UNA REOENTl! FOTOGRAFIA DEL X:BONPBINZ GIORNATE COKLRONPHINZ I RO SEDUTA su una panchina e mi fece chiamare. Guardavo come gli presentavano la servitù; dava la mano a tutti, in segno di approvazione. Pochi momenti prima, una ragazza alta che s'era seduta accanto a me mi aveva detto: e Sa, io lo conosco bene; a Trieste giocavo sempre a tennis con lui>. La rividi più tardi. Domandai al Kronprinz: « Ma l'ha conosciuta? >. e ]ampil ! > rispose. Mi fece chiamare e m'invitò. Con molte parole frivole e superficiali, mi mostrò piccole fotografie di donne in- ~ignificanti, che aveva conosciuto in Italia. (Più tardi mi disse: e Tu mi sembravi austera, un tipo che intimidi!cc >. Mentre lui non intimidiva). Bevemmo il tè; la tavola era piena di dolci, che nessuno toccava. Intorno sedevano l'aiutante, un tedesco roseo e nordico e altre persone. li giorno dopo mi telefonò. Parlava un suo particolare francese, con accento attraente e con errori. Le sue governanti erano state inglesi; a tavola le forchette erano posate all'italiana. Parlavamo un francese mi.1to di italiano, inglese e tedesco. Cominciai a parlare italiano, e lui si mise a ridere: e Oh! comme tu /'arles vite! ... Piccolo, piccolino, piccolissimo, piccoletto ... >. Si rimaneva disorientati di fronte a certe maniere infantili; in seguito, questo suo modo abituale aj• sumeva un carattere affettuoso. Mi condusse in camera sua e mi mostrò tutti i suoi vestiti, gli spilli e le cravatte. L'azzurro era il colore preferito; azzurri erano i suoi occhi, fermi e penetranti, e la sua cravatta. Spesso portava un grosso maglione grigio. Curava la sua· bella persona con estrema compiacenza. Qualche giorno dopo il Kronprinz ~~t~ ~!~toi~h~ 0 ~:m~~~t~lvc:~t? a~~: _ci: anch'io ho pensato al suicidio>. Ma in seguito, il solo e atteggiamento > che ricordasse e quei pensieri > pareva che gli fosse importuno. Il suo modo di allontanare ciò che gli dispiaceva era sempre estremamente cortese, affettuoso. Non voleva che ~li altri fossero tristi, che avessero dispiaceri da sopportare: « Oh 1 mais 110n ! >. Delle cose sue tristi si parlava di rado; brevi accenni, confidenze semplici: sapeva essere umano. A tavola, qualche volta si parlava apertamente: e Perché non vi siete messo a capo dei vostri soldati fedeli? >. Egli cominciava a rispondere con espressione concentrata : questo riçordo tormentoso pareva che gli togliesse ogni vigoria e chiarezza. Mi di$SCche mi avrebbe regalato il suo libro. Ne trovammo qualche copia da un libraio. Lo regalò 'Sorridendo, assieme a « Gentlemen prefer blondes >. Il suo umorismo era infantile e bonario; talvolta poteva sembrare inconsiderato e insistente; ricordava ogni particolare che lo aveva divertito, le scene, i personaggi, le parole. Mi trovava mordente e si divertiva. Quand'eravamo tutti riuniti, in tre quattro lingue volavano gli scherzi pungenti, a tal punto che un giorno dovemmo quasi smettere. Mi ricevette in salone e mi disse che il povero von S. soffriva troppo; non potevamo più scherzare. Fuori dell'ambiente consueto, tutti apparivano preoccupati : questa loro «paura> mostrava in piena luce uomini fuori patria, soli, senza nessuna certezza. Al mite von S. successe il vecchio colonnello von F .. Un giorno, andammo sul Vesuvio: era aprile. Avevamo grosse mantelle, pre5C in affitto; • ci investì un vento pauroso e fumo: eravamo incerti nell'avanzare e cercavamo riparo; a terra c'era neve : « Biso~a scriverlo a casa >, disse il Kronpnnz. Una volta, mentre salivamo in automobile, ci avvolsero le nuvole: e Nous - sommes - da11.s - les - nu·a-ges! ,. declamava il vecchio colonnello, incerto e patetico. Questa fra.se divenne la parola d'ordine. La baronessa Barbara von K., mentre eravamo fermi, pestò furiosamente una grossa farfalla conifera: « ]e déteste! Orrore ». Questa piccola baronessa slanciata, con la testa grande, gli occhi color nocciuola, senza trucco, era capricciosa e crudele. Parlava poco, beveva vino rosso riscald~to sulla stufa, mentre lavorava intorno a piccole teste in plastica. Quella del Kronprinz era perfetta. L'aveva esposta al club di Ber• lino. Barbara aveva una bella figura e bei vestiti, portava la cintura alla vita; apparteneva alla nobiltà di campagna; era divorziata da un ricco marito inglese. Qualche volta mi faceva entrare nella sua camera e mi mostrava i suoi cosmetici, che non usava, e i vestiti i cui modelli inventava e disegnava da sé. Elegante in casa, quando usciva si vestiva quasi dimessa. Una volta andammo assieme a comperare un impermeabile; irritata, diceva che non bisogna preoccuparsi del giudizio degli uomini, per la scelta degli abiti: bisognava scegliere con la propria testa. Non sapeva ridere, né conversare; il Kronprinz non era contento di lei. Tutto poteva interessare il Kronprinz: il macchinario e il funzionamento della funicolarc ; il selciato, le abitudini di certe principesse, la politica italiana, le frottole che si dicevano intorno ai principi reali dei vari paesi, quel che si poteva dire in Italia di « Galles ». Chi s.'l perché, si doveva parlare dei principi reali sempre in uno speciale modo. I pasti erano quasi frugali: senza pane, un dolce tremolaT)te, uova apparecchiate, pasticci di carne o di oca o di pesce senza sapore. (Una volta, .t5saggiarono latticini frcschi 1 che noi avevamo offerto come una rarità, e li trovarono immangiabili). Il Kronprinz assaggiava distratto, in un quarto d'ora era finito il pranzo, e si rimaneva seduti a bere liquori per tre o quattro ore. I commensali possedevano l'arte del conversare, vario e interessante. lo bevevo come una tedesca, cd essi si divertivano. Durante il pasto, vini rossi, bianchi, birra, cliampag,ie, Alle undici l'arlillo von F. ci accompagnava in una vetturetta traballante e fino al momento di metterci in treno era un continuo scherzare. Dopo i primi quindici giorni trascorsi al mare, furono tutti rossi di sole, cotti e con il raffreddore. Nel viale stretto con le aiole spiegate e-i mandarini svelti, un ronzìo tenue, un senso d'aspettativa, una intesa tra il ciclo vasto, sbiadito e gli alberi as• sorti. Noi, con le spalle alla siepe, sdraiati '\U sedie di legno, ci mettevamo al sole. e Una cosa ho in comune con mio padre : questo amore per ìl sole». Aveva amato molto la madre: < Era una donna semplice, piena d'intuito; mio padre s'invaghiva di certi tipi equivoci che lo consigliavano male. Ess.'l subito capiva chi le era di fronte: ma non comunicava mai la sua impressione>. Un giorno, per giungere alla Torre Scassata, camminavamo lungo il binario; poco prima era passato un ferroviere e gli avevamo domandato : « Di dove passerà il diretto? >. e Da questa parte "· E noi passammo dall'altra; dopo pochi minuti ci fu addosso la macchina, che svoltava la curva. Ci riversammo sulla scarpata curvi verso le .viti. Dopo il fragore, ci guardammo; egli motteggiò; dai finestrini c'erano arrivati addosso acqua e cartacce unte. Il Kronprinz era un buon amico; si poteva dire ciò che ci passava per la mente; sapeva ascoltare, desiderava di capire e raccontava mansueto, con abbandono amichevole. Un giorno, giunse inatteso Luigi Ferdinando, il figlio del Kronprinz: un ragazzo alto (assai più del padre) con una fronte affascinante. Parlava cauto e dialettico : una gioventù che si maturava linfatica e ricercatrice. Disse che sarebbe partito la sera stessa. e Perché non rimane un altro giorno?> gli chiesi. Egli fece una < dimostrazione che non si doveva>. Poi convenne con me che si poteva dimostrare il contrario; in definitiva, perdette il treno. La sera andò al cinema con i pescatori e fu sul punto di cadere in trance mentre fingevamo di ipnotizzarci : era diventato assai pallido. li padre fu scandali1.2ato. Andammo a Montecassino. Lulù (cosi era chiamato Luigi Ferdinando, che non voleva essere chiamato con titoli) in auto dormiva ; i capelli lucidi e neri gli scendevano sul viso. Glieli appuntai con forcine invisibili. Forse trovava Barbara abbastanza piacente, ma aveva l'aria d'un ragazzo casto. Di tutto Montecassino tutti s'interessarono di don Onorato W., con la sua bella testa asciutta e la sua favolosa storia. Ci condusse ìn automobile un maniaco della corsa, e per miracolo non ci schiacciò contro un muro, nell'ultima svolta, su al convento. Lungo la strada i tedeschi erano preoccupati, e Barbara aveva mal di mare. Lulù era gentile con tutti; distribuiva il tè soavemente : poi diceva di uno : e Quell'uomo non mi piace. Il est grossier >. Sulla strada di Poggioreale ci fermammo. Luigi Ferdinando scese e si mise un floscio cappello scombinato : assunse l'aspetto d'un viandante comico. La sua lunga persona elegante era vestita di solito con brutte stoffe. Tra padre e figlio i rapporti erano giovanili; il padre si ritraeva ferito, quando il « morbido meridionale >, con la sua parlata mezzo spagnola mezzo italiana, attirava l'attenzione degli ospi- !~a;~~11f1 f:c~!~'/! f<~~:a~~ri:~~! ~~.~: l'esilio al figlio, con fitti caratteri: che, poiché e lui > non era ancora morto, egli non doveva fregiare la sua iniziale con la corona imperiale : il Kronprinz scoteva la testa. li figlio più giovane, Guglielmo di Prussia, voleva dedicani alla famiglia e alla agricoltura. Luigi Ferdinando era filosocialista e raccontava che nessuno era stato tanto gentile con la famiglia imperiale rimasta a Berlino quanto i e rivoluzionari>. Pochi momenti prima di visitare Mussolini, il Kronprinz era irrequieto. Eravamo in albergo. e Non mi è mai accaduto di essere così emozionato>, mi disse, « eppure ho conosciuto una infinità di personaggi>. Mi lasciò improvvisamente e si recò al banco della signora che vendeva scialli in albergo· bevve al bar e partì. Al ritorno, parev; assorto : atteggiamento e parole erano pieni di riserbo. Disse che Mussolini aveva l'aspetto di chi lavora molto e che lui gh aveva detto: < Avete fa'tto del buon umorismo facendo pagare la tassa ai celibi pro Maternità e Infanzia>. La mia curiosità non fu altrimenti appagata. La baronessa Barbara von K. preferiva il folclore, il Kronprinz il Grand H6tel. Un giorno andammo a San Martino, come per un rito: una corsa per le sale, per affacciarci al balcone dove egli _sie~a affarcciato con il padre, molti anni pnma. Nel sole si alzava un idrovolante. e A me piace ritornare dove gi~ sono_ stato_»_, disse il Kronprinz, e m quei prec1s1 posti; odio i musei e le gite turistiche>. S~bbcne le <;ionnegli sembrassero tutte mteressant1, sapeva apprezzarle singolannente per quel che valevano da osservatore privo di fatui entusia'smi. Diceva di aver ~ovato « tra le piccole ebree » donne d1 notevole intelligenza. Fumava sigarette « Kronprinz > con bocchino di ca~nuccia, ininte;rottamente e ne offnva senza limiti. Nell'esilio, in estrema miseria, aveva venduto il suo violino. A Roma conobbe un capitano e l'ascoltava come un oracolo; costui una sera si mise a dire che i Greci erano i « veri » Protestanti ; i Greci che fin dall'a~tich~tà avevano protestato contro gh dèi. Osservai che il capitano ?iceva cose assurde, che non aveva le idee chiare; il Kronprinz si mostrò seccato: « Mais oui, il a rai1011 >. Era sconveniente che io non approvassi le affermazioni d'un capitano che portava così bene la divisa italiana Non era abituato a pagare Personalmente. J?opo una gita in tassi - attesa e ritorno - a San Martino mi ~ettcva cin~ue lire sulle ginocchia e diceva gentilmente: e ça va bien? >. e Oli oui, très bitti! > rispondevo ridendo e lui era soddisfatto. Una. volta, Lu_igi Ferdinando ebbe la cattiva sorte d1 perdere il treno che doveva condurlo a Taormina e ritornò da~ padre. Ma fu un dramma; il Kronpnnz non ammetteva che si perdesse 1I treno. Gli amici di Lulù dovettero intcr~cnire per farlo ospitare ancora un giorno. Odiava i giornalisti : uno riusci ad avvicinarlo, imbarazzato e congestionato. Riuscì a fargli due o tre do• mande: mentre soddisfatto si accingeva a farne delle altre, fu gentilmente congedato. Si poteva rimanere con lui lunghe o_re a chiacchierare o a leggere. Paziente e incuriosito, si metteva a di'jegnare ~n profi!o; se il soggetto risultava piuttosto imbruttito stracciava il foglio. Pareva che non' ~i annoia'\Se mai, dotato di una eccezionale vita• lit.\; talvolta seguiva un suo capriccio e allora non teneva conto di situazioni particolari. Dopo il tramonto, si doveva stare in ~asa. Non aveva _nessun amore per 11 crepuscolo; considerava noi italiani fortu~ati e possessori inconsapevoli di una ncchezza inestimabile: il sole. ANNA ROSSI FILANGIERI L '11pp1re1ccl,io per il rli!etta11te esigente col luminoso .in.tuig-m,uicoApotar Ag(, l: ◄ ,S .id.itto per ogni genere di fotogn hc .i cominci.ired.illa po~ fino .il11. prcu del movimento più vdocc. È munito dc:! nuovo otturatore Pronto!' II pcrtrmpi d'esposizionedi '1,1/1,1/s.1/10, ,f,s, ,/10, ,i,oo, 1/150 di secondo. Inoltre qucstCI nuovo modellodcli,noi> serie Billy Recordh.1u1n autosc,Uto incorpouto ncll' ottur.1torc stesso. Billy-Record-Ag/a•F4y con otturatore Prontor Il Richiedete il c.ahlogo gcncr.ilc degli .ippuccchi e pellicole Agf.i alt' 4,,fa-'foto S. A. PRODOTTI FOTOGRAFICI . '!fl fl MILANO (8-p) - PIAZZA VESUVIO, , 9 t linalm~te pron1a la ri•t-.npa ddl'l::addope,dla ModU"lla mutnta, in !i volwni, ~r b qo-1e e "ltO tonKr'VltO iJ prezzo di L. 75. u.-ENCICLOPEDIA luHuota, compleea, illuttnti.Nim_a, •1rriorn11• aeli ultimi 1vvcnim"1ti, in iroui volumi di tVU 6oo pqine Ouaano, 310.000 V'OQ, -4000 iJlustruioni :c~~:;oc;;;soleL. 75? Oueato miracolo • •t•to c:ompiuro d•ll' la1in.ito Editoriale Moderno con i'bdeloP6d.fa. llloden.& mutrata, l'OJM'ra•1/c«d, ehe in p«.hi mo.i ba venduto per oltre 90.000 eopitl Com~eta, 11upend•, aecuru11alm1, ,tampata 1u ea.rtt. eltflnlt, cHa Sci:=:~~~=.'.~~,~~:~"~; <::'t; ~:~ ~u• Italiana, i neol.0i:i1m.i, le parole ttr&ruere: t b pnm• Enciclopedia haliana con1tnmte I• ,·ou "Jmpuo hoJwmo In A. O." • Si 1ped1K.On0 i cinque volumi lll INocll1111, eon 1o0lid•eutella, OOfllro nmeaa di L. 75,- ■U'ISTITUTO EDITORIALE MODER,'1O, VIALE LO~rnARDIA .r,..· 86 • MILA:'1~, o c:on richiau «.ntro lHttnO, PROSPETTO GRATIS. :-.on II fUU1ti.ee l'e~•alone dell! ndùett~ puveri~te ali' ISTITUTO EDITORIALE MODERNO oltre il 31 Ouobe ron. Desiderando 11 tipo rile1ato. con mobiletto, aetiwiaen L. 2s.- RADIOFONOGRAFO 8 VALVOLE- 3 ONDE C.GE.253 L'APPARECCHIO CON IRIDEFLUORESCENTE DI SINTONIA L.3250 11od.Consoll"L.25QQ BANCACOMMERCIALE ITALIANA FONDATA NEL 1894 BANCA DI INTERESSE NAZIONALE CAPITALE L. 700 MILIONI - RISERVE L. 147.596.198,95 MILANO 300 FILIALI IN ITALIA ED ALL'ESTERO Milano, 25 Settembre 1937-XV Il comtn(tCio tJkro dtll' hal«J è in ripresa. Per aculuarlo ,d.~u,endtrlo:1.'trfar ~onosc~rti n~,stri prodotti in ogni parte del mondo, part?no !empie piu frequenti 1n q1ftJti me.si ogent~ e i:iaggiatori di com~rcio. A.uenti da/I Italia ptr settimane o fH:' m~s1, _dovranno soggro,ruite in dù;er,i paesi, con valute di- ~rst t talora .m.alftr"';t,.M'.Ptn«J_i di tempo speuo imprevedibili. Come ttitare te noie. t contrattempi. 1grac, rischi e le .s1c1.ne perdite di cambio? Come auicurarJi. conuo /i ti e :''?°rrimtn~i? Basta '?unirsi ~i Trai;ellttJ' Cheques dtdla B. C. I. per l'ammontare 1 udi dwt.Ja.. a.11ioru:ac? dall .lst.camb,. I 8.C.I. Ttal,'tlkrs' Chtquts 1uili:zal,i[i all' tsttro sono tmt.Sfl in ~ollari, slulint e /:an,chi francui., al prez.:o dei biglieui banca, .\tn:a commusu>ne ne s~sa alcuna. S1 mcauono o si cambiano (X.>unques,en::.aformalilà ni :sp~se. TUTTE LE OPERAZIONI E TUTTI I SERVIZI DI BANCA ALLE l\1IGLIORI CONDIZIONI
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