(CONTINUAZ. DAL N'OMERO 0 PRECBDBNTE) I 'JTIO faceva prevedere cne la Russia avrebbe ripreso in breve colla Spagna le relazioni diplomatiche interrotte. Nell'ottobre del 1856 due lettere di Alessandro II che annunziavano il suo avvento al trono, venivano conscf{nate dal suo aiutante di campo alla Regina Isabella. Il Governo pensa di corrispondere alla cortesia, e designa il duca d'Osuna come latore della risposta di S. M .. Il mese seguente vien nominato Ministro Plenipotenziario alla corte dello Zar di tutte le Russie. Una missione parte così p~r Bru.xelles, con a capo il duca, s~guito dal ~olonnello Quiiiones, e dal g1ov~ne sc_rmore Juan Valera, della carnera d1plomatìca. E Valera, che non può esser certo sospettato d'adulazione verso Osuna apre con questa giuJ.ilante apostrofe' la sua cronaca: e Ab ]ove principium ... Cominciamo dunque dal duca, nostra provviden-za e nostro Giove, e diciamo di lui che è la J:>ÌÙ eccellente persona e il più gran signore che abbia mai conosciuto in ~ita mia. Viaggiamo da principi, sosuam.o nelle locande di gran lusso, cd abbiamo vettura, servi, palco a teatro,. e tutt.o ciò che si può desiderare. Ì n:8'1ardi, le delicate premure e la nobile bontà con cui siamo trattati sorpassano ogni esaltazione e ogni elo~ g:io >. Da Bruxelles passarono a Berlino, e di qui giunsero a Varsavia dopo trenta ore di assordante ferr'ovia Quattordjci gradi sotto zero. Osun~ spen~c migl.iaia di franchi nell'acquisto d1 magnifiche lontre con cui coprire sé e tutto il suo seguito. Il suo segretario particolare è talmente stravagante e impellicciato, che i cani per poco !1on se lo mangiano, avendolo scambiato per una fiera dei boschi. A furia di tappe e d'ostacoli, proseguono la _lo!"<' marcia .fino. a Pietroburgo. Ch1us1 per otto g1om1 dentro le berlin_e,. co~dotti_ da postiglioni incappucciati d1 pelliccia, e trascinati da forti caval_li fumanti, prima su ruote e poi su shttc, attravcnano l'immensa steppa russa. Fanali accesi e vetri appannati. C_ie_logrigio, pianura bianca; neve sudicia nelle carreggiate; qua e là alberi intiriz"Ziti che stagliano rabbrividendo nel cielo le loro squallide braccia. E così arrivano alle sponde del Niemen gelato. < Il Duca, che ha fatto tutta la spedizione in uniforme credendo che ciò fosse un requisito I indispensabile>, così racconta Valera, e scese di vettura insieme con me e presa in mano la cassetta che cor:teueva le lettere reali, la strinse al petto come Cesare i Commentari e s'avventu,:ò a gu~dare il fiume, ag8"raopato al mio brace10 >. Eccoli giunti alla capitale. e Splendente come un sole >, il duca si reca a consegnare le lettere reali. Lo precedono due enormi sacerdoti mitrati, il Gran Maestro delle cerimonie cammina al suo fianco: dietro vengono il seguito e i dignitari. Passano attraverso una fuga di sale, l'una più ricca e più dorata dell'altra. Schiavi ne~ri in turbante spalancano le porte d ogni nuova stanza. Nell'ultima, come dentro un'antica cornice, Alessandro Il in grande uniforme. Il duca proferisce il suo discorso un po' turbato: lo zar risponde breve e lento. In breve tempo Osuna è l'idolo della Corte russa. I dignitari gli fanno dono ~i ~~~a g;i1f:;_:i~~~edt~~~~;e u~;[~:::; e di medaglie che dovranno più tardi riempire ben nove vetrine della sua grande· raccolta numismatica. Debbono corrispondere ai regali del duca, il quale non ha tregua nelle suè premure. Un capodanno, in memoria del suo antenato il granduca d'Osuna, invia magnifici ventagli alte dame della Corte e del corpo diplomatico. Lo Zar non riesce a formulare un solo desiderio, che Osuna non C!audisca. seduta stante. Alessandro II lo onora con multiple onorificenze, e lo tratta come se fosse un ambasciatore. Follie sulla Neva Un giorno, alla Corte si parla d'una mirabile specie di volpe azzurra, da poco apparsa in una remota regione siberiana, dove era ben difficile scovarla. Lo Zar vuole averne ad ogni costo tutti gli esemplari possibili, e manda alla ricerca una costosa spedizione di provetti cacciatori. Dopo molto tempo e grandi sforzi, fanno ri• torno con pelli appena sufficienti a far sì che il pellicciaio di Corte ne confezioni una piccola mantelletta. Lo Zar la regala alla Zarina. E mentre alla Corte si festeggia quel pellicciotto unico al mondo che avvolge le candi• dc spalle dell'Imperatrice febbricitante, il duca d'Osuna invia, a proprie spese, un'altra spedizione in Siberia, e al suo ritorno, ordina che con le pelli cacciate si facciano due grancU pellic• cie, l'una per il suo cocchiere e l'altra per il suo lacchè. La vita di Osuna in Russia ha l'aspetto d'un mirabolante spettacolo, di una serie d'effetti ottenuti a forza di trucchi teatrali. Quando il duca, in uniforme di generale, cavalca ore su orr, sopportando un freddo di diciotto ~r:l.di, per accompagnare lo Zar alle riviste militari, e gira sul mare ghiacciato, fra le navi da guerra imprigionate, con la sua magnifica slitta, altro non è che un autentico commediante. Gareggia e supera in teatralità tutti gli altri ambasciatori, anche quel francese conte di Momy, che prima dell'arrivo di Osuna era considerato e il più splendido ambasciatore del mondo >. e Sul tipo di questo palazzo doveva essere il castello che Don Chisciotte vide nella grotta di Montesino > così s'esprime Valcra descrivendo I; dimora in cui prese alloggio il duca di Osuna, e con i suoi segretari ed i suoi servi, ch'erano altrettanti duchi>.· t un edificio magnifico, d'aspetto imponente, e s'erge di fronte al ponte Ni. cola, sulla, famosa diga che separa. dal fiume la città artificiale, costruita a colpi di scudiscio sulle paludi e le dune. L'interno del palazzo è un barbaglio d'oro e d'argento, di specchi e di cristalli, e il giardino d'inverno risplende con la sua fontana luminosa, la grotta muschiata e le più ~travaganti e tro~icali ~iante di serra. Ai grandi pranzi c~e 11 _duca offre ai principi Dolgoruk1, Gahzyn, Odov, Gorciakov agli ambasciatori Wodehouse, Esterha: xy e Morny, e alle più belle dame della Corte! si serve la famosa zuppa di e sterletti >, che costa più di mille rubli d'argento: e con essa frutta trapiantata d'America, mentre vengono offerti fiori di Valenza e di Nizza alle dame, giunti in treni speciali allestiti come serre. < Egli maraviglia i cosacchi>, racconta uno storico, e con feste da Mille e una notte ... >: anzi si dice che in una di esse, dopo cena facesse gettare il vasellame d'oro negli abissi della Neva, solo per sorprendere una dozzina d'invitati. E:. sempre con questo stile da gran signore spagnolo che Osuna spezza le sue lancie nella steppa slava. Un giorno si reca al palazzo imperiale accompagnato da Quiiiones. Percorrono lentamente la sala barocca tutto in giro : oggi ar:riveranno. in ritardo, oggi si sentono più spagnoli che diplomatici. Osuna è giunto al palazzo protetto da uno splendido mantello d'ermellino costellato di croci e di decorazioni,' dove il ~le e il gel? si rifrangono come sul rigido specchio della Neva. Lo Zar è assiso sul. trono, circond:i.to dal corpo diplomatico_. La seduta è a porte chiuse : · è già cominciata, e tutti gli scanni sono occupati. Allora, taciturno e infastidito, il Grande dei Grandi si spoglia del proprio mantello, lo arrotola, e se ne vale per sedervisi sopra. Al termine della riunione, quando un cameriere gli porge all'uscita il manto ingioiellato da lui abbandonato per terra, Osuna lo rifiuta dicendo che un ambasciatore di Spagna non ha l'uso di portarsi dietro i sedili. Visite e camelie Il duca d'Osuna brillò splendidamente in quella Corte di donne. e Il duca ha portato seco >, dice Valera, e ed ha mostrato qui a molte dame un album di fotografie che rappresentano i giardini dcli' Alameda, il suo palazzo di Guadalajara ed altri castelli. Le signorine, e soprattutto le damigelle d'onore,· sgraoan gli occhi come tazze alla vista di questi chtlteaux en Espagne. Sua Eccellenza si serve di quest'esca, si pavoneggia, lusinga e fa l'Adone. Dice che si vuol sposare, ma fa le gran meraviglie quando vede le ragazze agitarsi per lui, ed esclama, con finta tristezza, che è il più gran disgraziato cavaliere che ci sia mai stato al mondo, e che non esiste una donzella che desideri cambiar 5tato fra le sue braccia >. Don Chisciotte più che Don Giovan1i, Osuna antepone alla passione umana le sue passioni di dandy e, come Lovelace, ben più che le donne ama l'amore. in Russia si trova a suo agio; prolunga la sua missione, e lascia che si cospiri in suo favore per non essere sostituito. Questo grande commediante ha finalmente trovato il palcoscenico che più gli si addice. Passa le mattinate facendo visite, e lasciando biglietti in ogni portineria. e Far visite >, dice Valera, « è la costante preoccupazione del du. ca. t veramente instancabile, e non capisco come non gli occorra riposo. Mai non si ritira né dorme; si veste e si spoglia sci o sette volte al giorno, non v'è festa cui non partecipi, né personaggio che non visiti, ed ~ a questo modo che, insieme con la sua sovrana gentilezza e la sfilza sterminata dei suoi titoli, si cattiva l'animo dei Ru.ssi. La notte scorsa è rientrato a casa alle tre o alle quattro del mattino. E alle sette o alle otto di stamane era già pronto per andare con l'Imperatore alla caccia all'orso>. Preceduto da magnifici mazzi di camelie, ecco che si reca a presentare i suoi omaggi alle bellezze nei loro imbottiti boudoirs, o alle attrici nei loro bianchi camerini. Come un sole, brilla fra gli astri maggiori : la bella Korsakov che fece colpo in Russia per i lineamenti e i gioielli fuor del comune; la principessa Matilde, che passò fugace-mente al braccio dell'opulento e barbaro Demidov; la principessa Jussupov, che pranza.va cullata da un'or- .4,-:~- l' . ...~. , . - 'À chestra~ di trenta suonatori e da mormorii di fontane; e la bella fra le bel• le, la nipote del grande Suvarov, detto l'Italiano dalle sue vittoriose campagne in Italia, la principessa Suvarova, con cui il duca fu sul punto di sposarsi. Più tardi corteggerà anche la principessa Radziwill, che sarà poi dimenticata per un angelo andaluso, la marchesa di Campo Alange, desiderata invano. La " Valchiria" 11 duca don Mariano aveva ereditato il patrimonio degli Osuna già un po' intaccato. L'amministrazione della sua ricchezza era affidata ad un consiglio di finanzieri, che nel 1856, allorquando il duca era a Londra, lo costrinsero, forzati dall'orgia dei suoi dispendi, a limitare l'assunzione di nuovi impiegati nella sua casa. Nel 1860, sotto la minaccia di bancarotta, non trovarono di meglio che dimettersi, e il duca nominò come suo amministratore generale il famoso Bravo Murillo. Ma quando Bravo Murillo, dopo lunghi studi, garantì al duca di riassestargli il patrimonio al solo patto che moderasse le sue spese, Osuna rifiutò sdegnosamente di limitare anche in parte il suo ritmo di vita. Don Mariano, al solo scopo di lasciare alla sua morte un passivo di quarantaquattro milioni di pesetas, aveva avuto bisogno di ereditare qualcosa di più che cinque milioni annuali di rendita. Per lui la misura giusta era quella del vaso sempre ricolmo. Messo al bivio della scelta, optò per una rovina completa, capace almeno di salvare la sua leggenda e la sua fama. Più personaggio che persona, egli volle eternamente recitare la parte del protagonista, ribelle ad ogni sudditanza. che non dipendes- ·se da Sua Maestà il Caso. Si dice che ogni volta che usciva di ca~a gli presentassero un vassoio carico d'oro, da cui toglieva alcune monete, respingendo il resto. Non acconsentì mai a dare un'occhiata ad un conto o ad una fattura, e la sua vocazione era quella d'incarnare in sé il mito favoloso del Corno dcli' Abbondanza. Ma come ogni prodigo, egli spregia la sua stessa fonte: nel marzo del '70, Meriméc lo incontra a Cann~, ed Osuna gli riferisce gli ultimi eventi politici della sua patria. I contadini t1ndalusi non pagano più il dovuto ai loro padroni ma Osuna commenta l'avveniment~ e senza indignazione né odio>, e Mcrimée resta stupito dalla serena dignità del m.tgnate spagnolo, in confronto all'abbattimento disperato degli emigrati francesi. Ciò può spiegare come mai la prima Repubblica spagnola non teme~, Dopo l'ambasciata in Russia, Osuna parve acquistare uno strano potere di ubiquità. Va e ritorna a più riprese in Russia, a Londra, a Vienna. Oggi è a Madrid come potrebbe essere a Pietroburgo. Nell'autunno del 1861 assiste a Berlino alle feste per l'incorona- -zione di Guglielmo I, ed alla sua consacrazione a Kocnigsberg. Il fasto e l'apparato sfoggiati in questa occasione son tali, che per onorarlo il re di Prussia cr~a appositamente per lui il collare adamantino dell'Aquila Rossa, e lo nomina Primo cavaliere del nuovo Ordine. Ormai, quando Osun.t viaggia per l'Europa, fruisce dello straordinario prestigio datogli dall'amicizia con gli Zar. Se a Parigi nevica, il duca passa per i Campi Elisi ravvol• to in grandi pclliccie e trascinato da una magnifica slitta dai sonagli luccicanti. Ma il suo passaggio non lascia che un effimero fulgore, un accecante riverbero sulla neve. Va solo, e solo rimane. Mai e in nessun luogo egli trova l'anima gemella. Ciò, adagio adagio, comincia a ferirlo nell'amor proP~?· Per u~ i~provviso hisogno di luc1d1tà, comincia anche ad interessarsi dello stato delle sue sostanze. Egli è tutt'altro che rovinato; anzi, quell'anno, il reddito dei suoi possessi e dei suoi beni dimostra che il suo ca.pitale ammonta a duecentotrentadue milioni di rcales. Allora torna a credere all'ingannevole farsa della sua pompa, cd ecco apparire la noia, lo spleen, la tetra nevrastenia, la volontà di fuggire ~a tutti e da se stesso. E così si seppellisce nel castello di Beauraing, il magnifico feudo che possiede in Belgio, nella sua qualità dj conte di Bcaufort. Ma un giorno scuote la sua malinconia, !~scia le mura del castello, e parte, deciso a sposarsi: e si>, come dice in una lettera, « r en lrouve qlli en veuille de moi >. LA PR1XO!PI'.88AJUBSUPOV La capitale più aristocratica di quell'epoca è Vienna. Quivi è l'T mperatrice in persona ad imporre la silhouette, i modi e il vestire. Figlia della razza di Luigi di Baviera, la mcravi'{liosa Elisabetta\ d'Austria ne ha ereditato il volto geniale e la risolutezza volitiva. Alla Corte bandisce la vecchia ampia sottana, e mette di rigore la figura attillata e lo strascico lungo due metri, solo per ostentare la snellezza della sua persona. Dondolando al ritmo di un valzer le fvolazzanti gonne a volani, la seguono in un mazzo molte bellissime principesse, fra cui quella di SalmSalm, fiore del Prater. E doveva essere lei, ultima amazzone della ~ua stirpe, a domare la resistenza di Osuna e a condurlo all'anello. Sua Altezza Serenissima Maria Eleonora Crescenin Caterina di SaJm.Salm, principessa del Sacro Romano Impero, aveva ventotto anni meno del duca d'Osuna, quando questi ottenne il perme~~ reale di contrarre matrimonio, addì 29 e-ennaio t 866. Merimée conobbe la duchessa l'anno delle sue no-zze e scriveva alla contessa Montijo di aver visto la Osuna, e asse{ belle personne et qui a l'air de porte, la culotte, comme on dit ». Essa allora non era soltanto una delle dame di più alto lignaggio del NordEuropa, ma anche un classico tipo di bellezza boreale. Questo matrimonio fu una delle tante eccentricità con cui Osuna riuscì a stupire Madrid. La presenza della bionda bellezza, così altera ed enigmatica, la fece perfino supporre portatrice d' una missione speciale presso la Regina Isabella per incarico degli Imperatori di Russia e d'Austria, e del Re di Prussia. Ma l'idillio del duca nevrastenko con questa e grande taciturna > avrà breve durata; e la fiamma azzurra del blasone dei Sa(m.Salm lascerà soltanto la traccia, a Beauraing cd altrove, di qut1.lche ritratto. La principessa Eleonora non fu certo attirata da Osuna, ma solo dalla vertigine abissale del suo destino. Ella fu temeraria e decisa, e saltò in sella al puledro sfrenato dello stemma dei Gir6n, come una folle Valchiria.. malgrado il suo ça ira, di ricorrere al duca irato, e di valersi del suo fiero a9uilone. Infatti un Governo repubblicano lo scovò dal suo ritiro in Bel• gio, e gli affidò la missione di presiedere la rappresentanza spagnola alla Esposizione Universale di Vienna. Ed Osuna parte per la capitale austriaca, dove si son dati convegno diversi S<?vrani.e magnati d'Asia e_d'Europa, \'I soggiorna a lungo, col suo consueto apparato, fra inaugurazioni, ricevimenti e concorsi. Ed Osuna ~erve così I~ Repubblica, se pure in compagnia d1 Francesco Giuseppe si rechi all'H0tel Britannia a visitare la Contessa di T~ledo,_ ex regina di Spagna: serve gl'1deah democratici, perché nel fondo dell'anima sua giace un i~tinto occulto di livellatore e d'incendiario. Grandezza e decadenza Alla fine della vita o~una ha l'aria di un novello Giobbe, ma d'un Giobbe interiore, perché continua a mant~nere le pompe dell'apparenza. Ha bisogno di danaro, e gli dicon che non ne h~. Condurle nuovi prestiti, e allora I suoi amministratori si decidono ad attingerli dalle sue stesse rendite, esigendo per giunta esorbitanti interessi. Così diviene il prestatore di se stesso: il cerchio è chiuso, e si divora la coda. Quando rientra in Ispagna, e diventa vice•pre~idente del Senato, dopo la ricomparsa dell.t Corte e della Monarchia, egli riprende il ritmo di sempre e dì prima, e lo splendore suo e della duchessa abbaglia come un sole la dinastia. I suoi inviti rivelano sempre l' impcrtinem:a incorr'cg~ibile di un vecchio dandy. A Nat:.ile dà, per esempio, una splendida cena con ballo. Tutta Madrid parla della festa di Osuna. Gli è cost.tta cerrtocinquantamila pesetas, e non ha fatto onore che a dodici coppie, per la 5Cmplice ragione che dodici sole sono le M.:,està che h.tnno accettato l'invito. Non per nulla un giornale dell'epoca diceva che « il romanzo del Conte di Montecristo sembra molto meno fantastico della storia dell'ult.imo duca d'Osuna >. Ed ecco che in quell'anno viene annun-ziato il m.1.trimonio del K ronprint tedesco, colui che sarà l'ultimo degli Hohrnzollern e Guglielmo I I. Osuna era ommi l'ambasciatore d'obbligo in queste occasioni. La Corte spagnola non disponeva d'un pcr~onag~io altrettanto scenografico quanto lui, e così lo inviano a Berlino, con gran lmso di carrozze, di lacché e di livree. La bellissima duchessa gli fa compagnia; e ad essa fan corte gli aiutanti del generale ambasciatore, gli unici tre colonnelli dell'epoca che fo~cro Grandi di Spagna. Il 27 febbraio 1881, la missione spagnola esce, sfoggiando tutto il suo splendore, dall'albergo Kaiwrhof di Berlino, che il Duca ha affitt:tw per intero, per poi assistere, io un 1ninuscolo recinto, a una hrevc ceri1i.onia dove spiccano i gu:mti bianchi e le aquile nere. Gli Spagnoli non vcd<lllO che i dorsi dei principi tedeschi, <·he stanno fi$!i impalati, col cranio ra<ato e l'elsa della spada nel pugno. Hanno facce di molossi, croci al collo, giubba scura e pantaloni chiari. Al loro fianco le consorti : crocchia alta, nuca tesa, busto cretto, corsetto stretto, gomiti serrati, guanti lunghi e ventaglio piumato. Fu allora che il vecchio imperatore regalò a Osuna il proprio busto di bronzo, retto a mo' di colonna da un cannone preso ai France~i nell'ultima guerra. Ed Osuna si ritira a Beauraing, con questo e gli altri trofei. Si rinchiude nel palazzo prediletto, vero e proprio castello di carte, fatto da lui ricostruire in quel fragile stile medievale-ottocentesco, che durerà quanto lui. Quivi resterà fino alla morte, rinunziando a tornare in quella Spagna dove ormai tutto il suo patrimonio è impegn.ito. Per pareggiare i conti e prevenire nuovi sequestri, gli amministratori gli hanno ipotecato tutti i beni rimastigli in patria, valutati dalla Banca di C.Jstiglia cinquantaquattro milioni di pesetas. E col sole che ogni sera tramonta più pallido a Bcauraing, O!)una si spegne adagio adagio, e svanisce in una vita sempre più scialba. e Jcri, 2 giugno 1882, alle ore sci e mena del mattino, s'è spento nel suo castello di Beauraing, munito dei conforti della fede, colui che a Pietroburgo abbagliò la Corte degli Zar col suo fasto e colla sua magnificenza >, dissero allora i giornali. E .a questa comunicazione fecero seguito ben diver5e notizie: e La Commissione~ esecutiva degli azionisti di Osuna indice l'asta pubblica per il pala-zzo e i giardini del feudo di questo nome ... l creditori non hanno potuto s,1.lvareche il trenta per cento del loco danaro ... Oggi la " Ga-z- -zetta Ufficiale" dichiara la messa in vendita·dcll'ultima 1>arcclladi terra degli opulenti e possenti Gir6n, proprietari di sontuosi palazzi e dì vastissimi beni...• La vedova astuta Alla morte di Osuna, la principessa. Eleonora non sacrifica le sue chiome, come la vedova di Morny, ma compie tutti i gesti di rigore. Dà ad Acosta l'incarico di fare un ritratto del duca, e a Frapoli, uno scultore allora di moda, ordina un sarcofago così sontuO(,O che occorrono sei coppie di buoi per trasportarlo fino alla cappella del feu- ?o originario di Osuna. !via qui giunto, 11 sarcofago non può varcare la porta troppo stretta dei sepolcri familiari, e cosi, per ~n estremo ecce\so di pompa, don ~ariano non potè riposare con i p_ropn antenati. Per di più la duchc~,a, vLStoche dopo il dccc~o la Banc., di Castiglia ha sospeso i pagamenti. non paga l'onorario allo scultore. Eleonora non aveva mai am.Jto Osuna, che l'aveva compre~, e che istituendola crede univenak nel suo tc- ~tamento, volle aggiune;<'re: e benché non abbia mai fatto null,, per meritarlo». Anche oltre Ja mort<'. l'amazzone restò vigile. con le orrn ..hie all'er• ta. E un bel ~forno ~coppiò un grande incendio, che avvolse voraccmrnte Bcauraine: d'immeme fiammr. Nc~,uno fece nulla per spcngerlo, e il castello a~e fino allo scheletro drllc sue mura. Eleonora 'iCampò, cercando rifugio in Vestfalia .. Ma qualcuno fu a tempo a scorgere, m mezzo ai nembi di fumo una fiamma azzurra che pareva un~ firma, come se un:\ mano traditrice avesse in pr<'ccdcnza cosparso di pe- . trolio le mura. E fu detto anch(' che tutto era già stato as-,ic11rato contro ogni rischio per una fortC' ~omni:1, cd anche che l'a,sicurazionc fu ri<.co.,,sa subito dopo. Fu cosi che si dì~~ipò l'ultima traccia d'un e,scre consuntosi per <1rd('rC'nel prop, io splendore. (fine ANTONIO MARICHALAR (Rul11:,o .. t C hdlÌl<iH•nt ·"'""""'" ,,. H, ..,., • .\' ,,J.,, d,ol '°""""•' H,u,: • , 1"~"'"'<1 ,hl l),"l"~ d, O,,.,.,•l
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