Omnibus - anno I - n. 29 - 16 ottobre 1937

L' ( ffi®W&lill~© L -~3EL CENTRO del rotolo c'era !j ',,, qualche coct.a che luccicava alla luce dei fiammiferi. Osservando meglio, vide che il ro• tolo era una stuoia di feltro. di quelle che si stendono sulle scale e· nC'i corridoi, e la cosa che luccicava era il pomolo d'ottone avvitato all'c- ~trcmità della verga di ferro, che serviva per fisct.are il capo della stuoia. ~on gli occorse molto per sfoderarla e per svitare uno dei pomoli; dopo di che. cercò di far leva con essa, insinuandola sotto l'u,;cio. Ma la verga era troppo sottile e si piegò subito. ~on c'era nulla da fare, tuttavia replicò i suoi tentativi, accancndo<t.i finché si sentì spossato. ~el bugigattolo c'era poca aria e faceva gr ,ln caldo. Egli tornò a sedersi sulla poltrona. ansimar\tc, grondando sudore da ogni poro. Jmpicgò l'ultimo fiammifero che gli rimaneva per accendere una $ij:!'arctta e per guardare l'orologio: cr::ino le due. Troppo presto per cercare di scardinare l'uscio con una spallata, come a\'eva deciso di fare, perché forse Sally e il vecchio non erano ancora addormentati. Era meglio attendere che fo<:.serosicuramente immersi nel sonno, in modo che se :mchc il rumore li avesse destaJi, avrebbe, av~no maggior tempo per ~1bbattcre I mc10 e per trovare poi una uscita dalla cac;;a, Nel buio. cercò la boccia drll'acqua che Sallv aveva recato1 ne bevette qualçhc ,;orso, indi ripiegò e inzuppò il fazzoletto, col quale si coprì I.i fronte per attutire il martellio del mal di capo che lo aveva prc<:.0 1 si accomodò sulla poltrona e chiuse gli occhi. ).Jessuno a\"eva detto a Sally di andar a prendere quella boccia d'acqua; era st:no, un pcn"-iero suo, e non si pote\"a negare che non fo,sc stato un pensiero gentile. Peccato! .... Egli riaprì 1?li occhi, ad un tratto, senza ricordare dove si trovava. Ma nel muovere il capo 1 il fazzolçtto gli scivolò dalla fronte, e ciò ba,tò per fargli riacquior;tarc la memoria. Il faz. zolctto era completamente aor;ciutto. dunque doveva e:;serc tra'iicorso parecchio tempo da quando lo ave\·a bagnato con l'acqu:1 della boccia. Evidentemente aveva preso sonno sc-nza accorgersene, e a dest_arlo era stato uno scricchiolio. Egli tc5-e l'orecchio. Ora udiva solo un rumore, come se qualcuno camminac;sc...J.<;ggernwnte di '°Pra, foNC sul pianerottolo, forse nel corridoio. Era un passo lieve e cauto. an:.i:i gli par\"e che foc;c;;erodiversi pnssi. il •mono c!ei quali. per qu.rnto debole, c:i ripcrcotcva lungo le ,trutturc di lcs-no del cottage. Buti cercò i fiammiferi, ma non ne avc\·a più. Mist un ginocchio a terra, chin:rndo~i a guardare sotto la fessura dell'uscio, ma non "idc nulfa. Allora egli respirò. wllc\"ato dal dubbio che fosc:e ~ià mattino, che fuori face,.,.e ~ià chiaro. Invece, attraver<:.o la fessura n◊n penetrava neppure un barlume, come se la notte fo"-,e ancora alta, ed egli si com·in5<.' d'e•N'rc:i or;oltanto appisolato da poco; il fanolc-tto s'era dovuto ascìu~ar1· presto al calore della sua fronte che ~cottava. li rumore intanto rra cec:"-ato,e Buti · tornò ad ad:1gi,1r,i sul.la poltrona. Si c:cntiva male. Il dolore al capo era pa-.or;ato,ma ora pro,·::iva un sen"O di vertigini e di !ò,tordimento: colpa certamente di quel tanfo imo1mortabile di naftalina e dell'aria viziata ch'era costretto a respirare. Cercò la boccia dell'acqua e bcw·tte nuovamente qualche sor<:.osenza servirsi del bicchiere. Co<.a \'Olrvano dire q1wi 1>a<.scihe aveva udito? For<.e Sali) 11 il vecchio s'erano alzati cd erano venuti ad oriizliare sul pianerottolo, per sentire s'egli si mucr \'C'va; oppure poteva darsi che uno dei due ,;;j fo'-"e recato nel bagno. Ad ogni modo qualcuno c-ra sveglio in ca~a. e occorrc\'a attende-re ancora. Ma tutt'a un trauo il rumore che lo avc\'a destato ,;i rinnovò. Era pc1ò divcr-.o, non era "-Oltanto un rumore di pa,... i, come prim:1. ma un ,eguito di ..::olpi"-Ordi,dttutiti. Poi ci fu un 1rambust0. Er~l come- (e un turbinr di \'Cllt0 si fosse .abbattuto sulla ca,a. ingolfando,i pc-r una fine.1,tra aperta. Subito dopo Buti udì il suono di akunc \'OCi. infine \IO grido: breve. immedi,'namcnte spento, mn un grido. in ITIC71'0 nl trapcc;;tio confu,o, un grido di donna spaventata d;.t qualche co1.a. For,c era ,tata S:1ll) a grid~ne. Buti .s'era alz,no in piedi. e-a,colta, .1. col cuore in gol.\, cercando di comprcndcre la n:nma di quei rumori. ~fa non ebbe tempo di riflettere molto. Dopo una pau<,a di qualche mim1to, duranti.' b qu.1lc ci fu un rrlati\'O sikn7io, il rumor di pa,.,i ,.i accentuò. ~i free più distinto. <.i:w\'icinò. Sopra :tl suo capo le giunture- del lcqmunc incominci,uono a ~cricchiolarr sotto al pe~o di qualcuno che ~cendc\':l la ..cab. Per la fr,r;~ur.1sollo all1uor;ciotrapelò un filo di luce, poi altri pa,;~i. pe,r;;mti, tardi, fecero gemere i ~r:idini e nm• homhare il bugigattolo, come '-e al• cune persone <.cendrs~ro contl"mpor,1ncamcnte nel vestibolo. Buti ,;;'era :l\'\'icinato all'uc:cio. incollandovi contro l'on•cchio, ma finché durò il fr:t\tuono dei pac;,i \ui (?"r:tdini " ... •'ahua la mole 1nella dtl Roo•n•h H&tol,., 11 egli non potè cogliere nessuna delle parole che udiva mormorare da voci affaticate e irose. 1\·on aveva alcuna idea di che cosa stesse accadendo, ma aveva l'impressione che le persone che erano scese per la scala avessero trasportato giù qualche cosa di ingom• brantc. « Sei sicuro del bavaglio, Bud? :t chiese una voce d'uomo ch'egli non a,·eva mai sentita. t; feJ, sir! Così non canterà più. state certo! :t · ri.spow un'altra voce. grassa e roca, gracchiando una risata. « Ma che ne facciamo della ragazza? » domandò quella d'un altro, che pareva stizzito. « Portiamo via anche lei », dic:;sela prim~ voce: ') « Come s1 fa... Io dirci ... ». e Tu non dici niente! • interruppe la prima voce 1 imperiosamente. e Ora a,colt:ue: io, con Bud1 andiamo col vecchio e la ragazza. Tu e Al andate im·ece a downtoum, da Marcos. e aspet· tate. Bud verrà a riprendervi e partirete asc:icmc, mentre Al rimarrà con :\1arcoc: ». « .\ riprendermi, ma quando?». e Quando sarà il caso1 fifone! Non vorrai mica che Bud faccia un altro volo appo,ta per te». « !\1a posso venire intanto fino al ra11rh. Cosa volete che pc,;;ila r:igazza? Si può pro\"arc se s'alza ... ». « Cn corno, bello mio! :t s'intromise quello che si chiamava Bud. e Più dì qu~ttro, niente! li motore tira poc\>, e non ,·o~lio sforzarlo. Se poi ci pianta a venti metri, sai che frittata?». « Brutta strega! > esclamò colui che vole\"a partire ad ogni costo. e le sue parole furono seguite da una "-pccie di gemito soffocato. « La,ciala stare, bestia! ». « Ch. per un pizzicotto! Si ricorderà di ·mc!». « Allora siamo intesi? AL ricordati di dire a ~1arcos che mandi la benzin~ a Tcjune;a, ma fra due o tre e:ior• ni. e che badi di non dar nell'occhio. mai prr b stcor;sastrada, intanto. Piutto.,to chr faccia un g-iro lunP'o... Ora andiamo, ,.e \·ogliamo CS"-CrJa,;sl1 prima di ~iorno. Al e Frt"'ddy, andate avanti quando spl'ngo I.i. luCl', e guardate c:ulla \"ia... ». Il dialogo s'era svolto r:-ipidis~imo, ma nc,;,mna dc-lk (UC battute r-r.t ~;fuggita a Buti1 il qu.i.le trattl"lll"\',1 perfino il rcc:;piro. Al. Frcddv. Bud ... chi erano: ;'crché porta\'~no ,·ia il "ecchio Todd e Sally. imha\'.tgliati. e for.e leg.tti? Te/u;~a ... DoH' ,r;jtro\'ava queHa loc.1hta .... fadi ~i <,co,;;tòdall'u,.cio. chinandosi. or;enzafar rumore. Vide ,comp:uirc la sottile i.triscia di luce dalla fc,r;<.ura. udì la porta del cottage aprir<.i e lo ~trofinio dei piedi di coloro che U'-civ.tno. il ,o.,piro d'uno che compie uno ,;forzo. ccr1arnrnte di colui che si caric:wa addo,;,;;o il \"ecchio o la ragazza, poi qu:1khe co<:.ache urtava contro la porta. un piccolo tonfo, come "-C fo"-se caduto qualche oggetto, e infine il cr.1c secco d'una ..erratura che scat• ta\·a. « Sono andati ». egli mormorò, asciug-ando,i con una mano il sudore che e:li col:l\'a dalla fronte, e schiacciò di nuo- ,·o l'orecchio contro l'u,.cio per cogliere qu~khc altro rumor<'. :\"on ..enti che quello del sangue che gli pulsava feb• brilmente nelle arterie, ma attese ancora1 dominando il suo impulso ad agire : un ritorno dì quella gente era improbabile, ma non si poteva mai prevedere, cd egli aveva imparato ad essere cauto. Jncominciò a contare, scandendo i numeri come secondi, per avere un'idea del tempo che passava; quando ebbe contato cinque volte sessanta ritenne di poter essere tranquillo: Sally e i suoi rapitori dovevano essere ormai lontani. Allora si scostò dall'uscio qllanto più gli fu possibile 1 poi si slanciò. Sotto l'urto ,,iolento la porta oscillò, ma non cedette. Egli sentì un acuto dolore alla spalla, ma non vi fece caso, e rin• novò il tentativo diverse volte, accanitamente, gemendo e imprecando 1 finché ad un tratto la porta si aprì di schianto cd egli andò a finire lungo disteso sul pavimento del vestibolo. Aveva u:ia spalla mezzo fracassata, e neppure i gomiti e le ginocchia dovevano essere rimasti intatti nel ruzzolone. Dopo un minuto di immobili1à egli si rimise in picdi 1 ascoltando ansiosamente. Udì, nel silenzio che copriva la casa, solo alcuni guaiti 1 lontani, soffocati. e sorrise tra sé con una certa ironia. Ne ricordava ancora il nome; quello era Ronny, il cagnolino di Sally, che piangeva chiuso in qualche' luogo. « Bene•, egli mormorò con soddisfazione, tranquillizzato. « Ciò vuol dire che di sopra non c'è più nessuno :t, e tese le braccia in avanti brancolando nel buio, finché riuscì a raggiungere una parete, poi la porta d'ingresso. Palpando per trovare l'uscio, gli capitò sottomano l'interruttore della luce, ma non osò accenderla. Fo~e in casa c-·era un t~lefono del quale avrebbe potuto servirsi per guadagnare tem• po, ma preferì uscire. Girò la mani- ~lia, aprì un poco la porta e guardò• fuori. Faceva ancora buio pesto 1 il giardino pareva deserto, nessuna automobile stazionava in fondo, sulla <:.trad:t.Allora sgattaiolò fuori 1 tirandosi dietro la porta senza chiuderla del tut101 scavalcò la balaustra del portico e con due balzi rnggiunse la macchia degli alberi; infilando poi la viuzza che -.erviva per condurre le automobili alla rimc""-a, la percorse al riparo della 1;,je. pc che la orlava fino alla strada, e qui giunto, con un sospiro di sollievo, si avviò verso il Sunset 1 velocemente. Sotto alla prima lampada di La~ Palmas gu:,rdò l'orologio. Segna'"a le tre e quaranta. La or;uaprigionia era durata poco più di dur ore. ma egli aveva l'impressione d'esser rima~to rinchiuso nel bugigattolo sotto alla ,;cala per un tempo mai;n~iorc. La <.palla era indolenzita, e anche un ginocchio gli faceva male, ma ciò non gli impedì di aumentare la sua andatura. Sbucò sul Sun..,et quasi a pas50 di cor-a, e si ~restò solo un istante per riprendere foito. poi sempre di cor.a risalì llighbnd Avenue. fino all'incrocio con l'Jiollywood Boulevard: qui si fermò di nuovo 1 indcci1;01 poi si risolse. All'anj!o}o s'alz.-1va la mole snella del RooSevelt II0tel, l'atrio del qu:lle appari\"a ancora illuminato. >1a la grande porta di cristallo era chiu-.a. .Buti suonò. mentre si fru~ava in tac:ca. « Ecco, guardate», egli di'iio;eal portiere insonnolito ch'era venuto ad aprire, mostrandogli la ~ua targa d'ottone. « Sono dcll'Examiner. Ho bi~gno di telrfonare alla Polizia, subito! ». Il portiere lo fece entrare, premurosamcnte1 g-uidandolo ad unr.&delle cabine. Buti lasciò la porta apena, e mentre formava il numero sul quadrante, chiese al portiere un fiammifero : bruciava dalla voglia di fumare. « li 'sergente O'Connor? » domandò quandb ~li risposero. « Lo immagino da mc che s::irà a dormire! Datemi il suo numero 1 presto!... Beh, non importa niente se non vuol essere svegliato di notte .... Sì, sono Buti, dell'Examirler ... Cose urgentissime ... ». La voce di O'Connor era impastata di sonno, e si schiarì soltanto dopo alcune vigorose bestemmie. Contemporaneamente anche il suo cervello si schiarì. « Il vecchio? ... Hai vi,;to il vecchfo? Il morto non è Graingcr, lo sai? Stasera· Fitts mi ha m.tndato il referto dell'autopsi ... Nessun dente d'oro ... Ma ora dov'è. 1 ••• Oh! ... Lui e una ragazza? ... Gusman? ... Aeroplano? ... Non capisco ~icnte!.:. Come, non voglio agguantarli, perdio? ... Certo, certissimo. dò subito ordini ... Non so un accidenti dove sia Tcjunga, ma iroveremo ... Fra v~n~i minuti sono all'aeroporto ... Spicc1at1... ». Buti ~gganciò il microfono, pescò in saccoccia un mezzo dollaro lo allungò al portiere e stra.ppandog'Ji di mano i fiammiferi si precipitò fuori dall'albergo .. Pochi passi più in su, dinanzi al Chincse Theater 1 stazionavano alcuni tao;sì. Egli balzò sul predellino di uno, e mentre apriva lo sportello gridò all'autista mezzo :::iddormcntato: « Fila all'aeroporto, non perdere un secondo! >. 11 motore ~tentò ad avviarsi, e poi su per la salita che costeggia il Griffith Park incominciò a perdere colpi. Buti sacramentava 1 impaziente. Finalf!lente in discesa andò meglio. La colIma del gran parco venne lasciata a sinist~a. e. dopo l'u,lti~a svolta apparvero 1 fan che delimitavano il campo. All'ingresso Buti lasciò il tassì e si fece condurre al posto di Polizia. O'Connor non era ancora giunto, ma i suoi ordini erano già in esecuiione. Il graduato che comandava il posto stava sorbendo un caffè1 in maniche di camicia e tutto spettinato. Ne offrì una _tazza a Buti, dopo avergli indicato m fondo al campo un hangar illuminato. « Stanno preparando l'aeropl:ino. Il pilota ~arà qui .t momenti e anche gli altri>. Dieci minuti più tardi il sergente O'Connor arrivò, riempiendo con la sua mole e con la sua voce il posto di Polizia. Aveva gli occhi lucidi e arrossati e sembrava eccitato. Manifestò a Buti il suo entusiamo con una q\anata !iult.'l-spa1la che 5trappò un gemito al giornalista. « Ebbene. se, così fiacco? >. « Diavolo! Ho appena finito di demolire una porta con questa spalla! Ma ... ». « Non perdiamo tempo 1 lo so cos..1. mi vuoi raccontarc 1 ma forse io ne so una pagina più di te. Parleremo in aria. Ho disposto tutto. Tejunga, è: Tejunga che hai udito nominare? ... Bcnc 1 è una località in montagna, a U?a qu:trantina di miglia da qui, sulla S,erra di San Gabriel. Li piglìercmo!:t. Buti si raddrizzò il ciuffo sulla fronte, dopo aver sco"-soil capo. « Coll'aeroplano?». « ln un modo o nell'altro. Ci sono otto automobili nostre che stanno già filando verso Tejunga 1 ma siccome di Tejunga non sappiamo altra co<:.ache il nome, sarà difficile che li acciuffino: hanno un tempo di vantaggio e la conoscenza delle ~trade, ma nel caso che rinuncino a ,;cn·irsi dell'aeroplano, non potranno sfuggire alle nostre macchine che bloccano tutte le strade che portano a Tejunga -., spiegò O'Connor, sorbendo una tazza di caffè che s'era fatto dare. « Ci sono i c:entieri. La sierra di San Gabricl è un ginepraio!:,. « A piedi non si va a.Ila svelta1 e bloccheremo anche i passaggi sulle montagne. Tejunga è un campo di mi• natori abbandonato, così dice la guida, come cc ne sono tanti sulla Sierra. t.:na \'Olta ci cavavano l'argento, ma ora la zona è spopolata :,, « :\Ll c;;cfuggono in aeroplano 1 come facciamo ad inseguirli, "<= non sappia. mo da che p~\rte punteranno? » chic'iic Buti. « Prmato a tutto, ragano mio! Jmmagino che non avranno dei fari da poter decollare prima che rischiari. Noi invece partiamo subito e facciamo quota, tenendoci un po' lontani dalla Sierra; tutti i posti di Polizia del distreuo sono già col naso in aria e ci segnalc-r:rnno immedi.itamente il pa~~aggio e 1.1 dire?ione dell'aeroplano non appena si farà \"edere. Qu<'lli delle lince postali non partono avanti le sci, e dai campi di Los Angcle~ non si lasccr,ì alzare prima di quell'ora nessun aeroplano privato: hai capito il trucco? >. .. « Ma non ~arcbbc meglio piombar 1 ad~o,,o ~ loro prima che si levino da TeJunga. ». « ~1a che co1;a c'è a Tcjunp:a? Quelli sono capaci d'e~cre atterrati 1;,opra un pra10, con un piccolo apparecchio maneggevole, mentre il Vegas della Polizia ha bi,.ogno di spazio. No, boy. facciamoli salire in aria, e poi ci or;arà facile co~trinµ:erli a scendere dove \'O• g:li.1mo noi >. 10 • (rontmua). TITO A. SPACNOL a t t burro zucchero l'alimento più gradito più nntrlente p ù 8 ft D O

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==