Omnibus - anno I - n. 28 - 9 ottobre 1937

GENOVA, sul molo delle Grazie, sorge un gruppo di casupole di legno mal connesse che nessun piano regolatore ha sistemato e che non sistemerà per molti anni ancora se è vero che la Madonna del Garbo continua a far miracoli per i marinai. Quando piove, fra i tegoli, gli assiti, le lamiere rugginose, i fogli incatramati, qualche goccia ~ivola nell'interno di quei capanni, e quando soffia il maestrale, le lanterne dondolano come pendoli d'orologio. Ma la !lente che vi mangia e che vi dorme, accetta la pioggia e il vento come fatti della natura irrimediabili : tappa la fessura da cui scende l'acqua piovana e lascia che la lanterna balli. Sono vecchi marinai. Hanno navigato per mezzo secolo e ora si sono arenati come barche fruste. Non pagano tasse e campano alla meno peggio; salgono a bordo dei piccoli ve• lieri che approdano alla Calata Gad• da e barattano corde, anelli da vela• tura, modeste riparazioni d'utcnsili con dicci lire o con un barilotto di vino o con qualche chilo di caffè. Spu• tano in terra e qualche volta tirano una cinghiata ai figli, i figli che ven· gon su male. In quanto ai figli grandi, quelli che navigano sui vapori, li con• siderano gente di terra. Hanno i ruoli d'imbarco, Ja mensa con la tovaglia e non conoscono nemmeno in faccia il loro armatore, non sanno nemme• no se è cristiano o non lo è. E allora che marinai sono? ' sua, perché un imbarco che costa tanti quattrini deve essere un buon imbar• co, perché se i fratelli lo vedessero a tu per tu col Magnin e col « carava• na > direbbero: « Il Santo s'è imbar• cato. Il Santo è un marinaio>. Ma quando il Magnin se ne va, di. cendogli di ritorn:ne l'indomani lì a Banchi, lui lo guarda 1 lo segue con l'occhio, l'insegue e il cuore gli batte: ha paura che le sue quindici lire siano partite per sempre, ha paura d' esser stato fregato da questi due genovesi che forse s'eran messi d'accordo. 11a a pensar male si fa peccato. Il Santo ottiene il suo imbarco. Vitto gra. tis, alloggio gratis, salario mensile : quattro lire. In più l'orgoglio d'esser mozzo a bordo del Nladdalena di 350 tonnellate. Diritto di servire tt:tti, nes. suno escluso, di lavare dove gli altri iporcano, di arrampicarsi sugli alberi trenta volte in un giorno, di separare la carne dai vermi, di imparare che questa arsura di cui si lamenta si chia• ma infezione scorbutica 1 di conoscere il bruciore delle staffilate sulla schiena e sulle gambe, di apprendere a poco a poco che i mozzi sono lo scarica.nervi dell'equipaggio e che bisogna crescere al più presto per non essere più mozzi e per diventare marinai. Ci sono giorni in cui la nave è fer• ma. Non c'è vento. Non c'è scia. Nes• suno parla a bordo. li Santo impara a non far rumore, perché se no lo guar• dano come se fosse lui la causa di qurlla calma maledetta. Ci sono dei giorni in cui fa freddo, Una volta un marinaio gli va vicino e gli palpa le coscie e dice che vuol lottare con lui ; e ha gli occhi piccoli e lustri ; forse perché ha freddo. Ma lui non vuole lottare. E poi un marinaio più vecchio dice: « Lascialo stare >, Si azzuffano, fanno la grinta cattiva, si mordono. Poi fanno la pace e mangiano nella stessa scodella in segno di amicizia. Di ritorno dalla Russia, si porta gra• no in Spagna e in Francia. Tre parole di qua, tre parole di là, il ragazzo be. stemmia già in tre lingue, compresa la lingua madre che è il genovese. Si fa le ossa. A Marsiglia conosce la prima donna della sua vita. La guarda con occhi estatici, lei e il suo enorme te• stonc e il suo enorme petto accogliente. Una vera sultana. Ma bisogna far pre• sto perché la sultana deve subito dopo salire a bordo d'un brigantino che bat• In una di queste bicocche, vive, la• te bandiera greca. Un altro viaggio e poi un altro an• vora, aspetta, rimugina pensieri e ma• cora. t diventato cliente del Magnin, stica tabacco, Santo Versace detto il conosce i suoi prezzi e quelli della conBaffg. Baffo o anche Baffone. Un pez- correnza. Il Magnin non è cattivo in ~i 1,'~tm:a ;~t~~ ~r::titi~~ ~~°:o' d~ fondo. « Se mi dai 25 lire ti faccio imarrotondare la faccia e d'arrossarla barcare sull'Esemplare. ~ un brigan• tino dell'armatore Vaccaro, quello di agli zigomi. Quinto :.. Il Santo ~borsa le 25 lire e Santo Versace è nato il 5 aprile ora incominciano i guai. L'Esemplare 1876 a Villa San Giovanni 1 provincia è il nome ufficiale per la Capitaneria di Reggio Calabria. Fece il mozzo agli del Porto, ma i marinai lo chiamano ordini di suo padre e quella fu per lui Malafuera. Pres.s'a poco come Malauna specie d'età dell'oro. Era per tutti sorte. t una barca « jcllata >, di quelle il figlio di Versace padrone di due che la gente di mare sfugge come la « buzzetti >, che è come dire figlio di peste. Morti, annegamenti, cicloni, feb• un pescatore franco. Ma poi venne un'infezione vaiolosa bre gialla, li attira come il fieno i ca• e Versace padre passò al cimitero di valli. Prim_a di pa~ti,rc bisogna andare Villa San Giovanni. ~l Santuano. E poi 1armat?re Va~caro Fu allora che Santo se ne partì per , e un grugno duro, uno d1 quelli che Genova in cerca d'imbarco. 1 primi battezzano la loro barca con 1un nome, pa.ssi son duri, naturalmente, anche e se naufraga ne va~~no u~ altra con perché in Calabria parlano in un mo- lo stesso no.me, e ~ ~ incendia! se han• do diverso e Santo s'accorge che la no ancora 1 quattrm1 necessari, ne va• sua esperienza di sedici anni non gli ra~o una terza collo stesso nom~. U serve a niente. sciu Vaccaro non v1;1ole « foresti ~ a Non sa nemmeno bestemmiare in ge• bordo dc!I~ sue ?avi. O Genovesi o novesc. E poi, in porto, un calabrese al_meno nv1erasch1. Se trov~ un foreè considerato «foresto>. Tutti dico• st_iero lo fa sbar~are nel pn1!'1o lembo no. perché vieni a casa nostra? che d1 tc:ra, senza p1et~. Ma sul! E.se_mpla. vieni a fare? E Santo non sa che cosa re lui vuole _gente.sicura, gente dt casa, rispondere. gente c~e dice sci e _n~. . . Si guarda in giro, stupito, si ferma In Pia~ Banchi 11 mediatore gli sulle calate cammina si ferma di nuo• conduce 11Santo. Lo squadra da capo vo, si sied~ vicino ~d un gruppo di a piedi, %li misura il t~race, le gambe, « caravana > che mangiano e cerca di le ~raccia. Il Sant? s è fatto robusto. attaccare discorso. Non capiscono e lui t giovane, ~a è d1 razza buona. non capisce. Che vuoi? Andare a la• '-:'a?c~ro d1çc: « U me c~nvegne ~· vorare a bordo. Ce n'è uno di quei Poi St rivolge al ragazzo: « Fzlemmu in « caravana > che forse ha navigato con gamb?, eh? >. L'altro conosce bene, qualche calabrese una volta, cd ha im• proprio ben~ una sola frase genovese, parato a masticare anche l'arabo; una,_frase 1:1t1le~a gettare a_lmomcn~o grande e grosso com'è, lo supera di dell mg~gg10. Risponde rapido: « Scia tutta la testa; lo guarda un po'; poi nu dub1te, ~adrun >. . lo afferra per i capelli e gli dice: « ve- Saluta e via. E: la me~z?gna per 11 g,ii cun mi». Santo, questa volta, ca- pane: quella eh~ non s1 1nse~na a!le pisce che bisogna seguirlo. Uno avan. scuole element~n e nemmeno m ch1eti, l'altro dietro, perché non osa cam• sa. Ma che 1 s'1mpa:a prest~: ~~tta la minare a pari con lui, che sembra il menzo~na,. t accorgi che sei p1u conprincipe degli scaricatori e forse lo è. tento d1 pnma. li Santo corre col cuore Conosce tutti non s.'lluta nessuno. in gola e la gioia d'aver messo nel sac- < Duve u l'è ~ l,1agnin? > Magnin è co un sign~re che porta il ~oll~tto. . il nome. Questo Io comprende anche li brigantino a palo, uno dei p1u belli il piccolo marinaio di Villa S;-u1.Gio• del tempo, si trov~ in bacino nella Darvanni. Bisogna trovare Magnin. M::i. sena per il cambio del rame alla Ca• Magnin non c'è. Forse mangia a Sot- rena e la calafatura. Il Santo sale a toripa. Forse è a Banchi. Di nuovo bordo e incomincia a lavorare. Lav~ra « Vegni cun mi». E finalmente, a Ban• sodo, tenace, come uno che deve pia~ chi, lo si trova. Pochi discorsi e pratici. cere al nostromo, come un « foresto> Magnin è il mediatore d'imbarco. S~ c~e .d~ve far~i ~erdo:-ar~ il suo peccato hai quindici lire in tasca cacciale fuon d ongme. Poi v17ne il .giorno della ~ar• e si vedrà. Il ragazzo si fa forza e sno• tenza. Alla Cap1tanena del Porto I uf• da il fazzoletto e conta le monete l'una ficialc fa la chiama dell'equipaggio. rnll'altra. Ohé ! Ohé ! e presente, naturalmente, l'armatore, Il ragazzo si sente felice perché è quello che non ride mai. Sfilano i Y?a• il primo affare che combina in vita rinai ad uno e dichiarano le generalità. Figlio di ... Nato a ... età ... domicilio ... Prima vengono i marinai, dai più an• ziani ai novellini, poi i « giovanotti >, poi i mozzi. li Santo è « giovanotto > di bordo cd è il penultimo. « Nato a ... >. < Nato a... Villa San Giovanni >. Lo dice in fretta, masticando le Jet• tcre, ma non abbastanza in fretta perché l'armatore non senta. Questì lo guarda, cattivo. La cornea dell'occhio si insozza di venature rosse. Fa paura. Ma c'è gente e c'è premura. Va bene. Bisogna incassare. Si rivolge al capita• no e sibila: « Se nu tratta ben caccilo ai pesci ». Poi quando il San.lo esce dietro agli altri, facendosi piccolo1 lo afferra per la maglia, sul petto. Lo guarda fisso, per un attimo, e poi lo lascia andare. Bofonchia: « Ti è un bellu anghesu >. Una frase che solo i genovesi possono capire : una specie di ingiuria misericordiosa. Ma l'ingaggio è compiuto. 35 lire al mese. Itinerario: New York, Valparai• so, San Francisco, Australia, Indie, Giappone, Cina. Trenta mesi di viag• gio che poi diventano trentadue. ?\•folti peccati sconta un « giovanotto > di bordo in trentadue mesi di navigazione. Molti peccati. Acqua putrida a razione, la fatica massacrante, le botte, l'arsura, gli OC· chi che certe volte piangono da soli. Quando si è malati, il capitano che funge da medico e da prete apre la sua cas~tta miracolosa : chinino, olio di ricino, sale d'Inghilterra, acido fe~ nico. Se la ciurma è buona deve ba. stare. Se non è buona, che cc ne può l'armatore o il capitano? 11 Santo termina il viaggio e ne ri• prende un altro. Trentasette mesi di navigazione. Ora parla genovese, spagnolo e inglese. t in gamba. Ha conquistato i galloni da marinaio. Se gli capita, una pedata alla buona gliela allunga lui, al mo:r.zo. Nel 1889 il Santo s'imbarca sul ve. liero Virgo Maria. Da Paisandù a Fraivento navigano, con un carico di cuoi salati, alla volta di Anversa. Ma dopo dieci giorni una < pompcrata > terribile si scatena, di quelle che fan stare _gli uomini alle pompe per dicci ore d, fila e le braccia diventano morte come tagliate da un colpo d'ascia Sul Vi,go .'viaria la pompa è una ·sola scardinatissima, e il capitano, il geno~ vese Colombo Gazzolo1 decide d'acco• starsi a terra. Tre giorni e tre notti nell'acqua con gli occhi che si chiu• dono anche sotto le strapazzate del ma• re, con un sonno miCJdiale che scende all'improvviso, ti imbottiglia, ti assorda, ti separa dal mondo. Se morendo ~i dormisse un poco non pregherebbero neppure la :\-fadonna. Ma se invece la morte volesse dire stare svegli per sem· pre? Alle pompe, alle pompe! La voce del nostromo arriva interrotta tra un rombo e l'altro drlla tempesta e sembra solo un lamento. Se si potes\e dor• mire ... Finalmente la nave, uno schooner di 400 t0nnellate, ha un sussulto e s'impenna. Batte di prora e non si sfascia i evidentemente non s'è incastrata nella roccia. Dove siamo? :":on si sa. Un punto, uno qualunque, deserto, della costa brasiliana. Si cala.no le funi, si scende a terra. Bisogna trasportare le casse, almeno qualcuna, e gli utemili e le provviste più urgenti. ~on bisogna dormire, non ancora. Con dc! velaggio bi1:;ognacostruire una tenda « ca• gnarro >. E poi accendere i fuochi e poi fare il primo turno di guardia. Dormire, ecco. Si può dormire. ~a la sentinella fo,sa nel buio glì occhi che bruciano e aspetta. Giungono urli vicini, lontani, da ogni dove. Ma il sonno è tanto, che anche la paura s1affioca e s'addormenta del tutto. Ecco: questa è la grande avventura di mare e di terra di Santo Versace. All'alba una tribù negra sciama da una collina e urla e si avvicina e agita Ic armi. Niente impressione. Si tratta di negri festosi e bonaccioni che portano il coltello per scuoiar bestie selvatich<' Tutti fratelli, tutti fratelli. Tu bianco. io nero. Sarete nostri ospiti. Per otto giorni la ciurma vive nelle capanne dei negri ; poi incomincia un gran viaggio verso Po:-to Seguro. Cinquanta barac• che e nulla più. Xon c'è modo di la• var,i o di cambiarti. L'equipaggio è cencioso, miserabile, lordo. Ma bi-.ogna aspettare. Due mesi. almeno, perché il vaporetto che li condurrà in salvo a Baja del Brasile non passerà che fra due mesi. • Così il Santo ritorna a Genova. Va alla Madonna del Garbo, per rendere grazie e poi batte alla porta dell'armatore Gazzolo per incas~arc la paga. Ecco qua: centoventi lire. Se l'arma• tore avesse incatsato anche il nolo del viaggio di ritorno l'emolumento sarebbe stato il doppio, ma, col naufragio. il secondo nolo è andato perduto. Pa~~no gli anni. Il Santo compie un viaggio di sessantanove mesi. Torna a cata e poi s'imbarca di nuovo. Questa volta su un piroscafo tedesco della « Nord Dokg Lloyd >. Questi tedeschi mangiano e dormono che è una mera• viglia. Anche lui mangia e donne che è una meraviglia, cd è for~e allora che incomincia ad arrotondarglisi la fac. eia. Ri,;parmia quattrini e pensa di sposarsi. Si sposa e incomincia a far figli. f\e fa quattordici. Nel 199, imbarcato sul piroscafo Thia della « Cunard Line > si accorge che l'internazionale dei marinai è una favola e quando un tale dice che il mag• giorc Toselli è stato un bischero a farsi ammazzare così, il Santo gli scaraven• ta in faccia la scodella di !-tagno con la minestra bollente. Si pestano di santa ragione finché l'inglese non stramana, finito. Ma an• che il Santo non ha un bell'aspetto: ha un braccio enfiato, la faccia annerita sotto gli occhi1 il pollice della ma• no destra spostato, e spostato gH rimar• rà per tutta la vita. A bordo poi, dopo qucll 1episodio, tutti s'accorgono che è uno straniero e lo tengono alla larga. Meglio sbarcare. L'aria è diventata cattiva e il Santo sbarca. A Genova cambia nome. Si fa ere• scere i baffi e diventa per tutti Baffo o Baffone. 1ntanto si impiega come no• stromo e interprete di bordo presso la Ditta Fratelli Bianchi appaltatrice di tutti i lavori d'armamento dei piroscafi tedeschi. t il tempo delle vacche gras• se. Guadagna, risparmia e mangia tre• nette col pesto. Guerra di Libia e gucr• ra europea. Il Santo, che alla leva aveva tirato numero alto, è di seconda categoria. l nvece che marinaio, deve essere soldato. Tredici mesi di fronte e poi il Santo, che sa lo spagnolo1 l'in• glese, il tedesco e il francese, diventa .interprete al varco della calata Gra• zie. Il Baffo ha già undici figli. Ma uno gli muore sotto un'automobile e quattro di spagnuola. Dopoguerra e vacche grassissime. Anche il Baffo crea la sua brava azicn• da di imbarchi e sbarchi, riparazioni. demolizioni e forniture di bordo. Si naviga col vento in poppa. Ha le sue squadre di uomini, i picchettini 1 i ca• lafat~, i pontoni, i galleggianti. Ha la pancia prominente; i baffoni che sern• brano l'esprit di un generale. l figli crescono e il Santo si compera due ca• sette suJle alture della città. Poi viene il tracollo. Le banche cessano il fido. L'acqua sale, è alla gola. Bisogna vendere, svendere. 1 sigilli, i mobili aWasta. Raga1 •i, salutate le casette sulle alture delln. città: non sono . più nostre. Ora il Baffo, dopo anni di magra, ha ripreso fiato. Ha di nuovo la capanna di legno sulla calata, il magazzino at• trezzi e perfino qualche galleggiante. Vive alla giornata 1 ma vive volentie• ri, tra i barchi, i velieri, i trasporti popolati di gente amica. Tutti sanno chi è il Baffo nel porto. E se c'è qual• cuno che non lo c;a, vuol dire che è un ciucialattc, uno sgarzolino qualunque. ADRIANO GRECO 1 9 3 7 Centenario Leopardiano rmm;nente, nella collaione I CLASSICI RIZZO LI diretti da lJ,f{Q Ojt'lti, il ~ condo ,·olume delle OPERE DI GIACOMO LEOPARDI A Ct;l\A DI G DE l\OBE!\TIS Esso comprende tutti gli scritti, Scritti 111rlin pros.i e in nrso, che vanno d,ill 1815 •i 1836, d,11, traduzionedegli Idillidi Mosco .ffep:gumma sul T ommaseo, e una scelta qu•nto mai v.iria e ncccss.ari.d1elle Ùtlrrt!. O rd: n• ti cronologic•mente, quelli, senz.1•lcuna dist'nzionc di »ggi giov•ni1i e scritti ~diti o •pprcsuti dall'Autore per la stampa., e di scritti inediti c.hc prim.a •pp•n·cro nel volume delle Carte napoletane, presentano questo di vago : un continuo ahernani di scritti pubblicati o prep.rati per ii pubblico, la più p.arte eruditi, e tutti sommamente !.,·out!, e di fummcnt: che il Uop.ardi tenne per sé, ma che egli non •m~n n~cno,eh~..c. r•no an;zi-~ testimonianza piu certa e p1u gdos.t della validiù e pcrennitl Jcll.1sua l:bcra isp:uz:one poetica. Sono i frammenti che prep.ar•no alla conosccnu e al gusto delle lttterc. E si puo dire che quel colloquio con se su,so o in pri,·ato cominci•to li, quel p.rl.irc in minore, nelle U'ttere s' .1.lbrga e s'ingrandi~ce, pc:r testimoni.re oltre che dcli• "storia di un'•nima", come piacev• dire al leopardi, di una pc:rcnne potenza crutrice, un p.1rl.rc lirico Jffettuoso che non conosce stanchezza. Unvolumedi 1014p.agg.,con 1 1 illustuzioni luori testo, in EDIZIONE DI LUSSO lr,(11f,1 ù, prllt! ross11impress11 inoro ............ l,fO EDIZIONE R_AR.A in 1'.r1r.tf,l1~(Y11n,d1,1011lr,({11t,,r,i ;,, prr,f!,,,,1m1r1t,y:lù,t!or11/(I.. . .. ...... l. JO li primovolume(84-1 p,gg., con 16 il!ustrnioni fuori testo) delle "Opere di Gi•como leopardi", già uscito cd in vcndit• nelle migliori librerie, contiene: i Ctnti, le Op,•rrtfr ,,,or,1/i,un'Apµ,,,/icf' ,,l/r 0pf'rrtlr, il }v/,1rliriot!e' S,mti P11,lri, i J/0{(11ri{{r1111n1ti, i P,1r11/ipomr1t1!ei /1,1B11tr11comio1r111rl,i11, e cioè TUTTO IL LEOPARDI GR_ANDE •ccompagnato d. una p,.p,- {ione di proporzioni vaste, di b(n 1 30 pagine, dove il senso ddb ,,ita e della pocsi• di Leopardi t dato e studi•to in una forma p.1c.1t.i e ;ntenu. Dcli( Opr,.(' "i Gi11romoL.•op,mli t in corso di pubblic•- zione •nche un'edizione a dispense scttim•nali di 64 pagg. I un•, in vendita in ogni edicol:i .i L. 2 ci•scuna. È i111111i11e11te l'uscita dellaprima dispe11s11 del terzo volume . A/,/,011,11111•11/o 1i J wlumi t!t'!- /'Qper11romplrt,1(i:irr,13000 p11,a. ,o,, numerose ill11str,,- <ioni/11oriIulo} .... l. 80 RIZZOLI E C. EDITOR.I - MILANO

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