SUL SANTA MONICA Boulevard, a due pani dalla P.aramount, nel modesto e borghese cimitero di Hollywood, ormai disertato dai grandi morti del cinema, che preferiscono farsi seppellire nel lontano, solitario, arcisuntuoso Forest Lawn Memoria! Park, a Glendale, Rodolfo Valentino giace sotto un semplice marmo di Carrara sul quale hanno inciso soltanto il suo nome; ma ancor oggi la sua tomba è sempre ornata di misteriosi fiori freschi sempre rinnovati, e il suo nome è tutt'altro che dimenticato. I fiori misteriosi, si intuisce, sono il tributo di una, o forse di più d'una delle innumerevoli donne che lo amarono, e su questo fatto non ci sarebbe niente da novellare, perché si sa che cene donne romantiche e scompensate si attaccano più durevolmente alla memoria di un morto che ai vivi, specialmente se sono in una .à in cui questi non le guardano più. Straordinaria invece appare la persistenza del ricordo del bel Rudy in tutto il popolo americano, il quale è senu dubbio il più smemorato del mondo. Ma il fatto è che di Valentino ancora si parla, e si parlerà finché le generazioni della grande guerra non saranno scomparse, non tanto perché egli sia stato il protagonista dei e Quattro cavalieri dcli' Apocalisse >, il film che, oltre a rivelarlo, è stato quello che ha colpito di più l'immaginazione degli americani, ma perché Valentino, in un certo modo, ha impersonato il tipo ideale dell'uomo del dopo guerra, del periodo della prosp1rit1, dell'epoca ormai mitica, nella quale non c'era stenografa o ragazza di bar che non avesse il suo agente di cambio, e un pacchetto di fisP.ti di borsa fra il rouo per le labbra e la scatola di cipria dentro la borsetta. Di fronte a Babbitt sempre più prospc-, roso, sempre più impegolato negli affari, sempre più ottuso e aseuuato, la donna americana aveva eletto idolo del suo cuore il bel Rudy, tenebroso, ardente, crudele, prodigo e farfallone dello e Sceicco>. Le donne americane non scrivevano più al loro flirt o all'uomo del loro ,omaP1u incominciando con un e mio caro > o e: mio amore >, ma con e m1 slaeik >. E con tale senso la parola araba è entrata e rimane nel vocabolario americano. Rodolfo Valentino, al secolo Rodolfo Guglielmi, t: nato il 6 maggio 1895 a Ca• stellaneta, nelle Puglie. Suo padre faceva il veterinario, e oltre al reddito della professione godeva quello di una piccola for• tuna, che alla sua morte lasciò ai tre figlioli che aveva avuto: due maschi e una femmina. Le notizie che si hanno sulla giovinezza di Rodolfo sono molto incerte. Si sa che egli studiò all'Istituto Nautico di Venezia, per passare poi ad una scuola di agronomia a Genova, che fu disertata presto an• che questa. Né la vocazione del mare, né quella della terra dovevano essere profonde nello spirito del bel giovinetto, mentre egli doveva sentire invece fortissima quella per j wttanini delle divelte dei varietà. Fatto si è che piantati gli studi sugli innesti e sulle concimazioni, egli si trasferl a Parigi, senza giustificare l'espatrio altro che con la voglia che aveva di divertirsi. Nelle memorie che ha lasciato, e che sono chiaramente uno 'Zibaldone di avventure erotico-romanzesche, fatto scrivere da qualche agente di pubblicità nell'epoca dei suoi maggiori trionfi, egli ammette d'esscni recalo a Parigi soltanto per divertirsi, come se fosse nato un giovine boiardo russo 0 il figlio di un re degli stuzzicadenti sterilizzati ma la verità è che forse egli contava 50 1 pra i suoi successi femminili, come fanno tanti bei giovani, per trovare una via che gli consentisse, magari attraverso il matrimonio, una ricca sistemazione. A Parigi però non trovò nulla di tutto ciò. L'epoca dei danseurs mondains argenRodolfoValeutino • Nlta Nald.lUl 118Hgu • J.reu" tini e dei prinç_ipi georgiani non er:s an• coca spuntata, s.cbbenc il tango fosse già uscito dal nativo Barrio dc las Raiias di Buenos Aires approdando sulle ped~e dei cobarels parigini, ma era ancora una danza da professionisti, da virtuosi, che le signore non upevano ballare. Tuttavia Rodolfo, che era portato molto alla danza, l'imparò, e quando fu agli sgoccioli dell'eredità paterna, inve di tornarsene a fare il figliol prodigo a Castel• laneta, pensò bene di salpare per l'America, altro paese di fortunati incontri, produttore di figlie di miliardari facilmente innamou.bilì." Ma né il biglietto di prima classe sul « Cleve1and >, né la sa,'IZa ali' A· stor, in piena Broadway elegante, procurarono l'avventura desiderata all'efebo diciannovenne, dal tono simile a quello dell'Eros vaticano, per citare il paragone di una sua ammiratrice. Esaurite le ultime risorse, Rodolfo abbandonò il lussuoso albergo e si cercò un pane più duro ma meno problematico. Ricordandosi d'aver appreso a Genova qualche nozione d'agronomia, s'improvvisò giardiniere - in America i disegnatori di giardini formano una branca specializzata dell'architettura - ma non ci riuscl, poi tentò qualche altro mestiere senza miglior succeuo, e fini col fare il ba,man in un locale della Ventesima Strada, dove, naturalmente, seduuc la guardarobiera, una graziosa polacca, che i biografi dell'attore segnalano come colei che Koprl per prima le meravigliose attitudini di ballerino del suo /riendship. Sembra che seguendo i consigli di questa esperta fanciulla, Rodolfo si sia deciso a ricavar fuori dal baule il frac parigino, il nero manteUo dai risvolti di raso bianco, la tuba a otto rineui, il bastone d'ebano col pomolo d'avorio, e a presentarsi al padrone di ,m nuovo locale notturno appena aperto sulla Broadway, il Moonlitlat Club. La moglie del padrone, che si chiamava Arabella, fu la prima po,tner del nuovo ballerino di tango, la nuovissima danza che nel frattempo da Parigi era stata importata a New York, e che pochis.simi allora sapevano ballare. Ma Arabella s'innamora del suo compagno di passi strisciati e di frenetiche piroette, diventa .gelosa e invadente, e allora Rodolfo acchiappa una scrittura in una compagnia di riviste che sta per par• tire in tou,nlt per l'Ovest, e che giunta a San Francisco si scioglie, lasciando a spasso i suoi componenti. Però Rodolfo riesce a sbrigarsela, trova un posto come ballerino in un locale della costa, e arrotonda le entrate impartendo lezioni di danza. Hollywood non t: che a seicento miglia, ma egli non ci pensa, fino al momento in cui un'altra donna gli sussurrerà questo nome, che in quel tempo non era ancora diventato magico. La donna era Inne Ma,. this, scrittrice di scenari cinematografici, assai apprezz.ata in quel tempo. Essa incontrò Rodolfo ali' Alca{ar di San Francisco, dove egli danzava, e gli suggerl di tentare la fortuna ad Hollywood, non solo, ma gli of{rl il suo appoggio. Era la primavera del 19 1~. Fatto inabile al $Crvizio militare per deficenza toracica - colei che lo ha paragonato all'Eros vaticano non doveva aver l'occhio d'uno scultore - il giovanotto fa le valige per Los Angeles, ove per qualche altro anno non trova nulla di buono da fare, eccettuato quello che ha fatto finora: il ballerino e la comparsa. Ma Inne Mathi.s era una donnina tenace, e il giomo in cui Rex Ingram decise di cavare un film da « I quattro cavalieri dell'Apocalisse> di Blasco Ibai'icz, affidandone a lei la sceneggiatura, essa pensò al suo protetto, e insed nello scenario un t-pisodio di danza che piacque all'lngram. Quando questi si metterà in cerca degli interpreti, la Mathis glielo presenterà. Bruno, con gli occhi liquidi e brucianti, il giovane ballerino è il tipo adatto ad impersonare la figura di Giulio Desnoyer, e viene scritturato. Ma lngram gli fa mu• tare il cognome di Guglielmi, difficilmente pronunciabile dagli anglosauoni, e cosl nasce Rodolfo Valentino, anzi Rudy Valen• 1ino, il bel tenebroso dalle basette a punta, dalle labbra tumide e dallo sguardo turbativo, come diceva il poeta Ragazzoni, che attaccherà alle donne di tutto il mondo la prima psicosi cinematografica, e anche la più diffusa, poiché nessun attore tra quan.ti sono comparsi poi, né Ramon Novarro, Gilbert, Gable, Taylor, riusciranno ad essere pandemici come lui. La sequenza del tango nei e Quattro cavalieri dcli' Apocalisse > riassume tutto Rodolfo Valentino, né egli riusci a supc• rarsi come ballerino e tanto meno come attore. ~fa come amatore, come lo11elar.e, come e tipo che fa impanitc tutte le donne>, egli si perfezionerà defin:tivamente in e The Sheik >. Quando questo film comparve il successo di Valentino, alimentato da una sagace pubblicità che aveva abilmente sfruttato le vicende dei suoi molteplici e burrascosi amori, da quello con Jcanne Acker, ch'egli sposà e che lo abbandonò dopo sei ore, al matrimonio con Natascia Rambova che lo ridusse ìn prigione per bigamia e che fini con un altro divon.io, aveva toccato j vertici. Nessun personaggio americano, neanche Wilson, ebbe in Europa le accoglienze trionfali che ricevette Rodolfo Va- --------- lentino quando, dopo una serie intensissi· ma di film, rivalicò l'oceano per cogliere gli allori europei. Al suo ritorno a Hollywood, sciolto da ogni contratto con le case produttrici, egli si mise a lavorare in proprio sotto l'egida degli Artisti Associati, come facevano già Fairbanks, la Pickford e Chaplin, iniziando il film e L'Aquila Nera>, Nel frattempo aveva conosciuto Pola Negri, e sembrò che il nuovo amore doves.se finire in un altro matrimonio. Ma il periodo di fidanzamento, cOme venne chiamato, si protrasse a lungo. Intanto Valentino aveva già compiuto un altro film, e Il figlio dello Sceicco >, ch'era un tentativo di far rivivere il fortunato predecessore, o partl per New York onde assiste~ alla presenta1.ione. Arrivò in tempo. Ma il giorno dopo l'ulcera gastrica di cui soffriva da qualche mese si perforava, ed egli moriva, dopo l'operazione di peritonite, nella clinica in cui era stato trasportato. Era l'agosto del 1926. New York, l'America, il mondo avevano seguito il corso della brevissima malattia dell'attore con un orgasmo crescente. All'annuncio della sua morte una sua ammiratrice inglese, Margaret Murray Scott, si suicidava. Ai suoi funerali centinaia di donne caddero in deliquio, le ambulanze non bastarono, la polizia dovette caricare la folla. Egli era stato chiuso in una bara di bronz.o e •di argento, che partì per Hollywood scortata dalle sue ex mogli, dalla fidanzata Pola Negri, e da una quantità di altre bellissime donne ìn lutto che avevano qualche ragione più diretta di piangerlo che quella sciagurata di Margaret Murray di Londra, che aveva parlato con lui solo un minuto preciso. Il treno che recava la salma idolatrata e le sue lacrimatrici si profumà a tutte le stazioni lungo tremila miglia di ferrovia con le valanghe di fiori disposti sulle banchine al suo passaggio dalle fans discinte e convulse, una banda di cow-bo1 gi,ls in sella a nitrenti polle• dri fermò il convoglio a pistolettate in pieno deserto, per poter issare sul vagone una corona di selvagge corolle di mesquitas, e infine il dardeggiante sole di Hollywood fece strama1.zare colpite da insola- :i.ione ventittt: penono durante le esequie. L'amministratore non rese mai i conti di quanto aveva guadagnato e speso Ro• dolfo Valentino. Il fratello di lui, cav. Alberto Gugliclmi, accorso col primo vapore da c·astellaneta a Hollywood, per raccogliere l'eredità, ci rimise le spese di viaggio e forse si t: mangiato in una causa contro l'amministratore, che dura tuttora, tutto il suo. Del fratello famoso e glorioso non gli è rimasto che lo pseudonimo, che e'1'.li ha adottato in vani tentativi di sostituirlo sul!o schermo. Non gli è rimasto nulla, neppure la cau che Rudy possedeva sulla collina tra Wilcox Avcnue e Highland Avenue, perché essa è sotto sequestro in attesa del giudizio, e non se ne può rica• vare nessun utile affittandola, perché nessuno la vuole, essendo e frequentata dagli spiriti>: non si sa se da quelli delle donne morte per lui, o da quello inquieto e ar• dente del grande amatore spentosi in bellezza, prima che le tempie gli si sfoltissero e che la pancetta gli sporgesse di due dita, come al fratello cav. Alberto, ch'è la sua immagine 'Perfetta, con due o tre anni di più. T. A. S. Due 11a.o. rtelnte cnb,111pronno on balletto , 011herOhy VIBOINIA BBUOE (li, o. lf,: ( Nl!ÒVI FILAI ~ n ®rEl:P® mv il Vn F IN DALLA PRIMA scena si scopre tutto l'intrigo. Subito la noia ci CO· glie e ci par di capire che pure ,ui volti degli attori affiori una noia anc~ra più profonda. Due spie si fanno sorprendere dalle guardie; una di cue viene arrestata, l'altra, d'accordo colla figlia dello sfortunato compagno, decide di farlo fug• gire dalla Guiana, ove è stato deportato. Ecco infatti che la ragazza prende in affitto una villetta nei preui di Caienna e il giovane innamorato, trasformato in guar- ~:~n!e~i:fnfea;~;at~~ Ii~taS:t: ;~~;;: siie! legato d1affetto con un altro giovane, condannato per isbaglio. Viene il momento della fuga, ma un brutto ceffo, senza nessun motivo, denunzia il fatto al comandante. I tre fuggiaschi non hanno pott.ito prendere così che un breve vantaggio sugli inseguitori. Durante la fuga, piena di \In forsennato abbaiare di cani poliziotti, ·J il padre della ragaua è ucciso. Restano i due giovani: essi decidono di prendere e ascuno una strada diversa; il primo che arriva alla villetta della ragana aspetterà l'altro per tre settimane. Scaduto questo termine è autorizzato a mettersi in salvo con la donna nel Venezuela. Era da prevedersi che il primo ad arrivare sarethe stato André, il giovane condannato innocente. La ragazza si innamora di lui, cd anche questo era prevedibile. Ma il gi'ovanotto non si lascia trascinare: benché 1 a sua volta innamorato, non cede; la sua lealtà gli vieta di tradire l'amico che gli ha salvato la vita. Allo scadere del termine, egli infatti arriva. Mentre sono sul battello, diretti al Venezuela, questi crede che André gli abbia rubato la donna. Allora fa fermare il battello e con una bru- ~~~t; l~ssra~c~a c:i~!uc:1 i!u;;;al: :or;:rrdi pugni. Tornato sul vapore viene :1 sapere dalla ragazza d'essersi completamente sba• gliato. Conclusione: egli si costituisce, e André, che nel frattempo era stato riconosciuto innocente, sposa la ragazz.a, Tutto ciò, come ognuno avrà capito, ha servito di pretesto per rimettere in circolazione tutta una serie di espedienti (grida, baruffe, tradimenti e canti nostalgici di carcerati) falsi e retorici che noì credevamo dimentiçati da un pezzo. G. v.
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