Omnibus - anno I - n. 18 - 31 luglio 1937

LA DONNAT:EDEBOA- i. b~&nti dt Koriaoo iri ooculou del bimllleria.rlodell1ute \edMoa , ( . ' " . . ,:.: ·. . ,., .. .,, ... ! - ,,- > "" ' '·- LA DONNATEDESCA~ Oloe&.trici di "mtdicl111°b1U" La polltlu corporativaItaliana ed una lnterpretulone tedesca La F,ank/Urter Ztitung ha dedicato alla politica corporativa italiana un lungo e importante artiColo, di cui riassumiamo la parte principale. Dopo aver ricordato quali siano stati in passato i rapporti fra sindacato e corpora• z:ione in Italia, sia nella teoria, sia nella pratica, il giornale ha rilevalo che l'ultimo aumento generale di salati è s1a1O realiz:- :u.1Oin un modo del tutto diverso da quello in cui venne rcaliz:z:.-uol'aumento preceden• te. Infatti, nell'estate del 1936, furono_ le associazioni professionali che condussero le trattative per l'aumento, mentre, nel maggio 1937, le associazioni nesse non hanno avuto alcuna parte nella realizzazione dell'aumen10 del 10 %. Ciò sarebbe in par· ticolare rapporto con le circostanze de1er• minate dall'allineamento della lira. E la modificazione del metodo, d'altra parte, rappre$Cnterebbc un ,µrogre1So, in quanto la più alta giustizia sociale, alla quale tende il F:ucismo, verrebbe ttaliz.zata direttamente dallo Stato e sottratta all'influsso degli interessi particolari dei datori di lavoro. Tendenze nello stesso senso si riscontrano nell'idea di ws1i1uire, ai procedimen1i giuridici della riwluzione delle controversie individuali e collettive in materia di salari, l'autori1à dcll'(spettorato corporativo. Per quanto riguarda le funzioni di educazione e di istruzione, attualmente affidate ai sindacati, la Frank/Urte, Zeitung ha affermato che ene potrebbero essere espletate nel modo mjg\iore da una grande organizzazione gencnlc di lavoutori, posta in stretto legame col Par1ito. A questo proposito, l'esempio del Fronte del la\·Oro tedesco avrebbe la sua influeo:ra: con la visita di Cianetti in Germania e di Ley in Italia, e con l'accordo recentemente concluso, gli italiani hanno avuto modo di prendere maggior contatto con l'organizzazione te• desca e hanno riconosciuto che il sis1ema tedesco fornisce a.neon. meno spunti, che non il sindacato fascista, al ricordo della lotta di claue. A prescindere completamente dalle costruzioni teoriche, queste considerazioni potrebbero portare in pratica alla conclusione che il sindacato sia diventato .supcr8uo e possa riwlveni, da un lato, nella corporazione e, dall'altro, nel Fronte del lavoro. Le ano• ciaz:ioni professionali riconoscono es.se stesse - come risulta da un articolo di Augusto Venturi. recentemente pubblicato nel Lavoro FaJCista - che la loro zona d'auonc verrà limitata per effetto della ulteriore organiuu.ione delle corporazioni e con forme di politica economica, che ricordano da vi• cino il socialismo di S1ato. Se le associazioni si mantengono in vita, ciò è comprensibile in considerai.ione dell'evoluzione sto• rica del Regime fascista: i sindacali, infatti, .si considerano come organizzazioni di combattimento, e non si deve dimenticare che, nei primi anni dopo la rivoluzione, essi hanno pre$0 parte, col consenw del Governo, a connitti di lavoro: la provenienza di Muswlini dal socialismo rivoluzionario e l'influenza di dottrine sindacaliste sul Fa- .scisma dànno alle Associazioni professionali u un significato particolare, cosicché, anche se le loro funi.ioni siano esaurite, non si intende, per motivi di carauere psicologicosoc.iale, staccarsi da esse. In una parola, secondo la Frank/Urter Zeitung, le aswciaz.ioni professionali, in ha· lia, non sono più che delle sopravvivenze storiche. Non bisogna dimenticare che esse furono istituite perché provvedeu.ero alla e disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro >, Era quesia, nell:i concezione del legislatore del J 926, la loro funzione vitale, il loro compit(I cuenziale. E se questa funzione fosse nata loro ,•eramentc. sot• tratta, eue non avrebbero più ragione d'es• sere, non sarebbero più che dei e cadaveri viventi >. Potrebbero - sl - fare an· cora rumore e agitarsi, ma somiglierebbero a quel tal cavaliere che e andava combattendo ed era morto >. Commento Pertanto, il problema si riassume in questo interrogativo: la disciplina dei rapporti collettivi di lavoro è s1ata sottratta ai sindacati? De j11re condito, veramente no. Nessu• na legge è intervenuta a modificare o a SQpprimere questa che - potl'<'mmo dire - è la competenza clasUca dei sindacati. De jur, condendo, la questione muta. La Frank/Urter Zeit11nt incorre nell'errore in cui spesso incorrono i tedeschi quando studiano cose italiane, e che si potrebbe dire eccesso di spirito dedunivo. Ena con· 51a1a un fatto: e cioè che il recente au· menco salariale del 10 % è stato at1uato preuckhé al di fuori delle Am:,ciazioni ; e, da questo fatto, desume una legge o una tendenza generale: e cioè, che le Associa• zioni non abbiano più niente da vedere con le questioni salariali o, in termini generali, col problema della disc.iplina dei rapporti collettivi di lavoro. Tale deduzione ci sembra affrettata. E del resto, anche in passato, aumenti o riduzioni generali di salari• furono decisi dalle au1orità politiche, e le Associazioni non fecero che tradurli in ac· eordi: (accordo Bcnni-Klinger, e gli altri dello Stt"no periodo); dopo di che, le AJsocia:r.ioni non morirono, né furono considerate morte. Piuttosto ci 1embra che colpiscano pcrfet· tamentc nel segno le considerazioni che la Frank/Urter Zeitun1 riproduce, di Augusto Venturi, che è uno dei più intelligenti e perspicaci organizzatori sindacali italiani: le corporazioni e le nuove forme di politica econon1'1ca svu0u1no a .....,.:v a poeo 11 ~111dacato. Ceci tutra cela. t possibile che l'organizzazione sindacale debba, in epoca non lontana, subire una profonda trasformazione. Quanto, poi, alla e grande organizzazione generale dei lavoratori > che, secondo la F,onk/Urttr Zeit11nt, si finirà. con l'istituire in Italia sul modello di quella 1edesca, ricorderemo solo che qualche cosa di molto simile ci fu già in Italia; e fu la Confederazione generale, che ebbe vi1a fino al cosl detto e sbloccamento >. Perciò, se dovessimo tornare a quest_e forme d'organizzazione, non avremmo bisogno di ricoTrere a modelli tedeschi. "Lui m'ha detto cbe ml sruoleamaro platonleamenui, 0411 nol dlrt'l" "Nc11lo so: 111ori cuo ~ meglio che d cambi dl bla11cherl1" (dli, di .!ilaccarl) -· re::,-~ I! ì~ JL PORTABAGAGLI 1 "Pouo alr.taro I portare. q111lcou'1" I DUE B.UlBlNJ1 11E poi dlciuo che cl portar.o al mare ptr far dlnrùre. /Ji altrll 11 "L'anno pro11imoandremo Hll'Atlar.1.ieo, ~ più grande" LOl 1 11 Se n,111 nn\'a11nl di meno, la spourei" LEI 1 11 Anch'Io 11 ........_ (dii, di I..por!.111) (dis, di Leporhll) Cdli, di Leporl110 Cdls. di Leporini)

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==