CEr"'CY~u SOVIETICI I O~E è potuto accadere», si chiedono alcuni giovani intellettuali sovietici nella prefazione ad un e numero unico > dcaic.1to alla cgsi del cinema russo, ecome ~ potuto .!ccaderc che il nostro grande, 11nostro eroico cinematografo che h.a dat? ~anc a tutta una generazione di cmcasu, m Europa, sia caduto così in basw? Perché pili in basso di così esso non potrcb~ cadere. pi chi la colpa? Fuon, _fuon dunque 1 colpevoli, alla $ogna _ 1 !1)~1vcrsatori, gli inetti e (tutti 1 ,almi fm1scono in gloria) i trotskisti>. Obbiettivamente bisogna riconoscere che il chiasso e gli sforzi che sta facendo Boris Zacarovich Sciumiatski l'attuale dittatore del cinema sovicti: ~o, per_ galvanizzare il problema della mdustna della pellicola filmata e risoll<fvarncle sorti, è considerevole. Non passa giorno che c~li non faccia bat• tc_re la _grancassa a1 giornali, alla radto, nei pubblici comizi. Ma le cose vanno di male in peggio. La crisi dottrinale raggiunse il cul- ~ine c?n l'~resia o la presunta eresia d1 Sergio Eisenstein 1 il semidio del cinema russo, della cui scomunica da parte di Sciumiatski noi ci siamo già occupati su questo stesso giornale. Il g:ran film che egli stava girando da un paio d'anni, « Le pianure di Mezhin » fu fatto interrompere e il negativo gii gìrato r u seq_u~trato in fretta e furia. A questa crisi dottrinale, che è della pr_i1;1av_crsaco~_a, ha fotto seguito una c_ns~dt _produz1onc, la più grave che s1 ncord1 da quando i comunisti si occupano di cinematografo in Russia. I capi dell'industria sono stati trascina.ti da una stampa facilissima agli osanna e alle accuse più servili davanti al trib~nale dell'opinione pubblica e dav~nt.1 a quello ben più sbrigativo e rad~cale dove si giudica il reato terribile d1 sabo~aggio, . il più terribile dopo quello dt trotsk,s:mo; e molti di essi sono stati spediti in Siberia. Ma l'affare Eisenstein ru soltanto il pretesto della cagnara, e il mezzo di scaricare sugli intellettuali la colpa che era cd è soltanto dell'organizzazione, della pcs!'nte! lenta, sospettosa e gretta orgamuaz1one statale. Del resto la crisi era già grave prima della scomu1~ica di ~isen:,tein. I I piano preven• tivo per 1I 1936 prevedeva infatti 1 20 film. Ma prima che l'anno cominciasse questa cifra era già ridotta a 63. Alla fine del '36 se ne erano girali soltanto 21. Quest'anno le cose vanno ancora peggio. Si erano progetta• te 123 pellicole da completarsi entro l'.anno in _corso; ma quando il piano '·• produzione ru presentato a Sciumiatski, costui lo giudicò non realistico e ridusse il numero a 60. Siamo ora:iai a settembre e finora solo quattro film sono stati completati negli studi prc~so Mosca. Queste cifre però non sono del tut• to esatte. Non è vero cioè che dei 63 film progettati per il 1936 sdltanto 21 furono completati; in realtà ne furono complet.\li precisamente 43; ma I.:: statistiche ufficiali recano soltanto 21 perché preferiscono tacere sul fatt~ che le altre 22 pellicole iniziate nei primi del '36 furono completate solo nel '37, dodici e certe volte tredici mesi più tardi, mentre il piano di produzione prevedeva soltanto due mesi o al massimo due mesi e mezzo di lavorazio• ne. E passi quando a pigliarla con comodo è un artista della statura di Eiscnstcin. Ma il bello è che i cinea'i!i dell'ultima leva, ragazZctti imberbi e presuntuosi, posano a grandi uomini, !~.sciano il lavoro a metà perché quel giorno non sono in vena, perché non sono in stato di grazia, perché aspetta_no l'ispirazione e via di seguito, gius!•~ca~do la l?ro inettitudine con i più nd1coh luoghi comuni della musa romantica. l g~vani più. sc~i levano alte gri• da? ess, vedono 11 cinema, da una parte 111 mano a vecchi rivoluzionari a ri• poso del 1905i e dall'altra in mano :i. questi glabri gagà intellettuali che a cvor _leggero assumono gli impegni più ardui.. La scu.sa di questi giovanetti è la whta: « L'artista ha bisogno di tempo per fare cose belle>. « Ma dove q)no le cose belle? > si chiede il critico delle e Isvestia >, organo ufficioso del governo, il quale ha pubbliC3to un giudizio sui trcntatrè film proiettati nel '36 (ai ventuno prodotti durante l'anno biwgna aggiungerne 12 progettati per il '35 e finiti, come al solito, nel '36). Di questi 33, nove sono stati giudicati passabili, per carità di patria, fra i quali « Noi siamo di Kronstadt >, « Circu.s >, « Generazione di conquistatori », e « figlio della Mongolia>, 19 furono ~iudicati mc~ diocri, per non dire catuvi, e 5 addirittura pecsimi. Persino i titoli di questi cinque film hanno mandato in be- ~ti.i il critico delle « hve~tia ». e Dopo circa vent'anni di rivoluzione si dcb• bnno vedere in giro titoli sentimcntall e bof§he,;i come : " Giochiamo all'amore', come " Un tempo era d'esta~ te ... " ~. come, horribile dictu, " Il miracolo >- Il pudore dei dirigenti non deve però essere del tutto mortai se dalle statistiche apprendiamo che il numero delle pellicole finite di girare ma non me:.- sc in circolazione aumenta ogni ano 1 che passa. Meglio correre il rischio di passare per sperperatori che mettere in giro certe brutture. L'altr'anno ben. 9 film del costo comple"ivo di 12 milioni di rubli rimasero nei cassetti di Sciumiatski. Altri cinque che erano a buon punto furono interrotti, Nelle relazioni ufficiali questi film sono com• presi sotto la drammatica voce: Brak 1 che vuol dire merce andata a male, una parola che fa ìmpallidirc, al solo pronunziarla, i dirigenti delle fabbriche sovietiche, e che, si dice, essi pronunziano spesso nel sonno. Ma i g-uai del cinema sovietico sono ancora più gravi di quanto le stesse cifre non dicano. La tecnica progredisce in tutti i paesi, ma l'esclusivismo sovietico impedì~ ai giovani di accorgersene e i vecchi sono troppo vec• chi per rinnovarsi.' Il problema cosl urgente del colore si può dire che non sia sentito affauo. Un solo film a colori fu proiettato l'anno scorso e que• st'anno r: • se ne produrrà ne~suno. Fra un paio di mesi si festeggerà ìl ventennale della rivoluzione bolscevica ed è già molto se, per quella occa- ~ionc, saranno pronti una rnenn douina di film; di quC5ta mezza doz-Lina, nemmeno uno si occupa dell'evento che si festeggia e per la maggior parte si tratta di romanzi e melodrammi che solo cinque anni fa erano com:iderati appanna~gio della. « sporca borghesia>. Patetico anniversario! Se volgiamo lo sguardo ai;t"listabili~ menti e ai quadri dell'industria, il panorama è ancora più triste. Circa quattro anni fa, Sciumiatski, di ritorno da un viaggio di studi e di piacere a Hollywood, decise la costruzione a Jalta1 in Crimea, di una Hollywood sovietica. Detto fatto, si mise mano all'opera e in capo ad un paio d'anni J,.1, città cinematografica era pronta. Ehbene, sono già due anni che quegli stabilimenti sono in grado di funzionare, e nemmeno un film è uscito ancora da questa caricatura di Hollywood, una caricatura che è costata quasi cento m:lioni di rubli. L'altro giorno una noticina appar~a su « Arte sovietica», una delle più autorevoli riviste russe del genere, deve aver fatto venire la pelle d'oca al povero Sciumiatski. Essa diceva : « 1I camerata Sciumiatski si è la.sciato sedurre dalle bravure tecniche dell'industria americana, e quando progettò una città cinematografica nel Sud egli trascurò deplorevolr.iente alcune esigenze culturali, economiche e (ahi!) politiche dell'Cnionc SoviNica >. Le vie dell.t Siberia sono seminate di simili trafiletti. Molti attribuiscono la paralisi dell'industria cinematografica alla penuria e alla inettitudine dei soggettisti e d_egliscen~&_giatori; c_~sidel_la fantasia., s1 sente gri<1are da ptu parti. «Se avessimo dei buoni soggetti >, si dice, e e delle buone sceneggiature, la nostra attrez-1,atura industriale e i quadri tecnici della produzione sarebbero in grado di sfornare almeno 150 film all'anno>. E di molto più che di 150 film all'anno abbisogna il mercato di quel paese. In tutt..1 l'Unione Sovietica ci sono 25.760 sale cinematografiche. Secondo le statistiche del 19361 ogni abitante di città vede in media 12 film all'anno e ogni abitante della campagna quattro. Cosicché il consumo sovietico di pellicola filmata., se è ancora uno dej, più bassi d'Europa, consentirebbe tuttavia una notevole produzione, se le fisime degli esteti e l'elefantiasi burocratica. non intralciassero tutte le buone intenzioni. Un 'tensimento fatto recentemente ci fa sapere che esistono in Russia 143 registi, 168 operatori, 166 aiuti regbti. 1'(a la ma~'{ior parte sono a spasso e asç.ettano settimane e mesi nell'antica• mera di Scìumiatski, elemosinando un lavoro quabiasi. Fra i registi disoccupati troviamo, oltre al nome di Eiscn• stein, quelli di Kalatazov, di Turin, di Mardanov, di ~azaniov, il fior fiore dell'intelligenza e dell'abilità in fatto di regia in Russi.,; e forre è proprio questa la loro colpa. Certo Sciumiatski non sta con le mani in mano; egli cerca affannosamente soggetti che concilino due cose difficilmente conciliabili: l'ortodossia politica e lo spasso delle platee. Nel 1935 egli ha pagato più di cinque milioni di rubli per soggetti e scencg- ~iature risultate poi quasi inutilizzabili. Durante l'annata in corso ha conchiuw già 46 contratti con soggettisti e sccnei::i:riatori. sbor~:mdo la bcllczz,l di 1.129.000 rubli e cioè una media di 25 mib rubli per ognuno dei 38 soggetti ,i:rià conse(!nati. Ma dopo la consegna soltanto 8 di questi copioni furono giudicati utilizzabili, il che significa che ogli copione costa virtualmente 141.125 rubli. Cifre che i giornali pubblicano !iiCnzacommenti, che è la maniera più crudele di COmlJlentarc, in un regime di SO'IPC'tti e di in• sinuazioni come quello di Stalin. No, proprio non vorremmo stare nei panni dr! povero Sciumiatski. A. D. RUTH ELIZABETH DAVIS è nata a LowelJ nel Massachusetts, ed ha ventinove anni. Giunse a Hollywood ch'era già un'attrice famosa sulle scene di New York. I giornalisti e i fotografi del dipartimento pubblicitario, accorsi a riceverla alla stazione, tornarono in ufficio senza averla nemmeno notata; credettero di essersi sbagliati sull'orario del treno, quando il telefono squillb. • Sono arrivata•, disse una voce timida e dolce. Piccola, esile, senza rossetto, Bette non aveva l'aspetto d'una celebre attrice. Quando i produttori la videro, con quella sua atia di ragazzina fuggita di casa, pem1arono ad uno sbaglio del loro agente di New York, che aveva avuto l'in...:arico di scritturarla. Per mesi e mesi, Bette fu lasciata in attesa di una parte, poi venne messa in libertà: le dissero che non aveva u:i:. appeal. La famosa Davia, allieva della scuola drammatica di John Murray Anderson, compagna d'arte del grande attore Richard Bennett, padre di Constance, trascorse cosi due anni difficili cd oscuri lavorando in piccole parti generiche e senza rilievo. Il suo successo nel cinema è dovuto ad un P,tstito. Bette fu prestata dalla \Varner alla R.K.O. per il film «Of Human Bondage •· Fu il film che la rivelb come una grande attrice drammatica. A proposito di questa pellicola, ,,j fu a Hollywood una rumor08a campagna giornalistica. La stampa cinematografica rimproverava aspramente ali'« Academy of Motion Picturea Arts and Scienccs • di aver dimenticato Bette Davis nell'assegnazione dei premi annuali. Il risultato dello scandalo fu che l'Accademia decise di assegnare un prtmio speciale all'attrice. Ma Bette non ne sapeva niente; né vi fece gran caso quando lo seppe. In quel tempo trascorreva le sue vacanze a cinquecento miglia da Hollywood, attendata con suo marito Harmon O. Nelson in uno dei tanti campeggi per automobilisti. Harmon O. Nelson dirigeva un'orchestra nelle vicinanze del campeggio e Bette si divertiva a far da mangiare e ad occuparsi delle faccende domestiche. La sua passione, in fatto di cllcina, erano le uova fritte e il pane tostato. Bette indossava sempre i pantaloni e una camicetta a mezze maniche. Durante il giorno leggeva, dormiva e giocavt1 col suo Scottie: BETTE DA.VIS (W1n:i1r Bro,, & Vlt.apho111Ploturu) ella sembrava cosl uno di quei ragazzi biondi e fragili che si vedono nei parchi delle famiglie aristocratiche di \Vashington. Alla sera si aggrappava al braccio del marito e insieme facevano una passeggiata a piedi, sotto la luna. Aveva il gusto delle passeggiate notturne, e si abbandonava volentieri a chiacchierare a lungo, come una bambina. Bene Davis ama molto suo marito: lo chiama Ham. Ham, evidentemente, è una contrazione del nome Hannon e significa prosciutto; ma sta anche in senso di persona molto buona e docile. Bette non ha simpatia per la vita di SO• cietà; se ne sta appartata il più possibile. Cib dipende dalla cattiva opinione ch'ella si è fatta delle donne, e delle donne di Hollywood in particolare. Solo gli uomini le ispirano fiducia. « Io penso che le donne sono terribili •• dichiarb un giorno Dette Davis. • Se vi prende la voglia di confidarvi con qualcuno, fatelo con un uomo. In tutta la mia vita non ho avuto che due donne amiche: una era mia madre. Fin da bambina ho sempre avuto l'idea che le donne fossero terribili, e Hollywood non mc l'ha cambiata. Per esempio i c./ubs di donne, di donne organizzate, sono per mc una cosa tremenda. Io non saprei cosa fare ad un club di donne. l sessi sono stati creati perché si mescolino a scopo di divertimento. Le donne riunite senza la presenza dei maschi non ascoltano mai quello che si dicono fra loro. • Le donne mi hanno sempre sospettata perché ho troppi uomini come amici. Gli uomini che i? conosco mi fanno le loro confidenze, mi parlano dei loro dispiaceri di cuore, delle lorò ambizioni, del grande romanzo che scriveranno, della musica che comporranno. Dico~o che io so ascoltare. Ma se vi accade di essere il genere di donna che piace agli uomini, siete dannata per sempre. Specialmente nell'ambiente cinematografico. Non ci sono abbastanza uomini a Hollywood e c'è molta richiesta. Ham, mio marito, è 'il solo uomo che io abbia amato e desiderato. Ma le donne mi sospettano lo stesso. A Hollywood le donne mi spaventano a morte. Passano la loro vita domandandosi se sono riuscite ad apparire abbastanza sessuali senza essere troppo sessuali. Non riescono ad avere un'opinione di nessuna cosa, eccetto questa: che un uomo con denaro è meglio di un uomo senza denaro, ma un uomo qualunque è sempre meglio di niente. Credono di essere molto importanti, ma non ne sono mai convintej mescolano allora dei nomi famosi alla loro conversazione, e cib aiuta a rassicurarle che sono realmente importanti. A sentirle parlare, sembra che le cose più preoccupanti della loro vita siano "i vostri domestici e dove comprate i vostri abiti". • Se non fosse per le donne, io credo che Hollywood sarebbe un posto abbastanza simpatico e decente. Esse dànao un valore artificiale a ogni cosa. Non han~ no alcun senso della lealtà. Ne ebbi la prova più evidente quando io e mio marito, tempo fa, andammo nell'Est. Eravamo invitati ad un ballo di inaugurazione. Con mia gran gioia mi fu presentato Franklin D. Roosevelt. Mentre ci stendevamo la mano, si ruppero le spalline del mio vestito. Le donne furono orribilmente scortesi; come te le avessi offese, nessuna venne in mio aiuto con uno spillo. Non sono mai stata cosi imbarazzata in vita mia. Gli uomini salvarono la situazione mettendosi tutti a ridere, Sono sicura che le donne presenti a quella SC• ra sono ancor oggi convinte che io lo abbia fatto opposta. « L'amicizia è rara come l'amore. Cib è ancor più vero a Hollywood che altrove. Le famose stelle, le donne fatnh, hanno cosi poca fiducia nel proprio charme, che si scelgono per gelosia amiche grassocce e insignificanti: tuttavia le amiche deb• bono essere sempre della stessa condizio• ne sociale, se non della medesima classe finanziaria. •1o penso che la prima cosa che disgu. sta gli uomini sia il poco senso di adattabilità delle loro mogli. Lamentarsi delle cose che non possono essere evitote è il difetto fondamentale della donna. ,A volte io desidero di essere una piccola ragazza in un villaggio di campagna, con un fidanzato che abbia solo cinquanta centesimi la settimana da spendere per portarmi al cinematogrRfo. La vita ideale per una donna è maritarsi a diciassette anni, avere molti bambini e non cominciare mai ad analizzare gli uomini. •Le attrici dalle grandi carriere incontrano la loro Waterloo quando non riescono più a tornare a casa e ridiventare delle semplici "piccole donne". La maggioranza delle donne è ipocondriaca per natura. Esse vogliono essere compatite. Anch'io, a volte, lo faccioi allora Ham piglia su e se ne va. E il miglior sistema di cura per u~~~~n;:s:r~:i~~~n:vs::~rtentc è l'osservare come si comportano le ragazze di Hollywood quando perdono il loro contratt.o. Cercano subito, dispera~amente, manto. Mentre hanno lavoro, disprezzano gli stessi uomini ai quali corrono dietro nella disgrazia. • Io credo che le donne siano molto simili, in tutto il mondo; e penso che sono veramente terribili•· GINO ',,1SENTINI
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