DAGI.I OCCHID'ARGENTO Il White Shack è una costruzione abbastanza grande, quadrata, ad imitazione di pietra. Sorge un po' discosta dalla strada e vi si giunge per due viali che formano un semicerchio con la strada maestra per diametro. Il centro del semicerchio è occupato da tetto:~ sotto ~ quali I clienti di Joplin lasciano le loro automobili: at'\omo alle tettoie qua e là, ci sono aiuole di fiori e arbusti. lt'JELLO era Grout detto •Porchetto,• un uomo dal viso smorto, di circa trent'anni,. né.grasso né magro, sempre vestito in maniera vistosa, e spesso anche sporco, che cercava di nascondere un'enorme vigliaccheria dietro un'aria da fanfarone, una maniera sbruffona di parlare e un'ostentata sicurczz.a. Attraversai la stanza e respinsi i suoi piedi dal tavolo mandandolo quasi a rotolare in terra. • Oht? Che vi salta?•· Si mise in piedi, ringhiando con aria aggressiva. « Che vi piglia? Vorreste un pugno nello ... •. Feci un passo verso di lui. Balzò indietro. e Be', non volevo dir niente, solo schcrz11rc•. , Sta zitto e siediti•, dissi. Conoscevo quel •Porchetto• Grout da tre anni e mc ne ero servito spesso, per quanto non ci fosse una sola cosa da poter dire in suo favore. Era un ladro, un farabutto, traditore per istinto e, se non sorvegliato, tradiva anche quelli che se ne aervivano. Un bell'arnese da combatterci! Ma il ddtct1'Vt ha un lavoro difficile e bisogna adoperare tutte le pedine che capitano. Quel e Porchetto• era un vero strumento, a sapersene servire; ma bisognava tenerl{li la mano alla gola di continuo, e verificare ogni informazione che portava. Sebbene nessuno - farabutto o no - potesse lontanamente considerarlo un uomo di fede, tuttavia, in realtà, non era malvisto. La maggior parte dei suoi c'ompari lo reputava troppo vile per esser pericoloso: pensavano che avrebbe avuto paura• di tradirli, paura della sommaria vendetta che quella gentaglia fa dei delatori. E non prendevano sul scrio i suoi sforzi per convincerai di essere un cuor di Icone, quando non c'erano pericoli in vista. Cosi egli circolava liberamente dove lo mandavo e mi portava delle preziose informazioni, che altrimenti non avrei potuto ottenere. e Ho qualche cosa per te•• gli dissi, quando fu di nuovo seduto e questa volta coi piedi in terra. • [mmaginavo •· Dice sempre qualche cosa del genere, in questi casi. e Dcvi andar giù ad Half-Moon Bay e passare qualche notte nella locanda di "Ste11ino" Joplin. Ecco qui due fotografie•, e di sul tavolo glie ne spinsi vicina una di Pangburn e una della rsgazza. e I loro nomi e i connotati sono scritti dietro. Voglio sapere se si fanno vedere laggiù, quel che fanno e dove si rifugiano. Potrebbe dani che si nascondessero da 1\6,teUino"•~ • Porchetto ■ si mise a guardare con aria da intenditore le due fotografie. , Mi pare di conoscere questo tizio•, diasc con la solita smorfia della bocca. Anche questa è un'altra delle particolarità di e Porchetto•· Non si pub dirgli un nome o fargli la descrizione d'una persona senza che assicuri di conoscerla, anche se si tratta di pure e !emplici invenzioni. • Ecco qua del danaro•: gli avvicinai qualche biglietto attraverso il tavolo. • Se dovrai starci più di due nottate te ne darb ancora. Tienti in contatto con mc telefonandomi qui o al numero segreto dell'uf• ficio. E ricordati: attento alle sbornie! Se dovessi venire e trovarti brillo ti prometto che apro gli occhi a Joplin su quello che fai•. Aveva finito di contare il danaro - non c'ert molto da contare - e lo gettò con disprez.zo sul tavolo. • Questi dateli ai giornali•, sogghignò. • Come posso venire a s~pere qualche cosa se non ho danuo da spendere?•. • Sono anche troppi per le spese di un paio di giorni. E probabilmente ne spenderai la metà. Se ci rimarrai più di due giorni te ne darò dell'altro. La paga l'avrai a lavoro finito, e non prima•· Scrollò il capo e si alzò. • Sono stanco di farmela con voi. Sbrigatelo voi il vo!tro lavoro. lo ho finito!•. • Se non vai ad Half-Moon Bay questa notte stessa, avrai finito davvero•, lo minacciai lasciando che interpretasse la minaccia come voleva. Dopo un po', naturalmente, prese il denaro e se ne andò. Queste dispute di carattere finanziario erano uno dei preliminari inevitabili, quando dovevo affidargli un compito. Dopo che • Porchetto• se ne fu andato, mi sdraiai sulla seggiola e fumai una dozzina di sigarette rimuginando la faccenda. In fondo, era una cosa chiara: la ragazza era riuscita a pcnuadere Pangbum di falsificare un assegno con la firma del cognato, e poi, dopo alcune mosse di cui non potevo ancora determinare il valore, avevano finito per nascondersi. C'erano delle fila slegate che dovevo afferrare prima di trarre le conclusioni. Una di queste - trovare il compare che aveva impostato le lettere dirette a Pangburn e che aveva ritirato i bagagli della ragazza - era affidata all'agenzia di Baltimora. L'altra era: chi si era servito del tassl che avevo rintracciato, dall'appartamento della ragazza al Marquis H6tcl? Quando andai all'albergo trovai che la ragazza del centralino telefonico era una mia vecchia conoscenza. . ,Chi ha chiamato i numeri di Half-Moon Bay? • le domandai. • Mio Dio I• Si lasciò andare contro lo schienale della seggiola e passò una mano rosea dalla fronte sui capelli rossi accuratamente ondulati. • Ho troppo da fare per ricordarmi tutte le chiamate I•. , Non avrete certo molte chiamate per Hatf.Moon Bay •, insistetti io poggiando Andavamo ancora ad una buona velocità quando abbordammo la curva di una di quelle strade semicircolari e ... Axford frenò improvviso e la grossa macchina ci gettò contro il parabrezza, fermandosi ad un tratto, appena in tempo per evitare di piombare su di un gruppo di persone sorte improvvisamente davanti a noi. Al chiarore dei nostri fanali spiccavano spettralmente pallidi volti inorriditi, volti equivoci, aspramente incuriositi, Braccia e spalle bianchcggiav-ano, sulle vesti .lussuose scintillavano i gioielli. Gli abiti neri degli uomini facevano da sfondo. Questa fu la prip,a impressione che ebbi; poi, quando mi fui ripreso dall'urto contro il parabrezza, notai che quella folla era in cerchio a osservare qualche cosa. Mi alzai in piedi cercando di guardare sopra le teste, ma non potei veder niente. Scesi e mi cacèiai in mezzo alla folla. Un uomo era steso in terra, col viso contro la ghiaia bianca, un uomo sottile \'estito di scuro, e proprio sopni il collo, "dove il collo si congtunge con la testa, c'eni una macchia scura. M'inginocchiai per vederne il viso. Poi uscii dalla folla e raggiunsi Axford che stava uscendo dall'automobile, ancora col motore acceso. • Pangburn è morto. Ucciso!•· Tranquillamente Axford si tolse i guanti, li piegò e se li mise in tasca. Poi fece un cenno del capo per dirmi che aveva capito, e si avvicinò alla folla che stava attorno al poeta morto. Lo guardai finché lo vidi scomparire nella calca. Poi,cercandodinon farmi vedere, cominciai a cercare Grout. Lo vidi appoggiato a una colonna della veranda; glt passai davanti perché mi vedesse; poi mi diressi dietro l'angolo della locanda dove c'era pili oscurità. Là • Porchetto• mi raggiunse. La notte non era fredda, ma egli batteva i denti. • Chi l'ha colpito?• domandai io. 11 .. ,l'ho ou,na.to attnnnio o.o.abotola... " • Non so•, piagnucolò; e quella fu la prima volta che ammise d'ignorare qualche cosa. e Ero dentro, e tenevo d'occhio gli altri•· un gomito sul banco e lasciando sporgere fra le dita della mano un biglietto da cinque, ripiegato. • Dovreste ricordarvi almeno le più recenti•. , Vediamo•, sospirò, come decisa a fare del suo meglio in un la\·oro impossibile. Diede una scorsa ai suoi biglietti. • Eccone una: camera 522, due settimane fa•. • Che numero fu chiamato?•· • Half-Moon Bay 51 •. Era il numero della locanda. Le diedi il biglietto da cinque. • U ~22 è un ospite permanente?•. • Sl. Il signor Kilcoursc. t qui da tre o quattro mesi •· •Chi è?•. e Non so. Un perfetto gentiluomo, mi pare•. , Va bene. Com'è di aspetto?•. e Alto cd elegante•. • Non fate l'ingenua•, sollecitai.• Com'~ di aspetto?•. et giovane, ma i capelli gli stanno diventando grìgi. È di colorito scuro, è bello. Sembra un attore del cinema•. e Wallacc Deery? • domandai allontanandomi dal banco. La chiave del 522 era al suo posto. Sedetti in un punto di dove potevo \cncrla d'occhio. Circa un'ora dopo un impiegato la prese e la porse a qn uomo che sembrava davvero un attore. Poteva avere circa trent'anni, era di pelle scura coì capelli grigi sulle tempie. Alto circa sci piedi, snello cd elegante. Presa la chiave, scomparve in un ascensore. Allora chiamai l'agenzia e chiesi al Gerente di mandarmi giù Dìck Foley. Dieci minuti dopo eccolo che viene. Dick è un Canadese, piccolino, peserà trenta chili. • C'è qui un uccello che bisogna tener d'occhio•, gli dissi. e Si chiama K.ilcourse cd è nella stan.za 522. Mettiti fuori a qualche passo di distanza, e te lo mostrerò•· Mi misi nel vestibolo e aspettai. Alle otto Kilcourse scese e lasciò l'albergo. Lo seguii per un isolato circa quanto bastava perché Dick gli si mettesse dietro, e me ne andai a casa per essere vicino al telefono se Grout voleva mettersi in comunicazione con mc. Ma quella notte non fui chiamato da lui. Quando arrivai all'agenzia, la mattina dopo, c'era Dick ad aspettarmi. • Che novità?• domandai. •Maledizione!•. (Il piccolo Canadese parla come un telegramma, quando è adirato; e questa volta lo era davvero). e Se• guito per due isolati. Rimasto a piedi. Solo tassi in vista•. e Pensi che ti avesse notato?•. e No. Testa fin:- Gioco sicuro•· e E alloni prova un'altra volta. Sarà meglio avere un'automobile a portata di mano nel caso che ritenti lo stesso trucco•· Il mio telefono suonò, mentre Dick usciva. Era, Porchetto• che aveva chiesto il numero segreto dell'agenzia. e Hai trovato qualche cos.1?• domandai. e Molto!• disse trionfante. • Bene! Sci in città?•· cSl•. • Ci vedremo a casa mia fni una ventina di minuti•• dissi io. Il mio smorto informatore era ben gonfio d'orgoglio quando entrò per la porta che avevo lasciata socchiusa. La sua maniera tronfia di camminare era diventata addirittura una specie di danza del ventre, e l'angolo della bocca era fissato in un sogghigno astuto che sarebbe stato bene a un Salomone. • Scoperto tutto, giovanotto•, sbraitò. l Niente da fare con me! Quando sono andato giù ho parlato subito con quelli che sanno tutto; ho visto tutto quel che c'era da vedere, ho passata tutta la faccenda addirittura con i raggi X. Ho fatto ... ■• • Ferma, ferma!• interruppi. e Congratulazioni. Ma cos'è che Mi fatto?•. • Lasciatemi dire•· Alzb una mano sporca col gesto di un agente del traffico, e lanciò una nuvola di fumo di sigarctt,1 contro il soffitto. • Scnia fretta. Ora vi meraviglierete•· • Ma certo•, dissi io. • Lo so che 1 s~- grande e che è una fortuna 'per me averti a sbrigare le mie faccende e tutto il resto! Ma insomma, Pangburn è là?•· • Adesso ci arrivo. Andai giù, guardai e ... •· •''Porchetto"•, dissi io, • non mc ne importa un corno di quel che hai fatto! Hai visto Pangburn? •· • Sl, l'ho visto•· • Bene! Cos'hai visto?•. "'Ha piantato le tende da "Stellino". Lui e la ragaz.za del ritratto, sono tutti e due là. Lei c'era da un mese. lo non l'ho vista, ma mc ne ha parlato una delle cameriere. Pangburn l'ho visto io stesso; ma lui non ha potuto notarmi, perchè l'ho osservato attravcrSo una botola. Non si fanno vedere molto quei due, stanoo nascosti quasi sempre nelle stanze dove vive •'Stellino". Pangburn c'è da domenica. Io andai giù e... •. • Hai saputo niente di quel che stanno facendo?•. e No. Sono andato giù c... •· • Va bene. Torna giù questa notte e chiamami appena sai di sicuro che c'è Pangburn. Ma assicurati che ci sia. Non voglio errori. Non voglio metterli sull'avviso con un falso J1.llarme. Serviti d~I numero segreto dell'agenzia e a chiunque risponda dirai che non tornerai in città altro che tardi. Questo vorr+ dire che Pangburn è là. Così potrai chiamare da Joplin senza far capire niente•. • Ho bisogno di altro rifornimento•, disse mentre si alzava. e Costa molto ... •. • Te ne darò•• promisi. e Adesso fila e fatti vivo questa notte, appena sarai sicuro che c'è Pangburn •. Poi me ne andai all'ufficio di Axford. · • Credo d'averlo rintracciato•, dis.si al milionario. • Spero che questa notte possiate parlargli. li mio informatore dice che la notte scorsa era al \Vhite Shack, dove probabilmente vive. Se ci sarà anche questa notte, vi ci condurrò, se volete•· • Perché non ci andiamo subito?•. • No. Quello è un posto troppo morto dunntc il giorno perché il mio uomo possa starci senza destare sospetti, e non voglio correre il rischio che voi od io ci facciamo vedere finché non sono sicuro di trovarci Pangburn •. • Che cosa devo fare, allora?•. , Tenete pronta un'automobile veloce, questa notte~ bisognerà partire appena vi chiamerò•. • Va bene. Sarò in casa dopo le cinque e mezzo. Telefonatemi appena siete pronto e vi raggiungerò•· CAPITOLO VIII LLE 9,30 di quella sera ero seduto accanto ad Axford, in una potente automobile straniera che divorava la strada verso Half-Moon Bay. •Porchetto• aveva telefonato. Non parlammo molto durante il viaggio, e quella specie di mostro d'importazione, sotto di noi, fece una corsa relativaménte breve. Axford era seduto comodamtnte al \·olantc, ma notai per la prima volta che aveva un'aria pìuttosto durà. • Quali altri?•· , "Stellino", un tale che non ho mai visto prima, e la ngazza. Non credevo che quello là uscisse; non avcvJl cappello•. • Di' tutto quello che sai•. • Dopo un po' che vi ebbi telefonato, la ragazza e Pangbum uscirono dalla parte della locanda dove vive Joplin e si sedettero a un tavolo dall'altra parte della veranda dov'è piuttosto scuro. Mangi,lvano da un po' quando arriva quell'alt~ tale e si mette a sedere con loro. Non so chi sia'. t alto, tutto vestito elegante•· Poteva essere Kilcourse. • Parlavano da un po', quando Joplin si uni a loro. Rimasero seduti attorno al tavolo a parlare e ridere per circa un quarto d'ora. Poi Pangbu.rn si alzò cd entrò in casa. Dal tavolino dove stavo io, potevo oss~arli bene; c'era gente e avevo paura di perdere il mio posto se mi alzavo. Per questo nor. seguii il giovane quando uscì. Non aveva cappello, non se ne sarebbe andato, pensai. Ma deve aver attraversato la casa uscendo dall'altra parte perché quasi subito s'è sentito uno scoppio - e pensai che fosse un motore - e poi un'auto che partiva a tutta velocità. E poi qualcuno ha gridato che c'è un morto, Tutti corrono; cd è Pangburn •. •Sci proprio sicuro che Joplin, Kilcourse e la "ragazza fossero tutti al tavolo quando Pangburn fu ucciso? •. •Assolutamente•, disse• Porchetto•,• se il nome di quel tale è Kilcoursc•. e E adesso do\'e sono?•. e Nelle stanze di Joplin. Se ne andarono appena videro che Pangburn era stato spacciato•. Non avevo illusioni su • Porchetto•. Sapevo che era capace di ingannarmi e fornire •ll'assassino del poeta un alibi. Ma c'era anche di peggio: se Kilcourse o la nigazza avevano pagato Joplin, e avevano pagato anche il mio informatore, allora non mi sarebbe mai stato possibile provare che essi non erano nell'interno della loggia quando era stato sparato il colpo. Joplin aveva una folla di parassiti pronti a giurare quel che lui voleva senza batter ciglio. Ci sarebbero stati almeno una doz• zina di supposti testimoni della loro presenza nella veranda. Cosi, la sola cosa che potessi fare era di prender per buono quel che • Porchetto• mi diceva. • Hai visto Oick Folcy? • domandai pensando che Dick doveva ever seguito Kilcourse. •No•. • Va' fuori e vedi se lo trovi. Digli che sono su a parlare con Joplin. Digli che venga su. E poi stattene qui attorno in maniera che ti possa vedere se avrb bisogno di te•· Entrai passando per una porta-finestra, attraversai una sala da ballo vuota e salii le scale che conducevano all'appartamento di Joplin, nella parte posteriore del secondo piano. Sapevo la strada essendoci stato altre volte. e Avanti•, disse forte una voce ben nota quando bussai alla stanza di soggiorno di Joplin. Aprii la porta cd entrai. • Stellino• Joplin era in mezzo alla stanza, specie di grosso bestione dalle spalle grosse e dall'inespressivo viso cavallino. Dietro di lui Kilcoursc faceva ciondolare una gamba, seduto sull'angolo del tavolo, e nascondeva la sua attenzione dietro un mezzo sorriso del suo bel viso scuro. Nell'altra parte della stanza la ragazza che Pangburn conosceva come Jeanne Clark era seduta sul bnicciolo d'una grande poltrona di cuoio. 6 - (continua) DASHIEL HAMMET
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