Omnibus - anno I - n. 19 - 7 agosto 1937

(COMTnro.u:. DAL lfD'lllERO PRBCRDENTE) A SERA dell'attentato, Savinkov si recò a Vai-savia, donde Azef, che aveva saputo dai giomali 1 ,.., lì.. l' esito del!' impresa, era già ~ partito per l'estero. Savinkov ne :-cguì i►cscmpio e si ritrovò coi compagni a Ginevra. Gli esuli li aocolscro come trionfatori: la Breshko-Breshkovskaia s'inchinò in segno d'onore dinanzi ad Azef. Il trionfo di Savinkov non fu minore, e fu il prestigio del successo che permise ai due capi terroristi di risolvere a loro vanta~gio un conflitto che stava sorgendo fra la loro organizzazione e il Partito. Essi infatti riuscirono a far votare dal Congresso degli S. R. uno statuto che concedeva alla B. O. il massimo d'indipendenza dallo Z. K., e i cui articoli principali suonavan così: « La B. O. ~ode di una indipendenza completa, dal punto di vista tecnico ed organizzativo : dispone di una cassa propria e si trova in relazione col Partito mediante lo Z. K .... La B. O. è obbligata ad ·agire in accordo con le direttive generali dello Z. K. riguardo a : 1) la categoria di persone contro cui deve C55erdiretta l'azione della B. O.; 2} il termine di cessazione integrale o parziale, per considerazione d'ordine politico, della lotta terroristica ... Tutte le relazioni fra lo Z. K. e la B. O. si svolgono attraverso la mediazione d'un delegato apposito, eletto dal comitato della B. O. fra i suoi membri ... :,. Infine veni\la data assoluta libertà d'azione per il terrore locale, distinto da que11o e centrale>, rivolto cioè contro lo zar e le grandi personalità dell'Impero. In base al nuovo statUto, che entrò immediatamente in vigore, fu designato di nuovo Azef come capo del direttorio della B. O., con Savinkov per sostituto. Quest'ultimo costituì subito un forte gruppo, a cui fu affidato il compito d'uccidere il Granduca Sergio, zio dell'Imperatore e Governatore di Mosca : gruppo che in ordine sparso riuscì a rientrare in patria, facendo passare la dinamite di contrabbando. L'uccisione del Granduca Sergio Savinkov raccolse il suo reparto a Mosca nell'ottobre del 1904, cd affidò il lavoro di sorveglianza a Kaliaiev e a Moisieenko, che si fecero vetturini, acquistando a tale scopo due cavalli e due slitte. Fu ben presto determinato che il Granduca si recava spcs.Kl al Cremlino, e che la sua vettura era riconoscibile dai grandi fanali ad acetilene. Ma in seguito a un minaccioso manifestino volante degli S. R. di Mosca, che erano all'oscuro di ciò che stava preparando Savinkov, e poi in conseguenza dei terribili avvenimenti pietroburghesi, detti della e domenica rossa >1 il Granduca cambiò per due volte, µer misura prud~nziale, di residenza. Allora fu dec11.o d'ucciderlo una sera che doveva anda. re a teatro per un'opera di beneficenza. Ma l'esecutore principale, Kaliaiev, non volle gettare la bomba quando vide che nella carrozza granducale c'eran,p tre innocenti, la Granduchessa coi due nipotini, figli del Granduca Pa?- lo, uno dei quali era quel Demetn_o che dodici anni dopo doveva partec, pare all'uccisione di Rasputin. Malgrado l'insuccesso, Kaliaiev convinse Savinkov di lasciargli eseguire l'atto da solo, e il 15 febbraio 19051 travestito da contadino, i'appostò con la bomba in mano in una piazza d'obbligato passaggio per la carrozza granducale, sorvegliandone l'arrivo per riflesso, nel vetro d'una famosa immagine. Quando capì ch'era giunto il momento1 corse incontro alla vettura 1 e gettò la bomba da quattro passi di distanza: lo spostamento d'aria provocato dalla esplosione scagliò lontano, con una lunS"a traiettoria, il terrorista, che rimase mcolume, e potè scorgere il cadavere del Granduca oscenamente decapitato. Savinkov aveva atteso l'esplosione in i.strada, Dora BriJliant in una pasticceria. Un ragazzo impaurito comunicò loro l'esito dell'attentato, e fu!,tgirono nella slitta del pallido e sconvolto Moisieenko. In slitta Dora fu colta da un attacco isterico, e nort faceva che mormorare singhio1.zando : e L'ho ucciso io, l'ho ucciso io! >. Kaliaiev fu immediatamente arrestato, benché gli agenti accorsi ~vessero perduto la testa. Poco dopo giungeva sul luogo, in cape_ll!, la Grandu~h~1. Elisabetta. La Pohz1a non era nusc1ta a sgombrare fa folla, e gli spettatori tacevano con il cappello in capo. Pal- ' li<la e altera, la Granduchessa li guardò e disse: e Che impudenza! che state guardando? andate via ... >. l resti furono portati su uQa barella in una chiesa vicina, e la vedova pregò a lungo dinanzi al sudario. Qualche giorno dopo la Granduchessa, in gramaglie, spinta da un misterioso impulso religioso, volle visi~are in carc~re colui che aveva uccoo suo manto. In una lettera agli amici Kaliaiev raccontò così l'episodio: « Noi ci guardammo l'un l1altro, non lo nascondo, con- un certo senso mi.stico>. Sembra che la Granduchessa dichiarasse a Kaliaicv Ja sua pietà e il suo perdono, ~ gli donasse un'~mmagi~e sac~a per ncordo. e La mia coscienza e pura », EVJIOAZEPAl BAGl!l disse Kaliaiev: « sono molto addolorato di averLe causato questa pena, ma ho agito secondo coscienza, e se avessi mille vite le darei tutte e mille ... Addio, perché non ci rivedremo più ... ». li terrori.sta fu condannato a morte, e la sentenza fu eseguita qualche mese dopo mediante impiccagione. Prima dell'attimo estremo, il condannato dichiarò d'essere credente, ma respinse il confessore, e fu sepolto accanto ai muri della Fortezza dei 55. Pietro e Paolo sulle sponde del lago Lagoda." Netta' sua persona, il terrorismo russo perse l'alfiere più romantico e ideale. Savinkov riporta nelle proprie Memorie un dialogo con lui, pieno insieme di odio e d'amore, di volontà d'uccidere per dare in sacrificio se medesimo, con parole che sembrano quasi queile di un eroe di Dostoievski. Il nomignolo di « poeta > gli fu dato per questo ardore interiore, ma anche per la sua passione per la lirica moderna e per i suoi e rivoluzionari>, i simbolisti e i decadenti. Terribile e dolorosa fu anche la sorte di colei che parlò con Kaliaiev sulla soglia della morte : la Granduchessa Elisabetta, dopo essersi legata d'una tenera amicizia per suo cognat0, ed aver fondato un curioso ordine monastico, pieno di splendore cortigiano e mondano, doveva infatti morire, tredici anni dopo, di ferite e di stenti, insieme con altri Granduchi, nel pozzo d'una miniera abbandonata. Provocazioni e vendette La sera stessa dell'attentato Savinkov si trasferl a Pietroburgo, dove lasciò un gruppo capitanato da Schwcitzer, e donde ripartì per Ginevra. _Quivi fu accolto con rinnovato entusiasmo, e dopo aver fatto ad Azef un rapporto completo, ebbe l'occasione di fare la conoscenza del famoso pop Gapon. Più tardi, nelle sue Memorie, Savin• kov descrisse Gapon come un uomo dal volto strano e dagli occhi bellis• sirni, ma con la bocca e il mento ripugnanti. Languido ed esitante, si trasfigurava quando parlava, ed allora si comprendeva come nella « domenica rossa> avesse potuto trascinare tanti uomini. Intanto a Ginevra la B.0. aveva acquistato un nuovo e valido membro nella persona del matematico ebreo Silberberg, eh' era un giovane alto, forte e sereno, sempre intento a fare esperimenti nel suo laboratorio chimico. Ma a pochi giorni di distanza, a metà e fine marz:o, Savinkov fu informato dai giornali di due tremendi colpi vibrati dal caso e dalla Polizia contro la B. O .. Il primo fu un'e• splosione di dinamite avvenuta in un albergo di Pietroburgo, in seguito alla quale Schweitzer fece la stessa fine di Pokotilov; il secondo fu la notizia che alla capitale ed altrove gli agenti della Polizia segreta (Ochrana) eran riusciti a nietter le mani su ben diciassette membri dell'organizzazione centrale e d'altrc minori. L'unica scampata alla sorte comune era Dora Brilliant. Data l'inesperienza dei nuovi membri, il colpo fu veramente grave per la 8.0., e un giornale russo chiamò giustamente quella giornata e la Mukden della rivoluzione russa >. Savinkov non si dette per vinto, e riprese l'azione, benché ormai fosse diffusa nelle sfere di• rigcnti del Partito l'idea che nel seno dello Z.K. o della 8.0. doveva esserci un confidente, un provocato1 e, una spia. A maggio del 1905 i nuovi membri della B.O. rientrarono in Russia con passaporti falsi, e Savinkov 1 che era ormai l'unico capo, perché Azcf s'era preso un po' di" riposo, si mise a preparare tutta una serie d'attentati, e a tale scopo peregrinò per tutta la Russia, per cercare nuovi elementi disposti ad affiliarsi alla cospirazione terroristica. li centro d'azione fu stabilito a Nijny Novgorod, dove doveva riunirsi anche un congresso del partito. Ma quivi 5avinkov fu raJ:t~iunto da Azef, che dette l'allanne, e fu deciso di rinunziare ali' impresa. Attraverso una serie inaudita di stratagemmi e di peripezie, Savinkov riuscì a rjfugiar.,, in Finlandia, dove lo raggiunse un compagno della capitale, latore di una ten·ibilc e sorprendente notizia: una donna ignota aveva consegnato a un noto S. R. di Pietroburgo una lettera anoniml\, i cui passi più importanti erano di questo tenore : « Compagni, una tremenda calamità minaccia il Partito. Due importanti spie lo tradiscono. Una di esse, un ex deportato, un certo T.1 è rientrato in primavera da Irkutsk ... L'altra spia è un certo ingegnere Miev, ebreo, che si chiama anche Valui.ski ... >. Sa.vinkov, scettico, ma in fondo colpito dalla rivelazione, raggiunse in barca la Svezia, ed a metà settembre era di nuovo a Ginevra. Quivi si recò da Gotz, che era già a conoscenza della famosa lettera anonima, e che, con altri compagni, aveva concentrato molti sospetti intorno al pubblicista Tatarov, la persona che doveva celarsi sotto l'iniziale T.. Di Azef non si parlò nemmeno, benché l'allusione al suo nome fosse ancora più trasparente : anzi ciò fece credere a qualcuno che si trattasse di un'abile manovra della Polizia. In quei giorni, ignaro di tutto 1 Tatarov venne da Parigi a Ginevra. Una commissione speciale, capitanata da Cernov, lo sottomise a uri interrogatorio in piena regola; le reticenze e le contraddizioni cominciarono a tradire l'accusato, e la commissione decise d'aprire un'inchiesta supplementare. Nel frattempo alcuni degli arrestati, liberati in seguito al famoso proclama che, per grazia imperiale, concedeva alla Russia la Duma, recarono nuove e schiaccianti testimonianze d'accusa, e lo Z. K. decise di punire il denunziatore. Fu Savinkov che s' assunse la parte del giustiziere. Dopo la concessione da parte dello zar di un parlamento al popolo russo (col citato proclama del 30 ottobre), i1 congresso _del Partito si ri~nì _e decise fra l'entusiasmo generale il ritorno in massa in patria. I problemi tattici suscitati dal nuovo indirizzo politico consigliarono, col <onscnso di Azef e malgrado l'opposizione di Savinkov, prima la sospensione e poi lo scioglimento della B. O.. Dora Bril: Jiant pianse quando sep1>e che ormai non era più il tempo né d'uccidere né di farsi uccidere. li corso degli eventi spinse gli S. R. ad adottare in parte il programma dei bolscevichi, frazione avanzata staccatasi dagli S. D., e 5avinkov e i suoi compagni tentarono senza successo di far loro concorrenza nella preparazione dell'insurrezione armata e nella propaganda disfattista presso I' esercito. 1 ntanto Dora Brilliant fu arrestata con degli esplosivi in consegna : imprig~~nata, _d?veva morire qualche anno pm tardi in una casa di salute. Nel frattempo, dopo lo sciopero generale, era scoppiata la rivolta di Pietroburgo: ma l'atto iniziale della e piccola rivoluzione > fu soffocato nel sangue. Dopo la repressione della susseguente rivolta di Mosca, il congresso degli S. R. si raccolse in Finlandia per esaminare la situazione, e decise di combattere la reazionr con la ripresa dd' « terrore centrale>, ricostituendo la B. O. e riaffidandola ai due vecchi capi. Approfittando della favorevol_e situazione amministrativa della Fmlandia che aveva ottenuto molti privilegi con le ultime concessioni politiche fu deciso di scegliere I-Ielsingfors co1~c nuovo centro d'azione. La B. O. fu riorganizzata con nuovi clementi, e s'assunse l'incarico di eseguire gli attentati contro il Ministro degli lntcrni Durnovo, e contro l'ammiraglio Duba.sov, e pacifica tore > di Mosca. I I gruppo di Pietroburgo era sotto la diretta soiveglianza di Azcf, quello di Mosca di Savinkov 1 che colse una pausa nel lavoro per raggiungere con alcuni compagni Varsavia, dove Tatarov, atterrito e prudente, s'era rifugiato in casa del padre sacerdote. Il 27 marz:o l'operaio Nazarov si presentò a ca.sa del condannato e, all'apparire della vittima, si mise a sparare all'impazzata. Disarmato dai genitori della spia, il giustiziere riuscì nondimeno ad uccidere Tatarov con un coltelLo, e fatto il vuoto intorno a sé, e_bbe il tempo e il sangue freddo di lasciare sul morto un foglio con la sentenza del Partito. Poi scese le scale a precipizio e scomparve. Pochi mesi dopo la stessa fine di Tatarov era fatta da Gapon, che imprudentemente aveva rivelato a Rutenbcrg d'essere al soldo della Polizia. Rutenberg l'aveva fatto «cantare>, ed aveva finto d'accettare le sue proposte, mentre alcuni operai 1 ch'erano stati fedeli seguaci del pop rivoluzionario, ascoltavano in una stanza vicina. Appena il traditore fu smascherato, gli operai uscirono fuori e l'impiccarono all'attaccap:mni. Il suo corpo doveva essere scoperto molto più tardi, in una villa disabitata dei dintorni di Pietroburgo. Proprio in quei giorni, visto che I~ Polizia era sulle tracce del gruppo d1 Mosca Azef e Savinkov scambiarono recipr~mcnte sede çd impresa, ed in parte anche di collaboratori. Dopo due tentativi falliti, il gruppo di Azef tentò d"eseguirc il colpo contro l'ammiraglio Dubasov. La mattina del 6 maggio il giovane aristocratico Boris Vnorovski, travestito da ufficiale di marina, gettò la sua bomba, ravvolta in una scatola di dolci, contro la carrozza dell'ammiraglio. Dubasov fu scagliato lontano dallo scoppio, ma restò illeso: morirono invece il terrorista e l'aiutante del Governatore. Savinkov im·ece non potè nemmeno tentare l'attentato contro Dumovo a Pietroburgo, ed allora Azef lo mandò a Sebastopoli col compito d'uccidere l'ammiraglio Giuchnin, uno dei repressori della rivolta della flotta. Arresto ed evasione di Savinkov Savinkov partì solo, si ritrovò coi compagni a Charkov, si separò ancora, e, non senza sospetto che qualcun~ lo seguisse, si stabilì in un albergo d1 Sebastopoli, dirigendo l'osservazione. Ma due giorni dopo (27 maggio 19o6), mentre passeggiava, sentì uno scoppio e vide accon-ere gente : preferì rientrare in albergo, ma appena giunto, si vide arrestare da un ufficiale e da un drappello di soldati in agguato, e fu rinchiuso in una cella della Fortezza. Anche i suoi compagni avevano 'iubito la stessa sorte. A loro insaputa, in quello stesso giorno altri terroristi avevano eseguito un attentato contro un generale locale, cd uno dei complici, il sedicenne Makarov, era caduto in mano della Polizia. Con l'arresto casuale del gruppo di Savinkov, la Polizia credeva d'aver messo le mani su una sola e medesima banda. 5avinkov e i suoi collaborat0ri riu~ci.rono a non rivelare i loro nomi, ma il loro fatale destino era soltanto sospeso, perché in breve tempo fu scoperta l'identità di :Makarov, e il processo fu rimandato a un Tribunale per minorenni. Savinkov intanto aveva rivelato la propria identità all'ufficiale designatogli come difensore d'ufficio: l'ufficiale non solo mantenne il segreto, ma informò la madre e la moglie dell'accusato, così che Savinkov poté rimettersi in contatto con i compagni rimasti in libertà. Contro il parere di Azef, e approfittando del rinvio del processo, Silberberg decise di tentare la liberazione di Savinkov, e recatosi a Sebastopoli 1 riuscl a guadagnare all'impresa il soldato 5uliatitski di guardia alle prigioni. Ottenuta l' autorizzazione dei compagni di pena, che vollero ad ogni costo che fosse salvato colui che era il capo in seconda della B. O.• Savinkov attese la notte, e SuliatitskJ all'ora fissata lo fece uscire dalla cella, fingendo di condurlo nel Gabinetto di Polizia. Quivi Savinkov si rase i baffi e si tra\'estì da soldato, e i due varcarono la soglia della Fortezza sotto gli occhi assonnati del Corpo di Guardia. L'evasione avvenne nella notte dal 28 al 29 luglio, dopo circa due mesi di carcere. Dopo esser rimasti nascosti in una cantina dall'alba fino al tramonto, Savinkov e Suliatitski, opp0rtunamente travestiti 1 si rifugia• rono insieme con Silberberg ed altri due complici in una fattoria abbastanza lontana dal mare e dalla città: dopo una diecina di giorni, raggiunsero ancora la costa e s' imbarcarono su un piccolo veliero, guidato da un ex alfiere della flotta, che simpatizzava per la rivoluzione. RENATO POGGIOLI •

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