Omnibus - anno I - n. 18 - 31 luglio 1937

CELLULOIDE QUALCHE ANNO fa, nel 193'2, un giomalista franccse, Michelc Gore!, andò in Corsica, ad Ajaccio, e visitò il museo di Napolconc, la cua nata.le del e Corso dai capclli lisci >. Il vecchio custode mostrò al giornalista il lctto ove si dice che l'imperatore fosse nato (benché ci sia qualcuno ad affermare che qucl letto provienc dalla bottcga di un antiquario marsigliese). A un certo punto, il guardiano chiese: e Ha mai sentito parlare di un certo signor Chaplin, che sarebbe qualcosa come un deputato americano? >. E mostrò, al giornalista stupefatto, un biglictto da visita dove era scritto: Cha,le1 Spencer Chaplin. e Chaplin è venuto qui? > domandò Mi. chele Gorel. e Circa un mese fa >, risposc il custode. e E dovreste vederc chc tipo! Non conosce una .sola parola di franc~e. Avcva un intcrpretc e si fece raccontare 11.1ttele storie che sapevo sulrinfanzia dell'Imperatore. Restò qui alcune ore. S'era seduto sul letto di Madama Lctizia. Accese una sigaretta e prese delle not·e su un taccuino. Poi mi dette una manata sulle spalle, mi porse un biglietto da cento franchi e se ne andò tutto contento. Non ho mai visto un turista simile!>. Fu cosi chc si seppe come Chaplin continu.usc a pensare al suo film su Napoleone. Ci pensava dal 19<20: c, durante questo tempo, l'idea del film can'lbiò cinque volte. Cambiamenti curiosi,. che rivelano l'evolu• ziom: di Charlot. Nel r9<20, si è vicini al ccntenario della morte di Napoleone. Ottima occasione per girare un gran film storico, con costumi, migliaia di comparse, ccc. I magnati della pellicola cercano un soggetto. Una sera che aveva un po' bevuto, Charlot annunziò che avrebbe girato un film ,u Napoleone, di cui sarebbe stato il protagonista. Dopo qualche giorno, però, confessò che si trauava di uno scherzo. Nel 1926, Raqucl ~(eller arrivò a Hollywood, cantò la Violettra. Charlot s'innamor. di lei. La Violetera, lc violette imperiali, Napoleone, la Corsica, il Mediterraneo, la Spagna .., Charlot oflrc a Raquel Meller di diven1are la Giuseppina nel film in cui e~li avrebbc interpretato Napoleone, il giovane Bonaparte della guerra d'ftalia. L'attrice non prendc sul serio la proposta, rna Charlot scrive in pochi giorni un .soggetto di romanticismo sfrenato. Un giorno, però, si guardò in uno specchio, e si accorse chc aveva già i capelli un po' bianchi sulle tc."mpic. Con un gran sospiro si dìssc: « No, non sono altro che un vecchio pagliaccio>. E, invece di Bonaparte.e Giuseppina, girò Il Circo. Dal 1926 al 1933 Charlot, peraltro, continua a pensare al suo film su Xa• poleone. Ed e:cco che O'!'!i si annunzia ufficialmente l'intenzione di Charlot d'eseguire il film sull'Imperatore. Questo nuovo progetto potrebbe intitolarK.ilTH.A 1UTE, Il. NUOVOASTI.O DELLO80BDJ(0 si: e Grandezza e decadenza di Napoleone >. N'on c'è nulla di pagliaccesco o di romantico. Solo una saggezza delu.Ja, che diviene, a poco a poco, una feroce ironia. Charlot avrà presto cinquant'anni j l'età di :-..·apoleone a Sant'Elena. Egli ha studiato le pagine amare dl"I Memoriale e immagina che Napoleone evada da Sant'Elena lasciandovi un sosia i m.i la vita successiva dell'fmpcratore lo porta, di delusionl' in delusione, da una disgnzia all'altra. L'f.uropa è cambiata. quando egli vi ritorna: è diventata un'Europa di mercanti e di bouegai. ;\'emino vuol credt're alla rcsurrl'zione dell'.r\quila. Napoleone è adatto per i poemi, le canzoni, i mon•Jmenti, le CH.ARLlEORAPLIN E PAULETTE OODDARD meda~lic. I bravi bor~hcsi dcll'l'poca di Luiii:i Filippo non vogliono ener turbati da qucu'ombra. L'Aquila.' Prt'fcriscono i canarini nelle loro gahbicnt'. PrC'feriscono Soult al vincitore d'Austcrlit7. . .\"apoleone va. a tro\'arc il banchiere La.fitte cht·, re~almtnte, gli in\·ia. un luir,i per mano del domt'~tico. E l'uomo che h[ dominato il mondo finisce la sua vita nrlle vesti di un vecchio va• gabondo. Jmm:\ginl' finale: il vecchio sta.nrn as.!-is1e, tra la folla, al ritorno ddla «ma> spo- ~lia, c-hc è qur-lla dt"l suo \O~ia, a Pari~i. Poi prende una presa di tabaC'co, <.tarnuia, si soffia il naso con un fanaletto \porco, e st nr va, per le stradc, ctt"rno va1Jabondo. ( ITALIANH IOLLYWOOD ) VITA. DI PASQUALE Il' ALESSANDRO QU,\NDO VOI AMMIRATE quei fuochi d'artificio da Apocalisse che illuminano coi loro lampi sinistri le sconvòltc trincee e le infcrnali pianure dei film di guerra americani, potete giurarc che Il c'è la mano di Frankic Hutter, chiamato a Holl)'wood il e dinamitardo pubblico n. 1 >, Frankie Huttcr non è il vero nome di questo personaggio, ni la profeuione ai artificiere fu sempre la sua. Egli nacque a Napoli quarantaquattro anni or sono e si chiamava Pasquale D'Alessandro; un ncme più italiano c meridionale non esiste al mondo. Sua madre mori mettendolo al mondo, e suo padre, alcuni anni dopo, perdette la vita in seguito a un'esplosione. Egli cra assistente di un grande maestro di fuochi artificiali del Meridionale. li nostro PasquaJe portava dunque nel sangue la tremenda vocazione. Giunto all'età di dodici anni i suoi parenti decisero di fargli cambiare aria e lo spedirono in America da alcuni vaghi e problematici amici di famiglia. Ma Pasquale, giunto nel nuovo. mondo, non vi trovò nessuno ad .as~ua.rlo, né gli riusci io stgui10 di scoprire traccia alcuna di questi amici. Lo 5tesso giorno del suo sbarco a New York, un capo squadra di un'officina di laterizi, vedendo il povero pa~rotto intiriuito aggirarsi piangendo nelle vie adiacenti al porlo, lo prese con sé. Era un brav'uomo, figlio di un'italiana e di un tedesco. Si chiama,•a Frankie Hutter c qutsto fu il nome C'hc P:uqualc D'Alusandro prcst in ,eguito. pcr debito di riconoscenz.a. I due se ne andarono poco dopo in California nel 1907, e quando l'industria cim-matografica cominciò a prendere piedc, il ragano era ormai deci\O a guadagnarsi da vivèu.: da sé e ad aiutare il padrino. Non era facile. L'c Univcnal > posscdeva un serraglio, c quando PasquaJino si presentò ' E IMMINENTE il debutto del cardinal<' Vcrdier nel cinema francese. Crediamo che sia questa la prima \'Olta C'he un principe della Chiesa consente ad apparire in un:i vera pcllicola.. L'illunrr- prrlato, infatti, avrà una parte, non modr,ta, nel film Paris, lum1ère du monde, che ? un documeniario roman2.a.10 sul tipo di Ca1Jnlcade. Benché la saggezza della Chit(a sia appun10 quella di C'ssere al di ,opra del tl"'mpo, il clt'ro ha una tremrnda paura di apparir vrcchio, suprrato dal tcm• po, f' '3 di tutto pf'r a1J1Jiornarsi alla mo• dtrnii¼. Ma non \'accor~e -:-he, il più dclle vohr, tradisce, se pur solo nella pratica di quesi .. o quella novità, il proprio costume. PASQUALED'J.LE88J.NDRONELI/ESEBOJZIODELLE SUE FUNZIONI a chiederc lavoro in quegli stabilimcnti, gli fu chic.sto se aveva pratica· di animali selvaggi. Pasquale nc aveva visti .soltanto al circo equestre, ma la fame gli faceva più paura dei leoni e delle tigri, c di»c di si. In capo a un paio di mesi, egli era il direttore del reparto e fiere > con una paga discreta. CONTROFIGURA DELLE STELLE Ma seppe che c'cra da guadagnare di più facendo la controfigura delle < stelle >, nelle sccne perigliose. Era quella l'epoca frenetica del cinema, l'epoca dellc corse folli, dei salti impossibili in prccipizi a.ncora più impossibili, dclle automobili lanciate a ccnto chilometri all'ora, delle catutrof> radicali. Salti e capitomboli dcl genere non potevano cuerc fatti dagli attori, né cra possibile adoperare sempre i fantocci. Ci volevano uomini agili, e coraggiosi. Pasqualino cra agile c coraggio.so. Scugnizzo a Napoli, .avcva fatto dl"I tuffi prodigiosi dall'aho degli scogli pcr divertire i vecchi turisti inglesi imbecilli, e ottenernc qualche soldino. E quanto a coraggio, la scuola del serraglio dcli'« Universal > era stata salutarc. Egli dunque prendeva il posto di attrici come Ella Hall, come Marie Walcamp, come Grace Cunard, quando i ferri dell'avventura si riscaldavano. Questi nomi oggi non dicono più nulla. Ma una vcntina d'anni fa, quando il cinema era tulio avventura e tutto all'aperto, quando un eroe per conquistarsi il cuore della bella angelica creatura dovcva attraversare destrti, saltare burroni, affrontare dozzine di mal• vi\·enti, e la bclla, prima di cadere nelle braccia dell'amato, doveva corrcrc dieci, venti vohe il rischio di essere seviziata e violata dall'immancabile fellone, Ella Hall, Marie Walcamp, Cracc Cunard erano le regine incontrastate di quegli omerici e stereotipati romanz.i, Vestito di abiti femminili, con seni finti e lunghi capelli di stoppa, il nostro Pasquale si buttava ·dal secondo e anche dal terzo piano di edifici in fiammc, o cavalcava con le vesti lacerc e la chioma sca.nnigliata insieme al vile rapitore, o cra spinto dal falsificatore di teslamenti in un burrone e solo un cespuglio provvidcnziale, nel qualt' la sua gonna anda"a ad impigliarsi, lo salvava da sicura morte. PASSIONE DEGLI ESPLOSIVI Poi la passione degli t:splosivi lo prese. Egli \'avt:va, come s'è d<'ttO, nel sangue; apparteneva alla s1essa raua di quei ma• gnifici, fantasiosi e audaci maestri artificieri del Napoletano, dclle Puglie, degli Abruzzi che hanno riempito tutti i cieli della terra dei loro s<'hen.i mirabolanti e delle loro in\'enzioni. Pasquale O-Alessandro divenne be:n presto il re dclla po\vcre da sparo. ~1ina,a dei ponti c poi ci passav:,. sopra in automobile, due o ire secondi prima ddl"esp\osione. Il suo calcolo dd\'auimo e la precisione delle sue micce dh·ennC'ro proverbiali. Rischiando in questa maniera la vita dicci volte al giorno, r-gli arrivava a ~uadagnarsi anche 6o dol• lari per settimana. A quei tempi, cra una grossa paga. Egli si accorsc soltanto quando Sla\'a per finire, cht era. KOppiata la guerra. Le sue bombe, le sue mine, le sue esplosioni lo esaltavano mollo più di quelle di Verdun, della Somme e dl'I Carso, di cui gli arriva\'ano gli echi lontani~simi .sulla costa del Pacifico. Ma alla fine, la psicosi della guerra imasr anche lui. In frrtta e in furia, prese il brevNto di pilota e si accingc- \"a ad imbarcarsi sul tra5porto militar(' che doveva condurlo in Europa, quando le sirene del porto si misero a urlare tutte insit'mc. Erano le 11 drl ma1tino dcll' 1 1 novembre 1918. A quell'ora, su tutti i fronti della terra si cessava di sparare. La guerra era finita. Circa venti anni dopo, cgli doveva rievocare con una grande sparatoria - l'ultima della guerra - l'alba di quell' 1 1 novembrc, nel film ricavato dal roman'I.O di Remarquc « La via del ritorno >, che è come il tceondo capitolo del famoso e All'ovest niente di nuovo >. Il film è stato finito un paio di mesi fa negli studt dcll'c Univcnal >. A D'Alessandro non rimaneva che tor~ nanene a Hollywood, 42 ciò che egli fece infatti ; ma grandi progetti lo agitavano. Avcva messo da parte un discreto gruu.olctto, c decise di mettersi a fare dei film. Ma quando uno specialista si mette negli affari, finiscc quasi sempre per vedcrc le cose di un solo e limitato punto di vista: quello della sua specialità. Infatti i film che Pasquale D'Ale.s,andro produsse - otto in tutto - erano dei film come potcva concepirli un macstro di fuochi a.rtificiali. Erano pieni, cioè, da un capo all'altro, di esplosioni, di sparatorie, di scoppi, di terreni c ponti mina.ti, di puìvcrierc sa.ltatc in aria, e via dicendo. Tuttc le emozioni, comprese quelle a base di dinamitc, quando ,e ne abusa, perdono fatalmcntc la loro forza, c così succcssc pcr i film di D'Alessandro. Il pubblico da principio prendcva sul serio la cos.a, poi non poteva fare a mcno di trovarla ridicola, e alla finc addirittura noiosa. Fu un'esperienza disgraziata. Dopo pochi mesi, la e Huttcr film > dichiarava fallimento. LA GUERRA TRASPORTATA À HOLLYWOOD Cosa fare? La voga dei film di avventura all':uia aperta lcntamcnte decadeva; dì fare la controfigura alle dive, comc ai bei tempi, non era più il caso, perché gli anni cominciavano a pesare sulle spalle di Pasquale. Ma egli ebbe l'intui1.ione che la sua specialità avcva ancora un grande av• venire. Infatti quando, presentatosi ai prin. cipali dell'e; Univcrsal >, si sentì dire che non c'era più posto per lui, egli fece osservare chc, se la guerra era finita sui fronti di battaglia, presto sarebbe cominciata negli stabilimenti: e t. soltanto ora che comincia la guerra a Hollywood ; se non mi volete andrò ad offrire la mia opera a gente che abbia più naso di voi. Ve lo a.uicuro io: non passerà molto che le trincee di Verdun, della Somme, del Piave saranno trasportale nei dintorni di Hollywood, ed allora io sarò padrone della situazionc. Non c'è nessuno qui a Hollyv.ood che pona riempire di scoppi mezzo chilometro quadrato di terreno, come lo posso io>. D'Alessandro aveva ra1Jione. Di Il a poco, cominciò l'epopea guerresca di Hollywood che ncm è ancora finita i e D'Alessandro di\·entò di nuovo uno degli uomini più importanti e preziosi dell'industria. Egli non :una lc novità. Quantunque pos• segga ogni genere di fulminanti, cgli prcfcrisce il ve<:chio bricco di rame pieno di polvere, con il cordoncino della micci.1 ..,. taccato. t proprictario di una ric,ra e curiosa coilel.ione di vecchie scatole di rame, da quelle delle cafTettjtre napoletane. a quelle della conserva, fino ai tamburini per ragaui. Egli regola la sonorità dell'esplosionc a seconda della grandena del rC'cipientc e dello spcs.sore delle parf'ti. Nessun metodo scientifico. F, tutto affidandosi al suo intuito infallibile. E, giu•· - to il momento, con indolenza ed eleganza r.,eridionali, egli invariabilmente mette fuoco alla miccia con la siqaretta accesa, come pare facdano a.nche i dinamiltros delle A. O.

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