Vous chan11ez? j'en 1ui1 fon ai1e, Et bien, dansez main1enan1 ... La Fontaine. ]~ OVE VA:-INO a fioire le imponenti ed ot-nate cantanti d1opera? Vi è, come per gli \'~· v.mnoel:fa~t!iri~; ~~ 0 t1:~:e;o f0 i tenori magnifici, dove sono? Per que• ,tc1 gente che fu celebre e si vide pas- ,,m.· fra le dita monete d'oro con la ,torrcvolczza della sabbia, il danaro fu una raffica di breve durata. ~ella « Casa di riposo Giuseppe Verdi .. a Milano, vi sono oggi sessanta uomini e quaranta donne che vivono ,n ,ilenzio con gli occhi volti al pas- ~to. Concertisti, cantanti, compositori, direttori d'orchestra, si trovarono ctrès dipourvu.s qu.and la bise• fut venu.e >. Ho vi~itate le loro camere. Quelle delle donne sono stipate di ricordi e con• ,;er"ano lo stile delle bomboniere: mer• letti bianchi e rosa appassiti, e nastri, e fiori finti ; bambole e cuscini sul letto e sulle sedie e tavolini ingombri di ninnoli. Ci si muove a fatica, con mille precauzioni. Jndossano, le vecchie signore, antiche vestaglie rosa, chiuse sotto il mento da una spil!a, e p~san_ti giacche di lana dai colori \"l\"aCI. « Guardate che lavoro. Ci proibisco!' no di piantare chiodi alle pareti, e le nostre fot0grafie dobbiamo attaccarle come possiamo>, mi dice una signora. Appaiono ai muri grandi paònelli ,tinti, composti con molte fotografie, tenute una all'altra da nastri messi per trave~ e spille mal dissimulate: a toglierne· una, crolla tutto il tempio do\"e vive un passato ormai ingiallito. « Sì, sono io a Lisbona, l'anno in cui cant..i.i davanti a re Carlo, quello che fu ,1s,;;assinato.Ho gir~to tutti i teatri d'Europa e d'America. Scmpie grandi teatri•, dice una vecchia signora indicandomi alcune fotografie messe a venta~lio. « Anch'io», interrompe un'altra sit_{nor,\con uno sguardo che sollecita l'attenzione. Vi è semr.re una punta di di,pctto nel ~entir I altra parlare di ,ucce~..i. e Anch'io ho caotato davanti a re e imperatori, ho cantato a Corte. Tredici anni di carriera, poi sposai FrJn{(uli'ì. Era un banchiere greco, ge• h,i~~imo. Lo conobbi ad Atene, alla ~u~ione d'opera, e ci sposammo; ma la ~ua ~closia non gli consentì di vivere 1n nessun paese dove avevo cant.\to, e abbandonò la patria, gli aff.tri ·d ogni interesse per vivere con me in Italia, in provincia. Avrebbe voluto lw ogni ricordo della mia vita arti• ,tica fosse cancellata dalla mia, dalla ~ua, dalla memoria di tutti >. li suo nome di attrice fu Nina Piontelli: ha ottantacinque anni, un volto bianco di molt:l. cipria, i capelli corti bianchi~imi, un che di aristocratico nella fronte alta e negli occhi celesti ; le CÌ· glia e le labbra ~no ritoccate come certamente non si usava ai suoi tempi, ma è rimasta l'abitudine del trucco teatrale. « Questa gioyane .\1argherita dal vitino di vespa e dal· collo sottile eravate voi?>. « A venti anni ero così, ebbi molto successo». « Lo credo>. L'altra si~nora ha la vecchiaia pin- ~ue, porta alle mani, al collo e alle orecchie gioie false, ma mostra orgogliosa un sottile braccialetto d'oro che reca, miniato a smalto, il noto stemma della biscia : « 11 duca Visconti ~lodrone ! >. Non sappiamo quale, tanto l'epoca è lontana. « Ho cantato soprattutto a Varsavia, dove il pubblico mi voleva molto bene>, mi dice con gioia. « Poi ho girata tutta l'Europa. Il mio nome - Giulia Biondelli - fu assai celebre, credetelo. Discendo in linea diretta dalla Elisabetta Blondel, moglie di Alessandro Manzoni >. Gli occhi, an• negati fra le pieghe delle palpebre, sprigionano ancora, a tratti, l'oro del• le serate di gala e delle cene dopo teatro. Poi fece un matrimonio d'arte con il non meno celebre tenore Grani. « Era un tenore importante, cantava quasi solo il repertorio di Wagner, era vedovo con due figlie. Dopo qualche tempo abbandonai le scene per dedicarmi alla casa e alle ragazze. A dire il vero non avevo mai cantato per passione, ma per lucro, perciò fui assai contenta di ritirarmi a vita privata >. Aveva guadagnato con facilità - dicono - sornme fantastiche, e le sperperò in seguito con la stessa indifferenza. Giunta alla soglia della vecchiaia con un ultimo fedele amante - il marito morto da molti anni e le ragazze andate pel loro destino - entrò con lui nella « Casa di riposo», dove gli sopravvive. Tutte hanno le mani curate e pigre, se pure torturate dall'artrite e segnate da vene grosse come corde, anche questa di noventadue anni, Emma Locatelli. .. « Una fotografia? E per che farne? Non ne ho, non ho mai amato farmi fotografa.re, non mi sono mai piaciuta», dice in tono brusco. Ha cantato poco a teatro : le piaceva il repertorio classico e il pubblico dei concerti. t stata soprattutto a Londra, dove pare abbia guadagnato molto denaro. e Poi mi sono ritirata, ed ho vissuto molto tranquìllamente con . quello che avevo messo da parte; ma è venuta la •guerra e mentre il costo della vita aumentava, i mi.ci averi diventavano sempre più sottili. Ho resistito per venti anm, poi ho capitolato e son venuta qui >. Non è mai stata ammalata e non NINA PIONTELLI E OIOLIA OROB vuole sentir parlare di medici. La sedia accanto alla sua è ingombra di cose, e ci :)piega : « La mia vicina di camera vieoe spesso a trovarmi, mi fa piacere, ma gesticola talmente che a momenti mi accecava l'altro gio ..no. Con questo sistema è obbligata a sedersi su quel• l'altra sedia più lontana ... senza che io debba usarle scortesia >. \ "iene voglia di domandare a queste donne Jhe furono belle in gioventù, dove si sono persi i loro amanti, i loro mariti, i loro figli. Rispondono con voce tremula ma pacata e parlano, quando se ne ricordano, delle persone amate e delle loro vicende, come di persone e di fatti di cui hanno sentito parlare. A una tale distanza di anni, ogni vincolo e sentimento può esprimersi con poche parole, senza emozione. « Lasciai per due anni le scene, a causa di un amico che non aveva piacert"15"oi ripresi a cantare>. Quarant'anni fa questo e non aveva piacere > significava il dramma dell'amore, la gelosia senza pace : ora è un piccolo particolare precisato nel tempo. E di quel e poi » quale fu il suo vivo senso di disappunto e di lacrime? Le camere de$'lì uomini sono disadorne e sanno d1 sigaro spento~ I loro ricordi sono fissati su vecchi rifagli di giornali e fotografie con dedica di alti personagi;;i. Molti di essi lavorano an cera, componendo, seguitando le ese1. citazioni quotidiane al pianoforte, all'organo e all'armonium, provando tal- \"Olta la fona della voce; qualcuno prepara e dirige i cori delle inservienti nella cappella. La musica deve tuffarli ogni giorno in quella che fu l'atmosfera della loro vita. « Ho musicato il Caino di Byron, lo sa chi è Byron? > dice uno, ancor giovanile d'aspetto, roseo, sbarbato, nascondendo il sigaro dietro la schiena; è il maestro Alfredo 11archiò, che per trent'anni diresse le orchestre dei più famosi mu.sic-halls di Londra ; ora ha concorso per un inno all'Impero, componendo anche le parole: Di lido in lido suoni guerriero l'ital,co grido: Gloria all'Impero! In questa impresa ha messo un entusiasmo da giovane artista alle prime armi, e la sua vita spirituale non può dirsi conchiusa. Come neppure quella del celebre concertista Riva-Berni, la cui esistenza assomiglia a un romanzo d'anteguerra: nascita aristocratica, rapido successo, ricevimenti alle Corti, matrimonio con una principessa russa, lauti guadagni e l'amicizia dei più grandi nomi dell'arte, dell'aristocrazia e della finanza. e Ho accompagnato Jsadora Duncan durante le sue tournées in America; fu prima del suo amore per il poeta russo Essenin. Era la creatura più in- :ElUU L00ATELLl cantevole che abbia mai conosciuta-:.. Pianista applaudito e disputato,_ CO· me si dice, dagli. impre~.n. e dai salotti, ebbe una vita felicissima, tutto gli sorrideva. . « Finché (avevo allora sessantacinque anni), tre mesi prinp della grande guerra, mi trovavo sui ]olanda, yacht di un russo mio amico, diretto al Cairo per un viaggio di piacere. La notizia dello scatenarsi delle ostilità ci arrivò di colpo per radio. Fra l'altro, ci consigliavano di riparare in qualche porto per evitare i sommergibili tedeschi, già segnalati un po' dappertutto, ma nessuno degli ospiti del nostro yacht pensò di far ritorno in Russia. Essendo tutti liberi da obblighi militari, decidemmo invece di riparare in Oriente, terra neutra, tanto più che eravamo provvisti di sufficiente danaro. Avevo con me la mia famiglia, e non potevo rendermi conto delle tragiche conseguenze che la guerra avrebbe avuto per la Russia in particolare. Godevo di un certo credito, possedevo del danaro, e soprattutto avevo dovunque degli amici. Fui invitato in Inghilterra, nel Kent, da un fratello dello Zar, ad allietare con la musica fra una partita di caccia e di scacchi gli ozi ansiosi dei parenti dei regnanti di Rus• sia. Ancora mi rimaneva alla Banca Nazionale di Pietroburgo una parte del mio patrimonio non investita in case o terre, ma il bolscevismo fini presto per spo~liarmi di ogni cosa. Da un giorno ali altro mi trovai povero nella maniera più assoluta, e troppo vecchio per ricominciare a tentare la sorte. Morta mia moglie, non volli esSP..redi peso a nessuno dei miei figli >. Le sue mani sulla tastiera scorrono ancora con agilità miracolosa, tengono confinati in esse gli ultimi segni di gioventù e la forza dell'arte: ha ottantasette anni. Quest'altro artista, tarchiato, forte, coi capelli bianchi a spazzola e un che di duro negli occhi chiari, sembra debba ringhiare a ogni parola. Fu un basso assai applaudito, e comincia im• postando la voce e guardando nel vuoto a enumerare i teatri dei suoi suc• cessi : « Lisbona... Madrid ... >. « Dovrebbe parlare col tenore X >, l'interrompe rivolgendosi a me l'exdirettore dei mu.sic-halls di Londra; « fu assai celebre ai suoi tempi ... >. « E io no? > ribatte il basso guardandolo male. « E io no? Non fui celebre io? Di che cosa s'immischia adesso lei, mi lasci parlare. Se vuol sapere, in trent'anni di -carriera, e ne ho girati di_t;atri~ non l'ho neppure sentito nominare, il suo X ! >. li direttore d'orchestra tace e sorride indul~ente, poi mentre il basso ricomincia l'enumerazione: « Lisbona, MaNiglia, Berlino, Francoforte ... > sussurra: e Non faccia attenzione, sono tutti invidiosi uno dell'altro anche adesso, questi cantanti >. L'ho visto, l'uomo cui il basso conte• sta la cdebrità; ha il volto ancor fine, reso inespressivo da una malattia nervosa che gli ha immobilizzate anche le gambe, balbetta ma riesce a precisare che si è distinto soprattutto nell'0ul/o, opera che richiede tenori di buona marca, e d'aver cantato il Trovatore ben cinquecento volte. Poi chiede cjle lo riportino nella sua camera, non ha altro da di1e. Ormai qui tutto raggiunge la sintesi di una cifra, la quale dovrebbe bastare a scuotere gli iniziati: venti, trentacinque anni di carriera ... « Dieci, quindici chiamate alla ribalta, la sera che trionfò il Guglielmo Teli ... •· « Dodici tournées nel Sud America. otto in Russia ... Ho preteso dalla mia orchestra perfino trenta prove, prima della rappresentazione, ma allora il lavoro poteva dirsi perfetto>. E tutti d'accordo nel dire che « allora-. l'arte era veramente arte, che «allora» si cantava sul serio, « allora > c'era la vera passione. li maestro Golisciani, quello che im• poneva infinite prove d'orchestra, con lo~sguardo un po' ironico e un pudore tutto giovane in fondo, difende con qualche barzelletta di vecchio stampo la sua malinconia sentimentale. La morte della moglie determinò la fine della sua carriera. Aveva viaggiato tutto il mondo con le grandi compagnie liriche: Buenos Aires, New York, Pietroburgo. La Patti, la Tetrazzini ... Parlava un po' di russo, d'inglese ... « Sempro con accento napoletano! Quando mia moglie morìi capii che non c'era altro da fare e venni a chiudermi qui dentro». li Riva-Berni si è seduto alla tastiera, e mentre le sue dita risuscitano leggere una sonata di Rubinstein, gli altri guardano nel vuoto, immobili. Poi precisano i fatti della loro vita a~tualc! dal vestire, a1le ore di uscita, a1 pasti: e Due vestiti ogni anno, e biancheria, e scarpe ... >. « E l'assistenza, non la conta? C'è il medico, e perfino il manicure >. e Che manicure! > interviene il maestro napoletano. « Vuol dire il pedicure_! Io, per esempio, non posso abituarmi a portare le calzette bianche, perciò le compero come mi piacciono; ma tolte queste, e un po' d'acqua di Colonia, non ho altre spese. Le ho detto che ci passano anche il vino? >. Vedo le tavole apparecchiate come nel ristorante di un club. e Venga ancora a trovarci, però ci avverta prima ... ». Perché avvertire prima? t il ricordo d! una formula mondana 1 o ancora una c1(retteria di artista? Tutte, tutti, hanno forse pensato allo spe~tacolo fantastico che potrebbero da- ~e, mdo~ando u~ gi?rno per il visitatore 1 vecchi costumi dei loro personaggi. L'ADDETTO ALLE SCHEDE Tom di F.aro t C..n.alt di Mnsin.a - Scbiuo Jj Suf.aoo Gin.io (M .. uo Jr/ fl./11,,,,.,,,,,,.,, M,t.,,.,) LA LEGGENDAR.IA IMPR.ESA GAR.IBALDINA ALLA LUCE DI PR.EZIOSI DOCUMENTI INEDITI CARLO AGR_ATI DA PALERMO AL VOLTURNO VOLUME DI PAGINE XVl-624, CON 20 ILLUSTRAZIONI 10 AUTOGRAFI IN FACSIMILE E 4 CARTE IN BR,OSSUR,A L. JO - R,ILEGATO IN TELA L. :;5 Questo libro completa l'altro del medesimo autore, I mille neLLa dtoria e nella Leggenda, pubblicato nel 1933. Al pari di quello è un lavoro affatto nuovo cd originale, fondato su documenti inediti, che spesso portan maggiore luce su ~vvenimenti noti, che non di rado ne rivelano dei nuovi, che talvolta provano errate le comuni credenze, anche accettate dagli studiosi e dagli storici più noti. Tali documenti l'Agra ti li ha rinvenuti prima di tutto nell'Archivio Sirtori, depositato da anni ali' Ambrosiana di Milano e non mai prima d'ora accuratamente esplorato né ni, neppure in parte, re.,o pubblico dal Generale stesso. Altri documenti pure inediti vennero tolti dalle carte del Generale Vincenzo Giordano Orsini, il creatore e comandante dell'artiglieria garibaldina nella campagna del t 860. Altri documenti di non minore interesse cd egualmente inediti pervengono dall'archivio di Enrico Guastalla, Capo di Stato Maggiore della Divisione Medici : documenti importantissimi per la storia di questa Divisione che ebbe parte precipua nelle battaglie di Milazzo e del Volturno. Infine le carte di Stefano Canzio, di Agostino Bertani, di Giuseppe Missori, di quanti insomma furono con Garibaldi in quell'anno memorando, attentamente esaminate dall'Autore, gli fornirono altre notizie preziose per la sua narrazione. Uno dò dotumrntl riprodoni in f.i~imile ntl ,o!un1t. Guib.1ldi .1nnunci.1 .1 Sirtori I.i vinori.1 di Rtggio (C,rlr Sirtori ,,fl. A,,.l,,..0Ji1111M,1d,n110} A. MONDADOR._I
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