Omnibus - anno I - n. 20 - 14 agosto 1937

.~,.ttlI3©ti!ilili© ;'l< MEZZANOTTE la squadra corsara, composta della corvetta di Sir William Mac-Lellan e di quattro navi americane minori, si tcovava all'altezza della baia di Chesapeake. La tempesta continuava impetuosa come se avesse incominciato in quel momento, ed anzi sembrava ci-cscere continuamente; la sua estrema violenza spingeva' a ritenerla in ciascun momento al culmine, ma subito si ci doveva convincere che questo non era stato raggiunto se la situazione poteva ancora peggiorare. Dacché notizie sicure erano giunte al baronetto Mac-Lellan, comandante della corvetta, che la fregata del marchese d'Halifax, su cui il marchese teneva prigioniera Mary di \Ventwort col proposito di convincerla a diventare sua moglie, si era unita alla squadra del Ounmore, egli non aveva avuto nessuna èsitazione nel mettersi in caccia nonostante la disparità delle forze; voleva rintracciare e conquistarsi la sua i\lary con la propria spada e con i propri cannoni. Quella passione amorosa lo aveva condotto, già da due anni lontano dalla patria, lo aveva convinto ad armare una nave, a mettersi al servizio di una causa straniera, quale l'indipendenza americana. In piedi sul castello di prua, sir Wiluam, con a fianco il proprio luogotenente signor Howard, dava ordini con un accento singolare, curiosamente trasognato. Se il nostromo Testa di Pietra avesse potuto udirlo, avrebbe scosso 3 più riprese la sua testa grigia, come faceva tutte le volte che gli era dato notare nel proprio comandante i sintomi di quel male insanabile. La squadrafantasma Verso le due del mattino, la situazione non era mutata; la flottiglia non era ancora uscita dalla zon~ della tempesta. e Vorrei poterci vedere anche soltanto per un attimo•, brontolava il nostromo chinandosi verso l'orecchio di Piccolo Fiocco. e Con questo buio corriamo rischio di passare accanto alla squadra inglese senza vederla. Vorrei vederci un attimo solo•· Portandosi le mani aJla bocca e facendosene portavoce, il gabbiere gli replicava: e T'insegno io come devi fare, Testa di Pietra, t'insegno io. Allunga la mano, afferra uno di questi fuochi del cielo, e fatti luce con esso. Un bretone come tu sei, deve essere in buona armonia con Oomineddio •. Taciturno, il nostromo pareva non apprezzare il suggerimento burlesco. Comunque levò egualmente lo sguardo, giusto in tempo per cogliere lo spettacolo di una saetta paurosa, un guiz~o rapido e gigantesco che parve attravertare la volta del ciclo, dividerla in due; né si spense subito, ma palpitò per interminabili istanti; per quanto durò quel bagliore, fu visibile un vasto specchio d'acqua quale da molto tempo non Si era più mostrato allo sguardo attento del nostromo. Un grido gli sfuggl dalla bocca, e il suo braccio si tese ad indicare, mentre la sua mano costringeva il gabbiere a voltarsi nella direzione seguita dalla nave. fn quello spazio illuminato una flotta numerosa era apparSa miracolosamente; quindi, tornate le tenebre, con altrettanto senso di miracolo era scomparsa. Era di certo la squadra di lord Dunmore che navigava con difficoltà a poca distanza dalla flottiglia americana, ma lo stato dd mare e l'incertezza dei venti impediva di calcolare se quella distanza poteva venire diminuita e in quanto tempo, o se occorreva addirittura aspettare che 1a tempesta cessasse, per giudicare se e quando sarebbe stato possibile raggiungere i legni avversari. Sporgendosi dalla coffa e chinandosi verso il basso, il nostromo aveva intanto gridato l'allarme: • Navi dinanzi a noi•· Si udì la voce di Sir \Villiam gridare: e Non vedo nulla. llai sognato, nostromo•. Lasciandosi scivolare lungo le griselle, Testa di Pietra, fedelmente seguito da Piccolo F1occo, si era calato abbasso. • Vi assicuro, Sir William •, gli gridò non appena gli fu al fianco, • vi assicuro, sir Wìlliam, che ho davvero visto la squadra. Naviga davanti a noi a non più di due tiri di cannone, vi giuro. Non può essere che la squadra di Lord Dunmore. E la fregata del marchese d'Halifax ne fa parte•· c. L'hai vista?• domandò il baronetto, ma la sua voce era incredula. e Non l'ho vista. Non ho visto la squadra che per la durata di un lampo. Ma giudico che se forziamo le vele, in breve potremo raggiungerla•, disse il nostromo, con l'aria di suggerire un consiglio. Il suo entusiasmo fu controbattuto dalla freddezza del signor Howard. e Non voglio negare che abbiate visto qualcosa, ma non credo possibile che questo qualcosa fosse proprio la squadra di Lord Dunmore. Arriverei fino a dire che non fossero neppure delle navi. Ovvero, le navi della nostra flottiglia, che possono aver mutato postZione •· e Sei proprio sicuro di avere scorto le navi? - chiedeva il baronetto al nostromo. e Confessa che ti ~ sembrato, ma che non ne sei proprio sicuro. Sarà stata l'ala di un albatro, un volo di gabbiani, o l'alberatura di un naviglio da carico sperduto•· "Ai pezzi" Mentre cosi duravano in quei discorsi, la violenza della tempesta parve cedere in parte; anche lo stato delle acque migliorò, l'onda divenne meno impetuosa e più eguale. Testa di ,Pietra si preparava a ritornarsene al suo posto di vedetta quando, davanti alla corvetta, il cielo si squarciò improvvisamente, e apparve qualche stella, e un latteo chiarore corso continuamente da nubi nere mutevolissime. Era la luna, nascosta, ma prossima a quel varco all'orlo del quale giunse finalmente, si affaccib, e aJlora un fascio di raggi calò a perpendicolo, toccò il mare; gli sguardi del baronetto e del signor lloward, che si erano alzati al ciclo, seguendo il cammino tracciato dai raggi della luna, si abbassarono di nuovo sul mare, e a causa di quanto gli apparve con una evidenza ormai indiscutibile, dovettero constatare che il nostromo aveva visto giusto. Numerose navi veleggiavano in quella lontananza illuminata dalla luna come in un mare e un cielo divertì, e le bianche velature completamente spiegate, e l'irreale candore che a tutta la scena conferiva quel fascio di raggi che le rivelava, richiamavano alla mente il miracolo dei miraggi; più che a poco più di mezz'ora di navigazione dalla flottiglia, quelle navi sembravano navigare tutt'altre ed opposte acque. e Guardate, guardate, sir•, aveva gridato Testa di Pietra, ma già il baronetto esclamava con stupore: • La flotta inglese 1, poi, voltandosi e facendosi portavoce delle mani ad imbuto, lanciava l'ordine prelimìnate di ogni battaglia: e Gli artiglieri ai pezzi, i fucilieri sul ponte•• e strappato il lungo tubo del cannocchiale di marina dalle mani dd signor Howard esterrefatto, lo puntava sulle navi naviganti in quel meraviglioso e non lontano mare di latte, cercando, fra quelle alberature dissimili, la più alta e imperiosa di tutte, che era l'alberatura della fregata del marchese d'Halifax. L-a scorse, o credette di scorgerla; ebbe infatti un moto di trionfo e insieme d'ira; la sua voce recisa risuonò nuovamente, la voce dei momenti difficili. • Signor floward, vigilate che gli uomini siano pronti per il combattimento•, disse, e per il combattimento e la manovra, e segnalate alle navi della flottiglia di sostenerci con tutte le loro bocche da fuoco. E tu, Testa di Pietra, tienti pronto ai tuoi pezzi•· Ma era intervenuto ancora una volta il signor J Ioward. Resosi conto che il nostromo aveva ragione, e che la flotta inglese veleggiava davvero a poca distanza dalla corvetta, ritnessosi dalla sorpresa e dalla prima perplessità, l'avvertito luogotenente della Tuo11011te aveva già avuto tempo di riflettere sul da farsi; nessun sentimento troppo potente lo animava, capace di fargli velo. Aveva perciò emesso il proprio parere: che non fosse pratico, e viceversa che fosse troppo rischioso, tentare una battaglia in quelle condizioni, quando tutto dava a "divedere che ci si dovesse battere ancora a lungo con un nemico altrimenti potcnt, della squadra di Lord Ounmore. All'alba e col mare più quieto, si attac• cherebbe, e intanto occorreva non lasciarsi distanziare, in modo da poter essere addosso alla flotta avversaria ai primi bagliori del giorno. Scomparve nel quadro, seguito dallo sguardo rispettoso dei suoi fedeli. Inseguimentoall'alba Non era passata mezz'ora che la flottiglia si trovò d.i nuovo nel bel mezzo del- ! 'uragano; le previsioni del nostromo e del signor Howard si erano avverate. La folro ..e aveva dato il segnale ddla riprc·1:i, solcando di contmuo il cielo burr:scoso, e svelando agli sguardi preoccupati dei naviganti la vicenda alterna delle nubi che si sopraffacevano a vicenda, mentre il vento scendeva da quelle altezze insieme a raffiche estenuanti di pioggia. Riparati alla meglio accanto all'albero di maestra, Testa di Pietra e Piccolo Fiocco assistevano allo spettacolo fantasmagorico, e ad ogni ondata che li inondasse, trovavano da dire la loro; il buon umore non li abbandonava neanche nei momenti più difficili; seppure, come di sovente avviene, non si manifestasse in questi addirittura più vivace e inesauribile. Anche il baronetto Mac-Lellan, giù nella sua cabina, trovava il tempo troppo lungo; nonché riposare, con gli occhi fissi al soffitto ad intarsi di legni preziosi, di continuo oscillante, fantasticava. Tra poche ore, due, tre ore, si sarebbe trovato di fronte al suo nemico, ma anche alla persona che più amava a questo mondo; alla donna che così di sovente gli era parsa irraggiungibile, non soltanto sul mare, ma anche dentro di sé, come se non avesse più sostanza di un sogno. Perfino il suo volto gli pareva a \.'Ohe di esserselo dimenticato, e allora con l'anima smarrita, tenendosi stretta tra le mani la testa, forzava tutto il potere della memoria nella ricerca di quei tratti angelici, affannava tra le ombre ribelli, finché non riusciva a risuscitarla davanti al suo sguardo altrettanto viva che se fosse davanti a lui in carne e ossa. Interminabili, combattute in tutti i sensi fuorché in quello non metaforico della battaglia, trascorsero finalmente anche le ultime ore della notte; raggiunto qutl limite in cui non è più notte e non è ancor giorno, la tempesta aveva improvvisamente ceduto; Sir \Villiam l'aveva udita allontanarsi a poco a poco, e benché il milio e il beccheggio della nave non fossero cessati, ne aveva tratto un favore• vole pronostico per l'attacco; giunto il momento, i tiri delle artiglierie sarebbero andati a destinazione quanto bastava, e del resto egli faceva affidamento sopra tutto sulla Velocità e agilità della sua nave, e sul valore dei suoi uomini nell'abbordaggio. Prima di salire sul ponte, si fece toletta. Vestì un abito ricco, più adatto per una festa che per una guerra, un abito di velluti, di sete e trine, sdegnando la corazza corsara di pelle di bufalo che, se non riparava dalle grosse pallottole dei moschettoni, resisteva ai colpi di sciabola come se fosse acciaio; non voleva comparire allo sguardo della signorina di \Ventwort in abito da soldataccio. Vedendolo com• parire sul ponte cosi acconciato, Testa di Pietra che spiava i primi albori, e che impazientito dit quel ritardo si preparava a intrattenerne il signor Howard, scntl ribollire dentro di sé i prepotenti sentimenti di affetto e devozione che nutriva verso il comandante, e lo indicò a Piccolo Fiocco, Perché anch'egli lo ammirasse e<l amasse. L'alba non era ancora sorta al! 'orizzonte, ma benché ancora non se ne scorgesse alcun sintomo, il pre• sentimento di essa era nell'aria tuttora notturna. ' {" Quando un chiarore appena percettibile si mostrò nel cielo e si posò sul mare, e le sagome delle navi fuggiasche incominciarono a delinearsi tra la bruma, il baronetto chiamò il signor Howard e Testa di Pietra, e dettb le ultime istruzioni. n signor Howard, con la sua aria triste e severa, si affrettò a rassicurare il baronetto che non mancherebbe di istruire a dovere gli artiglieri. • Tenga pronti inoltre sul castello di prua una cinquantina d'uomini armati per l'abbordaggio•• continuò il baronetto, e e prometta paga doppia se porteranno l'assalto con vigore, e riusciranno ad occupare il ponte della fregata •· li signor Howard si slanciò ad obbedire; in breve si udirono i segnali rabbiosi del suo fischietto, e la tolda della cor\.'etta si animò di una frettolosa e ordinata attività. Allora sir William si voltò verso Testa di Pietra. e V~ a, tuoi pezz, da caccia •• gli disse, • e disalberami la fregata, non appena sarà a tiro. Mi raccomando a te, vecchio mio•. Portandosi la mano sul petto, il nostromo giurò e spergiurò per tutti i campanili del suo borgo di Datz. _, Da questo istante, l'ultima fase dell'inse~imento ebbe inizio, ed in breve fu ver.l e propria caccia. Migliori velieri delle navi inglesi, la corvetta La Tuonante e i quattro legni americani guadagnarono rapidamente sulla squadra di lord Dunmore, che cercava vanamente di sfuggire all'attacco; in mezzo alle numerose navi minori, circondata da una mezza dozzina di navi d'alto bordo, la fregata, coperta di vele sino al! 'ultimo pennone, navigava maestosamente; era già visibile lo stendardo degli Halifax, il leone rosso rampante in campo azzurro. Presto fu possibile scambiare le prime cannonate, benché dapprima senza alcun esito; e allorché il sole incominciò a salire nel cielo, la manovra indicata dal baronetto era già in via di esecuzione, poteva dirsi riuscita. Durante un'ora e più le due navi corsero l'oceano f ori del tiro delle rispettive artiglierie. La squadra di lord Dunmore, cannoneggiata dalla flottiglia corsara, era ormai rimasta indietro, eia lontanissima, e il brontolio della battaglia giungeva appena come un sordo e neutro rumore. Nonostante fosse indiscutibilmente più veloce della frceata, la corvetta stentava a raggiungerla, finché il signor Howard non prese di persona il timone e con poche bordate riusci ad avvantaggiare la corvetta di tanto che un primo colpo spa• rato da Testa di Pietra cadde in mare a piccola distanza dalla fuggiasca. Urla esultanti si levarono dal ponte della 1'uo11a11U, che un secondo colpo giustificò appieno, colpendo il trinchetto della fregata; fu il segnale della battaglia, e in· un attimo le due navi si coprirono di fumo. Tuonavano tutti i pe:.i:zi delle batterie, spazzando di mitraglia i ponti, tuonavano i cannoni da caccia prendendo di mira le alberature; curvo sul suo pezzo favorito, Testa di Pietra correggeva di conti1:uo la mira aiutato da Piccolo Fiocco, aspettava il momento propizio per scaricare uno dei suoi colpi imbattibili. Gli si offrì ad un trano allorché la T11ona11u venne a trovarsi al culmine di un'ondata che le permise di dominare la nave inglese, né la perdette; il suo cannone di prora sparò con fragore, e il pennone di gabbia di maestra della fregata, colpito da due palle incatenate, si spaccò netto e precipitò in coperta; si videro distintamente gli uomini della ciurma fuggire a gambe levate per sottrarsi a quella rovina, e si udirono le grida di chi non aveva fatto in tempo, e ora giaceva storpiato sotto l'ammasso di vele e legname. Privata ad un tratto di quella vela, la fregata del marchese d'Halifax aveva perso terreno, e ne approfittò immediatamente il signor Howard; con ardita manovra cacciò la corvetta fra due ondate successive, e mentre gli artiglieri sparavano ancora éon tutti i loro pezzi sul ponte avversario, la spinse addosso alla fregata; disorientati da quel rapido attacco, e da quella scarica a bruciapelo, che aveva ucciso e ferito moltissimi marinai e ufficiali, gli inglesi non poterono evitare l'abbordaggio; il bompresso della c:orvetta era andato a cacciarsi tra le griselle di babordo della fregata e subito i grappini d'arrembaggio erano stati lanciati dai corsari, avevano assicurato strettamente l'una all'altra le due navi. Scaricati un'ultima volta sul ponte coperto di caduti i cannoni del castello di . prua, aumentando la confusione degli inglesi, gli uomini di sir \Villiam, con alla testa il nostromo, armati di pis1ola a doppia canna, di asce e di sciaboloni, avevano invaso la nave rovesciando davanti a loro qualsiasi ostacolo; un'ultima resistenza che gli inglesi tentarono intorno al loro com::indante moribondo, fu definitivamente travolta anch'essa. In breve, i corsari finirono di rendersi completamente padroni della nave; gli inglesi superstiti, disarmati e ammucchiati a poppa, aspettavano incerti della loro sorte. Allora, attraverso quel ponte cosparso di morti e di feriti, asciugando la spada arrossata, e seguito dal signor Howard, avanzò il baronetto; Testa di Pietra e Pi,;colo Fiocco, ancora una volta illesi, lo videro sparire nel quadro, e stettero in attesa che ricomparisse dando la mano alla giovine miss dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Ma sir William, dopo un intervallo che fu lungo per chi aspettava, riapparve solo come era <lisce.so; sul suo volto si leggevano insieme una profonda disperazione e una collera non meno profonda. • Mary di Wentwort non è a bordo•• esclamò rivolto al signor Howard, ma le sue parole furono udite da tutti i suoi uomini malconci, e alla gioia delta vittoria subentrò sulla nave conquistata un silenzio funereo, rotto soltanto dai gemiti dei moribondi. Tante vite umane spente nel sangue, e la donna da lui amata e per• vicacememe inseguita, ancora una volta lo aveva deluso, ancora una volta la sua immagine si velava. Sir William si era lasciato cadere sopra un mucchio di cordami, e si era nascosto il volto tra le mani; quando lo risollevò, furono visibili a tutti le due lacrime che gli scendevano le. gote. Era troppo perché Testa di Pietra potesse sopportarlo in silenzio; la vista di quel dolore muto lo sopraffaceva. e Sir \Villiam piange•• esclamò quasi fra sé e sé, poi l'ira lo vinse. Cercò come sfogar4'. Una miccia ardeva ai suoi piedi; la raccò1se, senza far parola l'avvicinò a uno dei cannoni voltati verso il mare aperto. Una vampa usci, lunga e senza fumo, ardente come il suo cuore di marinaio, dalla bocca bronzea, e lo scop• pio percorse il mare e lo spazio, si ripercosse lontanissimo, dilagò per quanta acqua e quanto ciclo erano visibili, esprimendo il corruccio dei fedeli di sir William, e la speranza e il proposito di nuovi viaggi e battaglie. ALESSANDRO BONSANTI (Lihvo r-i/a<i,,,tnto da • La rr-orie,a dtlla Tuon•nte • dtl SalgaM) RICORDO DI RIMINI QUATTRO CAVALLI MARINI gettano dalle loro otto narici ahret1n111i getti d':icqua. Galoppano su di un praticello pettinato al cospcuo del fiero sgu:i.rdo di Paolo Mantegazu. Ma, ahimé, i cavalli sono di Kagliola e Paolo Mantegazza è di brom.o. Per rivederlo vivo bisognerebbe tornare al tempo del tram a cavalli. l cavalli erano magri ronzini, il tram una car-roz~lla dalle tende bianche e svolazzanti come vele. Sul primo sedile, fiero, con il bastone dal pomo di corno, il cappello a larghe tese e la craYatta nera e:: Lavallière >, stava Mantcgau..a. Veniva a sorvegliare l'andamento dei lavori. Lanciava Rimini. Ma i primi a M:endere sulla spiaggia, veramente, furono gli inglesi di Bologna. Erano quasi tutti mercanti di granaglie: import and export. In giugno, montavano sul treno dcll'Adriatico carichi di bagagli come i viaggiatori di Ciulio Verne. Si vestivano come Phileas Fogg, avevano bauli, sacche scoucsi, tende, bidets, salvagente di zucche vuote, farmacie portabili e la rete per le farfalle. Restavano tutta la giornata al sole, sulla spiaggia, e non spendevano un soldo. Poi un bel giorno, non si sa come, gli inglesi disertarono in mas· sa e Rimini incominciò la sua vera vita. Era cirra l'an(lO 1 894. Il comune no• minò un commissario di sanità e pensò alla costruzione del Kunaa\ e del Cr-and HOtel. Sulla piattaforma dello stabilimento, allora, si incontrarono le più belle signore e le più diuinte famiglie d'Jtalia. Era la volta dell'aristocrazia, di sangue e di denaro, come si diceva. A Milano rinunciarono alla villeggiatura sui laghi e in Brianza, le grandi ville malinconiche non videro più le bionde duchesse vestite di azzurro e di lilla. Tutti facevano vita d'albergo, spendevano, gio• cavano nelle salette riservate, mettevano in mostra magnifici gioielli. La marchesa Visconti di Modr-onc, aha, bionda, con un profilo greco che la.sciava incantati i suoi cavalieri, non si separava mai da quel vezzo di quattro file di perle che i vecchi riminesi ancora ricordano. Entrava nella gran sala da ballo con pa~so regale, lievemente affannata e rossa in viso. Si ballava tutta la notte. E quando anche gli ultimi mariti, impassibili in viso, ma con i baffi tremanti d3ll'emozione contenuta, annunciavano fieri la loro perdita al baaarat e si riti• avano con un digni• toso: e:: F.d ora, signori, buona notte >, si spegnevano di colpo tutti i lumi e le prime paranze uscivano per la pesca diurna. La Castclbuco, la Della Gherardesca, la Bocconi suscitavano panioni fulminee e cieche: circa due duelli per stagione, da giugno ad agosto .. Alla spada, secondo le bu"one tradizioni italiane, con gran fendenti e robuste puntate, nel giardino di una villa, sotto gli ippocastani, pianta gentilizia .. Il barone Rossi, il 1narchesino Diotallevi, era• no le personalità che alla mattina &eguentr al fatto gode-vano dei maggiori onori Le si gnorc della rotonda sul mare, p.1r non dispruzando i lavori a maglia, non parla\'ano che di loro. C'era ombra, fresco, odore di legno e di mare. A sinistra le cabine per gli uomini e a deura quelle per le donne, ché non nascessero confusioni. Il marito, quand'era in acqua con il suo CO· stume a righe orizzontali bianche e auurre, non poteva che guardare di lontano l'ampia paglia di Firenze che riparava i ca• pelli della moglie. Ma finché si era vestiti, con colletto e cravatta, busto e calze di !ilo, la mescolanz.a dei seni era ammessa. Si prcnde\•a il caHé e il vermouth Torino, si aspettava il ritorno degli igienisti che prendevano il bagno all'Idroterapico e facevano esercizi di ginnastica artistica secondo il metodo 1edesco, si parlava di poe• sia e di letteratura. A mezzogiorno 3rrivava l'automobile del conte della Gherardesca, il primo automobile di llimini, per riportare le signore a casa. Copriva con il cupo rombo l' ultima nota della canzone che l'orc.hestrina della piattaforma offriva ai suoi bagnanti. Sulla grande terrazza venivano, poi, Augusto Murri e Tittoni a guardare le signore e i negozi. Anche la scienza e la politica, cf>m'era costume, si dimostravano molto affabili. A loro si facevano tcnder.- ziose domande sulle nuove scoperte dell'arte mediu e sulle mire dell'impero austro-ungarico. Le risposte erano evasive e spiritose, in cospetto di quel mare che fa. ccva sospirar-e e pensare all'esistenza di Dio persino agli atei e ai ·materialisti dell'epoca. Nelle ore del tramonto, poi, la buona società prendeva il tè parlando della prossima riapertura della Camera dei Deputati e leggendo ad alta voce i corsivi del e:: Gau.cttino azzurro >, eco di Rimini balneare. M. C.

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