Omnibus - anno I - n. 20 - 14 agosto 1937

Fint dJ 11..11.1. gion:1ata roua • JohutoYD. (O. 8. A.) ' "JU&::'a~UCD DI UNA CLEPTOMANE 1 novembre. - Sono una ladra, specializzata in furti nei grandi magazzini; si potrebbe anzi definirmi incallita nel vizio. Non so resistere al fascino del pos.sesso senza pagamento. La sera supplico Dio in ginocçhio di guarirmi, e i! giorno dopo quasi inevitabilmente &0no davanti a un banco di vendit.:11 ad attender l'occasione propizia. Ho fatto un patto con me stessa : mi arresterò quando avrò raggiunto il limite di venticinoue dollari. 2 novembre. - Oggi sono rincasata eccitatissima perché avevo rubato oggetti per un totale _di dicci dollari. Non avevo mai raggiunto questa cifra in un sol giorno. Qualcuno degli oggetti lo desideravo veramente, ma che cosa ne farò, per esempio, di questa rete per fissare le ondulazioni? Di questo anello falso non ne ho bisogno : ne posseggo molti preziosi. · Mentre di solito mi limito a rubare piccoli oggetti che si possono coprire con la palma della mano o col fazzo. letto, oggi ho osato p,·endère una camicia da notte in busta, per viaggio. Mi domando perché mai due mesi fa avevo tanta paura di rubare una cartina d'aghi . .E: talmente facile ... Ecco la campana. Devo interrom• peoni: è l'ora della lezione alla mia classe di p~icologia : oggi esporrò il capitolo sull'abitudine ... Sono appena ritornata dal1a classe per nascondere, bruciando di verg-.>· gna, gli oggetti che un'ora fa mi da. vano tanta soddisfazione. t stato uno sforzo terribile trattare in classe l'argomento dell'abitudine e i suoi effetti sul carattere. Rabbrividivo, pensando al mio duplice complesso. Per quanto tempo ancora i miei alunni diranno che ho un viso di Madonna? 4 novembre. - Ho raggiunto il limite dei venticinque dollari e ne ho fissato un altro, di 50. Segn~ tutto qud che prendo, con i prezzi corrisponden• ti : questo lo chiamo 1 per ridere, « l'elenco dei prelevamenti >... 9 novembre. - Non esco da una settimana dai confini della scuola. Ho combattuto fino ad oggi la mia passione; oggi sono troppo debole per resistere ancora. Non ho nessun motivo legittimo per recarmi in città, pure so che d andrò, sebbene in fondo al cuo· re sia sinceramente nauseata del tempo perduto intorno ai banchi di vendita, della mia vita di furti 1 gelosamente nascosti, e di questo accumulare oggetti inutili. Non ho più nessuna capacità di volere, credo. 11 novt'mbre. - Ho scovato oggi un nuovo articolo facile a prendersi {nei miei pensieri dico sempre « prendere> invece di «rubare»): i dischi di granunofono 1 di cui ho già messo insieme una numerosa collezione. Col bottino odierno ho superato il limite dei 50 dollari; ciò significa, naturalmente, che ne fisserò uno nuovo, più alto. Giorno del Rendimento dì Grll{Ìe. - I negozi oggi sono chiusi, e ne sono felice : ormai ho paura delle mie ore di libertà. Occupata, dimentico i magazzini e il loro fascino. Sono rimasta in casa quasi due settimane per via degli esami, e per preparare un bollettino per ur. prossimo congresso degli insegnanti di Stato. 30 novembre. - Oggi sono andata in città per le mie solite « occupazioni » e stasera mi sono sentita male al punto da dover chiamare un medico. Ha incolpato il mio lavoro, ma io so che il mio stato è dovuto al turbamento delle gite in città. L'abitudine al furto mi domina ogni giorno di più : mi sento costretta a portar via qualche cosa da ogni negozio in cui entro. Se non lo faccio, cado in una terribile depressione. 3 dicembre. - Oggi dovevo andare in città; per non andarci sola ho pregato una delle mie colleghe di accompagnarmi. Finora non avevo mai preso nulla quando ero con altri. Ma oggi, mentre la mia compagna guardava una scatola di cipria, ho coperto col mio guanto un vasetto di rosso e l'ho preso, senza che nessuno se ne accorgesse. Mi domando perché agisco così. Finirò per rovinarmi, è certo. 11 mio stipendio di duemilacinquecento dollari annui copre largamente i miei bisogni. La scoperta della mir.'\vera natura disonorerebbe non solo me, ma anche la scuola1 eppure continuo ad espormi imprudentemente al rischio, come ogni criminale fortunato. Mi considero una superdelinquente, una « belva solitaria>, cionondimeno ho il più profondo disprezzo per chiunque altro ruba. 5 dicembre. - Quel che temevo è finalmente accaduto, sotto un:l. forma assai peggiore che non Ìll]JEaginassi. Ossessionata, se6bcne già ne possedessi due, dal desiderio di una sciarpa di seta ,veduta in un grande magazzino 1 mi sono avvicinata a un banco dove i commessi erano molto occupati. Un'altra cliente stava esaminando insieme con mc il mucchio delle sciarpe. Ho posato la mia borsa sulla sciarpa, ho rovistato con fare disinvolto nel mucchio 1 poi, acciuffata la preda, mi sono diretta verso la porta d'uscita, seguita dall'altra cliente. Stavo uscendo dal negozio quando una mano è caduta sulla mia spalla. Ho udito le parole : « Mi scusi, signora, non ha portato via per caso qualche cosa?». L'altra cliente era la detective del magazzino. ~ahrrado le mie proteste d'innocenza mi ha trascinata al piano supcrior<', in un ulficio dov'era seduto un signore di mezza età1 e di aspetto pomposo. Appena ho cominciato a dichiarare che mi si accusava ingius,tamen;e, mi. ha interrotta : « Basta con le fnenzo: gne! ». lntanto la detective frugava nelle m!e tasche, nella mia borsetta, nella mia borsa delle carte. Naturalmente ha trovato tutto il bottino di quel pomeriggio. Ho detto che quegli oggetti li avevo acquistati. « Allora mi mostri gli scontrini di acquisto >1 mi ha derisa l'uomo. Sulle prime ho rifiutato per via della scuola di dire il mio nome e il mio indirizzo, ma lui mi ha minacciata di farmi passare la notte in prigione. Allora ho parlato. « Una donna colta, un'insegnante!» ha esclamato lui. Nell:i mia borsa hanno trovato il mio libretto di assegni. « Ha del denaro alla banca e ruba!>. Intanto aveva riempito una scheda, che mi ha teso. Dichiaravo in quel foglio di aver rubato gli oggetti di cui seguiva la lista; non mi si prometteva l'immunità. E: stato un momento terribile, ma ho dovuto firmare. Ignara d.i ciò che mi avrebbero fatto, atterrita, ho provato un enorme sollievo quando il severo personaggio mi ha detto: « Adesso pagherà tutto ciò che ha rubato ». Ho obbedito molto volentieri, sebbene nessuno degli oggetti che avevo preso mi occorresse. Sono uscita di lì sto:-dita : non osavo alzar la testa per il timore di veder dappertutto occhi, occhi, occhi. Mi sembrava che mi avessero frustata. Il mio nome onorato era ormai in quella stanza, su una scheda 1 e per che cosa? Per amore di quegli oggetti inutili che mì avevano costretto a portare con mc. Forse l'ing;stenza del direttore del magazzino aveva un motivo psicologico : infatti li ho buttati in un angolo oscuro del mio armadio e non voglio rivederli mai più. Le emozioni subite mi hanno lasciata debolissima. Ho il cuore in disordine; tutti i nervi tesi e vibranti. Stasera, per dormire, dovrò prendere una dose doppia di « luminal ». Recentemente ne ho preso assai più che il dottore non mi avesse prescritto. E se andassi (mi viene ora in mente), da un altro medico? Egli certificherebbe forse che lt mie azioni di questo pomeriggio sono da attribuirsi all'effetto di dosi eccessive di « luminal >... 6 dicembre. - Ho trovato un altro medico, un uomo anziano, che mi ha rilasciato il certificato voluto, facendomi pagar cara la sua opinione. Gli ho dato ad intendere che si trattava del mio primo fallo. Non vedevo il momento di portarlo al direttore del magazzino, che, infatti, ne è rimasto scosso. Il dottore mi aveva anche dato una ricetta per i miei nervi scossi; mentre la prcpara\•ano, in farmacia, ho portato via dal banco un piccolo avviso incorniciato e una bottiglia di profumo. Le mie recenti esperienze mi hanno evidentemente poco impressionata. 7 dicembre. - Ho deciso di prenderr roba per un valore equivalente all'importo della visita del dottore. Oggi ho recuperato quasi un dollaro con fazzoletti, che regalerò a Natale alla mia lavandaia {non sono• il mio genere). Ma non riesco più a dormire pensando alla dichiarazione che ho finnata nel magazzino. L'orrore della denunzia s'impadroniscr sempre più di me. 15 dicembre. - Devo assolutamente rientrare in possesso di quel biglietto. Mi sveglio la notte ripetendo: « Confesso di aver deliberatamente rubato ... >. Mi domando quali sono i miei compagni in quel terribile schedario. Darò l~ dimjssioni dal mio posto, invocando 11 pretesto -della salute cagionevole, ma prima voglio riavere quella scheda. Non ho mangiato un boccone, da una settimana. 17 dicembre. - Ho passato tutta Ja serata dt ieri a ripetere il mio disc.orsetto. Stamattina, prima delle lezioni, ho messo il mio più bell'abito, mi sono truccata nella maniera più seducente e sono andata al magazzino a chiedere la restituzione della scheda. Il direttore è stato angelico; mi ha detto : « E inutile che .mi spieghi : si vede che non sta bene>. Mi ha consigliata di non far la sciocchezza di dar le dimis~ioni : nessuno era al corrente della co,a ha deao, Poi ha lacerato la scheda i~ piccoli pezzi sotto i miei occhi, ripetendomi di dimenticare tutto, come aveva fatto lui. Quando mi sono alzata mi ha sorretta : ero così debole eh~ stavo per svenire. Rincasata sono cad~ta in ginocchi e ho ringraziato Dio d1 aver creato un uomo così buono. 24 dicembre. - L'ultima volta che ho scritto, mi sentivo felice, convinta che la mi~ pass!one del furto fosse spenta. Ma e mutile; non posso rinunziarci. Continuo a prendere roba1 sebbene mi tenga . lontana dai grandi maga:nini. ~&$1, mentre stavo comprando dischi m un nuovo negozio di musica, ne ho raccolti diversi che ho nascosto sotto quelli già incartati. I commessi erano occupati; mi sono avviata tran• q~illamente verso la porta. Sulla soglia un uomo1 forse il proprietario mi h~ chic~to « avevo « tutto quel 'che m1 serviva». La domanda, abbastan• za nonnale, aveva una forma ambi• gu~. Ho sorriso distrattamente, e sono uscita, molto nervosa. 8 gennaio. - Dopo le. vacanze di Natale avevo deciso di tenermi lontana dai magazzini finché non fossi riuscita a vincere il mio vizio. Ma oggi sono stata costr~tt.a a recarmi in città per una comm1SS1onedella maestra di music-', ,malata. Ho comprato alcuni dischi nel. solito nego-i;io, e non ho potuto resistere alla vecchia tentazione. Mentre mì voltavo per andarmene il c<:>mi:nes~mi ha detto : « Lei ha tr~pp1 d1.SCh1 >. Ho finto di meravigliarmi e ho posato quelli in più sul banco. Ma. lui non s' 1 è lasciato ingannare; ha a~~mnto : « L ho vista, sa, signora; anzi I ho vista anche l'altro giorno». Improvvisamente l'ho riconosciuto: era l'uomo che mi aveva avvicinata sulla porta. Sono corsa via col viso in fiamme. 10 gennaio. - Sono passati due giorni, ancora nessuna nuova dal negozio. Forse sono passati sopra alle due faccende. Non cc n'era nemmeno menzion~ nei giornali del mattino, sebbene sa accennasse alla condanna di due ladruncoli che avevano rubato molto meno di me. Leggendo questa notizia tremavo come una foglia. Non ho più appetito; l'ansia mi rende malata. Ho vi!to og_gi_~cl r~cinto del collegio degli uomm1 in unifonn<> con bottoni dorati; sono quasi morta di paura finché non mi hanno detto che erano vigili del fuoco. Incomincio a sperare di essere salva. Oggi ho fatto un patto con Dio: ho promrsso di regalare alla chiesa una forte somma s'Egli mi salverà dal mio errore. 11 gennaio. - Non potendo più resistere all'incertezza, ho mandato al negozio di musica una lettera finnata «Coscienza>, col denaro per l'importo dei dischi rubati. Altre lettere saranno spedite agli altri negozi. Penso di poter dormire stanotte. 1::J gennaio. - Ho distrutto la lista dei prelevamenti. La paura di veder distrutta la mia reputazione è più forte del. mio desiderio della proprietà altrui. So che non tenterò mai più di n~b.are nei magazzini. Non sono superSt1Z1osa,mà ho troppa paura di esser colta in flagrante per la terza volta. La malvagità del'mio delitto mi è stata impressa in cuore dalla paura delle conseguenze sulla mia salute e sulla mia posizione sociale. Ora so che non si può cavarsela sempre impunemente. Ho appena finito di leggere le pagme che precedono, mi sembrano scritte da un'altra persona. Attraverso un periodo di reale benessere fisico e morale. Non pili notti insonni, non più il desiderio bruciante del possesso. La boccetta del « luminal » non è stata riaperta. E passato un anno da quando ho firmato il mio patto con Dio. Ma vorrei poter dimenticare per un giorno la vergogna che mi brucia ancora il cuore. Sono stata una ladra. 11 mio è un castigo peggiore dell'inferno. (Tradu,. di' M. ,V.). ANONIMA entarioprecisoe terrificante DEPUTATO ALLE OORTES Lapersecuzione iosa in Spagna nella veraione di Ilario Pacein! e con un proemio di Paul Claudel Volume di pagine 250 con 30 illnrtrazioni folografiohe fuori tealo LIRE 12 Questo libro non interesserà soltanto il campo cattolico,ma anche tutti coloro che vogllono conoscere, sulla base di documenta• ziont serle,precise, attendibilisaim.e perché ai è scatenata la lotta religiosa. in Spagna e quali terribili proporzioni ba. assunto. A. MONDADOBI · MILANO MICH(l SAPONAR l nno dei più froaohied originali ooriltorieuropeid'oggi. La sua opera vasta e oompleaa& è popolata di figure indimentie&• bili, di quelle ohe restano nella mente e nel cuore del lettore come imma.gini di creature realmente conosciute e amate. ALCUNE OPERE DI MICHELE SAPONARO: LABELLRAISVEGLIATA LA cmÀ FELIC,..._E ---- Trlavitea n sognFoI:OREl,LA __ ERBTARA I SASS,_.__ _ UnuomoL:A GIOYIIEZU_ IOEMIAMO.L.G.I.EL--.~-- YIAGG IO Il IORVEGIA GUERRSERZSAAIGUE lo.li.- lo.li.- L.ll,- lo.11.- L.11.- TUTTELE OPEREDI MICHELE SAPONARO SONOPUBBLIOATEDA A. MONDADORI MILANO

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