Omnibus - anno I - n. 21 - 21 agosto 1937

Olartoot Bro•o spiega ua acetta di 11 Karla Walew1ka 11 (){, O,M.) È arriv?.ta l'imperati ice, col figlio! •· Questa era la notizia che, il mattino del 2 settembre 1814, gli abitanti di Portoferraio, nell'isola d'Elba, si comunicavano con fare misterioso, e che rapidamente si sparse per tutta l'isola, e di là, varcato il mare, per tutte le Corti di Europa. Ma non era una notizia esatta. Da una nave ancorata.si la sera prima nella piccola rada di San Giovanni, erano bensì sbarcati, al calar de:Ja notte, una giovane signora e un bambino, accompagnati da un'altra giovane dama e da un signore in uniforme; non si trattava però dell'imperatrice Maria Luisa, ma di Maria \\'alewska, l'amante di Napoleone, e del figlio ch'cssa ne aveva avuto, il piccolo Alessandro Walewski, che l'Imperatore aveva creato conte dell'Impero, e che sarà più tardi ministro degli esteri di Napoleone HL Si sa come Napoleo,,e avesse conosciuta a Varsavia, nel 1807, in un ballo dato in suo onore da Talleyrand, la giovane e bella Maria Laczynska, terza moglie dell'allora più che settantenne Anastasio Colonna Walewski, discendente dai Colonna di Roma, un ramo dei quali s'era trapiant?tO in Polonia. Fra le belle dame che partecipavano a quel ballo, e che cercavano in ogni modo di piacere all'Imperatore, Maria non era certo la più appariscente : di piccola statura, bionda, pallida, con gli occhi azzurri, vestita semplicemente, timida cd impacciata (viveva quasi sempre in campagna, a Walewice), neuuno avrebbe pensato che proprio lei avrebbe attratto l'attem~ione dell'Imperatore, allora al sommo della gloria, e sul quale i Polacchi riponevano tante speranze per la liberazione della loro patria. Eppure fu proprio lei la prescelta, quella che doveva aver fatto su Napoleone una ben profonda impressione se questi, all'indomani mattina, appena risvegliato, le. scriveva : < Non ho visto che voi, non ho ammirato che voi, non desidero che voi. Una risposta molto sollecita per calmare l'impaziente ardore di N. :t. Dopo la passione giovanile per Giuseppina, si può dire che l'amore, per Napoleone, non fosse che un capriccio, presto appagato e presto finito. L'amore, com'egli si esprimeva brutalmente, non era che < un affare da canapè •· Donne ne aveva conosciute parecchie, certo; comunque, non era abituato ad incontrare t"C$istenze.Proprio in quei giorni, anzi, era stato informato della nascita di un figlio, da tléonore Denuelle de la Plaigne, dama di corte e lettrice di sua sorella Carolina, e la notizia gli aveva fatto piacere, perché lo riaffermava in certe speranze dinastiche ed in certi suoi progetti che sino allora erano rimasti un po' vaghj e indecisi. Ma, forse per la prima volta, il suo bi~lietto alla contessa Walewska rimase senza risposta. Una nuova missiva non ebbe miglior successo. Maria era spaventata dell'impressione che aveva fatto su Napoleone, per il quale, ora, provava ammirazione ed 01-rore. Ma il capriccio dell'Imperatore per lei cominciava già ad essere noto. Ecco lo stesso principe Poniatowski, il nipote dell'ultimo re di Polonia, venire da lei a pregarla di cedere « per il bene della Polonia •· Un messag~io le fu fatto pervenire addiritcura dai membri del governo, in cui, ricordato l'esempio di Ester, sacrificatasi ad Assuero per salvare la patria, la si invitava abbastanza chiaramente a fare lei pure lo stesso sacrificio, anche se penoso. Circuita, adulata, fatta centro di tutto un armeggio di intrighi, esaltata, spinta, essa sentiva la sua volontà vacillare. La vinse un nuovo bigUetto dell'Imperatore, in cui v'era anche un accenno alla Polonia e la promessa che « tutti i suoi desideri sarebbero stati esauditi •· La sua resistenza era durata quattro giorni, « ce qui fut considéré comme un acte inoui •· E andò al palazzo reale, di notte; ma sembra che nemmeno allora si concedesse all'Imperatore. Vi furono molte lacrime, certo, quella notte, a palazzo reale, molte preghiere, forse anche furono fatte molte promesse. All'alba 1 il fido Duroc la riaccompagnò a casa. Tanta resistenza aveva commosso Napoleone, che uscì da quel convegno innamorato come un collegiale. Tanto da scriverle subito dopo, mandandole un mazzo di bellissimi fiori legato da un serto di t)rillanti: « Maria, mia dolce Maria, il mio primo pensiero è per te, il mio primo desiderio è di rivederti. Tornerai, non è vero? Mc Io hai promesso. Altrimenti volerà l'aquila da te. Ti vedrò a pranzo, l'amico [Duroc] mc lo dice. Degnati dunque di accettare questo mazzo di fiori; che esso diventi un legame misterioso destinato a stabilire fra di noi un rapporto segreto in mezzo alla folla che ci circonda. Esposti agli sguardi della moltitudine, potremo così intenderci lo stesso. Quando mi premerò la mano sul cuore saprai che esso è tutto pieno di te, e tu per rispondere premerai i tuoi fiori. Amami, mia graziosa Maria, e che la tua mano non abbandoni mai i tuoi fiori•· Maria trattenne il biglietto, ma respinse fiori e brillanti. Era l'ultimo suo sforzo: subito dopo abbandonò il marito, che sembra non apprezzasse molto l'onore del « cocuage impérial >, e seguì il suo amante, oramai per sempre. Da Varsavia lo raggiunse al castello di Finckcnstcin, dove rimasero insieme più settimane, quindi a Parigi. Dopo Wagram è a Vienna, dove potè annunziare a Napoleone la sua prossima maternità, quel figlio la cui nascita deciderà l'Imperatore a divorziare da Giuseppina. < Voi ridete di vedermi così innamorato :t, diceva Napoleone al fratello J Luciano in quel burrascoso incontro che ebbero a Milano. « Sì, lo sono infatti. B una donna incantevole, un angelo. Ma il mio amore è subordinato alla mia politica; la quale vuole che mi sposi con una principessa, benché io preferirei molto incoronare la mia amante•· Né il matrimonio con Maria Luisa separerà i due amanti. Più circospetta, certo, con maggiore segretezza, ella salirà ancora più volte I' escalier noir delle Tuileries. Campagna di Russia, Mosca, Lipsia. L'Aquila è vinta, e deve lasciare la Francia. Nella notte dal 4 al 5 aprile 1814 Maria si recò a Fontaincbleau, di nascosto, e giunse sino alla porta del sovrano vinto e già quasi da tutti abbandonato. Vi trovò il cameriere Constant, solo, che vegliava ancora e che entrò ad annunziare la visita. Ma l'Imperatore era come « immerso in un marasma di insensibilità• e non rispose. Maria attese: tremante di freddo, immobile, piangente, attese sino all'alba. Poi dovette ritirarsi, partire, in preda alla disperazione. Quando Napo1•'°1Jncapprese la cosa ne fu ad. dolorato: « Poveretta! Si sarà sentita umiliata. Constant, ne sono veramente spiacente. Se la rivedete, diteglielo •· Poi, colpendosi la fronte con la mano: « A1ait j'ai tant de choses là!,. Si ritrovarono all'isola d'Elba, dove Maria 1 col figlioletto, la sorella e il fratello, rimase qualche giorno, all'Eremo, sopra Marciana, quasi. sulla cima del monte Capanne, da dove si poteva vedere lontano la Corsica e dove Napoleone aveva fatto piantare alcune tende. Ne ripartì di notte, in piena burrasca. Si ritrovarono ancora a Parigi, durante i Cento Giorni e, dopo ,-vaterloo, si rividero alla Malmaison, per l'ultimo saluto. Maria era accompag11ata dal figlio Alessandro, che sempre conservò il ricordo di « quel volto triste che si chinava su di lui a baciarlo :t. Poi Maria si ritirò in Belgio, dove, già da alcuni anni vedova, si sposò nel 1816 con un cugino di Napoleone, il generale Filippo d'Omano, conte dell'Impero. Nel giugno 1817 diede alla luce un figlio, Rodolfo Augusto d'Ornano, e, dopo pochi mesi, il 1 ;i dicembre, morì. Nel cimitero del Père•La- , chaise, a Parigi, dove fu sepolta, una lapide la ricorda soltanto come contessa d'Ornano. A. UN GIORNALISTA, che è riuscito a parlarle, Greta Garbo ha fatto confessioni che stupiscono: e lo odio il mondo >, ha. detto con voce aspra e lo sguardo duro e freddo. Quando Greta Garbo arrivò in America per girare il suo primo film, l'assistente del regista le domandò ironicamente: « Pcn• sate veramente di far carriera nel cinema, signorina? >. La Garbo non rispose, ma da quel momento cominciò a detestare il mondo. Oggi il suo sentimento è chiaro e sent.a incertezze: « Quando mi accade di acquistare qualcosa che mi piace, sono sicura che, dopo quarantott'orc, tutto il mondo possiede lo steno oggetto: e ciò sciupa subito il mio piacere. Tempo fa, per es.empio, volli comperare una piccola scimmia a Los Angeles. Quando due giorni dopo andai a ritirarla, il venditore mi disse: "Siate benedetta. Da quando mi avete dato l'ordinazione, vendo un numero enorme di scimmie .,. « Quando ho l'intcn:tionc di ordinare qualche abito da .s.cra, se non nascondo i miei segreti come un generale prima della battaglia, sono certa di veder arrivare dice.i donne vestite esattamente come mc. e Mi piace raccogliermi sola, qui, nel mio piccolo salotto, di cui tutti gli oggetti provengono dal mio paese. Qualche volta mi piacerebbe fuggir via. M'accade qualche altra volta di desiderare di vivere in mezzo alla folla, che m'interessa perch6 è la vita. Ma quando mi vien fatto di pensare a quello ch'cua vale veramente, allora non provo più voglia di mescolarmici :t. 1933 • ONLa Garbo in Crò<litta Greta Oubo Alla 1ta1fonedi Puad•na iu 0allforula

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