Omnibus - anno I - n. 21 - 21 agosto 1937

PUO' RIUSCIRE interessante, dopo il Congresso mondiale rlel Sionismo, che si è chiuso in questi giorni a Zurigo, una .sommaria esposizione delle idee di Giorgio Sorel sul problema ebraico. Studiosissimo della storia del Cristianesimo e particolarmente delle origini, critico di Renan, osservatore attento e appassionato delle lotte di razze e dei conflitti di nazionalità, lo scrittore indugiò frequentemente sul problema degli ebrei. Dalla serena imparzialità scientifica del Système historique de Renan, passò ad un moderato filosemitismo durante l'affare Dreyfus, quando, cioè, si trattò di lottare contro l'ingiustizia e la persecuzione. Ma per un breve momento, e tale fase appartiene, comunque, all'attività dell'uomo politico più che del pensatore. Furono gli studi ulteriori di econo• mia e di storia e, soprattutto, quelli di critica alla democrazia, che l'orien• tarono in senso antisemita. Nella de• mocrazia borghese e nel riformismo, nell'ideologia come nella pratica, gli parve scorgere una decisiva influenza di quel pensiero semitico, che giudicava il più pericoloso corrosivo delle idee quiritarie. Postosi su questo terre~o, la sua polemica antiborghese e antidemocratica non conobbe più limiti, tanto che, per un breve periodo, non disdegnò una collaborazione con 5li stessi nazionalisti dell'Action /rançaise. t del 1912 il celebr~ e quasi introvabile saggio antisemita: Qu.elqu.es prétention.s juives, che è 1:1n'aspra polemica contro Giuseppe Remach e Bemard Lazare; un saggio tremendo, nel quale si legge una demolizione spietata di Lassalle e si dimostra l'origine ebraica di tutto ciò che vi è di ~r~zionale e di ~uasto nell'ideologia socialista. Alla glona del scmitismo egli contende lo stesso Marx, nell'educazione del quale « mancarono del tutto le tradizioni israelitiche>. Durante la guerra, il Sorci identificò addi~ttura massoneria ed ebraismo, pilastn - a suo dire - dell'ideologia dell'Intesa, e all'indomani de1la guerra, nella furibonda critica a Wilson e alla Società delle Nazioni, non ammise distinzioni r.ssibili fra le concezioni ginevrine, a plutocrazia e il giudaismo. Furono, quelli, gli ultimi anni della sua vita e quasi interamente dedicati alla difesa così chiaroveggente e appassionata dei diritti dell'Italia, misconosciuti dagli Alleati. Nessuno, in Europa, difese, con ardore pari al suo, i diritti storici dell'Italia su Fiume, sulla Dalmazia e nel Mediterraneo. N~uno, più di questo socialista rivoluzionario, che amava chiamarsi, e lo era, un « servit<'fe del proletariato>, intui l'avvenire ..iell'Italia nel mondo, la necessità della sua espansione e ne indicò le vie. Fra gli errori commessi dall'Intesa alla Conferenza della pace, il Sorci an• noverava l'istituzione del « Focolare ebraico>. Nel novembre del 1920 egli osservava come al gran pubblico sfuggissero i moventi reconditi dell'atteggiamento britannico verso gli ebrei. Perché Balfour con la famosa dichiarazione del I g '7 aveva patrocinato la causa del Sionismo? e: E:. inammissibile che Balfour ignori i pericoli del Sionismo. Se ne è • stato uno dei primi difensori, deve aver ritenuto che fossero in giuoco i più forti interessi del suo paese. Gli inglesi sanno benissimo che non potranno conservare l'Egitto in eterno. Non perché temano le insurrezioni: nessun'altrà occasione ritroveranno gli egiziani così favorevole come quella di cui non hanno saputo approfittare durante la guerra. Il pericolo vero può venire dal Parlamento. Wellington disse che se l'India doveva andare perduta, ciò sarebbe accaduto l'er causa delle lotte parlamentari; e s1vide come egli avesse ragione, allorquando Gladstone praticò la così de.tta politica della piccola Inghilterra abbandonando il Transvaal, il Sudan e le frontiere che Disraeli aveva dato all'Inghilterra nell'Afganistan. Un giorno o l'altro, come reazione all'ìmpcrialismo abbastanza stupido che predomina attualmente, ci potrà essere un Parlamento che conceda l'indipendenza agli tgiziani. Ma Balfour pensa che in virtù del Sionismo l'opinione pubblica non permetterà che si abbandoni la Palestina così facilmente come l'Egitto. I sionisti sono ricchi e potenti nel giornalismo ed è su di e$si che calcolano i conservatori per riuscire a mantenere il canale cli Suez nelle mani dell'Inghilterra stabilita in Palestina >. Uno degli aspetti più dibattuti del sionismo è quello del doppio statuto giuridico. « Gli ebrei verrebbero a possedere un doppio statuto giuridico : da una parte sarebbero membri della nazione dove sono nati, dall'altra sarebbero soci di una società di Palestina, costituita in Stato teocratico sovrap• posto alle diverse nazioni. Questa posi• zione equivoca è stata, scrive Renan neH'AntéchristJ una deHe cause dell'antisemitismo. Secondo Renan la Francia ha risolto la questione degli ebrei col riconoscerli cittadini come tutti gli altri; viceversa il sionismo dimostra che gli $forzi assimilatori non sono riusciti a modificare il fondo dell'anima israelita. L'ebreo contemporaneo, se ha lo spirito abbastanza forte per ragionare con vera libertà, pretende il doppio stato giuridico>. Ritornando, altrove, sullo stesso argomento, il Sorel istituiva un confronto che acquista, oggi, un valore di più viva attualità pei mutamenti avvenuti nella forma di sovranità del Pontefice romano. « Il sionismo viene a dare un aiuto insperato alla diplomazia della Santa Sede, rimettendo in circolazione un'idea, che si poteva credere definiti• vamente morta. La filosofia liberale, così audace quando si tratta di combattere le dottrine vaticane, si sente malsicura davanti ad un'agitazione israelita un po' seria. Una volta accettati i principii del sionismo, non si Po· trà impedire che i cattolici se ne giovino. Col sionismo, tornano anche in onore le teorie sul potere temporale, che usavano ai tempi di Pio IX. Gli ebrei, diventati ricchi e potenti, potrebbero chiedere il permesso di ricostruire il Tempio di Gerusalemme per poter eseguire integralmente la legge mosaica. Tutto ciò non rappresenterebbe che una restaurazione del potere ecclesiasti~ co; ma i sionisti hanno dellr- ..,.igenzc maggiori. Essi vogliono che Gerusalemme sia la capitale di uno Stato israelita. allo stesso modo che i cattolici hanno per molto tempo preteso che Roma fos. se la capitale d.i uno Stato del Papa >. INTERNOEBILAIOO• Veo(lhlonbblc.o cb oontempla 11cel1briU.1bntcb1 la oon.lo. Un anno dopo, osservando i movimenti antisemiti che riprendevano qua e là,· specie in conseguenza della rivoluzione russa, il Sorel si abbandonava a previsioni che, alla distanza di quindici anni, dovevano verificarsi in modo impressionante. e Si dice che se la Repubblica sovietica cadesse, si produrrebbe in Russia un'ondata di antisemitismo quale non si è ancora vista fino ad oggi. C'è del vero in iutto questo. Nelle università occidentali s'incontravano, anni or sono, dei giovani russi, che cercavano di mettersi al çorrcnte delle dottrine socialiste. E siccome gli ebrei hanno una spiccata. propensione per le idee di avanguardia, così gli studenti ebrei diventavano facilmente marxisti fanatici e alla caduta del regime zarista portarono nel loro paese le dottrine che li avevano entusiasmati. E probabile che se fra qualche anno nuove generazioni di marxisti prenderanno la direzione dell'opinione pubblica, l'ascendente degli ebrei sarà attenuato e l'antisemitismo russo perderà una buona parte della sua ragion d'essere>. Nella Germania, invece, l'antisemitismo era di origine universitaria. Già Renan nel ,Ware-Aurèle aveva osservato che nell'età romantica gli ammiratori delle leggende genn:miche provavano un senso di vergogna al pensiero che il cristianesimo dipendesse m tanta parte da idee ebraiche. Eliminare ogni traccia di giudaismo dalla civiltà te• desca pareva a questi studenti opera altamente meritoria. « Oggi l'antisemitismo sta per riprendere il sopravven• to in Germania. Come nel 18 t 3, questo paese si ricostituirà nelle uni\·ersità, dove è vivo il disgusto per gli speculatori e i socialisti. E probabile che se la Germania non fosse obbligata a sottomettersi alle ingiunzioni dell'Intesa, la gio• ventù universitaria sopprimerebbe la socialdemocrazia e finché non sarà pervenuta a questo risultato essa si servirà dell'antisemitismo per mantener vivo nel paese uno stato di turbamento spirituale>. Secondo il Batault, autore di un libro sul problema ebraico, una delle cause della ripresa dell'antisemitismo delineatasi all'indomani della guerra 1 doveva essere ricercata nell'universale scontento prodotto dai trattati di pace. Furono accusati gli ebrei, che erano numerosi intorno a \1/ilson, a Lloyd Georgc e a Clemenceau, d'aver dettata una pace ebraica. Fantasie. Egli è piuttosto incline a scorgere nei trattati di pace un riflesso di quel puritanesimo (Wilson e Lloyd George erano due puritani), che ha tante affinità con lo spirito ebraico. Ma non nel senso indicato dal Sonibart, secondo il quale il puritanesimo è l'epilogo dell'alleanza dello spirito protestante oon lo spirito ebraico. « Non è molto difficile comprendere perché la Riforma nei secoli XVI e XVII fu portata a far rivivere la civiltà giudaica. Come ai primi protestanti piacquero tutte le tesi evangeliche dalle quali i teologi romani non potevano trarre alcun vantaggio a favore delle pretese della Chiesa, così essi lessero con avidità i Profeti che si mostravano così spesso ostili al sacerdozio e al ritualismo. La Chiesa romana aveva messo i Salmi alla stessa stregua degli scritti di devozione dei compilatori più mediocri. « I protcstailti scoprirono il vero senso di questi frammenti, nei quali si manifesta la collera degli oppressi, un vi,.. lento spirito ,di rivolta e la speranza di una prossima, rivincita. Essi compresero ;~,:C~~diz1~n1ueit\has~aet 0 ~~~;~ai~~ laborioso, senza grandi ambizioni e ostile agli abitanti delle città. Grazie ad essi la Bibbia è diventata il libro nazionale degli anglosassoni ed ha reso alle moltitudini popolari di questa razza i servizi che l'Iliade e l'Odissea resero alle popolazioni della Grecia . « A misura che lo spirito capitalista allarga il s\lo dominio su di un paese protestante, il prestigio della Bibbia diventa sempre più potente. Invece quella parte degli ebrei che occupa un posto eminente nella finanza europea non possiede affatto lo spirito dei suoì antenati della Palestina. Si commette dunque un errore grossolano quando si pretende di spiegare la politica contemporanea mediante un connubio fra protestanti ed ebrei, entrambi figli spirituali della Bibbia >. Lo spirito dei trattati di pace era quindi assolutamente indipendente da influenze « politiche > del mondo israelita, anc~ se la sua derivazione ideale era ..indubbiamente di origine ebraia. Questo spiega perché nella costante, imoUcabiJe critica dei trattati di pace, il Sorel evitò scmore di colpire ~li ebrei. Nello zelo antisemita di alcuni pubblicisti francesi, che accusavano l'ln~hil• terra di mettersi al rimorchio dell alta finanza israelita, egli sospettava l'istigazione del governo francese i cui diplomatici non si rassegnavano a veder sfuggire la Terra Santa ai loro intrighi. MARIO MlSSIROLI IL KURO DEL PIANTO A GERUBALEXKE RIVOLUZIONE u~ (B@~~~u GBIIIOlPIBliA r; ON BLUM csordl come letterato e poeta deliquescente. E, in fama d'uomo e scrittore politico, giunse sol• tanto piuttosto tardi, nell'immediato dopoguerra, a quarantacinque anni. Ricco studente della Scuola Normale, in- , sicme ad alcuni amici aveva fondato la solita rivista d'avangu.irdia, stampata su carta d'Olanda, tiratura cento esemplari nu• mera.ti, abbonamento cento franchi, che oggi urcbbe come dire otloccnto. La Conque vegetò un anno appena. Fu seguita dal Banqutt che, per verità, costava solo un franco al numero, ma dopo un anno era morto lo stcuo. Liriche e prose del giovane Blum, pub• blicatc nella Conque, nel Banquel, e poi nella Reu1u. Bianche dei fratelli Natanson, ci documentano d'una psicologia straordinariamente impressionabile e delicata. Non pare un giovinotto di leva, Pare una signorina: un non ti scordar di mc, una scnshiva, una mammolctta; cresciuta lan•' guidamcntc sotto alla campana di vetro dell'utetismo. Narciso si contempla cgoisticament~ nt:1l'anima di qualche ragazzina che s'è ·innamorata di lui, e che, per quanti sforzi faccia, egli non riesce ad amare. Vivace negli approcci, versatile nell'opera di seduzione (una seduzione, intendiamoci, pura• mente verbale), quando ormai avrebbe partita vinta, non cerca che di battere in ritirata. Cosi tutto finisce in <. 1"everic et conversation >. Ma, a volte, finisce anche peggio. La giovinezu di Blum si modellò sugli eroi stendhaliani. E qualche anno dopo, com'è noto, egli dette su Stendhal un volume tutt'altro che da disprenare. < Ero arrivato a identificare la mia vita con quella di Sorel >. Un suo personaggio, accingendosi a dichiararsi a una fanciulla, applica uattamcntc una tattica illu$trata in Le Rouge et lt Noir: < Trovandosi solo con Marta, scntl battere i primi tocchi delle dicci al campanile di Sant' Agostino. Pensò subito ad una situazione analoga, in cui s'era trovato Sorel. E disse a se stesso: Ora, al decimo tocco, afferro la mano di Marta. > Stava per farlo; quando Marta gli si rivolge e con un sorriso che gli parve singolare >. Marta pi• glia\'a l'iniziativa. E l'emulo di Sorel :inuncia a ogni proposito, e se ne va con la coda tra le gambe. Un carattere costante, in questi curiosi racconti, è l'età delle fanciulle, estremamente precoce. Parrebbe che per Blum fossero a tiro fra i dodici e tredici anni. « Non siete mai stati colpiti >, si chiede, ~ dalla grazia delle bambine verso i tredici anni? Mc ne ricordo che, a quell'età, sarebbero state perfette per l'amore >. E, d'altra parte, i suoi giovinotti, non esitano a confessare anche una vivissima inclinazione per le anziane: < Ci attira, in esse, non soltanto l'incanto di paisioni pii) calme, ma l'intimità dell'amante matura, che potrebbe accarezzarci come se fossimo dei ragazzini >. Scappare davanti alle bambine, e farsi carezzare dalle anziane. Nel complesso, bisogna riconoscerlo, una faccenda piuttosto complicata. L'opera letteraria di Blum costituisce una diecina di tomi, che facilmente potrebbero raddoppiare, raccogliendo un'infinità di recensioni e di cronache drammatiche rimaste dis.seminate in giornali e riviste. Minutamente la esamina Maree) Thiébaut, in un libro divertentissimo, apparso in questi giorni (En li1ant M. Uon Blum ,· Ed. Gallimard, P:uigi), Sulla scorta di tal libro, il lettore può farsi una giusta idea. Mia, intanto, gli serviamo qualche primizia; e, come abbiamo fatto finora, lasciamo che il più possibile parli lo stesso Blum; ciò che rende quasi supcrAui i commenti. Fra le pietre miliari dell'opera blumiana 1 a parte il saggio su Stendhal, sono le Nou1Jtll61Cont1trJation1 de Goet}u av,c Eckermann, nelle quali' Blum s•~ modestamente attribuito il ruolo di nuovo Goethe. Blum è ormai socialista; bcncM d'un socialismo vago e floreale (vero socialismo da cx redattore della Conqut), davanti a cui oggi resterebbero di stucco non diciamo i dirigenti della U.R.S.S. o della F.A,I., ma i buoni borghesi della C.G.T .. IJ programma, naturalmente, ~ di < assi• curare la felicità a ciascuno.>. Su quali basi? Blum ce lo dice subito, sebbene la risposta non sia molto chiara n~ convincente: « Ci occorrerà una garanzia metafisica che nteeuariamenle tutti gli sforzi indivi~uali si fondano in un'unica armonia; e che n1:ce11ariomente la 10mma delle felicità individuali diventi la felicitl. di tutti.>, Gustando lo sciroppo di queste sentenze, non c'è da meravigliarsi diell'aueccatinimo nomignolo affibbiato a Blum da un altro Uon, Daudet: « Blum, o la rivoluzione in guanti grigio-perla> (Au temps de Judtu, pag. 123). Né c'è da far caso che il povero Péguy, a Blum, Herr, Roque• ed altri socialisti, componenti il consiglio amministrativo della Sociilé nouv,ll, de librairie d d'ldition, facesse l'effetto d'un anarchie.o pericoloso. Fu quando Péguy si dichiarò schifato del Congresso Socialista di Pa• rigi ( 1900). Péguy era allora un impiega· tuccio alla Sociltl nouvelle. E Blum con gli altri compagni del consiglio, lo butta. rono nel meno di strada. Qualche anno dopo, l'anarchico Péguy moriva alla battaglia della Marna. Blum faceva la guerra al Ministero dei Lavori Pubblici. Tornando ai Colloqui: pare che CoetheBlum accarcu.aue anche l'idea di comporre un terzo Ft1u1t. E confida al suo Eckermann: « - Voglio gettare il mio Faust nel gorgo della società contemporanea, a lottare bravamente contro tutte le forze del passato >. Premuroso, Eckermann s'informa: « - In che veste lo presenterete? >. \ « - Ne faccio un agitatore socialista >. « - Ma allora <.he cosa fa Mefistofele? >. < - Fa l'agitatore socialista anche lui; talvolta alleato di Faust, talvolta rivale. Al mio Faust darò quanto l'anima umana può avere di più nobile e puro. Il faKino, l'eloquenza. Lo voglio energico, candido, ottimista, antindividualista ... >. Veramente, Goethe aveva se.ritto: < che ciascuno dovrebbe cominciare da se stesso. E se com'autorc io mi fossi proposto di servire il pubblico, avrei finito J.)er scrivere novelline, cOmc Kotzcbue, Tengo per norma fond;.mcntalc che il padre di famiglia badi alla sua famiglia, l'artigiano faccia il suo mestiere, e pensi il prete all'amore del prossimo ... >. Intanto qualcosa di sacerdotale e apostolico, connesso forse all'origine ebrea, si risvegliava davvero nella coscicnia di Blum. Sempre più egli diventava sollceito, ansioso, dell'educazione, specialmente sessuale, dei giovani. Di collocare su fondamenta serene l'edifizio familiare. Di risparmiare all'umanità tanti dolori inutili, tanti ìnutili peccati; regalandole, fra l'altro, una ricetta infallibile per la buona riuscita dei mat~i~~n1. < La maggior parte dei matrimoni lascia a desiderare >, premette Blum nel suo libro: Moriog,. < E la priocipalc 1agionc è che l'uomo giunge alle nozze quando è già nella fase monogamica. La donna, invece, alle nozze, ci arriva troppo nuova. Ci arriva in piena fase poligamica; senza avere affatto intaccate le proprie curiosità>. Rimedio? h. tempestiva iniziazione delle fanciulle. Tale compito sarà affidato ad uomini piuttosto maturi, cauti, pieni di tatto. Mi par di vederli un po' simili a dentisti o pedieuri. Dopo di che le fanciulle sapranno continuare per proprio conto le loro esplòrazioni amorose. < Né temiate che debbano perdere la loro freschezza. Nulla offuscherà la purezza del loro -sguardo. Tomcranno da casa dell'aman· te con la stessa naturalezza con la quale oggi tornano da scuola ... Durante un pc• riodo preliminare da dieci a quindici anni, senza laK.iare il tetto materno, soddisfe· ranno a tutte le esigenze dell'istinto >. Fin• ché saranno pronte per la nottè nuziale. D'altra parte, alla formWonc dei gio• vani, provvederanno quelle anzianotte, fra i trenta e i quaranta, che già abbiamo vi• sto tanto materne e protettive. Meglio se l'iniziatrice è un'amica di casa Jel giovinetto, e se l'è veduto crescere sotto agli occhi! < Cosl, per tuua la vita >, nell'animo del giovinetto bennato, < spanderà il suo profumo la tenera gratitudine dell'amore>. Blum non ha difficoltà a che l'educaiione si compia, magari, cort quelle pra1ichc che vietiuimi pregiudizi considerano incestuose. Non lo ritiene tuttavia indispensabile. Son tutli punti su cui, egli ci avverte, non s'è stancato di meditare, Pubblicato nel 1907, Mari..ite è riapparso nel 1936, con una nuova prcfaz.ione: < Ho riAettuto a lungo su questo libro. E rileggendolo, più che mai son convinto della sua fondamentale verità.>. e Entrate in casa mia >, dice al lettore, e quasi si raccomanda. e Vi sentirete me• glio che nella vostra ... Quando l'istinto poligamico è sazio, la giovinezza del cuore può fiorire ancora!. .. .>. E qui basta. Vide bene Daudet, quasi vent'anni Ca, nel libro citato: < Ciò eh'egli {Blum) ha scritto sui costumi, l'amore, le donne, vor• rebbc essere originale in. una maniera ire• nctica, forsennata. E non è che rnediocre, crctinamente bcstemmiatorio ... Blum comidera il proletariato francese come un violino che un giorno egli raschierà, cavandone una musica macabra ... Ma ~ perito• !oso voler fare il tribuno, con un fisico da cassiere di Nabucodonosor >. Profezie che spaccano il minuto. Giudizi che cal:tano come guanti. E a proposito di guanti: sono cose, veramente, che non ci riguardano; ma quel paio grigio-perla, la < sorella latina> ha tutta l'aria d'averlo pagato piuttosto caro. IL TARLO

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