Omnibus - anno I - n. 24 - 11 settembre 1937

r J LI 1:-IGLESI DIVENTANO f' ; addiritn,ra. mtrattab.ili qu:rndo -~ 1.1 Gennama nvcnd1ca gh J.lltichi po:,'i,edimcnti coloniali. Pochi me:,i fa il mini'i,tro Eden dichi.1r.wa ai Comuni di non avere null.1 da ,l~~iun~ere a quanto aveva detto alcuni giorni prima ,,lb. Camera dt•i Lord:, il suo molto onorevole amico Cr:1nborne. e Il governo di "S. M. Brit.umica non ha mai prc-,o, né intende! prendere in alcuna comidcr..1zione J'j. µotc,i di una qualsi,t:,i cessione ad ,1ltre Pucnzc dei. territori ~ui quali e,crcita un m.1ndato per dcci,ionc della Soc:ict.ì ùl'llc N'a1:ioni ». Secondo b wsi inglc'!lc una parte ddlt.• amiche çolonic gcrmilniche è e amministr.ua > dal Regno L'nito in .tttl's.1 che le rcl,nivc popolationi '-iano in ~rado di governarsi da ~- Contro la dc.•liberazionc della Socit·tà delle :--fa. lioni l' I nghiltcrr::t non può nulb. Dovrrbbe e\,erc l'.h:,cmblca ginevrina a pnndcrc l'inh:iativ.,; ma chi !)i \ente di pre-.cntMe una proposta di t.,le gr.1vità? Si tratta - dico,,o gli inglesi - di popolazioni « liber:nc », che si trovano, attu,dmcntc, sotto la tutela di UnJ (;'rande Potcnta: tutela « provvisoria », perché .1 questo stato di mit!ontà. dovrà, un giorno, subentrare I autogoverno. . :,.J"on~icono soltanto que-.to gli inglc- ~1. Aggiungono che i mandati, dato il loro caraucre umanitario, sono costo- -.i, r.tgione per cui non si vede quale interesse so!)tanziale avrebbe la Gcrm.mia d.1 un qualsiasi trapasso in forma di «mandato», mentre non è nemmeno il caso di pcns .,.rc ad un ritorno di questi territori all'antico stato di « colonie », perché questo signifithcrcbbc la ncg~lzionc palc)c e scandaJo,;;a di quella grande decisione wilsoniana, che redense le popolazioni sog- ~ettc <.·levandole al rango di popoli liberi, sia pure sotto tutela. Ultimo ar- ~omcnto decisivo: chi comulta le statii,,tichc dcli' anteguerra \"ede chiaramente che le colonie tedesche contribuivano appena per la cento e ottan• t~\ima parte nelle c,portazioni gennaniche e per la duecentesima parte nelle importazioni; che non più di ventimila pe~nc, compresi i funzionari e i militari, soggiornavano nelle colonie; che dei 25-30 mila emigrati che ogni anno partivano dall.t Germani:i. in cerca di l,woro1 appena una trentina ,i dir!gcvano ver-.o i territori d'oltremare i che la dc1bit.\ della popolazione tcde~a per chilometro quadrato è .:mcora inferiore a quella dcli' [nghiltcrr.1, dell'Olanda e del Belgio; che 1,l maggior p;:irtc delle materie prime, secondo un~l ponderata relazione dcli' Amery al « Royal In~titute of Foreign Affairs », non si trova affatto nelle colonie, ma nei territori metropolitani, tanto è vero che, nel periodo precedente la guerra, la Gennania traeva dal suo impero coloniale appenJ il 0.5 per cento del suo fabbisogno. Dunque? Sono queste le tesi degli inglesi, di cui si faceva interprete intransigent~- ~1mo Au~ten Chamberlain in un arti• colo pubblicato un mc-:c prim,1. della ~uJ. morte, articolo vivaci!)simo nel c1uale si riprendevano in pieno i vecchi ,trgomcnti della « responsabilità > t• della « colpa > gcrn1anic;_\nella guerrJ. mondiale. Eppure gli inglesi non la pensarono ~mprc così. Ci fu un tempo che cs::;i ,i mostrarono così persuasi dell.L nec1.•:,. ,ità, 1x:r la Germania, di po:,,ed~re del• le colonie, che studiarono seriamente il modo di proc\irarglicne; erano CO\Ì persuasi che l'antico impero coloniale tcdc-.co v:tleva poco, era più che altro una p.1~ività, che decisero di arricchirlo di qualche bel territorio di ricco e :,icuro sfruttamento. :'\'on J -.pc- ~ proprie, s'intende, m,t del Portogallo e con un qualche v;_mtaggio per l'Cnghiltcrra come e superfluo ricordJrC. f: una storia poco conosciuta, è urla intcrcs,;a.ntis\iJna pagina della diplomazia .;egreta di anteguerra, che è venuta alla luce in seguito alla pubbliCJlione degli archivi tedeschi da parte dei govern.anti dell'infelice Repubblica di Weimar. ~elle loro « ~{cmoric » sia von Ja- '{Ow che lord Grey ricordano le tratt.uive intercof'\.C fino alla vi~ilia della guerra fra i due Imperi per la conclui,,ione di due importanti accordi che riguardavano le rispettive zone di influen1a nell'Asia ~(inorc •ferrovia di Bai:;dad) e le colonie portoghesi del continente africano i m:t si tratta di JC'Ctnni molto brevi, di indicazioni \OITI!llarie. Xon c'era interes~ né dall'una né d.tll'altrJ. pane ad imi,tere in un .argomento così' penoso. Fu la µubblicationc dd documenti diplom.atiù del ~linistt·ro degli Esteri della Germania (capitolo 1o84 del volume 371 che chiarì quc,;ta pagin.1 <1conosciuta dc•lla diplomazi.1 dell'anteguerra. Fino dall'.tgosto del 1898 si era ,tipulato un accordo fra I.i Gran Breta• ~na e la G1.·nnania per la f'ventuale ruiproca espansione verso le colonie portoghesi del ~·fozambico e dcli' Angola; m:t, come osserva in seguito il mini:,tro gcrn1anico a Li~bona (documento n. 14.657), era allora prematuro il pre,upl>O!)to che lo Stato portoghese :,.ircbbc stato coqretto per la sua mala anuninistr~lzione, si.1 metropolitana che coloniale, a impegnare i proventi delle colonie, e J>Oia venderle addirittur.1 i pre~upposto sul quale erano fondati Etli accordi segreti. i\fa ceco che l'anno dopo1 1899, in occasione dell,1 vi,;;ita del re don Carlos al Castello di \\'indsor, si stipulava fra l'Inghilterra cd il Portogallo un altro accordo ,ci;-rcto - chiamato di \\'indsor .1 ricordo dell':tllcanza anglo-portoghele conclusa nella stc!l.sa \\'inchor nell'anno 13o8 - il cui contenuto non fu rivcl.no al Gon:rno germanico che nel gennaio del 1914 dall'ambasciatore Lichnowsky (doc. n. 14.6g5). In tale accordo anglo-portoghese (si ricordi: segreto} si confennavano tuni i tr:tttati anteriori fra i due paeSi e, in pMticolare, l'impegno assunto dal- . l'Inghilterra con un articolo segreto del trattato di Londra del 28 aprile 166o, che suona così: to de/end a,id prouct ali co,iquests or colonies belonging to the croum o/ Portugal against ali its ettt!mzes as u:ell future as present (di difender\! e proteggere tutte le conqui- ~te o colonie appartenenti alla corona di Portogallo contro tutti i suoi nemici, tanto futuri che attuali). Per tredici anni non se ne parlò più. 11 governo di Londra seppe condurre co~ì a)tutamentc le cose, che la Germania non sospettò mai il voltafaccia britannico. Fu solo nel 1912 che si riprc~cro i negoziati per l'iniziativa del miniltro degli esteri von Kiderlcn che impartì le necessarie istruzioni a quel grande diplomatico che fu il barone von ~[arschall 1 ambasciatore a Lor.- dra. Morto questi, l'incarico fu affidato al suo luccessore principe Lichnow!)kv al quale il Kiderlcn ricordava chi;,ramente, Krivendogli da Berlino doc. 14.654 dell'8 dicembre 1912}, « il dintto germanico a partecipare dell'eredità coloniale del Portogallo>. Scomparso il Kiderlcn, gli succedeva von J::igow che conferiva alle tratta• tive in corso un più energico impulso. Il von Jagow abbinò subito la questione delle colonie portoghesi con quella della ferrovia di Bagdad. Trattative laboriosissime che solo nell'estate del 1913 riu..civano ad una positiva conclusione. Fu redatto in quei giorni il testo definitivo dell'accordo che sir Edwa.rd Grcy rimetteva al principe Lichnowsky il 26 luglio (doc. 14.677j. Il 4 agosto (doc. 14.678) il te>Jo veniva presentato al Kaiser, che l'approvava. Ec.~ con'ita di quattordici articoli. ~e! preamholo si pro:,pctta l'eventualità che il Portogallo « debba ricorrere all'assistenza finanziaria di una o più Potenze sttanierc ». Jn questo caso « i 'iOtlo~ritti », cioè I' [nghilterra e la Germania, si imprgnano di fare i pre• \tÌti al Portogallo «simultaneamente», in proponioni concordate, alle condizioni « il più possibile favorevoli », allo scopo di « ovviare alle complica2ioni internazionali che da tale contine-cnz=i potrcbbero derivare » e di e mantenere l'integrità e l'indipendenza del Port0gallo >. I prestiti dovevano essere g=i.rantiti dai proventi dog;:inali del ~(ozambico e dcli' Angola. L'Inghilterra si sarebbe garantita con la parte più grossa del ~lozambico (dal fiume Lukugu fino al protettorato britannico del Nyasaland) e la più piccola del~ l'Angola (a sud del fiume Kassai); la Germania col rimanente del ~fozambico e dell'Angola (con inclusione del distretto amministrativo del Congo cht: ha sede di governo a Cabinda\. Articolo IV: « Per il caso che si verifichi la sospensione dei pagamenti dovrà convcnil')i col governo portoghese che l'amministrazione doganale nelle due provincie debba trasferirsi alla Germania e alla Gran Bretagna 1 rispettivamente, secondo la suddivisione delle garanzie contratte >. L'articolo XI prospetta le modalità dell'e- , vo accordo. Al Governo britannico ~i muoverebbe il rimprovero di scar~a lealtà e di poca be11e\'olenza per le no,tre a,pir,\zioni coloniali e, al Governo imperiale, di a\'ere concluso con l'Inghilterra un marché dupt ». Intanto iJ Cancelliere gcrm.inico a• veva fatto il 9 dicembre un'allu,;;ionc generica al regime coloni..lle del Con• tincnte africano ed essa ave,·a avuto immediata ripercussione di allarme a Lisbona (doc. n. 14.687), accentu.ll..l pochi giorni dopo da un articolo del Figaro ( 17 dicembre}, che si mo~trava abbastanza bene infonnato su Jlcuni particolari dei negoziati anr>logermanici. Non mancarono le rimostranze della Francia che scorgeva negli accordi stipulati a sua ins::tputa una menomazione dei propri interessi, in quanto quegli accordi si estendevano a S5o Thomé e Principe, i~ole situate al nord dell'Equatore e pertanto considerate come app.utcncnti alla zona d'interessi francesi. Le rimoltr,rnzc francesi non trovarono insensibile Sir Grey, che riaffermando l'impossibilità di venir meno al proprio impegno con la Francia di non .stipulare accordi ~egreti, assunse, con l'inizio del 1914,, un atteggiamento dilatorio. La tesi di Berlino era che dopo l'av• venuta parafasi l'accordo aveva forza impegnativa. ~{a non la. pensava così il prudente ambasciatore Lichnowsky, • 't. . ,.,.._ I , . làld ~ .., 'tl ~ - ..~Ja ~ r . ll curo mucberuo d,ll't1en-:ito • d•U• mt.rlu h1gleu a6.lt.per I• •I• di 8ovtb&ud ventuale «annessione» dei territori dopo essere divenuti « indipendenti > : indipendenti, si capisce, dal Portogallo e dopo il «riconoscimento> di tale indipendenza dai due contraenti. Il 20 ottobre 1913 il testo dell'accordo veniva parafato a Londra e spedito a Berlino. ~fa ecco che il ~(inistro gennanico a Lisbona, Rosen1 mette una pulce nell'orecchio di von Jagow con qualche informazione attinta al collega britannico Hardinge sul contenuto reale del famoso trattato di Windsor. Jagow non si commuove eccessivamente. Acqua passata. Ciò che occorre è evitare lo scandalo, mantenere il segreto. In data 12 dicembre , 9, 3 (doc. n. 14.686) egli scrive al suo ambasciatore a Londra principe Lichnowsky una lettera che è una delizia : « Se la sup1>0sizionedel Ministro Rosen è esatta, nel senso che il Trattato di \Vindsor garantisce al Portogallo, da parte dcli' Inghilterra, i suoi possedimenti coloniali, la pubblicazione contemporanea di quel Trattato e della nostra presente convenzione circa le Colonie portoghesi, porterebbe ad interpretazioni in parte così malevole nella nostra opinione pubblica, da poter avere conseguenze imprevedibili sia nei riguardi dei rapporti anglo-gennan:ci, che della situazione del Governo imperiale. :,.J"essundubbio può sussistere oggi più sul fatto che la politic.'\ britannica del tempo abbia inteso di sottrarsi alle conseguenze cui avrebbe dovuto portare la fedeltà. al pensiero fondamentale che era a base dell'accordo anglo-germanico del 1898. Tale pensiero fondamentale era la spartiziorie, fra noi e l'In~hilterra, dei possedimenti coloniali portoghesi. L'impressione ~f.worcvole che la diffusione di tale fatto dc~crcbbe fra noi non sarebbe paralizzata, ma acuita, dalla pubblica• zione contemporanea del nostro nuoil quale osservava che sarebbe ba~tato un semplice mutamento di governo in Inghilterra perché nessun obbligo derivasse al successore in merito ad un accordo non regolarmente firmato dalle parti. ~fa von Jagow non ascolta ragioni e insiste perché l'ambasciatore induca Sir Ed...,.ard a includere nel preambolo del nuovo accordo una formula che tolga ogni vigore al Trattato di Windsor. Lichnow ..ky conosce l'ambiente e sa benissimo che le pretese del suo governo urtano contro una mentalità insuperabile. In un di.spaccio del 7 febbraio 1914 (doc. n. 14.6!)6) ne dà ragione in tcm1ini commoventi. « Xes• sun ministro inglese si lascerebbe indurre a stipulare un accordo che, omettendo financo la forma, vale a dire con aperta uiol(l{iotie dei diritti sovrani del Portogallo, avesse per scopo palese il deprcdamerito di una Poten;:,a amica, ed in questo caso anche alleata ». Jagow non si commuove e replica, a .:ua volta, con una lettera privata al• l'ambasciatore risentito (doc. n. 14.6g7 in data '26 febbraio} che è un capolavoro di disinvoltura e di rcalhmo. « Sia dunque un poco più ottimista nel giudizio dei nostri amici inglesi. Sono indotto a credere che Ella veda talora troppo nero, così quando Ella esprime il parere che, in ca.so di guerra, 1 1 lllghiltcrra si schiererebbe in ogni caso a fianco della Francia contro di noi. Non abbiamo costruito invano la nostra flotta cd è mia convinzione che nel caso specifico l'Inghilterra dovrà porsi seriamente il quesito se sia dav• vero così semplice e scevro da pericoli di assumere contro di noi la parte di angelo custode della Francia >. Nella stessa fonna privata l'amba• sciatore scrive il 7 marzo (docum. numero 14.700) cercando di convincere von Jagow della opportunità di cedere circa la pubblicazione contempo· rarua dei due accordi per non compromettere la conclusione di un C03Ì felice ncgoz1,1to. E soggiunge: « Che l'accordo significhi di fatto la sparti• zione delle colonie portoi;hc:,i, ri)ult,\ con sufficiente chiarezza d.\lle ~ue chu- ~ole-, anche ;e vi è salvaguardata la forma circa :a integrità del pos:,Cs,o portoghe..c e se il depredamento del Porto~allo non vi è espresso in modo esplicito •· A Berlino, int..rnto, ~i studia una via d'uscita e in un mcmori;.llc dell'8 ~iugno rgq., ìl capo degli Affari Poli1ici allJ. \\"ilhclmstras.se, von Stumm, propone :doc. n. 14.712) la ,;egueme ~cappatoi.i: « lo ritengo che molte delle ri<;;("r\'Cformulate contro la pubblicazione rcontcmpor.1.nea dei due Trau,Hi p("r le colonie portoghe,i) potrebbero cadere qu,,lora t.1le pubblicazio11l' si intr.tprendcsi;c contcmporancamenh.: anche a quella dell'accordo p(:r la ferrovia di Bagdad. L'attenzione, anzitutto, ,:i.rcbbe ripartita fra i due oggetti e bi)()gnerebbe impiirtire la p,lrola d'ordine seguente: Inghilterra e Germania si sono accordate sulle rispettive zone di interc)sc economico nella Turchia e nelle colonie portoghesi. L'analogia per-.uad("rcbbc h noura opinione pubblica e renderebbe in pari tempo plausibile tale interp1eta• zionc J.nchc in Portogallo. Per qucl che riguarda il Trattato di \\"indsor, è scritto nel preambolo dell'accordo del t 898 ed anche in quello nuovo, se non erro, che scopo dell'accordo è di mantenere l'integrità del Regno portoghese. l l com petente no,i si lascerà rnga11narc da cotali dichiar~ioru sullo stato reale delle cose, ma per la grande massa potrebbero bastare•· La via d'uscita era finalmente tro• vata ! Von Jagow ne rimase entmiasta ed il 2 luglio autorizzava l'ambasciatore, che si trovava a Berlino, a dichiarare a Grey che la Germania, accettando la pubblicazione dcli' accordo nuovo unitamente ai due vecchi, era pronta alla firma. Desidcrav:t soltanto che la pubblicazione avvenis- ~c non prima del ritorno di un comitato di Mudi tedesco-portoghese, che ,;j trovava in Angola per i rilievi occorrenti alla costruzione di una linea fer• roviaria, destinata ad attraversare la parte meridionale di quella colonia per congiungere la rete ferroviaria dcl1'Africa sud-occidentale germanica con 1'Atlantico. La pubblicazione intempestiva avrebbe potuto compromettere l'esito dei negoziati col Portogallo, presso il quale, anzi, il go\·erno germanico richiedeva a quello britannico, in cambio della sua arrendevolezza circa la pubblicazione, l'appoggio della sua influenza a Lisbona (docum. numero 14.715 del 27 luglio 1914). Il 27 luglio il Kaiser firm,wa il decreto che conferiva a Lichnow)ky i pieni poteri per procedere alla firma. Il 30 luglio il plico lasciava Berlino e raggiungeva Lichnow ..ky insieme coi passaporti che gli faceva rimettere il governo britannico in seguito all'avvenuta dichiarazione di guerra. Questa dimenticata pagina diplomatica dimo..,tra molte cose, una sopra tutte· l'estrema difficoltà alla quale si va incontro qu.:mdo ~i vuol fare un trapasso di territori coloniali. MARIO MISSIROLI BAMB IN PRESTITO F; ,1~ ,a ,a ditori,:, nin.1o~i dd "'" p R ..... ia. \~.,.., ,,i;i,:, '" <1'-'&l1M . di pn" mft,. Il m,;,, inlflll,1 _h•,r,., lui<> ~ tiduu 1;11,n,c,<f. <"h~ In m,1lt1 ("&" non c'r V'" d, ur 1...-nu 1111 ,;;,,..~. l'tr 1,,.,,.1, p,:.. ,,;, •" 'i°"''"' c,,r,, .. .,lw ., mprt' 1fl'('Wlat1,,,rno. 1 ('npt ..ad , •li.a .u,iio,_. N>'1 U , • ..,.. u,. n'ln 11 i "ri(" lo td ~!ui 1,1g..11i d'u .. ,, e ••1"'~'""' • p,UK• lftlN'Nf 1! M_,rv lUfntt lll'l(hr d ..... ;.......-n La ,.t<,.,~ t dat ... 11 thi pori• tor, -t """m b !i 4u( ""'""f ,ti Ull3 trÌ•lf «.miti• C\ l"'' .a dd prf 1~ r..ic ,r,;,. L \ ST.\ZIO:'\ 1 E era affollata di gente, in piedi da\ anti allo sportdlo dei biglietu; quasi tutte le donne ten("- vano in braccio un bambino. Fuori, sul malciapiedi che corre\'a lungo la facciata, si vedc,·a ancora una fila di donne, coi bimbi in collo; parc,·a non :.wcsscro fretta di c,ntrarc, né porta, ano con sé bagagli o roba da barattare; ma anch'esK", come le venditrici di uova, di pane e di pro1ciutto, c,rano circondate da una folla di clienti. l; n guardiano $0praggiunse e si mise a irridare: e Che cosa fate qui) ,e volete prendere i biglietti, entrate; ~ no vi caccerò via, t che il di:wolo vi poni 1 • • Indcci~c, a gruppi, le donne si a,·viarono tra,cin:rndo i pusi verso l'interno della 5ta• zione ; gli 51rilli cd i pianti dei bambini crebbero a dismisura nell'atrio gremito. e Che cNa hanno questi maledetti~ • "1<:lamò a quel baccano un optraio che, con un sacco di farina sulle spalle:, suva nella fìla, proprio vicino alla porta. e ~fa guarda un po' quan1i nt hanno partoriti qut~lt sporcaccione!>. e Perbacco>, dict'va un altro, e ma di dove spuntano? Pare che oggi tulle le donne ,·ogliano mc1tersi in viaggio. E tutte col bambino. Ho paura che non ci saranno biglict1i per tutli >. e Purtroppo è così >, rispose: il suo vicino, che la sa~va lunga. e Vt'drai che più della mc1à rimarremo a tcrr.1 fino a domani. Quelle col bambino no: quelle par• tiranno, perché a loro dànno il bigliello senza che facciano la fila>. e Accidenti! Se avessi saputo, anei portato il mio >, esclamò una donna, che in• douava un ~llicciotto da campagnola. e Fattelo dare da una di quelle che nanno appoggiate al muro>. ,e E crt'di che mc lo daranno? >. e Dia,·olo, se: son Il per questo! Per pochi soldi ti daranno quan10 vuoi 1 >. La contadina andò a parlare ad una di qut'lle, ma tornò subito sconsolata: C' Vogliono quattro rubli! >, e Hanno peno proprio ogni pudore. Ieri li davano per tre >. e Metti un gallo nella pelliccia >, con• sigliò un l)hro, e come se fosse un bambino, cd esci dalla fila >. e Non si può: og~i palpano >. Intan10, proprio vicino allo sporttllo, una iJuardia domandava ad una donna: e Dove hai prc10 questo marmocchio? 11 ho vino un momento (a e non nt avevi >. e Dovt' rho preso... dove ... >, balbettò quella, e dove in generale lo prendiamo noi donne>. Anche una vecchia strega, Il in fondu, ha un bambino in braccio. e Bisogna che fosse un btl matto quello che ci si è azzardato >, esclamo. E il mio vicino: E chi ci bada, di questi tempi?>. Adesso ricomincia a brontolare l'optraio di prima: e Eccomi ancora vicino alla porta•· E sputa,,a, Una donna gli si ac- <:osta: e- Prendi uno dei miei marmocchi. Passerai subilo>. « Vt'do bene che mi toccht'rà far cosl. Quanto ne vuoi?>. e Prez· zo fisso: quattro rubli >. e Siete proprio paue a pretendere tanto>, protestò quegli, contaodo il denaro. e Cosa vuoi >, replicò la donna, < costa tanto caro il pane ... >. E cedette il bambino all'operaio. e Tienigli più alta la testa, se no piange •· Fatta quc• sta raccomandazione, st nt' andò a prtn• dcrc quello di ricambio, che giace\'a ~ul pavimento. e Quanto un bambino? > gridò una vo• cc dalla folla. e Quattro rubli :t. e Sono impanitc. La settimana scorsa se ne a\·tva un paio per cinque rubli. Di ques10 p:n~ chissà dove andremo a finire>. La gu:ardia di servizio non ci capiva niente. e Di nuo\'O c'è una quantità di gente>, e~lama"a < C'è più gente fuori tur· no c-ht nella fila. State a posto! E. tu (all'operaio di poco fa) che diavolo combini? Da que51J parte vengono solo h: donne con bambini in braccio; vattene nella fila >. e ~fa ho un bambino anch'io>, e lo inostra\·a. e E allora va bene; stai qua, che il diavolo ti porti! >. Ecco che arriva una grassa contadina anziana; non riesce ad .\,,•icina.ni allo sportello, e si mette a ~irare per tro,•are l'ultimo posto della fila Una -zoppa si pre• cipita col suo colosso di tre anni , la con· rndiM, appt'na lo prende in braccio, fa per rifiutarlo, poi s<:rolla le spalle:, paga, a~·volge il. bambino ntl mantello, e si caccia avanu. e Hai avuto for1una 1 finalmente >1 dice una vtcchictta alla zoppa. e Lo prendono soltanto se non cc n"è altri. Pesa troppo: dopo un'or-a non se ne può più>. < Mamma mia>, si mise a strillare quella dei due pupi, e dove sono i miei bambini?>. e Sta bene attenta, ora: st no te lo rubano come se nien1e fout. Ricordati dell'altro ieri>. e Eccolo qui, sano e salvo :t, dice l'operaio ancora tra la folla. < E l'altro?> e Sano t salvo anche lui. Cosa credi? Abbiamo fami11;lia anche noi>. Arriva l'operaio a riportare uno dei bambini, dopo aver preso il biglietto. e '.\1:a guarda. un po' ... Che il diavolo ti porti... mi ha sporcato tutto il '"estito >. e E va ... ti asciugherai. Factndo la fila, può succedere un disastro anche a un vecchio. Figurati un po' a un bambin_o ! >. « Di chi è qutsto bambino? > urla una donna tutta. arrabbia1a, che ha già prc..so il biglict10. « ~(a guarda che tipo I Se n'è andata, accidenti a lei! >. Arriva di corsa la grassa contadina con il bambino colosso, e con rabbia, rts1itucndolo alla zoppa, dice: e Chi mc l'ha fatto prendere, questo bastardo? Non dàn• no il biglietto a chi ha un bambino cosi 11;r;\nde. Non mi è strvito ad altro che a ~rdere il posto nella fila >. · ~fa un \'CCchio la guarda con aria di commiserazione, e dice: e Potevi prcndt'rc in braccio tuo suocero, e andare a fare il biglietto con lui >. PANTELEIMÒN ROMÀNOV 'Tradu<_. d1d rt1JSO di O. S

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