti e si allontanarono come due colpevoli. La madre e il bimbo parlarono fra loro di quella serata e di quella scena, centinaia di volte, senza· stancarsi mai. E un giorno il bimbo disse con gravità: « ~i piacerebbe tanto avere un ar• monrnm ,. . La madre, che stava togliendo l'ultima fonna di pane dal forno, la ripose insieme alle :iltre nella madia, poi rimase pensierosa tenendo il tovagliolo bianco in mano. Il bambino si voltò a guardar:a e rispose al suo sorriso. 1fa impercettibilmente quel viso mutò espressione, sino a diventare triste. « Il µapà non lo permetterebbe>. Tuttavia, dopo queste parole, il volto del bambino si rischiarò di nuovo e tra i due nacque un piano segreto. La madie avrebbe risparmiato ogni giorno qualche soldo, finrhé non avesse accumulato una certa somma e allora avrebbero comprato l'armonium. Per poco il padre non scoprì il loro ~cgreto. Il bambino moriva d'impazienza. c. Non possiamo andare oggi? > chiedeva ogni giorno. Finalmente la mamma disse al droghiere di cambiarle in tanti scellini il mucchietto di rame risparmiato. Non erano molti, ma ella pensò: « Forse troveremo un annonium d'occasione che costi poco e potremo pagarlo a rate>. Spesso aveva letto qualche annuncio in certe vetrine di rigattiere che diceva: « Pagamenti a rate settimanali>. Era un mite pomeriggio d'autunno, quando il bambino e la madre s'in- \Camminarono verso la città. Dopo la vallata, oltre il ponte che segnava il limite del villaggio, cominciarono a salire la collina. La signora Morphett stringeva in una mano il borsellino dove aveva messo i denari e l'avviso che aveva ritagliato da un giornale: « Vendit..'l straordinaria di strumenti musicali. Grande scel~ ta. Rivolgersi al n. 13 in St. Lconard Terrace >. Per un pezzo la donn,1 e il ragazz<'tto non osarono cercare il numero 13, poiché quella grande strada li intimidiva. C'erano case di tre piani, con grandi finestre ad arco, e ciascuna aveva il proprio giardino con cancellate dipinte di verde. Chi poteva vivere in quei palazzi, se non dei milionari? Finalmente, si decisero a spingere la cancellata del numero 13. Si trovarono dinanzi a una grande porta che aveva una maniglia di vera ambra. La porta si aprì su una piccola anticamera che sboccava in un lungo corridoio. Un uomo alto e magro, con i baffi neri, li ricevette. La signora Morphett fissò prima il pa1lciotto dello sconosciuto, poi i propri piedi, ma non di~sc nulla. Il ragazzo s'irrigidì. « Scusi, avrebbe ... > cominciò, ma c;cntendo la propria voce risuonare tant<:>forte, non ebbe più coraggio di continuare-. .« Si acco~odino >, disse l'uomo, e aggiunse: « m1 seguano, prego>. E i due lo seguirono in una va.sta camera senza tappeti. Là, la guida li lasciò dopo• aver detto: « Vogliano scusarmi, ritorno subito>. Rimasero in quella stanza oscura, in mezzo a strumenti d'ogni sorta arpe violini, pianoforti; senza osare' muo~ versi, quasi senza respirare, finché quell'uomo ritornò. Il bambino si sentì molto fiero di sua madre, mentre questa, guardando ~~i[~c~ia quel signore dai baffi neri, c. Quanto costa quell'armonium? >. Riuscì persino ad abbozzare un pallido, timido sorriso. Henry pensò che era molto carina. Appena udì il prezzo, la mamma si mosse verso la porta, tirandosi dietro il bimbo riluttante, ma il signore s'interpose. Cominciò a sorridere e a parlare. Non voleva lasciarli andare senza che avessero acquistato qualcosa. :Mostrò loro una scatola quadrata, dipinta in giallo con fiori rossi. «Questo>, disse, « è. lo strumento che fa per lei >. Nel parlare alzò il coperchio della scatola, v'introdusse un rotolo di carta traforata e cominciò a girare una manovella laterale. I I ragazzo e la madre rim,1sero immobili come statue, PAGINA & estasiati. In confronto a quella ,;catola. un armonium era nulla. La prima cam-one che udirono fu c. Il ).rfenestrello », che la signora ~\forphett aveva imparato a scuola. ' « Se non è troppo caro lo compero>, di~sc la madre. Immaginava già se stessa e il bimbo, in cucina, godere dì quella musica. Avrebbero riposto quella scatola in un angolo del c:issettone e ne avrebbero a\'uto grnn cura. Nelle giornate grige di pioggia, e in quelle lugubri dell'in- \'erno, quando il vento della montagna pas,.ava urlando vicino a casa loro, quella musica li avrebbe rincorati. L'uomo, che stava riflettendo sul prezzo da chiedere, si lisciò i baffi e guardò incerto i suoi clienti. In un angolo della stanza, la corda di un violino si spezzò con un colpo cmì r.ccco che li fece sobbalzare. « Non posso darvelo a meno di sei scellini >, disse. « Soltanto i rulli valgono molto di più ». La madre e il bambino si guardaro~o,. lui pieno di sperania, lei felice, poi s1 volsero verso il 1:;ignoredai baffi eh~ sta_va5?fTocand~ uno sbadiglio. Pochi mmut1 dopo npassarono davanti alle imponenti cancellate del numero undici, dd nove, del sette, del cinque del tre, dell'uno j la donna portand~ un grosso pacco con la delicatezza con cui si porta un oggetto sacro. Sembrò loro di e1:;serearrivati a casa in un attimo. Suonarono parecchie c~nzoni prima di spogliarsi. La madre girava la manovella mentre il piccolo, seduto sulla sua ".eggiolina, la guardava con occhi estatici e gravi. Erano solenni, seri e si scambiarono poche parole. All'improvvi(() ~•udirono dei passi. « E: il papà •, disse il bimbo con sgomento. Non c'era nulla di pronto per la cena. Si alzarono di -;catto e cor,.cro verso la porta, come due bambini, eccitati e. felici. Il bimbo, con ~trana audacia, ~1 attaccò ai pantaloni ~ialli dell'uomo gridando: ' « Papà, papà! >. Jl padre sembr:'lva di cattivo umore · ~el pomeriggio aveva perso uno scel: Imo alle corse. Ad un tratto i suoi occhi videro la scatola gialla. « Che cos'è quella porcheria? » disse con sprezzo. 11 bambino si \'Oltò a guardarlo e le labbra presero a trcmarglì. lntuì che quell'uomo aveva potere e autorità, e che le avrebbC' u~ate spietatamente. Anche la madre !i-Cmbròtemrre la stessa cosa. :\1entrr attendeva che l'acqua bollisst, alzò la teiera all'altezza del viso. Aveva lo ~guardo di un bambino che aspetta le busse. « \_'oglio sapere che cos'è quella porcheria>. « &... è un organino>, disse la donna con voce fioca. · Il signor ).1orphett fissò la scatola con uno sguardo ostile. Henry sorvegliò la faccia di suo padre. Lentamente, sempre con le labbra che gli tremavano, trascinò uno ,.gabello vicino al cassettone, vi ,;ali sopra e cominciò a fa/ girare la mano\'ella. L'uomo. ascoltò per un istante, poi un'es_pre,.,.,onc rabbio~a gli velò gli occhi. c. Smettila con quel piagnisteo» gridò alzando le mani al soffitto. « èhi ha portato in casa quell'arnese? >. Il bambino smise di suonare e il suo volto era bianco come un cencio. )I coperchio della pentola cominciò a ballare spinto dal vapore, ma la mamma non s1 mosse per versare l'acqua bollente sul tè. « Sono stata io>, di,;~c. tra pallida come il bambino. « Ah, me ne compiaccio. Ed ora puoi riportarlo indietro! > di1:.,.el'uomo continuando a fissare la scatola con odio. L'acqua che bolliva cominciò a cadere sul fuoco, e quello fu il ~olo rumore che rompes~ il ,;ilcnzio della stanza. L'indomani mattina, appena il padre fu u'icito di ca~a, la mamma cominciò a ,·eHir.,i. Abbottonò il cappotto del himbo e aprì la porta. C'era gran nebbia e digiuni com'erano, non avevano potuto buttare giù nulla quella mattina, to,;~irono r~1bbrivìdcndo al contatto dell'aria gelata. J due cammina\'ano adagio. La cassetta gialla era diventata terribilmente pesante e la madre era intimidita al pensiero di dover avvicinare ancora il signore alto. dai baffi neri. Una sola cosa era andata bene: non aveva dct• to a suo marito che ~quell'arnese> era stato pa,e;ato. Veramente non era stato possibile. giacché l'uomo aveva urlato per tutto il tempo che la donna aveva cercato di parlare, mentre il bimbo spaurito 'itava aggrappato alle ,;uc gonne. . Si fermarono spesso per ri~a:-si, ma rnfine, ancora una volta, si ritrovarono a St. Lconard Terrace. Quelle case alte erano avvolte nella nebbia, l'umidità colava lungo i tronchi degli :ilbcri e sulle poche fo~lic accartocciate; il selciato era così melmoso che per poco non scivolarono. Mentre la madre bussava timidamente alla porta, il bambino mise le manine sulla magnifica maniglia d'ambra e, così facc-ndo, spinse la porta che si aprì dolcemente. Tutto era silenzioso. Henry si voltò a guardare la madre con i suoi poveri occhietti gonfi e imploranti. Ella parve capirlo; spinse la porta, cautamente, e depose il pacco per terra nell'anticamera. Poi, tirando a ~é. l'u,.cio lo rinchiuse pianamente. Dopo pochi minuti le due figure svanivano nella nebbia. MALACI-11 WHITAKER (Trad11::icmtdi L. S.) CAPITANO GIORGIO CANNONIERI LAMIA VVENTURA TRAGLIARUSSI VOLUME Dl PAGINE 216, CON 29 ILLUSTR.AZIONI, LIR.E i; _D A L L A PR,EFAZIONE, ccDue italiani caduti dal cielo in una regione ove al vessatorio cd incerto governo del Negus era succeduto un barbarico dominio di banditi, riescono coraggiosamente ad imporre agli indigeni la loro bandiera rappresentata esclusivamente dalle ali tricolori e dal leggendario nome di R.oma, tramutano I.a loro sorte che poteva chiamarsi prigionia, martirio e morte, in una prestigiosa azione di comando e di dominio. "Il capitano Cannonieri descrive la storia della sua avventura con la semplicità lineare del soldato. cc~esta semplicità pone in sorprendente risalto il reale valore degli episodi e le hgure dei protagonisti, lasciando al lettore il raro piacere di penetr.ue senza coercizioni linguistiche e cerebrali nel vivo dcll'a,~vcntura e trarne motivo di avvincenti emozioni". G,n,ra/, GIUSEPPE VALLE A.MONDADOR- IMILANO I CLASSICI RIZZOLI Dl/1,ETTI DA UGO O/ETTI È in venditi!. nelle pfincip;;ali librerie J" Italia il VOLUME SECONDO DELLE OPERE DI GIACOMO LEOPARDI A CUll,A DI GIUSEPPE DE R,OBER,TIS Esso comprende gli Sr,illi w,rl in pro~ e in verso, che v,,nno d.o11l 815 al 1836, dalla tudu7ione degli ldillj di Mosco all'epigramma sul T omnuseo, e un.i scelt.o1quanto m.o1iv.iri.o1e neceSSilfi.di elle Ulltrt·. U,, wl11mt ii 1014 p11,,:_(., con 11 il/ustr. fuori Inta EDIZIONE DI LUSSO(;" p,•11, rou" ;,,,p,,,,. in oro} .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. L. 40 EDIZIONE R.AR.._A (in pn,~ni11rn11, r11,11t.flh:r"- ""'" 1' t11/:lioJor11to} •. •• .• •. .. .. .• .. f... 50 RJZZOLI E C. EDITORI OMNIBUS vi diletta BERTOLDO vi diverte BERTOLDO è il piil gaio o monellesco giornale umo• ristico del Regno: esce al martedì e a.Ivenerdl e si trova in vendita a cent. 40 in tutte le edicole .'

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