Omnibus - anno I - n. 18 - 31 luglio 1937

J1 AUL BATTE: LA VANGA sul cespugl:o carbonizzato, faccn• do scaturire un nembo di scin• tille, tossl soffocato dal fumo e maledisse il giorno che aveva ere• duto a quel che stampavano i giornalisti; che ci si arricchiva, a combattere l'incendio nelle colline. Tutto quel che ne aveva ricavato finora era una tuta di cotone, un paio di scarpe e una razione di carne in scatola, servita in una gavetta militare. E per questo guadagno aveva percorso venti miglia, in un camion traballante, da Los Angeles fino a quelle aride colline, aveva fatto la fila un'om intera per il rancio. Aveva faticato tutta la notte su una terra rovente, le fiamme gli a~-evano bruciacchiato i capelli, ed era dilaniato dal desiderio di una boccata d'aria frcsc.t. Ma il lavoro continuava, senza requie. Centinaia di d.isoccupat~ arruolati dal C. C. C., combattevano spegnendo le fiamme, isolanèo i focolari, schiacciando la brace, mentre l'amaro lamento circolava: « Perché non ci danno uncini, se dobbiamo svellere i c~pugli? A che diavolo servono queste dannate vanghe? :,. La vanga diventò il simbolo della loro tortura. Di tanto in tanto, nella notte, una figura grottesca buttava via quell'arnese, lo pestava maledicendolo, poi, calmata la rabbia, lo riprendeva, rassegnato. « Terza squadra, da questa parte! Da questa parte la terza 5e1uadra ! Portate le vanghe e consegnatele alla quarta squadra! Terza squadra, al completo: per di qua! >. Era la voce del capitano delh C. C. C., il quale, a giudizio di tutti, se ne intendeva quanto una scimmia, di incendi. Senza l'aiuto dei guardaQOKhi federali, le squadre non avrebbero di certo fatto alcun progresso. « Rispondete, quando vi chiamerò per nome. Senza controllo, niente paga. Avrete il denaro oggi alle due. Urlate, quando udite il vostro nome!>. « Oggi è domenica >, disse uno. « Ho detto che pagano oggi; urlate, intesi?>. Il capitano incominciò a leggere la lista. e Bub Anderson, Lonnic Beai, K. Bcrnstein, Harry Dcever ... >. Ad ogni nome rispondevo un « r d > squillante. Arrivato il suo turno, anche Paul Larkin gridò: «1"d!>. «lke Pendleton! Jke Pcndleton! > chiamò dopo un po' il capitano. Sembro molto annoiato di non ricevere risposta. « e qui intorno, capitano:.. « Perché non si presenta? Non sa che c'è l'appello?>. « Ehi1 lke Pendleton! :.. Paul si scosse dal suo torpore. Ricordò improvvisamente un uomo che l'aveva aiutato nella bru~hier.a1 qualche ora prima 1 e che non aveva J)iù visto. Corse su per la china, verso l'incendio. Nel punto che Paul ricordava, in u~ s1>eciedi V tra il focolare orincipale dell'incendio e un focolare secondario che avanzava per incontrarlo, 5COrse qualche cosa. Si precipitò in avanti, ma una nuvola di fumo lo respinse. Indietreggiò di qualche passo, aspirò una forte boccata d'aria e s~ buttò a testa bassa nel fuoco. Un uomo giaceva a terra. Lo afferrò per il colletto della tuta e cercò di tr~scinarlo, ma subito pensò che fargli attra• versare il fuoco in quel modo poteva riuscirgli fatale. Tentò allora di sollevarlo, ma la sua rLc.crva d'aria, intanto, ~ra finita: doveva respirare. Si decise: il fumo acre e denso gli bruciò la gola. Urlò, poi cadde accanto all'uomo. Aspirò un po' d'aria libera, Il sul terreno, poi infi16 il braccio sotto l'ascella dell'altro, fece forza e sentì l'uomo rotolargli solidamente sulla schiena. Si rizzò barcollando e attraversò ,correndo il fuoco. Due o tre compagni gli vennero incontro, gli tolsero il suo carico e lo aiutarono a raggiungere la radura dove stava il capitano. L'aria era fresca e pura. « Dov'è la sua vanga? Avrcbbe dovuto consegnarla a... >. e La vanga!! Dategli da bere! DclJ'ac.qua! >. « Vado a cercarla: una cosa alla volta ... >. « Acql.13 acqua! Dov'~ il serbatoio?>. Il capitano, avendo capito in ritardo che una vita può essere più importante di una vanga, ordinò di « alzargli e abbassargli 1e braccia e le gambe >. L'acqua arrivò, e gradualmente Ike Pendleton ritornò in vita. Tossl, respirò con lunghi aneliti convulsi, gemè, vomitò. I compagni gli asciugavano il vOO, gli facevano vento, gli buttavano addosso acqua. Presto, malgrado gli sforzi per non farlo muovere, si mise in piedi e girò sui tacchi con la dura e terribile vitalità di urti animali. e Dov'~ il mio cappello? Chi m'ha rubato il cappello?> chiese. Gli calcarono un cappello in testa, lkc si sedè di nuovo, poi si rialzò barcollando. li capitano ricordò le sue responsabilità : e Da bravi 1 ragazzi, datemi una mano, portiamolo nella sua cuccetta ... >. « Prima faccia l'appello! >. « Chiami anche noi! Era arrivato aCP! ». e: E va bene! Rispondete forte! Gus Rittcr! >. cTd.'>. Terminato l'appello, Paul prese un braccio di lkc e se lo pas.sò intorno al collo; un compagno prese l'altro braccio e si avviarono verso il campo, a un meno miglio circa, sulla strada maestr.11 dov'erano le tende. Gli altri seguivano. Quando il piccolo corteo arrivò alla mèt~ l'alba già biancheggiava. Appena Pau1 si svegliò, sotto la tenda militare che divideva con altri cinque, avvertì uno ,-trano turbamento, come di chi intuisce una sciagura. Due dei suoi compagni si stavano radendo e un terzo entrò con un asciugamani sul braccio e i capelli umidi e pettinati. e Dove ti sei lavato?». e Laggiù, sotto quella tenda, c'è una doccia,., Paul tirò fuori il suo rasoiodi sicurezza, infilò i piedi nelle scarpe, si fece la barba specchiandosi al disopra della spalla di un altro, poi uJC.l,in mutandine. e Ehi! >. Quel grido gli fece voltar la testa. C'erano lì ferme diverse automobili, circondate da donne che chiacchieravano con gli operai in tuta azzurra. « !!. domenica, giorno di visita. Le donne sono venute a salutare gl'innamorati. Faresti bene a vestirti>, disse uno. Paul infilò la tuta, andò nella tenda della doccia, si spogliò e attese il suo turno. Una doccia come quella, non l'a\·eva presa da molto tempo: fredda e forte. Trovò anche un pettine, lo lavò, si pettinò i capelli e si rivestì. Tornò alla sua tenda, ripose l':uciugamani e si rifece il letto. Poi si mise in fila per la colazione, o meglio il pranzo, dal momento ch'era già mezzogiorno. Gli diedero carne in scatola, cavolo, una patata bollita, crostata di albicocche e caffè. Divorò il cibo, lavò la gavetta, il piatto e la posata e incominciò a sentirsi bene. Si rim~ in fila e fu finalmente pagato: quattro dollari e cinquanta per nove ore di lavoro a cinquanta centesimi l'ora. Palpava i biglietti con uno strano piacere: erano i primi che si trovava in mano dopo due anni, da quando era scappato di e.a.sa per seguire quell'orribile vita d! viaggi clandestini sui treni merci, di pa.ni elemosinati e di sonni nei campeggi vagabondi. Pensò, trasalendo. ch'eranq i nri~i che guadagnava, a vcr,tiduc anni e se li ficcò in tasca, chiedendosi se quella notte non avrebbe potuto guadagnarne altri. Il capitano stava sulla piazzetta, in mezzo alle tende, circondato da un piccolo gruppo. « L'incendio è domato, ma bisogna sorvegliarlo. Faremo un altro appello sta.sera. Chi di voi vuol lavorare ancora, si presenti da mc alle otto, qui>. Ora il campeggio rigurgitav:i' di gente, di polvere e di allegria. Molte automobili, assai vecchie, di terza o di quarta mano, erano ferme un po' dappertutto, circondate da donn(", bambini e vecchi vestiti di nuovo, venuti a far visita ai lavoratori. Una fila di camioncini, coh gelati, bibite fresche e granturco bollito, rallegrava la strada per meno miglio. [ giomali.sti, appena il capitano ebbe finito la sua arringa, incominciarono a interrogarlo sull'incendio, sul numero degli uomini occupati, e sugli incidenti. e Nessun ferito. Incidenti nessuno. Ah, dimenticavo, stamattina un tipo è rimasto su nel bosco mezzo a.sfi~iato dal fumo, e un compagno è andato a prenderlo: nient'altro ... >. « Come si chiama?>. e Non so più. Ah, ecco il tipo che è andato a prenderlo. Forse lo sa lui >. In un attimo, Paul fu circondato e bombardato di domande. Disse il nome di Ike e il proprio, e i giornalisti cercarono lke febbrilmente, ma invano. Allora, decisero che il persona~JtÌO più intere"ante era lui, Paul, non lke, e gli ordinarono di mettersi in posa per le fotogrnfic. « Ehi, non lì : non accanto al gelatiere! Il nostro giornale non fa la pubblicità ~tuita ai ge• bti! Laggiù, davanti alla tenda!>. Paul si mise in posa, secondo le istn~- zioni, e due o tre della terza squadra racconi.arono di nuovo la storia con gran lusso di larticolari. I giornalisti presero appunt , i fotografi fecero scattare più volte l'obbiettivo, e una piccola folla si raccolse. e Non dimentichi che sono di Spokane, \Vashington. Lo scriva, per favore, farà pi:lccre ai miei vecchi, laggiù. Spokane, \Va'lhington >, disse Paul. e Non lo dimenticheremo. sta cerco >. I giornalisti se ne andarono in fretta com'erano venuti, e la folla cominciò a diradarsi. Paul si avviò, un po' deluso che il suo grande momento fosse già passato. Udì una voce, alle spalle : « Be', che impressione fa, avere il ritratto 'lui giornali?>. Si volse e vide alcuni visi sorridenti, ma nessuno lo guardava. Voltandogli le spalle, vestita di un abituccio domenicale azzurro, una ragazza dava calci ai ~a'lsi. La voce era stata di una donna, e con r:,.pida elimin:'\lione, Paul decise che si trattava di quella. L'allegra spavalderia clic gli era sbocciata da quando l'avevano pagato, e la folla l'aveva chiamato eroe, gli si localizzò a un tratto in un punto qualunque del cervello. vertiginosamente. e Hai nulla in contrario? > chiese ammiccando alla ragazza. Essa rideva; con gli occhi fissi sui sassi, arrossendo, rispose: « No >. e Ne sci certa? >. « Purché non ti monti troppo la testa ... >. « Allora va tutto bene! Ti offro un cono gelato>. « Se vuoi .... >. e Ehi, padrone, due coni! >. « Cioccolatta o vaniglia? >. e Ciocrolatta, ~ doppi tutti e due>. · Poi la condu.sse lontano dai curiosi che cominciavano ad annoiare. Essa lo guardò finalmente e Paul si accor• se ch'era carina. Era piccola, con occhi azzurri, capelli biondo cenere, che s'intonavano al paesaggio dell'incendio, e una pioggerella di lentiggini sulla fronte. Doveva avere all'incirca la sua età. Lo guardò, con intenzione, arrossendo, poi si dedicò al cono, che leccava con ttcnica sapiente. Improvvisamente Paul scoprì che non aveva nulla da dire. Tuttavia chiese: « Be', dimmi, che fai qui?>. e Oh, volevo vedere l'incendio ... >. « L'hai visto?>. e Non ho nemmeno scoperto dove sia!>. « D.1vvero? Bisognerà che te lo mostri, allora>. «Tu sai dov'è?>. e Certo. Vieni •· Ma non la condusse verso il fuoco. Prese invece la direzione del campo di segala, attraverso l'area bruciata, dove ieri l'incendio divampava. Dopo un m1~lio o più, arrivarono a un ciuffo d1alberi accanto a una fonte. Erano querce vivaci e verdi, che laJC.iavano un'ombra fitta. Non si vedeva un'anima, né si udivano suoni. [ gitanti domenicali non avevano scopel"- to quell'oasi. « Guarda quegli alberi! Non sono bruciati, come va?>. « Qualche volta salta.... l' incendio, voglio dire. Salta da una collina direttamente a un'altra collina, senza nemmeno toccare certi posti >. « Com'è bello, qui :.. «Sediamoci>. « Mi sporcherò il vestito>. « Guarda, siediti sulla mia giacca >. « Grazie, cosl va bene>, Si sederono. L'abbracciò e le posò una mano sulla bocca. Era quasi sera, quando la ragazza deci'ICche la sua famiglia di certo doveva cercarla e che era meglio torna'!c indietro. Aveva uno zio all'accampamento, di..-.c, erano venuti non solo a veder l'incendio, ma a trovar lui. Rise ricordando che non aveva veduto né zio né inccndìo. Tornarono camminando adagio, tenendosi per i mignoli. Lui le chiese se voleva venire a prendere un boccone in uno dei vagoncini lungo la strada, ma lei di.ssc che avevano portato la cena e che si sarebbero fermati sulla spia_g~ia a mani:;i,,rc, a] ritorno. Si ~pa-arono, lei s'infilò inos.servata tra la folla, lui corse a prender la gavetta, perché ~ià i comp:-i~ni facevano la fib per la cena. Vedendo svolazzare r sparire tra le tende l'abituccio anurm, si sentì striniere la gola; quella ragazza, che aveva stretta fra le braccia, di cui non cono~eva il nome, gli sembrava l'essere più dolce che avesse mai incontrato in vita sua. Appena ebbe mangiato e lavata e riposta la gavetta, sentì il desiderio di fumare. Raggiunse sulla strada uno dei vagoncini, comprò un pacchetto di sigarette, ne accese una e si avviò per t0mare alla tenda. Oltre i campi, a centinaia di metri di ll1 c'era l'oceano. A.spirò profondamente il fumo e l'aria dell'oceano. Sentiva un languore piacevole: non avrebbe voluto torT'ttrc al lavoro. A un tratto, avvicinandosi al campcj?gio, ebbe come un presentimento. C'era lke Pendleton; davanti gH stava !a ragazza, quella. stessa che aveva passato il pomeriggio con lui, Paul. lke le disse qualche cosa, e lei indietreggiò, seguita dall'uomo che stringeva i pugni. La folla taceva, trattenendo il respiro. lke bestemmiò forte, violentemente; la mgazza piangeva. Uno degli agenti federali arrivò di corsa, li divise, e incominciò a predi. care. La foUa rupp ... in un ronzìo enorme di commenti; una donna, che sembrava una parente, spiegava a tutti : e Che male c'è, se è andata con un tipo a guardare l'incendio? Lui non vive più con lei! Non la mantiene nemmeno! Lei non era venuta a trovar lui; non sapeva nemmeno che fosse qui! Dio mio, la poverina non ha il diritto di passar-e un'ora allegra una volta tanto? >. Paul indovinò che la ragaua era la moglie di Ike. Si scdè sulla ruota di un camion aspii-ando nerv<X:lmente la sigaretta. Alcuni di quelli che gli avevano fatto circolo intorno, nel pomeriggio, si avvicinarono, bisbigliando. L' agente chiamò la donna che aveva parlato poco prima, e con la ragazza e con due bambini si avviarono rapidamente a un' automobile e vi salirono dentro. L'agente disse due parole a lkc, poi tornò alle sue incombenze sulla strada . lke andò a prendere una gavetta posata lì vicino, si scdè in terra e riprese il pasto, evidentemente interrot• to poco prima. Mangiava imbronciato, con la testa ritirata fra le spalle. Intanto era scesa la notte e i lumi si accendevano a poco a poco. Il campeggio era collegato, non soltanto col sistema idraulico della contea, ma anche con la centrale elettrica. Due ragazzi !ii avvicinarono a lke, esitarono, poi, indicando Paul: « t quello lì>, dissero. « Quello seduto sulla ruota >. lke altò gli occhi. Ma i ragazzi si avvicinarono, ripetendo l'accusa, ed egli allora s'alzò di scatto e li scacciò. Ne colpì uno con una patata lessa. Scappati che furono, tornò al suo cibo, senza curarsi di Paul. Nell'automobile, la donna più anziana tentava febbrilmente di metterla in moto. Il motorf' ,i ~ccendev1', abbaiava furiosa.mente per qualche istante, poi moriva con piccole esplosioni. Ogni volta che la donna ingranava la marcia, la macchina sobbalzava sulle ruote, stridendo. CO'il continuò per almeno cinque minuti, finché Paul pensò : « Impazzisco, se non la smette! >. Intorno, la gente urlava: e Prendi un cavallo! •, e Portala via di qui, la tua dannata caffettiera!>, e Smetti quel baccano! >, « Abbi un po' di cuore : non è il quattro luglio! :,. La ventesima volta, lke saltò in piedi e accorse, seguito dalla gente. Paul, spinto da una forza che gli sembro completamente esterna, gli andò dietro. Quando si fu aperto un varco tra la folla, Ike era sul predellino dell'automobile e due uomini lo tiravano giù m •,.e i bambini urlavano. Aveva in mano un coltello: « Voglio ucciderla! Voglio ucciderla! Anche se non farò altro sulla terra, lasciatemi ucciderla! >. - Paul afferrò lkc per la collottola, ~li diede uno strattone e lo scaraventò contro il parafango. A un tratto, qualche cosa gli fu sbattuta in faccia: la borsa della donna più anziana. « Va via! Va via di qui!>. lke gli stava di fronte, con le labbra frementi, gli occhi sbarrati di un grigio ardesia sul rosso acceso delle scott.'lturc del mattino. Ma la sua voce, sebbene gonfia di emozione, era bassa : « Uvati dai piedi, tu! Non c'entri per niente, in questa storia! ». Paul allungò il pugno veno lke, falll il segno. Ike alzò il coltello. Paul si coprì col braccio sinistro, ,;enti la la.ma entrargli nella carne. Colpi con l'altra mano e lke indietreg~iò vacil• Jando. Accanto a Paul, qua.si ai suoi piedi, c'era un mucchio di vanghe. Ne afferrò una, l'alzò, la fece ricadere sulla testa di lke. lke stramazzò. Paul attese c.he lke si rialzasse, e.on quella terribile vitalità dimostrata. i1 mattino. lke non si mosse. Nell'automobile la ragazza piangeva. La polizia, l'ambulanza, la polvere, i lumi, il dottore che gli bendava il braccio, tutto si confu-.c davanti ai suoi occhi in una macchia grigia. Lontano di Il, in un punto imprecisato, una voce rabbiosa urlava : e Bisogna assolutamente che adoperi il v0'5tro telefono, vi dico! Un tipo ha salvato la vita di un uomo, stamattina 1 e l 1ha ucciso stasera. E:. un accidente di storia!». Paul tentò di capire di che parlasse quel tale, ma non ci riuKÌ. Arrivò il capitano, convocò con voce tonante la tena squadra, e incominciò l'ap1>ello. Paul udì chiama:-e il proprio nome, ma non rispcxc. Lo stavano spingendo nell' ambulanza, ammanettato a uno degli agenti. JAMES CAJN (Tradut. di M. M.). I GRANDI NARRATORI ULTIMI VOLUMI PUBBLICATI 28 l'. DO ■ TOIBV■KI 11'.IIIIITVI.I 8 G.I B I O I .I (V- dol nao di G. Peomd)_ R""""llle ca,-a, il primo cloi quali dl il titalo ol 'IOlume,• - -ta UD Doetoionld pocbiNimo DOCo 1 IC IIGII toealmente inedito, ili iraiiuio. n -- ..,;--. mw qui - la .... potanU di -u.c. dell'Ulima umana, di iD,a,pnte ............. - ba - 24 l'. D JI O JI, O I ■ ■ JI ~ L.I 118111.1 DI ■ .IL.ICI.I , ~ - O-.....,..), l A ...-,_ .. ...,.._ -4iocn(o • in - r- d _,_.,_. .. __ oaionoll doli •-ed- --. .. ,_._ __ di _..,... ............. -.dMataoal-.diuoocl qaol ,-i dl,oaano d,e ........ _........,1111 ....... 0rioalo. 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