Non J l'oro che può dare la ftlicità, ma soltanto la scien{a e la uirtù. SEMBRANO due versi di Goethe e invece sono dd dottor Schacht, presidente della B3nca nazionale germanica, dittatore economico del Rcich. Per quanto po»a apparire paradossale, questo grandissimo finanziere ~. prima di tutto, un uomo di a1ta coltura e di pensiero, che prderisc:e i libri di s>«sia e di filosofia a quelli di economia. t una nota che lo avvicina a Carlo Marx, che negli ultimi anni della sua vita aveva bandito dalla sua ca.sa tutti i libri di scienza economica. La sua biblioteca, una pie.cola scansia accanto al letto, non conteneva che opere letterarie. Quando mori non vi si trovò nemmeno una copia del Capitale, ma sul tavolino da notte figurava un'edizione delle opere complete di Shakespeare. Questo tratto i frequente negli economisti. li nostro grande Angelo Mes.scdaglia scriveva dei veni, che dicono tutt'altro che sprt:gcvoli, Francesco Ft:rrara amava soprattutto i classici grt:ci, Eschilo e Tucidide assai più di Adamo Smith o di Ricardo; Tullo Martello preferiva i libri di psicologia a quelli di economia matematica, Vilfredo Pattto, e che tutto seppe >, negli ultimi anni, nel ritiro di Céligny, trascurava le novità della scicnu t:conomica, ma non perdeva di vista quelle della letteratura, tanto che, al termine della Sociolo1ia, confidò agli amici che i romam-icri l'avt>vano aiutato assai più degli eco111,.1mi\1ai comprendere i fenomeni sociali. Perché dovrebbe fare eccezione il dottor Schacht? Quando si parla di lui e della sua stessa azione pratica, non si dcvi- dimenticare che è dottore in filo\Ofia, che .si lau~ò in filosofia prima ancora che in economia e che scrive dei Hni Che ai letterati e agli arthti non infli~ge lt int<r· minabili anticamere cui debbono umilmente auuefani direttori di banche e hnanzicri. Due la.uree Le sue origini non sono tl'dr-.chc Il padre era dello Schleswig, di naz.ionalit.à danese. Nel 1886, quando lo Schlr.swi~ fu annesso alla Confederazione germaniu, ~i ribellò all'idea di diventare pruuiano e prcfer\ emigrare in America insieme con alcuni amici patrioti. Prese dimora a r-.rw York, dove soltanto a prezzo di grandi.s• simi ltt:nti riuscl a fani una mode,ta posizione. Entrò come operaio in un., piccola tipografia, 1mparò faticosamente l'inglese, pel quale non aveva nessuna attitudine, tentò varie volte un piccolo rommercio, mai assistito dalla fonuna, e final• mente, come Dio volle, riusci a sistemaf'U ed a fare qualche economia. Poco dopo il '70 poteva chiamare a Nuova York la f1daniata, la baronessa Costanza Egers, unJ bella giovane danese, e sposarla a Bn.11>- klyn. Nel ';5 il vecchio Schacht ritorna nello Schleswig e nel gennaio dt'l '77 gli .uce un figliuolo, cui impone i nomi di Orario, Greeley, Hjalmar, chi:' ~i rkhi.1mano alle leggende nordiche piuu,,sto che alle P.ghe germaniche. La leggenda vuole cht: il giovanr H ,al mar si interessasse fin da ragazzo di ..fl.A11, nel senso di averne la curiosità, e di ,·conomia. Non è \/ero. Il giovane Schacht 11011 aveva nulla in comune col nostro Ma,- zotti Biancinelli, che a quindici anni le~- gcva Il Sole a differenza dei compa1j:11i curiosi delle Odi bo,bare e del Primo D• n. 11 giovane Schacht intraprew studi 1r,;olari e severi, alternando l'economia p .r.1 con la filosofia e b lettuatura. f:. invece d.1 ricordare che negli studi di economi;1 n,ostrò subito un invincibile fas1idio ix·r le dottrine del Wagner, che imperavano, nrlla Germania di allora, da tutte le cauedrt:. E non aveva torto. Prova di senso critico precoce. Il trattato del Wa~ner c·r.t un noio,o miscuglio di sociologia e di storia delle dottrine economic:ht:, un volumi• nosissimo rr.anuale scolastico, che non po• ttva esercitare nessuna attrattiva preun una mente sveglia e capace di penetrart: oltre la superficie delle cose. Al Wagner preferiva il Mcnger, il fondatore della CO)l detta e scuola austriaca >, che dissolveva nella psicologia j severi teoremi dell'economia e poi, ,opra ogni altro, Ricardo, il più grande degli economini passati, presenti e futuri. Fu lo Jtudio di Ricardo che lo portò a interessarsi delle questioni finanziarie. E si comprende. Il Ricardo era un banchiere di origine olandese, che si era dedicato alla scienza economica, che ne porterà per sempre il suo segno, dopo una lunga esperienza di affari. I ramosi 53.ggi di Ricardo, ,pccie quelli sul commercio estero, che seppellirono per sempre le teorie d~i m«-rcantilisti, offrivano quanto egli desiderava: una sintesi incomparabil" di dottrina e di pratica. Non bisogna mai perdere di vista questa sua prima formazione intellettuale quando si vuole intendere l'opera ddlo Schacht come ditlatore della finanza germanica, come supremo regolalore del commercio estero Cli o»crvatori superficiali, che amano M"mplicementc guardare ai risultati pratici, hanno affermato che l'esperienza ddlo Schacht ha capovolto le leggi dell'economia, ha battuto in breccia la scit:nza. Il primo a sor• ridere di queste adulazioni insensate è lo stuso Schacht, il quale sa più di Olj:ni altro quanto egli sia debitore alla scien1.a, dei succeui grandiosi cht: ha potuto ottt:nerc nel campo dell'economia a vantag~io del suo paese. Egli ha battuto in breccia la piccola scienza dt>i manuali ad uw delle scuole, non la grande scienza, quella dei maestri "eri. Comi" vedremo, egli ha avuto l'audacia temeraria di applicare dei principi che per i profeuori di economia erano delle ~mplici astrax.ioni logiche, di auumere come regola di ,ondotta dei presupposti che di solito venivano accettati come indicazioni di rapporti ipotetici e puramente formali. t la fede illimitata nella scienza che ha dato a Schacht le più belle vittorie. Fino dai tempi dell'univenità a Monaco, a Lipsia, a Berlino, a Kiel (era costume, nella Germania di allora, seguire i coni di diverse università), il iiovanc Schacht mostrò uno sfrenato desiderio di farsi strada. Coscienza del proprio valore o semplice arrivismo? Forse l'una e l'altra cosa insieme, Titolare a vent'anni di due lauree, a quale affidani? Non era il caso di illudersi sulle risorse che poteva offrire la filosofia. ~{cglio affidarsi all't:conomia. e La filosofia potrà consolarmi delle delusioni dell'economia >. Documento selfl'eto Non fu cosl. Aveva vent'anni quando ottenne - e più per raccomandazioni che per titoli riconosciuti - un modeuo uffi• do alla Banca di Drcsda. Lo confinarono nella sezione della s1atistica. Non è difficile raffigurarsi la sua insofferenta. La realtà gli sfuggiva, doveva indovinarla negli schemi vuoti delle cifrl', negli aridi t'iagrammi nei quali si Jpefchi,1.va la vita. ~. vide allora quale fos~e uno dei tratti del carat• terc d.i Schac-111, uno dei segreti della sua fortuna: $3.pcr attendere. Non c'è momento della sua lunga carriera in cui non abbia rivf'lato in misura eccezionale questa difficilinima virtù, che presuppone un cosi rigoroso dominio di se stessi. Dovunque si è trovato è riuscito a salire muovf'ndo da un angusto, fragilissimo punto di partenza. Sarebbe un errore prestargli delle eccezionali attitudini all'intrigo. Affatto. Egli non fu mai la talpa che si fa strada sotto terra: la sua unica, vera, indiscutibile foru fu la capacità, un rigoroso senso del dovere. Fu la vita che lo et:rcò, che gli • andò incontro, furono le circostanze che gli permisero di mettersi in evidrnza e di mostrare tutto intero il suo valore. Egli ~ di quelli che in ogni occasione, anche nelle situazioni più modest~·, trovano il modo di distinguersi, che sanno afrerrare l'attimo fuggente. Che cos."l p0tcva fare nella sua qualità di semplice impiegato alla sezione di statistica? Eppure anche Il dov,e un qualsiasi altro avrchbc mortificato ogni virtù di iniriativa, ~c:li trovò modo di richia~arc sopra di sf t'attenzione del Consiglio d'amministrazione della Banc.... I suoi quadri statistici non sono mai dPi S("mplici quadri, sono dei veri e propri r.,pporti, ricchi di annotazioni e di riferirurnli,. Non si limita ad allineare delle ci• fre, a i~tituire dei raffronti, ad t:laborare dei calcoli di probabilità. Si preoccupa di Hdcre rhe cosa s.ignificano quelle cifre, di indovin:1rc e interpretare la realtà cht: nascondono. E sono brevi note acutissime, 1,on di rado caunicbt:, qualche volta irri• verenti per le superiori gerarchie. Qua1runo mormora: e Ma chi crede di essere? >. Una decisione del direttore generale impone silenzio a tutti: lo prende accanlo a sé in qualità di segretario particolare. Segretario particolare, a ventidue anni, del direttore di una delle maggiori banche del Rcich è qualche cosa . .t una situazione che autoriu:a ogni confidenza 'nell'avvc-- nire. Ma Schacht non è come tutti gli altri e questo non gli basta. Cosa vuole? Non lei sa. Ma p. btnissimo che quello non è il posto suo, che non vorrà. mai essere un funzionario. Passano tre anni e tanto fa che a ventisei anni ottiene la nomina di condirettore della Dt:utsche-Mittelbanlc Otto anni dopo rientra nella Banca di Drcsda in qualità di direttore generale. e la banca più importante dell'Impero. :8 ora contento? Nemmeno per sogno. In quei giorni, a11'apogeo della carriera, viene preso da una subitanea crisi morale. Incredibile: pensa seriamente di abbandonare la carriera, a lasciare la banca. Per fare? Non lo sa. Guerra, mobilitai.ione. Invasione del Bel• gio. Il vecchio generale von Bissing è nominato governatore delle terre occupate con 1a precisa consegna di trarrt: da eue ALUEVE DELLA 80UOLA "TAHZ UND OYXNABm" tutto quanto si può. Il paese è ricchissimo e può rendere ad usura le spese del· l'occupuione con ogni sorta di forniture: oro, grano, metalli, bestiame, carri ferroviari, automobili, viveri e cosi via. e Che cosa fa von Bissing? > tempesta il Grande Stato Maggiore. e Non vede che il Belgio rischia di diventare una passività? >. Ma il generale von Biuing non sa a quale santo votani e spedisce a Berlino dei biglietti di banca, che suscitano l'ilarità degli esperti. Jomanda a sua volta un esperto. E Berlino gli manda il dottor Schacht. L'esperto Schacht conosce il Belgio alla perft:zione, nessuna dt:lle sue innumerevoli risone gli è ignota. Non perde tempo. In pochi giorni si orienta e tt:digc un e piano> di sfruttamento di un tale rigore, di una tale perfezione, che, letto ancht: oggi, atterrisce. Fu pubblicato alcuni mesi fa dalla Rt:vue des Dt:ux Mon,- des, all'indomani della dichiarazio~e di nrutralità da parte del Belgio. L'intenzione polemica era fin troppo evidente, ma que• sto non infirma per nulla il significato e il valore del e documento segreto >. La. rovina. Ebbene, i risultati furono nulli. Il «piano> era magnifico, ma il gehcralc von Bissing era un uomo impossibile. Di economia e di finanta non capiva assolutamente nulla e aveva la pretesa di mettere sull'attenti il dottor Schacht nell'c.scrcizio delle sue funzioni. Nonostante la disciplina, esperto e generale non riescono a intendt:rsi e nascono, talvolta, dei vivacissimi alterchi. < t più [acile vincere delle battaglie che trovare dei milioni! >. Ma von Bissing non cede e vuole ingerirsi di tutto, anche di quello che ignora. Ha dalla sua parte Berlino, che, a un' certo punto, si opponr ad una iniziativa del dottor Schacht in merilo ai buoni-carta destinati a pagim· lf' requisizioni. L'esperto si dimrttc e ntorn:i a Berlino. Alla banca di Drc~a non 11cn...1. più. L'ha abbandonata pf'r srmprt' Il perché non si seppe mai di pn·ciS<>. A Jkrlino si mette in società con un finanziere genialissimo, Jacob Coldschmidt cd entra come direttore e con~ilj:licrc delegato nella Darmstatcr National Bank, cht:, sotto il suo impulso, diventa in breve uno lt:i più potenti organismi finanziari della Germania Umiliazioni, convulsioni, sommosse, sembrano preludere alla definitiva catastrofe del suo paese. Nel 1922 si ini7.ia q1.1clla forsennata svalutazione del marco che nel 1923 tOC• ,hcr~ il fondo deffabi,so. Nel novembre del ·23 la borJ.;1 di Colonia quota il marco a trf'dici trilioni di hi'(lietti di banca. t la follia, è il delirio, la vita ha perduto ogni centro di gravità. Tutto è po»ibile, solo l'impossibile seduce le menti e le -anime. Le ripercuuioni della rovina finanziaria so• no incalcolabili nello stesso campo morale. Il dottor Schacht assiste imperturbabile alla roviua, pcrchf sa che in certi periodi della loro storia I\: nazioni debbono percon-ere tutta fa. gamma dell'esperienza. Si limita a dare dei pareri ina~oltati. Ma sa egualmente eh" egli s.:i.rà chiam;i,to a salvare la situazione. Non •in~anll1'. Ai primi del mese di dii.:.cmbre viene nominato commissario per le valutt'. l'Mhi ~iorni tlopo muore Havcnstein, prc)ìdeut'" ddlll Reichsbank. t una succeuione dillicile. TI dottor Schacht pone decisamente la propria candidatura, ma contro di lui si leva la candidatura di un altro finanzit:re di grandissimo valore: Hellferich. Tutta la burofrazia ~ per Hellferich, a incominciare datti alti funzionari della Banca. Dopo molte esitazioni il Govemo dà la prefe~nza à Schacht. t l'ora sua. In pochi mt:si pt:rviene alla stai,ilizzaziont: del marco, proprio come aver va indicato fino dal '18, Ha evitato il fallimento, non ha modificato la moneta contrariamente ai suggcrimt:nti dcì più. t un prodigio, ai grida al miracolo, si pla1.1de al genio. Le banche d'Europa e d'America ne restano sbalordite. e Quale tour dt /or- "! > esclama ammirato Poincaré. La gratitudine del popolo tedesco non ha limiti ed egli diventa la figura più popolare dt:lla Germania .. t per merito suo che i tedeschi possono riPrendere a lavorare. Stabili7.Zato il marco, Schacht ricostituisce dalle fondamenta il mercato monetario e con una serie di abilissime operazioni riesce ad aumentare le riserve auree della Banca, che nel '28 toccano la cifra di tre miliardi di marchi. In ca.mpa.gna. . Nonostantt: questi successi, non è obbedito. Egli raccomanda insistentemente di non fa. vorire un eccessivo afflusso di capitali stranieri e ne spiega le ragioni ; ma più dei suoi moniti è forte la tentazione dei colo5sali e finanziamenti > che nel •~ 1 porteranno di nuovo la Gt:rmania sull'orlo del fallimento. Sono le prime delusioni. A queste se 91c aggiungono altre fuori dei confini della patria. Nel '29, capo della Delega• z.ione germanica alla Conferenza degli esperti di Parigi, non riesce nemmeno ad ottt:nere un esame obiettivo della reale capacità di pagamento della Germania. Si dibatte come può, ma le diffidt:nz.c nei confronti del suo paese sono tante e tali, che ogni dimos1razione rimane inascoltata. La Germania deve accettare il piano Young, che fissa in due miliardi l'annualità in conto riparazioni. Disgustato, amart:ggiato, scontento di .sé e degli uomini, si dimette da presidente della Rcichsbank e si ritira in campagna, in una vasta tenuta presso Berlino, dove crea un alleumento di suini e pianta due milioni e meno di alberi nei boschi circouanti. Suini e boschi gli vengono presto a noia e parte. Va in America, poi nei Balcani, dove illustra in una serie di applaudite conferenze le sue teorie economiche e monetarie. Alla fine del 1930 ritorna in Germania e ,'incontra con Hitler. Non è un mistero che egli aveva sempre segtt:tamcnte coltivato in cuor suo una grande ambizione: la presidenza del Rcich. Ma dopo l'incontro con Hitler egli avverte immediatamente che il suo avvenire non potrà. essere che insieme con Hitler, mai contro di lui. Oramai tutta la ~ua intelligenza sarà al servizio della causa impersonata dal Filhrer e questi lo ricompenserà non appena sarà 3) potere. Il trionfo del nazionalsocialismo sarà. anche il suo. Presidente della Reichsbank e, subito dopo, ministro, sarà il dittatore dell'economia nazionale. Immensa è la sua autorità., pari ai servigi che ha reso. I tedeschi amano vedere in lui una specie di Mefistofele della finanza cui nulla rit:sce impossibile. Invano egli protesta contro questi apprezzamenti assurdi, perché, da vero uomo di scienza e di coscienza, sa che l'economia ha dei limiti insuperabili, delle leggi alle quali non si può trasgredire. S'è già detto che la s1.1a massima forza deriva dalla scienza e da un forte pensiero, da una potente capacità critica. Egli rt:sterà famoso perché ha a".uto l'audacia di regolarsi secondo vedute ni;o- ,osa.mente scientifiche. La sua esperi~nza è una pratica applicazione di quella teoria che, enunciata da• gli economisti di avanguardia, fece tante volte sorridere i pratici. Secondo qut:sta teoria i la moneta che deve aderire al valore della generalità dei beni e non viceversa. Se si vuole ad ogni cono mantencrt: fisso e immutabile il valore dell'oro, cioè della moneta, si va fatalmente incontro a quelle oscillazioni cd a quegli squilibri, che rendono in,olubili le crisi economkhe. Egli ha dimostrato praticamutlt:, in un vastissimo c:iml'o di esperienza, che l'oro era un idolo del qu ..lr ~i poteva benissimo fare a meno nrllc ~tesse• rc:la"tioni monetarie. Il " baratto " La moneta nun e n1,lla di definitivo e di immobile; non ~ una e realtà ~ fisica come ritengono i più, è semplicemente un e: diritto >. A fondamento reale della moneta non si deve assumere l'oro come entità invariabile, ma la capacità di lavoro di un popolo, le sue stesse possibilità proictU1t1· nel futuro. Fissato il valore della I mon< ta, si deve procedere ad accordi fra gli Stati. e Ogni paese aveva accettato il 1old standnrd (regime oro) come base della sua mon1 ta, ma non e,istevano relazioni internuiornJi giuridiche fra gli Stati dal punto di ,-i.sta monetario, di guisa che ogni paese ha potuto abbandonare il iotd standard senza rompere alcun trattato o accordo internazionale, e tuttavia arrecando le più gravi perturbazioni negli scambi mondiali. Qui i l'errore, qui è lo sbaglio da non commet• tere più. Perciò bisogna con contratti interna.zionali stabilire una parità. delle mont:tc che leghi gli Stati o gli Istituti di emissione>. t in vista e in attesa di qut:sta eventualità che egli tiene fermo il marco. e Tengo il roarco in una posizione di aspettativa. Non appena le altre potenze avranno riordinato le loro finanze la Germania collaborerà volonticri alla tanto desiderata stabilizzazione delle monete >. Per mantenere inalterato il marco, pt:r tutelatt: le divise, ha larghiuimamente praticato il e baratto >. Con qdali risultati dicono lt: statistiche. In soli quattro anni ha raddoppiato gli scambi con )a Peniwla balcanica per la quale la Germania è oggi un dientt: più importante che tutto il reuo del mondo. Bulgaria, Ungheria, Jugoslavia hanno addirittura modificato ccrtt: culture e certe industrie per meglio rispondere alle richieste gennanicht:. Nel 19~6 la bilancia commercialt: del Reich ~i daiu• deva con un saldo attivo di ,4.39 utiliuni di Rm. in confronto del 1935. Questo è il dittatore dell'economia del Reich. Dicono che a prima vista non riesca ccct:uivamente simpatico per quel certo che di duro, di infkuibile, che promana da tutta la sua persona. Ma vinta la prima impressione, l'uomo conquista con l'intelligenza e seduce con lo spirito. A Londra, a Parigi, dovunque si è incontrato in que• sti ultimi anni con finanzit:ri e con uomini di Govt:mo, la 1ua personalità si i subito imposta anche per un insieme di qualità spiccatamente mondane. A Parigi i giornalisti che non riuscirono mai a farlo parlare di politica, lo chiamarono un e:parigino > tanti furono le boutades e i bons mots coi qua\i mandò a vuoto le loro inJistt:nu i a Bru,;t:lles riusd a far dimenticare il e piano • preparato per von Bissing. Ama la solitudirie. Non frequenta i teatri, di rado i ricevimenti. Non è iscritto al Partito. Lo si vede soltanto nell<" grandi occasioni. t il solo, dopo Goering, che può entrare dal Fiihrer senza farsi annunziare. t indubbiamente un elemento moderatore nella politica generale, un convinto fautore drlla collaboruione economica fra gli Stati. Sposò trentaquattro anni fa la figliuola di un commissario di polizia, Lui~ Sowa, per 1a quale ha una vt=ra adorazione. Una signora modesta, invisibile. N'ebbe due figli, un maschio e una femmina, che sono tutta la sua vita, i suoi pott:nti affetti. Non ~ ricco e potubbe esserlo a volontà. Solo da• pochi anni ha incominciato a metter da parte qualco.sa risparmiando sul proprio stipendio di direttore della Rrichsbank, che è di un milione all'anno. Non per sé, per i nipoti. Egli resta fedele a sé stesso. e J,lon i l'oro ,h, può dare la felicità, ma sollanto la scienca e la virlù >. MARIO MISSIROLI
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