( LETTERE. ALDIRETTORE ) ILMOMENTO ~~~.r©@Jill..1:il!@~ La Plaia (0atania.), settembre. <Sa.t-0 ~w.etl:o,:,e, No, non è vero che qui si parli molto. Anzi, è vero il contrario. Jn Sicilia, la · vita intima fa a meno delle parole. Una madre e una figlia possono trascorrere un'intera giornata dietro il balcone, scambiandosi due o tre frasi. Poche cose hanno da dirsi il padre e il figlio, quando, per un caso, fanno insieme un po' di strada. Nulla i fratelli che dormono nella stessa camera, tolta la domanda di ogni notte : « Spegniamo la luce?,. Le donne poi, specialmente quelle che covano grandi affetti e passioni, son capaci _di morire lasciando la persona che hanno amato, sia essa il figlio o l'amante o il marito, col ricordo di pochi mono!illabi. Al contrario delle donne del nord, che riempiono la casa del loro infinito chiacchierìo e già a vent'anni si trovano ad aver detto un numero straordinario di frasi gentili. Ma quando queste donne stanno per addormentarsi hanno già sprecato tanto. Le due situazioni si bilanciano. Lei mi dirà: ma se tutti sanno che i popoli del sud assordano le orecchie coi loro gridi ! t vero: essi gridano. Ma gridare non è parlar molto: è pronunciare a voce alta talune delle poche parole della giornata. L'amicizia ha in Sicilia ~andissima importanza, perché l'amieizia è appunto la felice situa.zione di due che trova.no sempre qualcosa da dirsi. Ad essa soltanto è riservato il piacere della conversazione anche se espressa in parole tronche e in segni d'intesa. Le dirò che qua.lcuno è rimasto scapolo solo perché il matrimonio comportava un addio agli a.miei, anzi all'amico, e consisteva per lui nel passare da una compagnia allietata dalla parola a un'altra taciturna. • In ogni modo, quest'attitudine al silenzio qui alla Plaia (si chiama così una delle spiaggie di Catania : la sabbiosa) fa veramente prodigi. Sotto i grandi ombrelli, che lo scirocco piega verso ponente, stanno pigiati gruppi d'uomini e donne che raramente scambiano una parola. Si tratta di piccoli mondi, antichi e moderni; nel mezzo un vecchio signore vestito di nero, e una vecchia signora che al sole mette la gamba destra o la sinistra; intorno, ragazze che non portano le lenti nere perché hanno occhi bellissimi; tutte in costumi da bagno corretti. Bambini completamente nudi hanno accanto cameriere con le zappette e i secchietti in mano, tutte vestite tranne çhe nei piedi. Talvolta un ufficiale in divisa capita a far visita prima di partire per il nord. fn questi &"ruppi, tutti gli affetti e tutti i legami sono rappresentati : c'è il nonno, ci sono i nipoti, il padre, la madre, la zia, la suocera, il cognato, ci sono anche i fidanzati. Le parole sono rare, gli sguardi degli uomini supini volano verso le donne degli altri ombrelli, l'infedeltà della fantasia non ha limiti. Talora, uno di que-.ti gruppi si allinea fuori dell'ombrello; i visi hanno un'c,pres-.ionc sgradevole e sconcertat..1 i bambini imparano per la prima vo'lta un sorriso falso e privo di gioia: tutto questo termina quando il -.ignor T. L., ritto davanti al gruppo, fa scattare l'obbiettivo. LA BA.OOHL'TID'AEL B.ABDOll!NTEtCL6oaBhtmall'uoha dell'EllHo) Le fotografie balneari hanno spesso un motivo sentimentale. Il signor T. L. fotografa tutta la spiaggia per catturare, senza dare sospetti, l'immagine di una ragazza. Naturalmente, sia perché in quel momento la mano del signor T. L. ha tremato, sia perché la ragazza è ormai annoiata di questo personaggio che da cinque anni la guarda col viso muto e sconvolto. l'immagine desiderata è proprio l.1 sola che risulti sfocata e pressoché invisibile. Le fotografie, sempre per quella cautela che guida gli atti del siç--nor T. L., definito da tutti « uomo seno i.i, e gl'impedisce da cinque anni di rivelare i propri affetti, vengono tutte allineate nel salotto. Un numero esorbitante di persone sconosciute popola dei suoi corpi nudi, che, grazie alla potenza dell'obbiettivo, sembrano perfino in rilievo, la stanza del signor T. L.. Solo la ragazza, per cui il signor T. L. è diventato fotografo 1 deve fare, nell'ingrandimento, la parte di una cara scomparsa malamente evocata e, senza viso, coi capelli quasi canuti, aspettare che il tempo la tnufonni in una macchia gialla. 1n generale, l'obbiettivo fotografico eccita, in modo assai forte, la fantasia di coloro che devono posare : persone di natura pratica, commercianti di arance, eccellenti professionisti, quando sono chiamati alla posa, cadono in preda a un estro pittorico veramente bizzarro, e i quadri, che compongono coi loro corpi e qUelli dei familiari, sono di un'audacia incredibile: ecco piramidi di donne sostenute da una base di uomini e sormontate da bambini o da un cane che latra di paura; ecco ruote di figure umane che, stese sulla sabbia, tengon ciascuna i piedi sulla fronte dell'altra; ceco un viso di vecchio che fa un'immensa boccaccia e, sopra, sotto, di fianco, un grappolo di altri visi rotti da un'orrenda risata. Passato il « momento fotografico,, tutti si ricompongono nell'ombra degli ombrelli, e tornano al prediletto silenzio. Pensieri di ogni genere visitano quelle teste protette dal sole e spesso, mi creda, pensieri profondi e irnrnortali1 di tutto mancando queste persone tranne che del genio. Strambotti dialettali e sonetti m lingua ronzano alle orecchie, e i segni di una vita intima molto sviluppata si rendono visibili in quest'arte di tacere insieme. Ma coloro, che sono sprovvisti di fantasia, offrono uno spettacolo miserando. Lei vede errare sul mare barconi pieni di giovani dai capelli neri e irti come il fil di ferro. Uno è a cavallo sulla prua e, coi calcagni, ora batte il mare ora sprona la barca, ~li altri stanno ai remi, coll'aria affaticata dei galeotti, asserviti come sono a un duro padrone : la noia, dai cui comandi vengono spinti a destra e a sinistra 1 finché, lru:ciata la barca, ciascuno non siede in disparte dall'altro, con le ginocchia incrociate e una palla di sabbia tra -le mani. Quan<,io, sopra un moscone, in mezzo alle acque appare la cantante che, la sera avanti, ha debuttato in un teatro all'aperto, una selva di piccole imbarcazioni si stringe tutta in quel punt<? e l'~lleçria fa ~altare come delfini i g1ova111e 1 ragazz1. Su una terra che ha tutte le attrattive, capace com'è di offrire, nel giro di pochi minuti, una spiaggia di sabbia, una riva di scogli, un bosco e una montagna altissima, questi uomini vivono impacciati. Difatti, il bosco, che porge la sua ombra a pochi metri dal mare, è tenuto chiuso col filo spinato j la riva che si stende, per chilometri, con la più fine e dorata sabbia di questo mondo, è legata alla città da una strada ammorbata dalle concie; i pae- ~i della montagna non sono provvisti né di 1>ensioni né di alberghi. Cordialmente. VITALIANO BRANCATI R EL POMERIGGIO del 16 settembre 1910, il signor Dorsatz, guida alpina di 76 anni, sale per la I06• volta sulla cima del Monte Leone per avere l'onore di piantare lui le due grandi bandiere che debbono servire nelle segnalazioni occorrenti al temerario volo. In quel punto il gentiluomo peruviano deve compiere la traversata delle Alpi. Giornate emoz.ionanti!Sime. Dibattiti vivaci sulla stampa internazionale pro e contro questa follìa. La Svizzera e la Lombardia vivono ore di indicibile orgasmo. Fannan è sul posto a incoraggiare il suo campione Weymann che tenterà pure la prova sull'ultimo apparecchio uscito dalla celebre fabbrica. Ci sono 100 mila lire di premio. A Briga si è innalzata una grande palizzata, e i posti numerati per assistere al volo costano 100 franchi l'uno. Per tutti gH albergatori della rona è una cuccagna. Tutti gli alberghi sono zeppi, le stanze da bagno si fittano a 30 franchi al giorno. Sbarbato, serio, pallido in un elegante abito sportivo a quadratoni, Chavez, il gentiluomo volante, si aggira negli aspri sentieri della montagna mentre le turiste e i reporters fanno scattare le « kodak ,. «Capite?, egli dice a Barzini e a Christiaens, un amico indivisibile con i capelli rossi. « Farò la traversata all'altezza costante di ~-6oo metri. :E: una prova seria, ma affascinante,. Ma l'indomani capita un guaio: il Consiglio Federale del Cantone Vallese proibisce il volo, perché è domenica. La domenica si riposa e si prega, non si rischia la vita. E poi i bravi vallesi si riverserebbero tutti in eiazza a vedere gli aeroplani che salgono verso le nubi, trascurando Ja cerimonia religiosa. Così l'ansia continua. A Milano, l'attesa diventa ogni giorno più frenetica. Grandi cartelli sulla facciata di un palazzo in piazza del Duomo propagano notizie contradditorie sulla folla che vt..glia ansiosa. Gli audaci sono partiti. No. e stato un volo di prova. Intanto Chavez, in un angolo della sala da pranzo dell'Albergo della Po• sta, a Briga, fuma nervosamente. Il campione di Farman, · Weymann, un giovane distinto e bonario con qualcosa di ecclesiastico sul viso C negli occhi miopi socchiusi sotto gli occhiali1 conversa con un commissario, il barone Leonino da Zara. « Non posso supporre quello che farò>, egli dice, « mi regolerò sulle correnti, sarò pronto a sfuggire ai turbini, osserverò i moti delle fumate,. « Se cado>, dice Chavez in spagnolo, « cercherò di cadere su un bosco. Quando un aeroplano cade sui boschi rimane appeso ai ra..rni e non ci si fa gran male>- Anche le baite dei montanari sono affittate a carissimo prezzo. CorrisponLE ULTIKE liAONANTI denti stranieri sono andati a stabilirsi al Simplon Kulm, per le strade di Briga si incontrano cronisti di tutto il mondo, giungono treni speciali, e vibra nell'aria l'emozione che precede i grandi avvenimenti. Incomincia una settimana febbrile. « Brigue, Semaine d'Aviation, 18-,n Septembre, Traversée des Alpes ,, dicono grandi striscioni multicofori. Chavez e Weymann sono pronti alla partenza. A un certo momento, sulla piazza affollata di Briga, echeggia una voce misteriosa. Le comitive guarnite di coccarde e di nastri si fermano. La voce apocalittica suona: « Che cosa volete? Gli aviatori non ci sono più. Sono partiti. Tornate a casa e risparmiate il vostro denaro! >. La popolazione si ammassa e la voce continua il suo strano imbonimento. Viene dalla persiana chiusa di un albergo. Sono Chavez e il suo amico che parlano attraverso un imbuto da benzina : si divertono un mondo a quella proclamazione, fino a che l'albergatore non bussa alla porta, implorando di smettere una così dannosa pubblicità. 11 19 settembre Chavez tenta il primo assalto alla montagna. La montagna vince e l'aeroplano ritorna al ricovero, come un uccello atterrito. Tre giorni dopo, nell'hangar di Chavez arde una candela infilata o.I collo di una bottiglia. L'aviatore è in piedi, intento ad indossare un vestito impermeabile tutto nero. Egli è pallido e grave e la scena lugubre. Un giornalista inopportuno sussurra questa sinistra osservazione : « Si direbbe la toletta di un condannato a morte>. E il 23 settembre l'eroe peruviano spicca il volo trionfale e mortale. « Il prodigio si avvera, il grande sogno, la magnifica utopia>, scrive Luigi Barzini, « diventa realtà. L'uomo vince, il volo umano varca le Alpi >. Chavez è partito alle 13.29. Si eleva sul Riedalp, prende la direzione del Semµione, sparisce. I minuti trascorrono eterni. Gli sguardi degli spettatori occasionali (la grande palizzata a 100 franchi il posto è rimasta vuota, perché il volo s'è spiccato senza preavviso) scendono negli abissi tenebrosi e salgono tra le rupi alte, tra le nevi eterne, sopra l'oscurità dei pini. Presso il passo un gruppetto è teso spasmodicamente nell'attesa. A un tratto la voce di Christiacns: « Eccolo! Si ode il motore >. Anche i gendarmi piangono mormorando teuton.icamentc : < Mon Tieu! Mon Ti~u! >. Il volo s'inoltra sulle orride montagne. Qualcuno grida: « Chavez.! Iddio ti guardi! Evviva! ,. « .E. passato! Ha vinto! Vittoria! ,. Christiaens guarda ipnotizzato e dice con voce strozzata : « Non ancora ... >, Barzini si dà all'inseguimento. Incontra i primi italiani che applaudono e urlano: « E: passato! ,. Alcuni soldati alpini hanno visto l'apparecchio passare sul cìglione di sinistra. Così, Barzini n:m:~~sof1.unf: f~ila pr~m~is~~ At l'Ospedale! all'Ospedale! Un ufficiale si avvicina al giornalista italiano e gli dice : « e caduto, si è rotta una gamba. E: qui a momenti ». Ed ecco il povero Chavez trasportato nella sala operatoria. Vesti in disordine, occhi socchiusi 1 bocca tumefatta e sporca di sangue, un guanto stracciato rimasto sul petto, la g3mba sinistra fasciata sul calzone e chiusa tra due assi. Egli stringe leggermente la mano di Christiaens, il suo amico indivisibile. Spiega un tale che era proprio sul posto dell'atterraggio: « Le .1li hanno ceduto a venti metri dal suolo. Scendeva benissimo, con piccole riprese di motore. Crac, le ali si sono staccate e ripiegate, chiuse come quelle di una colomba. Dall'apparecdùo frac.u.sato lo abbiamo estratto sanguinante. Non ha perduto la conoscenza >. ta~t~a ~r:.:n~e« 1 è~a!vne~s~li~~taz.;:1i!~: mente a Domodossola. Viva Chavcz! >. I medici riscontrano la rottura della gamba in tre punti. Ma, come al solito, non si sono accorti della cosa più grave. E il cuore, il più malato: non sopporta il colpo. E l'agonia è molto triste. Quando entrano amici, Chavez dice: « Ah, vous voilà ... c'est gentil de votre part ,. Sulla saa testa è una borsa di ghiaccio. Qu::ilcuno trae di tasca un pacco di telegrammi. « E gli altri aviatori? , domanda a un tratto il ferito. « Hanno tutti abbandonato. \-Veymann e Farman hanno lasciato Briga diretti a Milano>. Chavez non sorride, ma in fondo agli occhi quasi spenti si vede che è contento. Ecco suo fratello. Si rassomigliano. Però l'aviatore è rasato e l'altro ha due baffetti biondi. « t un buon momento per farmi crescere i baffi .e coprire la cicatrice del labbro», dice Chavez in un momento di lucidità. E poi, rivolgendosi al fratello: « Come sci rosso! Hai bevuto alla mia salute?,. Il fratello è rosso perché ha pianto. Entra una bellissima signora bruna con un grande fascio di rose. Chavcz vuole alzarsi. « A1adame La Roche>, balbett..'\, « je veux me ltt1er! ,. I medici tolgono i fiori dalla stanza. La bella signora scompare. Entra allora un giovane ufficiale di cavalleria. Egli esclama inchinandosi sul volto dcli' aviatore : « Siete un eroe! ,. « Sì >, risponde Chavez con un leggero sorriso, e ma debbo morire! ». Queste sono le sue ultime parole : ha ventitré anni. D. c. UGO O/ETTI ACCADEMICO D'ITALIA ~ una delle ligure più alte e rappresentative ddla nuova cultura italiana. I suoi giudizi su uomini e cose banno ,ma risonanza mondiale, pcrcbé nutriti di vasta e profonda dottrina cd espressi con la maestria stilistica di un classico. Tutti gli italiani dovrebbero avere in casa le sue COSE VISTE che costituiscono la cronaca più intelligente e illuminante delle varie manifcstuioni della società contemporanea ♦ Ecco come le Co.ri vi..rti sono state giudicate: uBn, Ji r11do - mi um/,r-11, - '"' osurw1torr S~{IIUrl,/u tnlr 11rtrJi 11pprossim11rsIiI cio r/11 -..iJrr II rio chr non -..iJe,11rio rlrr si nprimr r II rio chr non s11oprimrrsi, " rio rlu si mNO'CsJirr11n_(is1i1JissimN/11,r II cio rlu ; immoto imm11f11tlor11/r.:J.<olte Ji 'l"ute "rou 11istr" ,ro,r so/t11nfo sono rispurl,i11tr m11interprd11tr. // -..rJitore; romprrnsorr, il nO'CJrl!1ttorr ; intrnJitou". GABIIJELE D'ANNUNZIO {•rii• 1,rf•{· .-11',Ji{,i•rlm J;<.:-e vi.te) "St ogni suolo 11-..uui,otuto ro,rt11n 11le1"'/iil,,-; Ji 11,nt11sprrir, farse /11 lrttrr11tur11it11/i11n11, ;,, p11tri1r1f11ori, s11reblusl11t1p1;;; r me.eliopopo/11rr rl,e non si" s11ruuo". PIETR.O PANCR.AZI (ll Roto dtl Culino) "È 1111JiupAtort ,ur,m,tissimo di 1,11u,osomm11,r,n,trrurrit11/a : t -.,; sono po,!,; srrittori ogg;J, rlrr, un{" 01tr11f1t{ionpr,ong1tnot1111l1v1/ilAn{11 11/11'l1""litd dtl loro stilr". SILVIO BENCO (Il Piccolo) Co.ri vi..rti To= pò= L.1!> CoJr, vÌJ'lt. TomokCondo., 1~ CoJ't-vi.rte Tomo tau ., 1~ CoJ'ev. l.J't, Tomoqt,iarto ., 12 CoJe vùtr, Tomo q1,1Ìnto"1~ CoJe vi..rte, Tomo KStO ., 1~ Ottocwto, novicinto i via ilicmdo L. 15 SuJanta (cle:3.antcv:olume:rilcfltO in tutu pc.Ile:) L. 20 LE OPEN.E DI UGO O/ETTI SONO PUBBLICATE DA MONDADOI?J
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