Aix-les-Bains, settembre. O?\O POCHI gli «esperti• che po:)~ono competere con Taraknath Da5 nrlla conoscenza dei problemi del Pacifico. Egli è un orientale in tutta l'estensione del termine, ma di coltura europea. e un gran signore che passa la vit.-1.fra i "ia!:;t6 e gli studi. Dovunque, in ogni p.u-tc del mondo, conta amicizie e relazÌoni. Kon c'è unive~ità americana od europea che non si onori di una ,ua conferenza, che non lo ricerchi quando i problemi dcli' E:-itrcmo Oriente sembrano farsi minacciosi. Taraknmh Oas1 che ~aggiorna attualmente ad Aix-les-Bains, è nato in lndia, dove ha ricevuto la prima educazione. ha compiuti gli stùdi superiori negli Stati Cniti cd è cittadino americano. Ha vis- ,uto lungamente in Cina, in Giappone r in altri paesi asiatici. Ha poi cercato di studiarr la politica mondiale in ,·,,rie capitali europee, da osservatore impar.ti,\lt', unicamente desideroso di cono!'.cere i fatti e le loro conseguenze. Tre :i.noi fa. fu ospite gradito di Roma. don! tenne un'applaudita lettura ali' J...tituto irnliano per il Medio ed E,tremo Oriente. E: stato definito il K;,y">Crling dell'Oriente e, in verità, Taraknath Das presenta non poche somigliam:e con l'illustre pensatore e conferenziere della Germania odil•rna, di cui ricorda la \Crupolosa o~geuh·ità nell'esame dei problemi, la chiarezza dcll'esposi;,,;ionc, le innumerevoli cono3(enzc pcr,onali, la mondanità. « Non ~i .tsµctti da mc cose straor- ,dinarie o affermazioni dogmatiche, solo perché sono nato in Oriente. E mi di~pen•.i dall'entrare nrl merito del conflitto ::i.ttuale. Fra l'altro mi mancano notizie sicure. Le infonnazioni dei giornali sono frammentarie e non 1;Cmpre imparziali. Meglio guardare le cose- dall'alto, attenersi ai dati storici e ,11lc idee generali. Il conflitto attuale- è un aspetto di un probltma grandioso, quello del Pacifico, al quale sono interessate tutte le grandi Potenze che, pur non avendo possedimenti nel Pacifico, hanno intere ..si commerciali e- politici nella vasta regione che comprende l' J ndia, la Birmania, il Siam. la Cina, l'Arcipelago malese, )l' Indie olande)Ì, le Filippine, l'Indocina, la \l[.mciuria, la Corea. la Ru-,sia, il f'}i.1ppone, il Canadà, gli Stati Uniti d'America. il Mes,;ico, alcune repubbliche Sud-americane, I' Ausu-alia e la Nuo- \.;.\ Zcl,mda. Da questo punto di ·,ista, un.i nazione come l'Italia, che non ha colonie nel Pacifico e non prevede di dovervi creare un' ec.pamione territoriale, è nondimeno direttamente intcft'~-,ata ;.1dogni novità che si manifc~ti in qucllJ. regione. ::",lonesito a dire che ,e qualche profondo mutamento accadf"~e nel Pacifico. il contraccolpo ne .trehbe ri~cntito in tutte le capitali delle grandi Potenze. Roma compresa>. , fndubbiamt·ntc. Il primo ::d averne l'e-.,nt,1 nozionC' fu ~[m--olini quando nd dict·mbrc d,-.J 1933. in occJ-.ionc dt.·1 primo Congrc\so drgli studenti oric'nt.di, indicò i modi di una migliore irm·,a fra l'Oriente e l'Occidente >. e Ero prcM..:ntca quel discorso. l! potc:i apprcaarne l'alteaa e la g-enialità delle vedute. Come si pone, 3toricamente, il problema del Pacifico? L'espansione della Russia vcrM>il Pacifico 1 l'e~pansionc britannica attravcr~o l'India in direzione del Pacifico, l'espansione fr..tnccsc ncll' Asia sud-orientale, la conquist,l americana delle Filippine. lo sfono della Germania per conse- ~uìrc una speciale zona d'influe!l7a in Cina, mli sono le cause che hanno determinato la questione del Pacifico. La sconfitta della Cina nella guerra cinogiapponese incoraggiò le Potenze occidentali ad estendere le loro conquiste territoriali e il loro predominio politico in Cina. Nel 1897-98 la Russia occupò Port Arthur e la Cina Cu obbligata a concedere territori in affitto alla Germania, alla Gran Bretagna ed alla Francia. Alla fine del secolo scorso le Potenze europee, nonostante le reciproche gelosie, erano pienamente d'accordo nel programma di smembramento della Cina. Questo portò alla rivolta dei Boxers. Fu l'America che si fece tutrice dell'integri1à territoriale ci• nese e proclamò la sua politica della porta aperta in Cina. 1la dopo la ribellione dei Boxersi quando apparve evidente la decisione della Russia di annettersi virtualmente la Manciuria e di e~tcndere la propria inflw· ,za fino alla Corea, Lord Lansdownc e il visconte Hayastri firmarono nel 1902 , un trattato di alleanza anglo-gi~,pponesc che portò ad una vera rivoluzione nella politica mondiale del secolo ventesimo. L'alleanza anglo-giapµonese fu, in realtà 1 il prologo della guerra rm;,o-giappone-.c e la guerra russo-giapponc)C fu il supremo sforw del Giappone per salvare la Cina dallo smembramento che le minacciavano le Potenze. ~cl periodo che v,1 dal 1905 al 1914 la potenza giapponese si consolidò con l'annessione della Corea e la condusione di vari accordi con le Potenze occidentali. Gli storici occidentali dimenticano spesso questo fatto: che il Giappone non avrebbe o5ato annetter- ~i la Corea, se le Potenze vi si fossero opposte. E non furono le Potenze occidentali e la stessa America, prima, durn.nte e dopo la guerra mondiale, a <lare mano libera al Giapppne nella Cina? Ricordi i trattati segreti russogiapponesi del 1907 e del 19101 che consentivano :li Giappone l'anne~sione della Corea e il predominio nella :Manciuria 'ìettentrionalc, l'accordo Root-Takahira, col quale gli Stati Uniti ricono:;ccvano al Giappone speciali diritti in tutto l'Estremo Oriente, l'accordo franco-giapponese del 1 gog, il trattato segreto di alleanza difensiva e offen,iva fra Russia e Giappone del 19161 il patto Lansing-Ishii, col quale gli Stati Uniti favorivano l'espansione giappone)c in Cina, gli accordi segreti fra il Giappone, l'Inghilterra e la Francia al tempo di Vcrsaillcs 1 che incoraggiavano il Giappone nella sua e~pansione ... >. PossibilitàImprobabili e Ed oggi? Le pare preoccupante la \ituazionc odierna?... Possibile un,1 gm·rra? >. e PoS\ibile ~ì, probabile no. Nel marzo del 1934 }'ambasciatore cinese a t,,foo;ca.W. \V. Yen, prevedeva che nel prossimo avvenire sarebbe scoppiata in !::)tremo Oriente una guerra fra il Giappone e la Russia alleat~l degli Stati Uniti e dcli' Inghilterra. Il dott. Yen, d1e si trovava a Nanchino per '◊Stencrc la necessità di una sana politica estcra 1 lasciava capire che se si voleva evitare la catastrofe della Cina 1 alla Cina sarebbe convenuta meglio la collaborazione occidentale anziché quella giapponese. Altri capi cinesi, come il dott. V. K. \\lellington Koo, ministro a Parigi, il dott. Alfred Sze ministro a Washington e gli uomini politici del Suc\-est, Tang Vi, Eugenio Chcn, e \Vu Lu 1 erano dello stes~ parere e prevedevano la guerra per il 1936, anno in cui la Russia avrebbe condotto a termine il suo secondo piano quinquennale e sarebbero scaduti i trattati navali. Era opinione generale che un Giappone indebolito avrebbe aumentato-le possibilità cinesi di ricuperare le perdute provincie della Manciuria e dello Jchol. Queste opinioni non vanno prese alla leggera. La possibilità di una al lcanza anglo-cino- russo-americana contro il Giappone è ardentemente sostenuta dai nazionalisti cinesi della scuola di Canton>. « Ma questo non è certo il pen-siero del governo di Nanchino ... ». « Il governo di Nanchino, a capo del qu;tlc ~ il generale Oiang-KaiScek, non intende gua)tarsi col Giappone, perché ben conosce il vero punto debole della Cina. Egli non crede affatto che le Potenze occidentali e specialmente gli Stati Uniti e l'Inghilterra sarebbero disposte ad ,lttaccare il Giappone scltanto per aiutare la Cina. Sono, infine, convinti che se in un conflitto rus.so-giapponese la Russia vincesse il Giappone, i comunisti diventerebbero i padroni della Cina. r: un puntQ molto importante. -CiangKai-Scek e altri capi del Kuomintang di destra son disposti a mantenere con la Russia relazioni amichevoli, ma deci:samente contrari a rafforzare ulteriormente l'influenza. sovietica in Cina e in Estremo Oriente. Questi e altri capi desiderano sinceramente una co). laborazione cino-giapponesc, ma nei dovuti modi. Per " collaborazii•rie " non si può intendere il distacco delle provincie del nord dal resto della Cina!>. « Come si presentano, oggi, le relazioni nippo-americane? >. e Non si può pili pMlarc di dissidio dopo che gli Stati Uniti h.mno conres)() l'indipcndcnn alle Filippine. Ordindndo che la flotta atlantica dc- ~li Stati Uniti, concentrata nel Pacifico, ne fos.~e allontanata, il pre~idente Roosevelt ha voluto signific.uc che gli Stati Uniti non hanno intenzioni aggre,;sivc vcr.io il Giappone. Nel campo ccononùco e commerciale gli intercs~i dei due paesi sono, più che incompatibili1 complc-mcmari. Non è vero che gli Stati Uniti soffrano della concorrenza giapponese. C'è, tuttavia, un malinteso, cd è l'esclusione della immigrazione giapponese dagli Stati Uniti. Il popolo giapponese è profonda.mente offeso da quc~to provvedimento, nel quale scorge un ingiustificato disprezzo di razza. Tuttavia Cordell Hull ha promesso di concedere una quota all'immigrazione giapponese. Poca cosa: cento giapponesi all'anno. Poca cosa, ripeto, ma che risolverebbe la questione di principio». « Come si spiega che da quando sono state riprese le relazioni diplomatiche fra la Russia e gli Stati Uniti si fa un gran parlare della possibilità di un,l guerra russo-giapponese, nella qu.,- le la Russia riceverebbe aiuti tanto dagli Stati Uniti quanto dall' Inghilterra?». Russia e Giappone ._ Può darsi che una parte degli uomini politici inglesi vedrebbe di buon occhio una guerra russo-giapponese, tale da indebolire i due rivali dcll1 fnghilterra in Asia. Ma si può .'\f• fermare con sicure.Gza che il governo degli Stati Uniti non agirebbe mai in modo tale da incoraggiare una simile guerr;1.. Non si deve parlare di guerra con tanta disinvoltura. Quantunque i capi sovietici dichiarino spesso di essere preparati a far fronte a un'invasione giapponese, le condizioni indu- ,triali ed economiche della Rus5ia e le sue rela;.,ioni intcrna.tionali in Europa sono tali, che nessun uomo di stato ruiso dotato di ragione a11drcbbc incontro a questa guerra. Per la Russia una guerra perduta potrebbe portare la rivoluzione, e gli attuali governanti non vogliono correrne l'alea provocando una guerra col Giappone. [I sistema rm...o di trasporti 1 quantunque negli ultimi due anni molto migliorato, è tutt'altro che adeguato alle esigenze di una guerra m Estremo Oriente. Le relazioni diplomatiche della Russia con vari stati europei sono molto migliorate i11seguito alla filma dì patti di non-aggressione con la Francia, la Polonia, la Romania. la Cecoslovacchia e gli Stati Baltici. Però l'avvento del regime hitleriano ha scompigliato i rapporti russo-tedeschi. Corre voce che, quantunque il regime hitleriano sia ;yiti-asi,itico nelle sue vedute, in caso di guerr.t russo-giapponese cs~o sosterrebbe piuttmto il Giappone, perché tutto ciò che indebolisce la Russia in- ,ldx:•:i• :~ il comunisn;•), f,Kilit,,ndo alla Germania il suo programma di espansione verso Est, formulato da Rosenbcrg, e contribuendo a formare una nuova Medio-Europa sotto l'egemonia tedC'sca. I giapponesi sono disposti a intender-.i con la Germania, ma comprendono perfettamente che questa, dimostrandosi arnie,\ dt..~IGiappone, non fa ,,ltro che continuare l'antico programma tedesco dt!i tempi di Gue:lielmo II, che era favorevole ad una guerra russo-giapponese per rafforzar~ la posizione- della Germania in Europa. Se la Russia riconosce gli interessi giapponesi in J\fanciuria e se il Giappone dimostra un adeguato rispetto delle sfere d'influenza rus3e nella Mongolia esterna e nel Turche~tan cinese, Russia e Giappone potranno anche roncJudcrc un'alleanza o un'intc'Ja scgrct.i. Gli accordi segreti russo-giapoonesi del 1907, 1910, 1916 e 1920, danno molto a riflettere su questa pos'ìibilità •· « Tutto sommato, il dissenso più profondo sarebbe fra l'Inghilterra e il Giappone>. e Oggi non c'è nessuna parte del mondo, specialmente in Oriente, dove gli interessi britannici e giapponesi non siano in contrasto. Le " ventun richiei;te" con le quali il Giappone obbligò la Cina ad impegnarsi a non affittare o vendere tcrrit0ri, porti, isole cinesi a nessuna Potenza 1 erano soprattutto dirette contro l'Inghilterra. Sul terreno economico, nonostante l'applicazione della preferenza imperiale, la concorrenza giapponese ha minato il com• mercio britannico in ogni parte del mondo, nelle stesse colonie inglesi, nei Dominions, in India. Oggi la guerra economica anglo-giapponese è di natura assai più grave che non fosse quel- !a anglo-tedesca prima della guerra europea. L'insuccesso delle trattative commerciali fra delegati giapponesi e cotonieri del Lancashire è un indizio della profondità del conflitto. Questa rivalità anglo-giapponese è una vera minaccia e se le due nazioni non riu• sciranno a comporre i loro intere...si. una guerra nel Pacifico sarà tutt'altro che improbabile. Gli esperti navali britannici sanno che il Giappone potrebbe impadronirsi di Hong-Kon~ senza troppa difficoltà. Per questo I Inghilterra ha creato la base navale di Singapore, la più formidabile del mondo. Si ha inoltre notizia di accordi segreti conclusi fra il governo inglese e quello olandese affinché la flotta e l'aviazione britanniche possano valersi dei territori delle Indie olandesi per impedire al Giappone di impadronirsi di Giava e di altre isole ricche di vasti giacimenti di petrolio. La notizia di questi accordi è stata smentita 1 ma se l'Olanda non avesse concluso nessun accordo con l'Inghilterra per la difesa delle Indie olandesi, non avrebbe potuto ridurre le sue forze navali, proprio ora che la -situazione del Pacifico è CO)Ì incerta. V'è più di una ragione per ritcnen" che se il Giappone e l'Inghilterra non riusciranno a comporre i loro dis'ìCnsi, questi saranno capaci dì provocare un conflitto armato>. e In questo caso gli Stati Uniti ... >. e Si può con certezza prevedere che malgrado le grandi risorse dell'Impero britannico e la sua marina superiore, l'Inghilterra non attaccherebbe litè col Giappone, se non fosse sicura dell'appoggio cinese e americano. Si tiene generalmente per certo che la Cina - la fazione cantonese - si metterebbe con l'Inghilterra contro il Giapoone. Perciò le future relazioni anglo-giapponesi sono in gran parte nelle mani degli Stati Uniti 1 e spero che questi seguiranno il loro programma di benevolenza, per risolvere le crescenti diffi. cohà fra le due nazioni. Ancora una O!>'-f'r\'.l7Ìone.Gli sviluppi della politica europea avranno anch' essi un determinato effetto sull'atteg~iamento in- ~le:i.e verso il Giappone. L'Inghilterra ha da tutelare la propria posizione nel Mediterraneo. Non può combattere col Gi~tppone e conservarvi la propria posizione se nel Mediterraneo non trova un alleato. I possibili sviluppi della marina militare 1edesca1 l'accrescersi della potenza navale russa nel Baltico e nel Mar Nero, il programma della marina turca affidato, a quanto si dice, al Giappone, un'eventuale ripresa della Spagna nel Mediterraneo, potrebbero complicare la situazione attuale. .--\ quc~to riguardo l'Italia diventa un fattore vitale in ogni possibile sviluppo O!:otiledelle relazioni anglo-giapponesi. Non insisto. Una guerra anglo-giapponese non è incvitabilcJ ripeto, ma è probabile. Con la saggezza politica si potrebbe e 5i dovrebbe evitare>. L'ARJd'ATASOVlETI0ADELLAMONGOLIAOL SESTOSOLDATODADESTRAA BJN18TR.APORTALA B0MBETI'A) I Il problemadell'India « ).fa che cosa avrebbe da guadagnare il Giappone da una guerra?». e Tutto da guadagnare se evita b guerra, moltissimo da perdere se sconfitto. I suoi uomini di stato lo comprendono perfettamente, ma non riescono a moderare i nazionalisti e i militaristi insofferenti di ogni attesa. Aggiunga che questi sono portati a sopravalutare le forze del Giappone. Ed hanno torto. Essi dimenticano che in caso di guerra il Giappone potrebbe trovarsi C'omplctamente isolato come avvenne alla Germania durante la guerra mondiale. E dimenticano che la posizione difensiva del Giappone è tutt'altro che inespugnabile. Poco dopo la guerra mondiale uno dei più eminenti serittori giapponesi di cose navali, il Nakamura, mc ne dava le prove quanto mai persuasive. "Il dominio del Mar del Giappone e del Mar Giallo", mi faceva osservare, "può anche essere insufficiente a proteggere il Giappone dal blocco. In nes~un momento della guerra mondiale la Germania ha pe,duto il dominio di Helgoland o del Baltico: essa poteva, quindi, garantire le proprie coste da attacchi navali. Ma ciò non le risparmiò la pressione del blocco, vera causa della !i,ua sconfitta. Nel nostro caso neppure il dominio incontrastato del ~•far del Giappone ci salverebbe dal blocco. Un avversario di fori:e navali superiori potrebbe strozzare il nostro commercio e tagliarci i viveri senza far penetrare una sola delle sue navi nel Mar del Giappone. La maggior parte delle navi mercantili dirette ai porti giapponesi percorrono alcune vie obbligate, che il ·nemico potrebbe chiudere senza difficoltà. Stabilito il blocco, il nemico cercherebbe sicuramente di scuotere la nostra resistenza attaccando con navi da guerra, sottomarini cd aeroplani i porti esposti della costa. Molti dei no- ~tri grandi porti militari e commerciali sarebbero esposti ad attacchi, e il nemico, bene informato delle no)trc risor~e, saprebbe in quale direzione concentrare i suoi 3forzi. Sulla costa del Parifico, la capitale Tokyo e l'enorme emporio di Yokohama sarebbero aperti .,Ile offensive aeree. Osaka 1 il cuore della nostra industria nazionale, non ~.trebbc fuori della portata del nemico, f. gli alveari industriali di Kyushu gli prc~enterebbero bersagli vulnerabili. Il tempo sarebbe contro di noi ". lo non aggiungo nulla. Sono le idee di un autore\•olissimo "c,pcrto" giapponese». « In conclusione ... » « In conclusione, vorrei mettere in chiaro che dietro i cosidetti problemi del Pacifico c'è il problema dell'India. Nel dramma più importante del secolo ventesi1no1 la lotta per l'indipendenza dell'intera Asia, l'India avrà la parte più importantt:. L'India risorta riacquisterà1 con l'andar qel tempo.J_}Isuo <!iriuo alla libertà e .ap-pre~ntcrà il Ìattore più importante in tutte le questioni del Pacifico e della politica mondiale. Coloro che credono alla dottrina della collaborazione fra Orien:e e Occidente sotto l'egida di Roma - la dottrina di Mussolini - non dovrebbero· dimenticare che mantenendo relazioni amichevoli con l1 India, j) Siam 1 la Cina, il Giappone e gli altri paesi asiatici, e mantenendo, al tempo stesso, la propria posizione di grande Potenza europea e imperiale, l' Italia potrà servire assai efficacemente i propri illuminati interessi e portare un prc-zioso contributo alla soluzione ordinata del problema del Pacifico. t questo l'ardente voto di un " orientale " sinceramente amico dell' Italia e che s'inchina davanti al genio del suo Duce. GIULIO VENTURI
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