Omnibus - anno I - n. 24 - 11 settembre 1937

(CONTINVAZ, DAL NUMERO PRECEDENTE) SI ACCORSE di una p,iccola tela in lavorazione restata sul cavalletto; fu lesto a rigirarla : < Son cosi bestia che non mi riesce neanche di dipingere due rose per bene. La mia gran facilità è di far di maniera; davanti a un pezzetto di vero tremo e cincischio come uno scolarino >. Parlando del progredire in arte disse che gli !.Cmbrava, fatti tutti i conti che negli artisti non esistesse progresso'. e Constatiamo nelle varie età una bravura più o meno consumata; un equilibrio più o meno raggiunto; ma il sig-nificato di un temperamento resta sempre ugu:de. l'amor sacro e prof ano del Ti1iano è un'opera di gioventù e potrebbe essere una delle ultime !>UC ». E_ra di qu~• tempi sua massima aspita71one rondurrc le opere a termine. Far~ finito, come i grandi avcvan S.'\• puto f.1rc M:nzacadere nel misero. Ma avrebbe voluto lavorare soltanto dal \'ero e all'aria aperta. E con la malf~rma salute non aveva pilt l'energia dt affrom.1re il dirngio che gli procura.va la gente. « Da giovane ho avuto una forLa che pochi hanno avuto. Quando andavo a dipingere la musica al Pincio, con tutta quella gente d'intorno! E non andavo per fare dcll'impre~ioni-:mo. Volevo fare del Carpaccio, s<.· mai >. Si uscì. La scrJta era dolce, l'albumina ,;i portava benino. Lo spirito ~onvivialc dello Spadini prese di colpo 11 ~pravvento: « Ceniamo fuori>. Le famose paSM!ggiate e cene in comitiva erano ancora suo gran godimento; per quanto gli riusci ..~..ro ormai piuttosto dannose alla salute. E non quanto avrebbe dovuto, ma un po' si riguardava di andare in giro. Restavano le cene del sabato a casa (;ua; ambizione suprema della sua vita domestica, quasi rito consacrato all'amicizia. C'era una rozza lunga tavola, capace di molti ospiti, nel salotto degli Spadini; un sommiu; una mensola con pochi libri sgualciti ; un quadro metafisico di Carrà e le fotografie degli amici più intimi alle pareti; due festose tende a fiorami alle finestre : ceco tutto l'arredo della storica stani.a. La Pasqualina, con un fazzoletto intorno alla testa e gli zoccoli ai piedi come una giovane ~tessa, accudiva alle faccende della cena prendendo parte animosa e sempre paradossale alle discussioni e dispute degli ospiti, mentre i nomi più gloriosi delle patrie cd esotiche arti le d.ivano aiuto. Ho il ricordo preciso di un elegantissimo, monocolato Ludwig che· scopava scrio serio il salotto, finita la. cena. I bambini, anche i più grandicelli, venivan messi a letto quando i polli. Si saliva a volte a vederli dormire, inverosimilmente involtati in sciarpe, scialli e cal.-.erotti, l'inverno, e sempre discretamente riparati anche d'estate ... Le paure e le ansietà per la salute dei figli, i pregiudlz.ii e le fantasie dello Spadini pc-r le evenienze della vita c-r~rno infiniti. Ma qualche aneddoto, spigolato da un pro-memoria, rappresenterà meglio di al!ri discorsi il suo temperamento. Epifa11ia 19~0. Albero di Natale in casa S.. Spadini ricevendo in dono una canottiera cli lana grigio ferro: « Colore ammirabile, colore sporco 1 colore Spadini. Questa maglia la porto due anni ~nza che ci se ne accorga ». « Mc ne accorgerò io», osserva la moglie. « Car.1 Pasqualin:-i, tu non apprencrai mai abbastanza i benefici della mia tra,curanza. Sapesse quante tcnta1ioni ho superato stando sudicio! Un uomo pulito è sempre disposto a ,;pogliarsi. Stando come sto io non azzardo neanche una carena pt•rché non si sa mica dove si va a finire da un bacetto ». E a('Cu<:ando i suoi istinti che lo porterebbero al peccato mentre lui vuol vivere nel timore di Dio : « Sono ingordo come un mai.,lc e mangio abitualrnt.:nte pochi~-:imo; e non bc\'O e non fumo. Mi piacciono le donne e meno \'ita c.tstis~ima. Sarei un ~anto, ~ dipinges!<libene. t che dipingo male ... >. 23 Agosto 'fil. - Spadini ha i ragaui con !<lé àllo <:tudio; ma non ric- ,cc a lavorare. Decide di portarli, ini,i1..~maed altri compagni incontrati nel par<'o. a far mnrnda ali.a laneria Bcrna,dini. « Un.1 lx-Ila por7ionc di pan• na e ci.tldoni ;_\ciascuno>. I bambini ballano sulla '>Cggiol.\dall'impazienza. Non hanno mai mangiato la panna e C'i si butt,lllO elettrizzati di ingordigia, quando hanno il piatto davanti. Ma hanno appena inrnminci,Ho a succhia n: il primo cialdone che ~torcon la bocca delusi. Uno alla volta si disgustano, come per contagio. e decisamente la rifiutano. Non gli piace. "-padini guarda desolato il conto e la panna. Se lui fo,-.c stato bcnr come una volta tutta lui SC" 1.t ~.uchbc mangiata, prima di veder sprecata tanta grazia di Dio. lntant<:>al malumore della merenda non riuscita si aggiunge la noia dell'attesa della Pasqualina che è dal dentista; e l'occa,;ionc è ottima per fare uno dei soliti sfoghi contro le e necessità borghesi >. « Vorrei sapere che bisogno c'è di farsi rimettere un dente che ~ andato via. Ma se a me piace anche così. Trovo che sta benissimo con quella finestra. Ma che vi confondete, donne! Non avete avuto la vostra gioventù? E sirte state ben dotate da Dio: e ringraziatelo e siate contente che i vostri mariti vi son fedeli anche se vi sciupate>. Ciug,io 1922. - Spadini chiede consiglio a un amico letterato per una lettera importante: « Quando leggo gli articoli dei miei colleghi re:.to di sasso. Ma come scrivono; ma quanto scrivono! Due colonne; due colonne e mezza. Roba dell'altro mondo. Io ho a\·uto d.1 scri\ere una cartolina e ci ho messo venti giorni prima di decidermi; e poi una fatica da non si dire per compicciarc qualche rigo. E non arrivavo in fondo, sai, se non ci metteva mano la mi' moglie». I?. di ritorno da Frascati, lo Spadini, dove si reca due volte la settimana a dar lezioni di pit_tura a una signorina della nobiltà romana. Ci descrive la deliziosa colazione (he ha fatto al fresco del ponentino, in un.1 bettola di barrocciai, con una fogliata di sala.mc, il pan casalingo e un bel bicchiere di vino. « A j)<\rtc che il vino e il salame vi fanno male », gli obbietto, « ma non fate colazione alla villa? >. « Eh! » dice Spadini desolato. « Dovrei. Ma non ho ancora imparato a maneggiare tutt<· quelle forchette e coltelli e a vincere la soggezione che mi dànno i servitori in guanti bianchi. Così cominciai a dire che mangio una volta al giorno e or.i. mi tocca a sostenere la parte anche se ho fame, anche se vedo, come stamani, mangiare i polli. J polli, capite. ( li. pollo era il cibo prediletto dello Spadini). Io avevo ormai chiesto il tè e ho dovuto bere il tè. Quando poi ero a mangiare nrl gargottino a\·cvo una paura birbona di essere avJistato da qu:dche famigliare della villa: mi son mc\50 con lt spalle voltate alla strada, ho buttato il cappello sulla nuca e ho cercato di sembrare quanto potevo il più lxccro barrocciaio». Nell'e~tatc del 1922 il nostro pittore andò con la famiglia a Civitavecchia: "i stette discret;.unente bene di salute; e vi lavorò assai. ti'. di quel tempo la st·iic dei dipinti di ragav.i e pesci. Scnti\'a peraltro la mancan;,,a degli amici. Scriveva :i uno di essi : ... l'iem ... ; av,ai la tua cameretta e sarai libero di goderti I tuoi giorni a tuo piacere; se vorrai lavorare ,aessuno ti dislurberà:avrai il sile,it,io necessario OMN1BUS PAGINA 6 BPADllf1 AL LAVOR-0 perché io terigo occupali i miei bambini per i miei lavori ... Il luogo dove allog· giamo è abbastam:a bello e illustre. La camna ove noi dormiamo è la camera di Garibaldi. Capitò qua per due mesi e pare ci si trovasse bene. Andiamo sbngnli: non hai che spendere lire 12175 e sei qui. Scrivici del tuo arrivo a questo indiriz{o: Prof. Comm.re (11011 lo dime,ilicarc perché qui mi rende abbaJtan{,a) Villa Albani. E a metà c..1ncellato: «-ti raccoma,1do silendo; è la prima volta che vado in villeggiatura; non vorrei essere irwidiato ... ». 12 Dicembre 1922. - Civitavecchia. La famiglia Spadini sta facendo i bagagli per tornare a Roma. Il fred . 'l li caccia via. Non hanno modo di riscaldare e stanno in ca-.a intabarrati che sembran pronti per una spedizione al polo ·:-for~. ~padmi porta sul volto più accentuati d, qualche me-.c fa i segni dc) male. t.. pallido, bolso, ha gli occhi abbattuti. Contrariamente alle sue a!?itud_ini ci mostra gli ultimi dipinti d1 cui è abbastanza soddisfatto: ne analiz7a i meriti e demeriti e conclude : e lo ~n condannato a non poter portare in fondo una co~a come vorrei. Le mie cose migliori sembran sempre copie cli capolavori i ma soltanto C?f'~· ~ ora la salute non mi regge p1u. ~ru~a, q_u,mdo mi reggeva, c'era la m1c;cna spietata; ora c'è la salute rni<;,erabilt:». Ccr~a_di Capoda,mo del 1923 a casa Spaduu. - Tutte le tradi:-ioni e le scaramantic controllate. Uva, lenticchie,. spruzzatura di vino sulla nuca a mcz... zanouc. Una donna osserv3: « Ma il vino per qucMo rito dovrebbe esser rosso, non. bianco >. « Sta zitta per carità>, nspondc la P.uqualina: « se ti sente Spadini non si campa più per tutto l'anno. Appunto è già mcv.o pazzo. Che la notte non donne cd è ~utto un agita1·si e u1_1i!nprccarc per 11 1.woro che non gh ru.''KC e vuole ~:\d:_re allo studio a dar fuoco ai quaUn commemale r3cconta di un capitano francese che avendo la moglie malata ha travcr<oatoa piedi la Francia per recar...i a chieder la grazia al Santuario di Lourdes. e Io "arei capace di fare altrettanto>, dice lo Spadini. e Io ~on stato capace dei voti più terribili. Sono ~tato dicci, anche quattordici giorni sen• za mangiare. I df'nti mi ballavano nelle grngivc, dalla bocca mi mciva un fetore insopportabile, il ventre era una buca. I pellegrinaggi io li onoro. E quando sono stato a Pompei sono andato al Santuario e ci ho trascinato ll].~. •1•.1u L'iniziativa degli amici Baldini, Ccc- . chi e Oppo di stampare a loro spese , ·. un « omaggio a Spadini >, la cc~sione ,;·::,:, . dell'On. Mal..1godi di un'oper3 della , sua collezione che fu venduta a un ,} · prezzo rilevante alla galleria d'Arte '. ,,;;._- ''\ Modcrn::i di Venezia, l'invito di un in- •l\v! % dustrialc torinese di dipinger per lui ..,.I,\! ·. qualche quadro (progetto che giunse a Spadini per varie ragioni particolarmente gradito, ma che non potè effetanche quegli eretici lì ... :» (accennando ~li amici che gli furol\ compagni nella git.1). A!l.1 Hi1.:nn,1l1\1~•111..•1i,rdneal 1924 fu tenuta l.1 prima \'cJlta i11 Italia una gran~c. c:,,posiJ.:ionc_di p_iaurc dello Spad1111.Da Vene11a cgh scriveva a Rmna: «State tranquilli e sicuri che io /un{iono ... Dovra,ino giungere ad acc_orgersi che i11 tutta q1iesta esposit.to11e11011 c'è che Degas nel padiglio11e /ra_ncrsr (al quale io mi posso inginocchiar,) ma subito dopo il posto i del vostro amico Spadini». :Malgr~do la sicurezza di queste parole egli pa$sava a Venezia di gran brutte giornate. Intanto non stava punto bene di salute. Poi si sentiva capito e apprezzato a mezzo. Non c'era una opc-ra che fosse di sua proprietà sulla quale contare per la vendita. Era senza soldi al punto che se non gli passavo qualche moneta al mio arrivo e non chiedevo aiuto a un amico di Roma egli non aveva di che pagare l'albergo e la trattoria. Ed aveva con sé la moglie e il piccolo Lillo a cui provvedere. Co-.ì le sue giornate erano una ~rie di a~'.~n!1i.S_cu~1a C?ppi::i qualsiasi di 'ìpùsm1 m vi.1gg10 d1 noz7,c tirava di lungo nella sua sala, o altri visita~ori faccv,,n commenti non di sua soddisfazione, erano allarmi e agitazioni. Se si soffermava nelle sale dei colleghi tcstim?niava il falso « per non dare appiglio alla malvagità altrui», come diceva1 ma. poi si pentiva di aver testimoni~to il falso. Ton aveva voluto pubbli~arc nel c,ttalogo né cenni biografi~, ?é nproduLioni di lavori. E ora gli d..,pian•va che gli altri l'ave:.sero fatto e lui no. >,[onavc\'a voluto chiedere ai \'arii proprict.tri delle sue opere di .accorda~i con lui per la vendita di qua.I. che pt.·ao e ora si rodeva di rabbia a v~d~rc i ('artellini degli acquisti uffic~.1li'ìotto le opere dei suoi competitori. Ve<lrv,1 ,ui banchi dell'Espo-:izione e nelle vetrine dei librai opu'ìCOlctti su questo e quell'artista e si infuriava che non ci fo~-.c un foj!lio che portasse il !<IUnOome: allora tempestava di esprcs- ,i Prc;,.zolini per avere una vecchia puhbliC',uioncina pubblicata su di lui d.tlla e Voce» nel 1920. Tutto questo rodio condudcvn facilmente in un abbattimento fisico; e allora: e Tutto è punito nel mondo'. anche il troppo orgoglio•· Tale era il suo stato di nervmi,mo che una sera decise lì per lì di far p.1rtirc la Pa~qualina e Lillo perché in una calle, mentre il bambino faceva una bizza, alcuni giovani avrebbero detto : « ecco le gioie della famiglia; viva il futurismo». E potrebbe anche essere ~tata una sua invenzione. tuare), le lodi un::inimi dei più quotati critici d'arte, lo rianimarono a"ai. M.\ la salute andava fatalmente peggiorando. Nell'estate di quell'anno egli si recò con la famiglia a passare alcuni mesi a Poli, dove i Torlonia avcvan messo graziosamente a sua di,;µosi1ione un quartiere in una dépenda,uc <ldb \'illa. Egli era entusiasta di quell.i residenza dove il magnifico parco tutto ~ sua disposizione gli offriva la libertà agognata di dipingere all'aria aperta senza il timore costante di esser sor• preso da occhi indiscreti. e È il Paradiso >, diceva. e È il Paradiso. Soltanto che ho paura mi sia venuto trop1>0 tardi questo P,uadiso. Ilo cominciato molti quadri; ma li potrò finire? Non ho più la forza di prima >. S'era comprato un ciuchino al qu,t!t aveva messo nome Spadini. Lo cavalcava per recarsi sul moti\·o, e il figlio Andrea lo seguiva guidando un altro ciuchino attaccato a un calesse, carico del cavalletto, delle tele, dei colori, ccc. La domenica, sacra giornata di riposo, il pittore nolci,ri{iava altri tre o quattro somari e tutta la famiglia si recava cavalcando alla Mcs!<la l paese. In quel ritiro ebbe lo Spadini un'avventura singolare. Una dama della nostra ari,;tocrazia 1 fervente ammiratrice dell'arte del pittore, quanto egli era .tmmiratore della di lei bellezza, convenne di posargli per una Venere. Egli aveva sempre desiderato di dipingere una Venere bionda e una volta ci s'era mcs,o anche, con una modella che licenziò alla prima seduta perché s'era messa a canticchiare. M.t lo Spadini contava un po' che i propositi recipro• ci rc~rn~cro nella galanteria generica dei C'Omplimtnti. Quando vide che la signora si sbottonava la camicett.i per mostrargli le spalle, si impaurì: e lesto si prc-cipitò alla porta dello -.tudio chiamando: « Pasqualina, vieni a vcden.: che meraviglia!». «Una meraviglia veramente>, raccontava poi. « ~fa tanto è inutile; io non posso lavorare con una donna così bella in posa. Non ho mai accettato di fare ritratii di donne per la stc~a ragione. Mi coglierebbero tentazioni, mi metterci in pasticci, mi verrebbe a mancare la libertà spirituale che mi è necessaria per lavorare>. E battendo la mano sulla spalla alla moglie: e Mi serve ancora meglio di tutto la tua vecchia groppa, Pasqualina ». Ai primi freddi lo Spadini tornò a Roma. Viveva ora con una C'C'l'l.t larghezza di meni. Aveva fatto Jlcunc vendite importanti e aveva il consueto mensile che gli passava da anni uno dei suoi collezionisti. Ma non aveva cambiato in niente lo stile della sua casa né modificato di un pelo la sua avver:>ione alle famose spese borghesi. All'infuori di quelle c-omodità e necessità che avevan rapporto col lavorr)1 la salute e il divertimento, non concepiv:t altri bisogni. La Pasqualin.l do- \'C\·a ricorrere a mille trucchi per comprare gli stani indumenti di vc~tiarif) per sé e per i ragazzi. Mi rammento di una volta, giusto a Poli, che un sartino d_el pa~sc aveva riportato un completino d1 fustagno grigio-verde al figlio maggiore. Grandi manovre per nascondere il pacco e altrettante per sceglicn• il momento pili opportuno per varare intanto i calzoni. Sul primo Spadini non se r" a<'corsc: m.1 a un tratto fu colpit? u~llla insolit;1 foggia alla cavallerizza : « E che son quei calzoni da burino?>. Da una domitlldJ a una risposta vien fuori la verità. E quando ebbe davanti tutto il vestito, hruttissimo, secondo lui, rimr.se tranquillo quella. volta; soltanto di-:sc: « Povero Malagodi1 come spende màlc i suoi soldi». Egli rcaliuava iJ vestito come il risultato del contratto che era in corw fra lui e il cliente. L'inverno di quell'anno fu per lo Spadini gravi~imo. Gli attacchi dcll.1 nefrite eran sempre pili gravi e frequenti. Per recarsi a fare qualche or~\ di pittura, nello studio ben riscaldato, per uscire a prendere un po' di sole nelle giornate di bel tempo e fare una capatina da Aragno, aveva noleggiato un couj,I stile Ottocento, con tanto di cocchiere in tuba e livrea. verde bottigli.1.Qucste precauzioni erano tanto per lui; tuttavia riuscivano ancora imprudenze dannose. Un amico scriveva di lui nel febbraio del '24: « Spadini è andato da Aragno con un tempo orribile. Uno dei venti più insistenti e violenti chr abbia 'iCntito in vita mia. L'altr,\ sera andò :inchc all'Aida e la notte stette male:». Ai primi di marzo cbl,e un'uscita brillante; s('mbr.1va ripreso. Comparve un giorno a casa. vivace, alertc, sfoggiando un elegante surtout nuovo. Si sentiva bene e faceva progetti. Una settimana dopo rra a letto, colto da un ,utacco che tolse subito ogni spt·rann di (;.th•cua ai medici. li trentun marzo era morto. Era martedì. Tutto gli anda:--a. male di martcdl, egli diceva. E nei giorni del male, era un continuo chiedere: e Quàndo è martedì?>. La moglie, i fi~li e gli amici, riu-.cirono a non farglielo apparire l'ultimo martedì della sua vita. ~1.i alle prime ore di quel giomo fatale, egli morì nel l'età di 42 anni. Era nato a Firenze il •9 luglio 1883. LEONETTA CECCHI PIERACC!Nl fi CLASSIC'il RIZZOLI DIRETTI DA UGO OJETTI È in vendita nelle principali librerie • in due superbe edizioni • il primo volume delle OPERDEI LEOPAR • cura di GIUSEPPE DE ROBERTIS oon 16 illuatrasioni fuori teno JL co•r• ■OWUDO I.EOPJ.&DI padn di Gtaeomo (DU delle 16 il!D.&tru. del l'olome) Eooo 511Almute TUTTO ll, LJ:OPARJ>GI lt.UUE lo uo .olo ,.oh1me, h1 ,.-te eltitante, in edhione perfeua, E l'•«<nz:opag,ia uu Prt1u.1on•di pror,;:o:i~::1f~ ::.~:~ip;r.::n! 0 ~oi~1 1:li': duout.udiato iu au forma paotael11.teuu, e t: ;1:1:~It~:~ 1 ;;:r:~:,~:: hs~ fo ,alume1 ahe camprenderà tuUI gli 1orhd In ;~{•~1di1lJf.ldt•,jJ!,~~d :•t!a pt~apd1°r 1 ~!!!:jj Uno •ola moe,hceompN111der+. \IDI ricehiuima 1oeha dello "Zibaldone" ed 00'1mp11 •celta dell' 11 Epi1tol1rla 1 ', Cbio.deràIl le110Tol11.me :r=~'tad~ :'::ic~1e~:~=~~!::. C: 1d:t;,~~ itero leop1tdi1110. To.ttl l temi Ti 1aranno toc- ~~ !!.'~et:~::;;a~df •1 ~~ ~~•~;!:rl 11 l - oui coo mht111i»im1 1nal11i,Oguaoo ...-i polrà oertlN p1.1e<1lo di c1rlosiU., chlarlmuto a tau ti d11bbi 1 e«ilamuto a tlDte ldee1 e lo b~•i a.noi ;i;,c~~!~::1~~d~!~:: 0:J~u•n°a~::li! ::of.':~1~::do 1 !: 0 ;:;::·e ~~i:!1 1 :~::t11! 1tr1.ed.1110111, ,e"irà u'o ad eua. EDIZIONE DI LUSSO OegatDrll Ili pelle l111pre11i1n or,o..). L. 40 EDIZIONE RARA {io carta llliraoau, ooo leg1t11.r1. lo periameua e t11llo dorato).. ,... ,. ,. ., ,..... L. IO SONO USCITI NELLA STESSA RACCOLTA I CLASSICIRIZZOLI I. TORQUATOTASSO:POESIE A CUI di Fu.o«•~ norl 0006 p1gine1 OOD 10 lllo.uranonl), 2. TORQUATOTASSO:PROSE A 011r1 di FrancesooFlora (1020 paglue, OQD 6 lUv1t.ra1fo1.I), 3. CRONISTIDELTRECENTO A con. di Roberto Palmarocehl (888 pagine, coo 6 lUnnr,), li TNten.to I 111&e0\o che per l'Italia preparò .d. 1l1borll, taholla dr1mm1tl• :~~~1:n~; 1 ~:fe'::U~t~ch:'.~f!~~•o~!~o~: d:t Rinuoimento, Quel uaugllo trou ht q11u10 l'Oh1m1 le t.61tlmonlanM lmmedlett • dlnrte, 4. MISTICI DEL DUECENTO E DEL TRECENTO A oon. di A, Leuatl (1028 p•g-lne, con12 Ulo.- :i~!~d\~1:!t~n~~:~:_i.~o~:~~=~~l;.~er;: gblen, pen.aierl, et.e fanoo rl11ltare le prlnol- &:1~.,°!'f:~~!1~~:n~:oggne d;:11 1 1~1~ nllgio,o e mhtloo di q111! dH aeooll. 5. LE PREDICHE VOLGARI DI S. BERNARDINDOASIENA ~1:::~!lo~/;,ro,l~~~~i:.'o~ 6 /i't ; r.\: f,~ud~:b;.~7~ttN:: 1 ~~t1:~•ttod;l 1~•:~i~ i~=~ t?OOe:ito 001\ oompleuo, proroodo, toccante, 6. LIRICI DEL SEICENT,O E DELL'ARCADIA A cura di Carlo Calcaum (960 p•~lce, con 16 ~\~u:~~~:~~·!:: 1°d:~nÒi~:;:~~l~~iR!d\,~:j ::i'~~~ a~d 8:~\:~1f~~aa,!:~~ : ~~ff:\,: ao\o 1'olome1 • In 11 u1te proponionl, 7. OALIL.E:GOALILEI:OPERE (VOLU■E PRIIIO) A 011radi Seb, TJ.mpanaro (1084 pagine, con !:!n\ 1: 11!~-:i\~~~b! 1 ~ 01i:;1~io:~o~~u,o;i:1 galllelaoe,Seguonolo Mlrltto ,o.Ila "Bilancet- !:;~: 1 ~e;~~ 1 é!°m':°w. ~~I cr. 11 :fg;::i~~-~~ ::~,~br:~!e1~:;~:,r·~:~ 1 /!~~:~i:~: ti.fio, delle meoohl111 11mp1fc1, il bn,e 1crl1to snl 11DadJ11 ohe l l'orl;;lne del calcolo delle probabilità, L'opera 11rà di 2 l'oluml, 8. CAS_TIOLIONEE DELLA CASA A c11ra di O, Prenollol (980 pagine, «D 16 Ulnetrulool). Tra,.e~te io quuto To\ome le due o~ere 111,llqeuali 11 ton modell1t1 le arl1to, oru!e dl t11tte Europa: 11 11 Cortegiuo" e Il "Galateo", DI q111atoper la prima l'O!te li dà uu teato lo1leme orltioo e non 1pu,gato. &OEWTl PE& U VlNDJT& & R&TZ Il OGNI C&POLUOOO DJ PR011XCU ORDINAZIONI DIRETTB A: EDITORI RIZZOLI & C.-MILANO

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==