Omnibus - anno I - n. 21 - 21 agosto 1937

" .. ,Dalla ,ogUa :Batl 100m • t.trrt. il oorpodi llatuJ,I, Todd..." SoWMARlO DBLLA PRIMA PUNTATA. • 11 tiot• nalista ]o, Buti, d,l South California Pio-- ncr di Los Anttles, ri,su con uno strata· ,temma a farsi p,omell,re dal fam~o in,. uesti1atore Alf,ed Gusman, di New Tork, la priorità dell, noticie Jull'inchiesta eh' ttli ì uenuto Jttrttamtnte a compiere in California circa la sporfr.ione della siinorina Viold Clark. Gusman hn preso allotrio all'olberto Ambassador sotto il nome di Mr Crait. Il f,lice risultato della sua per1onale inicìatiua permette a Joe Buti di es• 11,e aJsunto dalJ'E'(amincr, tio,nale conco.rrentf del Pioncr, ma assai più. importante. ]o, uuol subito comunicare la buoAa notitia alla sua amica Sall1, che risi,de 11d Holl1wood. ALLY non aveva telefono. Era un peccato. Ma forse l'avn.:bbc trovata lo stesso. Era in giornata di fortuna, la prima dopo un mucchio di avversità e 01 triboli1 cd egli si sentiva imbaldanzito. Avanti di lasciare l'Eiafflìnir'volle prendersi una soddisfazione e chiamò il California Pioner. Gli rispose Pulitzner in persona. e Ah, bene, soltanto per avvertirvi che domani non verrò al giornale, né posdomani, né mai più. Vi lascio anche tutti gli arretrati di quel famoso aumento che mi avevate promesso ... Come? ... No, niente.impossibile ... Ma sono buono, io, e non voglio lasciarvi nei pasticci. Date un colpo di telefono a Petriccione. Sarà contentissimo di farvi la cronaca italiana per quei medesimi schifissimi cinquanta dollari che davate a mc ... >. Erano le otto quando Joe risalì sulla sua vecchia Ford. Era contento. Picchiò affettuosamente sul volante, dicendo: e Presto, vecchia mia, ti mand~ a riposare fra i fcrriveçchi. Allegra anche tu! > e parti canterellando verso casa. Un bagno ci voleva, e anche una camicia fresca per recarsi da Sal1y. Egli abitava in Lemoyne Strcct, dalle parti di Echo Park, in una apart· ment's house assai modesta, condotta da una vedova irlandese. Entrando gettò un'occhiata nel salottino dove, se avesse saputo far bene il suo mestiere, la signora Burke avrebbe dovuto trovarsi, ma come al solito il salottino era vuoto. ]oc fece la scala a quattro gradini per volta, ma giunto nel corridoio si arrestò di botto dinanzi alla porta che precedeva la sua, attratto da un tonfo, subito seguito da un rumore di porcellane infrante. e Che cosa mai sta facendo il nonno?» egli si chiese, avvicinando l'orccohio all'uscio e impugnando la m:miglia. Egli chiamava nonno il singolare vecchietto che da un mese era diventato suo vicino di camera. Ma in quello stesso istante tre persone comparvero in fondo al corridoio, e Joc si scostò dall'uscio, bruscamente. Uno era l'inquilino che stava nell'ultima stanza e gli altri due dovevano essere amici suoi. e Al diavolo anche il nonno>, si disse .Joc, seccato di essersi fatio trovare neH'attitudine di un cu1111so che origlia dinanzi ad una porta, ,. infilò la chiave in quella della sua •-tanza, calpestando quasi un biglietto fhe vi era ~tato fatto passar sotto. Egli ~i ch.inò a raccoglierlo, e men1re lo ~orrcva il suo viso si fece rosso. Il biglietto, scarabocchiato a matita, era di Sally. Diceva: e Venendo in città sono passata di qua sperando di trovarvi. Ci vedremo stasera? Lo spero tanto. La piccola Sally intanto vi saluta :t. Un quarto d'ora dopo Joc filava verso Hollywood, con i capelli ancora tutti molli d'acqua e la cravatta da annodare. Sul bouleuard, dopo il Cinema ·warncr, rallentò, indeciso. Avtva fame. corpo d'un corpo! Quasi le nove. Be', aveva cinque minuti di tempo, ancora: quanto occo1reva per masticare un sandwich da Frank & .Mu,.so. An- <liamo 1 Ma alle dieci Joe aveva fame di nuovo e non era più di ottimo umore. Seduto sopra un panchina dinanzi alla vasca nel giardinetto pubblico d! Hollywood, in mezzo alla quale la statua dorata della Ispirazione, dedicata a Rodolfo Valentino, fissava con i suoi occhi vuoti il cielo pieno di stelle, egli si domandava cosa mai poteva essere successo a Sally che non si faceva vedere. Era la prima volta che mancava ad un ap• puntamento. E proprio stasera! Buttò via quasi intera la decima sigaretta e si alzò. « Ormai non viene più>, egli si disse. « Sapessi almeno dove sta! :t. Sally abitava lì vicino, ìn una trasversa tra il Sunset e l'HollY"woodBoulevard, ma non gli aveva mai voluto dir quale. Che curiosa ragazza, però! Tutte le altre appena t1han conosciuto bruciano di farti sapere chi sono e chi non sono, mentre Sally... e: Basta, io me ne vado. Peggio per lei! > concluse Joe, rassegnato. La stanchezza di quella giornata piena di movimento gli era piombata addosso di colpo. Egli sbadigliò, e riluttante, trascinando i piedi, si allontanò con le mani sprofondate nelle tasche dci calzoni, raggiunse la sua Ford sul Sunset e si avviò verso casa, senza pensare più a nulla, godendosi la brezza notturna e l'oscurità della gran strada quasi deserta. Le palpebre gli pesavano quando sbuccò in Lemoyne Street, ma qualchecosa di insolito lo scosse. Dinanzi a casa sua c'erano due o tre auto, alcune motociclette e un gruppo di persone in crocchio. Scese e si fece largo. Sull1uscio stavano piantati due poliziotti, che gli imped,irono di entrare. e Ma io sto di casa qui! > esclamò Joe. e Che cosa ~ accaduto? > chiese poi, levando di tasca lo scudetto di ottone che la Polizia rilascia ai giomalisti come lasciapassare. « Sono dell' Examiner >. e Neanche i reporters possono entrare! >. e Ma se sto di casa qui! Mi chiamo Buti. Joc Buti >. e Ebbene, Mike, portalo su!> fece uno dei poliziotti, persuaso. Sulla scale non c'era nessuno, ma il corridoio era ingombro di parecchie persone raccolte dinanzi ad un uscio aperto. Buti riconobbe il vocione rauco del sergente O'Connor che stava parlando nella stanza, e sorrise. O'Connòr non s'era divertito a leggere certi articoletti di Buti sul Pio,1er. e Ma che diavolo sarà accaduto al nonno? > si chiese Joe facendosi avantiJ e al di sopra delle spalle di due uomini che ostruivano l'uscio disse: « Salve, O'Connor! Si può? >, CAPITOLO II IL SERGENTE, alto e massiccio, volse la s\la faccia rossa e lentigginosa, spaJancando la bocca, meravigliato. e Guarda chi c'è! > esclamò con un lampo maligno negli occhi. « Davvero non ti aspettavo! >. Dalla soglia Buti scorse a terra il corpo di Nataniele Todd, suo vicino di stanza. Era immerso in una pozza di sangue, la barbetta appuntita in alto, con gli occhi semichiusi dei quali si vedeva soltanto il bianco. « Cristo! » balbettò il giovane. Poi diventò orribilmente pallido. Il sergente teneva in mano un ombrellino da donna, e Joc sapeva di chi era quell'ombrellino. Tre giorni avanti Satly lo :wcva aperto per farsi ombra mentre passeggiavano assieme in Echo Park. eAh, sì? ... » rise brutalmente il sergente O'Connor. e Ora dimmi perché hai amma1.2ato questo povero vecchio>. e Io? ... lo? ... Ma voi siete matti!> gridò Joe, guarQandosi intorno. e lo? ... Questa davvero è bella, sergente!... >. e ~fa se ti hanno visto uscire! > replicò trionfalmente O'Connor. e Suvvia, sputa fuori la verità ... >. Joe Buti si volse intorno nuovamente a guardare. C'era Van Veen1 Wesscr e Bajus, i tre inseparabili del sergente O'Connor, poi c'era Merriam, l'inqui1\no che abitava in fd?ldo al corridoio e che aveva veduto Joe fermo dinanzi all'uscio di Nataniclc Todd. Mancavano ancora il medico e il fotografo della Polizia. e lo non sono mai entrato qua dentro, sergente >, replicò con molta calma il giovane. e Il signor Merriam è in errore, affermando d'avermi visto uscire. Egli e le persone che stavano con lui, possono soltanto dire di avermi veduto fermo dinanzi all'uscio di Todd. Rincasavo in quel momento. Passando, udii del rumore nella fo~anza di Todd, e siccome era l'uomo più silenzioso del mondo, mi arrestai un istante, sorpreso. Il rumore non si ri• peté, pensai che al vecchio fosse caduto qualche cosa di mano, e tirai via. Avevo fretta>. e Vedremo. Però il signor Merriam ti ha veduto con la mano sulla maniglia. Come spieghi dò? > chiese il sergente. e Naturale! Al rumore, mi venne mezza idea di entrare. Era il rumore di qualche cosa1 come un vaso, che fosse andato in frantumi. Ma siccome non si ripeté, immaginai che al vecchio fosse caduto a terra qualche oggetto, e cambiai idea. Tanto più che avevo fretta >. · e Che ora era?>. e Le otto e un quarto, esatte. Mi disse l'ora il ragazzo che bada alla pompa della benzina, qui fuori, all'angolo. Gli lasciai l'auto perché mi gonfiasse una gomma e mi mettesse cinque galloni di benzina nel serbatoio. Provate a sentirlo, forse si ricorderà. Questa è la ragione per cui, egregio sergenteJ non tremo come una foglia al vostro tre- ~endo cospetto>, aggiunse ]oc, enfaticamente. Le orecchie del sergente diventarono cremi.si, incntre i suoi occhi fissavano il giornalista con l'espressione maligna di un cinghiale, deluso di non aver potuto azzannare le gambe di un cacciatore rifugiatosi a tempo sul ramo di una quercia. Era con questa similitudine che Buti aveva una volta dipinto il sergente O'Connor. L' immagine era esatta, e da allora O'Connor era diventato per tutto il e Cinghiale >. e Bene, lo sentiremo>, fece O'Connor di malavoglia, dando ordine ad uno dei suoi agenti di andar a cercare il ragazzo. Poi proseguì rivolto a Joc: e Ma tu intanto spiegati meglio. Era tuo amico il vecchio?>. Buti lanciò un'occhiata al corpo stecchito di Nataniclc Todd, e solo allora si avvide che sotto alla nuca e alle spalle del povero diavolo si stendeva una pozza di sangue. Rabbrividì e chiese: e Con che l'hanno ammazzato?>. « Cc lo dirà il doc appena arriverà. Anche lui fa i suoi comodi! i\1a tu rispondi a me, invece di far domande inutili. Era tuo amico? >. e No. Non lo conoscevo che dal suo arrivo qui, da appena un mese, dunque. 11 primo giorno bussò da me, si presentò, mi domandò scusa se aveva fatto chiasso nel riporre la sua roba, e così attaccammo discorso. Chiasso non ne aveva fatto, non m'ero ncm• meno accorto che la camera accanto avesse un nuovo inquilìno. Era un vf"c~ chio piacevole, sapeva una quantità d! storie. Mi disse che si occupava di astrologia. Guardate li la sua biblioteca, tutta di libracci strampalati, se volete divertirvi. Secondo mc era un po' toccato. Non usciva mai, altro che di notte, perché i raggi del sole lo perturbavano. Di giorno teneva le imposte chiuse. Non !)() altro >, e Lo vedevate soventc:1 :t. e Quasi tutte le notti, rincasando dal giornale. Veniva a fumare una sigaretta da mc, mentre gli raccontavo le ultime noti.zie. "Questa l'avevo prevista "J esclamava ogni tantof lisciandosi soddisfatto la sua barbetta da capra. Mi disse che erano quarant'anni che stava studiando la previsione degli avvenimenti, ma che il suo sistema non era ancora a punto. Non funzionava insomma con regolarità >. e E tu perdevi il sonno a sentir rac• contare simili frottole? >. e No, le sue frottole ~trologichc non mi divertivano, ma egli non insisteva · mai. Quello che divertiva, invece, era udirlo parlare d'altre cose. Io ho studiato poco e ho molto da imparare. Nataniele Todd sapeva tutto, come l'Enciclopedia, ma era più divertente. Per esempio sapeva tutti i trucchi con i quali sono arricchiti i miliardari americani e altre cose istruttive>. IT sergente O'Connor si gratt0 la palma d'una mano guardando con diffidenza il giornalista, e Joc capì d'aver parlato con troppa volubilità. Perciò soggiunse: e Posso dirvi un'altra cosa che forse vi interesserà. Nataniele Todd era mancino e gran bevitore di caffè >. e E di dove era? :t. e Di New York>. e Non abbiamo trovato nessuna carta di identificazione, nessuna lettera 1 nulla che valga a stabilire la sua provenienza e la sua origine >. e t curiosa. Egli non parlava mai di se stesso. Fu per caso che mi disse d'essere di New York, e io del resto non gli chiesi mai nulla. Che me ne importava di ltti? > rispose Joe. In quella entrò l'agente Van Vecn, con un ragazzo di sedici o diciassette anni che indossava una tuta azzurra. Egli fissò i suoi occhi spaventati sul cadavere, fece una smorfia e riconosciuto Joe gli sorrise, come se la presenza cfel giornalista lo rincuorasse. « Tu badi alla pompa di benzina qui all'angolo 1 non è vero? > gli domandò il sergente. e E conosci questo signore? >. cSure! t. mio cliente1 il signor Buti>. « Bene. Oggi, ~ mai venuto a far benzina da te? :t, e Certamente. Cinque galloni». e A che ora, ricordi? :t. e: Alle otto e un quarto. Il signor Buti mi chiese l'ora, e lasciò la macchina da me per pochi minuti>. « Che faccia aveva? Ti sembrò agitato?>. « Aveva una gran fretta, la cravatta ancora da fare e i capelli tutti bagnati, quando tornò a prendere la macchina. Era ail~gro, mi diede la mancia e partl cantando >. \ « Proprìo come uno che ha appena ammazzato un uomo>, commentò Buti. Il sergente gli diede una guar~ dataccia, licenziò il ragazzo e incominciò p0i a sacramentare contro il dottore che non arrivava. Senza il dottore non poteva rimuovere il cad:were, e ormai aveva interrogato tutti, la padrona di casa e gli inquilini. Nessuno gli aveva saputo dir nulla sul conto del morto, tranne che era arrivato circa un mese avanti, che aveva pagato in anticipo )'affitto, ac• cettandone il prezzo senza discutere, che non usciva mai di giorno, che consµmava i pasti in stanza facendoseli portare da un rjstorante vicino, che in quel mese aveva ricevuto qualche lettera. La signora Burke non aveva curiosato e non sapeva dire quale fosse la provenienza di quelle lettere. Il signor Todd non aveva mai ricevuto visiteJ nessuno aveva mai chiesto di lui a.I telefono. Quanto agli inquilini, lo avevano incontrato raramente per il corridoio, e solo Buti aveva parlato con lui. La domestica filippina che sbrigava le pulizie aggiunse ben poco. La camera e la stan1.a da bagno del signor Todd erano sempre in ordine. Ogni volta ch'era entrata da lui, lo aveva sempre trovato immerso nella lettura, e ogni volta le raccomandava di far presto. La biblioteca del signor Todd consisteva in un centinaio di grossi volumi, in diverse lingue, che trattavano di astrologia, di magia e di scienze esoteriche. Sul tavolo vennero trovati alcuni quaderni di appunti, scritti con una c:dligrafia minutissima, parte in penna, parte in matita, e tutti inerenti a problemi e questioni relative alla previsione del futuro. I due bauli che avevano contenuto i libri erano quasi nuovi, di una marca comunissima, tenuta da tutti i valigiai degli Stati Uniti. Quanto alle due valige che avevano contenuto gli indumenti personali del morto, anch'esse erano nuove e comuni. li signor To<ld sembrava uomo modesto e senza pretese di eleganza. I suoi tre abiti, le camicie, i pigiama, i fazzoletti erano stati comperati fatti in qualche grande magazzino. Ciò lo si comprendeva dalla loro fattura, ma tutti i marchi di fabbrica erano stati toì:i dalle fodere, sicché neppure dai sw.. i indumenti era scaturito un indizi\: atto ad indirizzare le ricerche. . .:.""vlcntracttendeva il medico legale, 11 sergente O'Connor dettb i primi verbali della sua inchiesta all'agente stenografo Wcsser, e fu in questo modo che Joe Buti apprese i particolari più sopra riferiti. Il più curioso era costituito da quell'ombrellino da donna, in seta viola, anzi color feccia di v~n?, col manico di giunco intagliato e dipinto. 2 - (conlinua). TITO A. SPAGNOL ~--~~ J)~ = '<l':lllll!ll'll!ll!l\W'~ ~©~26B IAVINBDV (CONTINUAZ. DA.I NO-MERI PRECEDENTI) R !ENTRATO a Parigi, Savinkov riprese l'attività a cui si era votato principalmente fin dal tempo del processo di Azef, che era l'attività letteraria, e nell'estate del 1909 scrisse le sue Memorie d'un terrorista} quadro fedele di tutte le imprese dal 1902 al 19o8. Nello stesso anno 1909 apparve in una rivista russa un romanzo in forma di diario, finnato con lo pseudonimo di, V. Ropscin, e intitolato Il cavallo pallido : allusione al simbo?o della morte nel passo famoso dei cinque cavalieri ncll' Apocalisse. In questo romanzo, con uno stile ardente e frammentario, il terrorista narra le sue imprese, rivelandosi come una specie di superuomo che obbedisce a un fato oscuro. Solo alla fine l'eroe perde l'e~ quilibrio interiore, e comincia a dubitare della sua missione. Savinkov passò gli anni successivi prima in Italia e poi sulla Riviera francese, e nel 1913 pubblicò in una rivista degli S. R. un secondo romanzo, Ciò che ,ion fu, che suscitò uno scandalo ancora maggiore del primo. Nella storia di tre fratelli, fanatici della rivolta, che muoiono sulle barricateJ si riconobbe un atto d'accusa contro l'esperimento dell'insurrezione annata,• tentato nella e piccola rivoluzione>, e che aveva rivelato la corruzione degli stessi rivoluzionari, fra cui abbondavano gli esteti decadenti e i teorici sterili, gli psicopatici e gli agenti provocatori, i criminali e gli incendiari. Il romanzo suscitò vibranti proteste dei vecchi compagni, ma poi adagio adagio si fece il silenzio intorno a Savinkov, che doveva riprendere la sua attività letteraria soltanto nel 123, quando scrisse Il cavallo corvino, al• tro romanzo ispiratogli dalla guerra civile. Rivoluzione e guerra civile Durante la guerra mondiale Savinkov restò in Francia, e vide la guerra dal punto di vista alleato e francese, aderendo cosl al fronte dei cosiddetti «socialisti patriotti >. Quando à marzo scoppiò la rivoluzione, quella che i Russi, secondo il vecchio calendario giuliano, chiamano e di febbraio>, Savinkov fu tra i primi a rientr .u. e in patria; più tardi dichiarò d'esser partito per Pietrogrado e col primo piroscafo>. Intanto, dopo la crisi del primo governo provvisorio, s'era costituito il Ministero Keren 1<i.Fu con questo transfuga degli S. R. che Savinkov s'intese subito, meglio e prima che coi vecchi compagni. Infatti, nella sua qualità di Ministro della Guerra, Kerenski lo inviò come commissario politico presso il Comando del fronte sud-occidcntalcj quivi Savinkov mostrò d'avere il pugno duro, ripristinando la gerarchia e la disciplina militare : anzi, attratto dalla loro energi:l di combattenti e dalla loro rigida struttura militare, volle diventar membro del Consiglio delle truppe cosacche. Rientrato alla capitale, fu nominato Governatore militare di Pietrogrado, e represse rapidamente i primi tumulti operai. Nel secondo Ministero di coalizione, Kerenski mantenne per sé il Dicaste• ro della Difesa Nazionale e volle Sa• vinkov come suo sottosegretario alla Guerra. ?-.fa per superare la terribile crisi, e vincere il giuoco contro le forze centri'•1vhe dell'opposizione di destra e di nnistra, Kerenski cominciò a civettare col nuovo generalissimoJ Korni• lov, che preparava un colpo di stato> e mirava a schiacciare il Soviet della capitale e i comunisti. Savinkov fu l'intermediario delle trattative, cd appoggiò Komilov: ma poco dopo Kercnski, che aveva compreso che il successo dei militari sarebbe stata la sua fincJ si risolse a dichiarare Kornilov decaduto dal comando, e si valse dei soldati e dei ferrovieri comunisti per far sì che la marcia del generale terminasse in un fiasco. Ministro della Guerra Nel frattempo, in un piccolo rimpasto, Savinkov era diventato Ministro della Guerra, ma il suo regno fu di breve durata, perché il Soviet vittorioso costrinse Kerenski a destituirlo a fine settembre. lntanto Lenin e Trotski. dopo essersi impadroniti del Soviet della capitale, preparavano con reparti d'assalto e con gruppi di marinai H fa. mo59 colpo di stato del 7 novembre che prenderà il nome di e Rivoluzione d'ottobre». Allo scoppio della rivolta, Savinkov corre per tutte le caserme della città, per raccogliere i suoi amici cosacchi e liberare il Palazzo d'Inverno: vista vana l'impresa, fugge attraverso le file rosse fino a raggiungere il generale Krasnov. Sotto di lui combatte nel p.rimo scontro della guerra civile, contro I bolscevichi molto più numerosi, a Pulkovo: dopo uno scontro sanguinoso ed incerto, Krasnov crollò più che sotto il peso della sconfitta sotto le rovine del mondo che difend~va. E tutto crollò con lui. 4. - (fine). RENATO POGGIOLI TR._ILUSSA è indubbiamrnte il più popolare poeta vivente e uno dei più grandi favolisti di tutti i tempi e di tutti i Paesi. L' opera sua, di freschezza perenne, è nutrita di profonda umanità e di sorridente saggezza. Leggete: LE ANTOLOGIE nelle quali è racchiusa l'essenza della poesiae dello spirito del poeta romanesco : CENTO APOLOGHI L. 15 CENTO FA V O LE L 15 DUl!CENTO SONETTI L 22 Piccoli volumi in formato in j ~6• tascabile (cm. 1 o x 1 5 ,8) rilegati in tutta pelle con unpressioni in oro sui piatti. * ALTR._E OPER._E DI TR._ILUSSA LE COSE . LE FAVOLE LA GENTE. GIOVE E LE BESTIE UBRO MOTO. LIBRO N.9. LUPI E AGNELLI NOVE POESIE OMMINI E BESTIE . I SONETTI. LE STOR.IE. LA PORCHETTA BIANCA edizionedi lusL .12 L 10 L 10 L 12 L · 10 L 10 L 10 L 10 L 10 L. 10 L 10 so con illustrazioni a. colori d.ucqucrcllidiBruno Serpi L 100 * LE OPEI\E DI TI\ILUSSA SONO PUBBLICATE DA A. MONDADOR._I MILANO

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