Omnibus - anno I - n. 17 - 24 luglio 1937

NEGLI IST.\1'TI che seguono l'arrivo d'una grande corsa ciclistica, il corridore non pensa che ad una cosa: ali'albcrgo. ~cntre ancora lo soffocano. e gli dicono che la sua fuga è stata meravigliosa, o la sua volata impetuosa e perfetta, il corridore continua a pensare all'albergo : cioé ad un bagno, ad un massaggio, ad un pranzo, ad un letto. t stanco di pedalare; domani mattina dovrà riprendere la gara. Adesso cominci::ino le sue ore sconosciute, quelle controllate soltanto dai direttori sportivi, dai massag- ~iatori, dai compagni di squadra. La "bomba" infame A Vittorio Veneto, un quarto d'ora dopo l'arrivo di tappa, andai all' alb<-rgodel Moretto per vedere Barrai. :t:. un corridore tac~turno, Barrai, magro e piccolo : corre in silenzio, raccolto, attento, ripiegato su se stesso, con una ostinata punta di caparbietà, che forse quel sapersi vicino alla vecchiaia (29 anni!) fa sembrare dispettosa. Entro da una piccola porta, scendo due_gradini e mi trovo in una stanza rintronante di urla. Nel mezzo, la padrona grida per far c;1pirc al marito, al cuoco e al fac• chino che bisogna salire su, nella stan• za numero quattro: « perché quei due si ammazzano:,, Mi lancio sulla scalet• ta che va al primo piano. Si odono pa• role dette rabbiosamente, una seggiola deve rimbalzare da un angolo all'altro della stanza, il letto smosso cd urtato fa mmore di ferraglia sull'impiantito. Ma, appen.i. l,l porta è aperta, tutto si placa. Barrai si butta sul letto, gli accorsi tra• scinano via Antonio il massaggiatore, il facchino rc-ca una vasca di zinco (qual• co-.a come l'interno d'una cassa da morto, ch'è invece un bagno), mette un tubo 01 gomma al ruhinetto del lavab·> e comincia ~, far chioccolare l'acqua. In quella tappa Barrai era arrivato con venti tninuti di ritardo. A sentir lui, la causa era stata quella « bomba • in• fame, che Antonio aveva preparato a Forlì. Non <lvcva messo nella borraccia la wlita pcptocola, il cognac od uno di quei misteriosi ingredienti, vere ri• ccttc segrete, che ogni massaggiatore combina per i suoi uomini; ma aveva 1uc~~o ~tricuin..i cd etere. La « bomba :t il corridore se la ingoia nei mo.menti difficili, quando le gambe son lì pc-r fare cilecca, quando il traguardo è vicino, ma le forze calano di colpa e ci vuole qualcosa che inebbri per quegii ultimi dicci o venti chilometri; e Barrai, stanco, l'aveva bevuta con questa con• ~guenza : che, se non era andato lun- ~o e disteso sull'asfalto, lo doveva al c;uo 'lanto protettore. Vedevo tutte le ~re, mentre i corridori già dormivano. preparare dai mas• ,aggiatori questi misteriosi beveroni. Al rorridor<' giovane e tresco aànno poco, tengono la mano leggera nelle dosi ; qualche volta è cognac diluito con .,(;qua bene inzuccherata (cosi era per B~rtali), e quello beve, cqnvinto di butc.,r giù chi sa quale bevanda incendiaria; ma ad altri, che già ri.scntono il pc~ degli anni, o la tirannia di una ,J•itudine che oramai non può più r.s- ,E'rc interrotta, la dosatura degli ecci• canti è fatta con più la~hezza. Cc n'era ~~:v~h~s~!~'\ :~e at~~~~ tj'c):'.; ~ui:1~~ i>,,•• arrivava con gli occhi storti, lo ~~uardo fis~o, e correva all'albergo per 1,cre tre o quattro litri di latte. A quel modo rimctt(•v"' in sesto lo stomaco e lo disintossicava. Doppia porzione Certo, dopo e"er "-tati costretti per ..ei o sette ore di seguito a pedalare e pedalando a mangiare (abilissimi neuo ,paccarc un uovo con un colpo dall, ,ul manubrio, tenendolo poi }Ospcso un attimo tra le dita leggennentc apcrtt.", l.tscian<lo che il chiaro caschi a terra, veloci nello sbucciare banane con una :-ola dentata, allenati a succhiare le o~~.t d'un pc.-zzo di pollo); e pedalando a bere {sturanao con una mano sola la bottiglietta d'alluminio, o coi denti to• ~liendo il tappo di ferro alle bottiglie di hirra per cui ci vuole la «chiavetta>); e pt:d.,lando anche a fare qualche cosa d'altro, .:ienza scendere dalla b1ciclctta, con le gambe diritte sui pedali; certo, dooo ore cd ore d1 questa vita il corri• dorc éit·sidcra altre cose. Vuole un bagno tiepido, un bagno che di tapp,t in tappa viene sempre fatto con piu auenzione: le sb1;1cciatu~cbru: ciano e bisogna staccare , cerotti, certi cerotti immensi che coprono tutta una gamba, una spalla, un braccio. ~li al: bcrghi, che sino allora sono nmast1 tranquilli, scoppiano d'un tratto per tante voci discordi, i rubinetti zirlano per il filar dell'acqua, tutti i corridoi sono inva..sida giovani odorosi di sapo• ne che vanno da una camera all'altra, co~ un asciugamani attorno alla vita. In fjUCi momenti tutti hanno dimen• ticato la corsa, molti non s:inno neppure a che posto sono stati classificati, altri sanno già che domani si ritircr:1nno. Ma nOn imoorta più nulla, adesso, all'in• fuori del bagno e del massaggio. Si buttano sui letti, la testa alta sui cuscini, le ~ambe- divaricate, ed :i.spettano, in una strana immobilità di muscoli e di cervello, il sapiente tocco del massag• giatore. Si aprono grosse valige e si tirano fuori barattoli e barattoli di un• guenti, creme e liquidi misteriosi. Un profumo acuto, penetrante di canfora e di disinfettanti gira nell'aria. Il corridore in quegli istanti osserva il soffitto della camera, si abbandona passivo ed assente, come se fosse sottoposto ad una operazione chirurgica, dormicchia. sogna, mentre le mani del massaggiatore velocemente scorrono sulle sue gambe. Paiono martiri d'uno strano rito, sembrano annegati allora cavati dall'ac• qua, tanto rimangono indifferenti e trasognati. Quei minuti di massaggio levano,come per incanto, tutta la fatica e rimediano a tutte le « imbastiture > efanno dimenticare tutti i chilometri percorsi. Quando, dopo una me:r..z'ora,s'alz2.no dal letto e cominciano a vestirsi, non sono più stanchi. Potrebbero ricomin• ciarc a correre. Le brave donne che si erano impietosite vedendoli passare durante la corsa, ora si meraviglierebbero nel ri,,ederli scendere le scale dcll'al• bcrgo, vestiti certuni con una eleganza di paesani che hanno annusato un po' la città, oppure altri in sgargianti pi• giama. (E molti, i più diseredati dalb fortuna, vorTebbero che questi giri a tappe durassero mesi e mesi : per loro è un bel vivere, irraggiungibile dopo). Per correre, innei;t::\hile~biso(p'la avere gambe e polmoni, nervi e cuore i ma, indispensabile, bisogna avere anche uu ottimo stomaco. Prima di prendere il via, il corrioore ha abbondantement_e mangiato; poi, durante la corsa, ha d1• vorato tre uova, due panini imbottiti, mezzo pollo, una tavoletta di mannel• lata, quattro banane. ha succhiato due arance, dicci zollette di zucchero, ha bevuto qualcosa come tre litri d'acqua e <1uattro di birra, ha centellinato una bottiglietta di zabaglione e e3ffé; m.i con tutto questo, eccolo pronto a ricominciare. Il suo corpo ha bisogno d'esser nutrito, il suo stomaco deve scmpce lavorare per ridare nuova forza da die~i~~~n~~:~ ~ro~d~n u~~i~ht~~~\~ nava sempre, d'ogni cosa, dalla mine• stra alla carne, dal formaggio alla frut• ca, doppia pon.i.'.>ne: e tutto divorava rapidamente, senza fatica. Poi vanno a dormire. Nessuno ha la curiosità di fare una passeggiata nella città ,;,conosciuta, nessuno ha voglia di chiacchierare. Chiusi in un loro mon• do di ~peranzc non dette, di desideri non rivelati, rimangono spersi in una solitudine irreale, frastornata da troppe vicende. Lontani d:i.lla corsa, distesi i nervi, rifatti leggeri i muscoli, rivelano la loro indole proletaria e paesana, senza pose e senza drammi. Chi fa il mestiere (un mestiere alla fine dei conti meno faticoso di molti altri), chi corre per poterlo fare un giomo, chi si è messo con entusiasmo e non lo perde nemmeno con tutto il sudore che butu fuori, con tutta la polvere che ingoia, chi già conosce la sua sorte, quella d'e~- serc l'ombra del capo squadr.,'l o la figura minore che si tiene in gara per ado• perarla, sfiancandola, al momento opponuno; sono tutti lì, attorno ai tavoli. zingari d'un:\ profes..1.ioneche abbacina con l'oro e con la fama, senza superbia e senza alterigia. Il grande campione ed il piccolo compagno fallito, stanno seduti vicini. Pensano ai loro affari, al contratto con una casa, alle riunioni di pista (si fatica di meno e si guada• gna di pili), alla motocicletta, all'auto che vorrebbero comperare. Dimo\trano così le loro capacità di « ricupero ;>. Ricuperano enert!ie fisiche in oochc ore: più ne~uno ricorda d'averli veduti al sommo d'una salita spendere l'ultima resistenza; ricuperano serenità e fi. ducia dopo un bagno ed un pranzo : più nessuno ricorda d'averli veduti nel mt>zzodt::,llastrada Diangere per un IO• cidcnre {é un piani?:Ne strano, provoca. to non dalla mollezza del carattere, ma dalla tensione dei nervi, dalla frattura della volontà}. Come Il principe di Condé LAITANIA u::>~U IDllllDBIIII NON LO avremmo mai im• maginato. Chi mai avrebbe potuto sup1>0rre che quella donnina pallida fosse cap:u;c di compiere una simile cosa? La vedevamo passare quattro volte a:I giorno davanti al cantinone. E portava certe vesti bianche che lasciavano trasparire il suo corpo tenero e delicato. Saoevamo ch'era l'amante di Pittsbury, il' capo della nostra stazione militare; e 0011 avevamo alcun dubbio sulla sua fedcl· tà, non perché fossimo convinti che ella lo amasse, ma perché conoscevamo Pittsbury e il suo carattere geloso e bruta• le : la donna che cadeva fra le sue grin• fie rimaneva una schiava finché Pitt• sburv non ne era sazio. Soltanto due donri.e erano riuscite a liberarsi di lui: una., imbarcandosi ~egrctamente su una petroliera in viaggio per l'Europa, e la seconda ... mon.!ndo. E non è necessario dire che il nostro comandante ci era cordialn1entc odioso. Qu,mèo ci accorgemmo che la piccola Katty Bull rispondeva alla sua corte, inorridimmo. La nuova vittima cii quell'uomo brutale ci faceva pietà. Eppure, in ~eguito, ci accorgemmo che :e nostre supposizioni erano assai lontane dalla realtà. Katty ora c;j faceva vedere di raro. Certamente il carattere brutale di Pittsbury non doveva dispiacerle, poiché non aveva dimostrato fino allora nt·s- ~una contrarietà. {; n giorno sembrò che fosse stanca di lui. Però. appena Pittsbury se ne accorse, Katty Bull scomNon fumano. ln corsa vcvono tutto quello che capita sotto la bocca, ma a tavola bevono soltanto acqua. Quando hanno finito di man(!iare, sono veloce• mente sopraffatti dal più spiritoso, un compagno che sa ancora ridere della propria <:fortuna. Non hanno visto nulla: strade, paesi, città, fiumi e mon,ta• gne ai loro occhi valgono per quei ri• ferimenti schematici che hanno sulle cartine altimetriche, l'unica lezione che parve. devono imparare a memoria : il disii• Da quel (!iorno, noi non potevamo vello, per chi non è forte in salita, di. pensare ad altro che alle calde lagrimc venta un incubo; il tratto pianeggiante. che la piccola Katty stava piangendo per chi non sa tenere il passo, diventa nella 11,tanzadei coccodrilli. Chiamava• una condanna. Ma tutte queste cose, mo quel luogo la « stanz.'l dei coccodril• fra dieci minuti, saranno dimenticate. li > perché la '-\13 unica finestra guar• •Salgono nelle loro camere come conva- da\':\ sul greto del Aume, dove i coccolescenti che debbono andar presto a drilli donnivano al sole. letto: dànno un'occhiata alla valigia. Ma. le sventure degli altri. special• dove hanno un po' di tutto: maglie di mente nei paesi dove ta temperatura ricambio. calzoncini rivestiti in un:i. scende raramente sotto ai trenta gradi, cert3. parte dalla morbida pelle del dai- si dimenticano prestis<:imo. E così di• no, preziosi e speciali tubola.ri, rapporti menticammo ben presto le sventure di misteriosi che metteranno per certe Katty, fino al giorno in cui ci accor• tappe. gemmo di una stranissima usanza di Devono, oramai, dormire. Anche Bolomaborry. questo sonno deve ~mbrar loro una !I tenente Bolomaborrv somigli,w.1 condanua. Non possono perderne nem- ad una scimmia e il suo motto era: meno un minuto: una vittoria dipénde, « Chi cerca, trova!>. Quando ci accormolte volte, dal come ~anno_ donn.il? gemmo ch'egli dopo il caffé, nell',ora la not~e p:ec~~en~e. _Id1r:cuor~spo_rt1v1:-,.,..-.-,d~crln~v:iorcaldo. scompariva in fre•- al,;>an de.1p1efe~u d un toll.eg10, v..1.nno ta, giungemmo alla conclusione che d<:• a so~eghare, d_1 camera -11~ ca_me_ra. vcva aver ~opcrto qualche CO.'Ja che Tutti cercano d1 fare come il prmc1pc metteva il conto di vedere E un giordi Co!'ldé, alla vigilia della battaglia. no, lo ~guimmo. Si fennò. alia riva siEd .')Han.to_nella st:-tda, .sotto le fin~• nistr..i dc't fiume, di fronte a quella fa. stre g1a_buie? 1 ragar.l1 continua.no _a.gri• mosa « stanza dei coccodrilli >. N'oi ci dare gh evviva, a sognare,..ad mv1d1are d · d' · d' i loro campioni. n~scon e.mmo a una qum 1cma , me• ENRICO EMANUELLI tt1 da lui. La finestra della stanza era aperta clJ.,;,r-ia"a scorgere l'interno. Dappri'11a vedemmo soltanto Katty Bull che giaceva coricata, tome se donnissc. 1~oco dopo, l'uscio della stanz.-i si aprì e Pitt• sbury entrò calmo e silenzioso conw un'ombra. Era nudo e forte come un dio dell'Olimpo. Katty balzò in piedi. Er:i. nuda e bella come una dea. Piusbury le disse qualche cosa che non po• tcmmo comprendere. ma e.i meravigliò il tono supplichevole della sua vocc-. Katty ridcv.1 e faceva col capo segni di :liniego. Egli si arrabbiò e bal7.Òverso di lei, ma la donna era già all'altro an. golo della stanza e gli faceva le boce,acce. La ~cn:i. ~i rìpt·tè parecchie voi• te. Compr<:n<lemmQ,infine, che ella non era quella schiava che avevamo supposto. La scena durò finché Pittsbury non riuscì a cacciarla sul balcone sopra il fiume, e allora accadde un fatto che ci gelò il sangue nelle vene. Katty saltò ~iù dal balcone, oltre i coccodrilli, nel fiume, e raggiun~ a nuoto un minuscolo isolotto di sabbia nel mezzo della corrente. I coccodriJli, al frangersi dell'acqua, si svegliarono e voltarono le teste. K.1tty -.cdeva sulla rena; e rideva, in• vita.odo il suo amante a raggiunP'erla. Ma Pitt.:sbury gua-rclava sgomento i COC· codrilli, che ora stavano, svegli, fra lui e la sua deliziosa amante. [ntanto, l.1 donna s'era coricata sul!\ sabhia calda dell'i,;,olotto, tremando ,l1 passione. Se non ci fossero stati i coc• codrilli, scommetto la testa che neppur uno dei miei compagni sarebbe rima• ~to al proprio posto. Ma bisognava gettarsi nel fiume!... Fenni trn i cespugli, chissà quanti) tempo avremmo fissato l'isolotto, se un tuffo improvviso non avesse attirato i nostri sguardi. E vedemmo Pittsbury, il cruaele, spietato e brutale Pittsbury, nuotare davanti ai musi dei coccodrilli. che cominciavano a muoversi lcntamen• te. E, come un Giove, si gettò su Kat·.y che gridò dalla gioia. E noi, Boloma• borry compreso, non potemmo tratte• nerci dal gridare un triplice hurrah a.Ila fine di questo spettacolo. Ma Pitt• sbury non volse nemmeno il ca1>0: nel lo stato di grazia in cui si trovava, non lo avrebbe interessato nemmeno il dih!- vio universale. Ce ne antilammo via sl1bito, poichl! ritenemmo conveniente lasciare in pace Pittsbury che, doootutto, era il nostro comandante. JOHN CARREL (T'ersione di A. M.) MONDADOR_l SEGNALA DUE NOVITÀ: Nella Collezione «Medusa" J. DE LACR_ETELLE ALESSIO JACQUES DE LACRETELLE T~ADVlJ0NE DI ENRICO PICENI LIRE 12 "Medl.l$.1" h.1 pr~nt.1to in lulia )acqua dc I,;,. crrtdlc: prim,1 d1.c il f1ovu1c:m.iatro fr,1nc:a,i: vC:Òmc: cOC'o~U I.aiu,1 o~r,1 lcttcu/1.1 d.11l'c:lnionc 1ll'Ac:udcmi.1di Fr.anci.a. t 1opr1ttutto il rom,1ow ciclico "I Ponti Alti" che: h.a v,1ls.c.,al L.crcullc un fonde numero di 1uff"r1giQ. uoto rorn.arw> M compone di ~1.Uttro p.trh: S11Jiu, li111, g-il .apparsi in "Mcduu·; A1111i Ji '~'""{" e Ù •o•d•/11/111 ucc:ohc cntr.ambcnc:Ipra,i:ntcvolume .otto il titolo ~:i:i•dt~o~~di dJ!1~rg!};i~:C:~ 1 :~U:~ ~:j d!!f::::f 0 A1tf•~\.a~g~::~::: ~:ti~ : J=t~ teMit.1,e 1i risolvono poi con un .cmo di f.aulitl, di gundios.itl quui religios..c .S.J;,,., Lii•, Al,11io formano uno dei più mag-im.alicomplc.wiurt.atorii dcli.a le1tt1.1tur.amodcrn.-. Ne"/ R.,omanz.diella Palma" F. BALDWIN GENTE DELL'ALTRO MONDO F.aith B.aldwin,i cui tom.antivanno ottenendo sempre rn.iggior JU(:CCSS.O in Amcriu, potrebbe un po' ddinini l'Annic \!iv1nti detli Stati Uniti. Uno ,tilc Kintillantt, un brio indi.avol.110u,n unM>l"itmHouordin.ari.amcntc"femminile". Pochi uoDO, come: I.a S...ldwin,n.arr.areun.auori.ascnu ... pot,'il>ilcK,11mpo per cl!.ine .al,l,i,1le1to \e prime rig-hc ! Quoto G,.1, J,11'.ltro "'""'" t tipico tu i l.aYordi cli.atcrinricc. Un.a nori.a d'.1mo(t1 un modt1ni»imoidillio tr.a 11u riov,1ncdiv,1delloKhcrmoe:11noKrittorc.aploutotc cl!.cfa pcnurc un poco I Tuun. lncoatri, Kontti, f11ghc,ripicchi, upricci•.• t un.auuordin.ui, ttout.a tr.agicomiu che dà .alr.iccot1to,viluppi impreveduti. LIRE 3 REBAff•l. . ,JL ...... FEBBEOffl ORPOIIII · A.O. In questo volume il generale Bastico ricostruisce fedelmente i grandi avvenimenti militari ai qu,li partecipò il III' Corpo d'Armata durante la campagna etiopica. Di pari passo con la narrazione prettamente storica, il volume si integra di numerosi cd interessanti particolari episodici, ai quali il commento dell'Autore dà vita e sostanza di ambiente e di carattere. Stile vivace, ricco di colore, nella cui salda str~ttura si alternano pagine commoventi e gaie tal quale la realtà eroica ebbe a crearle per virtù di comandanti e valore di truppe. li volume.riapre co,, 111i'11111pir1 prefazio11erielMr,re- .rcirt!loBadoglioe l1fl111p1reziosocorredoi/111.rtrativo. COSTA L~RE 15 A. MONDADOI{I

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