(CONTINU.U:. DAI NVMBRI PREOBDBNTI) BARCATI penosamente in Romania, riuscirono. attraverso notevoli peripezie, a giungcn~ alla capitale di quel paese: di qui Savinkov si recò a Basilea, donde scrisse al Tribunale una precisa e documentata testimonianza, che valse a salvare i compagni rimasti in prigione, che furono giudicati soltanto per detenzione d'esplosivi. Makarov invece fu condannato a dodici anni : evaso un anno dopo, fu impiccato, appena diciassettenne, perché reo di un secondo attentato. Dopo un breve soggiorno in Occidente (ad Hcidelbcrg visitò Gotz moribonçlo), Savinkov rientrò in Finlandia, per partecipare al Congresso di Imatra, ch'ebbe luogo a fine settembre. In seguito agli ultimi insuccessi, i convenuti si dichiararono scontenti dell'operato della 8. O.. Savinkov difese Azef e se medesimo, affermando che ormai la Polizia era al corrente dei loro metodi, e che i vecchi sistemi erano superati, cosi che il terrorismo doveva adottare nuovi mezzi tecnici, e valersi delle più moderne invenzioni. Azef e Savinkov ottennero d'essere messi a riposo, e il loro posto fu preso da Silberberg e dal lettone Carlo Trauberg, che capitanarono due gruppi detti rispettivamente e Distaccamento Volante Centrale> e e Distaccamento Volante del Nord>. Intanto i due ex comandanti della B. O. si recavano all'estero, Azef in 1talia, e S.avinkov in Francia, dove conobbe Ghersciuni, che era fuggito dentro una botte da un carcere siberiano, e facendo mezzo giro del mondo, attraverso il Giappone e il Pacifico, gli Stati Uniti e l'Atlantico, era riuscito a raggiunger l'Europa. Fu durante questo soggiorno che Savinkov venne a sapere che Silberberg e Suliatitski, che avevano continuato a e lavorare > in Finlandia, erano stati arrestaù nel febbraio 1907 a Pietroburgo : condannati a morte, morirono serenamente sotto i falsi nomi di Stiftar e Gronski. La stessa fine dovevano fare poco tempo dopo i terroristi del e Distaccamento Volante del Nord>, che s'era reso leggendario con arditissime espropriazioni fatte in pieno giorno: Trauberg e sci dei suoi compagni dovevano passare contemporaneamente alla storia della rivoluzione e a quella della letteratura, poiché sono essi gli eroi del famoso racconto di Leonida Andreiev ; I Sette Impiccati. Il fallimento di tutte queste imprese persuase lo Z. K. che l'unico organismo terroristico capace di funzionare era la vecchia B. O.: a nessuno venne in mente che gli ultimi insuccessi potevano essere spiegati, come nel caso Tatarov, con la provocazione : anzi, per riabilitare il terrore, si pensò all'attentato principe, quello contro lo zar. Nel maggio del 19o!3 Azef tentò vanamente di far saltare H treno che doveva condurre Nicola II a Reval, porto del Baltico, dov'era fissato un incontro col suo cugino il re d'Inghilterra. Così pure subito dopo Savinkov fu mandato a Glasgow, per mettersi in contatto con un ingegnere russo, amico della rivoluzione, e che controllava la costruzione dell'incrociatore Rurik nei cantieri della Vickers. Savinkov e i suoi compagni riuscirono a convincere il marinaio sovversivo Avdeiev di uccidere l'imperatore durante la rivista che il Sovrano avrebbe fatto alla nave: ma al momento giusto, Avdeiev non ebbe l'ardimento fisico e morale d'alzar la mano c0ntro e il piccolo padre>. Questi due tentativi falliti occuparono i mesi da aprile a ottobre del 1908, e fu un miracolo che andassero a vuoto : non certo per colpa di Savinkov, e nemmeno di Azef. Il fatto è che quest'ultimo aveva un assoluto e vitale interesse che l'impresa riuscisse, poiché poco prima era successo un fatto nuovo, veramente straordinario. Il caso Azef Nel 1905 era rientrato a Pietroburgo il pubblicista Vladimiro Bunev, direttore d'una rivista che era una specie d'archivio storico della rivoluzione i e che era noto come uno straordinario specialista del problema dello spionaggio politico. Nel maggio del 1906 uno sconosciuto aveva insistito per esser ricevuto nell'ufficio di redazione di Bun:ev: era un certo Bakai, funzionario del Dipartimento di Polizia. Bakai confessò che un tempo era stato riLA ORAJ!Dl!.0l!E8SAEIJSABETU vohizionario, ma che, caduto nelle mani della Polizia, era stato co~tretto a servirla : ora, pentito, s'era deciso a fare qualcosa per i suoi vecchi compagni. Bakai guadagnò la fiducia di Burzev denunziandogli alcune spie che agivano nel seno del partito socialista polacco: poi, passando agli S. R., dichiarò di ritenere che gl'insuccessi e gli arresti degli ultimi tempi eran dovuti esclusivamente all'opera della provocazione: concluse infine affermando che la Polizia aveva tra di essi un agente importantissimo, ben più abile e pericoloso di Tatarov. Era certo per opera sua che fra l'altro era stato arrestato Ghersciuni, ed erano falliti gli ultimi tentativi. Di lui Bakai sapeva soltanto che era ingegnere, e che veniva designato coi due nomi convfnzionali di Raskin e Vinogradov. Molte circostanze messe in rilievo dalla testimonianza di Bakai sembrarono a Burzev coincidere con le apparizioni e l':ittività terroristica di Azef. Burzev sottomise ad una seria e profonda indagine questa ipotesi, tanto più che era al corrente che più d'una volta erano state fatte al capo della B. O. accuse dirette e precise. Nel 1902 per esempio un giurì d'onore aveva dimostrato destituita d'ogni fondamento la denunzia a carico di Azef fatta da uno studente agitatore; nel 1905 era giunta la famosa lettera contro T. e « Asiev >, e come si sa il Partito aveva portato in fondo soltanto l'inchiesta contro Tatarov. Infine nel 1907 era giunta una terza lettera, proveniente da Saratov, dove gli spostamenti d'un agente provocatore, designato. col nome di Fi.lippovski, eran facilmente identificabili con quelli di Azef: ma il Partito aveva lasciato cadere l'accusa. Burzev era dotato di spirito scettico e critico, educato, per indole e necessità, alla diffidenza, ma non dubitò che le rivelazioni di Bakai fossero quelle 1906 • Perqul1itloue del \reni alla frontiera 6Dlande1e d'un uomo sincero. Cos1, un bel giorno, alla vi5ta di Azef in carrozza con la sua amica '(una bella tedesca che cantava all'«Aquarium, di Pietroburgo, il cui nome d'arte era Hcddy dc Nero, e di cui s'ignora la vera identità, benché qualcuno l'abbia idenùficata in una certa Edvige Milller), fu colpito dal fatto che in un momento in cui tutti i terrori•ìti vivevano rintanati come belve cacciate nella giungla, il capo della B. O. si potesse permettere una simile imprudenza. Burzev continuò a seguire la traccia cd a raccoglier tutte le prove possibili, e in occasione d'un congresso all'estero, scrisse direttamente a un compagno, accusando senza ambagi Azef come spia e provocatore. Lo z. K., messo al corrente della denunzia, prese la decisione di convocare un giurì d'onore, che nell'intenzione dei promotori non doveva tanto riabilitare l'accusato quanto convincere di calunnia l'accusatore; fu così che Azcf non fu tenuto a p~- sentarsi alle sedute, cd attese la risoluzione della vertenza viaggiando con l'amante in Francia, Italia e Spagna. Ma il tenace Burzcv era sempre a11a caccia di nuove prove. Informato che Ale~io Lopuchin, ex capo del Dipartimento di Polizia, stava viaggiando in Occidente, lo raggiunse e riuscì ad incontrarlo in uno scompartimento del treno Colonia-Berlino. Sfruttandq il rammarico del funziona, io destituito (Lopuchin doveva la sua disgrazia all'esito dell'attentato contro il Granduca Sergio), Ilun:ev riuscì ad attaccar discorso con lui sui temi che gli stavano a cuore, e giunse infine a dare le prove al suo interlocutore che uno dei loro migliori agenti, che aveva reso grandi servigi al Dipartimento, aveva fatto doppio giuoco, portando a tcrmin<' più d'un attentato, come un autentico terrorista. Burzev dichiarò che questo personaggio misterioso si chiamava Raskin, al che Lopuchin replicò ; • Io non conosco nessun Raskin, ma conosco l'ingegnere Evno Azef >. Il giurì d'onore aprì le sue sedute nel novembre a Parigi. I tre giudici chiamati a farne parte erano personalità estranee al Partito degli S. R., ma anche tre vecchie stelle del firmamento rivoluzionario: il populista Lopatin, la celebre Vera Figner, che aveva partecipato all'attentato riuscito contro la zar Alessandro li (1881), e infine il principe Kropotkin, chq. dcpo la morte di Bakunin era il capo indiscusso dell'anarchismo mondiale. Cernov e Savinkov si assunsero la difesa, o meglio, rappresentarono la parte civile di Azef nel dibattimento. L'atteggiamento e la documentazione di Burzef fecero colpo sui giudici meno che su Vera Figner. Burzev attaccò il Comitato per non aver dato corso alle precedenti denunzie, ma Cernov e Savinkov difesero Azcf e l'organizzazione da ogni accusa. Essi sostennero la tesi della buona fede di Burzev, considerandolo come una vittima di una manovra perfidamente abile della Polizia : e la loro eloquenza fu tale, che Vera Figner non si peritò di dire a Burzev che ormai non gli restava altro che cacciarsi una pallottola nel cranio ; ed allora questi giuocò la sua ultima carta, e benché fosse legato da una promessa di silenzio fatta a Lopuchin, raccontò l'incontro in treno, e riportò la testimonianza dell'ex capo del Dipartimento di Polizia. L'impressione fu enorme. Atterrito, Lopatin esclamò: «La cosa~ chiara!>. Kropotkin era d'accordo con lui. Cernov e Savinkov sostennero allora l'ipotesi d'un fatale e inesplicabile equivoco. Nel corso dell'inchiesta, il giurì volle sentire anche Bakai : poi sospese i lavori, decidendo d'inviare in Russia il compagno Argunov a informarsi direttamente da Lopuchin. Ma l'indiscrezione dello stesso Argunov con la moglie di Azef, ardente rivoluzionaria che credev:t ancora nell'innocenza del marito, e un'imprudenza di Savinkov, che fece capire ad Azef accorso a Parigi ch'era giunta una grave testimonianza poliziesca contro di lui, miscr-0 sull'avvi.so l'ex capo della B. 0. 1 che riuscì a indovinare che laipersona donde era venuto il colpo doveva essere Lopuchin. Allora dichiarò ai compagni che voleva andal'e a prendersi un po' di riposo in Germania, e di lì fece una scappata clandestina fino a Pie• troburgo. Argunov tornò recando una notizia dcçisiva e terribi'c. Lopuch.in inff1tti gli aveva detto che il 24 novembre Azcf s'era presentato da lui, scongiurandolo di smentire quanto aveva de~ posto a suo carico. A questa visita aveva fatto seguito una seconda, ben più importante, quella del Capo dell'Ochrana, il Generale Ghcrasimov, che aveva appoggiato la supplica di Azcf con la sua autorità e con oscure minacce. Le due prove erano schiaccianti, ma non di meno Savinkov fu autorizzato a recarsi in Germania per controllarvi le date del .soggiorno di Azef. Tornò con la dimostrazione che Azef aveva mentito: nel frattempo Lopuchin, venuto apposta in Occidente, confermava a Cernov e ad altri, in un albergo di Londra, quanto sapeva di Azef, e quanto aveva già riferito ad Argunòv. Ormai la colpevolezza di Azef era evidente, ma, spinto da scrupoli formali, Ccmov si recò al domicilio parigino di Azef dimostrandogli che si sarebbe creduto a un suo eventuale e probabile alibi. Per dimostrare che non era stato a Pietroburgo da Lopuchin, Azef fece l'errore di presentare due conti d'un albergo berlinese che risultarono falsificati. Lo Z. K. convocò per la fine di dicembre un'apposita conferenza del Partito. Gli animi eran divisi: molti credevano ancora con o,stinazione nell'innocenza di Azef, altri ritenevano lo smascheramento pubblico ed una punizione esemplare come nocivi alla causa e al Partito. Savinkov, sempre portato agli estremi, chiese la testa del traditore, ma invece, per considerazioni tattiche, il direttorio lo incaricò, insieme con Cemov, di un'inchiesta supplementare. Il 5 gennaio 19og, i due incaricati si recarono al Boulcvard Raspai!, a casa di Azcf. Questi li accolse con apparente dìsinvoltura, ma <.Juando Cemov gli presentò certi documenti impallidì. Interrogato ancora una volta su dove si trovava al tempo della visita e della data di cui aveva testimoniato Lopuchin, cadde in contraddizioni e in reticenze, e cercò vanamente di resistere sulla negativa. Ma messo alle strette da Savinkov, divenne livido, e dette segno di aver accusato il colpo. L'interrogatorio si c~iu'-e con la proposta fatta ad Azef d. <lire la verità, per guadagnarsi così l'unica possibilità di salvezza, e i due gli concessero qualche ora di tempo per prendere una decisione. Ma dopo una notte terribile, aiutato dalla moglie, Azcf all'alba riuscì a fuggire, e trovò rifugio in Germania, dove riuscì ad evitare la vendetta del Partito, o dove visse, insieme con l'amica rimastagli fedele, fino alla morte, avvenuta durante il conflitto mondiale. L'altro orotagonista di questa storia, il vecchio Burzev, vive invece ancora a Parigi, dove continua a fare lo Sherlock Holmes dei grandi delitti politici, tant'è vero che fu uno dei pochi a gettare un po' di luce sul ratto del generale Kutiepov. Il gusto del "gran gi uoco" Il caso Azcf è una delle più straordinarie curiosità della storia. Pare che egli offrisse i suoi servigi alla Polizia quando era ancora studente in Germania, e che cominciasse a collaborare col servizio di spionaggio politico all'estero. Fu lui a denunziare Ghersciuni, ma non rivelò alla Polizia d'averne presa la successione. :E: evidente che da allora in poi egli fece un doppio giuoco, e se talora era una buona spia, tal'altra era un miglior terrorista. Quello che è certo è che cercava sempre di denunziare, per ragioni di calcolo, e, chissà, fo~ anche di sentimento, solo elementi secondari o periferici rispetto alla B. O.. Ma, vittima delle rivalità fra jl Dipartimento di Polizia e la Polizia Segreta, cadde nelle mani del capo di questa, l'ambizioso generale Gherasimov, che esercitò su lui un'abile pressione e sfruttò al massimo il prezioso osservatore per i suoi fini personali. Ciò spie~a gl'insuccessi terroristici degli ultimi tempi, e il tradimento di Savinkov ,nell'impresa di Sebastopoli. I moventi di questa attività provocatrice, più unica che rara negli annali della storia, furono certo complessi e diversi, ma il primo fu indubbiamente e la scellerata fame dell'oro>, il che spiega anche come egli cercasse di far durare entro certi limiti l'attività della B. O., alla cui cassa 1>0teva attingere senza controllo. Ma può anche darsi che intervenisse un altro demento psicologico, un eccezionale gusto del rischio e dell'avventura o, per dirla col Kim di Kipling, del e gran giuoco ». Quello che a noi importa è l'atteggiamento tenuto da Savinkov nel corso di tutto l'affare: dapprima cercò di ~stcnere l'innocen-ia di Azcf anche contro l'evidenza, in seguito invece fu l'unico che volesse risolutamente la morte del traditore. Furon questi i due modi eguali e diversi con cui egli cercò di salvare il suo orgoglio di superuomo ingannato, e fu in. gran parte per difender se stesso ch'egli cercò di reagire alla tremenda disfatta che la scoperta del capo traditore aveva inferto al Partito e al terrore. 3 - (rontinua). RENATO POGGIOLI ,L',ppnm,M, I per il di/ettr111te esigente col luminoso ,m.utigm.aticoApotu Agf.a f:4,) .ad.attoper ogni. genere di fotoguhe .a cominci.ared.all.apos.a fino .ali.apreu del movimento più veloce. È munito del nuovo ottuutore Prontor Il per tempid'esposizione di 1, 1/1, 1/5, 1/101 ,/zs, •/so, ,f,oo, 1/150 di secondo. Inoltre questo nuovo modellodella noi. s,-- rie BillyRecord ha un .autosc.attoincorpor.ato nel!'ottuutore stesso. Billy-Record-Ag/a•F4 · con otturatore Prontor II Richiedete il cat.alogo geneule degli .app.arecchi e pellicole Ag(.a .ali' .Llqfa-'foto S. A. PRODOTTI FOTOGRAFICI il / MILANO (8-p) • PIAZZA VESUVIO, ,9 LEGGETE: STACCHINI STORIE IMMORALI (VIII ED. ILLUSTRATA) --· - :.l Il IV Premio Cervia è stato assegnato, dopo laboriosa. selezione compiuta su un complesso di ben 85 concorrenti, al romanzo di un giovane : LAM· ONTAGNA di Stanis Ruinas • Ecco - sinteticamente riassunto con le sue medesime parole - il giudizio che la Commissione Giudicatrice del ''Premio Cervia" ha espresso sull'opera del Ruinas: " ... l'Autore à riuscito a rappresenta.re con perfetta naturalezza le forme e gli spiriti della nuova Italia sullo sfondo delle Alpi Apuane, particolarmente adatte a rendere la rude e generosa forza del popolo lavoratore". Il volume à in vendita a L. 5 in tutte le librerie o presso RllZO[lCl .[OITORI Mila.no - Piazza Carlo Erba 6 • La giorndaetalle s gemeclalenade descridttaallgaomnaLnteerou1 .o~àq~::~1:: :•J~~b~li:i:i~:a: r;ie!~pc~~=I~ Hlt-, per ognuna i pronto un bk,;hiue di ~uc,;,o d'aran• tla un r-wc:c-hiai<d1'oli<, di recato di m,erlu.uo. ti;~i ::;:;. ~lf>~.:~i~t'i:"1i:m~:i::. 1 1'ìe~; :.,' »-:: fallo ron oho d, ohva pu le urnagioni delinte ! Alle 8, le- dn.qUt- ~fllC'lle, in ve,1itini tr~hi e pul,ti. li<WIO pronce l)('r la C'Oluion,e, e ~~ia~a.tio~- le jemellt c,-no a giocare al aole Voi L~P"tC c-ht- le cinqw. ~nl(I~ ,i,·ooo loiu.an,·. a Callandl'r nel C:-.,uidA, dove in Inverno il h:rn...,,ne1r., i: gr:::::,.~;nz,r:~~ti1rco~~f~~l~•~'i~: e due p,.a1aJ1 cu■n1i. "1tl pc-rioclo uti~o t'HC poftano aolo un vutitìno da «.le e I ul\da1i. . O.alle 9 ~Ile, 11 gtO(:lrtO all'apcr10. o·..-.,11, iiocano in P,K1n~ e il d1vntono oon muc:c-hi di nbbi.a. O'ìnv,·tno <;:,• 1 :u~~=ripauetti d1 ne•~. vanno in •liua e geuano Nellt brullt eiorn■1c-, quando le doque cc~llt d~ •·ono rim~ntre in n1a, Cioc:■no facendo es■n■ n'to:,1tc dò che una pi('('OI■ bimba fa ov1,1n-4ue ... .:i~ 1 ed} •,!;~:n!'. f.e>O(!,"!,,i = ~:~n:':~\,C:~~ e _le p1«olt ~Ulc P"tllnat~. Qeni bambina ha \■ pro, pr,a 'P"'!Cn■, 111uo fCUO di Pa\molin•, la •u;, ,all-"t\'Un e 11 pc:1t1nt.' La _rolazoOlle ! Ht\'ill 11\e 11,45 e p,.,t f1n1"1u unIOnn~lhdn,odue ~re totto unl)Ol'lic:o, 1nche "luan. do la «:m~r11ura i d1 JOo 40 ~•adi ,--, 110tto .lero. . In tc:_p110,. altra 0f;l di IÌOC:O,Alle 16 di oeni ponle. r\Cfio ~":'n" 11momento dui!knlo dille gemelle, t,lid ~•d ~:~o! b;~: ,~:~:;\t~: ,:~~~ t u;:~1':t71 .-pugni, ~ ,C'Ol .,.~ P1lo,olil-"t formi uni gr1nde Khiu. ~i!:'1•i.~.: :!~,-; ~~~t'~~•:f1cdi:::i.•;"t:~ rl! :~~-=~e~u~~h~:~~•":v,~~~~a;:~1::::•~~•~li: d~ 1·:;r: ::: •~=~~!','!'.e d1 frega,..,; k- dita dei piNlini ~nu ue:po ~ ~!'!": ;r.;a'::, u;=o,!, ~~~e viki!~!"~ go~·•r1uin1e, dopo le pre11hicrt, '"'-C'Onta loro ,klle i.i.twic :iu~"f,:~~~1: :~'{ ~hl\fi~u!.'•mo,c b:iml,ine ~ptu~oj~ll~~nt quut 'anno le gen1tll-e Dionne hanl'IO
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