UI. CIELO incominciava a trascolorare verso oriente. In fondo al campo i motori del Vegas ruggivano1 lanciando dai tubi di scappamento miriadi di fiammelle giallo azzurre. Un poliziotto venne ad avvertire che tutto era pronto per la partenza, mentre O'Connor dava gli ultimi ordini al comandante del Poc:.to.Poi egli accese una sigaretta. « Bene, si va? > chiese But1. « Come, non preferi~i correre al tuo giornale? E sì che delle notizie ne hai una sporta piena! > osservò il scrgrntc, con una sorprcs.'\ esagerata. e Voglio veder la fine>, rispose il' giornalista, M:occando uno sguardo fuggcvol<' :il poliziotto. L'altro rise e si fregò le mani 1 ma non disse altro, e continuò a fumare. Buti attese un po', indi aprì di nuovo le labbra. « F. allora, che s'aspetta?>. « Qualcuno ... Gli dò ancora due minuti, poi andiamo senza di lui >. « Chi è?>. « Un ficcanaso par tuo, boy! > esclamò giovialmente O'Connor, alzando gli occhi all'orologio appeso ·sulla parete. « Basta, non l'aspetto più! Addio, Border, e mi raccomando, eh! >. « [n bocca al lupo, sergente!> rispose il graduato. Buti e O'Connor uscirono, dirigendosi velocemente verso l'apparecchio, intorno al quale c'era una dozzina di persone .che attendevano. Il pilota e il marconista erano già a bordo. Il secondo pilota, che Mava affacciato allo sportello della fusoliera, chiese : e: La rotta, sergente?>. « Quot~ sul campo, poi vedremo. E che il marconi1;;ta stia sempre in con• tatto con la stazione dell'aeroporto. Svelti, andiamo! ». Sei uomini, oltre al sergente e a Buti, ~lirono nella cabllla. Lo ~portello era già stato chiuso, quando O'Connor gridò di aspettare e di riaprirlo. Buti guardò attraverso i vetri. Un'alta e smilza figura stava correndo verso l'apparecchio, gesticolando, lo raggiunse, e salì. « Oh, questa poi! > esclamò il giornalista. Ma il ruggito dei motori soverchiò la sua voce, ed egli rimase a bocca aperta, interdetto, fo;sando il nuovo venuto che avanzava barcollando tra i sedili, mentre l'aeroplano rullava sul campo nel barbaglio dei fari che erano stati accesi. La lunga e arcigna faccia di Gusman gli sorrise. « Stupito di vedermi ~i?,. gridò il famoso invc~tigatore, posando una mano sulla spalla del giornalista, che ri- ~pose con una smorfia. « Ah! ah ... La barba potevate pur fare a meno di farvela! > gracchiò O'Connor, dalla poltrona nella quale era incastrato. « Per poco restavate a terra ... >. L'aeroplano s'era già staccàto da terra e il rombo dei motori ora s'era fatto molto meno intenso nella cabina, dopo che la porticina del posto di pilotag~ gio era stata chiusa. « Insomma dobbiamo tutto a voi >, disse Gusman sedendosi in una poltrona dietro a Buti. e.Non tenetemi il broncio! >. « Ma come siete qui? > articolò finalmente il giovane, ritrovando la parola. « Grazie al nostr0 ottimo O'Connor! > rispose l'investigatore. « Come, voi sapevate, sergente ... >- « Soltanto da Ìt'f<òeraalle sette. Poco dopo che te ne sei andato, ~fr Gusman è venuto a trovarmi ... >. « Voi sapevate- dunque che Nataniele Todd era vivo?._. insistette Buti. « No. Ma quando tu mi hai telefo~ nato d'averlo veduto assieme a Mr Gusman, ho capito ogni cosa >. « Io no, invece! Io capisco sempre meno! E vi giuro ... >. e: Calma, ragazzo, e intanto torna a raccontare ciò che è successo nella casa di Las Palmaq: è questo ciò che preme ade~so di mettere in chiaro>, lo invitò il sergente. e: Siamo ragionevoli>. Buti dovette ras,;cgnar~i a narrare esattamente quanto aveva udito durante il suo forzato soggiorno nel sNtoscala del cottage. Quando ebbe fi. nito, Gusman disse pcnqiero...amente: « Ho mancato io1 ma tutti i discorsi dr! mio cliente non mi avevano pcr- ~uaso ruolto. La mia impressione era ch'egli fos~ dominato da un timore di natura più ossessiva che reale, che esagerasse, come tutti coloro che soffrono la mania di persecuzione>. « Quale cliente?> chiese Buti. « Aaron Grainger >1 rispose l'investigatore. « O se meglio vi piace, Natanicle Todd >. «Ah!...» fece il giornalista, passan• dosi una mano sulla fronte. Poi guardò fuori dal finestrino. Ormai molto in basso, a sinistra, si distinguevano il margine illuminato dell'aeroporto, la zona nera del Griffith Park, circondata dal reticolo luminoso delle vie della città stenninata. Verso oriente ìl ciclo incominciava ad impallidire. Dopo una pausa, egli soggiunse: « Dovrò rassegnarmi a non capire definitivamente nulla?>. Alfrcd Gusman sorrise, con una cer~ ta condiscendenza gioviale. « ~1a niente affatto! Non c'è nes- \UO motivo che ignoriate quel poco " ...,I dlltl11guen.no... le ,;, della ohtl 1t.ermlut.a... " che so io1 dal momento che ora siamo alleati. Ecco qui 1 se volete ascoltarmi. Come sapete, Aaron Grainger scomparve da New York circa due mesi or sono. Dopo quindici giorni io venni convocato da un tizio in un alberghetto di Long lsland, Sebbene avessi molto lavoro, ci andai, attirato dallo strano tono della letter:l con la quale mi chiedeva di recarmi a trovarlo. L'albergo, data la stagione, era vuoto, e il proprietario, prima di ammettermi alla presenza del suo ospite, usò tali precauzioni che mi incuriosirono ancor di più. L'ospite era Aaron Graìnger. Mi disse subito il suo nome, chiedendomi se potevo interessarmi alla sua questione, cd aiutarlo. Egli era sparito volontarr.amente, sottraendosi in questa maniera ad una minaccia che gravava su di lui, ma non sapeva più come fare per protrarre definitivamente la sua sparizione. Era molto agitato cd inquieto, nel suo rifugio provvisorio non si sentiva tanto sicuro, voleva andarsene, ma non sapeva dove né: in che modo: per questo si era rivolto a me, disposto a pagarmi qualunque somma se l'avessi tratto d'imbarazzo. La cosa mi parve sospetta e poco invitante ... >. e Anche poco legale >, osservò il sergente O'Connor. e No, questo no. Kon c'è nulla che possa vietare un intervento del genere che mi si chiedeva, quando il fatto non avesse recato danno a nessuno>, ribatté Gusman, il qua.le proseguì poi il suo racconto. Aaron Grainger gli aveva dimostrato che la sua intenzione di sc6mparire non proveniva dalla volontà di sot• trarsi ad obblighi morali o materiali YCrso altre persone o la società. Egli av<'va tenuto all'oscuro della sua fuga la moglie, ma si riprometteva di avvertirla non appena il pericolo che lo minacciava {o'-SCdileguato. [l pericolo ch'egli temeva era costituito da un suo fratello, ricomparso dopo tanti anni, e che lo aveva trascinato in una impresa della quale solo tardivamente Aaron Grainger aveva avvertito l'insidia. Gusman era rimasto poco convinto, ma il vecchio aveva insistito, giungendo ad offrirgli una somma cospicua quale compenso, se l'avesse aiutato. « E quale era questa impresa?> domandò Buti. e: Lo ignoro. Grainger mi disse soltanto che suo fratello, del quale non sapeva più nulla da una ventina d'anni, e che egli riteneva morto o comunque finito male, come prometteva, era un bel giorno ricomparso. Si erano incontrati per caso ali' Avana. ~arcus Grainger gli aveva detto d'aver trascorso tutti quegli anni in Brasile, lavornndo senza far fortuna. Era piuttosto malandato e per vivere faceva il commesso in una casa di trasporti, ali' Avana: dopo tanti anni di soggiorno in paesi tropicali non poteva più affrontare i climi freddi. Sebbene Aaron non avesse motivo di scn1irsi molto affezionato a suo fratello, lo avcv:l sistemato, dandogli del denaro e ftssando!ìt'li una piccola pensione, prima di far ritorno a New York. Qualche tempo dopo, Marcus gli aveva scritto, proponendogli un grosso affare. La lettera era stata seguita da un certo signor Billing, amico di Marcus, venuto appmta per persuadere il fratello ad entrare nell'affare. Aaron si era la~iato convincere e aveva sborsato prima diecimila dollari, poi altri cinquemila; ma ad uno nuova richiesta di fondi aveva opposto un rifiuto. Marcus e Billing allora erano capitati insieme a New York e non l'avevano più lasciato tranquillo ... >. e Uhm, e per così poco egli ... > interruppe il sergente O'Connor 1 dubbioso. « }yfa non si tratta della relativamente piccola entità della cifra, quanto dell'uso a. cui la volevano destinare i due soci. Non so quale, ma quando essi lo rivelarono ad Aaron, questi ne fu terrorizzato. Egli non volle assolutamente dirmi di che cosa si trattava, ma doveva essere una cosa da cui non poteva più districarsi, se non trovò altro modo di sottrarsene che scompar'cndo. Basta., io cercai di calmar" le sue apprensioni, lo consigliai di tornare a casa, di t.::hiedcre l'appoggio ddla Polizia, ma egli non volle ascoltarmi, né io insistetti oltre : ciò che mi chiedeva era legittimo, la somma che mi offriva per i miei servigi era rispettabile, cd accettai l'incarico. Stu• diai il sistema migliore, e poiché ero molto occupato e non potevo lasciare New York, affidai il compito di accompagnare Aaron Grainger sulla costa del Pacifico ad una mia collaboratrice, la signorina Marshall. .. >. « Eh? ... Sally ... miss Marshall è dunque? ... > esclamò Buti con la voce strozzata dalla sorpreS<!. «Oh! ... >. « Bene, che c'è di strano? > chiese Gusman con una finta indifferenza. « Sicuro, miss Marshall è mia collaboratrice, e riuscì perfettamente a raggiungere Los Angeles, come avevo stabilito. Da qui, dopo qualche giorno, Aaron Grainger avrebbe dovuto passare la frontiera messicana, ad Agua Caliente o a Tja Juana, che sono due posti, come sapete meglio di mc, dove i cittadini americani possono varcarla senza presentare passaporto. Una volta in territorio messicano, Aaron Grainger sarebbe andato ad imbarcarsi per l'Estremo Oriente, senza timore che il suo nome colpisse l'attenzione di qualche funzionario. Se si fosse imbarcato in un porto americano, a così poco tempo dal clamore sollevato dalla su:l scomparsa, non avrebbe avuto la minima probabilità di passare inosservato>. « E come mai rimase invece a Los Angeles?> chjese il sergente O'Connor. e Il piano che io avevo studiato era perfetto: troppo perfetto, e fu questo eccesso di perfezione che rovinò ogni cosa. Gralllger, secondo quanto avevo st<.1bilito,doveva trattenersi a Los Angeles alcuni giorni avanti di espatriare, allo scopo di assodare bene che la sua fuga da Long Island non fosse stata notata. Nel corso di un viaggio è molto difficile accorgersi se si è inseguiti, e a mc premeva che oltrepassando le frontiere del Messico egli fosse assoluta.mente certo di aver fatto perdere le sue tracce al fratello. Yfa a questo punto accadde il fatto impreveduto: il rapimento di Violet Clark, e come conseguenza la strettissima sorveglianza delle frontiere istituita dalla Polizia. Almeno per un po' di tempo sarebbe ::itato assurdo cercar di passare. E Grainger dovette rimandare la sua partenza >. « Ah. e fu allora che venne ad abitare in Lcmoyne Street? > domandò Buti che non aveva perduto una battuta del racconto di Gusman. e: Infatti, e dopo un piccolo studio dell'ambiente>, rispose l'investigatore. « ~iiss Mare.hall s'era preoccupata di trovargli un luogo tranquillo, abitato da per1;;one,quiete, e tranne voi, che potevate co~t1tu1rc 110 pericolo, tutti gli altri inc1t1ilinierano gente che non si occupava degli affari altrui >. e: Senti, senti! > esclamò il sergente O'Connor con una cnonne risata. Iluti lo guardò di tr~crso, inghiottendo saliva1 ma non disse nulla. « Però la mia collaboratrice provvide subito a trasformarvi in una specie di alleato>, soggiunse Gu~man, imperturbabile. « Per avere maggior libertà di azione, ella andò ad abitare in una pensione di Echo Park Avenue, a pochi passi da Lemoyne Street, e annodando relazione con voi ebbe modo di poter entrare in casa vostra senza che nc~suno potesse immaginare che ella lo facesse per incontrarsi invece con Grainger >. li sergente O'Connor barrì di nuovo una delle sue risate, e Buti inghiottì in silenzio un altro amaro boccone. « Brava ragazza! Ma tutta la sua abilità e le sue ingegnose trovate per sottrarre Grainger alla curiosità di chicchessia e ad ogni ricerca, vennero frustrate dal contegno imprudente del vecchio. Egli aveva i nervi rovinati, e quella forzata attesa ingigantì i suoi timon e i suoi tçrrori >. e Strano! A mc pareva invece molto calmo>, osservò Buti. « Può darsi che sembrasse tale. Però non lo era, al punto che trasgredendo le raccomandazioni di Miss MarshaJI, uscì solo, più di qualche volta, con dei pretesti che dimostrano quanto poco ragionevolmente ascoltasse le norme della più elementare cautela, e finì col farsi scoprire da suo fratello>. « Ma allora il morto? ... >. « Sì, è Marcus Grainger. Egli rassomigliava molto ad Aaron, tranne che non portava la barba e i baffi. Se li mise posticci per poter entrare inosserv:ltO in casa>. « E a ucciderlo è stato Aaron? >. . « Lui. ~a per legittima difesa, anzi mvolontanamente, nel corso di una collutazionc, colpendolo con l'arma con la quale l'altro lo aveva aggredito: un'arma occasionale, un reggilibri d:1 tavolo, in bronzo >. « Oh! ... Sergente, ricorda.te quei volumi in piedi sul piccolo canterano sostenuti da due statuine di bronzo? ; disqe Buti. l'a:~!~!>.E noi a cercare dappertutto « Quando si avvide che suo fratello e:.:1:~orto, Aaron Gra.jnger pulì il reggilibri e lo collocò di nuovo al suo posto. Tolse poi ogni cosa dalle tasche di Marcus e infine fuggì per la finestra scivendosi della scala di sicurezza. Egli era mezzo impazzito dalla paura e dall'?rrore, tuttavia aveva potuto compier<; tutte queste cose suggestionato dall'idea che la Poli.zia avrebbe stabilito l'identità del cadavere come quella di Aaron Grainger, e che di conseguenza anche Billing avrebbe creduto alla sua morte>. H sergente O'Connor mandò un fischio di ammirazione. « Mica male, come idea, soltanto egli dimenticava che gli a.~sassinati subiscono l'autopsia!>. « Naturale! Ma Graingcr non capiva più niente >1 proseguì Gusman, il quale volgendosi poi a Buti soggiunse: « Però, se non ci foste stato voi, non sarebbe accaduto nulla!>. « Io? Che c'entro io?... > chiese Buti con un sussulto. L'investigatore sorrise e stava per parlare di nuovo, quando il secondo pilota uscì dalla cabina. « Siamo sui tremila metri. Cosa dobbiamo fare?> egli domandò al sergente. e: Andiamo verso le montagne, ma non troppo accosto, e incrociamo tra la Sierra di Santa Susanna e quella di San Gabriel, portandoci più in quota. JI marconista è in contatto con l'aeroporto? >. « Sempre, ma ancora nessuna. segnalazione >, rispose il pilota. « Voi, dico voi per dire i giornali >, continuò Gusman, quando il pilota se ne fu andato. « Se io avessi potuto arrivare indisturbato a Los Angeles, alle quattro del pomeriggio di quel giorno, Marcus Grainger non avrebbe trovato suo fratello in casa,. « Ma voi sapevate che Marcus aveva ritrovato le tracce di Aaron? ». « Lo dubitavo. Sono partito apposta da New York appena seppi che una persona era stata a cercare nell'albergo di Long lsland di un tipo con la barba, che non poteva essere altro che Graingcr. Disgraziatamente l'albergatore mi fece sapere ciò soltanto parecchi giorni dopo. Avanti di partire telegrafai a Miss Marshall che occorreva trovare per ogni eventualità un altro ricovero, cd essa affittò il cottage di Las Palmas. Due ore prima che Marcus penetrasse nella stanza. di suo fratello, Miss Marshall si era recata in Lemoyne Strcet, dopo avermi inutilmente aspettato alla stazione, piuttosto allarmata del mio mancato arrivo ... >. « Fu allora che essa dimenticò l'ombrellino?> interruppe Buti. « Appunto! Da Lemoyne Strcct c.,sa tornò poi a casa sua, dove, appena liberatomi da voi, io le telefonai dal- !'Ambassador. Poi la raggiunsi, e di 4 1 scutemmo su quanto conveniva fare. Decidemmo che fosse prudente far traslocare Grainger nel cottage di Las Palmas, ma che prima bi~ognava assicurarsi bene che nessuno sorvegliasse la casa di Lemoyne Street, fino da quella medesima scr.1. Andammo a pranzo. Verso le nove e mezzo ci av• viammo in Lcmoync Street ove apprendemmo la notizia dell'as'-assinio>. 11 - (continua). TITO A. SPAGNOL I a bo zucchero l'alimento più ,:radito più nutriente p à 8 a. n o
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