// - ::; ~ / c--,J" C:\,., rl--''ì- !{"/ ==- ::~? ------ - ~-=- ~~ 11 Io OHdo, bt.ro11.1 1 oh, il mondo borgh•u Tolga al tnmont.o 11 LOOIOA DEGLI 8N0118 l'amore, alle passioni, agli istinti più liberi e più profondi, molti si richiamano a A,fadame Bovary o a Margherita Gautier. < Madame Bovary >, dicono quei tali, < è il. tipo vero, genuino, della donna francese : passionale, amoureuse al cento per cento, provvista di un'immaginazione erotica sviluppatissima e accesissima. E la Signora delle Camelie non è che il complemento di Emma Bovary, Ja sua sorella umiliata. Ambedue spontanee, generose, senz'ombra di calcolo o di egoi!iìmo >. le quali s'immaginano che la donna francese sia come appare dai romanzi o dalle riviste di mode: e cioè romantica, generosa, sensuale, piena di follie disinteressate e patetiche. « Ma le eroine di Stendhal? > si obbietterà. Le eroine di Stendhal, così quelle della Certosa di Parma come quelle di Rosso e Nero, sono, come tutti sanno, ricalcate su modelli italiani : modelli un po' arbitrari, un po' carica~ turali 1 se si vuole, ma italiani. t senza dubbio questa la ragione per cui i romanzi di Stendhal non hanno mai avuto una grande fortuna nel pubblico femminile francese : le sue eroine fanno scandalo 1 con le loro passioni di fuoco, col loro impeto forsennato, col loro violento disinteresse, con i loro amori sanguigni, con le Toro tristezze funeste e le loro splendide e cupe pazzie. Fanno scandalo in una società come la francese, organizzata secondo regole supreme e infrangibili, per le quali gli slanci della passione sono altrettanto biasimevoli quanto veri e propri attentati alla sicurezza, alla ricche:z.z.1e. alla felicità della nazione. Il tipo attuale della donna francese appare per la prima volta nelle Liaisons da,igereuses. Ammirevole romanzo! Intelligente e crudele, di una intelligenza e di una crudeltà che son proprie della natura femminile francese. L'essenza della femminilità del diciottesimo secolo, i sùoi segreti e i suoi misteri, si accompagnano in questo romanzo (il più bello e il più francese di tutti i romanzi francesi) a quel disdegno di una moralità superiore, di una vita spirituale e religiosa, che è la caratteristica della donna francesc moderna. Non già che la donna, in Francia, non abbia una profonda coscienza religiosa, diciamo pure cattolica, non già che essa non abbia scrupoli di ordine morale 1 non già che sia schiava· dei sensi, tanto più pericolosi quanto più sono liberi dal freno delle passioni: ma è dominata e preoccupata dagli clementi sensuali della vita, specie da quelli di ordine inferiore, specie, voglio dire, da quelli comandati dai fattori ,;ociali cd economici. --- te da parte, e voi vi trovate alle prese con una donna. Sia che si tratti di comprare della carta da lettera, o di ordinare una partita di cento camions, sempre, al momento buono, esce fuori una donna fredda, cortese, diffidente, categorica, altera, una donna che sa il fatto suo, che discute, comanda, dispone, decide e conclude. L'uomo si fa piccino piccino, e tanto più si mette in ombra quanto più stretti sono i suoi rapporti con la jupe che CO• manda nella sua azienda. Nelle più piccole, come nelle più grandi imprese industriali, miniere, banche, fabbriche d'armi, cat\tieri di costruzioni, re· slaurants, tabarin.s, boites de nuil, perfino uffici di notai, di avvocati etc., il vero cervello, la vera volontà, son rap. presentati da una donna: la vera padrona, la vera dea ex machina è una donna. V'è tuttavia un fondo di tristezza, nell'alterigia, nel dominio di sé, nc-1- ~~s~°È~:a ;i~n=:i:e~h~ dèo:~~~raun~ rammarico, e un rancore, per un bene perduto, per una necessaria rinunzia. -La donna francese, come tutte le donne, ha, in fondo al suo cuore, una sola aspirazione: l'amore. E soffre d'esser costretta dal propri<t destino, dalla propria natura sociale, dalle esigen1,e della propria posizione nella famiglia, nella società, nella civiltà francese, a. mettere in seconda linea l'amore, la vita sentimentale, per dedicarsi all'amministrazione morale, intellettuale, sociale ed economica della Francia. La più stupida e falsa leggenda sul conto della donna francese, è che essa sia felice. Altra stupida e falsa leggenda è che essa rompa facilmente i legami matrimoniali, manchi facilmente al proprio onore di sposa. Quel che è vc-ro per certa società parigina, per certa borghesia parisienne (da questo punto di vista, tutto il mondo è paese), è falso per il resto della Francia, per tut• ta la borghesia, piccola e grande, della immensa, monotona, uniforme, grigia provincia francesc. La parisienne è una creazione più o meno artificiale, una pura e semplice convenzione. Quando si dice parisienne non si deve intendere la donna del Faubourg Saint-Gcrmain (l'aristocrazia è eguale in ogni nazione civile, obbedisce alle stesse leggi morali, e alle stesse convenzioni immorali), e neppure la donna dei quartieri popolari di Parigi, dove il senso dell'onore e della famiglia sopravvive a tutte le crisi sociali e politiche. La così detta parisienne è un fenomeno tipicamente borghese, contenuto in limiti precisi e ristretti. La sua facilità non ha niente a che fare col vizio, con la sensualità, e neppure con quel che si chiama comunemente amore. e, piuttosto, una abitudine di origine cerebrale, intellettualistica. La parisienne è molto più disinteressata di quanto non si creda. Ignora le passioni, ed è inimitabile nello sport del capriccio, del béguin. F. lei che rivendica l'origine francese della parola flirt da fleuret, fioretto. Concepisce l'amore come una continua partita di scherma, come un continuo gioco di fleuret. Chi .scambiasse la pari.sienne per il tipo della donna francese, dimostrerebbe semplicemente di non conoscere la Francia, o di aver visitato Parigi da turista provinciale. In fondo, tutta la Francia femminile è in opposizione alla pari.sienne, a questa creazione artificiale dei salotti, delle case di mode, delle riviste mondane, a questo tipico prodotto di una certa cultura borghese, che ha avuto, a un certo punto, una funzione di primo ordine nella moderna civiltà fran. cese, ed è troppo presto degenerata in intellettualismo e in snobismo. JOHN ANTINORI MORTIMER LA CLEIIIElfZDAI STALllf LA STAMPA dei paesi cosl detti capitalistici suole pubblicare, con grande rilievo di titoli e di caratteri, le notizie delle stragi e delle esecuzioni in massa, che avvengono in Ruuia a iniziativa di Stalin, e tra.scura, invece, od omette, le notizie degli atti di clemenza e di generosità che lo atei-SOStalin compie, sia pure abbastanza di rado, nell'esercizio del suo terribile potere. Questo metodo, evidentemente, non si ispira - come si suol dire - a criteri di obi:ttività e di equità. Epperò ci sia permesso di riparare a tanta ingiustizia e di illustrare l'atto di immensa clemenza, compiuto recentemente dal sullodato dittatore russo, graziando ben 55 mila ex peccatori. Vero è che, qualche mese fa, il MareKiallo Tucacevski, quando si vide per. duto, lo chiamò, in una lettera a Voroseilov, e il gorilla infuriato > ! Ma, si sa, chi è prossimo a morte, inclina a vedere le cose da un punto di vista molto personale. Gorilla, ma clemente. JI gorilla clemente. La comm0\'ente cerimonia ha avuto luogo al teatro Bolsciai a Mosca. lvi sono stati riuniti i 55 mila peccatori. Probabilmente non entravano tutti nel teatro, ma la cronaca bolscevica non spiega come venisse adattata la scena. Tutti, anni fa, avevan peccato contro la patria bolscevica o contro la rivoluzione o contro Stalin, che, poi, sono la suua coP.; e tutti, in espiazione dei loro peccati, erano 1tati mandati ai lavori fort.ati allo scavo di immensi canali. Ora avevano espiato abbastanza e la patria bolscevica li accoglieva di nuovo fra le ,uc braccia. Ora erano riuniti per ascoltare la lettura dell'atto di grazia. Stalin perdonava. Ciascuno dei 55 mila cx pec• catari ha ricevuto un biglietto gratuito per tornare alla sua città natale, un dono da 100 a 500 rubli e un certificato in cui si proclama che si è redento. Quindi è stato conces.so l'Ordine di Lenin, una delle più alte onorificenze, a quaranta dei quattrocentoquattro agenti che avevano funzionato da carcerieri e da sorveglianti dei 55 mila peccatori durante la loro espiazione. fra gli appia.mi generali, il compagno Jesciov, Coinmiuario del popolo per gli affari interni - il successore di Jagoda, - ha comunicato ai membri del Soviet di Mosca che il canale Mosca-Volga, al quale hanno lavorato una gran parte dei 55 mila graziati, è completo. Molti dei 55 mila hanno lavorato anche al canale dal Baltico al Mar Bianco. Grande era. la gioia e la commozione di tutti, sia per l'atto di clemenza di Stalin sia per la grandeu.a dell'opera compiuta. Modesto in tanta gloria, il dittatore ta• ccva. Facendo una delle sue rare apparizioni in pubblico, egli era entrato nel teatro, 1enza fare strepito, e si era mcuo a sedere in un posto poco in vista. Tutti es!ltavano la sua clemenza e tutti gli occhi In realtà, tanto Madame Bovary quanto Margherita Gautier, non sono al8-o che clamorose e significative eccezioni. Di1ci che la Signora delle Camelie non ha nulla a che fare, non ha nulla in comune né con la donna francese in generale, né con Madame Bovary in particolare. Il fatto che Dumas ha preso il modello del11infelice Margherita nella pietosa cronaca della prostituzione parigina, non prova niente : tutti sanno che la vera storia di quella povera ragazza è molto diversa dalla romantica e sentimentale vicenda narrata da Dumas. li tipo di Margherita Gautier è tratto piuttosto da un convenzionale e facile romanticismo, che da un modello vero e proprio. A nessuna donna francese, neppure a una povera ragazza perduta 1 verrà mai in mente (a meno che non si tratti di un caso patologico) che la vetta più sublime dell'amore sia il sacrificio per l'uomo amato. La donna francese, di regola, ci pensa mille volte prima di compiere un sacrificio di quel genere : e poi, saggiamente, se ne astiene. Non si sacrifica, perché non ne ha bisogno. I costumi, le convenzioni, i pregiudizi, le leggi morali e sociali, l'interesse stes50 della Francia, direi, le proibiscono di compiere un sacrificio per amore, di commettere una simile sottise. Le risorse della sua intelligenza, del suo savoir /aire, della sua attività, del suo spirito d'iniziativa e di organizzazione, del suo senso sociale, sono tali e tante, che trova sempre il modo - quando il sacrificio di qualcuno sia inevitabile - di sacrificare un terzo al proprio amore. In generale, così nelle commedie 1 nei romanzi 1 come nella vita, il sacrificato è il marito. E moltissime storie <l'amore, tanto nella piccola e nella grande borghesia, quanto nelle famose 200 famiglie, finiscono col trionfo dell'uomo amato, con la ,;ua sistemazione sociale e finanziaria. In fondo, nessuno è veramente sacrificato, in una simile raffinatissima società: neppure il marito, strumento inconsapevole, talvolta, ma più spesso consapevole 1 di questi romanzi a lieto fine. La sua caratteristica fondamentale è di essere un'ottima amministratrice. La sua tendenza è di «amministrare> tutto: la casa, l'amore, l'arte, il marito, l'amante, i figli, i divertimenti, le malattie, il denaro. Tutto. Amministrare nel senso di caser, di catalogare, di ordinare in gerarchie di valori economici e intellettuali. Non per nulla la Francia è quel che si dice un paese governato dalle donne. La Monarchia, come la Repubblica, non sono che il paravento, il pretesto glorioso di quella oligarchia femminile, di cui le « favorite » non rappresentano se non il simbolo più banale e meno significativo. Acuta 1 attiva, laboriosa, previdente, egoista, infaticabile, orgoglio5a, intelligente, tenace1 la donna domina la vita francese in tutti i suoi aspetti. Il bonhomme di Francia, il Monsieur Durand, il Monsieur Dupont, il Mon· sieur Duval, il Français moyen, insomma, non conta nulla, o quasi nulla. Si dà delle arie, fa finta di protestare, di rouspeter, a ogni piè sospinto, vuol dire la sua ad ogni momento, si atteggia a paladino non solo delle libertà francesi, ma delle libertà di tutto il genere umano, che egli identifica con le sue ideologie e i suoi istituti democratici e parlamentari, si dà perfino l'aria d'essere un uomo libero, il solo uomo libero in Europa e nel mondo, il libero cittadino di una libera Repubblica: ma, in realtà, egli dipende dall'ironica, saggia, tirannica volontà della donna, sia essa moglie, amante, fi. glia, sorella, o semplicemente la sua segretaria, la sua dattilografa. In Francia, tutte le trattative commerciali, industriali, finanziarie, politiche, intellettuali, conducono ad una donna. A un certo punto delle trattative, l'uomo, le patro,1, si tira discretamenOCOILESORELl<El!TREPOSAPER LOBOULTORETllUllETZXOY La donna francese sa fare i propri affari in modo encomiabile e rispettabile. Nei rari casi in cui non riesce ad essere egoista (casi rarissimi, come quello di Emma Bovary, che è l1egoista tipica fuorviata dalle cattive letture, da un' immaginazione eccitata, dalb. falsità e dalla grettezza del clima provinciale), la donna francese è infelice, la guigne la perseguita, tutto le va di traverso. Più che altrove, più che in qualunque ahro paese civile, l'egoismo, in Francia 1 è la condizione si11e qua 110n della felicità femminile. In Italia, in Germania, nella stessa Inghilterra, una donna può esser felice pur non essendo egoist.'L In Francia, no: mai. Una donna che non sia freddamente, orgogliosamente, intelligentemente egoista, è una donna senza avvenire, senza fortuna 1 senza felicità. Tutte le pone, tutte le possibilità si chiudono davanti a lei. Il caso di },,fa· dame Bovary è tipico. La povera Emma è la riprova, se riprova occorresse, che la donna francese è esattamente il contrario di come lei se l'immaginava. Il dramma della povera Emma è il dramma di una « spaesata :l. La sua fine è atroce: ma non poteva finir meglio. La sua morte è una grande lezione per tutte quelle piccole 1\1csdames Bovary di tutte le provincie d'Europa, AVVOOATESSFARANCESEOONUNASUAOIJENTE erano fissi su lui. Ma egli non se ne avvedeva E taceva. E il giorno dopo è tornato, come direbbe Tolstoi, al suo faticoso, terribile, inumano compito. La cronaca bolscevica ha taciuto varie cose. Per esempio, ha taciuto quanti altri peccatori sian morti scavando i canali da Mosca al Volga o dal Baltico al Mar Bianco. Ha taciuto quanti altri sian ri• masti a scavare e continueranno a scavare finché la morte non metterà termine al loro patire o fincM non verrà in mente a Stalin di rimandarli a caP., se hanno una casa, con un e certificato di redenzione > e con un biglietto di cento rubli in tasca. IL NOii llfTERVENTO I L 27 DI AGOSTO, fra la diP.ttenzionc generale, 5j è riunito ancora una volta a Londra il Sottocomitato per il non intervento e ha deciso di spedire ai Governi partecipanti all'accordo per il non intervento il rapporto dei' Presidente del Comitato, invitandoli a far conoscere entro quindici giorni le loro ouerva.zioni. Tempo fa, il PrCJidente Azaria, il principale responsabile delle sventure della Spagna, parlando a Valcncia, diue del Comitato di Londra una co9,a di un grande umorismo, benché egli non avesse 13. minima intenzione di fare dell'umori1mo. e li aolo intervento >, egli gridò, < che il Comitato pt-r il non intervento abbia impedito è stato quello della Lega delle Nazioni > Nel che di inesatto c'è solo questo: che per impedire alla Lega di intervenire non c"è bisogno di Camita.ti, né d'altro. La Lega è moria, e i morti non intervengono negli affari dei vivi, 1ranne che nei loro sogni. Alla Lega non resta che di intervenire nei sogni di Azaiia. Come Calvo Sotelo. L'ALTERlfATIVA DON SALVATORE de Madariaga y Rojo, che, al primo stormir di fronde, se ne andò all'estero e vive fra Londra, Parigi e Ginevra, scrive, di là, alle due parti in lot1a in hpagna nobilì appelli alla pace, e ci~ fa della lettera• tura sul sangue degli altri, sforzandosi di mantenersi a eguale distanza dalle due parti, anzi al di sopra di esse. E farà così finché non diven1erà chiaro anche ai suoi c- ..:hi quale delle due parti sia destinata a vincere e quale a soccombere. Non senza ragione Solone condannava a pene severissime i cittadini ateniesi che in una guerra civile non si fossero schierati né per l'una parte, né per l'altra. « La Spagna non può essere comunista, né fascista>, così Don Salvador dc Madariaga y Rojo proclamava poche ,$Cttimane or sono dalla Svitz.era. E questo è il suo errore. Ché la Spagna sarà proprio o comunist3 o fasci11a. E chi non ha ancora capito questo, non ha capito niente del mondo in cui viviamo. E se Madariaga vuol rendersi conto di quanto egli sia fuori del mondo e del tempo, legga quel che a.nnotava nel suo nolebook il giornalista americano Wìlliam F. McDermott della North Am,rican New• spap,r Allianc, prima di lasciare Valencia: e lo devo atttstarc, sulla base di quel che qui salta agli occhi, che una vittoria di Franco si risolverà nella creazione dello Stato più radicalmente fascista che il mondo abbia mai conosciuto. E una vittoria di Valencia, similmente, si risolverebbe nella istituz.ione di uno Stato comunista tale, che la Russia, al paragone, sembrerebbe un paradiso di realismo economico. Nessuno, qui, parla di democrazia >. Ecco un americano che capisce la Spagna infinitamente mr:glio di Don Salvador dc Mad.ariaga y Rojo. "LIBERTA O MORTE" 'a..TULLA, del resto, può valere a dimo- ...... strare la confusione che regna circa gli avvenimenti di Spagna, meglio degli arruolamenti di cittadini americani per Valcncia e delle strane idee con cui essi son venuti in Europa. Quali siano queste idee è reso manifesto dai nomi e dai motti con cui i battaglioni, formati dai det1i volontari americani, sono stati battez.zati. I primi due furono intitolati a Giorgio Washington e ad Abramo Lincoln. La torre di Babele! Ma poi c'è stato di meglio. Sono giunti altri "·olont;u-i dati' America ed è sta.to costituito un t~rzo battaglione; ma i nuovi arrivati han preso a litigare sul nome e sul motto da dare alla nuo\'a unità. Alcuni erano per la denominazione < Battaglione Tommaso Jeffcrson > col motto: e La terra della rivoluzione deve CJscre lavata col sangue dei tiranni >, che era abbastanza truculento, ma un po' lungo. Altri invece parteggiavano per la denominazione: e Bauaglionc Henry Patrick > col motto: « Datemi libertà o morte>, Venivano a ~rcarc la libertà nella Spagna di Va.lcncia ! OMNIBUS I AlfllO1, N, 23, • SETrE!CBRE 1937-IV 11111 JMNIBUS SETTIMANALEDI ATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESOE IL SABATO IN U-16 PAGINE ABBONAMENTI Italia, Oolon\e1anno L. 4.5 1 umeatre L. 23 Eatero I anno L. 701 semestre L. 36 OGNI XUIIER.0 UNA LIR.l )hn01orlttl, dlugnl III rotogu6e, anche u non pcbblloatl1 non •i rettitutaoono, Dtrnlona: Romlei,ro 1 :o dN'. l6t.6~6' 28 lm.m.111.btrulona: llilanT;t!]o'::•i;~~SO~rba 1 6 Soc. boa. EdJtrlea " OllUfIBU"S • llil&ao
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